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AIDS: PER ALCUNI LA PIU' GRANDE TRUFFA DELLA STORIA


faranio

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Già tempo fa postai un topic sull'argomento, quasi sconosciuto ai più. Ci sono scienziati, tra cui il premio Nobel pe rla chimica Mullis, che negano l'origine virale dell'AIDS. Mullis sostiene (e con lui anche Peter Dueseberg, uno dei maggiori virologi americani) che non c’è alcun lavoro scientifico capace di dimostrare che il virus dell’HIV sia responsabile dell’AIDS ; nemmeno Montagnier (che insieme a Robert Gallo identificò il virus HIV) fu capace di citare il lavoro scientifico su cui si fondava questa affermazione. Allora qual è la vera causa dell’AIDS ? Mullis non sa rispondere, anche perché la definizione della malattia è troppo elastica (i metodi di diagnosi sono molto diversi in Africa e negli Stati Uniti.

mULLIS, INSIEME AD ALTRI SCIENZIATI ,ASOSITNE CHE LE MORTI DOVUTE ufficialmente ad AIDS sono in realtà dovute al farmaco utilizzato dai malati, l'AZT, usato anche come topocida. L'altra cosa inquietante è che praticamente questo è un argomento tabù... l'opinione pubblica è all'oscuro di qeusto dibattito... chi cerca di contrastare la teoria dell'origine virale dell'AIDS viene emarginato, trattato da matto, anche se ha un nobel alle spalle.

E ancora, quest'anno alla televisione francese ho appreso un anotizia bizzarra: le scimmie hanno un patrimonio genetico che al 99% è identico a quello dell'uomo.. hanno tutte le malattie dell'uomo.. influenza, cancro, gotta etc..... ma curiosamente hanno provato ad infettare volontariamente le scimmie col virus hiv per studiarne la risposta immunitaria.. bene.. hanno scoperto che le scimmie con aids conclamato non si ammalano mai.... hanno l'aids ma non sono malate. La domanda è: vuoi vedere che non si ammalano perché semplicemente non prendono dei farmaci anti-aids?

L'argomento è in sé inquietante.. esistono molti libri a proposito.. e quello che rende tutto inquietante è il fatto che ad affermare queste tesi siano eminenti scienziati, professori universitari delle più prestigiose università del mondo. E ancora.. è difficile trovare notizie su questo dibattito che risalgano a dopo il 2000... quasi come se il dibattito sia stato insabbiato.... Vi invito a rispondere con maturità a questo post.. senza pregiudizi... anzi vi invito a ricercare delle notizie sull'argomento.

 

Posto alcuni brani sull'argomento :

 

http://209.85.135.104/search?q=cache:YRBtZ...;cd=2&gl=it

 

Kary Mullis, premio nobel per la chimica (per avere inventato un processo molto utilizzato nell’indagine biologica, la PCR) da anni chiede che si mostri la prova di tale rapporto causale fra HIV e AIDS, ma nessuno l’ha mostrata. Mullis afferma che non c’è nessuno studio pubblicato in una rivista specializzata medico-scientifica (e corroborato da dati sperimentali) che possa provare che l’HIV sia la causa dell’AIDS. Quando un premio Nobel fa una simile affermazione in una situazione normale ci sono due alternative: o si fa spuntare fuori tale prova o si passa per truffatori. Ma la gente coinvolta in questo caso era troppa e troppo importante, c’erano in ballo troppi soldi, troppi finanziamenti, c’era di mezzo pure il governo della nazione più potente del mondo. E così Mullis fu a seconda dei casi ignorato, o pubblicamente denigrato dalla stampa, come successe anche a Duesberg e agli altri illustri medici e biologi che presero posizione contro l’ipotesi HIV=AIDS. Lo scandalo fu soffocato prima che si potesse rivelare come tale.

 

CITAZIONI ILLUSTRI SULL'ARGOMENTO

 

http://www.reiki.info/Energie/Aids/citazioni-aids.htm

 

Dr. Kary Mullis, Biochimico, 1993 Premio Nobel per la chimica:

"Se ci fosse la prova che l'HIV provoca l'AIDS, dovrebbero esserci documenti scientifici che, singolarmente o collettivamente, lo provino, per lo meno con un'alta probabilità. Non esiste alcun documento del genere!" (Sunday Times (London) 28 nov. 1993)

 

 

 

Dr. Heinz Ludwig Sänger, Professore Emerito di Biologia Molecolare e Virologia, Max-Planck-Institutes for Biochemy, München. Premio Robert Koch nel 1978:

"Fino ad oggi non c'è alcuna evidenza scientifica convincente dell'esistenza dell'HIV. E neppure è mai stato isolato e purificato un tale retrovirus con i metodi della virologia classica" (Lettera al Süddeutsche Zeitung 2000)

 

 

 

Dr. Serge Lang, Professore di Matematica, Yale University:

"Considero errata la relazione causale tra HIV e qualsiasi malattia. Ho visto evidenze considerevoli del fatto che statistiche assolutamente errate sull'AIDS e l'HIV sono state proposte come scienza, e che membri di spicco dell'establishment scientifico hanno con noncuranza, se non con irresponsabilità, aderito ai media nello spargere disinformazione riguardo la natura dell'AIDS." (Yale Scientific, Fall 1994)

 

 

 

Dr. Harry Rubin, Professore di Biologia Molecolare e Cellulare, University of California at Berkeley:

"Non esiste alcuna prova che l'AIDS sia causato dal retrovirus HIV, nè che questo sia la causa di qualsivoglia sindrome" (Sunday Times (London) 3 April 1994)

 

 

 

Dr. Richard Strohman, Professore Emerito di Biologia Cellulare alla University of California, Berkeley:

"Una volta gli scienziati dovevano provare scientificamente che le loro teorie fossero giuste o sbagliate. Ora non c'è nulla di tutto ciò nelle teorie standard HIV-AIDS, con tutti i loro miliardi di dollari." (Penthouse Aprile 1994)

 

 

 

Dr. Harvey Bialy, Biologo Molecolare, precedente editore di Bio/Technology and Nature Biotechnology:

"L'HIV è un retrovirus qualsiasi. Non c'è niente di particolare in questo virus. Tutto ciò che è stato scoperto riguardo all'HIV ha un'analogia con altri retrovirus che non causano l'AIDS. L'HIV contiene solo un piccolissimo pezzo di informazione genetica. Non c'è modo per cui possa causare tutte queste cose elaborate che dicono che esso faccia" (Spin giugno 1992)

 

 

 

Dr. Roger Cunningham, Immunologo, Microbiologo e Direttore del Centro di Immunologia all'Università di Stato, University of New York, Buffalo:

"Purtroppo si è formata una lobby dell'AIDS che cerca da un lato di scoraggiare tutte le sfide a questo dogma, e che insiste a seguire idee totalmente prive di credito dall'altro." (Sunday Times (London) 3 April 1994)

 

 

 

Dr. Gordon Stewart, Professore Emerituo di Salute Pubblica, University of Glasgow:

"L'AIDS è una malattia comportamentale. E' multifattoriale, causata da molti attacchi contemporanei al sistema immunitario, quali le droghe, l'abuso di medicinali, le classiche malattie sessuali, ed infezioni virali multiple." (Spin June 1992)

 

 

 

Dr. Alfred Hässig, (1921-1999), precedente Professore di Immunologia all'Università di Berna, e precedente direttore della Banca del Sangue della croce rossa svizzera:

"La sentenza di morte che accompagna la diagnosi di AIDS conclamato deve essere abolita." (Sunday Times (London) 3 April 1994)

 

 

 

Dr. Charles Thomas, precedente Professore di Biochimica, Harvard and John Hopkins Universities:

"Il dogma dell'HIV-causa dell'AIDS rappresenta la più grande e forse la più moralmente distruttiva delle frodi perpetrate nei confronti dei giovani del mondo occidentale." (Sunday Times (London) 3 April 1994)

 

 

 

Dr. Joseph Sonnabend, New York Physician, fondatore dell'American Foundation per la ricerca sull'AIDS (AmFAR):

"Il marketing dell'HIV, attraverso la stampa e le affermazioni giornalistiche, come killer che causa AIDS senza bisogno di nessun altro fattore, ha distorto a tal punto la ricerca e le cure da far soffrire e morire migliaia di persone." (Sunday Times (London) 17 May 1992)

 

 

 

Dr. Andrew Herxheimer, Emerito Professore di Pharmacologia, UK Cochrane Centre, Oxford:

