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Dott. Massimo Morselli

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  1. Sicuramente l'intervento è stato fatto a regola d'arte, ma quello che io attendo di vedere è il risultato a distanza, cioè l'aspetto del cuoio capelluto 12 mesi dopo un intervento che abbia comportato l'estrazione di qualche migliaio di FU.
  2. Dott. Massimo Morselli

    Caro Morselli...

    Se avessi detto che le due tecniche sono “identiche” avrei dato dell’imbecille all’amico Billie Rassman, che dopo 5 anni di sperimentazione avrebbe pubblicato un lavoro svolto assieme a numerosi colleghi ricercatori per presentare le vecchie isole…! Non ho ritrattato niente, ripeto che l’espressione “identiche” mi è stata attribuita gratuitamente: comunque anche se le due tecniche non sono identiche, c’è ben poco di nuovo nella FUE rispetto alle vecchie isole. Assolutamente no: è proprio il tipo di espianto a differenziare le due tecniche, mentre l’impianto è identico se lo si paragoni a quello di isole ricavate con punch da 0,6 – 1 mm utilizzati da oltre 20 anni per questo scopo. Ed è inutile che Cole continui a paragonare la FUE con i punch per isole da 4 mm, non ha senso. Non ho rettificato proprio nulla, sono piuttosto in attesa che il buon Cole riempia due notevoli carenze nei suoi verbosi commenti: 1) Visto che ha affermato che il test FOX proposto da Rassman è “superato”, perché non ha mai descritto in una pubblicazione scientifica la sua prodigiosa tecnica che gli consente di estrarre intatte tutte le FU? Converrete che pubblicare su una rivista “peer” è più scientifico che invitare a vederlo a Torino. 2) Visto che afferma che dopo la FUE ci si può rasare a zero (non a 3 mm, “a zero”), perché non ha mai mostrato una solo foto di un suo paziente rasato a zero dopo un anno dall’intervento?
  3. Se le fibre sono di buona qualità e impiantate correttamente questo problema non sussiste. Non impianto i capelli artificiali, che considero una tecnica più adatta ai dermatologi che ai chirurghi, per varie ragioni. Purtroppo non è possibile impiantare capelli propri nè eterologhi, cioè di un altro individuo, l'organismo li rigetta come corpi estranei. Diverso è l'autotrapianto, che più che un trapianto di capelli è in realtà un autotrapianto omologo di tessuto cutaneo (il follicolo) contenente il capello. E' probabile che lo scarso attecchimento dei grafts troppo "puliti" dal tessuto follicolare sia dovuto proprio all'insufficiente spessore della guaina follicolare che separa il capello dalla parete della cavità destinata ad accoglierlo.
  4. Potrei anche essere d’accordo, ma ho inserito questo post per rispondere a Aragorn, che su questo stesso forum mi aveva scritto: A rigore, forse questa sezione non dovrebbe comprendere i capelli artificiali, ma il loro utilizzo è legittimato dalle normative europee per uso da parte di dermatologi e chirurghi, e non mi sembra giusto relegarli tra le parrucche. La fibra “ideale” probabilmente non ci sarà mai, tuttavia la tecnologia ha messo a punto materiali pressochè inerti per uso protesico, attualmente ben utilizzati anche per i capelli artificiali. Non sono interessato né all’impianto di capelli artificiali né al business americano. La caduta è uno dei vari problemi legati ai capelli artificiali, che sono anche assai delicati e impegnativi da gestire: meglio a mio avviso come prima scelta optare per l’autotrapianto. Nessuno scontro, con l’amico dott. Tesauro ci siamo confrontati sui capelli artificiali anche in sede pubblica: non mi sembra scandaloso che i medici abbiano idee divergenti su argomenti specifici, in particolare: Quanto alle "fibre usate dal dott. Morselli", non uso le fibre artificiali, non le ho mai impiantate né ho intenzione di impiantarle. Perché in Italia non sono vietate? Perché con una normativa europea e nazionale che ha avuto un iter molto travagliato, qualche anno fa sono state autorizzate come dispositivo medico protesico le fibre che rispondono ai requisiti richiesti dal Ministero. La “messa al bando” che prima non c’era, ora c’è grazie a questa legge: sono vietate le fibre non certificate. I capelli