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Attentati A Londra: Numerosi Morti E Feriti


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mai visto dal vivo???io si,all'aermacchi di venegono mentre provavano l'MB346......secondo me potrebbe far cambiare qualche idea,se non altro sulle case dei parenti dei kamikaze.....

 

a proposito,chiamare kamikaze quei topi di fogna e' quasi ad innalzarli ad un mito.......sono solo pezzi di cacca suicidi

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andare a bombardare le case dei parenti dei kamikaze dici? ci mancherebbe solo questo! come fai vai a bombardare le case una per una? e se sono inglesi come quelli di Londra sganci bombe tra Piccadilly Circus e Regent Street? oppure vai a buttar bombe in altri paesi arabi ma devi prima assoldare un detecticve che ti dice dove abitano i parenti del kamikaze!!

 

il problema è nei nostri paesi. l'aspetto drammatico è questo. ho letto l'intervista ai genitori del giovane kamikaze del Bus sai che hanno detto? che il figlio era un ragazzo modello, studioso e che loro nemmeno immaginavano cosa stava per fare (e gli credo).

 

io sono convinto che ad Al-Queda abbiano qualche strumento innovativo per annullare la psiche di certi individui altrimenti non si spiega. è incompresibile come giovani nativi di un altro paese e con tanto di laurea decidano di immolarsi per qualcosa di cui non vedranno il risultato. chi si è fatto il cul.o sui libri (ed erano anche lauree toste), non butta tutto nel cesso cosi'.

 

poi dimmi come fai a stanarli tutti? volete capire che quelli sono capaci di stare fermi per mesi. hanno già gli esplosivi pronti dopo un giorno gli arriva una telefonata e qualcuno gli da una piantina e degli ordini da eseguire. cosi sarebbe accaduto per il chimico egiziano iscritto alla facoltà di Leeds che avrebbe impartito le strategie e creato le bombe per i giovani kamikaze di Londra.

 

si dovrebbero perquisire a tappeto tutte le città, palazzi, case singole, baraccopoli di periferia, fogne, depositi, terre, una cosa impossibile insomma.

 

la verità è che non abbiamo possibilità di intervenire se non ad attentato avvenuto, raccogliendo i pezzi dei cadaveri dilaniati dalle esplosioni e piangendo i nostri morti innocenti.

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Bombardare le case dei parenti dei terroristi (o comunque demolirle con le ruspe) è una pratica che da tempo gli israeliani adottano nella striscia di Gaza.

 

Le macerie delle case abbattute accrescono la rabbia, diventano un simbolo per tutti i palestinesi e costituiscono uno stimolo in più per molti giovani a votarsi alla guerra santa e diventare, a loro volta, dei kamikaze.

Le organizzazioni terroristiche provvedono inoltre a fornire alle famiglie dei "martiri" sacrificatisi per la causa anti-sionista degli indennizzi in denaro molto cospicui

 

L'attentato di ieri in Turchia, prima ancora quello di Londra....ho la sensazione che l'odio degli integralisti islamici contro l'Occidente, in questi ultimi tempi, sia tornato a ribollire. Mi auguro che quest'estate non accada niente di tragico in qualcuna delle rinomate località turistiche, stracolme di allegri e spensierati turisti occidentali.

 

Torno a ripetere quanto scritto prima : tutti gli attentati finora compiuti portano con sè la solita firma e la stessa implacabile rivendicazione : continueremo a colpire i paesi che appoggiano gli USA nella guerra in Iraq e che mostrano accondiscendenza verso la loro politica di espansione economica.

 

A volte ho la sensanzione che il mondo sia diventato un treno in corsa senza più macchinista.

