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Le 2 Italiane Rapite...


BoyRM76

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Simona Torretta è la ex-compagna di scuola del mio migliore amico, uscivano spesso tutti insieme, ma lei ha voluto seguire il suo istinto e andare là, dove diceva di sentirsi come a casa sua, di voler aiutare quelle persone. Era antiamericana, come lo è l'associazione "un ponte per..." per la quale lavora...non riesco a credere che gli iracheni non sappiano distinguere chi lavora per loro e chi contro di loro.

Non ho parole. Quando ho letto la notizia sono rimasto di sasso...e pensare che il mese scorso ci scherzavamo sopra su questa eventualità col mio amico...

...quando ho aperto Internet x caso e ho letto il suo nome mi è preso un colpo...

:ph34r:

Se devo essere sincero sono abbastanza preoccupato...vi spiego perché.

Finora i terroristi hanno avuto in ostaggio soldati, agenti di sicurezza, giornalisti, tutti (credo) uomini, inviati di guerra a fare là un determinato lavoro...ma mai finora donne pacifiste.

Io credo vogliano colpire l'Italia e convincere Berlusconi a far rientrare le truppe (al di là della rivendicazione di oggi che molti danno per poco credibile), cosa che non sono riusciti a fare fino ad oggi. Quale miglior soluzione (per loro) che ricattarci con la vita di 2 donne indifese?

Potrà questa volta il governo italiano dire: no, non ritiro le truppe, fate quello che volete?

No, perché l'opinione pubblica per salvare la vita di queste 2 ragazze è molto piu' coinvolta (lasciamo stare sul perché per Baldoni e altri era meno coinvolta o sul fatto che sono donne e gli altri uomini). Tutti spingeranno qua per far accettare le condizioni dei rapitori e forse si arriverà a dover ritirare le truppe.

Se cosi' non sarà, colpire l'Italia togliendo la vita a 2 donne sarà un segno del loro potere pericoloso su di noi, un ultimo avviso che non hanno pietà di niente e di nessuno...

Ho paura e prego per loro.

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Boy,

posso immaginare quello che provi, ma le persone che hanno rapito Simona non sono iracheni perchè non sono neanche degli esseri umani.

 

Di fronte a gente del genere, che uccide bambini, rapisce giornalisti e persone che tentano di portare del bene non si puo' cedere a nessun ricatto politico, perchè cio' vorrebbe dire legittimare la loro logica.

 

Quello che si puo' fare, al massimo. è arrivare a pagare un riscatto sottobanco, come probabilmente è successo in tutti i casi di liberazione degli ostaggi in Iraq.

 

Non credo che di fronte ad atti come questo o quello di Beslan, occorra avere dei dubbi sul fatto che queste persone sono il MALE ASSOLUTO e occorre combatterle con tutte le nostre forze, non trattare.

 

Forse il mio linguaggio potra' sembrare eccessivamente schematico, ma l'evidenza dei fatti dimostra ogni giorno di piu' che il germe della follia ideologica e religiosa che pensavamo estinto con la sconfitta del nazismo e il crollo delle ideologie totalitarie, si è rigenerato in questa allucinante degenerazione del concetto di religione, di popolo e di cultura.

 

Tendere la mano, anche forzatamente, a queste persone significa legittimare le condizioni politiche di crescita di tale fenomeno, che nulla a che vedere con le esigenze di pace e benessere della popolazione irachena.

 

Bras

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Anche se non condivido l'antiamericanismo a prescindere (che come dici - o forse ho solo inteso erratamente - caratterizza la Torretta), credo che la tua preoccupazione sia legittima e, sebbene non rafforzata dal rapporto di conoscenza diretta, condivisa da molti.

Questo rapimento è la prova provata (se ancora ce ne fosse bisogno) del fatto che guerrafondai o no, pro-americani o no, invasori o no, stranieri o no, non c'è regola nella scelta degli obiettivi e delle leve su cui operare per colpire "il nemico".

