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Agonia Di Un Impero: la CR è fallita


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L'intervista rilasciata, denota chiaramente una forte personalita' imprenditoriale, l'aver capito per tempo, l'enorme lacuna ed il totale stato di smarrimento nel quale sono stati lasciati migliaia di clienti.

 

Non si tratta a mio parere di rilevare l'azienda in se per se' ma quanto, di rilevare la grande e capillare rete commerciale, che hanno saputo creare in questi decenni, e' una operazione pienamente fattibile.

 

Pensate a coloro e sono tanti, che ora non sanno piu' a chi rivolgersi, non sanno piu' dove reperire i prodotti, pensate un attimo allo stato d'animo di sconforto totale.

 

Rilevare la rete di franchising, assicurare la manutenzione ed i prodotti, presentare nuovi impianti, non puo' essere che un successo, un buon business.

 

Noi fortunati, conosciamo questa onesta realta', ma tanta ignoranza (nel suo significato di ignorare), dilaga tra coloro che vivono il nostro stesso problema, siamo una minima percentuale rispetto alla realta', coloro piu' attivi, piu' consapevoli, piu' giovani, si adatteranno a cercare nuovi aiuti, nuove soluzioni, nuove vie di uscite (prevedo un sensibile aumento di visitatori ed iscrizioni in un prossimo futuro) ma i piu' anziani, i piu' che non hanno assoluta dimestichezza con le nuova tecnologie, i pigri, i paurosi (e tanti ce ne sono anche tra noi, che dopo un mese e passa dalla prima installazione, ancora non sanno cosa sia la sicurezza, come migliorare i parametri, ancora pasticciano con la colla), non aspettano altro che una lettera, che confermi loro il fatto di poter essere ancora seguiti, consigliati.

 

Il poter passare da un copertone ad un impianto newgen, per un ex xxxxxxxx, e' una conquista che vale qualsiasi spesa, siamo sinceri, noi che proveniamo da questi copertoni, se non conoscendo tale realta', ci avessero proposto la novita' allo stesso prezzo, avremmo accettato, io perlomeno, avrei accettato e pensate a quante persone hanno paura anche della propria ombra, persone che non saprebbero dove mettere le mani, persone che trovano la sicurezza solo nell'affidarsi pienamente alle cure altrui e qui, potrebbero speculare come meglio credono.

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non ho avuto a che fare direttamente con i prodotti del signore di cui si discute ma ne ho sentito parlare spesso e quasi mai in termini esaltanti.

Io lavoro nel mondo delle imprese e potrei dirvi, se non avessi paura di esagerare, che negli ultimi anni i cambiamenti che ci siamo trovati ad affrontare sono stati epocali. Tra tutti questi cambiamenti il primo che abbiamo dovuto mettere in conto e che poi ci ha fatto da guida per affrontare tutto il resto è stato quello di passare ad una concezione dell'azienda, del rapporto con i dipendenti, del rapporto con i clienti e quantaltro improntato su una maggiore etica che privilegiasse il rispetto delle regole (fiscali, amministrative etc.)e la qualità del lavoro...bhe siamo stati premiati, nonostante i momenti di paura passati a partire dal settembre 2008 (e vi assicuro che la sensazione è stata terribile, sembrava che piano piano tutto si fermasse) siamo ancora qui, un pò ammaccati, non proprio ricchissimi ma con tutti i nostri dipendenti al loro posto (siamo una piccola azienda) e con un buon margine per ripartire.

Non credo che il problema sia criminalizzare o meno questi "signori", anch'io per oltre 10 anni mi sono affidata a chi mi vendeva soluzioni ad un prezzo 5 volte superiore a quello che pago adesso, ma sono comunque grata perchè se non ci fossero stati loro non avrei saputo come fare (anche se mi rendevo conto che il mio rapporto non si svolgeva su un livello di parità in quanto io,non conoscendo alternative, avevo meno possibilità di scelta) e del resto quanti altri prodotti magari di qualità non proprio eccelsa siamo stati pronti a pagare a prezzi esorbitanti (almeno fino a quando la crisi non ci ha riportato con i piedi per terra).

quindi non ci vedo niente di scandaloso nel comportamento di questi "signori"se si vuole escludere il fatto che speculavano su persone con problemi di salute(??) ,ma era la regola un pò dappertutto,nessuno chiedeva a nessuno di comportarsi secondo regole anche morali ed etiche e tutto quello che aveva a che fare con gli affari, il lavoro e quantaltro era come se non dovesse rispondere ad altro che non fosse il guadagno.

