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Spettacolare articolo di Ferrara


curvadong

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Elogio degli ossequienti

Il giornalismo eroico è una colossale putta.nata in cui credono solo i vili

 

Il giornalismo eroico è una colossale putta.nata in cui credono solo i vili. Infatti la gloria dell’indipendenza e del contropotere giornalistico è il più fulgido segnacolo nel vessillo dei nostri tempi. Tempi vuoti, che in un modo o nell’altro devono riempirsi di aria. Balzac diceva, breve, che “il giornalismo è un inferno, un abisso di iniquità, di menzogne, di tradimenti”, e c’è andato vicino. Se ha esagerato un po’, l’unico rimedio verso la sua perfidia è liberarsi di questa favola angelica del giornalismo ribelle, quando tutti sanno che al massimo è un mestiere ribaldo, al quale nessun lettore chiede la verità, che abita altrove, al massimo un tanto di accuratezza, di intelligenza, di fair play. Invece la superpotenza mediatica che domina il mondo pretende di insegnarci tutto, di unificare il pubblico, che è diverso, particulare, egoista, interessato, passionale e vigliacco come tutti noi, e di farne una grande giuria popolare presieduta dal giornalista di turno, che vendica i peccati del mondo, restaura la pienezza della virtù, elimina gli scandali portandoli alla luce. Ci si dimentica voluttuosamente che il giornalismo dipende dai capitali, dalla pubblicità, dal mercato, dal pregiudizio incorporato nelle lingue, nelle culture e nelle formidabili mistificazioni demagogiche in cui vivacchia, l’unico contravveleno essendo l’ironia, una dichiarata parzialità, l’onestà di riconoscersi semiliberi, onestucci, e sempre invariabilmente mezzi servi. Perché “ogni giornale è una bottega in cui si vendono al pubblico parole del colore che vuole” (sempre Balzac), e se il furto è l’anima del commercio, il commercio è l’anima del giornalismo.

Il riscatto è nel saperlo, e nel farlo discretamente e ironicamente sapere al pubblico cancellando ogni forma di retorica narcisista dalla coscienza di sé del gazzettiere, rinunciando alla gloria deontologica con un ghigno irridente, il massimo della felicità attingibile nei “lupanari del pensiero”. Gli ossequiosi sono coloro che scrivono sui giornali e lavorano in tv pensando a quell’impasto di nequizie che è la cronaca con la giusta dose di compassione, sapendo che qui si sfruttano le passioni, si manipola ogni realtà, si sceglie in relazione a un sistema di fini dal quale non è mai escluso il percepimento della mesata, il conseguimento di un successo, cioè di un inganno o di un’illusione presto destinata a perdersi. Il giornalista che predica la pace, la lotta contro il potere in nome del diritto del popolo a sapere, lo sradicamento della corruzione, l’umiliazione dell’autorità non è libero, è solo vanitoso.

 

Uno splendido pezzo da recensire più che un articolo, sull'onda delle polemiche nate dopo l'outing di Mieli e l'accaduto tra Annunziata e Berlusca.Per chi crede di sapersi destreggiare tra paradossi, metafore, provocazioni e ironia.Vale da solo l'abbonamento di un anno a Repubblica, e di due al Resto del Carlino.

Modificato da curvadong
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Il pezzo è sicuramente interessante.

 

Onestamente non sposo questo nichilismo estremo, la veridicità dell'informazione è un ideale e come tutti gli ideali può essere facilmente sporcato e rapidamente degradato. Anche per la politica è la stessa cosa.

 

Ciononostante abbassare l'asticella del dovuto, prendendo spunto da una pragmatica rassegnazione non ci aiuta a migliorare le cose.

 

Credo che nell'articolo citato si ritrovini il 99,99% del giornalisti, ma se almeno lo 0,01% si salva, è merito di chi preferisce alla pragmatica rassegnazione un ideale un po' logoro ma che vale la pena provare ad onorare.

 

Il mondo è stato sempre cambiato da un'azione scaturita da ideali e non da quello che chiamerei "un pragmatismo adattivo" come quello dell'articolo.

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Giuliano Ferrara (per bocca di Balzac)

 

“il giornalismo è un inferno, un abisso di iniquità, di menzogne, di tradimenti”, e c’è andato vicino

 

Inquità....Menzogne...Tradimenti.....

 

Guarda da che pulpito parte la predica, da un ex comunista qual'è Ferrara, un voltagabbana che dal Pci anzi piu' a sinistra del Pci è passato a sostenere Berlusconi, questo sfugge totalmente alla mia comprensione o forse no considerando di che pasta sono fatti i comunisti.