Gli unici denominatori comuni di questi fatti sono l'assenza di ostaggi di religione mussulmana (anche se poi con gli attentati bombaroli non si fanno certo scrupoli nel accoppare chi capita) e la ferma e determinata convizione che qualsiasi desiderio di laicizzazione del paese debba essere soffocato quanto prima.

Non credo che l'obiettivo sia il ritiro delle truppe italiane: i francesi manco c'erano eppure hanno subito lo stesso trattamento.

Il messaggio è chiaro : state lontani e fate largo all'Islam che avanza.

Arrendersi è un atto di guerra: guerra persa ovviamente ... ma pur sempre guerra che si estenderà ad un confine sempre più vicino al nostro fino a quando (se non reagiremo per tempo) ci troveremo nell'impossibilità di difendere i nostri diritti. Ed allora tanta tolleranza avrà il suo premio.

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Di fronte a gente del genere, che uccide bambini, rapisce giornalisti e persone che tentano di portare del bene non si puo' cedere a nessun ricatto politico, perchè cio' vorrebbe dire legittimare la loro logica.

 

Quello che si puo' fare, al massimo. è arrivare a pagare un riscatto sottobanco, come probabilmente è successo in tutti i casi di liberazione degli ostaggi in Iraq.

..beh.. questo E' trattare con i terroristi.

 

 

 

 

LittleB

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Dare denaro sottobanco può essere una condizione ragionevole per salvare una vita. è una soluzione pratica che finisce li. Lo facevamo sottobanco in Italia con l'Anomima Sequestri non capisco perchè non si potrebbe fare in Iraq.

Ma il denaro, chiaramente, non da legittimazione politica.

 

Modificare le nostre scelte politiche è una cosa molta diversa, e che consente ai terroristi la possibilita' di imporsi come soggetto politico che riesce con la sua logica e i suoi metodi ad orientare verso i propri obiettivi le scelte di un governo.

 

Se per ottenere un obiettivo politico so che è sufficiente essere crudele e sparare, allora sarò crudele e sparerò: se non ottengo nulla, alla fine capiro' che devo percorrere un'altra via.

 

Se si comincia a cedere a ricatti politici (come è successo in Spagna con Zapatero) vuol dire che ci stiamo scavando la fossa.

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(come è successo in Spagna con Zapatero)

Ha fatto una scelta politica anche lui. E' ovvio che si può interpretare anche come un cedere al ricatto. Ma la sua linea politica non credeva in quella guerra, ha vinto le elezioni per quello e ha ritirato le truppe.

 

 

A parte questo sono d'accordo con i punti esposti nel tuo intervento, anche se è sempre più ridicolo e patetico questo sforzo per nascondere la reale impotenza delle forze armate...

 

Missioni umanitarie e giornalisti in Iraq ci son da 15 anni... stranamente proprio ora sta gente decide di rapire anche chi porta loro del bene da tempo... questo dovrebbe QUANTOMENO far riflettere...

 

 

 

 

LittleB

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Stranamente il mondo è cambiato, e con esso l'immagine che il terrorismo da di se, dal giorno in cui due aerei di linea sono stati fatti schiantare contro le torri gemelle di New York. Questo DOVREBBE far riflettere.

 

Dire NO alla guerra è facile ed encomiabile. Patetico e ridicolo è dirlo senza essere in grado di proporre la soluzione alternativa salvo la buona volontà di sedersi ad un tavolo. Ma se l'interlocutore non vuole sedersi ci sono solo due scelte: soccombere o combattere.

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Ha fatto una scelta politica anche lui. E' ovvio che si può interpretare anche come un cedere al ricatto. Ma la sua linea politica non credeva in quella guerra, ha vinto le elezioni per quello e ha ritirato le truppe.