Non vorrei peccare di troppo ottimismo ma mi pare che le cose stiano cambiando, forse non cambieranno a tal punto da da creare una economia basata sull'ama il prossimo tuo come te stesso ma qualcosa sta cambiando e il cambiamento è iniziato già da un bel pò di anni..........ecco perchè i "signori" affondano!!!!!

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non ho avuto a che fare direttamente con i prodotti del signore di cui si discute ma ne ho sentito parlare spesso e quasi mai in termini esaltanti.

Io lavoro nel mondo delle imprese e potrei dirvi, se non avessi paura di esagerare, che negli ultimi anni i cambiamenti che ci siamo trovati ad affrontare sono stati epocali. Tra tutti questi cambiamenti il primo che abbiamo dovuto mettere in conto e che poi ci ha fatto da guida per affrontare tutto il resto è stato quello di passare ad una concezione dell'azienda, del rapporto con i dipendenti, del rapporto con i clienti e quantaltro improntato su una maggiore etica che privilegiasse il rispetto delle regole (fiscali, amministrative etc.)e la qualità del lavoro...bhe siamo stati premiati, nonostante i momenti di paura passati a partire dal settembre 2008 (e vi assicuro che la sensazione è stata terribile, sembrava che piano piano tutto si fermasse) siamo ancora qui, un pò ammaccati, non proprio ricchissimi ma con tutti i nostri dipendenti al loro posto (siamo una piccola azienda) e con un buon margine per ripartire.

Non credo che il problema sia criminalizzare o meno questi "signori", anch'io per oltre 10 anni mi sono affidata a chi mi vendeva soluzioni ad un prezzo 5 volte superiore a quello che pago adesso, ma sono comunque grata perchè se non ci fossero stati loro non avrei saputo come fare (anche se mi rendevo conto che il mio rapporto non si svolgeva su un livello di parità in quanto io,non conoscendo alternative, avevo meno possibilità di scelta) e del resto quanti altri prodotti magari di qualità non proprio eccelsa siamo stati pronti a pagare a prezzi esorbitanti (almeno fino a quando la crisi non ci ha riportato con i piedi per terra).

quindi non ci vedo niente di scandaloso nel comportamento di questi "signori"se si vuole escludere il fatto che speculavano su persone con problemi di salute(??) ,ma era la regola un pò dappertutto,nessuno chiedeva a nessuno di comportarsi secondo regole anche morali ed etiche e tutto quello che aveva a che fare con gli affari, il lavoro e quantaltro era come se non dovesse rispondere ad altro che non fosse il guadagno.

Non vorrei peccare di troppo ottimismo ma mi pare che le cose stiano cambiando, forse non cambieranno a tal punto da da creare una economia basata sull'ama il prossimo tuo come te stesso ma qualcosa sta cambiando e il cambiamento è iniziato già da un bel pò di anni..........ecco perchè i "signori" affondano!!!!!

 

Come piu' volte da me affermato, i tempi cambiano, passano e per tutto c'e' un inizio ed una fine.

 

E' essenziale, che nella struttura interna di una azienda, esistano due componenti fondamentali:

 

1) la qualita' e l'utilita' del prodotto

 

2) globalizzazione

 

e' inutile, fabbricare un prodotto per il quale non c'e' alcuna richiesta ed oltretutto obsoleto.