"La natura e l'efficacia dell'AZT non è mai stata valutata e provata adeguatamente, ma la sua tossicità è sicuramente notevole. E penso che abbia ucciso un gran numero di persone. Penso che non dovrebbe essere usato né da solo né in combinazione." (Continuum Oct. 2000)

 

 

 

Dr. Etienne de Harven, Emerito Professore di Patologia, University of Toronto:

"L'establishment dell'AIDS, dominato dai media, da gruppi di pressione e dagli interessi di svariati gruppi farmaceutici, ha fatto sì che la ricerca perdesse contatto con le menti aperte della scienza medica, dal momento che l'ipotesi mai comprovata dell'HIV causa dell'AIDS ha ricevuto il 100% dei fondi per la ricerca, mentre le altre ipotesi sono state totalmente ignorate." (Reappraising AIDS Nov./Dec. 1998)

 

 

 

Dr. Bernard Forscher, former editor of the U.S. Proceeding of the National Academy of Sciences:

"L'ipotesi dell'HIV causa dell'AIDS è allo stesso livello della teoria della malaria causata dall'aria cattiva, o della teoria del beri beri o pellagra causate dai batteri [cause da rinvenirsi invece nella deficenza nutrizionale]. E' una truffa è sta diventando uno scandalo." (Sunday Times (London) 3 April 1994)

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Qui troverete notizie molto interessanti:

 

http://www.newmediaexplorer.org/ivaningril...lsa_scienza.htm

 

 

Qui trovate un alista folta di "dissidenti"... la maggior parte sono autorevoli scienziati:

 

http://www.virusmyth.com/aids/find.htm

 

Altro sito italiano: La verità sull'AIDS:

 

http://www.oikos.org/aids/it/test.htm

Modificato da faranio
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http://www.oikos.org/aids/it/truffa.htm

 

Mail & Guardian (South Africa)

Gen. 24, 2001

Pagina I

 

 

 

"La Truffa dell’AIDS"

 

di David Rasnick PhD

Membro del Thabo Mbeki's AIDS Advisory Panel (South Africa) – Mbeki è l’attuale primo ministro del Sud Africa, successore di Mandela, e sostiene che l’Aids abbia altre cause che non hanno nulla a che vedere con l’HIV.

 

 

 

L’ipotesi che l’AIDS sia causato dall’HIV e che sia contagioso è la più grossa truffa scientifica e medica del ventesimo secolo. L’evidenza del fatto che l’AIDS non sia contagioso, sessualmente trasmissibile o causato dall’HIV è davvero schiacciante. Mi sono reso conto che l’imbarazzo è l’ostacolo principale perché questi semplici fatti sia pubblicamente esposti.

Quindi, perché siamo sommersi, quasi quotidianamente, da un’infinita litania di orrori dell’AIDS e di statistiche sull’HIV?

Perché praticamente la stragrande maggioranza dei dottori ed operatori sanitari professano il loro incondizionato appoggio nei confronti dell’ipotesi, mai provata, che l’AIDS sia contagioso e sessualmente trasmesso, quando le evidenze contro questa teoria sono schiaccianti?

 

Ci sono più di 100.000 dottori e scienziati che hanno costruito la loro carriera e reputazione semplicemente accettando i dogmi di fede riguardanti l’AIDS. A questo punto, oggi, è semplicemente l’imbarazzo umano l’ostacolo più grande per far cessare questa follia sull’AIDS. E’ la paura di mostrarsi così terribilmente e disperatamente in errore che fa tenere la bocca chiusa agli scienziati, lasciando scorrere fiumi di denaro e permettendo alla retorica dell’AIDS di raggiungere livelli stratosferici di assurdità. I medici che conoscono o sospettano la verità sono imbarazzati o intimiditi nell’ammettere che i test HIV sono assurdi e che andrebbero vietati per legge, e che i medicinali anti-HIV ledono ed uccidono le persone.

 

Ci viene insegnato che dobbiamo temere gli anticorpi, e che gli anticorpi all’HIV sono un segnale inequivocabile di malattia, e di morte entro 10 anni. Quando denunciate questa assurdità e sottolineate al personale medico che gli anticorpi sono l’essenza stessa dell’immunità antivirale, le vostre obiezioni causano un silenzio imbarazzato.

 

Il National Institutes of Health, il Centers for Disease Control, il Medical Research Council del Sud Africa, e l’intera Organizzazione Mondiale per la Salute stanno terrorizzando centinaia di milioni di persone nel mondo con la loro assurda politica priva di scrupoli dell’equazione sesso=morte. L’autopreservazione spinge queste organizzazioni non solo a mantenere ma ad aumentare questo terrore, che si aggiunge alla paura, alla sofferenza ed alla miseria del mondo – facendo, in questo modo, l’esatto contrario rispetto alla ragione per cui esistono. L’unico modo in cui possiamo liberarci dalla truffa dell’AIDS e porre fine alla tirannia della paura è attraverso un dibattito internazionale davvero aperto, su tutto ciò che riguarda l’AIDS. E’ chiaro che la rabbia sarà la prima risposta naturale all’enormità di questo scandalo. La rabbia ha la sua funzione, ma dovrà essere abbandonata velocemente, poiché sarebbe errato focalizzarsi su alcuni individui da punire. La truffa dell’AIDS è un fenomeno sociologico, nel quale tutti noi condividiamo una parte di responsabilità. In ultima analisi, la truffa dell’AIDS non riguarda realmente l’AIDS, e nemmeno la salute e la malattia, e neppure la scienza e la medicina. La truffa dell’AIDS riguarda la salute delle nostre democrazie! Una democrazia sana ha bisogno che i suoi cittadini mantengano gli occhi aperti ed un atteggiamento scettico rispetto alle istituzioni, al fine di prevenire che esse diventino regimi autonomi ed autoritari, quali sono a tutt’oggi. La truffa dell’AIDS ci mostra quale bisogno abbiamo di ristrutturare i nostri governi, la scienza, la salute, le università, il giornalismo ed i media. Occorre sostituire gli Istituti Nazionali per la Salute, quali uniche fonti di finanziamento per la ricerca (insieme alle case farmaceutiche), con altre istituzioni finanziatrici in competizione tra di loro.

 

Dobbiamo ristrutturare il processo di finanziamento e di pubblicazione scientifica delle riviste, in modo che non promuovano o proteggano un particolare dogma o tendenza tra la classe scientifica, escludendo il dibattito e la competizione delle idee come purtroppo avviene oggi. Infine, come cittadini, dobbiamo riprenderci la responsabilità e l’autorità sul nostro benessere e la nostra salute, e per quella delle nostre democrazie!

 

Durante una recente intervista in Sud Africa, l’attivista nero sull’AIDS Phill Wilson ha lanciato l’allarme riguardante uno spostamento demografico dei casi di AIDS negli USA, affermando che la sindrome sta aumentando tra gli africani d’America. Il Dr. Charles Geshekter dimostra come Wilson sbagli completamente, soffrendo di una apparente "sindrome da negazione".

 

Questi sono i dati di fatto rilevanti illustrati dal Dr. Geshekter

 

1) Ci sono 5.2 milioni di Americani neri maschi negli USA, nella fascia d’età tra i 25-44 anni. Nel 1998 (l’ultimo anno per il quale esistono statistiche ufficiali del National Center for Health Statistics), c’erano 19,700 morti in quella classe d’età, più o meno lo 0,4 percento. Ciò includeva 3,052 morti considerati causa di "HIV."

 

2) Paragonando questi dati al 1997, durante il quale ci furono 21,200 morti di maschi neri nella fascia d’età tra i 25-44 anni. Di questi 3,911 considerati causa di "HIV." Così, dal 1997 al 1998, le morti tra i maschi neri di età 25-44 per tutte le cause sono scese dell’8%, e le morti "causate da HIV" sono scese del 20%!

 

I dati ufficiali riguardanti le donne di colore sono simili:

 

1) Ci sono 5.5 milioni di donne nere Americane con età 25-44. Nel 1998, c’erano 12,077 morti per tutte le cause in questa classe di età, un tasso di mortalità inferiore allo 0,3%. Ciò includeva 1,506 "morti per HIV."

 

2) Paragonato al1997 nel quale ci furono 12,107 morti per tutte le cause, dei quali 1,673 attribuibili HIV, si comprende come anche le morti di donne nere in America siano diminuite.

 

Infine, statistiche sull’AIDS di San Francisco confermano questo trend in diminuzione. Nel 1990, un totale di 2,334 casi di AIDS furono censiti in quella città, dei quali 261 erano Africani Americani.