 

Missioni umanitarie e giornalisti in Iraq ci son da 15 anni... stranamente proprio ora sta gente decide di rapire anche chi porta loro del bene da tempo... questo dovrebbe QUANTOMENO far riflettere...

 

 

 

 

LittleB

No, la verita', chiara e semplice. è che gli spagnoli hanna avuto paura e hanno dato il potere ad una persona che aveva in mano la soluzione facile per toglierli dalla paura

 

Il prezzo è stato convincere Al Qaeda che far saltare in aria le persone è un mezzo utile per far cambiare indirizzo politico ad un paese.

 

E' grazie alla codardia di Zapatero se oggi l'Italia è nel mirino, avendo i terroristi percepito che la reazione degli italiani ad un attentato sarebbe simile a quella degli spagnoli.

 

Non sono assolutamente convinto che sia stata una buona cosa fare la guerra in Iraq, anche se mi sono chiare le ragioni geo politiche della scelta americana, mentre sono assolutamente convinto che la partita che si gioca in Iraq adesso va ben oltre l'indipendenza di quel paese, e quindi, in tale contesto, sarebbe immorale andarsene come Italiani.

 

Noi, come altri paesi, dobbiamo semplicemente accettare di fare la nostra parte, in un processo lungo e doloroso, per far prevalere la forza della ragione e della moderazione contro la follia degli integralisti.

 

L'unica riflessione che mi viene vedendo rapire ed ucciidere gente innocente è che occorre, tristemente e necessariamente, lottare a tutto campo contro queste persone, vero pericolo per l'umanita'

 

Bras

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...di la verità... il manifesto "I WANT YOU" lo hai pensato te, vero?

 

 

 

 

 

LittleB

chi è andato, da americano, a combattere e a lasciare la sua vita in Europa lo ha fatto anche per l'Italia, supportando la Resistenza nella lotta contro i fascisti e i nazisti.

 

Suggerisco, prima di fare qualsiasi ragionamento sull'imperialismo americano, di tenere sempre a mente il debito storico che abbiamo nei loro confronti

 

Bras

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Purtroppo, pur pregando per la sorte delle due italiane, non si puo fare a meno di effettuare delle riflessioni:

 

-In iraq circolava gia da tempo un informativa che ammoniva i contractors o i civili circa la possibilità che i prossimi bersagli dei rapimenti sarebbero stati civili impegnati in aiuti e ricostruzione e sopratutto donne. C'era stato un chiaro proclama da parte di gruppi integralisti sciiti circa l'intenzione di sequestrare donne.

 

-Le autorità militari avevano fortemente consigliato l'evacuazione di civili italiani (donne sopratutto). raccomandazione inascoltata. C'è un confine labile tra l'eroismo, l'incoscienza e la sottovalutazione dei rischi, purtroppo.

 

-Le italiane, aveva piu volte rifiutato la protezione sia delle forze regolari sia di PMC (private military contractors), in quanto professanti il pacifismo e il disarmo.

Non voglio con questo dire che avendo una scorta armata si sarebbe potuto evitare il sequestro, ma ovviamente i rischi sono aumentati esponenzialmente.

 

Ora, visto che un intervento di ricerca e salvataggio è IMPROPONIBILE, vista l'entità delle forze italiane nel medio oriente, e la loro logistica, rimane aperto l'interrogativo della risoluzione politica.

 

Purtroppo ho la forte paura che le due italiane saranno le vittime sacrificali di un oltranzismo che non puo essere altrimenti. Se ci si piega al ricatto, si darà la stura al controllo della nostra politica estera in area mediorientale da parte dei terroristi, se si attua una rappresaglia in casa nostra (gli Iman si sono affrettati agli appelli, visto e considerato che se toccato personalmente l'italiano diventa perniciosamente razzista...) darebbe il via a un conflitto interno che sinceramente sarebbe deleterio.

 

L'unica soluzione PLAUSIBILE, che io vedo è il metodo Andreotti...sperimentato con successo durante la crisi di abu nidal alla base di sigonnella.