 

e' basilare avere a guida di un'impresa, gente giovane, gente con la mentalita' aperta, gente che abbia saputo cogliere al volo il significato della globalizzazione, e' dannoso avere a guida, gente ottusa, anziana che non riesce a stare al passo con i tempi che non comprende, la grande rivoluzione tecnologica in atto, gente per quale se la sera non torni a casa con l'ascella sudata, non hai guadagnato la pagnotta.

 

Poco importa, cara Briseide, se l'azienda per la quale lavori, abbia certificazioni ISO 9001 - 9002 ma la mentalita' aziendale , e' ancora ferma al parco clienti di dieci anni fa o non vi e' stata assolutamente alcuna ricerca ed investimento nel migliorare il prodotto o nell'ampliarsi verso nuovi mercati.

 

Questo e' stato l'errore e purtroppo, non solo loro, che ha portato a tale disastroso risultato, il non essere stato al passo con i tempi, il non aver voluto evolvere il proprio prodotto, non aver saputo sfruttare nel bene e nel male la globalizzazione, perche' essa ti apre nuovi mercati, ma anche nuovi mercati, si aprono a noi.

 

Quindi, i Signori, sono affondati per questo.

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Come piu' volte da me affermato, i tempi cambiano, passano e per tutto c'e' un inizio ed una fine.

 

E' essenziale, che nella struttura interna di una azienda, esistano due componenti fondamentali:

 

1) la qualita' e l'utilita' del prodotto

 

2) globalizzazione

 

e' inutile, fabbricare un prodotto per il quale non c'e' alcuna richiesta ed oltretutto obsoleto.

 

e' basilare avere a guida di un'impresa, gente giovane, gente con la mentalita' aperta, gente che abbia saputo cogliere al volo il significato della globalizzazione, e' dannoso avere a guida, gente ottusa, anziana che non riesce a stare al passo con i tempi che non comprende, la grande rivoluzione tecnologica in atto, gente per quale se la sera non torni a casa con l'ascella sudata, non hai guadagnato la pagnotta.

 

Poco importa, cara Briseide, se l'azienda per la quale lavori, abbia certificazioni ISO 9001 - 9002 ma la mentalita' aziendale , e' ancora ferma al parco clienti di dieci anni fa o non vi e' stata assolutamente alcuna ricerca ed investimento nel migliorare il prodotto o nell'ampliarsi verso nuovi mercati.

 

Questo e' stato l'errore e purtroppo, non solo loro, che ha portato a tale disastroso risultato, il non essere stato al passo con i tempi, il non aver voluto evolvere il proprio prodotto, non aver saputo sfruttare nel bene e nel male la globalizzazione, perche' essa ti apre nuovi mercati, ma anche nuovi mercati, si aprono a noi.

 

Quindi, i Signori, sono affondati per questo.

 

Sono d'accordo con te sul ruolo della globalizzazione, sulla necessità di innovare e sul fatto che non basti un marchio ISO sulla carta intestata per garantire la qualità dell'azienda e del prodotto, hai ragione inn tutto.

Quello che voglio sottolineare è che non è la vecchia mentalità ad aver fregato questa gente, ci sono persone che hanno fondato le loro imprese nel dopoguerra e che anche se non sono proprio propense ad abbandonare i loro vecchio modo di vedere le cose continuano a dare il loro contributo lavorando fianco a fianco con i più giovani e trasferendo la loro esperienza, magari imprecando di tanto in tanto contro la nuova mentalità ma prendendo atto, semplicemente ed in modo intelligente, che le cose sono cambiate.

Quello che ha fregato questi signori è che non hanno capito il passaggio non solo verso la globalizzazione ma verso una nuova generazione che sta adottando o cercando di adottare nuove regole, anche di comportamento, con un occhio attentissimo non solo alle esigenze di guadagno ma prevalentemente alle esigenze, (di qualsiasi natura esse siano,non esclusa quella psicologica) di noi clienti.

Comunque, possiamo dirci molto più semplicemente soddisfatti che le cose stiano (forse) cambiando?