 

Per l’anno 2000, il numero totale di casi di AIDS riscontrati in San Francisco era di 442, dei quali 93 Africani Americani.

 

Negli ultimi dieci anni, i casi di AIDS in San Francisco sono scesi dell’80% per tutti, e sono scesi del 65% tra i neri Americani.

 

L’AIDS sta rapidamente diventando un argomento di secondaria importanza negli USA.

 

Tuttavia, nonostante queste statistiche, sono necessari sforzi politici e storie paurose per il sostentamento dei fondi statali dati alla ricerca dell'AIDS. Nel 2000, gli Usa hanno speso circa 11 miliardi di dollari (11 miliardi di euro, 22 mila miliardi circa di vecchie lire) per l’AIDS. Quest’anno saranno 11.7 miliardi di dollari e per il 2002 ben 12.3 miliardi di dollari.

 

Con cifre di questa portata da proteggere, uno può facilmente aspettarsi colpi di mano statistici! Le menzogne di Mr. Phill Wilson ne sono un piccolo esempio.

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DAL SITO DI JACOPO FO: http://www.jacopofo.com/?q=node/2055

 

La grande truffa dell’Aids sta per scoppiare?

Quel che ho deciso di raccontarvi è scandaloso e incredibile. Ma dopo 25 anni la storia sta dando ragione a chi ha dubitato delle verità ufficiali. Vi ricordate il manifesto della Benetton che visualizzava con tante faccine l’espandersi per via sessuale dell’Aids? Vi ricordate gli spot televisivi con le persone contagiate rappresentate con l’alone blu che si diffondeva dall’uno all’altro? Ci dicevano molto chiaramente che se gli umani non avessero usato il preservativo si sarebbero ammalati. Il tutto era condito con grafici che mostravano le previsioni catastrofiche dell’espandersi del contagio. La chiamavano la Peste del 2000. Ora è un fatto che i costumi sessuali non siano cambiati di molto e il consumo di preservativi sia aumentato in modo minimo. E, ci dicevano, che se non fossero cambiati radicalmente i costumi sessuali sarebbe stata una catastrofe. Ma tutte le previsioni sull’espandersi del contagio sono state negate dai fatti. Se quelle previsioni fossero state esatte oggi dovremmo avere nel mondo parecchie centinaia di milioni di malati. Invece ce ne sono meno di 40 milioni. Come è potuto succedere? Perché i contagiati sono così (relativamente) pochi? Se poi andiamo a vedere i dati ufficiali sull’epidemia scopriamo qualche cosa di pazzesco: la maggioranza dei contagiati sono in Africa, NON hanno mai fatto il test per l’Hiv. La loro sieropositività e il loro essere ammalati di Aids è ricavata in modo induttivo, è una stima teorica NON una realtà dimostrata su test reali. Quando ad esempio la Francia mandò in Africa una missione, con l’incarico di sottoporre al test dell’Hiv (il retrovirus che diffonde il morbo) il numero dei sieropositivi si dimostrò irrisorio (vedi i documenti ufficiali pubblicati su “AIDS la grande truffa”, Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM,). Ma come è possibile? Un’ipotesi ci sarebbe… Di fronte ai primi casi di Aids, il governo Usa finanziò una ricerca sul morbo e si decise che uno dei tre scienziati incaricati di dirigere il lavoro dovesse essere Duesberg che era un’autorità indiscussa nel settore dei retrovirus. Duesberg dopo lunghe ricerche si trovò ad andare contro la tesi (che divenne subito ufficiale) della diffusione retrovirale dell’Aids. Attenzione: Duesberg non negava l’esistenza dell’Aids. Sosteneva però che non fosse dovuta a un contagio portato dal retrovirus Hiv ma che l’Aids fosse, come dice la parola, una Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita. Duesberg negò che vi fosse un retrovirus all’origine di questa malattia e sostenne invece che le cause erano un collasso del sistema immunitario dovuto a denutrizione e sporcizia in Africa e droga, costumi sessuali abnormi (con decine di amanti alla settimana), trasfusioni di sangue, consumo di droghe (in particolare cocaina, eroina in vena e popper) nei paesi industrializzati. L’idea era che il sistema immunitario sottoposto a superlavoro potesse collassare e essere incapace di far fronte alle infezioni. Quindi si moriva veramente di Aids ma la causa non era un retrovirus ma un crollo delle capacità di difesa dell’organismo. Duesberg, come tutti i ricercatori che sposarono la sua tesi, fu estromesso da qualunque programma di ricerca e le sue tesi furono censurate nonostante fossero più di 400 gli scienziati firmatari di un documento che contestava la teoria dell’Hiv-retrovirus-contagio per via sessuale (o attraverso il sangue). Comincia così una storia incredibile che abbiamo via via raccontato in questi dieci anni anche su Cacao. I punti essenziali che ci fanno sospettare che la storia del retrovirus sia una bufala sono: 1) Nei casi nei quali si è realmente analizzato il comportamento dei malati di Aids (come negli Usa) si è scoperto che appartenevano alla categoria di persone che avevano comportamenti in grado di far collassare il sistema immunitario, senza che fosse necessario l’intervento del retrovirus Hiv: tossicomani (cocaina, eroina e popper), iper promiscui (decine di diversi amanti a settimana. Anche contemporaneamente con rapporti prevalentemente anali e contatto tra lacerazioni e feci), politrasfusi e persone che vivevano nella miseria e nella sporcizia più nera (sottoalimentazione e mancanza totale di igiene). Agli inizi degli anni ‘90, Luca Rossi andò in Usa per conto di Panorama e visitò il centro di statistica governativo scoprendo tre cose molto interessanti. --Era il primo giornalista a rivolgersi alla fonte per avere i dati invece di affidarsi ai comunicati stampa (i responsabili del centro statistiche lo accolsero con stupore…). -- I dati pubblicati sui giornali erano falsi. -- In particolare saltava all’occhio che i malati che non appartenevano a gruppi con comportamenti a rischio erano meno di mille a distanza di quasi 15 anni dall’inizio dell’epidemia. Un numero irrisorio spiegabile con il fatto che anche una esposizione intensa ad agenti inquinanti può provocare un crollo del sistema immunitario. Ma soprattutto un numero talmente piccolo che negava con evidenza la teoria sulla trasmissione sessuale dell’Aids in persone che avevano una vita sessuale promiscua ma non parossistica. Questa inchiesta di Luca Rossi non fu mai pubblicata da Panorama e Luca non trovò più lavoro come giornalista (tra l’altro era l’autore di un best seller su Falcone e Borsellino, più di 200 mila copie vendute, questo per dire che era un valente giornalista). Luca Rossi ha dovuto cambiare mestiere, oggi fa (con grande successo) lo sceneggiatore (la sua inchiesta l’ha pubblicata in un libro: “Sex virus”, Feltrinelli). 2) Esistono persone che si sono ammalate di Aids senza essere sieropositive. 3) Esistono persone sieropositive che dopo 20 anni non hanno sviluppato ancora l’Aids né risentono di sintomi ad essa collegabili. E poi, come si è detto, è un fatto che da 25 anni il diffondersi dell’Aids sia decisamente al di sotto di tutte le previsioni realizzate degli scienziati sulla base dell’assunto che l’Aids si diffondesse per via sessuale. Ma dopo tanti anni scopriamo anche che l’idea stessa della capacità dell’Hiv di diffondersi sessualmente è sballata. Infatti anche questo retrovirus pare abbia la capacità di essere rilevato solo in gruppi particolarmente a rischio. E questo in realtà potrebbe anche essere un elemento a favore del nocciolo della teoria dell’Hiv. Infatti l’unica spiegazione possibile della scarsa diffusione dell’Hiv in questi 28 anni dii “epidemia” sarebbe ammettere che l’analisi sulla reale infettività dell’Hiv siano completamente errate (almeno quelle). Invece autocritiche non se ne sentono. E a nulla servono le ricerche basati su test reali che ci fanno scoprire, ad esempio, che le prostitute di alcune città africane sottoposte al test dell’Hiv sono risultate sieronegative in più del 90% dei casi nonostante non facciano uso di preservativi. Così come apparre inspiegabile la bassissima diffusione dell’Hiv e dell’Aids nelle comunità lesbiche. C’è infine da aggiungere che incredibilmente (qui è tutto incredibile) neanche su che cosa sia un sieropositivo si è riusciti a mettersi d’accordo. Dopo 20 anni i test sulla sieropositività sono ancora molto discussi dagli stessi medici che sostengono la teoria ufficiale. In 25 anni i principali stati occidentali non sono neanche riusciti a mettersi d’accordo sugli indicatori di sieropositività: cioè puoi essere sano in Francia e sieropositivo in Italia. Inoltre il test in molti stati va ripetuto numerose volte perché la percentuale di falsi positivi è altissima. Dulcis in fundo Duesberg sostiene che una delle cause di morte per Aids sarebbe l’utilizzo di un farmaco carissimo e messo fuori legge negli anni ’60 perché micidiale: l’Azt 20. E in effetti ormai da tempo questo farmaco non viene utilizzato dalla comunità gay Usa nella quale si sono diffuse cure che si concentrano sull’appoggio al sistema immunitario piuttosto che nello sterminio dei retrovirus. E c’è infine da dire che l’esistenza stessa dell’Hiv non è una realtà conclamata: nessuno l’ha mai “fotografato”. La sua esistenza è stata provata per via induttiva, indirettamente. In questa storia dell’Aids c’è un altro capitolo misterioso. Da anni è in corso una campagna durissima e infamante contro il governo del Sud Africa e il suo presidente Mbeki colpevoli di credere alla teoria di Duesberg e di rifiutare l’uso dell’Azt e delle terapie retrovirali e di impegnarsi invece sul fronte della lotta alla fame, alla sporcizia e all’inquinamento (che è gravissimo anche in alcune zone del Sud Africa). Questa campagna è culminata con una causa per strage contro il governo del Sud Africa sostenuta da grandissimi avvocati e dai soldi delle case farmaceutiche. La censura contro le tesi di Mbeki è stata tale che la stampa censurò il discorso di Nelson Mandela al convegno mondiale sull’Aids di Joannesburg. I giornali scrissero che Mandela aveva criticato Mbeki mentre era vero esattamente il contrario. L’intervento di Mandela, non era neppure disponibile negli atti del convegno pubblicati su internet. Archivio articoli sull’Aids. Insomma quello che sappiamo di sicuro è che c’è una verità ufficiale monolitica che traballa sotto la spinta dei decenni. C’è una teoria alternativa sostenuta da centinaia di ricercatori. C’è una censura feroce contro chiunque abbia osato criticare la verità ufficiale (e noi ne sappiamo qualche cosa). C’è un giro d’affari mostruoso. Per chi vuole saperne di più ecco due articoli. Il primo venne pubblicato quasi dieci anni fa. A tutt’oggi quelle contestazioni restano valide e senza risposta. E già questo è un aspetto incredibile.

