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Quei quotidiani che giocano a nascondino


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Quei quotidiani che giocano a nascondino

 

di Redazione - sabato 12 maggio 2007, 07:00

 

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=177255

 

Che imbarazzo ieri. Giornaloni e giornalini ce l’hanno messa tutta nel nascondere le motivazioni con cui 15 giorni fa i giudici della Seconda sezione della Corte d’appello di Milano hanno assolto Silvio Berlusconi dall’accusa di aver corrotto l’ex capo dei Gip di Roma al fine di ottenere una sentenza sulla Sme a lui favorevole. Il verdetto - come abbiamo riferito - stabilisce che i pm hanno ignorato un dato assolutamente incontrovertibile, ossia che il Cavaliere non ha avuto dai giudici della capitale alcun trattamento di favore. Anzi. «Mostrandosi più realisti del re, i magistrati assunsero iniziative contro le richieste del pm, ma in senso sfavorevole agli interessi di Berlusconi».

 

Per anni noi del Giornale abbiamo spiegato che il processo Sme non stava in piedi. Per anni abbiamo sostenuto che non si poteva accusare il Cavaliere di aver corrotto un giudice che non aveva nulla a che fare col processo Sme per aggiustare il processo Sme, perché era un non senso. Per anni abbiamo scritto che della vicenda s’erano occupati 15 magistrati e nessuno di questi era accusato d’essere corrotto. Per anni abbiamo sostenuto che alla fine le sentenze avevano penalizzato Berlusconi. Insomma, il capo della Fininvest era accusato d’aver comprato un magistrato che non c’entrava nulla con la Sme per farsi dar torto. Anche un bambino avrebbe capito che la storia non stava in piedi. Ma giornaloni e giornalini no. I grandi quotidiani, ma anche quelli minori come l’Unità, hanno scritto paginate intere, dando corda ai pm di Milano, chiudendo gli occhi sui buchi dell’inchiesta, sull’assoluta mancanza di logica.

 

E adesso? Adesso che il Cav è stato assolto? Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci e affondato dai Ds si è limitato a un pezzo di 65 righe, titolato «Prove contraddittorie per Berlusconi, diverse le responsabilità di Previti». Una piccola operazione di disinformazjia, perché a essere contraddittorie non sono le prove contro Berlusconi, ma la sentenza di primo grado e le stesse accuse dei pm, come spiegano i giudici della Corte d’appello. Ma che imbarazzo anche al Corrierone, sulle cui pagine non compare il nome di Berlusconi nel titolo. La notizia è confinata in un angolo di pagina 22: «Sme, Squillante fu pagato, ma non ci fu corruzione». E la Repubblica ? Mette tutto in un angolino, a pagina 14, in basso, camuffando la bacchettata ai pm di Milano fingendo che Berlusconi sia stato assolto per insufficienza di prove.

 

Ma come? La Corte d’appello affonda un’inchiesta durata 12 anni, che ha inquinato la vita politica e tenuto in scacco il leader dell’opposizione, nella sentenza si dice che i pm hanno ignorato elementi fondamentali, che portavano ad archiviare tutto già nel 1996, e che fanno giornaloni e giornalini, quegli stessi che titolavano a tutta pagina sul Cav corruttore? Nascondono. L’Unità, il Corriere e la Repubblica, come se fossero un Oggi qualsiasi, imboscano. Direte: è la stampa, bellezza. Sì, ma quella che ha un conflitto d’interessi. Con la correttezza.

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a parte la fonte, anch'io pero' ho notato ultimamente uno sbandamento a sinistra del corrierone, alcune foto di berlusconi in pose palesemente ridicole, qualche insabbiamento proprio sul tema SME. Confesso di esserci rimasto male. Intendiamoci, niente a che vedere con il monodirezionalismo del Giornale, sul Corrierone si trovano ancora articoli critici sul centrosinistra e sulla condotta del governo ma comunque si nota a livello redazionale un continuo sbilanciamento. Sperando che se ne accorgano...

Modificato da Gurg
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hai preso la fonte proprio dal quotidiano giusto per queste cose....

 

E che poteva rispondere un sinistro sennò? su quale base vorrei sapere il Giornale sarebbe di parte e il Corriere (gruppo Rcs, BAnca intesa, etc, ovvero Unione) non lo sarebbe?