artificiali certificati sono autorizzati in tutti i Paesi della Comunità Europea. In USA e in Italia la battaglia contro i capelli artificiali, alla quale anche io ho partecipato come membro (e socio fondatore) della ISHR, venne intrapresa prima che apparissero sul mercato le nuove fibre ora autorizzate per legge: contro queste nuove fibre nessuno ha finora portato alcuna documentazione negativa, ai congressi si sono sempre ascoltati contro le nuove fibre artificiali argomenti datati e spesso mal documentati. Il dott. Richard Shiell, che è il più importante chirurgo della calvizie australiano, fondatore della ISHRS e che come me a suo tempo si era schierato contro i capelli artificiali, ha recentemente scritto e dichiarato di aver usato con buoni risultati i capelli artificiali giapponesi. A differenza della ISHR, la ben più importante ISHRS che accoglie i più famosi chirurghi del mondo di hair restoration non prevede l’espulsione di chi la pratica, e accetta il dibattito sui capelli artificiali senza pregiudiziali: al congresso di New York ha addiritura organizzato un workshop su questa tecnica vietata in USA! Qualche tempo fa, molto ingenuamente la ditta Medicap produttrice delle fibre italiane certificate dalle leggi europee credette di poter ottenere la revoca del divieto FDA fornendo all’ente americano la propria documentazione. Ma la normativa USA richiede (giustamente) che la sperimentazione venga ripetuta in America. Per questo la richiesta venne respinta, adducendo le motivazioni che avevano portato al divieto nel lontano 1982, e invitando sostanzialmente la ditta italiana a ripetere la sperimentazione negli USA. L’impianto di capelli artificiali è una tecnica medica riservata a dermatologi e chirurghi plastici, che simula molto bene una capigliatura normale, le protesi sono parrucchini applicati o incollati, con tutti i relativi inconvenienti, non ultimo l’impossibilità di pettinarsi all’indietro: a differenza dei capelli artificiali le protesi creano notevoli complessi di dipendenza psicologica, e stati d’ansia in soggetti particolarmente sensibili, per il timore di venire “scoperti”. Non “perdo tempo”, mi è sembrato corretto in passato offrire collaborazione a una piccola ditta italiana avversata in patria e che produce le migliori fibre artificiali del mondo, nello scontro con il colosso giapponese seriamente intenzionato a monopolizzare il mercato mondiale. Ora le fibre italiane sono conosciute in tutto il mondo, al pari di quelle giapponesi. Conosco dermatologi italiani e stranieri che da molti anni impiantano milioni di capelli artificiali senza problemi sui pazienti che sono risultati idonei in base a un test molto severo. Le ditte che producono capelli artificiali certificati obbligano i dermatologi che vogliono impiantarli a superare un corso teorico-pratico che li abilita al loro uso, prima di fornirgli le fibre. Ha toccato un tasto dolente: anch’io ho notato tra i colleghi chirurghi della calvizie il timore, a mio avviso infondato, di venire privati di parte della propria clientela: l’impianto può essere eseguito da solo da qualunque dermatologo che abbia una buona manualità e conosca i princìpi della sterilità, nel proprio ambulatorio attrezzato con una lampada e un lettino. La cosa più importante è procedere prima alla selezione dei pazienti, con categorica esclusione di quelli valutati non idonei. I timori dei chirurghi sono infondati, perchè i clienti che si rivolgono ai capelli artificiali sono in massima parte timorosi della chirurgia, e la rifiutano a priori. Un chirurgo che pratichi anche l’impianto potrebbe “invadere” questa fetta di clientela, e inoltre come afferma il dott. Shiell non trovarsi a mal partito quando l’area donatrice di un proprio paziente è esaurita e si richiedono altri capelli. Alla lobby dei venditori di parrucche si aggiungono le ben più importanti multinazionali dei farmaci anticalvizie, che a mio avviso stanno valutando l’opportunità di acquistare le ditte che producono fibre artificiali per gestirle in proprio, o farle sparire dal mercato prima che una ricerca USA provochi la revoca del divieto FDA (ma forse questa è pura fantasia).