 

Brasileiro Inviato Oggi, 08:03 PM

 

Ciononostante abbassare l'asticella del dovuto, prendendo spunto da una pragmatica rassegnazione non ci aiuta a migliorare le cose

 

questa la mandiamo a 'Mai dire Tv' nb: ma finiscila di darti arie da intellettuale

 

:lol: :lol: :lol: :lol:

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Non vedo traccia di rassegnazione, mentre trovo l'articolo permeato di onestà intellettuale e abiura dell'ipocrisia e della retorica.Il 99% dei giornalisti, al contrario diametrale di quanto detto, si ritrova e ben si rappresenta nell'ideale dell'informazione veridica e oggettiva con conseguenze nefaste facilmente osservabili nel giornalismo Italiano in particolare.Ferrara dice in sostanza.. io son di parte, non mi spaccio per equidistante o equivicino, non vi resta che giudicare come volete le mie analisi politiche.Curzio Maltese,Gianni Riotta,Michele Serra,Eugenio Scalfari,Ezio Mauro,Gad lerner,Furio Colombo e compagnia incalzante ti dicono ..io sono sobrio, equlilibrato e distaccato e su quanto affermo faccio calare il peso del dogma inamovibile del ben e del giusto pensare.Poggiano insomma su di un presupposto sbagliato sulla cui insussistenza si dipana l'intera storia della filosofia e non solo, e cioè quello per cui la verità è attingibile a piene mani e nella sua interezza con un sol colpo d'occhio e solo con quello.Tutto ciò aggiunge una premessa alle tante già esistenti per le quali poi si giunge a quel complesso dei migliori, di quelli che andrebbero valutati a partire da chi presumono di essere e non da quello che scrivono, che afflligge così tanta parte del giornalismo nostrano.L'asticella della moralità si abbassa innanzitutto usando l'ipocrisia per travestire faziosità imbarazzanti da pensiero oggettivante la realtà.

 

xBillo:il quadretto raffigurato nel pezzo non è esattamente quello di un giornalismo "peggiore" .Dipingere Ferrara come l'esemplare peggiore di quel giornalismo forse significa non aver capito l'intento dell'articolo.O se non lo si condivide bisognerebbe prima spiegare perchè.

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quoto Bras.

pezzo troppo critico secondo me.

 

ci sono delle importanti verità dentro ma il fine è assolutamente distruttivo mentre alla società servirebbe tutto il contrario.

va bene la critica ma non la devastazione.

 

francamente non capisco.O non si è d'accordo con il contenuto dell'articolo, che evidentemente è di denuncia di qualcosa,oppure non vedo come lo stesso possa apparire distruttivo, nichilistico,devastante.

 

c'è o non c'è questa (in)cultura dell' ipocrisia che permette ad alcuni di non schierarsi apertamente pur muovendo dalla più evidente partigianeria?E non è forse questa retorica della pretesa ipocrita, estremamente dannosa proprio per quella "società" di cui si parla?

 

se la questione esiste, non vedo come il pezzo possa diventare nichilista.

 

si scambia forse il paradosso con la rassegnazione.....che da sola non entra nulla con il merito dell'articolo:Ferrara autodenuncia con le dimesioni del paradosso la propria faziosità prima di quella degli altri, indicando come questa sia la via imprescindibile

se si cerca un giornalismo davvero libero dai luoghi comuni ammorbanti e dai falsi miti che creano grave distorsione informativa.C'è tutto fuori che la rassegnazione.

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Credo che “essere di parte” sia un concetto che si presta a due possibili interpretazioni.

 

Se essere di parte significa  a) avere una opinione, una visione che deriva da convinzioni morali, sociali etc etc. tutti sono di parte e il giornalista non meno di altri. Il giornalista porterà questa visione nel suo lavoro esattamente come porta il suo nome e cognome nella vita di tutti i giorni.

 

L’obiettività contestata o sfoggiata come valore si riferisce all’interpretazione della realtà su un terreno di valori comuni.

 

Se, per esempio, un giornalista documenta e denuncia l’orrore dell’Olocausto e lo giudica come tale, l’orrore è nella valutazione morale degli accadimenti e l’obiettività dell’analisi si misura prendendo a riferimento i valori condivisi. Se i valori cessano di essere condivisi, l’obiettività non è misurabile perché manca il terreno comune su cui valutarla.

 

Se un giornalista denuncia uno scandalo amministrativo , quella denuncia sarà condivisa da quelli che ritengono un valore importante la moralità dello Stato. Da chi è rassegnato all’idea che “chi è al potere ruba sempre” la cosa sembrerà un po ‘ ridicolo.

