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Juno,

se guardi con occhi obiettivi l'Inghilterra...anche lì non sono rose e fiori.

 

Hanno fatto una guerra contro un paese inerme insieme agli Stati Uniti uccidendo migliaia di persone per un motivo che era inesistente.

 

Hanno una tendenza allo sciacallaggio mediatico delle persone come in nessun altro paese al mondo, vedi la recente storia delle foto di Lady Diana morente che volevamo trasmettere su un grande show commemorativo del decimo anniversario.

 

Sono i primi due esempi che mi vengono in mente, ma potrei andare avanti per un'ora trovandone di nuovi.

 

E i problemi che molti inglesi hanno con l'alcolismo? Ho degli amici a Cambridge che sono persone splendide, brillanti...con un piccolo difetto, Vanno al pub il fine settimana e si ubriacano senza ritegno, perdendo qualsiasi controllo.

 

Chi ha vissuto in Inghilterra e non c'è andato solo per vacanza sa bene che non è certo un caso isolato.

 

Io credo che i motivi per restare affascinati dall'Inghilterra siano tanti, ma ci sono tante ragioni per guardare con occhio critico i lati negativi che non sono certo pochi nè da sottovalutare.

 

Per inciso, se le cose che ho detto all'inizio del post fossero accadute in Italia, ci saremmo flagellati fino alla morte...

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come direbbe Roland della Torre Nera "avete dimenticato il volto di Vostro Padre".

 

scusa l'ignoranza: e chi diamine è? :lol:

 

Juno,

se guardi con occhi obiettivi l'Inghilterra...anche lì non sono rose e fiori.

 

Hanno fatto una guerra contro un paese inerme insieme agli Stati Uniti uccidendo migliaia di persone per un motivo che era inesistente.

 

Hanno una tendenza allo sciacallaggio mediatico delle persone come in nessun altro paese al mondo, vedi la recente storia delle foto di Lady Diana morente che volevamo trasmettere su un grande show commemorativo del decimo anniversario.

 

Sono i primi due esempi che mi vengono in mente, ma potrei andare avanti per un'ora trovandone di nuovi.

 

E i problemi che molti inglesi hanno con l'alcolismo? Ho degli amici a Cambridge che sono persone splendide, brillanti...con un piccolo difetto, Vanno al pub il fine settimana e si ubriacano senza ritegno, perdendo qualsiasi controllo.

 

Chi ha vissuto in Inghilterra e non c'è andato solo per vacanza sa bene che non è certo un caso isolato.

 

quoto, trovo gli inglesi di un'arroganza e un senso di superiorià notevole (mia zia è inglese, saccente ed egoista), ci sono stato un po in inghilterra a me sembrano degli yankies mancati, sono tutti poco socievoli, ne avessi conosciuto uno simpatico eppure ci sono stato mesi. le donne sono brutte come la morte, se ne salva 1 su 1 milione.

 

sono di una cattiveria unica, quando a 15 anni mi persi a londra non ci fu uno solo che mi spiegava bene cosa dovessi fare, mi salvò un negoziante italiano, loro gli inglesi quasi si divertivano a parlare veloce che non capivo un'h.

 

sono dei maledetti ubriaconi, pensa che al sabato sera facevano 'la caccia all'italiano' e chi prendevano sotto (vigliacchi) lo massacravano. nel sassex e nei sobborghi di londra era un vero rischio uscire. ma che società è? è una società di emarginati.

 

gli inglesi sono riservati ma implodono dentro coi loro mali, sono degli isolani, non hanno accettato l'euro e ci considerano dei coglioni sono legati al loro passato.

 

si salva Lady D che ammiro con tutto il mio cuore ma il resto dell'inghilterra la darei alle fiamme.

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conosco bene gli inglesi Brasi, le mie vacanze non sono standard. vado lì per stare con la gente, ci parlo e ci vivo, conosco fin troppo i loro problemi, alcolismo, e non solo. conosco le loro opinioni sul loro governo e tante altre cose. Io vado per stare con le persone , non nei luoghi. quindi difficile che veda l'inghilterra come l'eden tutto rose e fiori, solo che con loro sto bene, con gli italiani no. proabilmente ho i loro stessi difetti (alcol a parte con cui ho chiuso da anni) e vedo di più quelli di dove sono. non so. come si fà a dire perchè con certe persone stai meglio che con altre? l'affinità è istintiva e profonda, non si può razionalizzare in toto con un elenco di pregi e difetti.