 

L'AIDS E' DAVVERO LA PESTE DEL DUEMILA? Il 1981 e il 1982 furono gli anni della mia vita durante i quali scopai di più. La sifilide e lo scolo non facevano più paura a nessuno e ce la si spassava spensieratamente. "Era scoppiata la febbre del sabato sera ma anche negli altri giorni la temperatura restava elevata. Se continuava così il sesso avrebbe travolto la società civile: orge bestiali, preti nudi alla televisione, cani che si accoppiano con gatti"... Invece arrivò il flagello di Dio, l'Aids e i bigotti ringraziarono il signore che aveva così punito tossicomani e sodomiti. "E già nel 1985 non si faceva più l'amore spensierati come prima. E poi i giornali iniziarono a ululare che anche milioni di emofiliaci e di politrasfusi erano a rischio per via delle trasfusioni con sangue infetto ed era a rischio chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con i politrasfusi, i tossicomani e gli omosessuali. Nel 1987 prima di far l'amore con una fanciulla stavi mezz'ora a guardarle la pelle e la lucentezza degli occhi per capire se era sana come un pesce o infettiva come una bomba battereologica ambulante. Ora sono passati almeno 15 anni dall'esplosione dell'epidemia, 40 anni dai primi casi ufficiali di Aids e, diciamo onestamente, il preservativo non l'abbiamo usato mica tanto... che far l'amore col preservativo è come fare il bagno con lo scafandro. Allora, se escludiamo un 30% della popolazione che non scopa mai o che è fedele in modo schifoso e sta con persone altrettanto assolutamente fedeli, tutti gli altri, cioè noi debosciati, dovremmo avere un "Aidiesse" grossa come un topo di fogna che ci scorazza nei linfociti e ci frulla il sistema immunitario. Invece, vivaddio, sto benissimo. Ho fatto anche il test dell'Aids e risulto pulito come un chierichetto. Fin dal1985 c'erano alcuni ricercatori che si erano accorti che qualche cosa non andava.Uscì un lungo articolo sul settimanale "Epoca" che raccontava questi dubbi. Questo virus dell'Aids pareva un tipo strano, c'era gente che era sieropositiva e non si ammalava e c'era gente che si ammalava ed era sieronegativa, ogni anno si facevano previsioni catastrofiche sul numero dei sieropositivi dell'anno successivo. E ogni anno le previsioni erano esagerate e comunque i giornali titolavano: "Si prevedono enormi sviluppi dell'epidemia per l'anno prossimo". Nel 1993 uno dei tre ricercatori americani ai quali il governo aveva affidato la direzione delle ricerche (Peter Duesberg, il grande retrovirologo scopritore del virus che provoca una rara forma di tumore al collo dell'utero) se ne saltò fuori dicendo pressappoco così: Cari ragazzi, l'Aids non è provocata dal virus dell'Hiv ma dalle droghe, dalla scarsa igiene e dalla denutrizione. Il sesso c'entra solo perché chi ha un numero esorbitante di amanti, (tipo 50-100 all'anno) sottopone il suo sistema immunitario a un super lavoro che lo rende incapace di difendersi da tutte le infezioni. Cioè l'Aids non è una malattia unica, provocata da un'unica causa (il virus Hiv) ma una sindrome, cioè un insieme di infezioni e degenerazioni che colpiscono persone già gravemente debilitate. La cosa tragica è che state curando questi malati con l'Azt che è una roba che è stata ritirata dal commercio negli anni '60 perché ammazzava i malati di tumore. é chiaro che se la date a persone giù di corda poi muoiono, ma non li uccide il virus dell'Hiv, li accoppate voi."

Questo articolo uscì sul supplemento salute del "Corriere della Sera" e provocò una serie di reazioni isteriche da parte della classe medica italiana nonostante fosse accompagnato da un documento firmato da parecchi premi Nobel e grandi capoccioni nel quale si diceva grossomodo: non vi sembra che sull'Aids state sparando un sacco di stronzate? Non sarebbe il caso di rifletterci un po' sopra? L'unico risultato tangibile fu che il giornalista di "Salute" che si era occupato di far uscire l'articolo fu mandato a occuparsi di giardinaggio in Groenlandia. All'illuminato direttore di un noto settimanale però venne un dubbio. Così diedero un po' di soldi a Luca Rossi, giornalista e scrittore (suo il libro su Falcone e Borsellino, "Disarmati: Falcone, Cassarà e gli altri", Ed. Mondadori) e lo spedirono in America a fare una grande inchiesta. Incontrai Luca Rossi l'anno scorso e me ne raccontò di tutti i colori. Era andato al centro statistico per le malattie infettive Usa e lo avevano accolto con stupore. Era il primo giornalista al mondo che si presentasse da loro per avere notizie di prima mano sull'andamento dell'epidemia (volendo controllare tutto fin dall'inizio). Tutti i giornali parlavano del fatto che ormai il virus Hiv portava l'Aids nelle cellule di tutti, non solo dei tossicomani, dei gay e dei politrasfusi... erano milioni gli eterosessuali non a rischio e di buona costituzione ammalati. 'Questi qui del centro di statistica delle malattie infettive sono tipi precisi. E si erano accorti che i dati erano un casino. Cioè se ti beccano che hai l'Aids non è che subito ti va di ammettere che sei un omosessuale, drogato, assatanato per il sesso, che non ti lavi e mangi solo xxxx. Così iniziarono a indagare sulla vita dei sieropositivi. Gli americani sono dei duri e hanno gente come l'ispettore Callaghan e Charles Bronson che sanno come far parlare la gente. In Italia uno ti dice che ha preso l'Aids perché una volta soltanto in vita sua è andato con una prostituta... e tu ci credi... ma lascialo nelle mani di Swarzenegger un paio d'ore e vedrai che confesserà che ha avuto 30 partner sessuali in otto giorni e si è sniffato tutto il popper e la coca e i sali da bagno del mondo. Così questi professori di statistica dissero a Luca Rossi che fra tutti i casi di Aids registrati negli Stati Uniti dall'inizio dell'epidemia ce ne sono meno di 600 che riguardano sicuramente persone con uno stile di vita normale. Gli dissero anche la recente esplosione di casi di Aids tra le donne era una questione politica e non statistica. Il movimento delle lesbiche americane si era imbufalito perché loro non apparivano mai nelle statistiche dei malati mentre era pieno di omosessuali maschi. Quelli dell'ufficio statistiche avevano cercato di spiegare che non era colpa loro se i maschi erano più birichini e la sodomia è una pratica più infettiva. Ma le donne gay non vollero sentir ragioni e dissero che erano solo dei fascisti fallocrati. Si sa che uno che si occupa di statistica è un bonaccione anche se è cugino di Rambo. Così questi smidollati, messi alle strette dalla Casa Bianca decisero di risolvere il problema iscrivendo d'autorità il tumore alla cervice dell'utero nel mix di malattie che costituiscono la sindrome dell'Aids (nel 1981 erano 3 malattie, oggi sono 30). In questo modo nel 1993 aumentò mostruosamente il numero delle donne ammalate di Aids. Non so se mi hai capito, è un trucco geniale! Poniamo che su 10.000 donne sane 5 abbiano statisticamente questo tipo di tumore. Ora se prendo 10.000 sieropositive anche tra queste solo 5 donne hanno, come logico, lo stesso tumore. Ma io (figlio di puxxxxx statistico e cagasotto) sostengo che le 5 sieropositive non hanno quel tumore perché è statisticamente logico che lo abbiano per altre ragioni, ma dico che per loro, e solo per loro, è colpa dell'Aids (non ho nulla contro le donne gay, ma, evidentemente tra le cape del movimento lesbico americano ci sono, come altrove, persone fanatiche e idiote). Finalmente anche le lesbiche poterono avere la loro casella statistica. Così morirono felici di avere anche loro l'Aids.