 

almeno quel Belpietro si è messo in gioco con la storia di Sircana, al corriere non sono liberi di fare cose del genere...e sono delle grosse soddisfazioni secondo me.

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su quale base vorrei sapere il Giornale sarebbe di parte e il Corriere (gruppo Rcs, BAnca intesa, etc, ovvero Unione) non lo sarebbe?

 

 

e' semplicissimo come fare, prendi la copertina del corriere e quella del giornale per una settimana. Poi le metti di fianco, se non ti salta agli occhi ci sono problemi grossi da risolvere.

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allora, guardo sul sito del corriere oggi e c'e' un articolo che prende per i fondelli l'esponente del centrosinistra a palermo orlando, firmato stella.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politic...do_stella.shtml

quando mai il giornale fa dell'ironia su componenti della CDL

 

non ho dovuto cercare parecchio, ho gurdato sulla prima pagina di oggi del sito alle 17:30 un titolo che diceva "Vittoria netta del centrodestra".

 

 

mi ritorna in mente lo strappo di nicola rossi con un articolo intitolato "Cari leader non siete piu' credibili", fece puttosto scalpore, ti ricordi che ne parlammo anche sul forum

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politic.../08/rossi.shtml

 

questo, oltre ch avere un orientamento di massima, indica la presenza di un dibatitto interno al giornale. Non ricordo di avere mai visto la stessa autocritica sulle mosse della CDL sul giornale, ma non lo leggo spesso e forse mi sbaglio. Ti invito quindi a mostrarmi un articolo che critica in maniera cosi; netta una posizione di berlusconi.

Modificato da Gurg
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Casta' ma non ti vergogni a postare certi articoli? Lo sanno tutti che se Berlusconi non fosse stato il Presidente del Consiglio di questo Paese sarebbe già nel gabbio da un pezzo. Se non fosse stato stralciato il processo SME Berlusconi sarebbe stato condannato, dal momento che Previti è stato condannato con l'accusa di aver dato a un giudice una tangente proveniente dalle Casse Mediaset per aggiustare una sentenza che avrebbe potuto sfavorire Berlusconi. Per non parlare delle Prescrizioni (le tangenti alla Guardia di Finanza ad esempio furono dimostrate ma il reato fu prescritto) agevolate da legge ad personam fatte proprio per allungare i tempi dei processi..... per non parlare della penalizzazione del falso in bilancio (guarda caso proprio mentre Berlusconi era sotto processo tra le altre cose per falso in bilancio!!!!).. della legge Cirielli... del tentativo fallito della legge Pecorella... etc...etc...etc......

Ma vergognatevi!!!

 

TUTTI I PROCESSI DI BERLUSCONI

 

Bugie sulla loggia P2 (falsa testimonianza)

La Corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2, ma il reato è coperto dall'amnistia del 1989. Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: "Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo [.]. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata richiesta". Berlusconi però si era iscritto alla P2 nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Così i giudici della Corte d'appello di Venezia scrivono: "Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità [.], smentite dalle risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese del prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate [.]. Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso", rilasciato "dichiarazioni menzognere" e "compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza". Ma "il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia".

 

Tangenti alla Guardia di Finanza (corruzione)

I grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate (niente attenuanti generiche). Appello: prescrizione per tre tangenti (grazie alle attenuanti generiche), assoluzione con formula dubitativa (comma II art.530 c.p.p) per la quarta. Nelle motivazioni si legge: "Il giudizio di colpevolezza dell'imputato poggia su molteplici elementi indiziari, certi, univoci, precisi e concordanti, per ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere valenza probatoria". Cassazione: assoluzione. La motivazione contiene due riferimenti alla classica insufficienza di prove. La Cassazione non può entrare dichiaratamente nel merito, né dunque annullare la sentenza precedente con formula dubitativa: deve emettere un verdetto secco (conferma oppure annulla). Ma nella motivazione i giudici della VI sezione penale rimandano esplicitamente all'"articolo 530 cpv": dove "cpv" significa "capoverso", cioè comma 2 ("prova contraddittoria o insufficiente"). A 12 righe dalla fine, a scanso di equivoci, i supremi giudici hanno voluto essere ancora più chiari. Si legge infatti: "Tenuto conto di quanto già osservato sulla insufficienza probatoria, nei confronti di Berlusconi, del materiale indiziario utilizzato dalla Corte d'appello...".

