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fluens

Salusmaster User
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  1. Aggiungiamo anche, sempre della serie "I pochi vantaggi dell'età", che la produzione sebacea si attenua con gli anni. La mia sarà meno di metà, se non un terzo, di quella che avevo a vent'anni, ovvero più di 30 anni fa. Gli adesivi e la tenuta protesica ringraziano. Dai, ragazzi, non abbiate paura. Il tempo scorre inesorabile, ma la situazione protesica non potrà che migliorare!
  2. A mio personale giudizio va meglio con protesi in mano. Soprattutto nel nostro caso di parziale. Oltre ad aspetti pratico-manuali più agevoli a protesi staccata, va detto che i capelli protesici assorbono il colore molto più rapidamente e intensamente di quelli autoctoni. Con la parziale appiccicata in testa, la stessa tinta a parità di tempi di posa determinarebbe un risultato discromico. Molto più scuro sulla protesi. Inoltre, con la protesi in mano diverrebbe più semplice evitare di macchiare la base. Stella polare il metodo di applicazione di Pifevo.
  3. Medusa va contattato per email. Grazie per il tuo indirizzo. Appena possibile ti scriverò.
  4. In linea puramente teorica dovrebbe andare ottimamente. Come ho tentato di dirti, bisogna pero' chiedere a Medusa se la cosa può essere recepita dalla Factory, senza fraintendimenti e soverchie difficoltà, anche per le vloop. Per il lace è già stato fatto e con successo. Ma le v-loop presentano un processo di lavorazione e una struttura dei materiali intrinsecamente diversi. Vedi ad esempio il modulo seriale della base tipo: sottile nell'area frontale ma che si ispessisce allontanandosi dal front. L'unico front. Ora bisognerebbe capire se abbiano già sperimentato una conformazione bifronte della base o se siano disposti a realizzarla. In questi mesi non ho avuto cuore di affliggere Medusa anche con questa trovata. Ma forse la cosa è più semplice di quel che io possa temere. Spero. Se vai in avanscoperta, ci racconterai.
  5. Come mi è più volte capitato, avresti in mano una emiprotesi posteriore dal front estremamente folto. I capelli del quale potrebbero essere da te disciplinati all'indietro tramite condizionanti, ma esporrebbero una attaccatura troppo regolare e poco curvilinea ( elemento che potrebbe essere reso meno stridente tramite sagomatura di un calco personalizzato espressamente speculare e bifronte. Rinunciando quindi alle stock e puntando solo sulle personalizzate). La densità tuttavia nasconderebbe a stento la lavorazione troppo simmetrica a artificiosa, esito evidente di un sistema ad innesto apparentemente più meccanico che manuale da quelle parti. In molti casi sarebbero inoltre visibili monconi di capelli plurimi innestati assieme e resecati lungo quella linea. In tali casi il front della emiprotesi posteriore sarebbe proprio da buttare. Considera inoltre che la pellicola ultrasottile 0,03 vloop è tale solo nell'area frontale, nel procedere dell'impianto si inspessisce culminando proprio nella porzione posteriore In definitiva, salvo laboriose intese personalizzate a prova di bomba con l'operatore a seguito di defatiganti mediazioni culturali, da una vloop standard non si possono che ritagliare porzioni posteriori o sottosezioni intermedie indossabili si', ma a patto di non esporre il front. Personalmente l'ho fatto. Non si è trattato certo della mia esperienza di maggior naturalezza protesica, ma non è improponibile. A front coperto o appena sollevato e pettinato tutto avanti, oppure con la linea frontale resa invisibile da una pettinatura bombata in avanti e poi curvata all'indietro soltanto in cima alle ciocche può presentare un effetto decente. Tuttavia, un front vloop ben fatto e graduato, nato per essere esposto, e realizzato proprio per costituire la prima linea focale dell'impianto è decisamente tutta un'altra cosa. Tutto un altro mondo. Quello della sospirata insgamabilità.
  6. Mi sono sempre trattenuto dal farlo Innanzitutto per non tediare il già fin troppo disponibile Medusa, In secondo luogo perché la richiesta implica una diversa anzi opposta direzione e quindi ventilazione del back rispetto all' abituale. Non so quanto semplice sia spiegare e convincere l'operatore ad agire nel senso bidirezionale desiderato, per poter poi a nostra cura dividere le due emiprotesi.