 

Vale a dire accordo sottobanco con i terroristi, e calata di braghe con gli usa per tenerli buoni. Purtroppo è l'unico metodo che abbia qualsiasi probabilità di riuscita.

 

A meno che non si voglia chiedere apertamente aiuto agli americani o ai polacchi in Iraq. Ricordiamoci che i PMC italiani sono stati liberati in quanto accorpati a un civile polacco sequestrato. Dopo due giorni i GROM sapevano dove stava e sono andati a riprenderselo, facendo figurare fossero stati gli americani a farlo.

 

Purtroppo, questo è...per quanto mi secchi ammetterlo siamo andati in Iraq per avere una fettina di torta, ma ci siamo andati in braghe di tela...

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spero tanto di no,ma temo che l'epilogo sarà il peggiore immaginabile:non vedo,ragionando con logica propria di quei terroristi,cosa potrebbero fare diversamente da ciò,questo sequestro rientra nel piano di offensiva ad un paese "invasore" che dopo l'uccisione di Baldoni non ha fatto nessuna delle mosse

pretese.

 

per il resto,pur comprendendo e apprezzando lo spirito di entusiasmo e sacrificio che anima persone come le 2 italiane rapite e che certo animava Enzo Baldoni,dico che esiste un limite al rischio da correre,superato il quale certe sventure diventano purtroppo probabili.Aggiungo,ma probabilmente è una posizione strettamente personale,che non mi è del tutto chiaro il beneficio e il vantaggio che tali presenze possano in definitiva portare ad una popolazione peraltro certo bisognosa.

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Noi, come altri paesi, dobbiamo semplicemente accettare di fare la nostra parte, in un processo lungo e doloroso, per far prevalere la forza della ragione e della moderazione contro la follia degli integralisti.

 

La cosa assurda è che questa "occidentalizzazione" dell'Iraq, giustificata da armi inesistenti e voluta da un uomo ottuso che pensa solo ai propri interessi (Bush), la stiamo pagando tutti.

La sua occidentalizzazione mira ad essere e a creare un primo avamposto occidentale per poi colonizzare (si, è proprio il termine giusto) le terre intorno.

Siamo tornati ai tempi delle crociate e non ce ne siamo accorti.

Una notte come tante, una città intera (Baghdad) si è svegliata sotto le bombe.

Innocenti sono morti e muoiono ogni giorno (iracheni) per le bizze di qualcuno che ha deciso che aveva miliardi di armi da consumare e non aveva un obiettivo dato che Bin Laden (se poi è veramente un obiettivo e non una marionetta nelle mani degli Usa) non ha un paese governato da lui da colpire, e che quindi ha deciso di "consumare" queste armi contro il paese che, anni prima, aveva resistito agli attacchi di Bush senior.

Somiglia quasi a una faida. L'ha avuta vinta il piu' forte, a spese degli innocenti e dei piu' deboli.

Non sono antiamericano, ma anti-Bush si.

Questo processo lungo e doloroso dove dobbiamo fare la nostra parte...ma chi ce l'ha detto di farla?

C'era un motivo fondato? No. Quello che si voleva far credere non c'era, non c'erano armi.

E' normale che ci siano persone là che si sentono oppresse piu' di prima. Un tempo avevano un iracheno che li opprimeva, ora hanno lo straniero in casa che vuole farla da padrone. Capisco che tra le 2 cose preferivano la prima.

 

L'unica riflessione che mi viene vedendo rapire ed ucciidere gente innocente è che occorre, tristemente e necessariamente, lottare a tutto campo contro queste persone, vero pericolo per l'umanita'

 

Gente innocente ne è morta a fiumi in Vietnam, in Iran, in Iraq, in Jugoslavia, in Ruanda, in Burundi, in Cecenia, in Kosovo, ecc...

Perché i nostri morti devono valere di piu'?

