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la vita di silvio Berlusconi


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Dopo aver letto che Berlusconi era figlio di impiegati e che aveva avuto un'infanzia povera ho deciso di documentarvi e ho scoperto che è vero. vi posto la sua biografia.

 

Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936) è l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Imprenditore e politico - secondo Forbes è oggi l'uomo più ricco d'Italia - è il leader di Forza Italia, il movimento politico da lui fondato.

 

Famiglia, infanzia e formazione

È il primogenito di Luigi Berlusconi, impiegato alla Banca Rasini, e Rosa Bossi, impiegata alla Pirelli. Ha anche due fratelli: Paolo, ora imprenditore, e Antonietta.

 

Nel 1954 consegue la maturità classica al liceo salesiano S. Ambrogio di Milano e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università Statale, dove si laurea in legge nel 1961 con lode, presentando una tesi sul contratto pubblicitario, con la quale vince una borsa di studio di 2 milioni di lire messa in palio dall'agenzia pubblicitaria Manzoni.

 

Si sposa nel 1965 con Carla Dall'Oglio , dalla quale ha due figli: Maria Elvira detta Marina (1966) e Piersilvio (1968). Nel 1985 divorzia e ufficializza il legame con l'attrice Veronica Lario (pseudonimo di Miriam Bertolini), che sposa nel 1990. Da lei ha avuto tre figli: Barbara (1984), Eleonora (1986) e Luigi (1988).

 

Attività imprenditoriale

 

Inizia ad occuparsi di edilizia nel 1961 con l'acquisto di un terreno in via Alciati (Milano), suo socio è il costruttore Pietro Canali e garante il banchiere Carlo Rasini. Nasce la Cantieri Riuniti Milanesi.

 

Nel 1963 fonda la Edilnord Sas: soci accomandanti Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico. Il socio accomandante, cioè chi conferisce alla società i capitali, è la finanziaria Aktiengesellschaft fúr Immobilienlagen Ag con sede a Lugano; gli anonimi capitali della finanziaria svizzera sono in parte depositati presso la International Bank di Zurigo, e pervengono alla Edilnord Centri Residenziali attraverso la Banca Rasini.

 

Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio per edificare alcuni condomini. Nel 1968 nasce l'Edilnord 2, acquistando terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano 2. Nel 1969 Brugherio è completa con 1000 appartamenti venduti.

 

Nel 1973 fonda la Italcantieri Srl e acquista, tramite l'avv. xxxxx Previti, la villa Casati Stampa di Arcore con tutti i terreni relativi. Questa villa diventerà la sua residenza ufficiale anche se, dopo aver ricevuto varie minacce e dopo lo scoppio di una bomba a ridosso della sua abitazione a Milano il 26 maggio 1975, si trasferirà per qualche mese con la famiglia in Svizzera e successivamente in Spagna.

 

Per i meriti nella sua attività edile, nel 1977 viene nominato Cavaliere del Lavoro da Giovanni Leone.

 

Le partecipazioni in Edilnord sono successivamente state vendute, e non risulta un interessamento attuale di Berlusconi al settore edilizio.

 

Televisioni

In seguito il suo campo d'azione diviene il mondo dei media. Dopo gli inizi con una televisione via cavo per Milano2, nel 1978 fondò Telemilano, televisione privata a carattere locale e anche la holding capogruppo Fininvest, al cui interno confluiranno tutte le future società acquistate da Berlusconi. Due anni dopo l'emittente si espanse in tutta Italia con il nome di Canale 5, aggirando la legge che allora vietava la presenza di una emittente non pubblica a livello nazionale; l'escamotage usato consisteva nel trasmettere i programmi con un leggero sfasamento tra le emittenti. Diverse Procure della Repubblica però intervennero, provocando l'oscuramento temporaneo delle trasmissioni prima della modifica della legge.

 

Il primo boom degli ascolti avvenne nel 1980 e fu legata al Mundialito, un torneo di calcio tra Uruguay, Argentina, Brasile, Germania, Italia e Olanda. Dopo una vivace campagna propagandistica a favore della visione in diretta, condotta da alcuni quotidiani nazionali (tra cui si distinsero il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, allora vicini a Berlusconi per la comune militanza nella P2, e Il Giornale, di cui lo stesso Berlusconi era azionista), nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri governativi, venne concesso a Canale 5 l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto dell'Italia la trasmissione dovette essere effettuata in differita. Con l'acquisto di Italia 1 nel 1982 dall'editore Edilio Rusconi e di Retequattro nel 1984 dal gruppo editoriale Mondadori, il gruppo Fininvest, le cui attività nel campo dei media sono ora confluite in Mediaset, divenne il principale antagonista dell'ex monopolio televisivo RAI.

 

Nel periodo 1986-1989 incominciò ad investire anche in televisioni estere ed in particolare acquisì la francese Cinq, la tedesca Telefünf e la spagnola Telecinco.

 

Il 6 agosto 1990 la legge Mammì, con il riassetto delle telecomunicazioni, approvò di fatto l'impero televisivo di Berlusconi. Di per sé la Corte Costituzionale in varie occasioni sancì il superamento da parte del gruppo Mediaset del tetto massimo di concentrazione televisiva previsto per un'azienda e la conseguente necessità di vendere una delle reti, ma la situazione rimase cristallizzata per via di una serie di proroghe concesse dai vari governi succedutisi negli anni. La legge Gasparri, in vigore dall'inizio del 2004, ha definitivamente sanato la situazione, promuovendo la nascita del digitale terrestre nel quale Mediaset ha creduto0 ed investito molto.

 

Negli ultimi anni il controllo diretto di Berlusconi sulle televisioni si è ridotto, cedendo da un lato parte delle proprie azioni ai figli Marina e Piersilvio, e vendendo nel 2005 un'altra tranche.