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beh,di natura io non sono un soggetto portato a porgere l'altra guancia,se mi sento in pericolo,o peggio attaccato frontalmente ,rispondo.......e,a questo punto,come ha recentemente scritto la fallaci in un trfailetto di giornale,dobbiamo considerarci in guerra,ed in guerra si muore.........non e' affar mio se i parenti dei camicaze londinesi non sapevano,non immaginavano ........NON volevano......forse e' arrivato il momento di apllicare leggi "mafiose",o del taglione,o mettetela come volete,ma a questo punto,l'unico modo per fermare quei topi di fogna siucidi (non sono kamikaze,i kamikaze erano giapponesi e si abbattevano contro le portaerei non negli uffici postali)e' farla pagare ,duramente,alle loro famiglie.....spiace ma forse prima di commettere un'attentato contro di noi ,devono pensare che al piu' tardi dopo due giorni la loro famiglia,la loro casa e cio' che gli sta intorno sara' rasa al suolo e sterminata.........non vedo altre regole di un gioco che adesso sta stufando,e' solo questione della nostra MOLLEZZA se ancora non abbiamo risposto al fuoco in maniera determinata

 

solo 60 anni fa ci sia scannati crudelmente tra noi,gli USA,in diversi raid aerei del 44 sulla citta' di dresda,fecero piu' vittime civili della bomba atomica di hiroshima,questo per fermare il nazismo,alla fine ci sono,sacrificando molte vite ,riusciti.......adesso loro stanno stufando,questa e' una questione di convivenza impossibile tra chi sta da una parte e chi dall'altra.......fosse per me farei come ho detto,per cominciare

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sono d'accordo con la durezza ma queste persone hanno messo in conto di perdere la vita cosa vuoi che gli importa dei loro familiari?

 

poi scusa se i genitori come nel caso dell'inglese-pakistano davvero si sono dissociati cosa fai li ammazzi? ammazzi degli innocenti? cosi si rischia di entrare in una spirale di violenza che non finisce piu'.

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ecco cosa viene insegnato a quei pezzi di m.e.r.d.a dei terroristi: un bravo combattente, aspirante martire, deve avere pazienza, nel senso che ove si dovesse trovare pronto per farsi esplodere e ci fossero soltanto 10 persone, deve saper attendere che le persone presenti diventino almeno 30, in modo da mandare all'altro mondo più infedeli possibili, perché assassinare degli infedeli non islamici è buona cosa...."

 

per i moderatori, il termine pezzo di m.e.r.d.a. mi sembra piu' che appropriato.

 

nb: considerazione fondamentale: ma lo sapevate cosa dice il Corano di chi si toglie la vita per ammazzare i suoi simili? che va all'inferno. ma ai i fanatici islamici contemporanei viene insegnato che gli USA e gli occidentali rappresentano una superpotenza mondiale che minaccia le loro radici la loro cultura e la loro religione. ai kamikaze nelle scuole coraniche si racconta che si risveglieranno in paradiso, circondati da 72 vergini disposte a soddisfare ogni loro desiderio. in un servizio giornalistico asseriva che la BBC che la Jihad islamica aveva aperto una 'scuola estiva' per martiri, dove s'insegna a xxxxx tra i 12 e i 15 anni non solo che è bene uccidere, ma anche che è bene morire. come allora se il Corano vieta immolarsi? perchè la Jihad rappresenta per tutti i musulmani partecipare alla lotta per difendere i valori dell'Islam ed è un dovere e viene propinato dal fatto che il martire raggiungerà il piu alto livello del Paradiso dicendo ai martiti che 'Il Corano dice che Allah perdona tutto a un martire tranne i debiti e nota quasi da ridere, nel testamento di un kamikaze hanno trovato scritto testuali parole: Pagate per me l’ultima rata del mio telefonino!

 

le foto invece sono drammatiche, armi piu grandi dei bambini che le impugnano. questi xxxxxni non vivono la loro infanzia e arrivano adulti pieni d'odio.

 

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Modificato da castano_chiaro
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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editori...llettuale.shtml

 

Grazie soltanto ad Allah, la preghiera e la pace all'ultimo dei profeti. Sappi o miserabile, o apostata di nome Sayyid al-Qimni, che cinque fratelli monoteisti, leoni della Jihad, sono stati arruolati per ucciderti. Hanno giurato a Dio di acquisire le sue grazie tagliandoti la testa. Sono determinati a farsi rimettere i loro peccati facendo scorrere il tuo sangue. Ciò in ottemperanza all'ordine del supremo profeta: chi cambia la propria religione uccidetelo ». Firmato: Gruppo della Jihad, Egitto.