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Questo e' stato l'errore e purtroppo, non solo loro, che ha portato a tale disastroso risultato, il non essere stato al passo con i tempi, il non aver voluto evolvere il proprio prodotto, non aver saputo sfruttare nel bene e nel male la globalizzazione, perche' essa ti apre nuovi mercati, ma anche nuovi mercati, si aprono a noi.

 

Quindi, i Signori, sono affondati per questo.

 

Maurizio, non è che i signori de quibus non abbiano percepito il cambiamento e non abbiano voluto cambiare.

 

Ricordi la famosa trasmissione Mi Manda RAITRE del gennaio scorso? Ricordi la rabbia del Baffo verso le parrucche cinesi?

 

Il cambiamento lo vedevano e lo conoscevano bene, solo che non potevano seguirlo.

 

Loro avevano dei brevetti, ottenuti 30 anni fa, quando non esistevano in Italia alternative ai posticci ed il TNT era (ricordi la pubblicità dei Centri TF?) tecnologia futuristica.

 

Il brevetto sul TNT era l'unica condizione per poter praticare il prezzo che volevano, semplicemente perché lo vendevano solo loro e non era possibile fare confronti alla pari con altri sistemi. Ti posso comunque dire che io, 20 anni fa, acquistavo TNT direttamente da una fabbrica di Verona che li produceva per CR e li pagavo 1/4 del prezzo praticato dal Baffo. Segno evidente che, da qualche parte, c'era un grande ricarico.

 

Avessero seguito l'evoluzione delle protesi, oggi avrebbero dovuto sfornare NewGen, sulle quali, logicamente, non avrebbero potuto rivendicare alcun brevetto, dovendosi così scontrare frontalmente col mercato, un mercato dove vince chi offre il prodotto migliore al minor prezzo. Ora, loro avrebbero pure potuto offrire le NewGen migliori ma dubito potessero offrirle al miglior prezzo.

Non tanto per una questione di voracità imprenditoriale, quanto per l'impossibilità, per una azienda italiana basata in Italia, di reggere il confronto con l'aggressiva economia cinese.

 

Così si sono arroccati in difesa della loro vecchia gallina dalle uova d'oro, un sistema palesemente superato ma loro al 100%. Lo hanno difeso talmente tanto dallo spacciare i vantaggi delle NewGen (leggerezza, basso costo, ricambio continuo) per difetti, di fronte al monolitico TNT che non si strappa, dura anni e per questo costa "un po' di più"...

 

Adesso, però, la gallina è morta e se è morta per il Baffo è morta anche per i successori.

 

Impossibile rilevare l'azienda e ricominciare a produrre TNT: occorrono idee nuove ed è questo il problema!

 

Ripeto che la vedo brutta per l'azienda ed i suoi dipendenti.

Al compratore interesserà solo il marchio ed il parco clienti (non più i privati ma i centri in franchising).

Delle tecnologie produttive non saprà certo che farsene.

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Maurizio, non è che i signori de quibus non abbiano percepito il cambiamento e non abbiano voluto cambiare.

 

Ricordi la famosa trasmissione Mi Manda RAITRE del gennaio scorso? Ricordi la rabbia del Baffo verso le parrucche cinesi?

 

Il cambiamento lo vedevano e lo conoscevano bene, solo che non potevano seguirlo.

 

Loro avevano dei brevetti, ottenuti 30 anni fa, quando non esistevano in Italia alternative ai posticci ed il TNT era (ricordi la pubblicità dei Centri TF?) tecnologia futuristica.

 

Il brevetto sul TNT era l'unica condizione per poter praticare il prezzo che volevano, semplicemente perché lo vendevano solo loro e non era possibile fare confronti alla pari con altri sistemi. Ti posso comunque dire che io, 20 anni fa, acquistavo TNT direttamente da una fabbrica di Verona che li produceva per CR e li pagavo 1/4 del prezzo praticato dal Baffo. Segno evidente che, da qualche parte, c'era un grande ricarico.