 

Editoria

Nel campo editoriale è azionista di maggioranza di due tra le principali case editrici italiane, Mondadori ed Einaudi, e di alcune minori (Elemond, Sperling&Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Edizioni Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, editrice Poseidona). Nel campo della distribuzione audiovisiva ha fondato, come socio paritario del gigante americano dei media, Blockbuster Italia, ma ha in seguito venduto alla casa madre americana la sua quota. Controlla inoltre il gruppo Medusa Cinema.

 

 

Altri campi

Per un certo periodo Berlusconi è entrato nel campo della grande distribuzione, possedendo per vari anni il gruppo Standa (venduto poi all'Oviesse) e Euromercato (venduto a Carrefour). La passione per il calcio lo ha fatto diventare proprietario della squadra del Milan, del quale per anni è stato anche presidente, vedendola diventare una delle compagini più forti a livello nazionale e internazionale, vincendo sei scudetti e quattro coppe dei campioni. Infine con le società Mediolanum e Programma Italia il Gruppo di Berlusconi spazia anche nel campo finanziario e assicurativo.

 

 

Attività politica

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La discesa in campo

Dopo essersi dimesso dalle cariche che ricopriva nel Gruppo Fininvest il 26 Gennaio 1994 Berlusconi trasmette in tv un discorso preregistrato di nove minuti, in cui annuncia agli italiani il suo ingresso in politica fondando Forza Italia, un nuovo movimento e partito politico.

 

Il motivo addotto in tale discorso per la sua "scesa in campo" è stato lo scongiurare il "pericolo comunista", cioè la vittoria dello schieramento di centrosinistra (la "gioiosa macchina da guerra", come definita dall'allora segretario PDS Achille Occhetto) nelle imminenti elezioni politiche. Già il 23 Novembre 1993, all'inaugurazione di un ipermercato a Casalecchio, Berlusconi si era schierato a favore di Gianfranco Fini come sindaco di Roma nel confronto con Francesco Rutelli, e sono noti contatti avuti nell'estate di quell'anno con Mino Martinazzoli, perché fondasse un nuovo partito cattolico moderato.

 

L'entrata in politica avvenne in un contesto sfavorevole per il gruppo Fininvest di Berlusconi, che già da circa due anni doveva far fronte a debiti largamente maggiori del capitale (7.140 miliardi di lire contro 1.053 di capitale netto), ad un arresto delle entrate pubblicitarie televisive (dopo lunghi anni di crescita elevata ed initerrotta); inoltre fra il 1992 ed il 1993 infatti la Fininvest è oggetto di varie inchieste giudiziarie da parte delle procure di Milano, Torino e Roma, riguardanti presunte tangenti . Anche la concessionaria di pubblicità Publitalia è indagata per fatture false.

 

In realtà non era nemmeno detto che Berlusconi avesse diritto di candidarsi al Parlamento italiano. La legge 361 del 1957, che all'articolo 10 afferma: "Non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica", avrebbe potuto portare alla sua ineleggibilità. Tuttavia, la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti dei PDS del neo-segretario Massimo D'Alema, decise di rigettare il ricorso.

 

Grazie anche ad una massiccia campagna elettorale per la quale Berlusconi sfrutta pienamente i propri canali mediatici e che scatenerà polemiche che si risolveranno nella cosidetta par condicio, le elezioni politiche del 27 Marzo 1994 si risolvono in un successo per il suo partito consociatosi in un'inedita alleanza, oltre che con il CCD e l'Unione di centro, con Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini nel centro-sud (nel Polo del Buon Governo) e con la Lega Nord di Umberto Bossi al nord (nel Polo delle Libertà); ma la sua prima esperienza di governo ha vita breve e si conclude in pochi mesi quando la Lega Nord ritira l'appoggio al Governo, dopo una serie di manifestazioni di piazza contro la riforma del sistema pensionistico.

 

 

Dall'opposizione alla vittoria con la Casa delle Libertà

Nelle elezioni del 1996, pur avendo un numero complessivo di votanti leggermente superiore a quello del centrosinistra, Forza Italia risulterà all'opposizione, questo a causa del regolamento elettorale maggioritario e degli accordi di desistenza tra centrosinistra e Rifondazione Comunista. Berlusconi non mancherà di rimarcare tale fatto e soprattutto sottolineare, dopo la caduta del governo di Prodi, la progressiva perdita di consensi della coalizione governativa come mostrato dalle vittorie del centrodestra nelle elezioni europee del 1999 (Con la rielezzione di Berlusconi come deputato al Parlamento europeo) e regionali del 2000. Politicamente, Berlusconi fece un'oppozizzione totale ai governi in carica, se si eccettua il determinante appoggio al governo per le missioni militari italiane in Kosovo.

 

Le elezioni del 2001 vedono Berlusconi formare un'alleanza, questa volta organica, con Lega, AN e CCD. Tale alleanza, denominata Casa delle Libertà, vince con uno scarto di voti relativamente ridotto ma con un amplissimo margine di deputati sempre a causa della legge elettorale maggioritaria: Berlusconi, il leader naturale della coalizione, ottiene di nuovo l'incarico di formare il governo; l'esecutivo "Berlusconi II", pur con una serie di cambi di ministri in corsa, diverrà il più longevo governo della Repubblica Italiana, restando in carica per quattro anni per essere sostituito da un nuovo governo Berlusconi.

 

 

Il pensiero politico

Forza Italia è un movimento politico nato per identificarsi con il suo fondatore, anche perché i risultati elettorali stessi mostrano come la sua presenza faccia crescere notevolmente il numero di voti ottenuti dal partito. Berlusconi si propone come liberale e liberista, l'alternativa alla vecchia politica, un imprenditore al servizio della politica. Il suo stile politico fa sì che si rivolga direttamente al popolo italiano con slogan semplici ed incisivi (Un presidente operaio, Un milione di posti di lavoro ad esempio): è celebre il suo contratto con gli italiani siglato in diretta televisiva alla trasmissione "Porta a porta" prima delle elezioni del 2001.