 

All Iberian 1 (finanziamento illecito ai partiti)

I grado: condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi versati estero su estero, tramite il conto All Iberian, a Bettino Craxi. Appello: il reato cade in prescrizione, ma c'è: "per nessuno degli imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza". Cassazione: prescrizione confermata, con condanna al pagamento delle 11 spese processuali. Nella sentenza definitiva tra l'altro si legge: "Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero dal conto intestato alla All Iberian al conto di transito Northern Holding [Craxi] furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente. [.] Non emerge negli atti processuali l'estraneità dell'imputato".

 

All Iberian 2 (falso in bilancio)

Processo sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove norme in materia di reati societari approvate dal governo Berlusconi si pronuncino l'Alta Corte di giustizia europea e la Corte costituzionale italiana. Se le eccezioni sollevate da vari tribunali verranno respinte, il reato sarà dichiarato prescritto.

 

Medusa Cinema (falso in bilancio)

I grado: condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri che, grazie alla compravendita, vengono accantonati su una serie di libretti al portatore di Silvio Berlusconi). Appello: assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530). Berlusconi, secondo il collegio è così ricco che potrebbe anche non essersi reso conto di come, nel corso della compravendita, il suo collaboratore Carlo Bernasconi (condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire in nero. Scrivono i giudici: "La molteplicità dei libretti riconducibili alla famiglia Berlusconi e le notorie rilevanti dimensioni del patrimonio di Berlusconi postulano l'impossibilità di conoscenza sia dell'incremento sia soprattutto dell'origine dello stesso". Cassazione: sentenza d'appello confermata.

 

Terreni di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio)

I grado: assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale (per 4.4 miliardi di lire pagati in nero all'ex proprietario dei terreni che circondano la villa di Macherio, dove vivono la moglie Veronica e i tre figli di secondo letto), prescrizione per i falsi in bilancio di due società ai quali "indubbiamente ha concorso Berlusconi". Appello: confermata l'assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione anche dal primo dei due falsi in bilancio, mentre il secondo rimane ma è coperto da amnistia. Cassazione: in corso.

 

Caso Lentini (falso in bilancio)

I grado: il reato (10 miliardi versati in nero al Torino Calcio in occasione dell'acquisto del giocatore Luigi Lentini) è stato dichiarato prescritto grazie alla nuova legge sul falso in bilancio. Appello: in corso.

 

Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio)

Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova legge sul falso in bilancio, i 1500 miliardi di lire di presunti fondi neri accantonati 12 dal gruppo Berlusconi su 64 off-shore della galassia All Iberian (comparto B della Fininvest). Il pm Francesco Greco ha presentato ricorso in Cassazione perché la mancata fissazione dell'udienza preliminare gli ha impedito di sollevare un'eccezione d'incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il trattato dell'Ocse.

 

Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria)

Grazie alla concessione delle attenuanti generiche il reato - che in primo grado ha portato alla condanna di xxxxx Previti - è stato dichiarato prescritto dalla Corte d'Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione. Nelle motivazioni della Cassazione, tra l'altro, si legge: "il rilievo dato [per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale del soggetto [berlusconi è diventato presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla incongruo.".

 

Sme-Ariosto (corruzione giudiziaria)

A causa dei continui "impedimenti istituzionali" sollevati da Berlusconi e dei conseguenti rinvii delle udienze, la posizione del premier è stata stralciata dal processo principale. Ed è stato creato un processo parallelo, che però Berlusconi ha sospeso fino al termine del suo incarico (o sine die, in caso di rielezione o di nomina ad altra carica istituzionale) facendo approvare a tempo di record il Lodo Maccanico, proprio alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e della sentenza, e a 40 mesi dall'inizio del dibattimento.

 

Sme-Ariosto (falso in bilancio)

In seguito all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario, questo capo d'imputazione contestato a Berlusconi per il denaro versato - secondo l'accusa- ad alcuni giudici, è stato stralciato. Il processo è fermo in attesa che l'Alta Corte di giustizia europea si pronunci sulla conformità tra le nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di risposta positiva per i giudici, resterà bloccato per il Lodo Maccanico. Come tutti gli altri procedimenti ancora in corso a carico di Silvio Berlusconi.