  7. È proprio quello che ti volevo consigliare. Ci ho pensato spesso ma finora non ho ancora tentato l'ordine. Penso che con l'aiuto del formidabile Medusa sia possibile.
  8. Sulla scorta dei miei tentativi, è pressoché impossibile ricavare ritagli e sottosezioni da vloop in cui il Front sia esponibile. Si può tentare di rimuovere i monconi, ma tieni presente che sfilerai anche l'altra metà del capello integro, diradando così eccessivamente l'area corrispondente. In bocca al lupo con lo scolorimento dei nodi multipli! È una bella sfida..
  9. Pifevo recentemente raccomandava di applicare la tinta a protesi disinstallata e tenendola saldamente con due dita strette sull'apice del front. La protesi si troverà in verticale, con il front in alto e i capelli che scendono verso il basso. Passare quindi la tinta Secondo la legge di gravità, facendo attenzione a risparmiare la base soprattutto nel Front. Pifevo infine indicava l'opportunità di ridurre i tempi di applicazione di un 30-40 % rispetto a quelli raccomandati dalla casa produttrice della tinta.
  10. Provo a risponderti velocemente a fine pausa pranzo, accorpando le repliche per nodi sintetici omogenei: la durata leggermente maggiore del lace, sulla base del tutto soggettiva della mia esperienza, risiede nel fatto che la sua progressione di caduta dei capelli e' aritmetica, mentre quella della vloop è geometrica, se non proprio esponenziale. Va detto che dalla vloop nel primo mese e mezzo circa non vedo cadere un capello. Poi parte la progressione geometrica. La vloop presenta il pregio saliente della praticità di installazione. E di manutenzione, soprattutto. Grazie a quest'ultima posso tranquillamente attestarmi sugli intervalli di manutenzione ravvicinati che prediligo e che col lace divengono un po' troppo laboriosi. Anche se va sottolineato che, in linea generale, più frequente è la manutenzione, più rapida e semplice si rivela. Sul lace utilizzo 3 mil e un po' di colla Asgard sul primo paio di millimetri del front. Tendo a non applicare collanti al centro della protesi parziale, per quanto sia di modeste dimensioni. Circa la densità, professo il culto pifevico: 110% sulle personalizzate. Anche 115% su lace. (Odo in lontananza un brusio di disapprovazione tra le coorti prevalenti del forum ) Diciamo che la mia chioma al naturale senza protesi è alquanto stramba: due profonde stempiature ad angolo assai acuto, la porzione frontale arretrata e ora diradata, ma in tutto il resto della testa sono prossimo all'irsutismo. Con capelli abbastanza spessi. Nessun accenno di displasia nel Mid e nel Crown. Quindi l'integrazione dal punto di vista del volume del capillizio sia con lace che con viloop non mi crea disarmonie. E ti assicuro che, a rischio di derive narcisistiche, mi osservo quotidianamente e criticamente col doppio specchio. Da notare che la chioma della v-loop risulta visivamente più gonfia a parità di densità col lace. E in assoluto, direi. Non so quanto la densità dei miei capelli autoctoni sia dovuta alla natura e/o all'impiego ultratrentennale di Minoxidil, prima al 2 e poi al 5%. Ma sono molto curioso degli effetti della soluzione topica da te elaborata. Ne riparleremo tra sei mesi, se vorrai condividerne i risultati.