 

In linea di principio Berlusconi sostiene di voler trasferire le modalità di gestione di una grande azienda al governo della nazione: da qui l'insofferenza per la politica legata alle trattative tra i partiti e ai limiti che la Costituzione del 1948 pone al Presidente del Consiglio dei Ministri. Nella riforma costituzionale avviata nel corso del suo secondo governo, la parte che rafforza i poteri del premier è presentata da Berlusconi come il modo per rafforzare "l'amministratore delegato dell'Azienda Italia", chiunque egli sarà. Con questi assunti, non è un caso che il governo Berlusconi II non sia stato solamente il più lungo della Repubblica Italiana, ma anche quello in cui è stato sostituito il maggior numero di ministri. Quando un dirigente aziendale non funziona, viene direttamente sostituito!

 

La matrice liberista di Berlusconi si nota anche nella riforma fiscale da lui effettuata: seguendo la scuola reaganiana, avrebbe voluto abbassare drasticamente le aliquote IRPEF (ora chiamata IRE) per i contribuenti più ricchi, in modo che la maggior quantità di denaro a loro disposizione permettesse un nuovo boom economico. Tale riforma, che faceva parte del Contratto con gli italiani, non è stata completata del tutto anche per dissidi interni alla maggioranza: le classi meno abbienti hanno comunque avuto degli sgravi fiscali, i cui effetti spesso sono stati annullati dall'aumento delle imposte locali e indirette, come i bolli.

 

La politica estera italiana degli ultimi anni ha segnato un riavvicinamento al tradizionale rapporto che ha legato per molti anni l'Italia agli altri stati dell'Alleanza Atlantica, appoggiando gli Stati Uniti nella decisione della guerra in Iraq del 2003. L'Italia comunque si è dichiarata non belligerante ed ha inviato truppe solo nel dopoguerra e non come forza occupante. In ambito europeo, Berlusconi ha espresso pubblicamente la volontà di implementare relazioni cordiali con la Russia e quella di sostenere l'entrata della Turchia nell'Unione Europea. Il suo governo ha varato leggi più restrittive in merito all'immigrazione illegale (la legge Bossi-Fini) e con l'intento di fermare quella clandestina ha cercato cooperazione con i paesi dell'area mediterranea, volendo così garantire un controllo più adeguato alla frontiera meridionale dell'Unione Europea.

 

 

Il "berlusconismo"

Immagine:Silvioberlusconi3.jpg

 

Come già accennato, una caratteristica propria di Berlusconi è il cercare rapporti per quanto possibile di amicizia personale, e in generale di "accomodare" l'interlocutore. Il suo carisma è indubbiamente molto forte: moltissimi suoi collaboratori, provenienti da esperienze politiche anche opposte, affermano scherzosamente di essere stati "fulminati sulla via di Arcore". D'altra parte, i suoi rapporti interpersonali non sono mai stati presi alla leggera: le sue amicizie più strette, come quelle con Fedele Confalonieri e Marcello dell'Utri, risalgono agli anni dell'università. Questo suo modo di proporsi ha però contribuito ancor più a dividere l'opinione pubblica italiana in due fazioni incapaci di trovare un qualsivoglia accordo sulla sua figura.

 

Il rovescio della medaglia di questo stile amichevole sono gli scivoloni di percorso verificatisi durante i suoi discorsi a braccio. L'inizio del semestre italiano di presidenza dell'Unione Europea a luglio 2003 ha visto un rumoroso incidente diplomatico con la Germania a seguito della sua risposta alle critiche del parlamentare europeo tedesco Martin Schultz:Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto. Altre frasi infelici sono state quelle sull'inferiorità della cultura islamica rispetto a quella occidentale, pronunciata poco dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, e l'affermazione secondo cui Mussolini non ha mai ucciso nessuno, e si limitava a confinare gli avversari politici "in località di villeggiatura". Nel 2005 un'altra affermazione è stata: "con la sinistra al potere, miseria terrore e morte".

 

Altra critica spesso mossagli è il suo rifiuto del confronto diretto. Dopo il faccia a faccia con Romano Prodi prima delle elezioni politiche del 1996, e per nove anni, ha sempre rifiutato un confronto a due con i suoi avversari in una qualunque trasmissione televisiva o radiofonica, preferendo piuttosto due interviste separate che gli permettessero di esprimere il proprio pensiero in modo più organico. Tale atteggiamento si direbbe però mutato: il 5 aprile 2005, all'indomani dei risultati delle elezioni regionali che avevano visto la sua coalizione sconfitta in 11 regioni su 13, si presentò a sorpresa alla trasmissione televisiva Ballarò di Giovanni Floris in onda su Raitre, offrendosi alla discussione con gli ospiti Massimo D'Alema e Francesco Rutelli in compagnia del ministro Giovanni Alemanno.

 

La sua cura per l'aspetto fisico è risaputa, è un convinto fautore del jogging ed ha deciso di fare vari interventi di lifting. A dicembre 2003 e nei primi di agosto 2004 si è sottoposto al trapianto di capelli presso l'ambulatorio di Ferrara del chirurgo plastico Piero Rosati (la "bandana bianca" che il premier portò in quel periodo durante il suo incontro con Tony Blair doveva servire a celare i segni dell'intervento). Tali interventi estetici vengono da lui considerati come una parte ineludibile dell'essere una figura pubblica, e quindi avere più non tanto un diritto ma bensì un dovere alla cura della propria immagine.