So che vado contro i miei interessi e quelli degli italiani, ma là c'e' un popolo esasperato...che oltretutto per mentalità non ha la nostra stessa etica e morale...e noi continuiamo a voler esportare il nostro modo di vivere, le nostre libertà...stiamo cercando di fare un "occidente prefabbricato" in un territorio dove non hanno manco una caratteristica occidentale. Non si porta cosi' la libertà, la libertà si cerca di far capire, si spiega, si fa in modo che siano loro a desiderarla e a combattere per averla, non si impone.

Questa guerra ha voluto sancire il passaggio di un paese dalla mentalità del medioevo all'era moderna, senza un cammino storico, semplicemente con delle bombe. E' assurdo.

 

Aggiungo,ma probabilmente è una posizione strettamente personale,che non mi è del tutto chiaro il beneficio e il vantaggio che tali presenze possano in definitiva portare ad una popolazione peraltro certo bisognosa.

 

Quello che fanno queste associazioni è il cercare di aiutare la popolazione vittima delle decisioni prese dall'alto. Le persone colpite dai bombardamenti, le persone rese ancora piu' povere e malate di prima.

Cercano di restituire un sorriso, di alfabetizzare i bambini, di guarire una ferita.

Ma la ferita piu' grossa è questa guerra e non guarirà purtroppo.

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Caro Boy,

in Iraq non sono piovute bombe dal cielo (inattese) per i puri scopi espansionistici o ludici di un presidente annoiato che non sa dove buttare qualche migliaio di tonnellate di tritolo.

Pensarla a questa stregua è molto ingenuo. Il "civilissimo" stato Iraqeno è stato oggetto di sanzioni per ben 14 anni (a riprova che le libertà ed i diritti dell'uomo all'interno dello stato a conduzione dittatoriale non erano proprio conformi a degli standard accettabili). Gli avvisi ad Hussein si sono moltiplicati e con essi i tentativi di rovesciarlo in altri modi che non fossero quello di entrare a forza.

Se fosse possibile immaginare un mondo a scatole chiuse dove non esistono rapporti tra determinate etnie o stati o popolazioni o confessioni religiose il tuo discorso potrebbe essere ragionevole : "abbiamo un modello di vita che crediamo valido e proviamo a spigarglielo... se non lo vogliono che restino nel loro brodo a noi non ci viene in tasca niente".

Purtroppo le relazioni, volenti o nolenti ci sono: dalla semplice affermazione di diritti umani universali, alla distribuzione delle risorse fino anche al bisogno che quegli stati hanno di relazionarsi all'occidente per poter sopravvivere.

Davvero pensiamo che se non ci fosse petrolio, diamanti, riserve aurifere, mercurio o qualsiasi altro connotato commerciale tutto questo non sarebbe successo ? In assenza di questo davvero potremmo dire " che facciano quello che gli pare " ? Saremmo infinitamente più cinici e meschini di quanto non siamo.

La scusa delle armi di distruzione di massa è stata sicuramente un errore ma ... tutto quello che è successo prima non conta nulla ?

 

Grazie al cielo i motivi sono molti di più e passano anche dalla necessaria individuazione di un equilibrio che riguarda tutti.

Mi dispiace molto il senso sprezzante con cui definisci "l'occidente impositore". Senza ombra di dubbio è l'occidente che è in grado ora di dare i migliori esempi di libertà e democrazia contro chi, in particolare l'Islam, fa di tutto per cancellare qualsiasi cosa (perfino il progresso tecnologico) che possa portare libero pensiero in menti libere. La distruzione deliberata di monumenti di interesse mondiale non ti fa pensare a nulla ? Ci rendiamo conto che se dilagasse questo pensiero (e non siamo tanto lontani) potremmo vederci sostituire la basilica di S.Pietro con una bella Moschea ?