  5. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    Non so se io sono Stanlio o Ollio, comunque a differenza di lei mi firmo con nome e cognome. Le foto sono presenti sul sito www.piucapelli.it, la ringrazio per avermi dato lo spunto per questa pubblicità gratuita, di cui raramente mi avvalgo. Chi viene a farsi visitare nel mio studio se vuole ha la possibilità di visionare altre centinaia di foto, ma le faccio osservare che sono tratte da quasi 10.000 interventi, che validità possono avere se faccio vedere solo le più belle? Comunque se lei si basa sulle foto per i suoi acquisti, faccia pure: immagino che anche se deve acquistare qualcosa di prezioso (un’auto, un gioiello) lo ordina con Postal Market. Io non ho mai usato la parola “identiche”, ma per chiarire ogni dubbio sappia che la differenza è minima, io la conosco bene: se lei non la conosce se la faccia spiegare da Cole, che a differenza di quanto lei afferma, sostiene: Allora, sono identiche, simili o come sostiene Cole "non c'è nulla di paragonabile"? La differenza sostenuta da Rassman non è quella descritta da Cole, che si affanna per un’intera pagina a confrontare isole di 2 mm con FUE da 0,6 mm, con le inevitabili differenze nei risultati! Evidentemente o ignora che da oltre 20 anni si ricavano graft da 0,6 mm, o non ha argomenti da proporre perchè non conosce il lavoro di Rassman. No caro Raffaele, l’efficacia si dimostra facendo confronti su numeri elevati di pazienti operati in modo da ricavarne dati statisticamente significativi, e valutando i risultati su tempi congrui (solitamente 5 anni). Questo ha fatto Rassman, che ha cominciato la sua sperimentazione sulla FUE nel 1997 e ha pubblicato nel 2002 i dati su 200 pazienti. Questo non ha fatto Cole, che ha cominciato a praticare la “sua” FUE, chiamata FIT soltanto nel 2002 e non ha ancora pubblicato alcunché: e aspettiamo di vedere le nuche dopo prelievo con FUE di migliaia di FU non dopo 1 giorno o dopo 1 mese, ma almeno dopo 1 anno, e come lui afferma senza segni visibili anche rasate a zero. Se qualcuno di questo forum consiglia la FUE agli altri utenti, in primo luogo dica se è un medico, e su cosa basa i propri consigli a parte il "sentito dire" da medici o da singoli pazienti: e per correttezza in questo caso è invitato a rivelare il proprio nome, in modo da condividere le responsabilità del chirurgo che procederà all'intervento: cosa che non avrà difficoltà a fare, se è tranquillo e sicuro di quello che dice.
  6. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    Hope: il testo è ok, solo in questa frase : This because according to a few Italian doctors both the techniques are identical. sostituirei la parola "identical" con "similar". Spedisca pure, grazie, vediamo cosa ci rispondono.