 

 

I "due cappelli"

 

Anche se Berlusconi non ha più alcuna carica esecutiva nelle sue aziende, le decisioni prese come premier possono avere un effetto diretto o indiretto sul valore delle proprie quote societarie. In questo caso si parla generalmente di un conflitto di interessi tra la figura dell'imprenditore e quella del politico. In Italia, il conflitto di interessi è regolato dalla legge 215/2004 (vedi il testo).

 

Nel caso di Berlusconi il conflitto di interessi è acuito dalla particolare natura delle sue proprietà: oltre al controllo diretto delle reti Mediaset si potrebbe verificare quello indiretto della televisione pubblica, la RAI, di cui il Ministero del Tesoro è azionista di riferimento, tramite la RAI Holding. La nomina del Consiglio di Amministrazione della RAI è effettuata dai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, e storicamente i suoi membri rispecchiano i rapporti di forza nel parlamento. Non c'è prova di alcun interessamento diretto di Berlusconi nelle nomine e tanto meno nella programmazione RAI resta però il fatto che il 18 Aprile 2002, durante la visita di Stato a Sofia in Bulgaria egli rese la seguente dichiarazione

 

«L'uso che i Biagi, i Santoro e i... come si chiama quello là... ah sì, Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è stato criminoso. Preciso dovere della nuova dirigenza Rai è di non permettere più che questo avvenga.»

e a partire dal dicembre del 2002 nessuno dei tre succitati personaggi ha lavorato in RAI, nonostante i rispettivi programmi riscuotessero alti ascolti, diversamente dai programmi sostitutivi. Luttazzi e Biagi, non ottennero alcun nuovo contratto. Santoro, dipendente RAI con mansioni direttive, rifiutò le proposte offertegli di conduzione di programmi in altre fasce orarie meno importanti e si rivolse alla magistratura del lavoro, lamentando la violazione del contratto firmato con la RAI, vincendo la causa con l'azienda televisiva. La direzione RAI ha sempre sostenuto che le scelte sono state puramente editoriali, e indipendenti dalle frasi pronunciate dall'allora Presidente del Consiglio: i tre epurati avrebbero usato in modo non appropriato il mezzo servizio televisivo pubblico, che secondo loro dovrebbe essere neutrale rispetto alla politica, e non hanno voluto accettare regole più strette per i loro programmi. Molte critiche si levarono contro l'assenza dei tre e di altri personaggi dalla RAI, sostenendo che un servizio pubblico dovrebbe essere caratterizzato dal pluralismo e che un paese in cui il governo impedisce alle voci ostili di andare in onda è un regime.

 

Una preoccupazione del governo Berlusconi II è stata il sostenere pubblicamente la necessità del pluralismo in campo televisivo, anche facendo crescere notevolmente il numero di canali televisivi disponibili mediante la cosiddetta Legge Gasparri sul digitale terrestre (vedi il testo). Secondo i partiti di opposizione, però, tale legge si risolve in realtà a vantaggio di Berlusconi: in particolare, il SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni), aumentando la base di calcolo per le concentrazioni di raccolta pubblicitaria, avrebbe aggirato la legge antitrust, favorendo il gruppo Mediaset che avrebbe potuto così espandersi ancora di più. A seguito del rinvio alle camere il governo varò, nel dicembre del 2003, un decreto legge con cui veniva anticipata la parte della legge Gasparri riguardo al digitale terrestre, indicando una moratoria di quattro mesi dopo la quale sarebbe stata verificata l'effettiva diffusione dei canali digitali. Tale decreto permise al gruppo Mediaset di continuare le trasmissioni in chiaro di Retequattro, che a norma di varie sentenze della Corte Costituzionale avrebbe dovuto cedere le sue frequenze a partire dal primo gennaio 2004, mentre dalla stessa data Rai3 non avrebbe potuto trasmettere pubblicità. In entrambi i casi il motivo era legato al superamento del tetto del numero di canali nazionali disponibili: la Corte Costituzionale aveva infatti argomentato che essi non erano 15, ma bensí 12.

 

Purtroppo l'intreccio di interessi imprenditoriali, mediatici e politici rende molto spesso difficile capire se, e in quanta parte, varie leggi promulgate nel secondo governo Berlusconi siano state fatte ad personam. Oltre alla legge Gasparri, si pensi alla depenalizzazione del reato di falso in bilancio, la legge Cirami che amplia la possibilità di ricusare un collegio giudicante per "legittimo sospetto", la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni in genere, il lodo Maccanico sulla sospensione dei procedimenti penali in corso, con conseguente allungamento dei termini di prescrizione, per le cinque maggiori cariche dello Stato. Queste leggi hanno generalmente una loro logica astrattamente accettabile, ma subito vengono associate ai vantaggi diretti ottenuti con esse dal capo del Governo, rendendone impossibile una disanima serena.

 

 

Berlusconi visto dall'estero

Numerosi capi di Stato, come George W. Bush, Vladimir Putin e in misura un po' minore Tony Blair, hanno spesso dimostrato pubblicamente la stima nei confronti di Silvio Bersulsconi: anche in ambito europeo ha ottimi rapporti con l'ex primo ministro spagnolo Aznar e con il premier turco Erdogan, del cui figlio è stato anche testimone di nozze.