 

Avessero seguito l'evoluzione delle protesi, oggi avrebbero dovuto sfornare NewGen, sulle quali, logicamente, non avrebbero potuto rivendicare alcun brevetto, dovendosi così scontrare frontalmente col mercato, un mercato dove vince chi offre il prodotto migliore al minor prezzo. Ora, loro avrebbero pure potuto offrire le NewGen migliori ma dubito potessero offrirle al miglior prezzo.

Non tanto per una questione di voracità imprenditoriale, quanto per l'impossibilità, per una azienda italiana basata in Italia, di reggere il confronto con l'aggressiva economia cinese.

 

Così si sono arroccati in difesa della loro vecchia gallina dalle uova d'oro, un sistema palesemente superato ma loro al 100%. Lo hanno difeso talmente tanto dallo spacciare i vantaggi delle NewGen (leggerezza, basso costo, ricambio continuo) per difetti, di fronte al monolitico TNT che non si strappa, dura anni e per questo costa "un po' di più"...

 

Adesso, però, la gallina è morta e se è morta per il Baffo è morta anche per i successori.

 

Impossibile rilevare l'azienda e ricominciare a produrre TNT: occorrono idee nuove ed è questo il problema!

 

Ripeto che la vedo brutta per l'azienda ed i suoi dipendenti.

Al compratore interesserà solo il marchio ed il parco clienti (non più i privati ma i centri in franchising).

Delle tecnologie produttive non saprà certo che farsene.

 

scusate tanto ma non ho avuto risposta, non voglio rompere le scaltole ma un consiglio non mi dispiacerebbe, io purtroppo e me ne sto davvero pentendo amaramente l anno scorso ho fatto fare da loro 4 protesi.... immaginate la spesa.. immaginte cosa provo ora a vedere le new gen.... e pltretutto questi ora stanno messi cosi...

 

non so ragazzi cosa dovrei pensare? cosa dovrei fare? voi al posto mio che fareste?

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scusate tanto ma non ho avuto risposta, non voglio rompere le scaltole ma un consiglio non mi dispiacerebbe, io purtroppo e me ne sto davvero pentendo amaramente l anno scorso ho fatto fare da loro 4 protesi.... immaginate la spesa.. immaginte cosa provo ora a vedere le new gen.... e pltretutto questi ora stanno messi cosi...

 

non so ragazzi cosa dovrei pensare? cosa dovrei fare? voi al posto mio che fareste?

 

Sfruttale finchè puoi ( o finchè vuoi ) e poi passa alle New-gen....non vedo altre soluzioni.

Io, quando ho scoperto Salus, non ho aspettato neanche un'ora ed ho cestinato due TNT, (di cui uno mai ritirato e rimasto al centro) pagati ben 3000 euro :wacko: !!

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Sfruttale finchè puoi ( o finchè vuoi ) e poi passa alle New-gen....non vedo altre soluzioni.

Io, quando ho scoperto Salus, non ho aspettato neanche un'ora ed ho cestinato due TNT, (di cui uno mai ritirato e rimasto al centro) pagati ben 3000 euro :wacko: !!

 

eheh caro amico.. quello è logico!!! ho gia contattato medusa...

ma poi se uno sta ancora pagando?? che dovrebe fare?? io mica sono paperon de paperoni!!!uffaaaaaaa :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:

 

mis to maledicendo da solo!!!!!!!!!!!!

anche perchè magari un cliente ha fatto certe scelte proprio perchè pensava di avere alle spalle una struttura.. che ora pare sgretolarsi... e quandi non è da un certo punto di vista... inadempiente??? non so se riesco a farvi capire cosa intendo..

 

ad esempio la manutenzione, i vari tagli etc etc.. se poi non ci fossero piu queste cose.. e magari uno sta pagando ratealmente le protesi.. quello che si chiede è... chi sto pagando e per cosa?? spero di essermi spiegato.. e credo sia una cosa che interessa purtroppo non solo me..

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Hai una copia del contratto firmato? Si parla di garanzia di assistenza e manutenzione, sia pur a pagamento?