 

Non speculiamo poi sui morti: la guerra ne porta. Ma abbiamo almeno la decenza di non fare populiste crociate a favore dei poveri innocenti morti. Erano parimenti innocenti i Tedeschi (bombardati dagli alleati) che all'oscuro delle persecuzioni razziali non sapevano capacitarsi di tanto accanimento contro di loro (come ha già ricordato qualcuno prima di me furono addirittura portati nei campi di concentramento per vedere con i loro occhi ciò a cui non volevano, non potevano credere). Sono parimenti innocenti i soldati americani mandati a combattere ina guerra della quale avrebbero fatto volentieri a meno. Sono parimenti innocenti i Carabinieri massacrati colpevoli solo di aver cercato di portare un po' di ordine in una terra governata dal caos.

 

Sono colpevoli, invece, i vivi: quelli che non vogliono sentire ragioni, quelli che hanno esultato di fronte alle morti degli innocenti delle torri gemelle, quelli che hanno esultato per la morti nelle stazioni spagnole ...

 

La guerra che ci piaccia o no ha già guarito un cancro che si chiamava Nazi-Fascismo: sebbene non ci sia motivo di credere che la guerra possa essere la panacea di tutti i mali proviamo ad essere realisti... nemmeno il dialogo lo è.

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La guerra che ci piaccia o no ha già guarito un cancro che si chiamava Nazi-Fascismo

..che si espandeva grazie alla guerra... <_<

 

 

Bof... certa propaganda riesce ancora a farmi incazzare...

 

 

 

Allora... siamo tutti d'accordo che si è bombardato l'Iraq perchè Saddam era cattivo?

 

Le centinaia di guerre civili che ci sono nel mondo non ci interessano!?? nooooo!, il perchè non è chiaro ma una ragione ci sarà pure... Intanto comunque facciamo l'Iraq che ha sicuramente un grosso riscontro mediatico.

 

Questi barbari di Islamici che maltrattano le donne si stanno espandendo come un cancro... va' a finire che ce li ritroviamo in casa... meglio proporre il possesso delle armi ai cittadini... così come gli americani possono cacciare il Rè di Inghilterra noi scacceremo gli islamiciterroristi con le loro moschee, veli corano e altre cosacce medioevali...

 

L'occidente sta bene perchè ha voluto stare bene :babbonatale: ... se i restanti due terzi del mondo muore di fame, guerre, embarghi è solo perchè non vogliono essere felici come noi con le nostre tv, frigo, microonde, psicofarmaci, cellulari....

 

 

 

...tutti quanti in sacro pellegrinaggio al luogo comune!!!!!!

 

 

 

 

 

LittleBastard

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Eri già stato chiarissimo ma ... sebbene tu possa essere animato da giovani ed entusiasti moti, sei decisamente poco realista.

Le cose sbagliate su questa terra sono molte ma fanno parte della nostra esistenza. Possiamo cercare di correggerle, ammorbidirle o perfino nasconderle e cercare di dimenticarle: con sforzi e con buona volontà.

Ma urlare il proprio rifiuto alla guerra, così ... tanto per fare o dire qualche cosa vuol dire non prendere coscienza di uno degli aspetti della vita umana. Sarà sempre lo sfogo, violento e doloroso, di un limite di sopportazione superato, di diritti negati o di presunti (o reali) diritti dovuti, di confini violati e di rispetto calpestato.

E' l'effetto ... non la causa. E come tale richiede che la buona volontà di chi dice no alla guerra si applichi parimenti nel capire il perchè si è arrivati a tanto. Vedere nella guerra l'inizio della violenza è sciocco e pretestuoso.

