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Dirlo O Non Dirlo?


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In questo sabato, dal profumo gia' natalizio, accompagnato da una moltitudine di gente riversa per le strade del centro, dentro i negozi, gli immancabili ingorghi, mi sono anche io, accodato a cio' che ormai ritengo essere una abitudine comune.

 

Passeggiando e rimirando le varie vetrine, verso le ore 18.00, mi sono recato in una sala per seguire dal vivo un mio pupillo.

 

Noto subito all'interno, un signore di circa sessanta anni, con in testa un colbacco (termine appropriato coniato da Funpitt) che molti di noi, ben conoscono, brutto, rosso all'inverosimile con netto stacco suoi capelli, fermo, stantio, consumato (penso che comincino a manifestarsi i primi "smarrimenti" della caduta del colosso), ebbene, non ci crederete, ho provato pena per quella persona, ho provato un forte sentimento di pieta'

non mi sono sfuggiti, gli sguardi, le spintarelle, le occhiate e le risatine con movimento orizzontale destra sinistra della testa, da parte di altre persone, sopratutto donne e ragazzetti/e.

 

Non ho avuto il coraggio, anche se dentro me, sentivo una forte spinta, non ho avuto il coraggio di avvicinarlo.

 

Avrei voluto mostrargli, osservado me, cio' che avrebbe potuto ottenere, cio' che sarebbe potuto diventare, avrei voluto introdurlo e se necessario, accompagnarlo in un mondo nuovo, naturale, moderno, onesto. Non ne ho avuto il coraggio.

 

La ferita che avrei provocato in lui, anche chiamandolo in disparte, senza altre persone che potessero sentire, la dimostrazione che io, sì io, un altro portatore come lui, abbia potuto accorgersi del tutto, avrebbe certamente distrutto, quella sicurezza unicamente personale che lui si era creato solo sul buon senso delle persone che gravitano intorno a lui.

 

Chi ha percorso un cammino come il nostro, non puo' certamente stare a guardare e fregarsene, l'incontro con un vecchio censurato, e' una mortificazione troppo grossa.

 

Non chiedo consigli, ci pensera' il mio io, nel suo cammino a decidere se trovare o meno tale forza ma, sarei curioso e sarebbe gradito, confrontare tale esperienza con voi, con la vostra reazione, il vostro interesse e perche' no, il vostro menefreghismo.

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Che buffo, è accaduto anche a me proprio ieri in un grande centro commerciale di incrociare nello stesso negozio un signore anziano (circa 70) con un orrendo colbacco grigiastro, cui mancavano solo le ragnatele, appoggiato alla meno peggio, ma in questo caso direi che si trattava di un pre-coppertone, quanto meno non aveva toni rossi ma una rosetta tipica da parrucca.

 

Ho provoto pena per lui pensando che non aveva gli strumenti che sono stati dati a me per arrivare dove sono. Ma non ho notato nessuno che lo guardasse o deridesse, forse la sua età, e l'anziana signora che lo accompagnava, lo rendevano trasparente al mondo giovanile che circola nel centro vestito da Natale.

Ho provato pena, ma la riservatezza che caratterizza il mio modo di rapportarmi al mondo e che mi deriva da una rigida educazione di nordica chiusura mi ha persino impedito di pormi la tua domanda.

 

Ho solo provato pena ma nessuna spinta a comunicare, e non saprei se si tratta di menefreghismo. Mi dico che il fatto di essere qui quasi quotidianamente a disposizione nel mio piccolo significa che partecipo a pieno.

Ma se mi succedesse in un ambito a me più familiare, ad esempio in palestra, lo farei? Significherebbe dire a qualcuno che non conosco, ma che incontro spesso, il mio segreto.

No, non lo farei, per paura ovviamente, perchè significherebbe svelarmi, dunque per egoismo.

 

Ma poi ho anche pensato che se queste condizioni mi si fossero poste 20 anni fa invece l'avrei fatto, certo che sì, come ho fatto per tante altre cose in qualche modo analoghe e coinvolgenti per un bene comune.