 

Diritti televisivi (falso in bilancio -?- e frode fiscale)

Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano (pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale), a carico di numerosi manager del gruppo, più il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi, il quale - secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo l'ingresso in politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus dell'azienda. Oggetto dell'indagine: una serie di operazioni finanziarie di acquisto di diritti cinematografici e televisivi da majors americane, con vorticosi passaggi fra una società estera e l'altra del gruppo Berlusconi, con il risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni compravenduti e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla legge Tremonti, approvata dal primo governo dello stesso Berlusconi per detassare gli utili reinvestiti dalle imprese. Un presunto falso in bilancio che i magistrati valutano in circa 180 milioni di euro nel 1994.

 

Telecinco (violazione delle leggi antitrust e frode fiscale in Spagna)

Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasàr Garzòn Real, dopo aver chiesto nel 2001 al governo italiano di processare Berlusconi o, in alternativa, di privarlo dell'immunità in modo di poterlo giudicare in Spagna, non ha ancora ricevuto risposta. Per questo il procuratore anticorruzione Carlo Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzòn di rivolgersi di nuovo alle autorità italiane. Berlusconi in Spagna è accusato - insieme a Marcello Dell'Utri e ad altri dirigenti del gruppo Fininvest - di aver posseduto, grazie a una serie di prestanomi e di operazioni finanziarie illecite, il controllo pressoché totalitario dell'emittente Telecinco eccedenti rispetto ai limiti dell'antitrust spagnola, negli anni in cui il tetto massimo era del 25 per cento delle quote azionarie.

 

Mafia (concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco)

Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza dei termini massimi concessi per indagare.

 

Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage)

Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti "mandanti a volto coperto" delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (Milano, Firenze e Roma) sono state archiviate per scadenza dei termini d'indagine. A Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha però rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano "intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato". Cioè con il clan corleonese che da vent'anni guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina di stragi. Aggiunge il giudice fiorentino che esiste "una obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione [Forza Italia]: articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo processuale asseritamente trascurato dalla legislazione dei primi anni 90". Poi aggiunge che, nel corso delle indagini, addirittura "l'ipotesi iniziale [di un coinvolgi- mento di Berlusconi e dell'Utri nelle stragi] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità". Ma purtroppo è scaduto "il termine massimo delle indagini preliminari" prima di poter raccogliere ulteriori elementi. Il gip di Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: "Gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati [berlusconi e Dell'Utri]. Ciò di per sé legittima l'ipotesi che, in considera- zione del prestigio di Berlusconi e Dell'Utri, essi possano essere stati individuati dagli uomini dell'organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori". Ma "la friabilità del quadro indiziario impone l'archiviazione". C'è, infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta, che il 23 giugno 2001 ha condannato 37 boss mafiosi per la strage di Capaci: nel 14 capitolo intitolato esplicitamente "I contatti tra Salvatore Riina e gli on. Dell'Utri e Berlusconi", si legge che è provato che la mafia intrecciò con i due "un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il profilo economico". Talmente fruttuoso che poi, nel 1992, "il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava a realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica e dell'economia". Cioè a "indurre nella trattativa lo Stato ovvero a consentire un ricambio politico che, attraverso nuovi rapporti, assicurasse come nel passato le complicità di cui Cosa Nostra aveva beneficiato".

Modificato da faranio
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Marco Travaglio

da l'Unità del 17 maggio 2007

 

"Silenzio, si mafiaDue giorni fa la Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna di Marcello Dell’Utri e del boss mafioso xxxxx Virga a 2 anni di reclusione per tentata estorsione aggravata ai danni dell’imprenditore xxxxx Garraffa. Nessun telegiornale ha dato la notizia. Così come nessun quotidiano, a parte un paio di trafiletti sul Corriere e su l’Unità. Il che è comprensibile: visti i suoi rapporti con la mafia, Dell’Utri fa paura. E i giornalisti italiani, come pure i loro editori, tengono famiglia. Si sarebbero scatenati con fior di articoli, commenti e interviste se fosse stato assolto, come la settimana scorsa quando la stessa Corte ha dichiarato innocente Berlusconi per la tangente che, con i suoi soldi, il suo avvocato pagò a un giudice.