Luca Rossi raccolse queste informazioni, insieme a molte altre e consegnò un bell'articolo che non venne mai pubblicato (a gennaio dovrebbe essere uscito un suo libro con la Feltrinelli).

Ora sono passati un paio d'anni e sui giornali non si è visto più niente che mettesse in dubbio il rapporto tra Hiv, Aids e l'uso del micidiale Azt. Vi risparmio una tirata sui ricercatori che sono costretti a esagerare il pericolo dell'Aids per avere i finanziamenti, le ditte farmaceutiche assetate di denaro, i giornalisti sempre a caccia di notizie agghiaccianti che facciano audience e il complotto delle lobby cattoliche sessuofobiche. Però c'è una cosa che mi brucia. Perché invece di buttarsi a pubblicizzare i preservativi così poco piacevoli, non si è fatta una campagna di pubblicità per incoraggiare la gente a masturbarsi reciprocamente? Farlo con le mani è bello, trasgressivo, piacevole e non ti puoi prendere nessuna malattia. Basta che te le lavi. Invece niente. Tutti giù a sbraitare di non farlo o di gommarsi. Soltanto il governo olandese ha speso qualche soldo per incoraggiare i rapporti occasionali fatti a mano. Comunque so già come finirà, così come sono caduti l'Impero Romano, il Muro di Berlino, Craxi, Andreotti e Berlusconi, alla fine crollerà anche tutta questa storia dell'Aids.

E allora, dopo tanti anni di paure e rinunce, chi ci fermerà più? Entro un paio d'anni si scoprirà la verità, vedrete... torneremo a fare sesso come frullatori.

 

LA TRUFFA DELL’AIDS

Il virus della immunodeficienza umana HIV non è stato mai isolato e fotografato. Esiste una sentenza di un tribunale tedesco del 15.01.2001 sulla inesistenza del virus HIV. La traduzione del testo della sentenza dal tedesco si trova sul sito internet: http://www.medicinenaturali.net/

Non esiste un documento scientifico ufficiale che provi che il cosiddetto HIV, ammesso che esista, provochi l’Aids. Il premio Nobel, Kary Mullis, scopritore del PCR (Polymerase Chain Reaction) usato impropriamente, a detta dello scopritore, per la misurazione della carica virale dell’ HIV, lo ha cercato invano; ma neanche Montagnier e Gallo sono stati in grado di fornirglielo. (leggi il libro: Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593).

I test dell’Aids non sono attendibili perché, oltre a non essere precisi, esistono più di sessanta fattori che possono dare dei falsi positivi.

I farmaci usati per l’Aids oltre a distruggere a medio e lungo termine la salute di chi li assume, costano al contribuente italiano diciotto milioni l’anno per ogni paziente.

Il basso livello di linfociti CD4 e una alta viremia non sono predittivi di Aids. Ci sono persone con valori normali che stanno male e persone con valori anormali che però stanno bene.

Le persone che hanno un sistema immunitario indebolito devono eliminare tutti i fattori di stress ossidativo per l’organismo (fattori chimici, fisici, biologici, nutrizionali e mentali), fare delle cure a base di antiossidanti, fare una vita sana con una buona alimentazione e farsi seguire da un medico che abbia un visione solistica dell¹uomo. Vedi a questo proposito gli articoli in inglese e spagnolo del Dott. Roberto Giraldo su internet: http://www.robertogiraldo.com/

L’aids è una malattia politica che è servita a creare un sistema di potere ed è il risultato di un accordo internazionale tra Stati Uniti e Francia. Vedi a questo proposito il sito internet: http://space.tin.it/scienza/avufi/index.html e il libro: Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441. L’aids in Africa non è diagnosticata con il test dell’HIV ma in base a sintomi clinici. Ma la causa dell’Aids in Africa è la crescente povertà. La malnutrizione, l’inquinamento dell’acqua, la mancanza di igiene, le malattie endemiche.

In Europa e in America l’Aids riguarda categorie di persone che hanno comportamenti a rischio per la salute, in particolare l’uso di droghe e stili di vita non compatibili con una buona salute. Altre cause sono il crescente inquinamento dell’ambiente e l’abuso di farmaci.

Altri articoli pubblicati da Cacao: Archivio articoli sull’Aids. La ricerca più recente sul tema è pubblicata all’interno del libro “Tutto quello che sai è falso” (Entrambi i volumi) edizioni Nuovi Mondi Media

 

Riferimenti bibliografici (i numeri telefonici sono di 4 anni fa) e siti internet: AIDS la grande truffa, Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM, tel. 06 85301832

L'immensa balla dell'AIDS, Robert Lombardi, 1998, Macro Edizioni, tel. 0541 344820

AIDS il virus inventato, Peter Duesberg, 1998, Baldini & Castoldi, Milano, tel. 800-242593

World without AIDS, Steven Ranson & Philip Day, 2000, Credence Publications, England

HIV e AIDS: fine degli opposti estremismi, Elio Rossi, 1998, Lombardo Editore, tel. 06 44290974

Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441

La mafia della Sanità, Guylaine Lanctot, 1997, Macro Edizioni, tel. 0541 344820

La medicina sottosopra. E se Hamer avesse ragione?, 1999, Edizioni AMRITA, Torino, tel. 011 9363018 La vera storia dell'Aids, David Rasnick, 2001, Edizioni SPIRALI, Milano, tel. 02 8054417 (novità!) Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593 http://www.laleva.cc/cura/truffa_aids.html

http://digilander.iol.it/anok4u/Doc/aidsmm.htm

http://space.tin.it/scienza/avufi/index.html

http://www.infoaids.freeweb.supereva.it/intro.htm?p

http://www.oikos.org/aids/it/default.htm

http://www.medicinenaturali.net/

http://www.robertogiraldo.com/ (inglese e spagnolo)

http://www.duesberg.com/ (inglese)

http://www.virusmyth.net/aids/ (inglese)

http://www.aliveandwell.org/ (inglese)

http://www.free-news.org/index01.htm (spagnolo)

http://www.disinformazione.it/

http://cosco-giuseppe.tripod.com/

http://www.pantellini.org/

http://m3.easyspace.com/aerrepic/ by Sergius 2001

By Jacopo Fo at 10 Ott 2006 - 10:35 controinformazione il blog di Jacopo Fo Login or regis

Modificato da faranio
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gran bello argomento faranio... con dovizia di opinioni illustri e links molto interessanti...

 

 

 

vediamo se anche stavolta qualche idiota arriva scrivendo non nel merito della questione ma attaccando sul piano personle chi ha riportato la notizia

Modificato da Vieri
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Lunghetto il tutto, pero' mi incuriosisce.