 

I media stranieri tendono invece a stigmatizzare i suoi conflitti di interessi e la politica spesso definita populista. L'Economist, che generalmente non è comunque tenero conn nessuno, ha dedicato più volte la copertina a Berlusconi: il numero del 31 luglio 2003 aveva come titolo "Dear Mr. Berlusconi..." e conteneva una lettera aperta con ventotto domande "interessanti" rivolte al Premier Italiano. Restando in Gran Bretagna, il sito internet della BBC gli ha dedicato una pagina personale di gaffe : "Berlusconi in his own words" (Berlusconi, con parole sue). La televisione di stato svedese, nel febbraio 2005, trasmise uno spot televisivo autopromozionale in cui Berlusconi è protagonista, visto come modello opposto al loro. Lo spot si ispirava al paragone tra Berlusconi e Charles Foster Kane, il protagonista di Quarto Potere, di Orson Welles ispirato alla figura del magnate statunitense William Randolph Hearst, e sosteneva che ha privato di libertà l'informazione italiana e che ha vinto competizioni elettorali grazie all'ausilio delle sue reti televisive. La TV pubblica americana Pbs ha trasmesso il 21 Agosto 2003 il documentario The prime minister and the press (Citizen Berlusconi nella versione Italiana) dove viene esposto e commentato il conflitto di interessi e i procedimenti giudiziari a carico di Berlusconi, con a volte parole molto dure.

 

Procedimenti giudiziari

 

Silvio Berlusconi è stato ed è ancora al centro di diverse accuse di corruzione e falso in bilancio relative al periodo precedente il suo ingresso in politica; nella maggior parte dei casi le denunce sono partite dall'inchiesta Mani Pulite, che all'inizio degli anni '90 ha sconquassato politica e industria italiana. Berlusconi ha sempre dichiarato di essere vittima di un accanimento da parte di alcuni giudici politicizzati (da lui definiti "toghe rosse")e che questo accanimento sia culminato nell'invio di un avviso di garanzia proprio nei giorni in cui si teneva un vertice internazionale del G8. Inoltre ha sempre affermato che il possesso di un'azienda non implica la sua gestione diretta, e quindi le denunce dirette contro di lui in concorso con i manager effettivi sarebbero pretestuose. In fine bisogna dire che Berlusconi non ha mai avuto alcuna condanna passata in giudicato anche se, in alcuni casi, è stato prosciolto per avvenuta prescrizione.

 

Il suo nome è stato spesso fatto in relazione a reati di stampo mafioso anche a causa dell'assunzione nel 1974 per la sua villa di Arcore dello stalliere Vittorio Mangano, presentatogli dell'amico e collaboratore Marcello Dell'Utri e condannato all'ergastolo nel 2000 per delitti di mafia, anche se bisogna dire che le indagini su Berlusconi portate avanti dalla procura di Palermo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco sono state archiviate su richiesta della Procura stessa per scadenza dei termini massimi.

 

Il suo nome è infine stato trovato nelle liste della organizzazione massonica P2, con il numero di tessera 1816 e il grado di "apprendista muratore". A tale proposito, nel 1990 venne amnistiato per il reato di falsa testimonianza, avendo affermato di non averne mai fatto parte.

 

CuriositàUn personaggio pubblico, soprattutto estremamente noto come Silvio Berlusconi, è sempre al centro dell'attenzione, ed è il soggetto di moltissimi aneddoti, molti dei quali raccontati direttamente da lui stesso. Eccone alcuni:

 

Ha avuto il bernoccolo degli affari fin dai tempi della scuola, quando forniva ai compagni di classe le versioni dal latino dietro un modesto pagamento.

Non ha svolto il servizio militare di leva, ai tempi obbligatorio.

Da giovane ha anche fatto lo chansonnier e intrattenitore a bordo delle navi in crociera, insieme a Fedele Confalonieri: la passione per la musica gli è sempre rimasta, e nel 2004, in coppia con Mariano Apicella che ha composto la musica, ha scritto i testi per un disco di canzoni napoletane.

La sua attenzione alla forma fisica, e non solamente all'immagine, è sempre stata estrema: il suo medico, Umberto Scapagnini, ha affermato che la sua età fisica è inferiore di venti anni rispetto a quella anagrafica. È possibile che la sua forte fibra l'abbia aiutato a superare brillantemente l'asportazione di un tumore.

 

fonte

http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Rosco/Silvio_Berlusconi

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avete visto ieri mai dire gol?

Hanno preso in giro berlusconi sul fatto che nelle ultime due settimane è stato praticamente presente in ogni trasmissione televisiva...

in pratica la gialappas ad ogni servizio faceva vedere l'immagine di berlusconi presente nella tribuna d'onore di tutti i campi da calcio della serie A...Troppo da ridere!!!! :D :D :D

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beh castano il porblema e' che se io e te ci mettimao in societ'a col mio commercialista e un muratore e andiamo a chidere un prestito in una banca svizzera di qualche milione di euro per fare i palazzinari ci mandano fuori dalla banca in volo ........evidentemnete per farseli prestare era gia qualcuno

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Sul 'come' Berlusconi abbia ingranato è legittimo averci dei dubbi, ma la base di tutto secondo me, per la vita di ognuno è in come possa girare la chiave del successo.

 

la domanda quindi è: quanti di noi trovano quella chiave e una volta avuta riescono a trovare la serratura giusta? questa è la risposta per cui alcuni hanno successo nella vita ed altri no. berlusconi di certo è stato avvantaggiato dal rapporto privilegiato con il mondo finanziario e dall'altro con alcune figure politiche di spicco. ma non credo di scoprire l'acqua calda se dico che alla fine il successo e i soldi a un certo livello sono sempre a braccetto con l'alta finanza e la politica.

 

cosi' come si discute del successo di berlusconi vogliamo ad esempio vedere come mai una alba parietti ha avuto successo ed è diventata miliardaria? chi era prima? una segretaria in uno studio poi segretaria di una emittente privata locale. ebbene questa alba parietti a fine anni 70 era una normale ex casalinga e prima del chirurgo plastico non era questa bellezza. idem per una certa simona ventura.

 

che poi vogliamo riconoscere a queste donne l'innata capacità professionale di saper gestire ottime dirette televisive è un altro paio di maniche ma potevano farlo anche su emittenti locali. allo stesso modo si potrebbe dire che berlusconi se non avesse avuto gli agganci giusti per emergere farebbe cmq delle ottime case.

