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LittleB

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Tutti i contenuti di LittleB

  1. LittleB

    Leggete Tutti:

    E' una vecchia storia.. Si potrebbe anche evitare di riaprire vecchi flame già affrontati. Fatti una ricerca "salus" su salus e te ne farai una idea.
  2. LittleB

    Mi Candido Come Moderatore

    Voleva portarmi dove!? :blink: E' più credibile pensare che quanto da me scritto abbia rivelato la reale intenzione di lista. :dorme:
  3. LittleB

    Buon Gusto?

    Sono un po' latitante sul forum, è vero. Ma sono sicuro di mancare veramente a pochi. ;)
  4. LittleB

    Mi Candido Come Moderatore

    ..mi piace questa tua asserzione.. lo stile è quello del tuo avatar...
  5. LittleB

    Buon Gusto?

    ..via subito l'avatar politico di Lista, è contro il regolamento.
  6. LittleB

    Che Ve Ne Pare?

    ..guarda che sta andando a 3 cilindri.. eh,eh :P
  7. LittleB

    Che Ve Ne Pare?

    Se vi riferite alla foto con 5 bionde di cui la prima a sx ha il cappello hanno tutte il seno rifatto. Forse solo l'ultima a destra.. ma ne dubito. Cmq complimenti per il 3d.. veramente formativo! :P
  8. LittleB

    Tv Allucinante!

    A me mancano i programmi di Corrado Guzzanti, Luttazzi.. mi manca Beppe Grillo.. ..ora... dovrebbe farci ridere quell'abominevole idiota della Hunzicker? ..e Zelig... per piacere... sono scenette da 2 minuti... ...che tristezza...
  9. LittleB

    Foto Di Brasileiro

    ..beh.. la creazione "dell'altro sito" è avvenuta a causa di diversità di pensiero di alcuni membri "storici" del forum.. un po' come la storia dell'Inter e del milan...
  10. LittleB

    Foto Di Brasileiro

    "capelli aiuto" in inglese
  11. ..omossessualità latente. La spiegazione più razionale. Altrimenti.. l'aspirina presa per l'influenza.. o la finasteride.
  12. Che palle... Ho letto che la zona fumatori deve essere meno della metà della totalità del locale.. Ma come faranno i Jazz Club!?!?
  13. ..non mi è chiara una cosa... resta cmq solo in presenza di una sala fumatori, non nella totalità del locale la possibilità di mettere aspiratori "a norma".. giusto?
  14. Credo che quanto scritto da Curva sia vero. (ma vah!?) Credo allo stesso tempo che questa legge sia stata un po' affrettata nella sua applicazione, e ritengo anche che sia un po' troppo liberticida. Fermo restando che il punto cardine debba essere la tutela dei non fumatori, credo non si possa dimenticarsi tutto ad un tratto di chi fuma. E' come chi gira in bicicletta per non inquinare con la macchina.. giustissimo.. si sa, l'inquinamento dovut ai gas di scarico uccide quanto se non più del fumo passivo in un locale 2 volte a settimana... ma nessuno si azzarderebbe anche solo a pensare di vientare l'uso delle auto in città. E' un paragone un po' scemo, visto che l'auto ha una funzione e la sigaretta no. Ma la macchina non da dipendenza.. la sigaretta si. ..insomma.. credo che l'idea di tutelare i non fumatori sia giustissima, ma la sua applicazione pratica, questa legge, sia mal partorita. Si potrebbe, ad esempio, costringere i locali che decidono di non vietare il fumo ad attrezzarsi con potenti e sofisticati aspiratori e depuratori.. molti locali (moltissimi) non attivavano mai anche se li avevano tali apparecchi perchè abbassano molto la temperatura facendo aumentare i costi di riscaldamento.
  15. LittleB

    Viva La Legge Antifumo!

    La legge verrà modificata. Conosco svariati gestori i quali mi hanno confidato che hanno la metà di clienti.. Capannina su tutti..
  16. LittleB

    Barzellette

    14. Ad ogni rifornimento, una volta attaccati alla pompa di benzina, rischierebbero di beccarsi virus che impallerebbero il Cpu.
  17. LittleB

    Sono Davvero Disgustato!

    ..beh.. io mi dissocio comunque dalla coscienza occidentale. E' manovrabile.
  18. LittleB

    Sono Davvero Disgustato!

    ..non c'è da meravigliarsi... Le loro reazioni possono essere state due: 1) "oe, ho sganciato quattromila euro per andare in vacanza con la morosa e che faccio.. li butto nel cesso!? Io ci vado.. che male faccio!? 2) (ben più tragica, probabile e realistica) Senti, cioè, io non faccio nulla di male, cioè, il mondo va avanti, cioè, perchè in africa non muoiono di fame!? cioè..
  19. LittleB

    Sono Davvero Disgustato!

