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QUI BISOGNA SOFFERMARSI


curvadong

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Violante guarda indietro e dice.....

 

la sinistra 'dura' e cruda, più cruda che dura, ovviamente si scaglia contro quello che, volgarmente, viene chiamato atto di revisionismo....qualunque lettura o rilettura politica che vada contro l'ortodossia sinistrorsa

viene assimilata al fenomeno ben noto in storiografia.

 

Io credo come molti ( non soffro nè di presunzione nè di solitudine ) che riletture sui fatti siano fisiologiche, sempre da ogni parte provengano, e che non comportino mai necessariamente apodittiche 'riabilitazioni' e ribaltamenti di copione.

 

ora se togliamo a Craxi il quantum vergognoso e inaccettabile di malcostume del quale è stato a ragione assunto a primo attore, rimane difficile evitare di analizzarlo politicamente per quello che è stato, vale a dire un riformista vero, il primo che l'Italia abbia avuto da alcuni decenni.

 

rimane difficile evitare Craxi in un discorso sulla socialdemocrazia e sul senso politico e sociale di cosa debba rappresentare una sinistra moderna oggi.

 

premetto che non ho mai votato Craxi anche quando avrei potuto, la mia fede pannelliana è di vecchia data.

 

aggiungo che trovo queste esternazioni della sinistra italiana non casuali e invece emblematiche, prima ancora che evidentemente strumentali e tardive.Perchè nel loro insieme, da quelle di ingrao a quelle di napolitano a quelle di veltroni a quelle di fassino a quelle adesso di violante, non fanno altro che portare avanti in una forma retorica particolare, quella appunto del pentimento personale, quel lungo travaglio personale e politico che viene impedito sul nascere come atto pubblico e collettivo a sinistra.Da sempre, dai tempi di nenni e di silone.

 

provo profonda compassione per chi credendo anche di lavarsi le mani senza sporcarsi, commina pillole

a tempo di apertura politica mirata e certo non gratuita.Difficile infatti credere alla buona fede di chi alle soglie del congresso che dovrà decidere le sorti della sinistra, se ne esce con rivelazioni che sembrano

arrivate per divinazione e tutto a un tratto.

 

ma il punto non è come e perchè siano arrivate.

 

ma la sostanza indiscutibile, ancorchè risibilmente postuma, delle medesime.

 

su questo si incentra il dibattito.

Modificato da curvadong
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Se queste sono le premesse ,molti elettori finiranno col restare a casa alle prossime elezioni .Concordo sul fatto di salvare il patrimonio ideologico dei socialisti,ma questa "revisione"da parte di un uomo come Violante,mi sa tanto di manovrina demagogica per strizzare l occhio a quei socialisti che con Berlusconi non si trovano tanto a loro agio.Un "mea culpa"che farà piacere a tanti ma non a tutti ;un motivo in piu per scegliere questoo partito,un motivo per non votarli mai piu. :blink:

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Hai ragione ovviamente sull'esempio personale e politico offerto al paese e sul danno inferto al medesimo, per lo stesso motivo Craxi ha avuto la storia personale avuta e per quel motivo il PSI di fatto è morto con lui.

 

ma appunto le analisi si fanno anche col bisturi, andando a scorporare fatti e persone e appare difficile pensare

che il nostro non avesse intercettato con i voti, mica pochi, che pigliava quella fetta di persone rivolte ad una sinistra riformista ed 'europea' che in quegli anni il PCI, sta tentando di diventarlo ancora adesso, era ben lontano dal voler essere.

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Craxi è stato al potere nel dopoguerra come premier per 4 anni, dall'83 all'87. Il tempo piu lungo in assoluto dopo Berlusconi.

 

Era sicuramente l'uomo politico più potente in Italia in grado non solo di dire ma anche di fare.

 

Le conseguenze del suo governo (te li ricordi i rendimenti dei BOT neglia anni80?) le sentiamo ancora oggi.

 

 

Craxi ha rappresentato una speranza per alcuni, ma alla fine come Belusconi è stato una illusione, una disastrosa illusione.

