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Sensualità o mercificazione del corpo?


Brasileiro

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Guardate questa pubblicità di jeans con due modelle venezuelane, andata in onda qualche tempo fa sulla tv venezuelana a tamburo battente.

 

http://www.youtube.com/watch?v=Zi3XLtwQNqQ...feature=related

 

Mi è venuto in mente il pezzo scritto sul Financial Times qualche mese fa sul fatto che gli italiani (forse in generale i latini) sono bombardati da donne svestite e/o con vestiti attillati, messe su per provocare e risvegliare il desiderio sessuale, e di come questo (secondo loro) sia una mercificazione del corpo oltre che un segnale di degrado morale. E che si imponga sempre il concetto di donna come oggetto del desiderio e bla bla bla.

 

Lo spot è interessante perchè spinge il discorso all'estremo: i jeans sono venduti alle donne, e quindi il mercato di presa è quello femminile, e allora vorrei che ognuno dicesse la sua, non sulla bellezza delle due chicas, (indubitabile) ma sul fatto che si usino certi mezzi per rendere il prodotto più appetibile.

 

E' uso legittimo e tutto sommato naturale della sensualità femminile o mercificazione del corpo? (la solita famosa tiritera della donna oggetto)

 

che ne pensate?

 

ciao

 

B.

Modificato da Brasileiro
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Come già detto credo sia piuttosto avvilente constatare che gli esperti di marketing adottino come strumento di presa sul consumatore quelli più "animali": istinti sessuali primari (..ciao Darwin, ad esempio, da il metro di quanto sia decerebrato il pubblico medio), tecnica della paura (denti sporchi, capelli non perfetti..)

E' ovvio però che per vendere un prodotto del quale in realtà non abbiamo bisogno sia necessario inventarsi qualcosa.. se si provasse a far leva sull'intelligenza dello spettatore lo si dissuaderebbe dal comprare tale prodotto.

Modificato da LittleBastard
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Come già detto credo sia piuttosto avvilente constatare che gli esperti di marketing adottino come strumento di presa sul consumatore quelli più "animali": istinti sessuali primari (..ciao Darwin, ad esempio, da il metro di quanto sia decerebrato il pubblico medio), tecnica della paura (denti sporchi, capelli non perfetti..)

E' ovvio però che per vendere un prodotto del quale in realtà non abbiamo bisogno sia necessario inventarsi qualcosa.. se si provasse a far leva sull'intelligenza dello spettatore lo si dissuaderebbe dal comprare tale prodotto.

dalla protesta alla proposta, dimmi tu cosa può unificare meglio del sesso l'attenzione delle masse verso un prodotto di largo consumo. Non che io sia poi così favorevole, ma se non usi una cosa ne devi utilizzare un'altra, e che abbia lo stesso impatto.

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boh non vedo cosa ci sia di degradante secondo me non ci puo' essere contrapposizione tra istinto e ragione (complementari) quindi se anche i media catalizzano "le masse" sollecitando istinti sessuali fisiologici non vedo il dramma.anzi il dramma c'e' perche' quelle stanno in venezuela ed io a roma :(

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Secondo me è mercificazione pura, stavolta la libertà sessuale non c'entra nulla. E il Financial Times fa bene a ricordare che è un vizio tipicamente italiano. Qualche anno fa avevo una collega di origine scandinava... tutti quanti siamo abituati a pensare a quei paesi in termini di libertà sessuale assoluta etc. etc., e probabilmente è vero... eppure lei mi raccontava che lassù in televisione non ci sono così tante pubblicità o programmi con donne semi-nude a fare da specchietto per le allodole, e che la cosa la disgustava... e vi assicuro che non sto assolutamente parlando di una suora o di una moralista...

E sempre in tema di mercificazione, avete sentito la storia del tipo che ha investito i 4 xxxxx ad Appignano del Tronto e che è diventato testimonial di una ditta di orologi da polso? Ma è vera o è una leggenda metropolitana?

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Secondo me è mercificazione pura, stavolta la libertà sessuale non c'entra nulla. E il Financial Times fa bene a ricordare che è un vizio tipicamente italiano. Qualche anno fa avevo una collega di origine scandinava... tutti quanti siamo abituati a pensare a quei paesi in termini di libertà sessuale assoluta etc. etc., e probabilmente è vero... eppure lei mi raccontava che lassù in televisione non ci sono così tante pubblicità o programmi con donne semi-nude a fare da specchietto per le allodole, e che la cosa la disgustava... e vi assicuro che non sto assolutamente parlando di una suora o di una moralista...