 

La condanna a morte è arrivata per posta elettronica al suo indirizzo e-mail personale .

 

Lui, al-Qimni, 58 anni, dottore in filosofia, è un intellettuale laico impegnato nella riforma moderata dell’islam. La vera notizia è che al-Qimni, autore di decine di saggi e firma prestigiosa del settimanale governativo Rose El Yossef, ha appena annunciato il proprio «pentimento e dissociazione da tutte le blasfemie scritte», nonché la decisione di «rinunciare alla scrittura definitivamente ». «Ammetto che la morte, spezzando la mia penna, sarà una lenta agonia perché la mia penna è la massima aspirazione della mia vita e dello spirito che respiro— ha rivelato al sito liberale www. elaph.com — ma con questa decisione mi resterà il tempo per accudire i miei figli». Nel loro comunicato i terroristi del Gruppo della Jihad gli avevano dato un ultimatum di una settimana per pentirsi.

 

Succede oggi in Egitto, retto da un regime formalmente laico. La decisione di al- Qimni non è solo l’ammissione della sua impotenza a fronteggiare il terrorismo islamico. E’ anche una denuncia di uno Stato che non è in grado di difendere la vita di un libero pensatore.

 

Così come accadde l’8 giugno del 1992 quando i terroristi della Gamaa al-Islamiya assassinarono al Cairo l’intellettuale Farag Foda. In quell’occasione il più insigne teologo islamico, Mohammad al-Ghazali, appartenente al movimento dei Fratelli Musulmani, legittimò in tribunale l’attentato terroristico: «L’uccisione di Farag Foda è stata di fatto l’esecuzione della punizione nei confronti di un apostata che lo Stato non aveva attuato». Lo stesso al-Ghazali nel 1959 aveva condannato di apostasia il premio Nobel per la Letteratura Naguib Mahfouz per il romanzo «Il rione dei xxxxx », condanna che ispirò il tentativo di assassinare Mahfouz nel 1994.

 

Ma succede anche in Francia. Dove l’intellettuale laico tunisino Lafif Lakhdar è stato condannato a morte da Rached al- Ghannouchi, leader del movimento fuorilegge «Al Nahda», la sigla che rappresenta i Fratelli Musulmani in Tunisia. Giurista e editorialista, Lakhdar è stato uno dei promotori di un Appello al segretario generale dell’Onu per l’istituzione di un Tribunale internazionale contro il terrorismo.

 

Da anni Lakhdar ripete che bisogna «prosciugare le fonti della cultura del martirio, ossia del suicidio e delle decapitazioni, depurando i programmi scolastici dai concetti della guerra santa e del martirio, insegnando la filosofia, i diritti dell’uomo, la storia comparata delle religioni, la psicologia». Ebbene sapete da dove al-Ghannouchi ha emesso la condanna a morte di Lakhdar? Da Londra, che gli ha concesso asilo politico al pari di decine di predicatori dell’odio che hanno istigato migliaia di militanti islamici di tutto il mondo alla guerra santa contro l’Occidente e contro gli stessi musulmani moderati. E il risultato, tragico, lo si è visto lo scorso 7 luglio con l’esordio di quattro kamikaze con cittadinanza britannica che si sono fatti esplodere a Londra.

 

Una cultura della morte che è stata denunciata nell’ultimo commento scritto da al-Qimni sul numero di Rose El Yossef del 2 luglio scorso: «Quando gli israeliani uccidono anche un solo combattente palestinese, esplode la rabbia e la protesta. Ma nessuno si smuove di fronte al bagno di sangue di migliaia di innocenti in Iraq. I nostri giovani non hanno mai protestato contro la banda di al-Zarqawi e chi la sostiene, mentre decapitano degli innocenti. Continuiamo a ripetere che si tratta di un complotto americano e alcuni di noi definiscono tutto ciò come "resistenza". Ma dove è finito l’intelletto arabo? ».