 

Ha fatto nella pratica il contrario di quello che diceva in teoria, rendendo il paese piu schiavo dei suoi vizi storici.

 

Una sinistra moderna, liberale e riformista è altra cosa dal PCI ma è anche altra cosa del latrocinio e della ipocrisia fatta a regola che erano il vero credo dei Socialisti negli anni 80.

Modificato da Brasileiro
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  Citazione
Brasileiro Inviato il Oggi, 12:19 PM

 

è proprio difficile parlare di Craxi come di un riformista vero quando poi aveva trasformato il suo partito in una perfetta macchina di corruzione e di ricevimento di tangenti.

 

 

Se c'è una cosa che non ho mai sopportato sono quelli che tirano sempre in ballo Craxi e la solita storia delle tangenti dipingendolo come l'emblema della corruzione. scusatemi ma per l'età che avete dovreste ricordare che il sistema delle tangenti non era una caratteristica del Psi ma la regola di quegli anni.

 

Craxi è stato un grande statista e pochi altri al suo posto avrebbero saputo gestire certe situazioni. Craxi è stato poi colui che ha portato la ns democrazia verso i modelli europei infatti Craxi ha rappresentato l'alternativa alla linea conservatrice della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista di stampo leninista che c'era allì'epoca. Craxi si è inserito fra questi due ideali creando una terza via di stampo socialista moderno che ha messo le basi per una politica diversa da quella cui eravamo abituati.

 

a mio avviso Craxi ha avuto un accanimento indagatorio perchè se vogliamo dirla tutta dovremmo fare anche riferimento ai finanziamenti che il Pci ricevette da Mosca e poi secondo voi il Pci in quegli anni dove mangiavano tutti, non riceveva tangenti dalle imprese pubbliche e private? ( forse non lo ricordate ma il PCI stava al governo di Milano col PSI....). si sa benissimo che il sistema delle tangenti comprendeva tutti i partiti e, dunque, non è attribuibile a Craxi una responsabilità politica maggiore o minore di quella di tutti i gli altri segretari, ivi compresi i segretari del PCI/PDS.

 

questo sito spiega come veniva spartita la torta

http://www.ferdinandocionti.com/content/ar...glio.asp?id=364

 

eppure il Pci non si è mai sporcato le mani e non è stato cancellato dal quadro politico come altri partiti che sono praticamente spariti.

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  castano_chiaro ha scritto:
Se c'è una cosa che non ho mai sopportato sono quelli che tirano sempre in ballo Craxi e la solita storia delle tangenti dipingendolo come l'emblema della corruzione. scusatemi ma per l'età che avete dovreste ricordare che il sistema delle tangenti non era una caratteristica del Psi ma la regola di quegli anni.

 

Castano tu per l'età che hai dovresti ristudiare da principio e bene le cose, invece di improvvisare le discussioni su 2 o 3 pagine che hai letto dopo una ricerca su Google... :60:

 

Se possiamo sopportare noi la tua ignoranza, puoi sopportarla anche tu, senza doverla camuffare ingenuamente con questi tentativi autoumoristici.

 

Tanto lo sai che non ti da comunque retta nessuno :quadrifoglio:

 

ciao

 

B,

Modificato da Brasileiro
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Questo è il grande statista di chi deve ricominciare ad andare a scuola :60:

 

  Citazione
CORRIERE DELLA SERA Magazine 18-11-2004

 

Storia del debito da Craxi a Berlusconi

 

Gianantonio Stella

 

«Paghiamo una situazione che non dipende da noi perché viene dal passato, con la moltiplicazione per otto del debito pubblico dall'80 a oggi anche a causa di certe passate gestioni avventuristiche», dice Berlusconi per spiegare la retromarcia sulla promessa «meno tasse per tutti». Può darsi. Ma certo non si può dire che il Cavaliere, su quel passato, sia coerente.