E dunque alla fine hai ragione tu, è egoismo, ed è un segno triste del mio invecchiare.

 

Grazie. Debbo elaborare anche questo, perchè la vita vera passa proprio attraverso piccoli gesti di generosità che te la possono arricchire, anche se significano correre dei rischi, svelarsi, mettersi in gioco

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Sì Alice,

 

penso che in fondo, sia solo egoismo, egoismo di un segreto personale. Riflettendo sulle tue parole, in un probabile futuro caso al quale non avevo mai pensato, penso proprio che mi guarderei bene dal raccomandare ad una persona vicina o amica, raccomandare vorrebbe dire svelare e svelare puo' portare ad una serie di conseguenze, potrebbe interessare, essere coltivata, come potrebbe essere presa con menefreghismo (non tutti siamo uguali e soffriamo delle stesse lacune), ma in ogni caso, vorrebbe sempre dire svelare e trovarsi con le spalle al muro.

 

Egoismo, vanita' non so! Forse ognuno di noi ha veramente ( Dorian Gray) un autoritratto dipinto in soffitta o una foto chiusa in qualche casseto che invecchia per noi.

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Intervengo nella discussione in quanto anche a me è successa una cosa simile.

Esco dal lavoro e per strada incrocio un uomo di mezza età con un taglio alla Beatles e dei capelli veramente da censura.

Lo guardo e penso "poveraccio" ma proseguo per la mia strada.

Passano però pochi minuti e penso "ma avrei anche potuto dirgli qualcosa però.."

In realtà io ancora non son portatore, però conosco questo mondo ed avrei potuto istruirlo o quantomeno fargli sapere che cè un' alternativa.

Ed è proprio questo che farò, non appena mi ricapita di vederlo passare devo trovare un modo per avvicinarmi a lui e dirglielo, non mi interessa come reagisce, di sicuro non bene visto che sarà imbarazzato e mi manda a cag***, però poi magari ci riflette e qualche tempo dopo lo rivedo con una newgen in testa! :)

 

Invece per quanto riguarda il fatto che indicare la via al prossimo vorrebbe dire vedere venir meno il "grande segreto", bhe, penso non ci siano problemi, di sicuro non verremo derisi proprio dallo stesso portatore ne da chi gli è vicino che visto che lo accetta anche col copertone in testa, figuratevi se si fà problemi per uno che porta una moderna protesi.

Ed oltretutto magari è una persona con cui non avremo più a che fare, quindi.. chissenefrega!

 

Alla fine siamo un piccolo gruppo uniti sotto un unico problema, quindi se non ci diamo una mano fra di noi...

Modificato da GHP
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in queste circostanze, tendo sempre a separare gli utenti "normali" di salus, quelli cioè che si limitano a partecipare agli OC, da quelli che nel mondo degli OC sono immersi in pieno e dal primo momento (e nonostante io non sia uno dei magnifici 5 mi metto lo stesso in questa seconda categoria). Non credo che i primi abbiano particolari doveri "morali". Noialtri "esperti" di salus invece sì, così la vedo io. e prima o poi cominceremo a fermare certa gente per strada, quelli che più necessitano di un aiuto, quelli più vistosi ed esteticamente impresentabili. Prima o poi cominceremo. Luc@ lo fa già.

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Io potrei consigliare solo qualcuno che conosco, di cui ho fiducia e con cui ho comunque una certa confidenza.

Un estraneo sinceramente no, mica si tratta di "dar da mangiare agli affamati e dar da bere agli assetati", i consigli su quali e su come portare le protesi secondo me non rientrano nei comuni atti di carita' o altruismo verso il prossimo.

 

Eccezione fatta per questo forum, per quel che mi riguarda la gente puo' andare in giro coi caschi di banane in testa e io faro finta di nulla :fischietto: .

 

Questa è la mia personalissima opinione, almeno per il momento.

Modificato da Bald-anzoso79
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