 

un bacio

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i paesi dove gli italiani vanno a tentare fortuna nell'imprenditoria sono al 99% paesi poveri dove si sfrutta il potere economico della propria moneta per lanciarsi in attività che cmq non vanno sempre a buon fine. il mondo è pieno di italiani partiti pieni di speranze e morti poveri, più poveri degli abitanti del paese ospitante. quelli a cui va bene sono cmq molto spesso persone che sfruttano la manodopera, la mancanza di cultura e l'inesperienza del popolo dove vanno a investire e non sono molto differenti dai colonialisti dei secoli passati.

 

la maggioranza degli italiani di cui ho sentito parlare hanno creato il loro piccolo feudo in paesi poveri e vivono da piccoli pashà campando sulle spalle di povera gente e facendo la bella vita con ragazze più giovani. non voglio generalizzare per carità ma gli italiani altruisti e onesti all'estero si contano.

Ma com'è che non c'eri a manifestare al g8?

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conosco bene gli inglesi Brasi, le mie vacanze non sono standard. vado lì per stare con la gente, ci parlo e ci vivo, conosco fin troppo i loro problemi, alcolismo, e non solo. conosco le loro opinioni sul loro governo e tante altre cose. Io vado per stare con le persone , non nei luoghi. quindi difficile che veda l'inghilterra come l'eden tutto rose e fiori, solo che con loro sto bene, con gli italiani no. proabilmente ho i loro stessi difetti (alcol a parte con cui ho chiuso da anni) e vedo di più quelli di dove sono. non so. come si fà a dire perchè con certe persone stai meglio che con altre? l'affinità è istintiva e profonda, non si può razionalizzare in toto con un elenco di pregi e difetti.

 

un bacio

 

se ami un popolo o un paese è probabile che vai attraverso il processo che hai spiegato. Io ci sono passato pari pari per il Brasile dove sono andato a vivere qualche anno fa. Sono sicuro che non fai le vacanze facili, ma permettini di dire che nulla può sostituire l'esperienza di vita vissuta full time in un paese, perchè hai a che fare con tutti i problemi pratici che solo la vita quotidiana ti porta davanti.

 

Ma tutto questo dovrebbe a mio parere servire come base per inquadrara le proprie preferenze all'interno di un giudizio obiettivo non permettendo che le proprie preferenze pur legittime distorcano la valtuazione di un paese.

 

E secondo me definire l'Italia un paese del cxxxx è distorcere, oltre ad essere profondamente offensivo non verso di me ma verso un popolo che ha dato molto, senza essere banali questo è oggettivamente vero, anche agli inglesi. Cerchiamo di non cadere nella trappola del chiacchericcio facile. Fatti un giro alla Tate Gallery e vedi che bella mostra di macchiaoli fiorentini c'è....e potrei andare avanti con il British Museum....

 

Ripeto, preferire un posto ad un altro è legittimo, denigrare un altro posto solo perchè non è allineato ai propri gusti scordandonsi del resto, è sbagliato e soprattuto superficiale.

 

Lo facevo anche io con l'Italia tanti anni fa quando volevo andarmene a tutti i costi e capisco adesso quanto ero stupido e banale. In questo senso vivere in un altro paese aiuta.

 

 

ciao

Modificato da Brasileiro
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L'Italia non ha una coscienza pubblica condivisa degna di questo nome.Questo non vuol dire soltanto che si sottostimi come sistema-paese, ma soprattutto che l'approfondimento sociale e collettivo delle questioni non è sufficiente a produrre una buona politica, da destra o da sinistra che la si guardi.Siamo troppo ignoranti e ideologizzati rispetto alla media europea e questo si traduce nell'assecondare una politica deteriore e utile solo al suo perpetuarsi sempre uguale a sè stessa, semmai peggiore.