 

E soprattutto abbiate (mi riferisco a te e a chi la pensa come te) la coscienza di ammettere che il no alla guerra "suona" come un no agli americani ed alla loro politica e quindi a tutte le politiche filoamericane fino anche (addirittura) all'accusa dell'occidente tutto: perchè, come giustamente hai ricordato, l'effetto mediatico di questa guerra, molto forte, poco interessa agli americani (che certo non sono quei bulldog affamati che aspettano solo di vedere che qualcuno - non importa chi - venga preso a calci nel sedere) ma molto interessa ai "contro americani" che non perdono occasione di sottolineare il potere oppressivo della grande superpotenza. Abbiamo già avuto modo di vedere come per altri conflitti non ci sia altrettanto clamore: ma ricordiamoci che il clamore difficilmente lo crea chi è parte in causa (magari con il pretesto di imbrodarsi di vana gloria), lo crea al contrario chi sguazza nel torbido per trovare giustificazioni politiche alla sua personale guerra contro il suo nemico.

Questa guerra è usata da una parte e dall'altra: e molto più viscido e nauseabondo ne è l'uso fatto da chi , vestitosi da candido pacifista, usa le tragedie del prossimo per i propri scopi di delegettimazione dell'avversario politico.

 

Trascuro poi qualsiasi commento sull'accostamento della pena di morte ai fatti di questi giorni in quanto totalmente fuori contesto.

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Sono d'accordo con LittleB (sulla pena di morte) e aggiungo:

 

Davvero pensiamo che se non ci fosse petrolio, diamanti, riserve aurifere, mercurio o qualsiasi altro connotato commerciale tutto questo non sarebbe successo ? In assenza di questo davvero potremmo dire " che facciano quello che gli pare " ? Saremmo infinitamente più cinici e meschini di quanto non siamo.

 

...ammazza come so intervenuti subito in Ruanda e Burundi! Là sono morte MILIONI di persone...C'è partito il presidente USA da casa imboccando il fucile lui stesso!

<_<

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...ammazza come so intervenuti subito in Ruanda e Burundi! Là sono morte MILIONI di persone...C'è partito il presidente USA da casa imboccando il fucile lui stesso!

<_<

non con la forza (cosa che ovviamente li avrebbe messi ancora di più alla gogna quali guerrafondai) ma con aiuti concreti. Sono ancora oggi i più grandi donatori di aiuti umanitari a quelle aree mentre, giusto per la cronaca, la tanto ammirata Francia (ammirata per la sua assenza dal conflitto in Iraq) insieme a Giappone ed (aime') Italia si è proprio recentemente beccata una denuncia dalle organizzazioni umanitarie che lavorano un Sudan ed in Chad causa "braccine corte".

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Le cose sbagliate su questa terra sono molte ma fanno parte della nostra esistenza. Possiamo cercare di correggerle, ammorbidirle o perfino nasconderle e cercare di dimenticarle: con sforzi e con buona volontà.

Ma urlare il proprio rifiuto alla guerra, così ... tanto per fare o dire qualche cosa vuol dire non prendere coscienza di uno degli aspetti della vita umana. Sarà sempre lo sfogo, violento e doloroso, di un limite di sopportazione superato, di diritti negati o di presunti (o reali) diritti dovuti, di confini violati e di rispetto calpestato.

E' l'effetto ... non la causa. E come tale richiede che la buona volontà di chi dice no alla guerra si applichi parimenti nel capire il perchè si è arrivati a tanto. Vedere nella guerra l'inizio della violenza è sciocco e pretestuoso.

 

 

 

Posso anche concederti che l'uomo sbaglia :gatto: e tende a trovare uno sfogo violento in alcune sue azioni.

 

La cosa che fa passare tutti i tuoi discorsi in secondo piano sono le motivazioni di una guerra.

Questa guerra non è stata fatta perchè c'è stato un attacco. (e non mi parlate delle torri gemelle perchè l'Iraq non ci azzecca un cxxxx)

E' stata fatta e pianificata a priori, inventandosi la storia delle armi di distruzione di massa (cavalcando quindi il terrore della popolazione la qualeavrebbe di conseguenza accettato tale guerra).

Per cui invasioni di Kuwait e torture varie sono solo giustificazioni ad un atto tanto schifoso quanto ipocrita.