Si dovrebbe dire che è finito nella paura.

 

Paura del terrorismo islamico che massacra indiscriminatamente. Ma anche paura dei governi musulmani e occidentali che lasciano mano libera ai predicatori dell’odio e non difendono i musulmani laici e moderati che si battono per la sacralità della vita di tutti.

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Al Qaeda gioca sulla nostra tolleranza e bontà. Sfrutta la tendenza al senso di colpa del mondo sviluppato, ma pensare che cambiando i nostri comportamenti Al Qaeda cambierebbe i suoi è un errore di dimensioni catasfrofiche.

 

Le sue motivazioni non sono basate su un'ingiustizia ma su un'ideologia.

Modificato da Brasileiro
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quindi tu dici che Al Queda è un pericolo per gli stessi paesi arabi?

 

io dico una cosa che secondo me è alla base di tutto. ogni paese democratico come l'Italia ha avuto fenomeni di terrorismo interno (politico), come le Br, l'Eta in Spagna, l'Ira in Irlanda. ogni paese si è attivato per rimuovere il terrorismo e almeno nel caso delle Br ci siamo riusciti.

 

quello che io dico è che i paesi arabi non fanno nulla per combattere internamente Al Queda perchè un po per loro rappresenta un'arma contro gli Usa e l'Occidente. non credete cioè che gli Usa dopo tutti gli attentati e questo clima di terrore ci penserebbero 100 volte prima di fare la stessa cosa dell'Iraq con l'Iran?? io dico di si.

 

e non credete che in caso di prossime 'invasioni' di altri paesi arabi accusati di terrorismo i paesi dell'ONU ci penserebbero 100 volte prima di appoggiare Bush?? si. allora Bin Laden ha già raggiunto uno dei suoi obiettivi.

 

io dico allora che i paesi arabi (Arabia Saudita, Afghanista, Pakistan, Siria, Libano, Iran ecc.) fanno solo operazioni di facciata ma alla fine non fanno nulla di serio contro Al Queda e il terrorismo islamico.

 

se i terroristi islamici si sentissero loro tremare la terra sotto ai piedi, se si sentissero cercati realmente, se non ricevessero appoggi e coperture (Bin laden si è operato in una clinica dell'Arabia Saudita!), se si annientassero i loro campi di addestramento e venissero chiuse quelle scuole coraniche dove si formano i giovani all'odio per l'occidente allora quelli presenti nei nostri paesi si sentirebbero pesci fuor d'acqua e sentirebbero il senso del fallimento.

 

seconda cosa: fare un lavoro serio alle frontiere, identificare e schedare tutti proprio tutti.

 

le strade ci sono per perseguire un lavoro di intelligence serio ma deve iniziare in primis nei loro paesi altrimenti questi qui avranno sempre basi logistiche a loro disposizione e finanziamenti senza fine. forse non tutti lo ricordano ma le operazioni in borsa nei giorni precedenti le Twin Towers subirono un'impennata segno che molti sapevano, chi? le finanziarie.

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quindi tu dici che Al Queda è un pericolo per gli stessi paesi arabi?

 

 

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...ibroallam.shtml

 

I miei giorni sotto scorta per la minaccia di Hamas

 

Da circa due anni vivo sotto scorta per la minaccia dei terroristi islamici a cui si sono rapidamente aggiunte altre minacce di nazionalisti arabi, estremisti di destra e di sinistra in Italia.

 

Sto sperimentando sulla mia pelle sia «l'islam che mi fa paura » sia la globalizzazione dell'estremismo ideologico e del terrorismo.

 

Ed è proprio la saldatura della fenomenologia eversiva tra i gruppi radicali nei Paesi musulmani e in Occidente ciò che ha trasformato anche l'Italia in un caposaldo e in un bersaglio del terrorismo islamico.