 

A parte il fatto che, fatta la tara alla svalutazione, il buco nelle casse pubbliche è salito dal 1980 non di otto ma di 12 volte e mezzo (da 118 a 1.474,2 miliardi di euro, con 60,4 miliardi in più dall'agosto 2003 all'agosto 2004), le «gestioni avventuristiche» di cui parla meritano d'esser ricordate con nomi e cognomi.

 

Dicono le statistiche che la spaventosa corsa del debito partì infatti con i governi di pentapartito che lo stesso Berlusconi, in mille occasioni, ha detto d'aver votato e ai quali ha fatto atto di devozione per aver salvato il Paese da «un futuro illiberale».

 

Che una forte accelerata fu impressa dagli esecutivi di Giulio Andreotti e Francesco Cossiga, il quale onestamente ha ammesso: «Il fatto è che pensavamo sul serio che i soldi non sarebbero finiti mai». Che l'impennata (+20% in un anno) avvenne col padre putativo di Casini e Follini, cioè Arnaldo Forlani, il quale spiegò: «Questa storia del debito pubblico viene enfatizzata oggi da persone che sembra che siano atterrate dalla luna».

 

Che il raddoppio del buco (da 456 a 890 mila miliardi di lire) avvenne sotto quello che il Cavaliere ha indicato come «un carissimo amico» e «un grande statista», che lui stesso finanziò: Bettino Craxi. Il leader di quel Psi da cui ha ereditato tutta la squadra economica: da Tremonti a Siniscalco, da Brunetta a Sacconi. Un grande leader che però, sul tema, lasciò due battute devastanti. Contro i repubblicani: «Dicono di essere i cani da guardia del rigore? E a questi cani noi diciamo: a cuccia!». Contro i liberali: «Hanno fondato un'associazione per il taglio della spesa che ha per stemma le forbici. Dimenticano che sono il simbolo degli eunuchi».

 

Forse ha ragione Ferrara: sarebbe ora che «Berlusconi facesse un discorso di verità, per una volta parlasse dei limiti del suo governo e della sua coalizione senza fare scaricabarile».

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Io proprio non riesco a capire da dove di nasce tanta saccenteria, scusa ma chi saresti tu per dire a me che leggo da google quando magari tu leggi da topolino. vuoi mascherare con delle battute la tua ignoranza visto che quando ti si mette avanti a delle questioni alle quali non sai rispondere te ne esci sempre o con la battuta squallida o evadendo la domanda che ti viene posta.

 

tu hai detto che Craxi aveva trasformato il suo partito in una macchina da corruzione quando lo sanno anche le pietre che era la regola di quegli anni prendere tangenti.

 

io sarò ignorante ma non è ammissibile che una giunta comunale come quella di milano gestita dal Psi e dal Pci mangiassero solo i socialisti mentre i comunisti erano le crocerossine della situazione. la storia ci ha insegnato che anche quelli del Pci/Pds avevano le mani in pasta e le storie delle Coop Rosse e dei fondi del partito comunista sovietico non sono frutto della mia ignoranza.

 

ok, prendo atto che ti lusinga il pensare di appartenere ad una corrente politica illibata e senza scheletri nell'armadio. rimani pure nelle tue convinzioni ma la verità è che la sinistra e molti uomini della sinistra che oggi ricoprono ruoli di potere avevano le mani in pasta in quel meccanismo scoperto da Tangentopoli il che sta a dire pesi e misure diverse e Craxi capo espiatorio di un sistema marcio per il quale è stato uno dei pochi a pagare.

 

poi si viene a dire che in Italia la classe politica non si rinnova e grazie al piffero! c'abbiamo un Prodi che ha fatto quel che ha fatto con le vicende Iri/Cirio del quale ti allego/vi allego questo interessante articolo (logicamente copiato e non farina del mio sacco).

 

Questo è l'uomo che doveva rappresentare alternativa a quel Berlusconi da sempre messo alla gogna.

 

 

De Mita, divenuto segretario della DC nel maggio 1982, inaugura il suo ingresso nell'establishment laico e progressista, ai primi di luglio, nell'attico romano di Carlo De Benedetti.