 

 

beh come al solito non è molto chiaro... ma è espressamente spiegato che le manutenzioni sono a carico mio ( gia si sapeva.. ) ma anche scritto che per una buona utilizzazione e mantenimento deve esserci un periodico controllo ( pulizia etc etc ) e ciò deve essere fatto solo nei centri autorizzati e con prodotti autorizzati dall azienda fornente questo prodotto.. effettivamente non è specificato che viene garantita la manutenzione ma se questa è obbligatoria per il buon mantenimento e devono scegliere solo loro dove poterla fare e con quali prodotti.. mi chiedo.. se questi non sono piu in grado di farlo?? eheheh.. bella domanda..... BOH!!!

 

se si potesse posterei tutte le clausole del contratto ma non so se si puo... <_<

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Scusami: tu acquisti un'auto a rate.

A metà pagamento il costruttore fallisce e con ciò non si trovano più ricambi né ci sono più riparatori autorizzati.

Ti si rompe un pezzo ma tu non puoi sostituirlo né hai chi te lo sostituisca.

L'eventuale garanzia non è più applicabile perché non esiste più controparte se non il curatore fallimentare.

La macchina diventa un pezzo di ferro che ti occupa spazio nel garage ma che tu non puoi più usare e non per colpa tua...

Devi continuare a pagare le rate?

Se c'è di mezzo una finanziaria senz'altro, visto che la finanziaria ha anticipato i soldi per te e quindi da te li rivuole con gli interessi. Se hai dei problemi col venditore devi vedertela con lui e solo con lui.

Se però le rate le paghi direttamente alla azienda, la cosa diventa interessante e spero che i nostri giuristi ci chiariscano le idee su chi sia a violare per primo i termini del contratto (che però non conosciamo nei dettagli).

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Scusami: tu acquisti un'auto a rate.

A metà pagamento il costruttore fallisce e con ciò non si trovano più ricambi né ci sono più riparatori autorizzati.

Ti si rompe un pezzo ma tu non puoi sostituirlo né hai chi te lo sostituisca.

L'eventuale garanzia non è più applicabile perché non esiste più controparte se non il curatore fallimentare.

La macchina diventa un pezzo di ferro che ti occupa spazio nel garage ma che tu non puoi più usare e non per colpa tua...

Devi continuare a pagare le rate?

Se c'è di mezzo una finanziaria senz'altro, visto che la finanziaria ha anticipato i soldi per te e quindi da te li rivuole con gli interessi. Se hai dei problemi col venditore devi vedertela con lui e solo con lui.

Se però le rate le paghi direttamente alla azienda, la cosa diventa interessante e spero che i nostri giuristi ci chiariscano le idee su chi sia a violare per primo i termini del contratto (che però non conosciamo nei dettagli).

 

si arn confermo.. c è di mezzo una finanziaria.. ma resta il fatto che come dici te.. se l auto si rompe e nessuno puo metterla apposto?? boh.. aspetto lumi.. e non solo io.. penso che la questione sia davvero di interesse per molte presone,

 

speriamo qualcuno ci chiarisca le idee... :sudato:

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Senti Luca,

 

ragionando a ragion di logica, tu, stai pagando le rate ad una finanziaria, relative solo ed esclusivamente agli impianti che ti sono stati consegnati, quindi, il pagamento che tu stai effettuando, ha tutte le sue ragioni, diverso, sarebbe stato se gli impianti non ti fossero stati ancora consegnati.

 

La manutenzione, conta fino ad un certo punto, in quanto tu non stai pagando anticipatamente tali prestazioni ed il discorso della garanzia, e' un discorso che dovra' nel caso necessiti, essere valutato in un futuro, vale il paragone della autovettura, nessuno mi impedisce di portarla per tagliandi, dal meccanico sotto casa, in quanto il prezzo della prestazione e' molto piu' basso, se poi, dovesse succedere che per un grosso guasto, io, reclami l'utilizzo della garanzia e tale mi venga negata o perlomeno messa in discussione, in quanto fatto intervenire altre mani non autorizzate, e' un problema che niente ha a che vedere con le rate di acquisto dell'auto che uno sta ancora pagando.