 

tuttavia alcune cose sembrano fuori posto:

 

1) le dichiarazioni che riporti una di seguito all'altra sono un po' datate. Magari semplicemente dopo il 2000 si sono resi conto che era assurdo.

2) il sud africa pur essendo uno degli stati dell'africa con il piu' alto reddito pro capite e' anche quello con i piu' alti livelli di aids (sempre che, secondo l'articolista, vengano diagnositcati con efficienza)

3) l'AZT e' usato solo dalla fine degli anni '80 e prima la gente si ammala e moriva. E comunque adesso non e' quasi piu' una 'malattia mortale' ma piuttosto una 'malattia cronica', i retrovirali permettono di vivere fino a 30 anni in piu'.

4) Come spiegano, soprattutto nelle prime fasi, dunque il contagio internamente a gruppi coesi come i drogati o i gay? (la trasmissione sessuale era perfetta in questo senso)?

 

 

IMPORTANTE: Hai fatto una ricerca per vedere se c'e' qualcuno della 'versione ufficiale' che contesta questi dati?

 

Post edit: su wikipedia ho cercato mullis e questo e' quello che viene fuori:

Mullis has said of HIV:

 

"If HIV has been here all along and it can be passed from mother to child, wouldn't it make sense to test for the antibodies in the mothers of anyone who is positive to HIV, especially if that individual is not showing any signs of disease?... If an HIV-positive woman develops uterine cancer, for example, she is considered to have AIDS. If she is not HIV-positive, she simply has uterine cancer. An HIV-positive man with tubercxxxsis has AIDS; if he tests negative he simply has tubercxxxsis. If he lives in Kenya or Colombia, where the test for HIV antibodies is too expensive, he is simply presumed to have the antibodies and therefore AIDS, and therefore he can be treated in the World Health Organization's clinic. It's the only medical help available in some places."[12]

 

dice che in realta' in Africa si tende a usare l'AIDS come una malattia ombrello che puo' fare rientrare le cure nelle spese della WHO.

 

non dice la stessa cosa di Duesberg. Duesberg sostiene che l'AIDS sia una vera a propria carenza del sistema immunitario di fronte a pratiche che lo mettono a prova durissimamente, droghe, malnutrizione, etc. Mullis dice che in Africa si fa passare ogni malattia per AIDS. Non e' la stessa cosa.

Modificato da Gurg
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Lunghetto il tutto, pero' mi incuriosisce.

 

tuttavia alcune cose sembrano fuori posto:

 

1) le dichiarazioni che riporti una di seguito all'altra sono un po' datate. Magari semplicemente dopo il 2000 si sono resi conto che era assurdo.

 

3) l'AZT e' usato solo dalla fine degli anni '80 e prima la gente si ammala e moriva. E comunque adesso non e' quasi piu' una 'malattia mortale' ma piuttosto una 'malattia cronica', i retrovirali permettono di vivere fino a 30 anni in piu'.

 

 

 

IMPORTANTE: Hai fatto una ricerca per vedere se c'e' qualcuno della 'versione ufficiale' che contesta questi dati?

 

P

 

in effetti anch'io credo che la mancanza di dichiarazioni e di articoli di scienziati dissidenti possa essere interpretata come un'ammissione di errore. C'è di più ... molti sieropositivi dissidenti hanno scelto volontariamente di non assumere frmaci (l'AZT pare che non si apiù usato.. essendo stato sostituito da farmaci meno distruttivi) e hanno aperto dei sito e dei blog... bene... pare che la maggior parte di questi dissidenti siano morti per malattie legate all'AIDS.

Comunque, non riesco proprio a trovare una testimonianza che dimostri che il virus sia stato isolato. Io mi occupo da almeno un anno della questione... l'idea che mi sono fatto è questa: sicuramente nella scoperta dell'Hiv ci sono state pesanti irregolarità... può darsi che Gallo, lo scienziato che ha scoperto il virus, si sia fatto dirigere da un'intuizione (oltre che da una barca di soldi), ma senza avere delle prove scientifiche valide. Di qui la protesta di questi scienziati, che giustamente hanno contestao la procedura e gli interessi miliardari che che ci sono in ballo. Poi, può darsi che l'intuizione di Gallo fosse corretta.... ma certo è inquietante che di questo dibattito nei grandi netwoork dell'informazione non se ne parli... e l'argomento è addirittura censurato. sull'Africa io credo che effettivamente le cose stiano come dicono i dissidenti.. come si fanno a fare statistiche senza fare i test? Ci vogliono far crdere che milioni di africani siano stati sottoposti a test HIV? E poi gli stessi sostenitori della teoria ufficilae ammettono che ci sono casi di AIDS in mancanza di HIV, che nei test viene rilevato indirettamente, per la presenza di certi anticorpi. E' chiaro che si tratta di stime astratte...

e poi.. un'altra cosa che non mi è chiara: i test. Pare che ci sia un'alta possibilità di falsi positivi (è la ragione per la quale io non l'ho mai fatto).. e inoltre, i parametri cambiano da paese a paese... per essempio il periodo cosiddetto finestra non è lo stesso da Paese in Paese... in Italia mi pare che sia di 6 mesi mentre in Francia di tre. Praticamnete puoi risultare positivo in Italia ma negativo negli USA ad esempio!! Perché?

In conclusione: che qualcuno sul'aids ci mangi e ci abbia mangiato è indubbio. Sul dibattito teoria ufficila edissidenti probabilmente la verità è nel mezzo.

Modificato da faranio
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Hiv - Aids: Un altro Falso positivo dal Test, Usa: crede di avere Aids per 8 anni

06.09.04 11:03 | Permalink

 

Ancora un altro caso di "Falso Positivo".

 

Usa: crede di avere Aids per 8 anni

Source: Yahoo News

 

(ANSA) -WASHINGTON, 30 AGO- Per 8 anni ha vissuto credendo di essere sieropositivo. Ora ha scoperto che la diagnosi era errata, e che lui non e' mai stato infettato.

La verita' e' emersa dopo che il medico dell'uomo - Jim Malone, di S.Francisco - ha ammesso l'errore alla clinica presso cui era in cura.

 

A quanto si sa, Malone, nel 1996, aveva saputo di essere sieropositivo dopo un test in un laboratorio privato. Altri esami erano negativi, ma l'uomo non ne era stato informato e ha continuato a ritenersi sieropositivo.

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FINALMENTE HO TROVATO ARTICOLI RECENTI:

 

Out of control:

AIDS and the corruption of medical science

 

By Celia Farber

 

L'articolo si puo' leggere in inglese sul sito di questa rivista, pare molto autorevole: http://www.harpers.org/archive/2006/03/0080961

 

 

Altro articolo del 2006 in italiano:

 

LO SCANDALOSO RAGIONAMENTO ALLA BASE DEI TEST HIV

Postato il 24 07 2006 di cdcnet

 

http://www.comedonchisciotte.net/modules.p...cle&sid=247

DI NEVILLE HODGKINSON

The Business Online.com

 

Era un simbolo della compassione, un segno che si aveva a cuore il problema. Portare il fiocco rosso significava esprimere solidarietà alle vittime dell’Hiv/Aids. Significava che si era a conoscenza dell’importanza dei farmaci antivirali, del test Hiv, dei condom, della esistenza dell’Aids e dell’urgente necessità di un vaccino.

Al contrario, se invece si avevano dubbi sulla diffusione dell’Aids e sulle statistiche manipolate sull’Hiv/Aids; o che i miliardi di dollari raccolti per la ricerca sull’Hiv e le terapie da adottare avrebbero potuto essere spesi meglio in altri campi della medicina o nella lotta alla povertà; o, addirittura, se si avevano dubbi sul fatto che l’Aids fosse causato da un virus che si trasmette sessualmente, allora si perdeva il diritto ad essere considerato una persona sensibile e per bene. Si era un negazionista, un paria, una persona culturalmente limitata, un picchiatello. Anche per uno scienziato autorevole i finanziamenti si sarebbero volatilizzati e le possibilità di pubblicare articoli su riviste di grande diffusione si sarebbero ridotte a zero.