 

Il padrone di Repubblica e de L'Espresso, in quell'occasione, fece incontrare De Mita con Scalfari, Spadolini (allora Presidente del

Consiglio), Ottone, Carli, Ossola, Ruffolo e Maccanico, segretario generale del Quirinale.

 

Da quell'incontro nasce l'imposizione di Prodi alla presidenza dell'IRI.

Scelta dovuta per contrastare il PSI di Craxi che, con la vittoria elettorale e l'insediamento a Palazzo Chigi, aveva fatto saltare il «patto» tra DC e PCI sulla spartizione del potere. Infatti, stante la presenza dell'Italia nella NATO e il sistema economico del Paese, il Partito comunista non poteva entrare, purtroppo, nel governo. Per sopperire a questa «incongruenza politica» le istituzioni del Paese erano state configurate in maniera tale da permettere ai comunisti di far sentire il loro peso, pur non permettendo l'alternanza tra maggioranza e

opposizione alla guida dello Stato.

 

Il Partito socialista di Craxi, visceralmente anticomunista, aveva spezzato questa catena ed ecco, quindi la nomina di Prodi alla presidenza dell'IRI, per riaffermare la presenza di una sinistra cattolica e socialista filo-comunista.

 

Prodi per sette anni diresse l'IRI, sfruttandolo anche per far assegnare commesse da parte di aziende del gruppo a favore di Nomisma, la sua società bolognese di consulenza. Prodi uscì indenne dai processi perché le aziende erano società per azioni di diritto privato e quindi i dirigenti non erano qualificati come pubblici ufficiali. Mani Pulite cambierà anche questo, per cui le società controllate da enti pubblici sarebbero state

considerate tutte operanti nell'interesse pubblico, con le relative conseguenze per gli amministratori.

 

Al termine dei sette anni, Prodi lasciò la Presidenza dell'ente, dopo aver «lottizzato come un democristiano». 170 nomine, delle quali, ben 93 (il

54,7 per cento) assegnate a esponenti democristiani «di sinistra».

 

Giocando sulle parole e sull'interpretazione dello statuto dell'Ente, Prodi vantò utili inverosimili (12 miliardi e 400 milioni nel 1985). La

Corte dei Conti, magistratura di sorveglianza, chiarì le menzogne: «Il complessivo risultato di gestione dell'Istituto per il 1985, cui

concorrono. sia il saldo del conto profitti e perdite sia gli utili e le perdite di natura patrimoniale, corrisponde a una perdita di 980,2

miliardi, che si raffronta a quella di 2.737 miliardi consuntivata nel 1984». La Corte, inoltre, segnalava che le perdite nette nel 1985 erano

assommate a 1.203 miliardi contro i 2.347 miliardi del 1984. Nei sette anni di gestione Prodi, il netto patrimoniale dell'IRI si dimezzò, passando da 3.959 a 2.102 miliardi: la spiegazione è semplice, si era

mangiato il capitale ed aveva regalato Alfa Romeo a Fiat dalla quale prese grosse somme di denaro in tangenti e commesse per la Nomisma.

 

La conferma di tutto questo si trova nell'indebitamento dell'Istituto, salito dal 1982 al 1989 da 7.349 a 20.873 miliardi (+184 per cento), e

quello del gruppo IRI da 34.948 a 45.672 (+30 per cento).

 

Lo stesso D'Alema, intervistato da Biagi in televisione, affermò che Prodi, da lui scelto per guidare la coalizione contro Berlusconi, era un

«uomo competente» perché quando lasciò l'IRI nel 1989 il bilancio dava un «più 981 miliardi». Fu facile confutare queste affermazioni, facendogli

notare che la cifra reale, tenendo contro delle perdite siderurgiche transitate soltanto nel conto patrimoniale, era di «meno» 2.416 miliardi.

Il buco reale non fu mai contestato dai diretti interessati.