  11. Il tuo post presenta notevoli elementi di interesse. Ed è pur vero che portiamo in testa protesi assai simili. Anche il tuo approccio alla protesizzazione non è molto distante dal mio. Impermiato sul metodo sperimentale, come per molti, qui. Altitudine che costituisce la vera grande forza del forum. Certo, non ho la tua preparazione scientifica e tecnica ( formidabile il calco sagomatore prodotto con la stampante 3D!). Da questo e da molti altri punti di vista tu sei decisamente più di vent'anni avanti. Non ho studiato stim ( o angl. stem), ma ho compiuto studi umanistici. Tuttavia sono molto attento alle scienze esatte. E di conseguenza alle tue buone pratiche. Provo intanto a risponderti, per quel che posso, ringraziandoti per la segnalazione del prodotto Nivea (ti darò riscontro degli effetti) e molto incuriosito dalla tua soluzione topica autoprodotta ( utilizzo Minoxidil dalla bellezza di 35 anni! Oramai un rito di inizio e fine giornata). Mi dirai da quanto tempo usi la tua formulazione e che i risultati ti sta dando. Parto dalla domanda più controversa, relativa alla vexata quaestio circa la preferenza tra lace e vloop. Vediamo i pro delle due protagoniste del momento, a mio personalissimo e modestissimo giudizio: Lace: -uscita del capello più naturale - minor eccesso di volume - più agevole possibilità di ritagliare ed elaborare sottoporzioni di una standard, come di ricucire strappi - traspirabilità - durata leggermente maggiore - caduta di capelli costante Vloop: - gestioni molto semplificate, soprattutto in manutenzione - buon risultato antisgamo senza eccessivo sbattimento. Il lace consente risultati di invisibilità maggiori in assoluto, ma con profusione di impegno considerevolmente maggiore - installazione e centratura più semplice data la maggior coerenza della base - perdita di capelli inizialmente nulla, poi , dopo il primo o secondo mese, in progressione ascendente A voler sottilizzare, i difetti della vloop risiedono nella maggior variabilità di risultato tra un ordine e l'altro a parametri richiesti invariati, nonché, in particolare per il tuo caso, nella difficoltà a ottenere un front esponibile ritagliando sottosezioni di una standard. Passando le dita sulla base, il lace al tatto spesso si avverte, la vloop tende a percepirsii invece all'udito. Giudizio definitivo: per praticita' d'uso da un anno impiego quasi solo vloop, ma con qualche soprassalto nostalgico per il lace. Per quanto riguarda i metodi di adesione, ne ho provati diversi. Spesso utilizzo solo colla all'acqua e tendo a non coprire e incollare l'intera estensione della protesi nonostante la dimensione contenuta. Un altro assetto privilegiato è petalo rosso sul perimetro e colla Asgard per un cm e mezzo del front , soprattutto con vloop. Con il lace, tape sottile. Ma devi considerare che privilegio manutenzioni molto ravvicinate, assai più frequenti della media: circa ogni 5-6 giorni d'inverno, ogni tre d'estate. Per la questione della centratura, in fase di installazione, davvero ho purtroppo pochi consigli da darti. Spero che possano arrivare da altri utenti davvero esperti del forum. La mia situazione è abbastanza particolare perché dispongo tuttora di una foltissima capigliatura ovunque tranne che nel front, che ha cominciato nei decenni a sviluppare una stempiatura dai contorni molto definiti e profondi, insinuandosi ad angolo acuto lungo i due lati del front. È seguito un lentissimo arretramento della linea frontale al centro e infine un suo diradamento. Mi ritrovo quindi ai due lati della protesi uno stacco naturale molto netto tra i folti i capelli dei parietali e una porzione a V di pelle completamente glabra, frutto di stempiatura. L'assetto graficamente è così rappresentabile: V V Dove le V rappresentano le stempiature. Di conseguenza non ho necessità di rasare lateralmente, solo centralmente e posteriormente. La densità della chioma autoctona non mi reca quindi problemi di volume tra la protesi anteriore e i capelli retrostanti. Se la tua inventiva ti porterà a escogitare un metodo o una sagoma a contorno per il taglio preciso a cui aneli, sarai un candidato privilegiato al Nobel del forum!