 

Oggigiorno, che spaventi i residenti di una città della Cornovaglia con un grappolo di presunte infezioni, o che provochi le scuse da parte dell’ex presidente del South Africa National Aids Council per aver fatto sesso non protetto con un’attivista HIV-positiva, o che dia la possiblità a Bono, frontman degli U2, di dirigere un'edizione del quotidiano Indipendent dominata da appassionati resoconti della piaga dell’ HIV/AIDS in Africa, il virus ha un posto di primo piano nell’immaginario collettivo e continua ancora a far notizia da oltre venti anni. Oggi è un vero grande business: American Express, Motorola, Gap, Converse e Armani risultano tra le multinazionali che sostengono la campagna RED di Bono Vox che promuove la raccolta di fondi per l’Aids in Africa.

 

 

 

Ma, senza che sia stato riportato nell’Indipendent di Bono (o in qualunque altra edizione del giornale che per anni ha seguito una linea convenzionale sull’AIDS), ci sono segni che il potere del “fiocco rosso” incomincia a sgretolarsi. Negli Stati Uniti, dove l’opinione pubblica ha da anni considerato la teoria dell’Hiv/Aids indiscutibile, una controversa critica di 15 pagine sull’influente Harper’s Magazine ha causato uno shock culturale di vaste proporzioni, in quanto l’articolo evidenzia dettagliatamente un cover-up da parte della mondo della medicina ufficiale sull’efficacia dei test e dei trattamenti medici. L’articolo fa riferimento a scienziati che da anni sostengono che non esiste nessun virus Hiv che è causa dell’Aids.

Nel frattempo il Washington Post il mese scorso ha pubblicato uno studio dal titolo “Come è stato gonfiato il fenomeno dell’Aids in Africa” in cui si sostiene che le sempre più catastrofiche ed inesatte stime sulla diffusione dell’Hiv da parte dell’ UNAIDS (il programma delle Nazioni Unite sull’ Hiv/Aids) hanno “per anni distorto le valutazioni politiche in merito all’utilizzo dei preziosi fondi destinati alla sanità pubblica”.

 

In India la “Campagna del fiocco rosso” è stata sospesa dalle ferrovie nazionali dopo che in un convegno nazionale sull’Hiv tenutosi a Bangalore quest’ultimo ottobre alla presenza di più di 1500 persone positive all’Hiv teatralmente e davanti alle telecamere televisive un fiocco rosso largo 2 metri è stato tagliato a pezzi come protesta contro un simbolo “opprimente per alcuni e fonte di denaro per altri”.

 

I relatori hanno fatto presente che mai in precedenza c’era stato un simile simbolo di solidarietà con gente che soffre di altre malattie. Il paradigma rappresentato dal fiocco “Hiv=Aids= morte”, ovvero l’ortodossia scientifica propugnata da agenzie delle Nazioni Unite, dagli interesssi farmaceutici e da migliaia di attivisti in tutto il mondo porta all’isolamento, alla discriminazione e causa un immenso impatto emotivo dopo essere risultati positivi al test Hiv. Veena Dhari, la prima donna in India che si è dichiarata pubblicamente Hiv-positiva, ha detto che su un Hiv-positivo il fiocco rosso suscita impulsi suicidi e ha invitato tutte le organizzazioni per l’Aids a smettere di adottarlo come simbolo.

 

La storia è apparsa sulle prime pagine dei giornali e alla televisione nazionale in India, dimostrando così che in quel paese i media sono capaci di esercitare una maggiore resistenza, rispetto alla maggior parte dei paesi africani, alle enormi pressioni per conformarsi all'opinione internazionale ufficiale sulla teoria dell’Hiv/Aids.

 

Due anni fa Richard Holbrooke, ex ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite ed ora presidente della Global Business Coalition on Hiv/Aids, un'associazione di 200 aziende internazionali che promuove test Hiv, trattamenti farmacologici e sostegno, disse a Washington che il maggiore impedimento nel trattamento dell’Aids su scala globale è rappresentato dal fatto che molti governi e le stesse popolazioni stanno attraversando ancora una “fase di negazione, credono cioè di non avere problemi correlati all’Aids”.

 

Facendo l’esempio dell'India, affermò che se il paese non cambiava la sua politica sanitaria, presto si sarebbe ritrovato con il più alto numero di casi di Hiv/Aids del mondo. Queste previsioni avrebbero dovuto verificarsi già dall’anno scorso secondo Richard Feacham, presidente del Global Fund to Fight Aids Tubercxxxsis and Malaria con sede a Ginevra e principale beneficiario della campagna RED.

Modificato da faranio
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e poi.. un'altra cosa che non mi è chiara: i test. Pare che ci sia un'alta possibilità di falsi positivi (è la ragione per la quale io non l'ho mai fatto).. e inoltre, i parametri cambiano da paese a paese... per essempio il periodo cosiddetto finestra non è lo stesso da Paese in Paese... in Italia mi pare che sia di 6 mesi mentre in Francia di tre. Praticamnete puoi risultare positivo in Italia ma negativo negli USA ad esempio!! Perché?

 

La finestra di tempo cambia a seconda della sensibilita' del test che riesce a trovare il virus che non si sviluppa subito ma ha bisogno di alcune settimane.

 

Per il tuo caso personale, i test si fanno!!! Nell'improbabilissimo caso che uno sia positivo, lo rifa a stanca 10 volte fino a che tutti i possibili e probabili test non danno lo stesso risultato.

 

Il tipo qui di sopra sarebbe dovuto andare in 10 cliniche prima di cominciare i retrovirali

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:blink: :blink: :blink: :blink: :blink: :blink:

FATTORI CHE PROVOCANO UNA FALSA DIAGNOSI DI SIEROPOSITIVITA' NEI RISULTATI DEI TEST DI "ANTICORPI CONTRO L'HIV"

http://digilander.libero.it/xxx_a_xxx//xxx_a_xxx//controinfoaids...%20diagnosi.htm

 

1) Anticorpi anti-carboidrati

2) Anticorpi che si trovano in modo naturale ( Naturally-occurring antibodies)

3) Immunità passiva: recezione di gamma globulina o immunoglobulina (come profilassi contro infezione che contiene anticorpi)

4) Lebbra

5) Tubercolosi

6) Micobacterium avium

7) Lupus eritematoso sistemico

8) Insufficenza renale

9) Emodialisi/Insufficenza renale

10) Terapia di alfa interferone in pazienti di emodialisi

11) Influenza

12) Vaccino contro l'influenza

13) Erpes semplice I

14) Erpes semplice II

15) Infezione del tratto respiratorio superiore (raffredore o influenza)

16) Infezione virale recente o esposizione a vaccini virali

17) Gravidanza in donne multipare ( che hanno partorito molto)

18) Malaria

19) Alti livelli di complessi immuni circolanti

20) Ipergammaglobulinemia (alti livelli di anticorpi)

21) Falsi sieropositivi in altri test, incluso il test RPR (rapid plasma reagent) per la sifilide

22) Artrite reumatoide

23) Vaccino contro l'epatite B

24) Vaccino contro il tetano

25) Trapianto di organi

26) Trapianto renale

27) Anticorpi anti-linfociti

28) Anticorpi anti-collageni (riscontrati in omosessuali,

29) emofiliaci,

30) africani in tutte e due i sessi,

31) in persone con lebbra

32) Sieropositivi al fattore reumatoide, anticorpi anti-nucleari (entrambi riscontrati nella artrite reumatoide e in altri auto-anticorpi)

33) Malattie autoimmuni -Lupus eritematoso, scleroderma, malattia del tessuto connettivo, dermatomiositi

34) Infezioni virali acute,

35) infezioni virali del DNA

36) Neoplasmi maligni (cancri)

37) Epatite alcolica/malattia epatica alcolica

38) Colangite sclerosante primaria

39) Epatite

40) Sangue "appiccicoso" (negli africani)

41) Anticorpi con un'alta affinità per il polistirene (adoperati nei kit dei test)

42) Trasfusioni sanguinee, trasfusioni sanguinee molteplici

43) Mieloma molteplice

44) Anticorpi HLA (contro antigeni dei leucociti di tipo I e di tipo II)

45) Anticorpi anti-muscoli lisci

46) Anticorpi anti-celle parietali

47) IgM (anticorpi) anti-epatite A

48) IgM anti-Hbc

49) Somministrazione di preparati di immunoglobulina umana raccolti prima di 1985

50) Emofilia

51) Disordini ematologici maligni/linfoma

52) Cirrosi biliare primaria

53) Sindrome di Stevens-Johnson

54) Febbre Q con epatite associata

55) Campioni trattati con calore ( specimens)

56) Siero lipemico (sangue con alti livelli di grassi o lipidi)

57) Siero emolizzato (sangue in cui l'emoglobulina si separa dai globuli rossi)

58) Iperbilirubinemia

59) Globuline prodotte durante gammopatie policlonali (le quali si riscontrano in gruppi a rischio AIDS)

60) Individui sani come risultato di reazioni crociate non capite

61) Ribonucleoproteine umane normali

62) Altri retrovirus

63) Anticorpi anti-mitocondriali

64) Anticorpi anti-nucleari

65) Anticorpi anti-microsomiali

66) Anticorpi dell'antigene di leucociti delle cellule T

67) Proteine nel filtro di carta

68) Virus Epstein-Barr

69) Leishmaniasi viscerale

70) Sesso anale ricettivo

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Il test dell'hiv non identifica il virus, ma gli anticorpi. Gli anticorpi sono specifici e sono la prova della presenza del virus. Chi è positivo al test non è necessariamente malato. L'aids si può manifestare a distanza di anni. Le persone che manifestano i sintomi dell'aids sono positive al test degli anticorpi hiv.