 

Siamo indietro di venti anni rispetto alle strutture civiche e normative che si sono dati popoli a noi confinanti e non.Siamo un paese dove il parlamento è di fatto bloccato.Un paese dove l'opera legislativa è ferma, come adesso, vive una condizione drammatica.Non riusciamo a capire, tu sei tra questi Braz, che la qualità civica e le relazioni tra persone in un gruppo sociale qualunque, fosse anche una nazione, sono date dalle regole accettate e prima ancora scelte.La positività e la prosperità di un paese nn passano attraverso il caso e a prescindere dalle politche di governo!!!L'autodeterminazione attesa legittimamente attraverso l'elezione democratica e attraverso il frutto dell'azione legislativa è un diritto/dovere civico che noi non siamo in grado di esercitare!!

 

siamo un paese che non può fare riforme sociali/economiche/politiche che cambierebbero la vita della gente perchè sennò qualcuno viene ammazzato a colpi di pistola nel nome della rivoluzione proletaria!!!Ho nausea di me stesso per quante volte capita di ribattere sulle solite questioni, ma questi sono i fatti.Da ogni parte ci dicono che il sistema pensionistico così non sta in piedi, a rigore di logica e di etica, e qua si continua a far finta, nella migliore delle ipotesi, che il mondo intorno a noi sia composto da gente afona che nn proferisce verbo e al cui cospetto il dibattito interno avente il nulla come fine ultimo debba continuare tranquillamente.Tutto questo che a noi appare normale è follia.

 

come collettività abbiamo dato e potremmo dare tanto a noi stessi e al mondo intero, ma abbiamo bisogno di una coscienza civica ed etica comune, di una cultura del passato asciutta e onesta, sennò siamo destinati al declino e al pittoresco, alla luce riflessa degli antichi fulgori e alla malinconia introspettiva.

 

dal pubblico al privato....far nascere una ditta oggi in Italia è impresa ardua oltrechè spesso assurda, in Austria si paga il 25%

di tasse contro il 40 e passa di qui, per esempio.Chi tra la grande e la piccolissima dimensione aziendale è invogliato a competere?Noi attraiamo un quindicesimo degli investimenti esteri rispetto a quanti ne attrae la Francia, per fare un altro esempio.Nel mercato Globale chi viene a produrre qualcosa qua e riesce ad essere competitivo con questi piani fiscali e con questo sindacato?

 

L'iniziativa e l'inventiva nn mancano, in veneto c'è una densità di partite iva procapite uguagliata solo dai distretti cinesi presenti in europa.Se quella gente nn facesse il nero chiuderebbe, questo è il dato matematico.E parecchi chiudono ugualmente.Amato nel '92 lo disse con onestà, lui ministro delle finanze che si apprestava a chiedere 100.000 miliardi di lire alla gente.E la pressione fiscale di allora era quella di adesso, forse un pelo minore.

 

personalmente come singolo "io" posso essere in grado di fare qualunque cosa, frutto della mia intraprendenza e della mia

attitudine, evviva, e concordo nel modo più assoluto, bando al piagnonismo di sistema.

 

Ma qualunque analisi realista e coscienziosa del paese in cui viviamo non può eludere quanto ho scritto.Se tale analisi ha un senso è evidente che ha pure delle conseguenze fattuali ed inequivocabili sulla vita di tutti "noi", che mediamente nn siamo eroi e capitani di ventura e nn siamo esattamente tenuti ad esserlo.

Modificato da curvadong
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il discorso delle regole è una antica querelle delle nostre discussioni. Tu non riesci a capire che o le regole sono sentite o non servono a niente. Pensa alle consuetudini costituzionali in Inghilterra...e ai nostri sforzi di scriverne alcune per farle rispettare e poi avere una struttura che ne controlli l'applicazione e una struttura che controlli chi ne controlla l'applicazione...e cosi via.

 

Tu pensi che un approccio top down possa portare grandi cambiamenti...l'evidenza dimostra che non ne porta alcuno.

 

Tuttavia l'Italia con tutti i suoi problemi e inettutidini è un paese che conta nel mondo sia sull'aspetto politico che economico che culturale.

 

Insomma butti via il bambino con l'acqua sporca..ma non credo che in fondo in fondo questo brillante ed articolato disfattisimo tu lo senta tuo al 100%.

 

E mi sembra che anche tu sconti un po' la nevrosi di aver passato molti (se non tutti) gli anni della tua vita in Italia.