  7. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    Per fonti mediche non s’intendono i colloqui tra specialisti anche se di notevole levatura, ma le loro comunicazioni scritte su riviste o riportate dagli abstracts dei congressi. Questo modo di comunicare le proprie esperienze responsabilizza gli autori e consente alla comunità di ripeterne le esperienze. L’”interscambio di informazioni” verbale giova sicuramente, ma riguarda procedure non ancora pubblicate e che pertanto necessitano delle opportune verifiche prima di essere proposte ai pazienti. Non c’è bisogno di chiederglielo, il dott. Rassman lo ha scritto sull’articolo pubblicato su “Dermatologic Surgery”: l’idea l’ha presa dal dott. Masumi Inaba, su comunicazione del dott. R. Shiell. E lo strumento non c’entra niente, i punch da 0,6 mm ci sono sempre stati: è il modo di usarlo che cambia rispetto al prelievo delle vecchie isole, e che permetterebbe di ridurre al minimo le transections. Ma secondo Uebel, che le ha sperimentate entrambe, c’è ben poca differenza. L’”invenzione” è sul sito di Bverotti, operato FUE dal dott. Jones: lo può visitare cliccando in successione: http://users.pandora.be/bverotti/ht2/ poi: Pro and cons FUE/strip Oppure direttamente: http://users.pandora.be/bverotti/ht2/fue_vs_strip.htm Vi troverà la seguente frase: "If too many grafts are extracted the donor area might look "moth eaten"." ovvero: "Se vengono estratti troppi grafts, l’area donatrice può sembrare “mangiata dalle tarme" Mi sembrerebbe strano se fosse una invenzione di Bverotti. Come ho detto sopra, punch “miniaturizzati” ci sono sempre stati, con i più piccoli si ricavano anche singoli follicoli da oltre 20 anni. Certo che se Cole le ha mostrato soltanto i vecchi punch da 2 mm, sono d’accordo con lei. Non ho detto “prelievo localizzato”, deve considerare che anche se le estrazioni si estendono al difuori della nuca, la densità delle cicatrici comincia a divenire problematica se se ne praticano a migliaia. Quanto alle foto, non se ne sono ancora viste a cicatrizziazione completata e dopo rasatura a zero, "fiore all'occhiello" dei propugnatori della metodica FUE. Concordo comunque con l’ultima parte del suo scritto: il tempo sarà il miglior giudice dell’efficacia di FIT e FUE, ora FSUE. Ad maiora!
  8. No di sicuro, vi sono due ordini di limitazioni all’impianto di capelli artificiali: in primo luogo non tutti li tollerano, e chi ha anche solo una debole reazione dopo il test d’impianto deve essere scartato. In secondo luogo richiedono una cura personale molto scrupolosa per evitarne il deterioramento, ma soprattutto periodici controlli presso il centro d’impianto per prevenire possibili microinfezioni che se trascurate possono portare a notevoli fastidi. I guai degli anni passati riguardano essenzialmente fibre non autorizzate, impiantate senza preventive verifiche di tollerabilità a pazienti male informati sulle possibili conseguenze della cattiva “gestione” delle fibre impiantate. Per un calvo “totale”, privo cioè di area donatrice è un rimedio proponibile, così come per chi dopo aver esaurito i follicoli dopo numerosi autotrapianti necessita ancora di rinfoltimento. Ma in presenza di una buona area donatrice l’autotrapianto follicolare rimane l’intervento di prima scelta.
  9. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    Senza problemi, mi faccia comunque avere prima la versione in inglese, grazie. :) :) :)
  10. Scusi Aragorn, quali sono i motivi deontologici per rimuovere dai siti i capelli artificiali, che sono dispositivi medici protesici autorizzati dal Ministero della Salute italiano e dalle normative europee? Forse non Le è noto che, nonostante il divieto FDA del 1982 all’impianto di capelli artificiali, negli Stati Uniti vi è un notevole interesse per le nuove fibre italiane e giapponesi: al congresso ISHRS di Chicago 2002 un poster sui capelli artificiali realizzato dal sottoscritto in collaborazione con la dott.sa brasiliana Mariangela Santiago ha ricevuto il primo premio tra le presentazioni grafiche (coccarda blu), che come lei sa hanno pari dignità scientifica di quelle orali: riguardava un caso di alopecia totale (tipo arbitro Collina) impiantato con 23.000 capelli artificiali e controllato per oltre 6 anni, con documentazione fotografica completa. Al congresso ISHRS di New York 2003, all’impianto di capelli artificiali italiani e giapponesi è stato addirittura dedicato un workshop diretto dall’australiano dott. Richard Shiell, che della ISHRS è uno dei padri fondatori, e che impianta su suoi pazienti le fibre giapponesi. Se “per motivi etici” chiede di togliere i capelli artificiali dai miei siti, per coerenza dovrebbe anche chiedere alla ISHRS di toglierli dai suoi congressi, ma dubito che le daranno ascolto vista la qualità dei prodotti (soprattutto italiani), e il grande businnes che si prospetta in USA per far revocare all’FDA il vecchio divieto.