 

 

Ma essere di parte significa anche B ) cambiare parte a seconda del tornaconto, per interesse personale e senza nessuna base di onestà intellettuale. Io credo che Ferrara critichi questo atteggiamento e tenti di avviluppare tutti i suoi colleghi in questa categoria.

 

Questo passaggio è a mio parere errato, e non da ragione di tanti esempi di coraggio dati da tanti giornalisti nella storia.

 

Saluti

 

Brasileiro

Modificato da Brasileiro
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Ferrara come al solito predica bene e razzola male: adesso fa l'elogio del giornalismo di parte, peccato che evidentemente solo a lui e agli amici suoi (cioè della parte sua) concede di essere di parte: Ferrara ha detto peste e corna di Santoro e persino di Biagi perchè accusati di essere di parte, attacca violentemente La Repubblica accusandola di essere di parte, ha attaccato Lucia Annunziata accusandola di essere di parte...evidentemente solo lui, Belpietro, Feltri, Fede e compagnia hanno il diritto di essere di parte.

Cioè va bene essere di parte purchè dalla parte sua!!!!

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personalmente condivido ciò che dice Ferrara però l articolo nasce come risposta alle prese di posizione del maggiore quotidiano italiano.

Detto fra noi,non ci trovo nulla di particolarmente geniale oppure di originale in quello che dice.Riconosciamogli l onestà intellettuale di ammettere la sua faziositàperò faceva piu bella figura e avrebbe goduto di maggiore stima se quest articolo l avesse scritto prima della campagna elettorale,prima delle dimissioni ei vari ministri,prima dell uscita di Mieli.In tempi insospettabili,i suo articolo avrebbe destato maggiore ammirazione.Amio modesto parere.

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Ferrara come al solito predica bene e razzola male: adesso fa l'elogio del giornalismo di parte, peccato che evidentemente solo a lui e agli amici suoi (cioè della parte sua) concede di essere di parte: Ferrara ha detto peste e corna di Santoro e persino di Biagi perchè accusati di essere di parte, attacca violentemente La Repubblica accusandola di essere di parte, ha attaccato Lucia Annunziata accusandola di essere di parte...evidentemente solo lui, Belpietro, Feltri, Fede e compagnia hanno il diritto di essere di parte.

Cioè va bene essere di parte purchè dalla parte sua!!!!

 

Essere di parte non è il motivo per cui a memoria ricordi che Ferrara abbia mai attaccato qualcuno.Il problema di Santoro non è mai stato essere di parte, ma essere settario e scorretto nella conduzione delle sue trasmissioni.Ferrara dice ..siate di parte e non pretendete il gallone dell'equità e dell'obiettività, che è null'altro che ipocrisia, retorica e mistificazione, vizi endemici in quel di Repubblica ad esempio.E' un pò diverso insomma.

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personalmente condivido ciò che dice Ferrara però l articolo nasce come risposta alle prese di posizione del maggiore quotidiano italiano.

Detto fra noi,non ci trovo nulla di particolarmente geniale oppure di originale in quello che dice.Riconosciamogli l onestà intellettuale di ammettere la sua faziositàperò faceva piu bella figura e avrebbe goduto di maggiore stima se quest articolo l avesse scritto prima della campagna elettorale,prima delle dimissioni ei vari ministri,prima dell uscita di Mieli.In tempi insospettabili,i suo articolo avrebbe destato maggiore ammirazione.Amio modesto parere.

 

Ferrara vuol dire evidentemente "caro Mieli...le dichiarazioni sulla preferenza politica da parte di un direttore di un grande giornale dovrebbero essere pleonastiche, cioè superflue, poichè l'orientamento politico dovrebbe essere già chiaro e netto, così come l'assunzione di responsabilità data dalla presa di posizione precisa e inequivocabile"..."quindi caro Mieli, basta vivere di rendita sulla pretesa imparzialità

del tuo giornale, prenditi anche tu la briga di fronteggiare i pregiudizi esistenti di fronte al giornalista schierato, tenuti in vita dagli ipocriti e dai pusillanimi."

 

inoltre dice "sarà un caso che la proprietà della rcs sia in mano a Della Valle e che il Mieli si schieri dalla parte scelta anche dal suo (insieme a tanti altri..) editore??!!!"

 

non dà questo un pò da pensare se messo in relazione ai proclami, ai manifesti del giornalista libero e alle accuse che lo stesso Ferrara ha sempre ricevuto per avere alle spalle l'editore che ha?