 

Ero appena rientrato a KuwaitCity dopo una visita nel sud dell'Iraq liberato dalle forze anglo-americane quando, verso la metà del mese di aprile 2003, fui informato dall'Italia che ero oggetto di una minaccia da parte della dirigenza di Hamas, il movimento terroristico islamico palestinese. La mia colpa era di aver fermamente condannato gli attentati terroristici dei kamikaze palestinesi che mietono tante vittime tra i civili israeliani.  L'ordine impartito era preciso: se avessi continuato a contestare il terrorismo dei kamikaze palestinesi, mi avrebbero ucciso. (...)

 

L'editore della «Repubblica», Carlo DeBenedetti, a cui mi legava un rapporto di rispetto e simpatia, mi aveva proposto di partire per un po' di tempo negli Stati Uniti. Era un modo sia per sparire dalla circolazione sia per approfondire le tematiche del terrorismo islamico in chiave americana. Senonché quando era tutto pronto per il mio primo viaggio in America, xxx Folli, neodirettore del «Corriere della Sera», mi propose di passare al più prestigioso giornale d'Italia con la qualifica di vicedirettore ad personam. Era una di quelle proposte che non si possono rifiutare. L'intesa fu siglata il primo luglio ed entrò in vigore dal primo settembre 2003. Poco dopo il rientro in Italia dal Kuwait cominciò la mia vita sotto scorta. (...)

Non è un benefit offerto a titolo onorifico. Sinceramente avrei di gran lunga preferito non avere la scorta. Perché rappresenta una pesante limitazione della libertà personale e, nel mio caso specifico, un ostacolo non secondario nell'esercizio della mia professione di giornalista. Da quando ho la scorta sono stato costretto a molte rinunce nella mia vita privata, così come non ho più potuto svolgere il mio mestiere come prima. (...)

 

Alla fine mi sono convinto che, nonostante i problemi che il servizio di scorta pone, io ho il dovere di accettare la protezione che mi viene offerta, per me, per i miei figli e per i miei cari, così come ho il diritto di continuare a testimoniare tramite il mio lavoro giornalistico e il mio impegno civile la mia fede nella sacralità della vita di tutti.

 

Ecco perché ho deciso di accettare lemisure necessarie atte a sconfiggere i piani criminali di coloro che non esitano a uccidere. (...)

 

Torniamo alla specifica minaccia di Hamas. Non vi nascondo che lo stupore era tanto: come è possibile che un'organizzazione terroristica palestinese, radicata a Gaza e prevalentemente attiva nei territori palestinesi, mostri interesse per quanto scrive e dice un giornalista italiano di origine egiziana in Italia? (...)

 

La lingua italiana, lo dico con rammarico perché ne sono un fervido estimatore, è di fatto ininfluente al di fuori dei nostri confini nazionali. Possibile allora che la dirigenza di Hamas a Gaza si siamessa a vagliare gli articoli e i discorsi in lingua italiana di Magdi Allam, sentenziandone quindi la condanna a morte?

 

Messo così il discorso non regge.

 

Ma se invece consideriamo la dimensione globalizzante che ahimè dopo i mercati, le finanze e l'informazione concerne anche il terrorismo, allora nel discorso si può trovare un qualche filo logico.

 

L'Italia — per proprie colpe, ingenuità e connivenze —è diventata una piazza di rilevante importanza per l'attività del movimento internazionale dei Fratelli Musulmani a cui fanno riferimento, sul piano ideologico, politico e organizzativo sia Hamas sia l'Ucoii (Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia).

 

Partendo dal presupposto che Magdi Allam e più in generale i mass media italiani non dovrebbero interessare più di tanto alla dirigenza di Hamas a Gaza, se invece si rileva che questo interesse esiste, ne consegue che a innescarlo sia qualcuno che risiede in Italia. Che parla bene l'italiano. (...)

 

Dunque, la prima ragionevole riflessione è che la fonte che ha individuato e valutato la minaccia rappresentata da Magdi Allam non può che essere interna all’Italia.

 

La seconda ragionevole riflessione è che tale fonte debba avere non solo un collegamento ordinario, ma un rapporto organico e privilegiato con la dirigenza di Hamas. (...)