 

io ho abitato un po a milano 2 ed era un paradiso, per tutti, ma un paradiso, superorganizzato, un'oasi di pace e di tranquillità.

 

credete che altri imprenditori di successo o politici di successo non abbiano avuto le conoscenze giuste?

 

mia conoscente anni addietro partecipo' ad un concorso molto difficile. agli orali fu rivoltata come un calzino, al termine la fecero cadere con una domanda traboccheto.

 

passa una dopo di lei (esami aperti a tutti), l'esaminatore: signorina mi dica cos'è il furto? risposta: quando un individuo si appropria indebitamente di un bene altrui. idonea! ebbene questa signorina attualmente ricopre una carica molto importante. credo di avere detto tutto.

 

a questo mondo chi ha successo e lo mantiene ha sempre trovato la chiave giusta, casualmente, per conoscenze tramandate eccetera. queste sono le chiavi del successo, credo che la bravura di ognuno che ci riesce pero' è saperle sfruttare a proprio vantaggio. puoi benissimo essere uno pieno di soldi con idee sbagliate e ti fanno fuori alla prima occasione. il mondo è pieno di questi insuccessi ma noi guardiamo sempre a quelli che cel'hanno fatta.

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la chiave del successo di berlusconi??

l'amicizia (pagata con profumate tangenti) all'allora presidente del consiglio bettino craxi, che gli ha permesso di creare il suo impero televisivo a livello nazionale...

in america il nano non avrebbe fatto 1/10 di quello che è riuscito a fare in italia..

sveglia, sveglia.....

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ma hai voglia di scherzare???

non vedi che volevano far cadere il presidente perchè si era fatto fare un pompino dalla segretaria, per non parlare del caso watergate...

in america se avesse provato a fare le stesse cose sarebbe nel posto dove meriterebbe di stare, ovvero la galera.. :dorme:

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non sono proprio d'accordo,la vita dei presidenti americani dal nixon a bush passando per jimmy carter e clinton, non cen'è stato mai nessuno andato il galera. e ti diro' di piu', per la cultura del sogno americano berlusconi sarebbe stato molto piu' accettato perchè solo da noi si sputa nel piatto dove si mangia questa è una nostra prerogativa. infine su craxi vorrei dire una cosa, ora mi darette addosso, ma a mio avviso ci sono due cose da chiarire su craxi:

 

1) è stato un politico coi controcoglioni e vorrei vedere se non era per lui l'italia dove sarebbe ora. craxi, e andreotti in particolare, con tanti difetti (forse difetti di un'epoca piu che loro), hanno saputo gestire situazioni davvero difficili e drammatiche del ns paese (se c'erano dalema o fassino al governo negli anni 70-80 secondo me avremmo ancora il terrorismo e i br avrebbero una medaglia).

 

2) mi da enormemente fastidio che craxi alla fine abbia pagato per tutti perchè ha pagato per tutti per un sistema corrotto che andava avanti in quel modo. è morto in esilio tra enormi sofferenze e se fosse rientrato in italia lo avrebbero fatto marcire in galera grazie a quella magistratura di parte che ha trattato da criminali dando l'isolamento in carcere a uomini accusati di concussione quando a messo in libertà e dato stipendi di miliardi a pentiti di mafia che hanno sciolto la gente e i bambini nell'acido.

 

credimi ci sarebbe molto da discutere.

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non è l'unico amico stretto di berlusconi, vedi vittorio mangano boss mafioso condannato a due ergastoli per diversi omicidi che parla del berlusca come se fosse il messia...

dove sarebbe l'italia se non ci fosse il nano pelato???sarebbe sicuramente meglio di adesso ed è per questo che berlusconi è destinato a cadere... :innocente:

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distinguiamo,

ha fatto i soldi xchè è un imprenditore eccezionale, come tale in USA avrebbe avuto a disposizone un mercato molto più grande ed è probabile che avrebbe fatto ancora di più.Pessimo uomo di stato nel senso dell'utilità (leggi danno) apportata al paese dal punto di vista dell'esempio etico e di quello del rispetto dell'impianto giuridico e normativo.Eccellente anche come politico però se intendiamo la capacità di attrarre credibilità e voti.In nessun paese del mondo qlcuno è mai riuscito a prendere in mesi 6 dalla discesa nell'agone politico i voti che in Italia aveva un partito dalla storia pluridecennale come la dc.

 

pensate a quanti imprenditori mafiosi o amici di mafiosi, corrotti, collusi, collaterali, mazzettari, tangentari, manovratori oscuri etc. etc. esistono in Italia oggi a cominciare da DeBenedetti, editore di quella Repubblica così di moda e in assoluto il giornale più inaccettabile e cretino d'Italia.Credete che ognuno di loro nn baratterebbe le condanne di Berlusconi con la sua potenza economica??

 

pensiamo a un D'alema o a un Veltroni ma anche a Casini o Fini...diamo loro amici mafiosi magna cum abundantia, regaliamo loro terreni e finanziamenti a pioggia:credete che avremmo ancora nuovi Berlusconi?

 

L'imprenditoria a quel livello si fa se si hanno precise caratteristiche psichiche e soprattutto mai senza aggirare la legge, 'piegarla' e viaggiare sul filo della legalità, spesso scendendo in quello dell'illegalità.Il signor nessuno D'alema, che pure nn è un imprenditore (nn solo diciamo ultimamente :lol: :lol: ) si prese 30 milioni di lire da un mafioso della sua zona, poca cosa per un piccolo uomo, ma il principio nn rimane illibato e ragionevolezza lascia presupporre che avendo le capacità per farlo quei 30 milioni sarebbero diventati di più.In Usa quei 30 milioni sarebbero cmq bastati da soli anche a lui per tornare agli origami.