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CERTO CHE CI SPINGE A RIFLETTERE;tutti i giornali ,detto in parole povere,hanno un padrone.Nessuno si espone se non è spinto d ainteressi ,come avviene anche nel caso di Mieli.Come avviene nel caso di Ferrara.Cambiano le facce ma non la sostanza.La speranza è di eleggere il meno "peggio".Inmerito all informazione ho la sensazione ,piu di una sensazione,che sia tutto manipolato.In una direzione e nell altra.

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Sarebbe folle che il consenso non si aggreghi anche sugli interessi questo accade in ogni democrazia, ed è perfettamente naturale.

 

Tuttavia, a mio avviso, questo non significa automaticamente che l'indipendenza di una persona debba essere (anche inconsciamente) minata.

 

Mi viene in mente Montanelli che a più di 80 anni lasciò il Giornale per un disaccordo con Berlusconi sulla linea editoriale e che 20 anni prima fece lo stesso con Corsera.

 

Ma ci sono tanti casi di giornalisti che per situazioni del genere hanno lasciato.

 

Sono d'accordo a non prendere per oro colato quello che dicono, e ho avuto esempi diretti di come alcuni di loro (non pochi) distorcano la realtà in modo premeditato.

 

Tuttavia direi che il minimalismo di Ferrara è solo la sua personale via fermo restando che lo apprezzo come scrittore.

 

 

Per Curva: se vuoi un autografo, :) lo incontro spesso quando vado a Roma perchè abita nello stesso palazzo di mio fratello, (al Testaccio).

Se vedi le scritte sui muri intorno che parlano di lui..... :)

Modificato da Brasileiro
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L'autografo lo faccio io a lui semmai :quadrifoglio: ....... fare l'esegesi di un articolo non equivale a fare l'apologia dell'autore caro vecchio Braz.E' che il minimalismo centra con Ferrara come il c.ulo con le 40 ore!!!! (mismo dovrebbe conoscere il detto...).Non ne hai indovinata una Braz...in un crescendo degno di nota hai infilato prima la rassegnazione, poi il nichilismo..ora il minimalismo, adesso mi aspetto il creazionismo e per finire l'autismo...

 

l'avevo detto all'inizio...per chi crede di sapersi destreggiare tra ironia e paradosso...

senza dimenticare la metafora....

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Invece di star lì a ponzare la risposta leggi questo Braz...dimmi se non è spassoso..

 

Immigrati, meglio in coda che in mare

Zapatero ne ammette un decimo e spara agli altri che cercano di entrare

 

L’opposizione ostenta, tanto per cambiare, la sua nobile indignazione perché gli immigrati che chiedono un permesso di soggiorno sono stati costretti a fare la fila davanti ai 6.300 uffici dove si raccoglievano le domande. Fare la fila, si sa, è seccante. Lo è anche per i cittadini italiani che si rivolgono, per qualsiasi pratica, alla nostra sonnacchiosa burocrazia. Ma il fatto che si formino ordinate code di immigrati, che possono aspirare a 170 mila permessi di soggiorno è tutt’altro che un esempio di discriminazione o di xenofobia. Nella Spagna di Zapatero, dopo l’entrata in vigore della riforma voluta dal governo socialista, le regolarizzazioni disponibili sono 17 mila, un decimo di quelle italiane. D’altra parte, mentre pronunciava i suoi discorsi sulle ingiustizie patite dal terzo mondo, il governo spagnolo faceva sparare addosso a chi tentava di entrare nelle sue enclave africane di Ceuta e Melilla. Livia Turco, che si è dimenticata di essere l’autrice della legge che ha introdotto le quote di immigrazione in Italia, partecipa al piagnisteo generale sui poveri immigrati in coda (e dimentica quelli morti il venerdì santo del 1997 – governo Prodi – speronati dalla Marina militare italiana nel canale d’Otranto). Quando le è stato chiesto perché, quando era lei a deciderle, le quote fossero tanto più basse, ha spiegato che, allora, questo era necessario per evitare che si scatenassero nella popolazione italiana reazioni xenofobe. Vorrà dire che dopo cinque anni di governo del centrodestra la paura dell’immigrazione ha perso terreno. Se si trattasse di una discussione seria, chi critica le code “disumane” avrebbe il dovere di indicare un’alternativa ragionevole, ma nessuno l’ha fatto. A meno che non si accetti l’ingresso indiscriminato, infatti, se non si ricorre alle code bisogna stabilire criteri di selezione preventivi e poi farli rispettare. Ci provano gli olandesi, con un test d’ingresso che ha suscitato grande scandalo perché è giudicato (non del tutto infondatamente) discriminatorio. D’altra parte chi vive in Italia qualche coda deve aspettarsela, e può essere ragionevole che anche gli immigrati vi si abituino. (Ma che cxxxx ho scritto?)