E sempre in tema di mercificazione, avete sentito la storia del tipo che ha investito i 4 xxxxx ad Appignano del Tronto e che è diventato testimonial di una ditta di orologi da polso? Ma è vera o è una leggenda metropolitana?

 

Commissario, il fatto che una svedese abbia un parere sfavorevole pur non essendo moralista, non significia automaticamente che ha ragione o che è bigotta.

 

Ci sono cose che in altre culture sono viste come irrispettose e che noi consideriamo normali. Secondo me gridare alla mercificazione per una cosa del genere è proprio esagerato, in questo caso una donna indossa i jeans e si preoccupa che calzino bene sul suo corpo tutto in stile latino americano. Il messaggio è veicolato in modo un po' esplicito...ma a parte il grado, su cui ci possiamo dividere, è difficile proprio pensare di poter vendere un jeans di quel tipo e fare altro.

 

Girerai sempre attorno a queli discorso là. La via intellettuale al jeans aderente la devono ancora inventare, forse il Financial Times ci riesce , e allora diamoci appuntamento tutti in quella via per contare quante persone ci vengono.

 

Ma ricordate "Niente sesso...siamo inglesi" :supersorriso:

Modificato da Brasileiro
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...mmmhhhh, dubito che una pubblicità di questo genere possa avere successo da noi, visto che il target è femminile.

Sono fondoschiena latinoamericani: le donne italiane inorridirebbero nel vedere quei c*loni, visto che tutte vogliono/vorrebbero il sederino di Nina Moric e non certo quello di Jennifer "Cu" Lopez.

Per gli uomini e' diverso, gli uomini non si rendono nemmeno conto che si tratta di una pubblicità dei jeans ed in effetti...si vedono forse dei jeans nello spot? Io non li ho visti... :supersorriso:

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Guardate questa pubblicità di jeans con due modelle venezuelane, andata in onda qualche tempo fa sulla tv venezuelana a tamburo battente.

 

http://www.youtube.com/watch?v=Zi3XLtwQNqQ...feature=related

 

Mi è venuto in mente il pezzo scritto sul Financial Times qualche mese fa sul fatto che gli italiani (forse in generale i latini) sono bombardati da donne svestite e/o con vestiti attillati, messe su per provocare e risvegliare il desiderio sessuale, e di come questo (secondo loro) sia una mercificazione del corpo oltre che un segnale di degrado morale. E che si imponga sempre il concetto di donna come oggetto del desiderio e bla bla bla.

 

Lo spot è interessante perchè spinge il discorso all'estremo: i jeans sono venduti alle donne, e quindi il mercato di presa è quello femminile, e allora vorrei che ognuno dicesse la sua, non sulla bellezza delle due chicas, (indubitabile) ma sul fatto che si usino certi mezzi per rendere il prodotto più appetibile.

 

E' uso legittimo e tutto sommato naturale della sensualità femminile o mercificazione del corpo? (la solita famosa tiritera della donna oggetto)

 

che ne pensate?

 

ciao

 

B.

 

lo spot è innocuo nella sua linearità, è tutto talmente palese, nessun ammiccamento, niente doppi sensi, non vedo mercificazione.Il movimento è un pò quello che ogni donna fa quando si prova i jeans da sola.

 

La cosa interessante a mio avviso è un'altra, è uno spot che in Italia non vedremmo mai, ma per un motivo particolare, cioè rimanda un'immagine che a noi, pur inseriti appieno nel mercato del consumo, mediatico prima che reale, non piacerebbe per la sua banalità:vedere due donne che si muovono ancheggiando per reclamizzare dei pantaloni è alla fine un messaggio estremamente povero di contenuti creativi, prescindedo per un attimo da quanto sia mercificatorio.

 

questo la dice lunga sulla sottigliezza con cui vengono condotte le analisi del marketing pubblicitario:in un paese come il Venezuela, con tassi di istruzione procapite decisamente bassi è sufficiente un messaggio banale come quello per competere nel mercato dei consumi.

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