  12. Mi riferivo proprio ai monconi incastonati nella pellicola. Tagliando con il bisturi la pellicola e spartendo dall'altro lato dell'impianto i capelli a mo' di pettinatura con la riga lungo la linea di taglio, si riescono ad evitare falcidie e tronconi di capelli recisi che spuntano. Ma i monconi che rimangono inevitabilmente innestati nella pellicola di risulta, destinata ad andare sul front (scoperto), possono generare un pessimo effetto estetico. Veniamo al lace ritagliato. Per lo scolorimento dei nodi pidocchiosi, ad annodatura plurima per alte densità, ho utilizzato proprio la miscela a base di perossido nella proporzione indicata e mi sono aiutato con uno spillo per l'applicazione puntuale. Hanno completato il corredo occhiali da iperpresbite da +4 diottrie e lampada led da 18 watt, puntata sulle maglie del lace. Una prima applicazione da 20 minuti, con modesti risultati. Una seconda da 15, ottenendo nodi grigi. Un'altra da 30 minuti arrivando a un grigetto chiaro. Nemmeno malaccio. Ma ben lontano dall'invisibilità. Tuttavia è probabile, nonché augurabile, che tu possa fare molto di meglio. E sicuramente con ben maggiore competenza chimica. In bocca al lupo e sappici dire.
  13. Dago è un maestro assoluto nel campo. C'era una sua discussione di 4 o 5 anni fa che adesso non riesco a trovare. Tuttavia, mi sono cimentato anch'io con la tua stessa operazione e, nonostante accanite e ripetute applicazioni, sono riuscito solo a passare dai pidocchi neri a forme entomologiche grigette chiaro. Quando i capelli sono scuri, la densità è alta e, di conseguenza, i nodi avvincono più capelli, è veramente dura scolorire.. Uno dei grandi vantaggi delle vloop è che il problema nodi non esiste. Ma, se assembli tagli e ritagli da una protesi standard, ti imbatti nel problema dei capelli recisi che spuntano dal bordo e tralucono nei margini esposti della pellicola.
  14. Zib, qui siamo a livelli chimico-fisici raffinatissimi. Complimenti!
  15. Come accennato nell'altra discussione, da giusto tre anni , a 50 anni suonati, porto una protesi molto simile alla tua. Sia lace che vloop. Solo frontale e appena un po' meno profonda. Circa 6 cm. Front prevalentemente scoperto. Stock o personalizzata brush back. Colore 1b scuro. Nel complesso trovo tale soluzione comoda, ma, come da te rilevato, l'integrazione di una parziale rappresenta un elemento molto più cruciale o ancora più determinante che con una protesi standard. Colore in primis, anche se sui capelli scuri è più facile approssimare. Mediamente ogni 3 mesi d'inverno, un mese e mezzo d'estate eseguo colorazioni, con il metodo aureo indicato da Biondino nella discussione che riporto più sotto (icriteri d'alta scuola di Brigitte sono, ahimè, troppo sofisticati per me). E seguendo l'altrettanto eccellente consiglio di stesura indicato da Pifevo in una discussione recente. Altri , più esperti di me, sapranno offrirti soluzioni più precise. Personalmente Ti do una risposta molto sommaria, per quanto riguarda i dettagliati punti critici, che hai indicato. Per fronteggiare i quali credo che un taglio di lunghezza non inferiore ai 7-8 cm aiuti parecchio a rendere omogeneo l'insieme e a far calare e muovere liberamente qualche ciocca strategica sul punto di giunzione lato tempie. Mi sono creato nel tempo mentalmente dei punti cardinali per il posizionamento. In corrispondenza dei quali il premo leggermente con una pinza sulla pelle. I tre segni risultanti (al centro e alle due estremità laterali ) oramai mi consentono di centrare l'installazione al millimetro. Ho il ricordo di alcune tue foto iniziali di due anni fa e mi pare di rammentare che tu disponga di parietali non arretrati. Anche io li ho folti e pressoché intatti, nonostante l'eta' non più verde, e pure la capigliatura autoctona retrostante la protesi è molto densa. Questo indubbiamente aiuta. Tuttavia anch'io nel corso della giornata assesto l'integrazione con spruzzate d'acqua e ravviate ai capelli. Pettine d'ordinanza in tasca. Laborioso? Nulla rispetto ai tempi dei riporti frontali che attraverso arzigogolate tricostruttore simulavano un front pieno. Ma a prezzo di una schiavitù costante rispetto alla quale la protesi rappresenta una autentica liberazione.