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Curva,

qualcuno nella discussione (oltre a me) ha un punto di vista diverso. Tutto qui.

 

Pensavo fosse una discussione ma se vuoi giocare ad indovina indovinello la prossima volta posta le risposte a fondo pagina (rivoltate).

 

La platea trarrà beneficio delle tue doti di aruspice. :)

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Balzac diceva, breve, che “il giornalismo è un inferno, un abisso di iniquità, di menzogne, di tradimenti”, e c’è andato vicino.

 

 

 

la borsa è 3 anni esatti che sale senza interruzioni,+100%, e sui giornali

finanziari si parla solo di crescita zero, allarme terrorismo, e scandali finanziari.

il mercato azionario è il sondaggio dei sondaggi e se sale vuol dire

che l economia va bene.

appena arriverà il momento di realizzare, e mi riferisco a quelli

che hanno comprato a mani piene (durante crollo torri e guerra in iraq)

le azioni di chi ha venduto sulla paura resa insostenibile dai media,

la stampa del settore inizierà a stimolare la sindrome del treno perso,

e chi oggi compra a prezzi d affezione case e appartamenti sempre su consiglio degli "esperti", verrà puntualmente bidonato. :wacko:

Modificato da omissis
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la borsa è 3 anni esatti che sale senza interruzioni,+100%, e sui giornali

finanziari si parla solo di crescita zero, allarme terrorismo, e scandali finanziari.

il mercato azionario è il sondaggio dei sondaggi e se sale vuol dire

che l economia va bene.

appena arriverà il momento di realizzare, e mi riferisco a quelli

che hanno comprato a mani piene (durante crollo torri e guerra in iraq)

le azioni di chi ha venduto sulla paura resa insostenibile dai media,

la stampa del settore inizierà a stimolare la sindrome del treno perso,

e chi oggi compra a prezzi d affezione case e appartamenti sempre su consiglio degli "esperti", verrà puntualmente bidonato

 

premesso che 'crescita zero' è un termine che non si relazione alla crescita dei capitali in borsa bensi'. quello 'zero' vuol dire che la precarietà aumenta e che ci saranno meno investimenti e più disoccupazione.

 

vallo a dire a quei 6 milioni di famiglie sotto la soglia della povertà se hanno comprato azioni 'a mani piene' ma fammi il favore! :lol:

 

il mondo della finanza (azioni, derivati, obbligazioni) sono un 'passatempo' da ricchi e solo chi puo' diversificare gli investimenti alla fine puo' guadagnare (se preferisci non perdere).

 

in una Sim tempo fa si faceva un discorso simile al tuo. un tizio diceva: dicono che in borsa non si guadagna ma certo chi ha comprato le tiscali a 4 euro e le ha vendute a 800.......e chi fesso ha comprato (magari avute al collocamento le tiscali e non le ha vendute poco dopo?). cioè chi fa previsioni di questo tipo?

 

amico mio solo le 'mani forti' possono permettersi certi giochetti speculativi (vedi seat tin-it per rimanere nella bolla speculativa).

 

 

chi oggi compra immobili nelle grandi città o ha soldi da spendere oppure come investimento è un fesso perchè gli immobili ora sono alle stelle, ma gli immobili non hanno le oscillazioni dei capitali in borsa.

 

in conclusione a mio avviso sei completamente fuori strada nelle tue conclusioni al dilà delle tue nozioni economico-finanziarie, in particolare perchè metti in relazione la crescita economica nazionale al mercato azionario quando anche le pietre sanno che il nostro mercato azionario è fortemente influenzato da investitori stranieri (privati e istituzionali) e che l'andamento di Piazza Affari ha poco a che vedere con i paramentri che valutano lo stato della nostra economia e della qualità della vita degli italiani.

Modificato da castano_chiaro
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Da Ferrara a Zapatero !!!

Curvadong è evidente che il tirare in ballo Zapatero nasce DALLA TUA NATURALE INCLINAZIONE A SMONTARE i forumisti ma mi piac i per questo ,perchè hai il merito di scuotere le menti,almeno la mia,intorpidite da ragionamenti a volte troppo banali e d a discussioni che inevitabilmente sfociano nelle risse virtuali.

Dopo la mia manifestazione di stima ed ammirazione nei tuoi cnfronti , ti dico una cosa ;Ma sto Zapatero in pochi mesi non ha fatto piu di quanto abbiano fatto i nostri politci in dieci anni?

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