    ..si ma quà si tratta di andare in un luogo dove è morta un sacco di gente cinque giorni dopo un disastro! Come fai, in tutta coscenza, a fare il "turista occidentale" in mezzo ad una tale tragedia?
  20. ..io c'ho il 10 fisso...
  21. Anche se Blondet ci sguazzasse... è un libro, non scritto da lui.
  22. ..e perchè invece a me ci mette più tempo a caricarmi le pagine!?
  23. Riporto una pagina web dove si descrive un nuovo libro di John Perkins. L'articolo è di Maurizio Blondet. Che un banchiere intitoli le sue memorie “Confessioni di un sicario dell’economia” è già clamoroso. Ma ciò che il banchiere John Perkins rivela nel suo libro, “Confessions of an economic hit man” (1) è spaventoso: racconta di essere stato arruolato dal governo Usa allo scopo di risucchiare a favore degli Stati Uniti le ricchezze di paesi poveri, e ciò “attraverso manipolazioni economiche, tradimenti, frodi”, attentati e guerre. Le rivelazioni di Perkins gettano una luce del tutto nuova anche sulle motivazioni dell’invasione dell’Irak. John Perkins dice di essere stato reclutato quando era ancora studente, negli anni ’60, dalla National Security Agency (NSA), l’entità più segreta degli Stati Uniti, e poi inserito dalla stessa NSA in una ditta finanziaria privata. Lo scopo: “Per non coinvolgere il governo nel caso venissimo colti sul fatto”. Quale fatto? Abbastanza semplice. Come capo economista della ditta privata Chas. T. Main di Boston con 2 mila impiegati, Perkins decideva la concessione di prestiti ad altri paesi. Prestiti che dovevano essere “molto più grossi di quel che quei paesi potessero mai ripianare: per esempio un miliardo di dollari a stati come l’Indonesia e l’Ecuador”. La condizione connessa con il prestito era che in massima parte venisse usato per contratti con grandi imprese americane di costruzioni e infrastrutture, come la Halliburton e la Bechtel (strutture petrolifere). Queste ditte costruivano dunque reti elettriche, porti e strade nel paese indebitato; il denaro prestato tornava dunque in Usa, e finiva nelle tasche delle classi privilegiate locali, che partecipavano all’impresa. Al paese, e ai suoi poveri, restava lo schiacciante servizio del debito, il ripagamento delle quote di capitale più gli interessi. L’Ecuador, dice Perkins, è oggi costretto a destinare oltre metà del suo prodotto lordo – cioè di tutta la ricchezza che produce – per il servizio dei debiti contratti con gli Usa. Ma questo è solo il primo passo. Gli Usa, indebitando quei paesi, vogliono in realtà “renderli loro schiavi”, dice Perkins. All’Ecuador, non più in grado di ripagare, Washington chiede di cedere parti della foresta amazzonica ecuadoriana per farla sfruttare da imprese americane. E’ questa la logica imperiale. Tra i massimi successi dei “sicari economici”, Perkins rievoca l’accordo riservato fra gli Usa e la monarchia saudita ai tempi della prima crisi petrolifera negli anni ’70. Per gli Stati Uniti, era necessario tramutare il rincaro del greggio da sciagura a opportunità. La famiglia dei Saud, del resto, affogava nei petrodollari: le fu proposto di investirli in titoli Usa e in grandi opere. La Bechtel (chi scrive fu in Arabia all’epoca e può testimoniarlo) ricoprì il reame desertico di nuove città e di impianti di raffinazione per lo più inutili; la famiglia Saud accettò di mantenere il greggio entro limiti di prezzo desiderabili per gli Usa, in cambio dell’assicurazione americana che Washington avrebbe sostenuto il loro potere per sempre. “E’ questo il motivo primo della prima guerra all’Irak”, dice Perkins, e dell’intreccio privilegiato di affari e finanza tra i sauditi e i Bush. Secondo Perkins, gli Usa cercarono di ripetere l’accordo con Saddam Hussein, “ma lui non c’è stato”. Da qui la sua rovina. Perché, dice Perkins, “quando noi sicari economici falliamo il bersaglio, entrano in gioco gli sciacalli. Sono gli uomini della Cia, che cercano di fomentare un golpe; se nemmeno questo funziona, ricorrono all’assassinio. Ma nel caso dell’Irak, gli sciacalli non sono riusciti ad arrivare a Saddam: lui aveva delle controfigure, la sua guardia era troppo attenta. Perciò si è decisa la terza soluzione: la guerra”. Perkins ha conosciuto personalmente Omar Torrijos, il generale e dittatore di Panama degli anni ’70, morto in un incidente aereo nel ’78. Torrijos fu ucciso, spiega Perkins, perché aveva stilato un accordo coi giapponesi per la costruzione di un secondo canale di panama, ed aveva ottenuto dall’Onu nel 1973 una risoluzione che obbligava gli Usa a restituire alla sovranità panamense il vecchio Canale. Le multinazionali americane “erano estremamente arrabbiate con Torrijos”. Per questo scopo, quando Reagan divenne presidente, gli furono fatti scegliere come ministri due alti funzionari della Bechtel, Caspar Weinberger alla Difesa e George Schultz – il che rivela molto sul ripugnante potere degli affari nella politica Usa – per costringere Torrijos con le m minacce a rompere i negoziati coi giapponesi (che stavano soffiando alla Bechtel l’affare del secolo) e di rinnovare il trattato del Canale di panama, riconsegnandolo agli americani. Torrijos rimase sulle sue posizioni: furono mandati in azione gli “sciacalli”. L’aereo di Torrijos, dice Perkins, cadde per un magnetofono che era stato riempito di esplosivo. La stessa fine di Enrico Mattei. Conclude Perkins: il denaro che gli Usa adoperano per indebitare i paesi poveri non è neppure denaro americano. Sono la Banca Mondiale e il Fondo Monetario a fornirlo, e a fornire ai poveri la corda per impiccarsi. Altri contributi >>QUI'<< LittleB
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