  11. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    Giusto: ma anche il dott. Aragorn è tenuto a dare una corretta informazione, vediamo di analizzare quanto ha scritto: Citi per cortesia le sue “fonti mediche e congressuali” che testimoniano che la FUE è stata inventata dal dott. Woods: io non le conosco. La invito a citare le “fonti mediche e congressuali” anche di questa affermazione. Ma a proposito di Robert Jones, non è questo il chirurgo che ha affermato che l’area donatrice dopo FUE può sembrare “mangiata dalle tarme”? Non credo che il dott. Cole sarebbe contento di questa sua affermazione, dati i suoi legami con il dott. W. Rassman nell’ambito della ISHRS: in agosto al congresso ISHRS di Vancouver terranno assieme al dott. Jones un workshop sulla FIT/FUE, nel quale forse apprenderemo per la prima volta anche la tecnica di Woods/Campbell. Contrariamente a quanto lei afferma lo stesso dott. Cole non avrà difficoltà a dirle che il dott. Rassman ha sperimentato la FUE per 5 anni presso la Columbia University di New York assieme al dott. Robert Bernstein prima di pubblicare i risultati su “Dermatologic Surgery”, peer review e organo ufficiale della ISHRS. Giusto, ma sa come si traduce in inglese l’italiano “bisturi circolare”? Si traduce “punch”, il famigerato strumento per ricavare le isole! Le potranno dire che è stato modificato, con qualche artificio che ne limiti il traumatismo etc., ma resta sempre il vecchio, intramontabile, inossidabile punch per ricavare le isole. Quanto alle cicatrici, c’è differenza tra “nulle” e “praticamente nulle”. Per l’effetto d’insieme, una cosa è averle sparpagliate sulla superficie corporea, altra cosa è averne qualche migliaio sulla nuca.
  12. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    D'accordo Hope, aspetto il testo.
  13. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    Perfettamente d'accordo con Lucchetto. Faccio osservare che la propaganda sulla FUE punta proprio sull'assenza di segni evidenti nell'area del prelievo, perchè per molti aspetti (quantità di Unità Follicolari prelevabili per seduta, tempi d'intervento, danneggiamento dei follicoli, costi) è decisamente perdente nei confronti della tecnica "strip", mentre per altri (modalità d'innesto delle FU, estetica del rinfoltimento a parità di FU trapiantate) è ad essa sovrapponibile. Se, come lei e altri hanno osservato, i segni nell'area del prelievo lasciati dalla FUE sono anch'essi visibili, non rimane nemmeno quest'unico motivo a suo favore, a meno che il cliente opti per la FUE per motivi personali (paura del bisturi o quant'altro). Tra l'altro, oltre a creare difficoltà nei successivi prelievi, le cicatrici da FUE non possono essere cancellate perchè distribuite su una vasta area, mentre quella lasciata dal prelievo con strip è di regola assai poco evidente, e può sempre migliorare con un piccolo intervento se dovesse apparire troppo visibile.
  14. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    Hope, la ringrazio per l'ultimo scritto, non ho problemi a consentire quanto richiede. Vorrei comunque ribadire, come ho ripetutamente affermato in vari messaggi su questo Forum, che non ho nulla contro la FUE quando questa venga applicata secondo gli schemi sugeriti da W. Rassman su "Dermatologic Surgery", ovvero per problemi di rinfoltimento su aree limitate, ad es la linea frontale. Ho qualche dubbio invece sul rinfoltimento di cicatrici e soprattutto quando si parla di radere a zero la zona nucale ove si è eseguito il prelievo. Se posta in USA il mio scritto, la prego di sottolineare anche quanto sopra.