  16. L'incedere dell'età aiuta, indubbiamente. Qualche vantaggio nell' invecchiare c'è! Come hanno già detto altri, non è affatto detto che"l'amico" ti abbia preso in mano il mento per osservare la pieghetta. Mi è mai successo nulla del genere? No. Porto una protesi simile alla tua, da 3 anni. Installo con la massima cura possibile, pur conscio che l'insgamabilità assoluta non esiste. Sono passato, nel corso del lockdown, da una elaborato e defatigante sistema di riporti che dava l'impressione di una capigliatura folta, alla protesi. Una condizione favorevole dal punto di vista dello sgamo. Inoltre ho fatto nel frattempo crescere la barba e, a lockdown concluso, mi son presentato con protesi e pettinatura simile alla precedente. Nessuno pare essersi accorto di nulla. Tutti si sono concentrati sulla barba. Eppure, sono sempre stato attentissimo alla direzione dello sguardo dei miei interlocutori, abituali ad occasionali, pronto a notare se mi scrutassero l'attaccatura o per più di un secondo la chioma. Mai successo. Nemmeno a tu per tu con i più spelacchiati e con i più accanitamente osservatori. Mai, tra centinaia, migliaia di persone. Tranne in un caso. Ricorrente. L'impiegata della mia piccola filiale bancaria. Lei, sì. Durante i colloqui, tra una firma e l'altra, posava spesso lo sguardo per alcuni secondi sulla mia attaccatura. Fastidiosissima e insolita sensazione. Ci ho pensato su, alla ricerca di imperfezioni, elucubrando su tagli di luce avversi, a caccia di ogni possibile difetto. Dopo 4, 5, 6 volte che il fenomeno si è ripetuto, mi si è accesa la lampadina. La tipa è una curiosona. Il ritmo del lavoro della filiale non è soverchiante. Gode di spazi di tempo libero. Si diletta, ci scommetto, In analisi socio-economiche sui radi clienti. La deduzione mi è apparsa chiara. Al 99%. Curiosando tra i miei movimenti bancari, deve aver notato i bonifici alla nhs, cercando in rete le corrispondenze relative. E traendo le debite conseguenze. La prova del nove? Da un annetto ho cominciato ad utilizzare l'intestazione di bonifico più anonima che Medusa ci mette a disposizione. Man mano la tipa ha smesso di guardarmi l'attaccatura. Poi, chissà, Magari si è solo stufata di radiografare un parrucchinato...
  17. Perfetto! Quindi una riduzione di un 30/40% del tempo di posa teorico, la tua. Grazie!
  18. Risultato grandioso e ultranaturale, Pifevo. Complimenti! Una domanda: applichi la tinta per 3 minuti, ma la ditta produttrice della tintura quanti minuti di norma raccomanda? Te lo chiedo per avere una stima generale della percentuale di riduzione dei tempi di posa sui capelli protesici, applicabile quindi ad ogni marca di colorante. Grazie fin d'ora e ancora complimenti!
  19. E' escluso il devastante trapianto di capelli artificiali, roba da macellai. Protesi, senza ombra di dubbio. Cliccando sulla foto a corredo del sottostante articolo, dall'ingrandimento dell'immagine si direbbe che dal Baffo sia passato al lace: https://www.spettegolando.it/marco-masini-biografia-eta-altezza-peso-figli-moglie-instagram-e-vita-privata.html
  20. Ps: nulla di insormontabile, comunque. Sono io che soggettivamente e in via generale patisco molto il caldo. Per la protesi, basta ravvicinare i tempi di manutenzione. Aggiungo, un' ipotesi numero 5, la più gratificante: nel breve volgere dei mesi sei riuscito ad affinare sempre più le tecniche di installazione, di condotta generale e di manutenzione. Trovando l'equilibrio ideale tra gli elementi che concorrono alla migliore gestione dell'impianto nel tuo caso specifico. È la soddisfazione più grande che la piena autonomia ci regala.