 

Oggi non solo i nostri servizi segreti ma anche le alte cariche dello Stato esprimono il convincimento che ci sia una «doppia cabina di regia» dietro il terrorismo che colpisce gli italiani in Iraq, dal momento che è del tutto evidente la sua capacità di interferire e condizionare la realtà interna italiana con una scelta dei contenuti, l'individuazione dei referenti politici e una precisione di tempi che risulta sempre più stupefacente e sconcertante.

 

di Magdi Allam 

Modificato da Brasileiro
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Concordo in parte,la guerra santa esportata nn ha come fine l'integrazione multiculturale (semmai l'opposto),possibile proprio anche grazie a gesti tanto pragmatici quanto discutibili quali quello di Blair.

 

C'è di vero su cui riflettere che il gesto preso in senso teorico perpetuerebbe il permanere di quella stessa fondamentale questione che è la mai avvenuta scissione nella cultura e nel diritto islamici tra cosa civile e cosa religiosa.

 

Ma è una lettura che mal si adatta alla figura spregiudicata di Blair,che rimane certamente il politico più efficace e carismatico degli ultimi 10 anni,proprio xchè caratterizzato da ignoranza di schemi prammatici di appartenenza culturale e/o politica.

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Anche io concordo in parte, ma l'articolo mi pareva degno di nota. Blair con questa mossa ha voluto, secondo me, proteggere i molti cittadini inglesi di fede musulmana da attacchi isterici ed indiscriminati da parte di cittadini inglesi che non si ritrovano in tale confessione sulla spinta del clima prodotto dagli attentati.

 

Se la vediamo da questo punto di vista ha fatto bene, perchè non deve passare l'idea che tutti i musulmani siano fanatici, e occorre (come diceva Magdi Allan in un precedente articolo) dare visibilità e appoggio a posizioni moderate che tentano e vogliono un dialogo. E occorre "educare" la gente comune (che pensa e giudica al 99% superficialmente) a non fare di tutta l'erba un fascio.

 

Detto questo è vero però che

Intanto noi oggi, plaudendo alla loro condanna del terrorismo nel nome del Corano, li abbiamo già legittimati come referenti giuridici, abbiamo attribuito loro un potere che abbraccia la sfera della rappresentatività religiosa e politica. Come potremmo in un domani dire loro ci andavate bene quando condannavate le bombe di Madrid e Londra, manon ci andate più bene quando osannate lebombedi Gerusalemme e Bagdad? Inoltre, una volta istituito il doppio binario giuridico, una volta accreditata la sharia in Occidente come fonte legittimante dei valori e della vita dei musulmani, come potremmo rifiutare e denunciare le fatwa emesse da altri sedicenti imam, ulema o mufti? Cosa farà l'Occidente di fronte allo scontro tra opposte fazioni islamiche che si delegittimano e condannano a vicenda a suon di fatwa?

 

In uno scenario cosi complicato non ci sono quindi decisioni giuste al 100% purtroppo, ci sono solo decisioni migliori da distinguere da quelle peggiori o sbagliate. Chi punta il dito con grande facilità dovrebbe avere ciò ben chiaro in mente.

 

Brasi

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C'è di vero su cui riflettere che il gesto preso in senso teorico perpetuerebbe il permanere  di quella stessa fondamentale questione  che è la mai avvenuta scissione nella cultura e nel diritto islamici tra cosa civile e cosa religiosa.

 

Questo è esattamente il cuore della questione. La separazione tra etica e legalità, principio base dello stato moderno e di diritto nella cultura occidentale. (Separazione che è avvenuta dopo molti secoli in cui i due concetti erano fusi).

 

La liberta civile che garantisce la libertà religiosa. La religione come momento privato e collettivo all'interno di regole condivise dalla comunità per vivere al meglio la vita terrena senza la prospettiva di una "ricompensa" ultraterrene.

 

La legalità come recinto dell'etica e non viceversa.

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a me la cosa che fa rabbia che poi alla fine è come l'italiano mafioso, si tende a ragionare per stereotipi e invece non è cosi'. a roma ci sono migliaia di islamici che lavorano onestamente e pagano le tasse.