  15. Dott. Massimo Morselli

    Per Il Dott. Morselli

    La FUE è perfettamente capita da chiunque abbia letto la sua descrizione dai medici che l’hanno proposta, pubblicandone i dettagli in 8 pagine su “Dermatologic Surgery” (“Follicular Unit Extraction: minimally invasive surgery for hair transplantation”, W.R.Rassman, R. M.Bernstein, R. McClellan, R. Jones, E. Worton, H. Uyttendaele, Dermatologic Surgery 2002, 28:720-728). Lasciamo perdere il lavoro “duro”: è un’offesa a chi svolge lavori veramente duri, e non al caldo e con la musica di sottofondo come noi chirurghi. Falso. Lo strumento usato da Cole per la FUE è lo stesso “punch” che si usava per ricavare le vecchie isole. Fatevelo mostrare a Torino, come l’ho visto io a Chicago. Perché anziché parlare di “fare un’incisione intorno... etc” non dice chiaramente con che cosa la fa questa “incisione intorno”? Risposta: perché non vuole ammettere che usa il vecchio “punch”. Andate a vederlo. Falso anche sulle dimensioni dell’incisione: è ovvio che dipendono dallo strumento. Più piccolo è il diametro dello strumento, più piccola sarà l’incisione. Le Unità Follicolari sono distanziate di circa 1 mm, il punch per la FUE è in media di 1 mm, a volte leggermente più piccolo, e consente di prelevare singole unità follicolari. Mi permetto di osservare che punch del diametro di 0,6 mm sono prodotti dalla “Robbins Instruments” (New Jersey, U.S.) da almeno 20 (venti) anni. Da sempre si ricavano isole da 1 FU per rifinire la linea frontale. Vedi sopra. Potrei essere cattivo e dire: se con la FUE prendi “quante unità follicolari hai nell’area donatrice” certamente ne prendi di più che con la strip, ma ti resta la nuca pelata! Ma non lo dico. Dunque c’è un “livello critico” oltre il quale diviene visibile il prelievo con FUE. Ma perché c’è questo livello visibile se il prelievo è invisibile? Ah, dimenticavo: può essere poco visibile. Ma poco visibile quanto? Poco poco visibile o molto poco visibile?
  16. Mi aggiorni lei, HOPE, visto che sembra informato: che differenza c'è tra la FUE e le vecchie isole, a parte il fatto che nella FUE le unità follicolari vengono estratte dopo averle tagliate con lo stesso "punch" che si usava per prelevare le isole? Lo domando (per la seconda volta) anche ad Aragorn, che può informarsi da Cole.
  17. Moderatori: Geronimo e Brasileiro Medici solo utenti
  18. Johnrobinson: Sostanzialmente è così, anche se si parla di "nuovi strumenti" per non dire che vengono sostanzialmente riciclati i vecchi "punch" usati anni fa per prelevare le isole. Aragorn: Ci dica Aragorn quali sono le verità non vere, e visto che sembra conoscerle lui le "verità vere" perchè non ce le racconta anzichè offendere, scaldarsi in polemiche inutili o ritirarsi sull'Aventino. Perchè Aragorn non illumina la community con la "sua verità" ad esempio sulla FUE, in modo da consentire a tutti di "farsi una propria idea" con dati verificabili e riproducibili, da confrontare con quelli da me citati perchè ricavati dalla più importante rivista scientifica americana del settore, "Dermatologic Surgery", che tra l'altro guarda caso è l'organo ufficiale della ISHRS, "International Society of Hair Restoration Surgery", e che evidentemente secondo Aragorn pubblica "cialtronate" o fa passare, come Salusmaster, "verità non vere". Ho già detto che non ho difficoltà a dimettermi da moderatore a favore dei "laici" molto equilibrati Geronimo e Brasileiro, ma questo non cambierà di una virgola la realtà dei fatti.