 

Questo è un elemento che inficia molto l'obiettività di giudizio perchè è sempre meglio vedere le cose dall'interno e dall'esterno per poi giudicare.

 

ciao

 

B.

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Io dico solo che tu confondi il piano personale con quello sociale e comunitario.

 

regole top -> down nn servono soprattutto se non sono efficaci, non sono accettate, non sono sensate.

 

ma nel lungo periodo che è quello minimo e necessario a creare un'etica collettiva nn conosco altro sistema per cambiare la pelle di un paese.E magari non c'è.Però leggerei volentieri le evidenze che mi smentiscono e di cui parli.

 

L'Italia è quello che è proprio perchè grazie a Dio sul piano personale molti la pensano come te, e anche me se leggi meglio.

 

Non è quanto potrebbe essere perchè il salto vero un paese lo fa quando si sente una forza coesa e marciante nn solo di fronte alle partite della nazionale.Quello manca e quello si ottiene con regole migliori, eque, civiche, luminose, prima di tutto coraggiose.Regole che diventano poi abitudine sociale, solo nel lungo periodo, che poi sono 3 decenni mica secoli.

 

sul piano personale noi abbiamo una percentuale di imprenditori rispetto alla media UE che difficilmente può essere aumentata, dunque l'Italia mediamente nn si piange addosso, non rinuncia alle proprie espressioni cromosomiche.

 

rimangono però ineludibili le fotografie sociali in cui emerge la difficoltà oggettiva di muoversi in un paese che è abbastanza verosimilmente se mi consenti quello che ho descritto sopra.Denunciarle e 'soffrirne' non può mai essere visto come uno sterile ripiegamento su sè stessi.

 

al di là della tua esperienza personale, interessante e indicativa, il motivo per cui nn si lascia il proprio paese è ANCHE lo stesso per cui poi tu sei tornato ad apprezzarlo, dopo essertene andato.C'è magari chi non necessita del giro completo per arrivare al medesimo risultato.O magari si può postulare che ciò non sia obbligatorio.

 

apprezzarlo nn significa però omettersi pezzi di realtà.

 

Saresti il primo a gioire di un'innalzamento dell'etica civica di questo paese, ma anche solo del tentativo costante di perseguirla con maggiore coerenza ed effettività.

 

Non è detto che un giorno questo non accada, magari di fronte ad un bicchiere del vino che produco io. :radioattivo:

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Sono d'accordo completamente con il tuo post, quello che dicevo semplicemente è: non scordiamo il buono che c'è, e che è molto quando effettuiamo una valutazione generale. Sulle necessità di riforma e sul lavoro da fare per migliorare l'etica collettiva non si può non essere d'accordo.

 

Ma in tutto questo casino, in tutta questa destrutturazione, l'Italia ha comunque della capacità ed energia eccezionali che ne hanno fatto e ne fanno un grande paese. Siamo l'ottava economia del mondo, e oggi la FIAT capitalizza in Borsa più di Ford e GM. Se pensi solo a quello che la FIAT ha fatto in 3 anni....beh tanto di cappello. Ed è vero (lo vedo anche nel mio MBA, che è tra i primi 10 al mondo) che l'Italia soffre di un grosso enorme pregiudizio, figlio dell'ignoranza, molto diverso da una fondata generalizzazione.

 

Un giorno farò la collezione di tutti gli articoli del Financial Times sul destino dell'Italia, che poi si sono rivelati delle clamorose bufale. Pensa a quelli che scrivevano 11-12 anni fa sull'ingresso dell'Italia nell'euro...possibile che la credibilità di certi giornali, che scrivono molta monnezza non sia mai scalfita anche di fronte ad errori così grossolani?

 

Qualche mese fa c'era un articolo che preconizza in 10 anni l'uscita dell'Italia dall'euro: è una fesseria colossale, ovviamente, ma la gente all'MBA ne parlava come qualcosa di serio. Insomma bisogna abbattere molti presunti miti.

 

Attraverso i miei viaggi ho "riscoperto" la parte buona dell'Italia senza dimenticarne la cattiva. Ho capito quanto ero provinciale e stupido e darle addosso. So benissimo e anzi auguro a molti di non dover fare lo stesso giro per capirlo e anzi li ammiro per questo.

 

Tuttavia lasciami la possibilità di dire: c'è tanto da cambiare ma c'è anche molto da salvare e valorizzare.