 

purtroppo ne bastano 2-3 per fare una strage. occorrerebbe trovare il modo per far si che gli stessi musulmani soprattutto Sultani, Imam, Re e Presidenti dei paesi arabi di spicco, diffondessero messaggi soprattutto radio e televisivi che il vero islam condanna questa violenza gratuita.

 

ad esempio in Itaia negli 'anni di piombo' c'erano trasmissioni televisive e radiofoniche incentrate sul terrorismo, sui motivi, i moventi ecc.

 

perchè anche emittenti come Al Jazera, Al Manar, El Arabia ecc. non fanno lo stesso diffondendo messaggi di persone autorevoli del mondo arabo moderato?

 

oltretutto oggi va tutto sul satellite ed è importissimo.

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per 2 motivi semplici:

 

-Al jazera nn è tenuta a parlare a nome del popolo,l'informazione libera e 'terza' non esiste come concetto nell'islam.E' una struttura simil/occidentale dietro alla quale non c'è nulla di chiaro e trasparente come e quanto dovrebbe esserlo una emittente libera.

E' una confezione soltanto simile, con dentro un oggetto diverso.

 

-Il popolo islamico per definizione non partecipa alla vita attiva politica e sociale,che d'altro canto nn esiste da par suo.Le definizioni sono assenti dal vocabolario.

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Ci si potrebbe chiedere anche perchè sotto la spinta di questi attentati, le frange piu moderate delle comunità islamiche in Europa e in USA non prendano una iniziativa pacifica di grande visibilità per manifestare il loro dissenso da questi atti e metodi.

 

Pensate ad una "giornata mondiale" delle comunità islamiche per manifestare contro il terrorisimo e anche contro la guerra in Iraq, con manifestazioni in tutte le capitali europee.

 

Sarebbe una sconfitta incredibile per il terrorismo vedere migliaia e migliaia di fedeli musulmani dire NO al terrorismo. Sarebbe una lezione morale incredibile per i leader occidentali che praticano una politica aggressiva nel Medio Oriente.

 

Perchè secondo voi non lo fanno? Perchè NESSUNA di queste comunità ha MAI avuto l'idea di intraprendere una azione coordinata di questo tipo, a sostegno delle società dove possono svolgere la loro esistenza secondo i loro costumi e abitudini?

 

Chi vuole risponda..... :)

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Ancora una volta... xchè il "mondo musulmano" così inteso nn esiste,essendo lo stesso suddiviso e scisso più che unito nella comune osservanza del corano e delle sue emanazioni.Impossibile organizzare correnti religiose tanto lontane anche se non esteriormente e per un occidentale.

 

dopodichè c'è indubbiamente un senso di contrapposizione ideologica e inevitabilmente sociale anche nel musulmano + moderato,troppo diversi i modelli di riferimento etico da nn dover far pensare ad una naturale incompatibilità corretta con la forza della volontà e mica sempre.Tolleranza significa questo,al di là di facili omissioni.Ma insomma

per dirla in breve è chiaro che un pò ci marciano.

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allora...a chi dice la situazione sta migliorando dopo le due guerre e che le guerre erano inevitabili...domanda: lo credete ancora?o devono venire sotto casa vostra per farvi ricredere?

stiamo marciando (e marcendo) alla media di 1 attentato (fatto da 4 autobombe..quindi ogni attentato è composto in realtà da 4 attentati distinti) al giorno...ma vi rendete conto???

Anlan non posti più vero?te che hai avuto anche il coraggio di scrivere i miseri (si fa per dire) 5 attentati nell'arco di 8 anni per dimostrare che gli attentati esistevano dapprima e di dire che in iraq ci sono state "le elezioni, non perfette , ma elezioni".... ti prego vieni di nuovo a scrivere che la situazione sta nettamente migliorando dopo l'intervento in iraq ti prego!!!

 

 

ps... 13 attentati in tre anni.... shhhhhhhhhh

Modificato da harlequin
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