  19. Dott. Massimo Morselli

    Re Aragorn

    Non ho difficoltà a rinunciare alla carica di moderatore su Salusmaster, che peraltro mi è stata offerta dopo un anno di interventi senza alcuna sollecitazione da parte mia. Vedrei bene come moderatore Brasileiro, mentre Cameron potrebbe fare il portinaio.
  20. La FUE costituisce una modesta novità per chi ha praticato isole per decenni, si tratta semplicemente di estrarre le FU dopo aver applicato il punch anzichè sezionarle "a cielo aperto" sotto il bulbo. Uebel l'ha provata e ha notato un eccessivo sacrificio di follicoli. Sono pochi i chirurghi passati alla strip dopo anni di isole che hanno voglia di tornare alla vecchia tecnica, ora ripresentata come "FUE". Piccoli rinfoltimenti continuano comunque a essere praticati da tutti anche con piccole isole ben fatte, FUE o non FUE. Può darsi che molti chirurghi non sappiano che già nel 1976 esistevano punch da 0,6 mm, con i quali si potevano praticare innesti monocapello per migliorare la linea frontale: e non conoscano a fondo la problematica creata dall'estrarne in grandi quantità, che ha stimolato l'invenzione della strip. E che cerchino ora di familiarizzarsi con questa tecnica, in realtà obsoleta e dalle indicazioni limitate, anche a detta di chi la propone. C'è poi una campagna promozionale molto aggressiva in corso a favore della FUE, basata sulla sua (presunta e tutta da dimostrare) atraumaticità, e può darsi che parte di coloro che la propongono lo facciano per non sembrare arretrati, visto che è presentata come la tecnica del futuro. Bisogna poi vedere che intervento praticano in realtà quando gli si presenta un diradato che ha bisogno di molte FU.
  21. Dott. Massimo Morselli

    Più Sedute Di Fue

    Ha letto bene: anche se poco visibili (non "invisibili" come qualcuno sostiene), le piccole ma profonde cicatrici da prelievo FUE ci sono, e possono distorcere i follicoli contigui, rendendone problematica l'estrazione. Questo è il motivo principale per cui chi pratica la FUE lavora su spazi molto ampi (per distanziare i singoli prelievi) rischiando di fuoriuscire dall'area donatrice, e in tempi ravvicinati se vuole trapiantare molte FU: una seduta al giorno, per prelevarle prima che si formino le cicatrici.
  22. Quanto a questa frase di Cole, fare profezie e non avere dubbi sono pessimi ingredienti nella ricerca scientifica. Anche affermare che la propria procedura sostituirà le altre perchè è "molto migliore" non è scientifico, lo capisce chiunque, specie se l'affermazione non viene supportata da prove pubblicate e non recitate su Internet.
  23. Brasileiro: Non si evita che la procedura sia cieca "stando attenti" e angolando il punch nella direzione di crescita dei capelli (cosa che peraltro si è sempre fatta): essa rimane cieca perchè le FU vengono estratte senza vederle, e se ne constata il tasso di amputazioni solo dopo averle estratte. Se quello è il sistema per "superare" il FOX Test (che per inciso è stato presentato da W. Rassman e R. Jones meno di 2 anni fa) stiamo freschi! Woods non ha mai scritto di praticare la FUE, la Woods technique altro non è che il prelievo con punch, più vecchio del panettone Alemagna: mi si dimostri che non è vero.
  24. Sono d'accordo con il dott. Tesauro, ma la domanda sulla possibilità di trattare un lieve diradamento non faceva menzione dell'età, utente 80: Dimentico spesso che il pubblico di Salusmaster è alquanto giovane. Il mio era esclusivamente un parere tecnico, sono d'accordo sulla cautela a operare in giovane età: che è tutta a beneficio dell'interessato.
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