  21. Penso che tra le ipotesi da te affacciate la n. 2 sia quella determinante. Quanto ai fenomeni acuti di sensibilizzazione, essi possono insorgere immediatamente in caso di reattività individuale avversa, ma in tal caso con i collanti non è facile che col tempo tali fenomeni si attenuino per una sorta di assuefazione. Al contrario, il contatto prolungato con una determinata sostanza, inizialmente inerte, può, sottolineo può (NON sto dicendo deve), ingenerare più o meno acuti, più o meno duraturi, più o meno reversibili fenomeni di sensibilizzazione. Fortunatamente non frequenti, soprattutto nel caso di colle all'acqua. Mi esprimevo in termini probabilistici relativi non di necessità ineluttabile assoluta. Ma in questo ambito, tutto va ricondotto alle specifiche condizioni di reattività individuale. Per lo stesso motivo, ad alcuni, certe colle e certi tape offrono prestazioni migliori, ad altri, peggiori. Quanto al fattore termico ambientale, mi è parso di capire che tu indossi la stessa protesi da fine ottobre. Abbiamo avuto un autunno molto mite, spesso caldo, mentre nell'ultimo trimestre invernale nella maggior parte delle regioni italiane le temperature sono state più rigide, a volte sottomedia stagionale. E' stato più freddo ora che a Natale! Di qui il mio riferimento alla varianza termica quale concausa della maggiore o minore tenuta. Del resto non ho proposto l'antitesi estate/inverno, casomai più appropriata sarebbe stata ed è la contrapposizione tra stagione calda e stagione fredda. Tra mesi sopramedia e mesi sottomedia termica. Ho proposto invece, nel tuo semestre di utilizzo, la discriminante evolutiva autunno/inverno. Constaterai tra un paio di mesi, purtroppo, che con le calure estive la nostra vita di protesizzati si complica, le tenute si allentano, i ritocchi e le manutenzioni urgono. Personalmente ci sono periodi in cui vorrei vivere in Norvegia..
  22. Ipotesi 4: d'inverno si suda decisamente meno e tutto tiene meglio. Compossibile anche l'ipotesi 2. La 1 credo incida poco. La 3 sarebbe rasserenante, ma purtroppo i fenomeni di sensibilizzazione, al contrario, aumentano di probabilità in funzione lineare con il decorrere del tempo. E pure con il caldo. Piuttos­to, hai cambiato regime alimentare di recente?
  23. Rifilare i lati del front di una stock, per adattarla alla larghezza a richiesta, e' naturale e quasi sempre necessario. Non è un problema. L'importante è non incidere anteriormente la pellicola per risagomarne la curvatura in aree capellute del perimetro esposto del front.
  24. Grazie Dago, della pronta risposta. Devo dire che anche io dopo i primi mesi ho cominciato a tagliare a filo la pellicola per evitare effetti di visibilità, solitamente in traslucenza bluastra della pellicola sottile in eccesso. Fenomeno che cominciava ad essere visibile dopo un mese o due di utilizzo, nonostante detersione pressoché perfetta in manutenzione. Anzi, la dentellatura irregolare del front la ottengo proprio insinuandomi con una forbicetta da unghie affilata nel mezzo millimetro glabro, o più, che sulla linea del front si interpone tra i ciuffi capelli: ne risulta un tracciato stile scogliera sul Mare del Nord!
  25. A cose fatte si può cercare di ridurrne la quantità sfilando i più vistosi uno per uno con l'aiuto di una pinzetta. Certo, un lavoro piuttosto certosino e sempre incompleto, poiché non è il caso di rimuoverli tutti per evitare il rischio che nei pressi la zona risulti troppo poco densa. Il peletto che spunta non è altro che il moncone di uno dei due capelli che spuntano dall'innesto a V. Se lo sfili verrà via anche il secondo capello integro. Bisognerebbe cercare piuttosto di agire in via preventiva. Ovvero spartire per bene i capelli lungo la linea di taglio prima di incidere la pellicola, aiutandosi eventualmente con mollette o forcine e con una spruzzata d'acqua. Personalmente mi trovo bene a tagliare la pellicola con un bisturi o una lametta dal lato glabro dell'impianto, dopo aver accuratamente spartito i capelli, a mo' di pettinatura con la riga corrispondente al tracciato del taglio. Altro consiglio tassativo, che vale anche per un altro utente che si trova alle prese con il primo impianto, è quello di evitare sempre di tagliare la zona del front delle pellicole vloop. Va mantenuta integra, rifilando solo pellicola in eccesso. Ogni incisione nella tramatura dei capelli genererebbe monconi sgradevolissimi alla vista in quella posizione, soprattutto se si porta il front scoperto o semiscoperto.
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