 

La vera abilità di Prodi stava nel riuscire a prendere soldi dallo Stato a costo zero. La conferma ci viene da un articolo di Paolo Cirino Pomicino

(sul «Giornale» a firma «Geronimo»), nel quale rileva che dei 28.500 miliardi erogati dallo Stato a titolo di fondo di dotazione dalla data di

nascita dell'IRI, Prodi ne ottenne ben 17.500!

 

La falsità politica di Prodi verrà alla luce il 17 luglio del 1998, quando nella qualità di Presidente del Consiglio affermò alla Camera che, con la

Prima Repubblica, l'Italia non sarebbe mai potuta entrare in Europa.

 

Feroce la risposta, quattro giorni dopo di De Mita: «È singolare che un ex ministro democristiano, un uomo che per sette anni ha diretto il più

grande ente economico italiano per conto della DC, faccia la storia della Democrazia Cristiana con una grossolanità che è solo il riscontro di un

limite di intelligenza».

 

tratto da

 

http://216.239.59.104/search?q=cache:0oDt_...;cd=4&gl=it

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  castano_chiaro ha scritto:
Io proprio non riesco a capire da dove di nasce tanta saccenteria, scusa ma chi saresti tu per dire a me che leggo da google quando magari tu leggi da topolino. vuoi mascherare con delle battute la tua ignoranza visto che quando ti si mette avanti a delle questioni alle quali non sai rispondere te ne esci sempre o con la battuta squallida o evadendo la domanda che ti viene posta.

 

Castano, lo sanno anche le papere che il sistema di corruzione di Tangentopoli era diffuso, ma Craxi lo ha portato alla ennesima potenza, rendendo l'arbirtrio e la corruzione non un meccanismo complementare ma fondamentale e strutturale della politica.

 

Sul debito pubblico e sulla necessità di riformarlo non puoi senza essere deriso :) i scrivere decine di post nell'OT di Salus e poi uscirtene con Craxi grande statista, quando Craxi è il maggior responsabile della dilatazione del debito pubblico che noi oggi ci portiamo sulle spalle insieme a lorsignori Forlani, Cossiga e compagnia cantante.

 

Debito pubblico significa posti di lavoro prebende, tangenti, insomma potere clientelare.

 

Questo è stato Craxi e poco (veramente poco) più.

 

Buono studio :quadrifoglio:

 

  castano_chiaro ha scritto:
ok, prendo atto che ti lusinga il pensare di appartenere ad una corrente politica illibata e senza scheletri nell'armadio. rimani pure nelle tue convinzioni ma la verità è che la sinistra e molti uomini della sinistra che oggi ricoprono ruoli di potere avevano le mani in pasta in quel meccanismo scoperto da Tangentopoli il che sta a dire pesi e misure diverse e Craxi capo espiatorio di un sistema marcio per il quale è stato uno dei pochi a pagare.

 

tu approcci questi temi facendo la conta dei buoni e dei cattivi...è un approccio ridicolo qualunque risultato dia la conta. Non si fa proprio cosi :)

 

E' lo stesso approccio dei soviet bolscevichi, etc etc, insomma una semplificazione buona per chi come te discute di politica e si interessa di essa solo nell'OT di Salus.

 

Ma la politica è una cosa più complessa.

 

ciao

Modificato da Brasileiro
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Allora una considerazione nasce spontanea: se Craxi è stato l'artefice di quel mondo marcio e corrotto viene da domandarsi come mai nessuno degli altri suoi 'complici' (mi riferisco a tutti gli altri partiti che si alimentavano con la corruzione), non hanno mai denunciato niente di quei sistemi poco ortodossi ed hanno atteso che fosse Tangentopoli a sputtànare come funzionavano davvero le cose.

 

questo non significa giustificare Craxi e i socialisti con i quali il debito pubblico crebbe a dismisura. i socialisti occuparono il carrozzone delle partecipazioni statali e quote di potere ovunque dalle banche ai media e lo stesso Berlusconi fu chiaramente favorito da Craxi, nessuno lo mette in dubbio.