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Riporto dalla notizia linkata " I contatti per la cessione dell'azienda non sono andati a buon fine e le generiche prospettive di sviluppo sul mercato cinese e americano non hanno portato ossigeno ai conti della societa'. red/vz "

 

Certo che se avevano la prospettiva di vendere le loro protesi in Cina...

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La notizia del fallimento l'aveva data il Corriere i primi di Ottobre... Basta andare su google e vedere le date...

 

Io penso agli operai invece, 100 persone in cassa integrazione senza un futuro.

 

Il baffone il suo futuro ce l'ha gia'...

 

Sono anche queste le situazioni che fanno molto inc.a.zz.are.

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cercavano acquirenti prospettando possibilità di grandi investimenti e ritorni sul mercato CINESE??? Ho letto bene: CINESE??? (e non che in USA avrebbero avuto chissà che successo...). Cercavano qualcuno che credesse alla possibilità di imporre il copertone in CINA??? Incredibile, non si sono smentiti nemmeno nel momento della morte...

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Ricordo quando passò a trovarci un ex-dipendente della premiata ditta di cui sopra.

Ci disse che lui non si occupava della vendita ma solo dei prodotti di consumo.

Gli risposi che anche ad Auschwitz, sicuramente, ci sarà stato del personale che si limitava a fare la manutenzione dei binari...

Scusatemi ma, se mi volgo indietro, vedo mutui pluriennali, cambiali, magari soldi ottenuti ad usura, famiglie che lesinano il riscaldamento pur di dare soldi al figlio che ha stipulato un contratto.

 

Lo vedo migliaia e migliaia di volte.

 

Scusatemi ma non riesco proprio ad essere triste per i 100 in cassa integrazione guadagni.

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Ricordo quando passò a trovarci un ex-dipendente della premiata ditta di cui sopra.

Ci disse che lui non si occupava della vendita ma solo dei prodotti di consumo.

Gli risposi che anche ad Auschwitz, sicuramente, ci sarà stato del personale che si limitava a fare la manutenzione dei binari...

Scusatemi ma, se mi volgo indietro, vedo mutui pluriennali, cambiali, magari soldi ottenuti ad usura, famiglie che lesinano il riscaldamento pur di dare soldi al figlio che ha stipulato un contratto.

 

Lo vedo migliaia e migliaia di volte.

 

Scusatemi ma non riesco proprio ad essere triste per i 100 in cassa integrazione guadagni.

 

lì per lì, pensavo di risponderti che io, che ho devoluto l'eredità di mio padre all'innominabile, ora qui ho perdonato e per quei 100 mi dispiaccio, ma non per lui, non per lui che non finirà sotto i ponti. E che eri come sempre un po' eccessivo.....

Ma poi mi sono resa conto che è molto italiano, molto menefreghista, molto orrendo.

Se si comincia giustificando il "tengo famiglia", si arriva all'assoluzione di chi lavora per la camorra.

Di chi fa manutenzione ai binari, di chi i forni li costruisce solo, anche ben fatti, di chi non sapeva, mai.

O nel piccolo, di chi non fa lo scontrino, di chi fa i falsi incidenti, di chi vende le protesi senza fattura, di chi evade perchè è più furbo.

E mi rendo conto come sia diventato difficile distinguere il bene dal male, come manchi la percezione della corretta via.

Grazie per avercelo ricordato

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Dalle pagine del corriere.it:

 

--censurato--

BOLOGNA — La cosa che più l’ha imbufalito non sono state le ironie e i giochi di parole sull’«idea meraviglio­sa » che ha fatto crac, fallita, finita in tribunale sotto il peso di debiti e con­ti in rosso. E nemmeno che la notizia del suo tonfo avrebbe fatto il giro del mondo, per la gioia sottile di quei cal­vi da sempre rimasti orgogliosamen­te tali, gli stessi che negli anni Ottan­ta schiumavano bile quando lui, ex pelato, emergeva con chioma fluente dalla piscina di casa, riempiendo la ti­vù con quel «salve, sono --censurato-- Ra­gazzi » passato in pochi anni da spot a tormentone. No, quello che davvero l’ha mandato in bestia, più di qualsia­si libro contabile o curatore fallimen­tare, è stato sentirsi dare del «re dei capelli finti». A lui.