 

Ecco: per sapere che Dell’Utri è sotto processo per estorsione, bisogna sperare che lo assolvano. Se lo condannano, nessuno ne parla e nessuno lo sa. Ma forse è meglio così: stiamo parlando del braccio destro di Berlusconi, ideatore di Forza Italia, senatore della Repubblica, membro del Consiglio d’Europa, già condannato in via definitiva a 2 anni per false fatture e a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Per molto meno si sciolgono i consigli comunali, qui bisognerebbe sciogliere il Parlamento. La tentata estorsione riguarda un fatto del 1992, quando Publitalia intermediò una sponsorizzazione della Heinecken sulle magliette della Pallacanestro Trapani per 1,5 miliardi di lire.

 

Ricevuto il denaro, il presidente del club xxxxx Garraffa (medico e senatore del Pri) si vide chiedere indietro da Publitalia 750 milioni, cioè metà dell’incasso, ovviamente in nero. Rispose di non avere fondi neri e chiese la fattura. Niet. A quel punto - l’ha denunciato lui stesso ai giudici - Dell’utri lo minacciò: «Le consiglio di ripensarci, abbiamo uomini e mezzi che possono convincerla a cambiare opinione». Di lì a poco, invitato al “Maurizio Costanzo Show” con tutta la squadra, ricevette la disdetta senz’alcuna spiegazione. Poi, un bel mattino, al pronto soccorso dove lavorava, andò a trovarlo xxxxx Virga, capomafia di Trapani: gli disse di essere lì per quel «debito» con gli «amici» milanesi. Garraffa resistette e denunciò tutto alla Procura di Palermo, che trasmise il fascicolo a Milano. Di lì il processo e la doppia condanna che, se confermata in Cassazione, si aggiungerebbe a quella definitiva per false fatture, porterebbe il totale a 4 anni e Dell’Utri in carcere (l’indulto, almeno per i reati con aggravante mafiosa, non dovrebbe scattare). Una notizia gravissima e importantissima. Invece, silenzio.

 

Onde evitare che qualche giornale, magari per sbaglio, ne parlasse, l’Ansa l’ha nascosta sotto un titolo depistante: «Sponsorizzazioni: confermata in appello condanna Dell’Utri». Come se il pover’ uomo fosse stato condannato perché sponsorizzava. Il testo, poi, è ancor meglio del titolo: «Dell’Utri era accusato, insieme a xxxxx Virga, di tentata estorsione, in relazione alle modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani…». Roba da bocciatura immediata all’asilo del giornalismo: non si dice che xxxxx Virga è un capomafia arrestato dopo lunga latitanza per vari omicidi; e si fa credere che il processo riguardi «le modalità di sponsorizzazione», mentre si riferisce a un caso di vero e proprio racket mafioso, con un manager che, da Milano, manda il boss di Trapani a riscuotere un credito non dovuto, per giunta in nero, a un imprenditore siciliano.

 

Del resto, se si sapesse in giro che un senatore della Repubblica è condannato per racket, sarebbe più difficile interpellarlo su qualunque cosa accada nella politica, nella cultura, nell’arte e nello spettacolo, come fa il fior fiore della stampa italiota dipingendolo come un vecchio saggio e un sopraffino bibliofilo (infatti ha preso per buona persino la patacca dei diari del Duce). Martedì, giorno dell’ennesima condanna, il Corriere pubblicava un’intervista a Dell’Utri sulla sconfitta di Leoluca Orlando, definito dal senatore pregiudicato «un cadavere che cammina». Lo chiamavano così anche i mafiosi, tra gli anni 80 e i 90, quando lo volevano accoppare per le sue battaglie antimafia. L’ultima volta ci provarono i narcos, tre anni fa, in Sudamerica. Purtroppo fallirono il bersaglio, e il cadavere di Olando ancora cammina.

 

Altri, invece, hanno smesso di camminare nel 1992-’93.

Avevano il grave torto di non frequentare Vittorio Mangano, xxxxx Virga e Marcello Dell’Utri. Gentaglia. "

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