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"mostri" Ambiente E Genetica.


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http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubr...e=Galassiamente

 

 

 

Dentro la mente del criminale

 

ROSALBA MICELI

 

Almeno fino a quando le neuroscienze non lo dimostreranno, non si nasce criminali.

 

Certo è rassicurante pensare che sia tutto già scritto nel DNA, o nei nostri tratti somatici, così che si possa individuare con certezza un “mostro” potenziale, capace di crimini efferati.

 

Invece spesso il mostro ha un aspetto quasi insignificante, anonimo, e una vita che scorre su binari normali. Chi ha seguito le vicende della strage di Erba ha visto uno scenario dove si confrontano emozioni estreme.

 

L’omicidio è una perdita che si espande ben oltre i legami delle persone direttamente coinvolte. Siamo cosi interdipendenti gli uni dagli altri che un omicidio e ancor di più una strage, risuona nel sistema familiare e nella comunità, lasciando una traccia dolorosa, una domanda: perché?

 

Perché una donna, pur senza figli propri, uccide un bambino - un bambino che piange - e con il concorso del proprio marito elimina la vicina rumorosa e altri scomodi testimoni? Molti hanno definito “mostro” Rosa Bazzi, la donna che ha squarciato la gola del piccolo Youssef.

Chi è il mostro? Esiste un marker biologico del crimine? O un gene per la criminalità?

 

Le ricerche sulle cause genetiche del comportamento antisociale sono ancora in una fase iniziale. Una indagine recente del King’s College di Londra compiuta su un campione molto vasto di coppie di gemelli (di sette anni di età) suggerisce una predisposizione ereditaria per alcune tendenze psicopatiche premature, come l’assenza di rimorso.

 

 

I fattori ambientali sembrano altrettanto importanti e in alcuni casi, possono avere una funzione protettiva. Gli studi sui criminali conclamati mettono in evidenza una incapacità di ascolto e di riconoscimento delle emozioni degli altri. Ciò si traduce in una mancanza di empatia per la vittima, che si può prendere a calci, a sprangate, fare in pezzi.

 

Secondo lo psicologo Daniel Goleman, autore di “Intelligenza emotiva”, la cancellazione dell’empatia verso le proprie vittime fa quasi sempre parte di un ciclo emozionale che porta alla messa in atto del crimine.

 

Tutto viene pianificato nella fantasia e avviene nella realtà come la vittima non avesse sentimenti propri - paura, repulsione, orrore - perché se venissero registrati nella mente del criminale metterebbero in crisi il suo sistema di credenze sulla vittima o i sentimenti distorti che proietta su di lei e potrebbero interrompere l’azione delittuosa.

 

Tuttavia, la mancanza di empatia - avverte Goleman - dovrebbe essere considerata insieme a tutti quegli altri fattori, di ordine psicologico, economico e sociale, che contribuiscono a incanalare l’individuo verso la criminalità.

 

 

Non di rado l’assassino potenziale si sente a sua volta vittima di una situazione che può interrompere solo attraverso una soluzione radicale.

 

Se riceve conferme e alleanze da una persona di fiducia (come un partner) può passare dalle fantasie alla progettazione concreta.

 

Quello che sappiamo su Rosa Bazzi è che la morte - come morte dei sentimenti - era già entrata nella sua vita. Non era più una figlia, perché alcuni anni prima era stata messa alla porta dai suoi genitori. Un evento simile, anche se motivato, genera sempre delle conseguenze: ogni altra morte diventa possibile. (bellissimo questo paragrafo, n.d.mod.)

 

Eppure anche questa storia tragica è piena di “se” e di “forse”: se la donna fosse diventata madre, forse avrebbe potuto imparare dal pianto del proprio figlio l’alfabeto delle emozioni e dei sentimenti,

 

se i genitori non avessero reciso il legame affettivo e se avesse trovato nel marito un compagno equilibrato quel tanto che basta per mantenere il controllo delle emozioni, e non un alleato nella follia omicida, forse si sarebbe fermata alle minacce, agli insulti, alle carte bollate, come capita in tanti condomini.

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affascinante questa evoluzione genetica di lombroso... leggevo qualche giorno fa anche di una violenza sessuale su una rosa bazzi bambina. Ovviamente il discorso del taglio dei legami con i familiari e con la crescita di una propria famiglia puo' essere fatto all'inverso, proprio perche' geneticamente "destinata" i familiari non sono stati in grado di continuare il legame con lei.

 

Pero', rifacendomi all'inizio dell'articolo, io non trovo proprio rassicurante questa ipotesi genetica, non trovo rassicurante che un furore primordiale si risvegli geneticamente e non si sia in grado di contrastarlo

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Tuttavia, la mancanza di empatia - avverte Goleman - dovrebbe essere considerata insieme a tutti quegli altri fattori, di ordine psicologico, economico e sociale, che contribuiscono a incanalare l’individuo verso la criminalità.

 

E' un articolo molto interessante tuttavia io non credo tanto alla tesi che è la genetica a fare di un uomo un assassino, un serial killer etc. è un po come il discorso 'cattivi si nasce o si diventa', io credo che si lo diventa, si diventa cattivi, si diventa criminali, si diventa mostri a causa di un mix di fattori, caratteriali, sociali, culturali, emotivi ecc.

 

ciò che a mio avviso fa la differenza è la capacità di reagire ovvero di non saper reagire alle avversità della vita. ci sono persone che nella vita non realizzano ciò che vorrebbero, persone che finiscono per crescere in un mondo tutto loro dove maturano questi loro 'progetti'. sono persone probabilmente ossessionate da qualcosa che elaborano nel loro io, sono persone che anche se lavorano ed apparentemente hanno una vita 'normale' sono in realtà degli asociali, non hanno legami al lavoro, non hanno amicizie, non hanno parentele che frequentano, sono persone che si sono fatte un vuoto, un vuoto che li porta a confrontarsi solo col loro mondo.

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...Non di rado l’assassino potenziale si sente a sua volta vittima di una situazione che può interrompere solo attraverso una soluzione radicale...

 

... come per esempio prendere a calci in c... chi ti dice "capellone" o "perdi i capelli" o "stai invecchiando"...

Modificato da Commissario Bellachioma
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