 

 

 

 

 

LittleBastard

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quando si fa una guerra,contro chiunque ed ovunque,a pagarne lo scotto

siamo tutti indistintamente.

le guerre,specie quelle dei giorni nostri,sono mosse esclusivamente per

interessi.

un conflitto rende a qualcuno sicuramente,ad eccezione delle migliaia di

morti che causa inevitabilmente.

perchè non si prova a valutare le ragioni degli altri,siano nemici o terroristi,e non per forza convenirne ma trovare una soluzione di equilibrio che accontenti e soddisfi entrambe le parti e non,come sempre

accade,una sola? ...

 

 

ciao a tutti indistintamente

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credo che ognuno di noi affrontando temi come questi dovrebbe spogliarsi delle demagogia e degli slogan e porsi le responsabilità che si deve porre un capo di stato o di governo.

 

Il tema di attualità è se lasciare o meno l'Iraq vero? Bene, allora occorre assumere una prospettiva più ampia di quella che possiamo ricondurre alla nostra esistenza particolare.

 

Lasciare l'Iraq , noi e le altre truppe "di occupazione"adesso vorrebbe dire lasciarlo in mano a dei criminali, a delle bestie che vogliono imporre la legge piu' feroce e crudele.

 

E' questo che vogliamo? E' questo giusto? E' questa una soluzione?

 

Secondo me la risposta alle tre domande, se ce la poniamo come esseri umani, come fratelli che pensano ad altri fratelli è no. Ed è una risposta che non coincide col mio benessere individuale, dal momento che io come voi tutti siamo bersagli di possibili attentati.....

 

Non bisogna lasciare l'Iraq, bisogna vincere una battaglia che è una battaglia morale e culturale per il bene del popolo iracheno e per il bene nostro.

 

Gli interessi economici finanziari politici rispetto a questo obiettivo scolorano....

 

Questo NON VUOL DIRE AFFATTO voler sostituire il loro modello culturale con il nostro.

 

Vuol dire semplicemente creare le condizioni perchè le persone possano parlare, discutere, vivere la lora vita senza essere condannati a morte, torturati, fatti sparire.

 

Vuol dire dare l'opportunita' a tutti di poter partecipare alla vita politica portando il proprio contributo

 

Vuol dire rompere il giogo di sottomissione e paura in cui vivono le donne.

 

Qualcuno mi accusera' di "colonialismo culturale" immagino

 

Quel qualcuno pero', chiedo io, è sicuro di quello che dice?

 

I diritti umani sono soggetti ad un relativismo etico?

 

una donna che viene ripudiata o torturata per adulterio è una cosa giusta perchè inserita in un contesto culturale che lo ritiene corretto? Se succede in Italia o in Iraq è giusto adottare due pesi e due misure?

Un uomo che viene torturato e ucciso perchè "infedele" è tortutato giustamente perchè cio' viene permesso da un determinato contesto culturale?

 

E allora la Rivoluzione francese, la Dichiarazione de diritti Universali dell'uomo, liberta, uguaglianza e fraternita' sono soggetti a controlli dei passaporti?

 

Per chi professava fino a poco tempo fa L'INTERNAZIONALISMO mi sembra un giro di vite estremamente temerario....

 

Non desidero fare il "missionario" che converte i poveri popoli incivili alla mia cultura...,..ma mi sorprende e mi addolora questo atteggiamento di pressapochismo con retrogusto di codardia che alberga nella psicologia di molti italiani. il fatto che in Iraq siano in gioco i diritti umani è, indirettamente, la nostra sicurezza è un problema che si vuol fingere di non vedere, non sentire.

Ma sono posizioni miopi che non pagheranno...e che spero non prevalgono mai in sede di politica di governo.

 

La situazione è complessa, ed esige l'adozione di scelte dure e coraggiose, e non professioni di vilta' secondo il piu' canonico Zapatero Style.

 

Brasileiro

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