 

E questo non significa essere patriottici, semplicemente significa essere obiettivi.

 

 

ciao

 

B.

 

ps: produci vino..il più bel mestiere del mondo :)

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oh ma insomma! se non mi trovo bene con il modo di pensare/vivere/sociale/di coscienza italiana devo sentirmi attaccare? mica ti dico di fare lo stesso. lasciami non stare bene e basta. che problema dà a te il fatto che io quì ad ogni passo mi senta disgustata da ciò che vedo e sento non lo capisco. è evidente che siamo diversi, avrai anche esperienza alta nei viaggi e vita altrove, ma forse questo ha appiattito e annichilito il tuo senso critico.

"ehhh tanto ovunque ci sono problemi"...ma và? non ho mica 15 anni che credo nei paradisi terrestri o nella vita senza difficoltà.

ma dall'accettare da tempo che ovunque ci sono guai e ovunque vivere non è essere "sempre in festa sempre in danza la mia vita è una vacanza", al chinare la testa accettando di non poter neanche più criticare un sistema e un modo di fare di una popolazione glorificandola per i fasti passati e le pizze, per me ne passa.

smettila di tirarmi fuori i fasti di 600 anni fà, non contano nulla! è il popolo di adesso che fà l'italia, non i pittori fiorentini del 1400!

eravamo un gran paese? bene! peccato che sia storia ed ora sia un paese di fregoni. edf io con i fregoni, prepotenti, cafoni, privi di rispetto e spesso di onore ci stia davvero male :unsure:

un bacio

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sia un paese di fregoni. edf io con i fregoni, prepotenti, cafoni, privi di rispetto e spesso di onore ci stia davvero male

 

 

mi sembra una analisi povera che mostra un sacco di pregiudizi, e se accetti di condividere le tue osservazioni sull'Italia devi mettere anche nel conto che qualcuno possa valutarla così, e credo di aver dato qualche ragione a supporto (su cui si può ovviamente dissentire) che non è semplicemente un muro contro muro.

 

Forse sei stata particolarmente sfortunata tu, ma se dici che è un paese di etc.etc....mah....mi sembra proprio il classico vittimismo italiano all'ennesimo potenza :)

 

Quanto al fatto che la storia non conta nulla "perchè è successo 600 anni fa" vorrei chiedere a Curva come si sente nel camminare a Firenze o a New York, se il Duomo di Firenze, il Ponte Vecchio e il Palazzo Pitti e le meraviglie non abbiano forgiato e forgino la sensibilità ed il pensiero di chi ha vissuto e vive lì e se avere davanti od intorno un mare di grattacieli o una collezione di meraviglie artistiche sia neutro per la formazione della personalità.

 

Insomma, Juno, meglio non andare avanti. la cultura e la storia le vedi come qualcosa che sta in soffitta e non come qualcosa che agisce sulla tua vita: ancora una volta, una concezione riduttiva.

 

Comunque ti auguro sinceramente di emigrare in Inghilterra e ti se applichi il fair play del popolo che tanto ami, converrai che non sei stata certo attaccata :)

 

ciao

Modificato da Brasileiro
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Quanto al fatto che la storia non conta nulla "perchè è successo 600 anni fa" vorrei chiedere a Curva come si sente nel camminare a Firenze o a New York, se il Duomo di Firenze, il Ponte Vecchio e il Palazzo Pitti e le meraviglie non abbiano forgiato e forgino la sensibilità ed il pensiero di chi ha vissuto e vive lì e se avere davanti od intorno un mare di grattacieli o una collezione di meraviglie artistiche sia neutro per la formazione della personalità.

La sensibilità si acuisce inevitabilmente vivendo al cospetto di tali creazioni e in un contesto come quello fiorentino, questo avviene al di là della cultura appresa o delle nozioni rimaste.Te ne accorgi benissimo, e qui concordo con Braz, proprio andando a passeggiare a Newyork, ma anche a Parigi.La misura, la scala e la qualità architettonica imposte alle città si respirano tranquillamente nella psicologia di chi le abita.Firenze è un centro del mondo ineguagliabile in questo senso.La scala relativamente piccola del tessuto urbano storico, la relazione planimetrica e assonometrica tra gli edifici, la proporzione 'afferrabile' e intuibile dei suoi pur immensi capolavori la rendono unica senza possibilità di retorica.