 

Berlusconi è un'iperbole, si è 'sviluppato' con doti e responsabilità personali (straordinarie in entrambi i casi) in un sistema però ove il metodo da lui adottato era già esistente e praticato, sia in affari sia in politica, per quanto senso abbia scindere le due fasi.Finchè Berlusconi rimane agli occhi di certa opinione pubblica il catalizzatore unico dello scempio etico del paese, quello scempio continuerà sotterraneo come era avvenuto per i precedenti 50 anni, pepetrato in modo più sottile, più abile e più politically correct.

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.Il signor nessuno D'alema, che pure nn è un imprenditore (nn solo diciamo ultimamente  ) si prese 30 milioni di lire da un mafioso della sua zona, poca cosa per un piccolo uomo, ma il principio nn rimane illibato e ragionevolezza lascia presupporre che avendo le capacità per farlo quei 30 milioni sarebbero diventati di più

 

ecco chi sono i comunisti. e voi votereste d'alema? a questo punto meglio berlusconi.

 

comunque hai fatto delle ottime osservazioni Curva, il problema è che non tutti ammettono le qualità imprenditoriali di berlusconi, tuttavia credo sempre che il binomio capacità-conoscenze sia alla base del successo di una persona infatti c'è molta gente con tante qualità anche economiche che non sempre ce la fa, anzi spesso no. come mai? perchè non hanno le conoscenze giuste.

 

giusto per essere onesti ora, diciamoci chiaramente (forse non tutti lo sanno), che berlusconi il vero salto di qualità lo ha fatto quando i terreni comprati dove è sorta Milano2 sono stati resi (magicamente) edificabili. quando li ha acquistati lui non lo erano! magia! magia! ed ecco che il berlusca ti sforna 10.000 appartamenti pronti da vendere! chi avrà reso quei terreni edificabili? prima la edilnord di berlusconi era una società nella norma, ma aveva tra i soci quel tale ruscini banchiere. cioè voglio dire che senza certi personaggi che gli hanno concesso danari e licenze non sarebbe andato da nessuna parte.

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Anche wanna marchi è riuscita a vendere milioni di amuleti magici ed a fregare migliaia di italiani non per questo può essere considerata una grande imprenditrice.

Sbattere in faccia agli italiani ogni giorno,la sua biografia intrisa di buonismo tutto made in spaghetti,suscita disgusto in tutte quelle persone che provengono davvero dal nulla e provano a vivere onestamente con non pochi sacrifici .

Se apro una discoteca grazie a soci d affari che spacciano droga,è lecito da parte della magistratura sospettare che ank io faccio comunella con sti figli di p utt a na?

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speculazioni sulla base di quella cercata e trovata dal berlusca ne vengono fatte a decine quotidianamente in tutti gli uffici comunali d'italia ai danni di altrettanti piani regolatori.....nn raccontiamo (sempre e solo) cazzate.

 

appunto! mica sono cazzate, sono la realtà di questo paese dove mani pulite o non, si va avanti cmq sulla logica della mazzetta. con la mazzetta io mi accaparro l'appalto e tu che me lo dai ci guadagni. vogliamo forse dire che non si va avanti cosi' nel ns paese? compro un terreno a 4 soldi non edificabile, non raggiunto dalla rete idrica ecc. lo pago 4 soldi. dopo se tu me lo rendi edificabile io lo rivendo al quadruplo e ti do 1/3 del guadagno: morale ci arricchiamo entrambi (io e il consiglio comunale). in alternativa posso anzicchè venderlo farci case ecc. con elevati guadagni.

 

billo è anche questa la biografia di berlusconi se stiamo discutendo di come è diventato cio' che è ora. purtroppo è lo spaccato del modus vivendi di una nazione dove nessuno a un certo livello ne è estraneo.

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NN è un problema italiano, in nessun posto del mondo si arriva a quelle cifre di fatturato cosmico se nn si trovano scorciatoie.Questa è oggettivamente l'imprenditoria, il resto son novelle.Se si dice che il problema nn è del principio (cmq) violato ma della misura in cui lo si viola son d'accordo, altrettanto evidente è che se il Berlusca nn fosse sceso in politica nn sarebbero arrivate nè perquisizioni nè rinvii a giudizio.

 

il sitema dell'intreccio illecito tra politica e affari nella fattispecie Italiana è sempre stato diffuso e capillare, trasversale a tutte le grandi forze politiche del paese (sentenze alla mano).Sublimare tutto il malaffare esistente in Italia mettendolo in relazione a Berlusconi,sparisce lui ritorna il sole, è una stupidaggine prima che una cosa faziosa.

 

come detto 'sopra' i libri di Travaglio vanno letti tutti e per intero.

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l'avvento in politica di berlusconi è stato dato dalla necessità di salvarsi il cxxx in tutti i sensi, sia da un punto di vista economico che penale...

ogni volta che sale al governo le sue prerogativa sono la legge tremonti e le leggi per non indagare il presidente del consiglio, in nessun caso... :D

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io sono d'accordo sulle accuse a berlusconi, pero' per par condicio la maggioranza di voi che si apprestano a votare la sinistra, se questa vince, eleggeranno PRODI come presidente del consiglio, quel prodi che ha portato l’Italia in Europa senza aver preparato il paese al cambio di moneta affermando che il paese era pronto ma in realtà il passaggio all’Euro ha messo in ginocchio il paese.

 

avevo pensato di aprire un post intitolato 'biografia di prodi' ma lo allego a questo visto che alla fine i due antagonisti sono appunto prodi e berlusconi.

 

Dato che le emittenti televisive e i giornali italiani non informano abbastanza i cittadini, leggete questo interessante articolo su di lui:

 

Prodi e IRI - la verità fa male

 

De Mita, divenuto segretario della DC nel maggio 1982, inaugura il suo ingresso nell’establishment laico e progressista, ai primi di luglio, nell’attico romano di Carlo De Benedetti.

