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Candidati alla segreteria del PD


Brasileiro

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mah.... sarebbe un discorso lungo.....l'aspetto democratico della pluralità di candidati, pure esistente, ne nasconde uno grave che è quello della incapacità di ritrovarsi attorno ad un nome forte e credibile.Questo è il paese dove nel nome della democrazia viene esercitato correntemente l'arbitrio, e l'indugio come suo afferente letale.Appare evidente la volontà di dare voce al nulla da parte delle numerose sinistre che esistono in questo paese, che nn riescono a collocarsi rispetto ai temi fondamentali dell'essere e del (come) dover essere e invece perdono tempo dietro alle questioni della forma della democrazia rappresentativa, disattesa sempre invece nella sostanza.Questa pletora di gente che si candida la trovo deprimente, non riuscendo io a distinguere la sostanziale differenza tra una Bindi e un Veltroni o tra quest'ultimo e Letta.Sono tutti laici e nel contempo ossequiosi dei valori cattolici, rispetto alle biotecnologie applicate alla vita sono più o meno tutti moderati e titubanti, sono tutti più o meno paraculi nei confronti dei sindacati (al di là delle dichiarazioni d'intenti che non mancano mai a nessuno...), sono tutti burocrati non disposti a rischiare una non rielezione nel nome di proposte coraggiose e innovative.Sono la classe politica che abbiamo selezionato molto prima che nel seggio elettorale nel dibattuto culturale e politico occorso negli ultimi 30 anni nel paese.Sono 3 str.onzi.

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e a proposito...

 

 

La decisione del Pd a me pare, dunque, culturalmente criticabile e politicamente persino autolesionista. Per due ragioni. Una di merito; l'altra di metodo. La ragione di merito. Marco Pannella è liberale. Respingendone la candidatura alle primarie perché «persona appartenente a ispirazioni ideali non riconducibili all'Ulivo-Partito democratico», l'Ufficio di presidenza del Pd fa sapere che, non solo i due partiti che daranno vita al nuovo partito, i Democratici di sinistra e la Margherita, non sono mai stati liberali. Ma che anche il Partito democratico non intende esserlo. Insomma, ammesso, e non concesso, che il Pd non finisca con essere la «fusione fredda» fra gli apparati dei due partiti, un fatto è certo: sarà la «fusione caldissima» dalla quale nascerà una forza politica che tutto sarà tranne che liberale. Mi chiedo, a questo punto, quanti — fra coloro i quali vorrebbero che a destra e a sinistra gli «ideali» liberali fossero più presenti e attivi — pensino valga ancora la pena di votarlo. Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe da concludere che la sinistra riformista italiana assomiglia tragicamente a quel Tafazzi televisivo che godeva nel picchiarsi sulle proprie parti basse.
Modificato da curvadong
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tanto le elezioni del segretario saranno una farsa.. già sappiamo tutti che il segretario sarà Veltroni.. per si fa finta che ci sia una gara aperta.... come le primarie che videro uscire vittorioso Prodi...........................è solo un teatrino.. hanno già deciso.. il segretario sarà Veltroni.

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