Cosa c'è che non quadra?

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Il test dell'hiv non identifica il virus, ma gli anticorpi. Gli anticorpi sono specifici e sono la prova della presenza del virus. Chi è positivo al test non è necessariamente malato. L'aids si può manifestare a distanza di anni. Le persone che manifestano i sintomi dell'aids sono positive al test degli anticorpi hiv.

Cosa c'è che non quadra?

 

ti rispondo con questo estratto:

digilander.libero.it/xxx_a_xxx//xxx_a_xxx//controinfoaids/doc/vero_significato.htm

 

Tanto per cominciare, cosa significa “specificità”? La specificità è il numero di risultati negativi che il test ottiene in persone che sicuramente non hanno la malattia in questione. Un test che abbia una specificità del 100% risulta sempre negativo quando la malattia è assente. Non ci sono “falsi positivi”. Come si determina se la malattia (in questo caso l’infezione da HIV) è presente o no?

 

I test per gli anticorpi anti-HIV sono basati sull’idea che se sono presenti gli anticorpi relativi ad un virus, una proteina del virus, e quindi il virus stesso, sono per forza presenti. Così per vedere se il test sta facendo esattamente il suo lavoro, è necessario avere un metodo indipendente per poter verificare la presenza di un virus in una persona sieropositiva (cioè che presenta gli anticorpi per quel virus) e l’assenza del virus in una persona sieronegativa (che non presenta cioè gli anticorpi). Questo metodo indipendente è chiamato “gold standard” o “standard aureo”.

 

L’unico standard aureo adeguato sarebbe l’isolamento del virus stesso. Poiché i virus hanno bisogno delle cellule viventi dell’ospite per potersi riprodurre, essi vengono coltivati in colture di cellule. L’isolamento dell’HIV presuppone che il virus sia estratto da una coltura e sia separato da qualsiasi altra cosa presente nella coltura stessa, in modo che rimanga solo il virus puro.

 

Diciamo che 100 persone siano risultate prive del virus mediante l’isolamento virale. Tutte queste persone vengono sottoposte ad un test per l’HIV e di questi 90 risultano negativi e 10 positivi (falsi positivi). Questo dà al test una specificità del 90% (che non è un granché). Se il test fosse specifico al 100%, esso non risulterebbe mai positivo in una persona (sia che abbia sintomi o meno) che non è stata infettata dall’HIV, come determinato dall’isolamento del virus.

 

Benché vengano fatte molte affermazioni che il test per gli anticorpi anti-HIV sia assai specifico, Eleopulos e colleghi sostengono che non sia così. Un test che non sia specifico, risulterà positivo anche in presenza di anticorpi diversi da quelli che dovrebbe rivelare. Chiaramente, se un test per l’HIV non è specifico, un risultato positivo è per lo meno ambiguo.

Modificato da faranio
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e l'articolo continua.....

 

 

Questi principi vengono usati nei test per la ricerca degli anticorpi anti-HIV, che funzionano più o meno in questo modo: nel test ELISA, una mistura di proteine, che si ritiene provenga solo dall’HIV, viene messa a contatto con un campione di sangue in modo che ogni anticorpo eventualmente presente nel sangue che sia in grado di legarsi con queste proteine, abbia la possibilità di farlo. Se tutte le proteine della mistura provengono realmente dall’HIV, e se tutti gli anticorpi riconoscono soltanto le proteine dell’HIV, un risultato positivo in questo test significherà che, in un qualche momento nel passato, la persona è stata esposta al virus. Ma, come la Eleopulos ed i suoi colleghi dimostrano nel loro articolo rigorosamente argomentato ed ampiamente referenziato, queste due condizioni essenziali non vengono soddisfatte in nessuno dei due test anticorpali (ELISA o Western Blot) attualmente in uso!

 

Quindi abbiamo già due grossi problemi: 1) non tutte le proteine della mistura derivano sicuramente dall’HIV; 2) non tutti gli “anticorpi-HIV” riconoscono sicuramente solo l’HIV. In realtà Eleopulos e colleghi sottolineano che in realtà non c’è alcuna prova che addirittura nessuna delle supposte proteine dell’HIV provenga proprio dall’HIV!

 

La ragione è che l’isolamento del virus ha presentato numerose difficoltà insormontabili (che discuteremo più avanti). La posizione degli autori è che l’HIV non è mai stato isolato e quindi nessuno può essere sicuro che le proteine in questione derivino effettivamente dall’HIV. Ne deriva che se non possiamo essere sicuri che le proteine del test derivino dall’HIV, non possiamo neppure essere sicuri che gli anticorpi che reagiscono con queste proteine siano anticorpi anti-HIV. Ci sono molti casi documentati di reattività-crociata degli anticorpi, nei quali anticorpi di altre malattie o condizioni causano un risultato falso-positivo. L’unico modo per saperlo con certezza è applicare uno standard aureo.

 

Nel test Western Blot (WB), le presunte proteine dell’HIV vengono presentate separatamente anziché in una mistura e, dopo essere state messe a reagire con un campione di sangue, ogni proteina è in grado di dare un segnale visibile del fatto che ha legato un anticorpo. (v. Fig. 1 per una illustrazione di come appare un risultato di WB)

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Benché vengano fatte molte affermazioni che il test per gli anticorpi anti-HIV sia assai specifico, Eleopulos e colleghi sostengono che non sia così

 

E invece è così. Ma eleopulos e colleghi riscuoteranno lo stesso. Del resto ha riscosso pure do nascimiento.

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POSTO DALLO STESSO ARTICOLO... SUL TEST PRC...

 

Il test PCR (polymerase chain reaction) fu introdotto per agevolare il ritrovamento dei virus. Si dice che consenta l’equivalente di trovare un ago in un pagliaio, poiché essa può trovare un gene, o un frammento di gene, ed amplificarlo fino al punto in cui sia possibile individuarlo. Questo è il test che vedete in tutti gli annunci pubblicitari e che promette risultati accurati già entro le prime quattro settimane dall’infezione.

 

Anche con questo test, “c’è rarità o apparente assenza di DNA virale in una percentuale di pazienti”(10). La PCR non è in grado di trovare l’HIV nella maggioranza dei campioni di sperma di pazienti affetti da AIDS. Cosa significa questo per la teoria che l’AIDS è una malattia sessualmente trasmessa? Se la PCR non può trovarlo, significa semplicemente che non c’è nulla da trovare.

 

Comunque, la Eleopulos e colleghi commentano che anche con la PCR, c’è una qualche confusione sul significato dei risultati del test, specialmente quando si tenta di usarla come standard aureo per confermare la reale presenza del virus nell’organismo dei soggetti sieropositivi.

 

Furono testati dei campioni di sangue usando la PCR ed il test standard Elisa, ed i risultati vennero confrontati. Da un laboratorio all’altro, la corrispondenza fra i due variava dal 40 al 100%, il ché significa che fra lo 0 ed il 60% dei casi, uno o l’altro di questi test ha dato risultati sbagliati. Sono stati osservati falsi positivi e falsi negativi anche con la PCR.

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Furono testati dei campioni di sangue usando la PCR ed il test standard Elisa, ed i risultati vennero confrontati. Da un laboratorio all’altro, la corrispondenza fra i due variava dal 40 al 100%, il ché significa che fra lo 0 ed il 60% dei casi, uno o l’altro di questi test ha dato risultati sbagliati. Sono stati osservati falsi positivi e falsi negativi anche con la PCR.

 

il 60%?

 

Magari c'e' un errore piu' nell'articolo che nel test

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