 

quello che io sto dicendo è che così come Berlusconi e Craxi hanno 1000 scheletri nell'armadio come loro cel'hanno tante altre persone che ora sono al potere (vedi coop rosse, finanziamenti del Pci-Pds ricevuti dall'Unione Sovietica cancellati dall'amnistia, vedi Prodi e tangente Sme ect.) ma Craxi è e rimane per alcuni l'unico colpevole.

 

è come se tu mi dici che tizio che ha rubato 1 mela è meno colpevole di caio perchè caio ha rubate 10. quello che non sopporto è accomunare tutto a Craxi quando in quegli anni la corruzione e le tangenti erano il 'sistema' da cui tutti si sono alimentavano.

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Craxi è stato un uomo che ha potuto e poteva molto.

 

Fermiamoci ai fatti: ha portato l'Italia verso un futuro migliore?

 

Sicuramente no.

 

Tutti sono d'accordo nel dire che i problemi che abbiamo oggi derivano dalla scellerata gestione delle finanze che ebbe luogo in quegli anni e nella espansione incontrollata della spesa pubblica. Perchè lui non ha fatto nulla?

 

E che ha creato sacche di potere e di privilegio che è molto difficile per qualsiasi governo di sinistra o di dsetra rimuovere OGGI.

 

Per questo mi fanno un po' incazzare i superficialotti che prendono frasi volanti da siti o giornali e dicono che Craxi è stato un grande statista.

 

Per inciso, è stato l'unico politico a scappare davanti ai processi che gli stavano facendo SCAPPARE perchè questo ha fatto

S-C-A-P-P-A-R-E.

 

Tutti gli altri, simpatici ed antipatici, hanno fatto almeno la trafila nelle sedi dei tribunali, hanno vinto / perso ma hanno avuto le palle di rimanere.

 

Lui nemmeno quelle: e sarebbe questo un grande statista?

 

ma come dice Toto: ma fammi un piacere....

Modificato da Brasileiro
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Su questo ti do ragione, i grandi statisti non fuggono all'estero per sottrarsi alla giustizia però quando una persona muore va sempre rispettata e anche se è scappato in Tunisia non mi pare che abbia fatto una bella vita, ha vissuto in esilio ed è morto di malattia.

 

tornando però a ciò che non è stato Craxi cioè un grande statista come qualcuno lo definisce e come tu per le tue ragioni obietti, propongo un paragone diretto fra il Craxi di Sigonella ed il vergognoso Prodi di Vicenza: quale dei due merita un plauso?

 

cmq il problema "Craxi" è tuttora attuale visto che il centrosinistra pur di vincere le elezioni si è dovuto alleare proprio con la famiglia Craxi.....

Modificato da castano_chiaro
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Sulla vicenda di Sigonella, Castano non ho una idea allineata con la maggioranza, credo semplicemente che gli americani temessero che quei terroristi non sarebbero mai stati processati in Italia e che l'Italia avesse informalmente dato un lasciapassare.

 

L'Italia aveva un accordo segreto con i palestinesi sin dagli anni 70 per evitare attentati sul suolo italiano. Craxi sapeva bene il pericolo del terrorismo islamico e voleva proteggere il suo paese da ritorsioni.

 

Craxi agì non per difendere il prestigio dell'Italia ma per preservare i rapporti con i Palestinesi e la sicurezza del paese.

 

Da questo punto di vista il suo gesto non è proprio di coraggio, semmai di codardia: gli americani male che fosse non costituivano certo un pericolo, i palestinesi sì.

 

Detto questo agì sicuramente nell'interesse del paese, ma fermezza e coraggio furono proprio agli antipodi di come si sarebbe dovuto comportare un uomo politico.

 

Detta in poche parole, nello spazio aereo italiano non dovevano essere certo i caccia americani a beccare l'aereo egiziano che aveva in mano i terroristi no?

 

Per quanto riguardo Prodi...io non sono assolutamente un suo sostenitore, quindi non mi devi convincere delle sue mancanze come politico.

 

ciao

 

B.