 

«Eh no, questa non passa — ringhia —. Ma quali ca­pelli finti! Quelli li vendono i cinesi. Io e la mia azienda ricostruiamo il cuoio capelluto sul quale poi innestia­mo capelli provenienti da donatori: in un centimetro quadrato ci stanno dai 120 ai 150 capelli. Tutto registra­to, tutto brevettato a mio nome. Per­ché, questo sia chiaro, io non sono fal­lito come persona...». --censurato--, 68 anni, tre figli, un impero lungo 40 anni e 900 mila clienti dopo, è così: uno spot vivente. Anche adesso che la sua Company è stata dichiarata fallita, che il tribuna­le di Bologna ha nominato un curato­re fallimentare per salvare il salvabile e i 100 dipendenti dello stabilimento di Zola Predosa masticano da diverse settimane il pane duro della cassa in­tegrazione straordinaria, lui e la sua idea meravigliosa continuano a fare coppia.

 

«Ci mancherebbe! — afferma — L’idea è ancora valida. Diciamo che s’è presa il raffreddore. Ora le spiego: pioveva forte, ma le banche non sono state carine con noi, non hanno volu­to darci l’ombrello e noi ci siamo ba­gnati come pulcini, capita... In altre parole: il nostro progetto era quello di espanderci, ma siamo rimasti sen­za denari, non era il momento giusto. Ma non è il mercato che ci manca: il mondo è pieno di calvi...». Anche i libri contabili della «Cesa­re Ragazzi Company», se è per que­sto, sono pieni di buchi. Indebita­mento alle stelle, tasse e contributi non pagati, pochissima liquidità: le relazioni del reviso­re e del collegio sin­dacale hanno mes­so impietosamente a nudo le difficoltà dell’azienda. Eppu­re Ragazzi, elmet­to in testa, non si arrende.

 

Un visio­nario? «No, il suo ottimismo — afferma l’avvocato dell’azienda, Jader Ritrova­to — nasce da una considerazione og­gettiva: non ci troviamo di fronte ad un’impresa decotta, non è una crisi di mercato, ma di liquidità. Ci sono stati, non c’è dubbio, errori imprendi­toriali, ma paradossalmente questo fallimento è frutto soprattutto di un eccesso di mercato...». Si chiamano Cina e Stati Uniti i pas­si falsi del mai domo Ragazzi: è là, in quelle aree ancora vergini alla sua fi­losofia del capello, che l’uomo del­l’idea meravigliosa ha cercato di ri­creare le magiche atmosfere degli an­ni Ottanta. Senza però fare i conti con lo tsunami della crisi e la conse­guente stretta creditizia delle ban­che.

 

Una lettura condivisa anche dal fronte sindacale: «Errori gestionali a parte, ci sono le condizioni per garan­tire la continuità della produzione— dice Giacomo Stagni della Filtea-Cgil —. Basti pensare che l’azienda ha an­cora molti ordini da evadere e per questo abbiamo chiesto al curatore fallimentare Claudio Solferini di pro­rogare oltre i 3 mesi l’esercizio prov­visorio ». La prossima frontiera, ora, è coin­volgere anche altri imprenditori sotto l’ombrello dell’«idea meravigliosa». L’avvocato Ritrovato presenterà a giorni in corte d’Appello un reclamo contro il fallimento con annesso pia­no di ricapitalizzazione dell’azienda. Si cercano compratori. «E Ragazzi — assicura il legale — resterà: la Com­pany non può prescindere dalla sua faccia». Lui non si fa pregare: «Certo che ci sarò: mica la darò vinta ai calvi: quello, sì, che sarebbe un fallimen­to...».

Modificato da piglosco
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