 

Io personalmente mi ritengo un prodotto tipico di questo ambiente e più che andarne fiero amo la cosa profondamente.

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Andiamo OT Curva, ma insomma devo dirti che un paio di esami del mio MBA li ho fatti scrivendo un lungo paper sul mercato mondiale del vino e la globalizzazione. (erano gli esami di Economia Internazionale I e II). Non ne sapevo molto e molto devo ancora imparare ma ho voluto usare questa opportunità per imparare.

Qualche anno fa i produttori del "vecchio mondo" erano alle corde pressati dalla concorrenza dei vini australiani argentini e cileni.

Ora le cose stanno andando molto meglio l'Italia è in testa nelle esportazioni verso gli USA (primo mercato del mondo per esportazioni complessive di vino e molti produttori si sono organizzati (pensa a Vinitaly) e cominciano a capire e discutere di marketing di distribuzione di partnership etc.etc.

 

In Russia i vini italiani stanno andando fortissimo.

 

Questo senza disconoscere i problemi storici legati al nanismo della produzione italiana, è comunque un sintomo di vitalità.

 

Così come il rispetto di disciplinari di produzione molto rigorosi non è una caratteristica così scontata in altre realtà (pensa i vini australiani).

 

Sono cose in netta controtendenza con lo stereotipo di immobilismo e "imbroglismo" appiccitato agli italiani.

Modificato da Brasileiro
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Indubbiamente il settore vinicolo Italiano è in ripresa, quando berrò a Newyork qualcosa di australiano che sia meglio di un Sassicaia ne sarà passata di acqua sotto i ponti.Dubito che avverrà però.

 

in questo caso la dimensione è abbastanza strettamente legata alla qualità del prodotto, il vino nasce dalla terra

e quest'ultima si misura in ettari, i quali a loro volta nn possono essere infiniti.Il vino di altissima qualità non è replicabile in laboratorio, questo è il fatto, e nn esistono ettari sufficienti per saturare il mercato di sassicaia o di morellino.

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non ci siamo capiti Brasi, non considero arte e storia in modo riduttivo, amo entrambe, più la prima della seconda. ma loro sono loro, gli uomini sono gli uomini. anche se farei volentieri lo scambio, non posso parlare a lavoro con un tintoretto, mi tocca il capo del personale fiat, non posso viaggiare con un mosaico ravvennate, mi tocca lo stronzo contro mano.

arte e storia agiscono sulla mia vita, sulla mia anima, ma non prendono il posto del presente, nè delle persone. sono cose separate, amo l'italia che era, non quella che è. e forse è perchè le amo e le ho studiate con amore che mi disgusta la via presa da questo popolo che non ha il desiderio di tornare a essere grande.

sarò stata sfortunata nel trovare intorno a me la maggior parte di "luoghi comuni e da analisi povera" , beato te che sei circondato da italiani arguti, altruisti, educati perchè sono tutti lì, mandamene un pò che attorno al mio mondo sono rarità (che fanno aprire il cuore quando li trovi, questo si).

La mia vita, il mio modo di essere, sono fondati molto sull'onore, faccio molta molta fatica a scontrarmi contro l'opposto ogni santo giorno, nel piccolo e nel grande.

un bacio

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non ci siamo capiti Brasi, non considero arte e storia in modo riduttivo, amo entrambe, più la prima della seconda. ma loro sono loro, gli uomini sono gli uomini. anche se farei volentieri lo scambio, non posso parlare a lavoro con un tintoretto, mi tocca il capo del personale fiat, non posso viaggiare con un mosaico ravvennate, mi tocca lo stronzo contro mano.

 

Mah, anche a me "toccano" persone con cui ho poca affinità, però il gusto di certe conversazioni, cosi come una capacità di introspezione mai banale le trovo solo con i miei amici italiani.

 

Sono sicuro che è un malinteso, ma da tutta questa discussione, mi sembra di capire che subisci molto la situazionie in cui trovi. Ma credo, anche in base alla mia esperienza, che ci siano tanti spazi e tante persone interessanti anche in Italia. Forse occorre cercare bene e cercare nei posti giusti per trovare.

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