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  castano_chiaro ha scritto:
Su questo ti do ragione, i grandi statisti non fuggono all'estero per sottrarsi alla giustizia però quando una persona muore va sempre rispettata e anche se è scappato in Tunisia non mi pare che abbia fatto una bella vita, ha vissuto in esilio ed è morto di malattia.

Che Craxi abbia rubato per il partito o per se stesso o per la sua brama di potere (cosa più probabile), non sposta di un centimetro la valutazione della persona e del politico.

 

Se io ti rubo di tasca i soldi, poco importa l'uso che ne faccio te li rubo e basta. Se poi li uso per premiare non chi è più bravo ma chi mi è fedele politicamente, se poi trucco tutte le gare e gli appalti per far andare avanti chi mi paga la tangente più alta, per rendere ancora più remunerativa la macchina di partito, non c'è molta differenza. A parte che questo signore poi si spaccia come l'alfiere di una Italia nuova, di una nuova concezione della politica...ma ti rendi conto???

 

Io, pur avendo spesso idee diverse, apprezzo i radicali per la concezione di politica come servizio non come abuso eretto a regola. Craxi non solo ha governato male, ma ha seminato una mentalità corrotta (non solo lui ovviamente) come regola e principio, e anche la spavalderia di rifiutare qualsiasi appunto basato su fatti a riguardo della sua vicenda politica.

 

Da quanto risulta a tutti, ad oggi, non c'è nessuna prova che Craxi sia stato costretto a fuggire, ha scelto lui di andarsene, quindi il termine esilio, usato dalla cricca intorno a Craxi, è un termine profondamente scorretto e disonesto. E' SCAPPATO.

 

Chiediti se forse la ragione per cui lui è finito tritato da Tangentopoli più di tutti, e che nessuno, a tutti i livelli. abbia mosso un dito per difenderlo, non sia anche giustificato dal modo in cui aveva gestito il potere e le relazioni politiche nel corso dei suoi anni migliori.

 

E' facile mostrare la personalità quando si è in sella...Craxi ha semplicemente rifiutato di prendere atto della sua sconfitta totale e li...è lì che chi ha personalità reagisce e sta in prima linea a combattere. Si cade in prima linea, e non ci si perde negli ultime anni della sua vita in invettive senza senso con un mondo che prima dominava e che poi sembrava impazzito intorno a lui. Ti rendi conto anche tu che questa non può proprio essere una visione ragionevole. E Craxi non era certo uno che non giocasse duro, quando si parlava di politica.

 

Questa è la mia opinione su di lui e sulla sua vicenda politica e credo di aver dato qualche elemento fondato a chi legge per sostenerla.

Modificato da Brasileiro
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Nel caso dell'episodio di Sigonella Craxi si comportò nell'unico modo in cui un capo di Stato degno di questo nome avrebbe potuto comportarsi. Ricordo che fu lasciato andare solo Abu Abbas in quell'occasione, che non era un terrorista, ma un importante rappresentante dell' OLP, mentre i quattro terroristi che facevano parte del commando che agì nella vicenda dell'Achille Lauro, furono tradotti nel carcere di Siracusa. Lasciarli agli americani avrebbe significato abdicare alla propria sovranità nazionale.

Dalla politica estera di Craxi i nostri politici di oggi avrebbero molto da imparare.

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  faranio ha scritto:
Nel caso dell'episodio di Sigonella Craxi si comportò nell'unico modo in cui un capo di Stato degno di questo nome avrebbe potuto comportarsi. Ricordo che fu lasciato andare solo Abu Abbas in quell'occasione, che non era un terrorista, ma un importante rappresentante dell' OLP, mentre i quattro terroristi che facevano parte del commando che agì nella vicenda dell'Achille Lauro, furono tradotti nel carcere di Siracusa. Lasciarli agli americani avrebbe significato abdicare alla propria sovranità nazionale.

Dalla politica estera di Craxi i nostri politici di oggi avrebbero molto da imparare.

 

Ecco, questo è il Craxi-Statista di cui io sto parlando...

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