Caro Brasileiro,
rispetto il tuo punto di vista ma allora...quale altra motivazione, oltre al fattore economico, avrebbe spinto l'amministrazione Bush a mandare i propri soldati a crepare in Iraq ?
Sei una persona troppo intelligente e disillusa per rispondermi "l'hanno fatto per restituire al popolo iracheno la libertà e la democrazia, per sgominare il terrorismo, in uno slancio di disinteressata amicizia e solidarietà "
Gli americani ci raccontarono che bisognava intervenire in Iraq perchè il regime di Saddam nascondeva pericolose armi chimiche. Gli ispettori dell'ONU inviati sul luogo dovettero fare un grosso sforzo di immaginazione per trovarle queste benedette armi chimiche, ma nemmeno così facendo riuscirono.
Dopo l'ingresso dei soldati occidentali in Iraq, con in testa gli americani, fu chiaro a tutto il mondo che di armi chimiche....manco l'ombra. Per tirarsi fuori dall'impasse l'amministrazione Bush si armò di coraggio (ed anche di faccia tosta) e mandò gli uomini della Casa Bianca davanti ai giornalisti a raccontare che la faccenda delle fantomatiche armi chimiche era una bufala, scaricando la colpa sui servizi segreti americani rei di aver fornito informazioni sbagliate.
La conquista dell'Iraq non siginifica solo petrolio, significa anche gare d'appalto per la ricostruzione del paese invaso (ponti, strade, centrali elettriche, edifici, riarmo dell'esercito e della polizia, miglioramento della rete telefonica etc.). Come si racconta nel film "9/11 Fahrenheit" alcuni stretti collaboratori e amici di Bush erano anche titolari di imprese alle quali, dopo l'invasione, sono stati assegnati contratti milionari per realizzare opere e lavori di vario genere proprio in Iraq.
Il piano di Bush è la fotocopia di tanti altri piani già visti nel corso della storia contemporanea per assoggettare un paese sotto la propria sfera di influenza politico-economica : occupazione militare e successiva instaurazione di un regime accondiscendente al volere degli occupanti. Nel 1990 Bush padre liberò il Kuwait ma decise di non andare oltre lasciando Saddam al suo posto. Probabilmente negli anni 90 non sussistevano le condizioni politiche ed economiche per arrivare a fare quello che oggi Bush figlio stà facendo. Più che politiche direi economiche, visto e considerato che il quadro mondiale stà cambiando velocemnete con l'affacciarsi di paesi emergenti in fase di sviluppo affamati di risorse.
Ieri ascoltavo una interessante esposizione di un professore su Radio24 riguardo al problema del costante aumento del petrolio ed allo sfruttamento delle risorse energetiche per il futuro che ci attende. Il professore spiegava che, negli ultimi anni, l'uomo non ha avviato ricerche di nuovi giacimenti petroliferi sul pianeta ed ha preferito limitarsi a sfruttare quelli già esistenti. Essendo aumentate le richieste, sotto la spinta dei nuovi paesi emergenti, i giacimenti attuali cominciano a diventare insufficienti per coprire il fabbisogno ed il prezzo del barile lievita. Tuttavia intraprendere esplorazioni, per individuare e trivellare nuovi giacimenti, comporterebbe oggi costi elevatissimi. Mi sorge spontanea una domanda : forse qualche governante o qualche potente lobby del greggio preferisce prendere una scorciatoia ed impossessarsi dei giacimenti già esistenti invece di sbattersi per trovarne nuovi ?
Un ultima osservazione Brasileiro : tu dici che ritirare le truppe dall'Iraq ora sarebbe una dimostrazione di debolezza verso i terroristi. I terroristi, e buona parte del mondo arabo-musulmano, considerano l'invasione dell'Iraq un atto di prepotenza ed arroganza del mondo cristiano-occidentale.
Notizia ANSA del giorno : il ministro Pisanu ci avverte che il terrorismo bussa alle porte dell'Italia (ma dai ??, non ce ne eravamo accorti !!). A tal proposito, a Roma, gli ospedali della città terranno a disposizione 200-300 posti letto in caso di attentati. :ph34r: