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In arrivo Bonus fiscale da 6 miliardi


faranio

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Quando si parlava di "serietà al governo" si intendeva questo: prima si mettono a posto i conti pubblici, e poi se ci sono i soldi si abbassanno le tasse. Ed è esattamente quello che sta avvenendo.

 

http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/p...iano-tasse.html

 

 

Bonus fiscale per le famiglie

sei miliardi pronti già nel 2007di ROBERTO MANIA

 

 

Romano Prodi e Tommaso Padoa Schioppa

ROMA - Sei miliardi di euro. Il numero chiave per capire le prossime mosse della politica economica e sociale esce al termine di una giornata decisiva per il governo Prodi, proprio all'indomani dei dati positivi dell'Istat sulla crescita e il deficit. Sei miliardi di euro per finanziare - secondo i primi ragionamenti incrociati tra Palazzo Chigi e il Tesoro - il taglio dell'Ici, gli sconti sugli affitti, la riforma degli assegni familiari soprattutto a favore dei redditi più bassi. Ma anche per altre misure da decidere nelle prossime settimane, per cominciare a dividere quel che di più sta entrando (in maniera strutturale) nelle casse dello Stato, grazie alla lotta all'evasione fiscale, alla ripresa dell'economia, al rigore nella gestione delle finanze pubbliche.

 

È questa la "fase 2" del governo sopravvissuto alla crisi firmata Turigliatto-Rossi. E questa volta non servirà nemmeno un seminario all'ombra del suggestivo scenario della Reggia di Caserta. Bisognerà aspettare ancora qualche giorno perché solo la Trimestrale di cassa (quella che Berlusconi tenne nel cassetto fino alla vigilia delle elezioni del 9 aprile, sperando nel colpo a sorpresa) permetterà di capire davvero le dimensioni del "tesoretto" accumulato in questi mesi. Ma, intanto, il "tesoretto" c'è. E si può distribuire, già a partire dal 2007.

 

Da ieri l'asse tra il premier Romano Prodi e il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, è ancora più forte. Col senno di poi, senza la Finanziaria da quasi 35 miliardi di euro, in una botta sola, reggere l'urto delle turbolenze nella coalizione sarebbe stato assai più difficile. Ne è certo il premier, ne sono certi i mercati internazionali. Ma anche gli alleati che, in diversi casi, hanno dovuto ingoiare "le medicine che si dovevano dare", come ha detto nella sua replica a Montecitorio il Professore. Lo hanno riconosciuto a Padoa-Schioppa l'ostico Fondo monetario internazionale di Washington e il guardiano di Bruxelles, il commissario agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia. L'ex banchiere di Francoforte è stato quasi travolto dagli apprezzamenti.

In questo scenario il Professore e il Banchiere hanno fatto il punto dopo il voto della Camera. Un faccia a faccia, a Palazzo Chigi, che anche simbolicamente, segna il dopo-crisi. La linea è condivisa: "Nessuna retromarcia. I vincoli del risanamento finanziario sono scritti nei libri di testo, nel Patto di stabilità, negli impegni presi a Bruxelles con l'Unione europea. E non li cambiamo".

 

L'Europa è, di nuovo, il vincolo esterno di una politica virtuosa. Prodi e Padoa-Schioppa non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. Nonostante che il Pil (il prodotto interno lordo) all'1,9 per cento non si vedeva dal 2000; nonostante che il deficit (al netto delle una tantum per i rimborsi Iva, il finanziamento dell'alta velocità e i crediti contributivi per l'agricoltura) sia sceso sotto il 3 per cento, al 2,4 per cento; nonostante le buone previsioni per il 2007. Nonostante tutto questo, l'impostazione "culturale" di Prodi e Padoa-Schioppa non muta. "Certo - si ragionava ieri - si deve tenere conto di quanto si sta realizzando. Ma il miglioramento va analizzato, studiato, compreso. Perché è bene definire quanto di quei 12 miliardi di extra-entrate dovuto alla lotta all'evasione sia strutturale, cioè in grado di ripetersi negli anni successivi. E che cosa, a questo punto, significa stare all'interno dei vincoli europei. Quali interventi sono possibili, insomma, e quali no".

Il ministro dell'Economia ha già dimostrato di essere capace di adattarsi ai cambiamenti di contesto: quando le condizioni lo resero possibile abbassò da 35 a 30 le dimensioni della manovra 2007, ma non snaturò l'impianto degli interventi. Fu poi il Parlamento a riportare la Finanziaria alle quantità iniziali. Così, il ministro, sembra pronto a replicare. "Gli aggiustamenti di rotta sono possibili, ma non si cambia l'obiettivo", è la tesi del Tesoro e di Palazzo Chigi. La mission del risanamento dunque, non si tocca. Come per il riordino delle pensioni che va fatto "in un quadro di compatibilità, nel quale si dicono insieme i sì ma anche i no".

Può complicare il tragitto - forse - l'"affaire cuneo fiscale": Bruxelles ha sollevato qualche obiezione tecnica per l'esclusione di alcuni settori produttivi. Potrebbe costare 1-1,5 miliardi, ma a Via XX settembre sono ottimisti.

Infine, ci sono argomenti più strettamente politici che non possono non condizionare le strategie sul versante economico. A cominciare dal fatto che le prospettive del governo Prodi continuano ad essere incerte. Da qui l'opportunità - sussurrata nei corridoi dei Palazzi - di accelerare il momento della distribuzione del bonus. Aspettare il 2009, come aveva detto lo stesso Padoa-Schioppa in Parlamento, potrebbe essere un rischio. Politico, ovviamente. Ma poiché un nuovo aggiornamento delle aliquote Irpef non è ipotizzabile in tempi stretti - anche se quella è la strada che, insieme alla lotta all'evasione, conduce alla riduzione delle tasse -, Prodi sa di doversi giocare una parte del "tesoretto" fin dai prossimi mesi. Dopo avere prescritto, per sua stessa ammissione, la medicina amara.

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A tutt'oggi è il governo delle tasse, numeri alla mano, ci mancherebbe ci mettessimo a discutere pure questo.Una riallocazione del sovragettito appare dovuta e attesa.Il dubbio lecito è sul fatto che fino a 10 giorni fa Visco e Schioppa hanno prefigurato il 2008 come l'orizzonte temporale minimo per abbassamento aliquote e redistribuzioni eventuali, mentre dopo la crisi di governo e magari in previsione della prossima il governo sembra premurarsi di fare un pò di cassa elettorale.Vedo poca linearità.

 

Aspetto il governo sulle pensioni, su liberalizzazioni trasversali e capillari, sui tagli di spesa improduttiva, su riorganizzazione e miglioramento del welfare, sul cambiamento del diritto del lavoro, sull'abolizione di alcuni livelli istituzionali.

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  curvadong ha scritto:
A tutt'oggi è il governo delle tasse, numeri alla mano, ci mancherebbe ci mettessimo a discutere pure questo.Una riallocazione del sovragettito appare dovuta e attesa.Il dubbio lecito è sul fatto che fino a 10 giorni fa Visco e Schioppa hanno prefigurato il 2008 come l'orizzonte temporale minimo per abbassamento aliquote e redistribuzioni eventuali, mentre dopo la crisi di governo e magari in previsione della prossima il governo sembra premurarsi di fare un pò di cassa elettorale.Vedo poca linearità.

 

Aspetto il governo sulle pensioni, su liberalizzazioni trasversali e capillari, sui tagli di spesa improduttiva, su riorganizzazione e miglioramento del welfare, sul cambiamento del diritto del lavoro, sull'abolizione di alcuni livelli istituzionali.

 

Non c'è alcun dubbio che il timore di una eventuale anticipazione delle elezioni abbia giocato un certo ruolo.... comunque il fatto che fin dall'inizio si sia detto che in caso di un aumento strutturale del gettito dovuto alla lotta all'evasione fiscale ci sarebbe stato un abbassamento delle tasse, gioca a favore della buona fede del governo. Certo il fatto di anticipare l'abbassamento della pressione fiscale è probabilmente dovuto a calcoli di tipo elettorale...ma anno più anno meno la sostanza è che descrivere questo governo come il governo delle tasse è una semplificazione macchiettistica che si avvicina poco al vero. Poi, faccio notare che l'abbassamento delle tasse (ridicolo e vergognosamente classista, come si può vedere dal link di sotto) col precedente governo c'è stato solo dopo 4 anni di governo...

Faccio ancora notare che ad oggi il paventato aumento dell'ICI ha riguardato una percentuale trascurabile dei comuni.... nella stragrande maggioranza dei comuni non ci sono stati aumenti... come Bari o Gorizia ad esempio:

 

http://goriziaoggi.typepad.com/gorizia_ogg...essun_aume.html

 

Ici, nessun aumento per il 2007

Aliquote e detrazioni restano invariate

Nulla di nuovo sul fronte Ici per il 2007. Le aliquote per i goriziani resteranno invariate: 5,5 per mille per l’abitazione principale e 7 per mille per le seconde case. Rimarranno in vigore anche le detrazioni già applicate nel 2006, con uno “sconto” di 103,29 per l’abitazione principale.

 

 

Faccio poi notare che il Bonus fiscale di cui si parla sopra riguarderà anche l'ICI... per adesso la famiglia media italiana (come la mia) paga meno tasse di prima, o paga esattamente quello che pagava prima (e soprattutto vive in un Paese con i conti pubblici a posto). L'aumento della pressione fiscale non ha riguardato i ceti medio-bassi, e questo è un dato di fatto. Tanto è vero che lo stesso centro-destra ha sempre sostenuto che i minimi vantaggi fiscali sarebbero stati compensati dall'aumento delle addizionali comunali...cosa che fino ad oggi non si è verificata. Mentre faccio altresì notare che tra il 2000 e il 2003 c'è stato un aumento dell'ici del 49% (v. http://209.85.129.104/search?q=cache:zGEYG...ient=firefox-a)

Modificato da faranio
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  alopecio ha scritto:
Mi sembra di capire che i nuovi introiti se ne vanno subito in un aumento ulteriore di spesa pubblica, dopo i già 8 miliardi di euro in più previsti dal governatore Draghi.

 

Sì?..da dove si capisce? A perte il fatto che parlare di aumento o abbassamento della spesa pubblica ha poco senso... si deve sempre vedere perchè la spesa pubblica scende o si alza...l'innalzamento o l'abbassamento della spesa pubblica non sono fatti di per sè negativi o positivi.... dipende anche dalla situazione generale dei conti pubblici....certo quando la spesa pubblica aumenta e si tagliano i servizi sociali (come è avvenuto negli anni precedenti) non è un buon segnale...

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E' il governo delle tasse nella sola accezione possibile, nel senso che è la caratterizzazione più forte che lo contraddistingue e nel senso che le ha alzate sensibilmente (adesso siamo al livello del '99 e nel 2008 raggiungeremo il record del '97...) preferendo un riaggiustamento dei conti fortemente maggioritario sul versante prelievi rispetto ad uno basato sui tagli di spesa.Quindi c'è una scelta politica prima e una scelta numerica e di valore misurabile poi.

 

"Macchiettistico" appare davvero negare tutto questo.

 

entrambe le scelte quindi legittimano il luogo comune che tu utilizzi "governo delle tasse" per incardinare la tua arringa.

 

 

ora però a me viene un altro dubbio.....la convivenza con la sinistra estrema, è un fatto acclarato dalle proteste di mesi di quest'ultima, sarebbe stata diversa e forse migliore se la finanziaria, nell'ottica di quella stessa sinistra, fosse stata meno pesante soprattuto con alcune precise fasce deboli.

 

mentre tu dalla posizione privilegiata di simpatizzante di una sinistra più sinistra della altre, togliattiana, non te ne sei accorto pare e difendi conseguentemente e coerentemente posizioni che uno come Ferrero ad esempio considererebbe (considera) come minimo 'borghesi'.

 

Torniamo lì...di quale sinistra sia auspicabile perorare la causa.Io ancora non ho capito quale sarebbe la declinazione pratica oggi di una sinistra per così dire Togliattiana.

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  curvadong ha scritto:
...preferendo un riaggiustamento dei conti fortemente maggioritario sul versante prelievi rispetto ad uno basato sui tagli di spesa.Quindi c'è una scelta politica prima e una scelta numerica e di valore misurabile poi.

Ci spieghi quali tagli di spesa tu avresti proposto in grado di rimettere in carreggiata i conti pubblici italiani nei tempi rapidi che purtroppo ci siamo ritrovati ad affrontare? Siamo d'accordo tutti a ridurre la spesa, ma rimodellare la macchina statale non è qualcosa che fai in 6 mesi. Aver rimesso i conti in ordine è comunque virtuoso ed essere arrivati già qs anno al 2,4% di deficit ci fa risparmiare sulla spesa per interessi oltre a far risalire i rating delle agenzie internazionali.

 

  curvadong ha scritto:
E' il governo delle tasse nella sola accezione possibile, nel senso che è la caratterizzazione più forte che lo contraddistingue e nel senso che le ha alzate sensibilmente (adesso siamo al livello del '99 e nel 2008

"Macchiettistico" appare davvero negare tutto questo.

Dire che qs è il governo delle tasse è il principale argomento propagandistico del centrodx che evidentemente ha interesse a mettere in sordina le azioni del governo. Come ad esempio le liberalizzazioni che forse avrebbero dovuto fare loro... Quando magari mi spiegherai quale grave danno economico in grado di influire sullo stile di vita possono essere 50 euro al mese per chi ne guadagna oltre 2000 nette forse capirò meglio.... e infatti tutte le analisi ci dicono che i consumi non sono diminuiti, anzi... Se vogliamo uniformarci alla propaganda di Calderoli allora sì, è il governo delle tasse. Io preferisco pensare che i ns conti sono tornati in ordine e adesso le tasse se le riduciamo è perchè possiamo permettercelo.

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  Citazione
preferendo un riaggiustamento dei conti fortemente maggioritario sul versante prelievi rispetto ad uno basato sui tagli di spesa.

 

per fortuna.....

 

Comunque non ho mai detto che la finanziaria ha avuto un'ispirazione proletaria...ho detto solo che i ceti medio-bassi ci hanno guadagnato qualcosa (anche se poco) e non ci hanno rimesso una lira....in una politica di sinistra, per come la intendo io, la fiscalità è solo uno strumento per raggiungere determinati obiettivi...non il fine ultimo della politica, come crede qualcuno... se per introdurre degli ammortizzatori sociali è necessario aumentare la pressione fiscale...ben venga l'aumento... se si aumenta la spesa pubblica per creare nuovi posti di lavoro, e la spesa non va fuori controllo, ben venga l'aumento della spesa pubblica... la spesa pubblica va sempre valutata alla luce dell'avanzo primario, dei soldi che lo Stato ha in cassa...l'aumento della spesa pubblica contestualmente all'aumento dell'avanzo primario può essere un fatto di per sé positivo...l'importante è che lo Stato non spenda più di quanto possa permettersi di spendere, come è successo in passato, quando si sono aperti i cantieri senza copertura finanziaria indebitando l'ANAS....che alla fine ha dovuto interrompere i lavori non avendo più una lira in cassa....

Quando si parla della finanziria si farebbe bene a ricordare che l'anno prossimo ci sarà un'altra finanziaria, e poi un'altra....etc... questa è servita soprattutto a riordinare i conti, a pagare i debiti (Anas e Ferrovie), e dare una mano alle imprese con la riduzione del cuneo fiscale (che si applica solo ai lavoratori a tempo indeterminato, rientrando quindi anche in una politica di lotta al precariato, dato che oggi ad una impresa conviene molto più di prima assumere un lavoratore a tempo indeterminato...l'Ikea qui a Bari ha assunto 1200 persone di cui 800 a tempo indeterminato...dopo dicembre)... l'anno prossimo se Dio vuole si potrà fare una finanziaria un po' più orientata verso Sinistra...o almeno me lo auguro...

E poi, come ha sottolineato Aniway... se ci fosse stato il salasso fiscale di cui parlate, ci sarebbe stata una contrazione dei consumi, che invece a quanto pare sono in aumento, anche alla luce dei dati relativi alle dichiarazioni d'acquisto....

Modificato da faranio
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Saltate a piè pari il dato per il quale questa finanziaria è contestata, per motivi ovviamente diversi da quelli del cdx, dalla sinistra estrema di governo per la sua c.d. "pesantezza".

 

Anyway...non è vero che i tagli di spesa richiedono mesi mentre è vero si fanno con semplici norme e attuazioni.Capirai bene che è più semplice prelevare dalle buste paga della gente che diffondere ope legis modelli nuovi di welfare.Ma questo mai per ragioni di tempo quanto per motivi elettorali.La mancanza in questa finanziaria di misure strutturali sulla riduzione di spesa è una carenza stigmatizzata per mesi da FMI, OCSE, osservatori interni, esterni e quant'altri.Non è che ora arrivi tu e ci spieghi che non era possibile farla, capisci?

 

faranio, la spesa non si correla solo con l'avanzo primario ma in questo nostro caso con la produttività, riferita al multicomposto comparto pubblico.Il nostro problema come sappiamo non è l'ammontare della spesa in valore assoluto, ma in rapporto alla produzione pro capite conseguente.

 

riequilibrare le garanzie tra chi oggi lavora poco e male ed è intoccabile poichè 'pubblico' e chi invece accede al mercato del lavoro e, oltre al precariato entro certi limiti fisiologico ovunque, deve scontare anche il blocco del mercato del lavoro pure a fronte di quella improduttività, è fatto che le sinistre di tutta europa hanno già accettato come ineludibile da almeno 10 anni.

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  curvadong ha scritto:
Anyway...non è vero che i tagli di spesa richiedono mesi mentre è vero si fanno con semplici norme e attuazioni.Capirai bene che è più semplice prelevare dalle buste paga della gente che diffondere ope legis modelli nuovi di welfare.

Io veramente ero rimasto alla convinzione che il percorso corretto per introdurre nuovi modelli di welfare fosse la concertazione con le parti sociali non certo un'azione unilaterale del governo, e mi sembra che in tutta Europa si sia dimostrato che con l'apporto della parti sociali riesci a fare le riforme, non certo contro o senza di loro. Ma aspetto ancora la tua risposta su quali tagli di spesa improduttiva avresti messo in finanziaria al posto dei prelievi...

  curvadong ha scritto:
riequilibrare le garanzie tra chi oggi lavora poco e male ed è intoccabile poichè 'pubblico' e chi invece accede al mercato del lavoro e, oltre al precariato entro certi limiti fisiologico ovunque, deve scontare anche il blocco del mercato del lavoro pure a fronte di quella improduttività, è fatto che le sinistre di tutta europa hanno già accettato come ineludibile da almeno 10 anni.

Sacrosante parole, tuttavia gran parte dello schieramento di csx condivide queste testi, vedi Ichino.

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  curvadong ha scritto:
Saltate a piè pari il dato per il quale questa finanziaria è contestata, per motivi ovviamente diversi da quelli del cdx, dalla sinistra estrema di governo per la sua c.d. "pesantezza".

 

Anyway...non è vero che i tagli di spesa richiedono mesi mentre è vero si fanno con semplici norme e attuazioni.Capirai bene che è più semplice prelevare dalle buste paga della gente che diffondere ope legis modelli nuovi di welfare.Ma questo mai per ragioni di tempo quanto per motivi elettorali.La mancanza in questa finanziaria di misure strutturali sulla riduzione di spesa è una carenza stigmatizzata per mesi da FMI, OCSE, osservatori interni, esterni e quant'altri.Non è che ora arrivi tu e ci spieghi che non era possibile farla, capisci?

 

faranio, la spesa non si correla solo con l'avanzo primario ma in questo nostro caso con la produttività, riferita al multicomposto comparto pubblico.Il nostro problema come sappiamo non è l'ammontare della spesa in valore assoluto, ma in rapporto alla produzione pro capite conseguente.

 

riequilibrare le garanzie tra chi oggi lavora poco e male ed è intoccabile poichè 'pubblico' e chi invece accede al mercato del lavoro e, oltre al precariato entro certi limiti fisiologico ovunque, deve scontare anche il blocco del mercato del lavoro pure a fronte di quella improduttività, è fatto che le sinistre di tutta europa hanno già accettato come ineludibile da almeno 10 anni.

 

 

Anche io credo che sia necessario riequilibrare i rapporti...la differenza tra me e te è che tu vorresti riequilibrare questo rapporto rendendo precario anche il lavoro di chi oggi ha il posto fisso, mentre io vorrei che chi oggi entra nel mondo del lavoro abbia una prospettiva di lavoro meno precaria.... l'idea della necessità della "flessibilità" è solo una panzana inventata dal ceto padronale per reintrodurre vecchie forme di sfruttamento (oggi la flessibilità, domani la schiavitù...)....il boom economico in Italia lo abbiamo avuto quando c'era ancora il mito del posto fisso...e non mi si venga a dire che l'economia oggi è cambiata in modo tale da rendere necessaria la flessibilità...termine con cui si cerca di reintrodurre pratiche di sfruttamento del lavoro da inizio Novecento...altro che modernità e mercato globale....inoltre la "flessibilità" contrasta con la professionalizzazione del lavoro, demotiva i lavoratori, quindi nel lungo termine è dannosa per la produttività (anche se nel breve le aziende ci guadagnano). Chi sostiene la flessibilità sostiene un modello sociale da "rivoluzione industriale"....riguardo poi quelli che lavorano male...forse ti è sfuggito che c'è stato un accordo tra governo e sindacati sull'efficienza negli uffici pubblici, che consentiranno di monitorare le inefficienze. Inoltre sarebbe ora di pensare anche alla vita delle persone, e non solo ai dati macroeconimici (e questo lo dico anche ai "riformisti" di sinistra). E poi lo sai benissimo che nella stragrande maggioranza dei casi si assume a tempo determinato senza seguire nessun criterio di efficienza, ma solo perchè conviene dal punto di vista fiscale e previdenziale. Questo alla lunga pesa sulla qualità dei servizi, e sulla produttività.

 

 

 

Consiglio a Curvadong la lettura di questo libro, "L'uomo flessibile" di Richard Sennet, di cui posto la scheda:

 

Richard Sennett, L'uomo flessibile. Le conseguenze del nuovo capitalismo sulla vita personale, Milano, Feltrinelli, 1999, pp. 158 (The Corrosion of Character. The personal consequences of Work in the New Capitalism, New York, Norton, 1998).

 

Il termine "flessibilità" è diventato oramai in questo passaggio di secolo parola d'ordine obbligata all'interno di un sistema economico che voglia definirsi moderno: parola d'ordine propugnata con ostinazione dai datori di lavoro (che la declinano in tutte le forme in opposizione a burocratizzazione e statalismo) e accettata necessariamente anche dalle organizzazioni dei lavoratori, le quali non riescono più a fare argine alle sue ondate prepotenti ed erosive dei diritti sanciti da un secolo di lotte sindacali. Gli efetti di tale evoluzione sono sempre più visibili in ogni ambito lavorativo. Il libro di Sennett cerca di metterne in luce alcuni aspetti e soprattutto si concentra sulle ricadute che una simile organizzazione del lavoro può avere sul vissuto di chi la subisce. Lo studio affianca la presentazione di alcuni casi pregnanti di cambiamento della nozione di lavoro nel senso di una sempre maggiore flessibilità ad interpretazioni dei vari aspetti del fenomeno. E' nella prima operazione che il volume trova i propri punti di forza.

La comparazione delle diverse generazioni di lavoratori (il caso iniziale del manager, sempre in procinto di cambiare lavoro e di conseguenza città, contrapposto allo sviluppo lineare della vicenda lavorativa paterna; la percezione di sè dei panettieri di origine greca dei decenni scorsi rispetto all'apatia professionale degli operatori del panificio automatizzato che ne ha preso il posto; l'autocoscienza dei quadri licenziati dall'IBM, abituati a decenni di conduzione paternalistica dell'azienda) mette assai bene in luce il cambiamento avvenuto nel mondo del lavoro dagli anni '80 in poi (in Italia il fenomeno è più recente ma in rapidissima diffusione - cfr. ad esempio il volume di Gabriele Polo, Il mestiere di sopravvivere. Storie di lavoro nella crisi di una città-fabbrica, Roma, Editori Riuniti, 2000). Al modello dell'azienda-famiglia del vecchio mondo capitalista, in qualche modo "protettiva" nei confronti dei dipendenti (dalle officine Ford dei primi del secolo all'IBM degli anni '50-'90), si sostituisce un nuovo orizzonte in cui incertezza e rischio sono i fattori con cui il lavoratore ha a che fare quotidianamente, mentre assiste impotente alla sua progressiva spoliazione di diritti e garanzie, sacrificati sull'altare del massimo profitto per i datori di lavoro.

I fenomeni che Sennett ascrive all'ambito della flessibilità sono molteplici e di diverso valore. Innanzitutto i continui downsizing, le ristrutturazioni delle aziende, che comportano il licenziamento di parte dei dipendenti e la loro reimmissione sul mercato del lavoro, con la necessità - cogente - da parte loro di reinventarsi una nuova professionalità. Parallelamente la tendenza dei lavoratori - a tutti i livelli - di cercare condizioni economiche e di carriera sempre migliori mediante il cambiamento. Inoltre i cambiamenti, a favore dei lavoratori - soprattutto delle lavoratrici -, portati dall'introduzione del part-time ed in generale della possibilità di intervenire nella decisione del proprio orario di lavoro. Da ultimo, solo accennato, il fenomeno del telelavoro. Delude invece, da questo punto di vista, l'assenza di analisi e di considerazione di tutti quei fenomeni di micro o cripto-flessibilità - contratti di formazione-lavoro, stages di varie forme, lavoro interinale, contratti a tempo determinato, part-time imposto, ecc. - che costituiscono ormai l'humus occupazionale delle prime fasce d'età lavorative (con la tendenza di espandersi anche verso le altre).

Passiamo in rassegna rapidamente le conseguenze psicologiche individuate da Sennett, che nel fare ciò tuttavia sembra spesso non voler distinguere le situazioni in cui i soggetti optano volontariamente per la flessibilità da quelle in cui il fenomeno viene invece meramente subito (distinzione, questa, in realtà di non secondaria importanza, soprattutto dal punto di vista psicologico).

La principale - molto interessante e stimolante sotto vari punti di vista - è quella della mancanza di leggibilità della propria vita lavorativa (e quindi, spesso, della propria vita tout court). Allo sviluppo lineare nella percezione del proprio vissuto di un lavoratore "normale" del capitalismo classico (carriera) si sostituisce un "arcipelago" di esperienze e di frammenti di vita, simile all'io della narrativa post-moderna. Ne consegue una difficoltà "narrativa" che, se può essere non avvertita, o superata con facilità, nei momenti di benessere, rende invece il soggetto estrememante vulnerabile in corrispondenza dei momenti di crisi. Le implicazioni di tale aspetto sono molteplici: si pensi ad esempio alla narrazione del sé come forma terapeutica.

Mito del rischio e trauma del fallimento. In un mondo economico in cui ricchezza e successo sono sempre più nelle mani di pochi, in "un mercato in cui il vincitore prende tutto", il rischio appare l'unico modo "vincente" di partecipare al gioco ed il fallimento è la manifestazione concreta di avere perso. Quest'ultimo non è più appannaggio di una fetta limitata dell'umanità: "i downsizing e le ristrutturazioni aziendali fanno piovere sulla borghesia catastrofi improvvise che nel capitalismo del passato erano limitate solo alla classe operaia" (p. 119). Il fallimento costituisce inoltre un fortissimo tabù per quell'autoleggibilità di cui si parlava in precedenza, e l'ansia e la frustrazione ne sono i più frequenti corollari.

Crisi del senso di appartenenza ad un gruppo, ad una comunità. Nel capitalismo flessibile nessuno è utile "come persona" per gli altri, tutti sono interscambiabili ed eliminabili. Anche nelle aziende in cui è introdotto il lavoro di gruppo, in realtà, la dinamica che si sviluppa non è quella della collaborazione, bensì dell'ineluttabilità dell'esclusione. Ne conseguono, in misure certo diverse, la difficoltà di allacciare rapporti interpersonali e di stabile solidarietà, la difficoltà di costituirsi in "noi" a favore di un "io" peraltro sempre più debole, e, a livello sociale e politico, il crollo della coscienza di classe e dell'influenza dei sindacati.

Invecchiamento precoce. Il mercato flessibile ha portato ad un sensibile abbassamento dell'età lavorativa. La maggiore adattabilità dei giovani, la minore esigenza di specializzazione e la svalutazione dell'esperienza professionale hanno abbassato la soglia di anzianità "reale" dei lavoratori. Vittime predilette dei downsizing, lavoratori che non molti anni fa sarebbero stati considerati un patrimonio per la propria azienda vengono sempre più liquidati in quanto dotati di un troppo basso coefficente di flessibilità. Inutile sottolineare come tale aspetto rivesta una particolare drammaticità - psicologica e sociale - in considerazione del corrispondente innalzamento dell'età "reale" delle popolazioni dei paesi capitalistici.

 

Non è chiaramente intenzione dell'autore trarre da questa sua indagine alcuna presa di posizione politica di fronte al fenomeno studiato (benché emergano qua e là a varie riprese alcune considerazioni tipiche del radicalismo americano, cui Sennett per formazione si inscrive). Ma il suo giudizio negativo per uno sviluppo di questo tipo del capitalismo - di cui Sennett individua per altro alcuni accenni già nei timori di Adam Smith - risulta comunque evidente: dopo aver ribadito ancora una volta che la flessibilità "non offre, e non può offrire, nessuna guida per la vita normale", conclude il volume nella convinzione che "un regime che non fornisce agli esseri umani ragioni profonde per interessarsi gli uni degli altri non può mantenere per molto tempo la propria legittimità".

 

Paolo Albertazzi

Modificato da faranio
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  Anyway ha scritto:
Io veramente ero rimasto alla convinzione che il percorso corretto per introdurre nuovi modelli di welfare fosse la concertazione con le parti sociali non certo un'azione unilaterale del governo

Chi ha detto che una azione legislativa normale e ordinaria debba essere 'unilaterale'?Chi dice che le parti sociali non debbano essere ascoltate?Ma questo cosa vuol dire?Forse che l'attuazione di un un piano di regole debba bloccare tutto il paese e richiedere mesi o anni?Direi che questa è soltanto la via italiana alla c.d. "concertazione", un equivoco che permette al sindacato di portare avanti posizioni che, confrontate col resto del mondo, appaiono strumentali come dice proprio quell'Ichino ex sindacalista che tu citi.

  Citazione
mi sembra che in tutta Europa si sia dimostrato che con l'apporto della parti sociali riesci a fare le riforme, non certo contro o senza di loro. Ma aspetto ancora la tua risposta su quali tagli di spesa improduttiva avresti messo in finanziaria al posto dei prelievi...

Sacrosante parole, tuttavia gran parte dello schieramento di csx condivide queste testi, vedi Ichino.

In tutta Europa si sono dimostrate molte cose, forse un pò diverse da come le vedi tu.In "tutta Europa" si sono fatte da (troppo) tempo le cose che da noi mancano, e le si sono fatte con l'apporto di un sindacato responsabile e onesto intellettualmente.

 

sui tagli di spesa improduttiva c'è solo l'imbarazzo della scelta, propedeutica è una valutazione

esatta o approssimativamente esatta delle sacche di cattivo welfare e la proposta, ancora di Ichino, in questo senso è indicativa di cosa e come farlo, mentre la risposta del governo è insufficiente a garantire l'efficienza di detta proposta.Si tratta di corresponsabilizzare i diretti superiori per l'andamento del proprio corpo personale, si tratta di introdurre commissioni esterne di valutazione dell'operato e della qualità dei servizi erogati e sulla base di ciò di stimare la pecentuale degli esuberi, per riqualificarli poi con i soldi risparmiati smettendo di pagare i loro stipendi improduttivi e assicurare loro un sussidio significativo fino a ricollocamento avvenuto.

 

questo avviene in Danimarca (nota congrega di reazionari) dove il licenziamento è possibile con 8 giorni di preavviso ed è inappellabile, sia per il pubblico sia per il privato, e dove le persone vengono sussidiate e aggiornate professionalmente fino a che non trovano un nuovo lavoro, mediamente nel giro di 3 mesi.E dove la disoccupazione è la più bassa del mondo.

 

faranio rispetto le tue opinioni ma gradirei che, per non rimanere nel campo della pura teoria, tu mi spiegassi perchè la flessibilità deve coincidere con un clima da "rivoluzione industriale" e perchè sarebbe una panzana.Potresti inoltre indicarmi un modello/paese nel quale le tue teorie sul mercato del lavoro hanno fortuna oggi.

 

E' poi evidente che il privato in questo regime di virtuale inamovibilità del lavoratore gestica il tempo determinato come una valvola di sfiato legata alle fluttuazioni della domanda e dell'offerta.Così non è dove le persone rispondono di quello che fanno anche dopo 30 anni di lavoro e dove possono venire licenziate a seconda della gravità dell'inadempienza.

 

P.S.Ho letto alcuni paragrafi del libro e lo trovo interessante nella provocazione che offre al dibattito sulla flessibilità, molto meno nell'impianto concettuale che la sottende e nelle deduzioni estremistiche che ne trae.

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Vedi curvadong tu esprimi tesi con le quali io sono in gran parte d'accordo, tanto è vero che ad esempio citi Ichino di cui io stesso ti avevo parlato come persona che ha posizioni in cui mi identifico. Dove invece secondo me scadi in una grossolana semplificazione è quando dici che questo è "il" governo delle tasse, ignorando tutti i passi avanti, parziali ok, ma pur sempre significativi, fatti fin qui, e sostanzialmente ti allinei alla propaganda Calderoliana. Oppure come quando in altro post bolli come barzellette le liberalizzazioni. Spero terrai conto che di governo di coalizione si tratta e per sopravvivere non può ignorare totalmente le istanze della sx radicale. Altrimenti facciamo come Turigliatto, votiamo contro per salvare la ns bella coscienza e poi succeda quello che succeda no?

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Ma figurati se io vado a urlare che questo è il governo delle tasse.E' una figura retorica che ha usato faranio per imperniarci sopra le sue legittime considerazioni...io ho solo detto nella sostanza che i numeri sono numeri e finchè rimangono tali non hanno colore o sfumatura.

 

E' un governo fortemente caratterizzato per l'entità del prelievo, ma dire questo è di una assoluta ovvietà, non deve essere considerato di destra o di sinistra, al di là del fatto che venga ripetuto a nastro anche a destra e sinistra.Ma insomma se provi a leggere la pletora di addetti al settore che sostiene le tesi cui io accenno, ti accorgerai di come non si tratti di militanti, semmai sicuramente non di destra.

 

idem sulle liberalizzazioni....buona l'intenzionema per adesso piuttosto tarpata da categorie e corporazioni.Ma anche qui non è un'opinione, altrimenti devo pensare che non sia chiaro il concetto del liberalizzare.

 

aggiungo che in valore assoluto se devo giudicare le liberalizzazioni non posso aumentare il voto sulla considerazione che il governo è di coalizione e quindi 'obbligato' a cercare la mediazione.

Perchè il livello delle liberalizzazioni attuali rimane lo stesso al variare del percorso politico che le causa.

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Ma quale Bonus Fiscale dal governo prodi poi??? ahahaha! e ci credete pure? prima ti aumentano bollo auto, ici e ti abassano gli assegni familiari se hai un figlio disabile e dopo ti danno il premio!

 

si tratta semplicemente di una abile manovra da volponi che ora se la sono fatta addosso dopo la caduta di prodi la settimana scorsa e come la storia dell'abattimento dei costi di ricarica dei telefonini questi 'bonus' alla fine verranno fatti pagare ai contribuenti in un'altra maniera.

 

DICDIC.jpg

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  castano_chiaro ha scritto:
Ma quale Bonus Fiscale dal governo prodi poi??? ahahaha! e ci credete pure? prima ti aumentano bollo auto, ici e ti abassano gli assegni familiari se hai un figlio disabile e dopo ti danno il premio!

 

si tratta semplicemente di una abile manovra da volponi che ora se la sono fatta addosso dopo la caduta di prodi la settimana scorsa e come la storia dell'abattimento dei costi di ricarica dei telefonini questi 'bonus' alla fine verranno fatti pagare ai contribuenti in un'altra maniera.

 

DICDIC.jpg

 

Prendiamo atto che castano preferirebbe continuare a pagare i costi di ricarica del telefonino (COSTO, VOGLIO RICORDARLO, ILLEGITTIMO, E CHE ESISTEVA SOLO IN ITALIA)...BRAVO CASTANO..COMPLIMENTI... LE COMPAGNIE TELEFONICHE RINGRAZIANO....

L'ici, come ho già spiegato non è stata ad oggi aumentata (ED E' UN FATTO INDISCUTIBILE!!!)... e torno a ripetere che non hanno abbassato gli assegni ai figli dei disabili, ma semplicemente non hanno adeguato gli aumenti degli assegni (che ci sono stati evidentemente!!!) alla tabella relativa alle famiglie con disabili (i cui assegni quindi non hanno subito variazioni!!!...semplicemente non hanno avuto i benefici che gli altri hanno avuto CON LA FINANZIARIA!!!)..e torno a ripetere che il Ministero dell'Economia ha detto che il problema era risolvibile in UNA SETTIMANA per via amministrativa (e chissà che non sia stato già risolto mentre castano fa le sue solite sparate demagogiche e senza alcun fondamento degne del Bagaglino o del TG4).

a DIFFERENZA DEGLI AMICI DI CASTANO, FINORA QUESTO GOVERNO HA ONORATO I SUI IMPEGNI (SUL BREVE TERMINE OVVIAMENTE, VISTO CHE E' IN CARICA DA 9 MESI)..QUINDI L'IRONIA DI CASTANO E' FUORI LUOGO.

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  faranio ha scritto:
a DIFFERENZA DEGLI AMICI DI CASTANO, FINORA QUESTO GOVERNO HA ONORATO I SUI IMPEGNI (SUL BREVE TERMINE OVVIAMENTE, VISTO CHE E' IN CARICA DA 9 MESI)..QUINDI L'IRONIA DI CASTANO E' FUORI LUOGO.

 

MA SI CERTO A PARTE ESSERSI MESSO CONTRO 3/4 DI ITALIA, A PARTE AVERCI RIEMPITO DI TASSE (ADIRITTURA AL PRONTO SOCCORSO!) A PARTE AVER COLPITO I PIU DEBOLI, A PARTE NON ANDARE D'ACCORDO SU NULLA (VEDI MISSIONI ALL'ESTERO, DICO, TAV, PENSIONI ECC.) A PARTE ESSERE CADUTO GIA' UNA VOLTA E A PARTE MANTENERSI CON LO SPUTO, A PARTE TUTTO QUESTO HA ONORATO I SUOI IMPEGNI :lol: :lol: :lol:

 

 

serietà-al-governo.jpg

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Ci volevo aggiungere che la cosa assurda è che mentre voi di centro sinistra non fate che elogiare un governo che casca a pezzi e fa un sacco di sbagli senza curare i problemi reali all'estero considerano l'Italia il malato d'Europa.

 

basta vedere la copertina che Economist ci ha dedicato dopo la prima caduta di Prodi ovvero 'POVERA ITALIA' dedicandoci un articolo che parla di come il livello di illegalità diffuso nel paese e concentrato in modo drammatico in alcune aree pregiudichino la sua competitività, che gli standard di trasparenza siano tra i più bassi tra le democrazie occidentali è irrilevante per chi è impegnato da sempre a polemizzare con i senza potere a difesa del potere consolidato.

 

Pil: Economist, Italia +1,3% nel 2007; peggiore del mondo

6 gennaio 2007 alle 17:00. L’Italia nel 2007 registrerà ancora una volta il tasso di crescita più basso del mondo, pari all’1,3%,

 

Le cattive notizie di inizio anno arrivano dall’Economist che nel primo aggiornamento 2007 delle sue statistiche (che prendono in esame gli indicatori macroeconomici di 43 paesi, area euro inclusa), riconsegna al nostro Paese la palma del peggior andamento economico mondiale per il terzo anno consecutivo, stimando un rallentamento dell’attività produttiva all’1,3% contro l’1,7% del 2006 e l’1,1% del 2005 (Governo Berlusconi).

 

Povera Italia

Modificato da castano_chiaro
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  castano_chiaro ha scritto:
MA SI CERTO A PARTE ESSERSI MESSO CONTRO 3/4 DI ITALIA, A PARTE AVERCI RIEMPITO DI TASSE (ADIRITTURA AL PRONTO SOCCORSO!) A PARTE AVER COLPITO I PIU DEBOLI, A PARTE NON ANDARE D'ACCORDO SU NULLA (VEDI MISSIONI ALL'ESTERO, DICO, TAV, PENSIONI ECC.) A PARTE ESSERE CADUTO GIA' UNA VOLTA E A PARTE MANTENERSI CON LO SPUTO, A PARTE TUTTO QUESTO HA ONORATO I SUOI IMPEGNI :lol: :lol: :lol:

serietà-al-governo.jpg

 

IL TICKET AL PRONTOSOCCORSO PER I FURBI CHE NON HANNO NESSUNA URGENZA E CHE VANNO AL PRONTOSOCCORSO SEMPLICEMENTE PER SALTARE LE LISTE D'ATTESA E' SACROSANTO!!! TICKET CHE TRA L'ALTRO C' ERA GIA' IN LOMBARDIA (E NON MI SEMBRA DI AVERE SENTITO PREOTESTE CONTRO FORMIGONI...MA CERTO...SE LO METTE FORMIGONI A TE IL TICKET STA BENE....)...TI FACCIO NOTARE CHE LE UNICHE REGIONI IN CUI NON C'E' IL TICKET SUI FARMACI SONO DI SINISTRA..IN PUGLIA E' STATO ABOLITO DA VENDOLA...MENTRE CON FITTO C'ERA STATA SOLO LA SOPPRESSIONE DI INTERI REPARTI IN VARIE LOCALITA' DELLA PUGLIA...MOTIVO PRINCIPALE PER CUI E' STATO TROMBATO ALLE ELEZIONI...QUINDI NON MI PARLARE DI SANITA'...CHE' RISCCHI SOLO DI FARE MAGRE FIGURE! (SENZA PARLARE DEI DUE MINISTRI DELLA SANITA' DEL PRECEDENTE GOVERNO..UNO SOTTO PROCESSO E L'ALTRO INDAGATO...PER RAGIONI DIVERSE).

Modificato da faranio
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  Citazione
faranio

 

TI FACCIO NOTARE CHE LE UNICHE REGIONI IN CUI NON C'E' IL TICKET SUI FARMACI SONO DI SINISTRA..IN PUGLIA E' STATO ABOLITO DA VENDOLA

 

Premesso che nei forums scrivere in stampatello e caratteri grandi equivale ad urlare, quindi prevaricare, vorrei sapere come mai quando si tirano in ballo testate autorevoli come il Financial Times o l'Economist sparite tutti dal rispondere alle loro critiche verso l'Italia e il Governo Prodi.

 

quanto alla Puglia dovremmo chiedere a Vendola come mai allora in Puglia della condizione di letterale schiavitù in cui sono ridotti i raccoglitori di pomodori non da singoli senza scrupoli ma da una autentica industria criminale fondata su sfruttamento, violenza ed omertà e che avviene nella piu totale indifferenza di istituzioni e società civile.

 

oppure si potrebbe parlare di Napoli una città governata dal centro sinistra, una città sfuggita alle istituzioni dominata da una ramificazione criminale capillare che la devasta ogni giorno di più.

 

bisognerebbe domandare alla gente di napoli e della puglia come è intervenuto questo governo prodi.

 

cmq al dilà delle tue risposte propagandistiche resta pure delle tue idee e continua a vedere bene dove non c'è, evidentemente vivi in una condizione socio-economica che ti consente di non essere razionale come chi al contrario è costretto a farsi i conti in tasca per arrivare a finire il mese e dove anche un extra di pochi euro unito ad un altro extra di pochi euro fanno una somma capace di mettere in serie difficoltà le famiglie più bisognose.

 

nb: ad ogni modo tempo che si arrivi al TAV e alle riforma delle pensioni ecc. e Prodi tornerà a casa e definitivamente e quest'incubo per l'Italia finirà.

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  castano_chiaro ha scritto:
nb: ad ogni modo tempo che si arrivi al TAV e alle riforma delle pensioni ecc. e Prodi tornerà a casa e definitivamente e quest'incubo per l'Italia finirà.

Invito castano a continuare con le sue previsioni su questo forum, specie in vista di votazioni al senato, portano bene :lol: :lol: :lol:

 

  castano_chiaro ha scritto:
è costretto a farsi i conti in tasca per arrivare a finire il mese e dove anche un extra di pochi euro unito ad un altro extra di pochi euro fanno una somma capace di mettere in serie difficoltà le famiglie più bisognose.

le famiglie + bisognose sono quelle che hanno avuto il reddito incrementato (anche i ricchi piangano, ti ricordi il mega yacht?? :D ), mentre quelle + ricche pagano qualche decina di euro al mese di tasse in più...... 'na tragedia!!!!

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  Anyway ha scritto:
Invito castano a continuare con le sue previsioni su questo forum, specie in vista di votazioni al senato, portano bene :lol: :lol: :lol:

 

Piu che di previsioni parlerei di fatti visto che sui Dico (Notizia di oggi) l'Unione sta già litigando e per sabato prossimo bertinotti e pecoraro hanno già organizzato una manifestazione di protesta a roma.

 

dureranno? no.

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Allora, di fronte alle ultime farneticanti affermazioni di Castano, senza capo né coda, ho deciso che non gli risponderò più, quindi invito Castano a non rivolgersi più al sottoscritto nei suoi interventi, e di evitare in futoro di citarmi. Mi rivolgo quindi per l'ultima volta a Castano, postando l'articolo di oggi del Corriere in cui si evince chiaramente che non tutte le compagnie telefoniche hanno aumentato le tariffe (Tim ha lasciato invariati i vecchi piani tariffari...io domani passo da Wind a Tim :ok2: ) e anche laddove c'è stato un lieve aumento con l'abolizione dei costi di ricarica c'è comunque un risparmio rispetto a prima. Ma questo a castano non va giù perchè è il risultato di un decreto emanato da un governo di centro-sinistra. Invito comunque tutti ad avere compassione per un caso umano, e a non infierire.

 

 

 

Anche Vodafone cancella i costi fissi. L'unica che si oppone è Wind Addio ricarica. E si rivede la concorrenza

 

 

Le compagnie telefonice varano nuove formule per cercare di aumentare il traffico. Dai bonusi di 3 alle schede flessibili di Tim STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

MILANO - Tim che s'inventa le schede con prezzo «personalizzato». 3 Italia che regala, per un paio di mesi, il 50% di traffico telefonico. E Wind che sfida apertamente la legge, mantenendo intatto il «contributo» di ricarica sulle schede dei vecchi clienti. Lunedì entra in vigore il decreto che azzera i costi fissi sulle carte dei cellulari e gli operatori corrono ai ripari per limitare i danni (che possono arrivare al 10% dei loro ricavi). Ma ciascuno lo fa a modo proprio. Con misure tanto diverse da poter influenzare profondamente l'atteggiamento degli utenti e, dunque, rimescolare i rapporti di forza sul mercato.

La base di partenza è quella indicata nella seconda «lenzuolata» del ministro Bersani. Oltre all'abolizione dei «contributi», il decreto prevede che i clienti debbano avere sempre a disposizione il credito che hanno acquistato (niente più limite di un anno, dunque) e che gli operatori dovranno restituire questo credito quando il cliente decide di passare a un altro operatore. Ieri, poi, l'Authority per le Comunicazioni ha anche deliberato che le compagnie telefoniche dovranno informare con chiarezza i clienti di tutte le voci che compongono l'effettivo costo del traffico, con prezzi riferiti a preciso arco di tempo.

La prima ad allinearsi al nuovo corso sarà 3 Italia, che già da oggi (con tre giorni d'anticipo sull'entrata in vigore del decreto) abolirà i costi di ricarica, senza ritoccare all'insù gli attuali profili tariffari. Anzi, ai nuovi clienti che attiveranno entro il 30 aprile una nuova ricarica da 20 euro verranno «regalati», tra maggio e giugno, altri 10 euro di credito. L'obiettivo, ovviamente, è quello di tamponare il calo di introiti con un aumento del traffico dei clienti. E a spingere i consumi telefonici ci prova anche Tim, che si adeguerà al decreto Bersani senza aumentare le tariffe ma introducendo una formula inedita: nuove ricariche «flessibili» di pochi euro ciascuna (taglio minimo 5 euro) che potranno essere incrementate, in qualsiasi momento, anche con un solo euro. Quasi un «usa e getta». Esempio: chi deve fare solo un paio di telefonate per organizzare la serata con gli amici non farà che usare gli spiccioli che si trova in tasca in quel momento.

Quanto a Vodafone, ha annunciato che abolirà i «costi» di ricarica già dal 4 marzo senza rincari di prezzo per gli utenti. La società italiana del gruppo britannico ha infatti confermato gli attuali piani tariffari, ma ne ha introdotto anche uno nuovo, You & Vodafone, che ribilancia il basso prezzo delle telefonate con un incremento da 15 a 19 centesimi dello scatto alla risposta. In più, Vodafone è finora l'unica compagnia che ha resi noti i criteri di restituzione del credito ai clienti: l'operazione costerà però all'utente 8 euro, giustificati dalla società come «spese vive» che deve sostenere, come previsto dal decreto Bersani.

Wind, infine, è l'unico operatore ad aver scelto di rispondere al provvedimento di legge con un «no». La società controllata dall'imprenditore egiziano Naguib Sawiris intende infatti mantenere i «contributi fissi» sulle ricariche sotto i 50 euro di tutti gli attuali 15 milioni di clienti. Una strategia messa a punto dopo un lungo consulto con i propri legali. Ma ha contemporaneamente lanciato tre nuovi piani tariffari, senza «costi di ricarica», che prevedono, a seconda dei casi, un aumento del prezzo delle chiamate o dello scatto alla risposta.

Giancarlo Radice

02 marzo 2007

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  castano_chiaro ha scritto:
Piu che di previsioni parlerei di fatti visto che sui Dico (Notizia di oggi) l'Unione sta già litigando e per sabato prossimo bertinotti e pecoraro hanno già organizzato una manifestazione di protesta a roma.

 

dureranno? no.

Caro castano, preferisco una coalizione che litiga sui Dico, ma sarebbe meglio dire discute, visto che le varie posizioni in campo mi sembrano tutte rispettabili, al tuo amato cdx, nel quale le voci contrarie alla linea dettata dal capo non si possono esprimere. Che fine hanno fatto i laici liberali, i socialisti, i radicali di cdx, non si sente nessuno che dica che i diritti/doveri delle unioni di fatto sono da difendere. Tralasciando oltretutto il fatto che i vari leader sono tutti pluridivorziati/risposati/conviventi, e la cosa se permetti fa un po' ribrezzo. A te invece questa linea piace?

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  Anyway ha scritto:
Caro castano, preferisco una coalizione che litiga sui Dico, ma sarebbe meglio dire discute

 

Aniway una coalizione che discute non scende in piazza a manifestare contro se stessa cosa del resto già capitata per l'afghanistan e la base usa. mi rendo conto che vi sentite tremnare la terra sotto ai piedi ma è la realtà delle cose ad essere cosi.

 

purtroppo questa paura a persone come faranio fa un brutto effetto e lo costringe a postare a manetta a caratteri cubitali ma non è colpa sua :lol:

 

certo se litigano sui Dico come hanno fatto sull'Afganistan allora forse è la volta buona che prodi fa il bis e torna a casa definitivamente.

 

del resto voi di centro sinistra avete una maggioranza cosi arrisicata che basta uno sputo per mettervi Ko :lol:

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