 

Il padrone di Repubblica e de L’Espresso, in quell’occasione, fece incontrare De Mita con Scalfari, Spadolini (allora Presidente del Consiglio), Ottone, Carli, Ossola, Ruffolo e Maccanico, segretario generale del Quirinale.

 

Da quell’incontro nasce l’imposizione di Prodi alla presidenza dell’IRI. Scelta dovuta per contrastare il PSI di Craxi che, con la vittoria elettorale e l’insediamento a Palazzo Chigi, aveva fatto saltare il «patto» tra DC e PCI sulla spartizione del potere. Infatti, stante la presenza dell’Italia nella NATO e il sistema economico del Paese, il Partito comunista non poteva entrare, purtroppo, nel governo. Per sopperire a questa «incongruenza politica» le istituzioni del Paese erano state configurate in maniera tale da permettere ai comunisti di far sentire il loro peso, pur non permettendo l’alternanza tra maggioranza e opposizione alla guida dello Stato.

 

Il Partito socialista di Craxi, visceralmente anticomunista, aveva spezzato questa catena ed ecco, quindi la nomina di Prodi alla presidenza dell’IRI, per riaffermare la presenza di una sinistra cattolica e socialista filo-comunista.

 

Prodi per sette anni diresse l’IRI, sfruttandolo anche per far assegnare commesse da parte di aziende del gruppo a favore di Nomisma, la sua società bolognese di consulenza. Prodi uscì indenne dai processi perché le aziende erano società per azioni di diritto privato e quindi i dirigenti non erano qualificati come pubblici ufficiali. Mani Pulite cambierà anche questo, per cui le società controllate da enti pubblici sarebbero state considerate tutte operanti nell’interesse pubblico, con le relative conseguenze per gli amministratori.

 

Al termine dei sette anni, Prodi lasciò la Presidenza dell’ente, dopo aver «lottizzato come un democristiano». 170 nomine, delle quali, ben 93 (il 54,7 per cento) assegnate a esponenti democristiani «di sinistra».

 

Giocando sulle parole e sull’interpretazione dello statuto dell’Ente, Prodi vantò utili inverosimili (12 miliardi e 400 milioni nel 1985). La Corte dei Conti, magistratura di sorveglianza, chiarì le menzogne: «Il complessivo risultato di gestione dell’Istituto per il 1985, cui concorrono… sia il saldo del conto profitti e perdite sia gli utili e le perdite di natura patrimoniale, corrisponde a una perdita di 980,2 miliardi, che si raffronta a quella di 2.737 miliardi consuntivata nel 1984». La Corte, inoltre, segnalava che le perdite nette nel 1985 erano assommate a 1.203 miliardi contro i 2.347 miliardi del 1984. Nei sette anni di gestione Prodi, il netto patrimoniale dell’IRI si dimezzò, passando da 3.959 a 2.102 miliardi: la spiegazione è semplice, si era mangiato il capitale ed aveva regalato Alfa Romeo a Fiat dalla quale prese grosse somme di denaro in tangenti e commesse per la Nomisma.

 

La conferma di tutto questo si trova nell’indebitamento dell’Istituto, salito dal 1982 al 1989 da 7.349 a 20.873 miliardi (+184 per cento), e quello del gruppo IRI da 34.948 a 45.672 (+30 per cento).

 

Lo stesso D’Alema, intervistato da Biagi in televisione, affermò che Prodi, da lui scelto per guidare la coalizione contro Berlusconi, era un «uomo competente» perché quando lasciò l’IRI nel 1989 il bilancio dava un «più 981 miliardi». Fu facile confutare queste affermazioni, facendogli notare che la cifra reale, tenendo contro delle perdite siderurgiche transitate soltanto nel conto patrimoniale, era di «meno» 2.416 miliardi. Il buco reale non fu mai contestato dai diretti interessati.

 

La vera abilità di Prodi stava nel riuscire a prendere soldi dallo Stato a costo zero. La conferma ci viene da un articolo di Paolo Cirino Pomicino (sul «Giornale» a firma «Geronimo»), nel quale rileva che dei 28.500 miliardi erogati dallo Stato a titolo di fondo di dotazione dalla data di nascita dell’IRI, Prodi ne ottenne ben 17.500!

 

La falsità politica di Prodi verrà alla luce il 17 luglio del 1998, quando nella qualità di Presidente del Consiglio affermò alla Camera che, con la Prima Repubblica, l’Italia non sarebbe mai potuta entrare in Europa.

 

Feroce la risposta, quattro giorni dopo di De Mita: «È singolare che un ex ministro democristiano, un uomo che per sette anni ha diretto il più grande ente economico italiano per conto della DC, faccia la storia della Democrazia Cristiana con una grossolanità che è solo il riscontro di un limite di intelligenza».

 

Questo è l’uomo che ha portato l’Italia in Europa, senza aver preparato il Paese al cambio di moneta, affermando che il Paese era pronto. In realtà, il passaggio all’Euro ha messo in ginocchio il Paese.

 

all’indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/prodi

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... evidente è che se il Berlusca nn fosse sceso in politica nn sarebbero arrivate nè perquisizioni nè rinvii a giudizio.

 

come detto 'sopra' i libri di Travaglio vanno letti tutti e per intero.

 

Dall'ordinanza di archiviazione della denuncia di Berlusconi contro il pool, emessa dal gup bresciano Carlo Bianchetti il 15 maggio 2001:

"L'esame del prospetto riassuntivo delle iniziative giudiziarie in corso nei confronti suoi e di altri esponenti Fininvest, prodotto dall'on. Berlusconi ai Pm bresciani (...) chiarisce che, al momento in cui egli aveva annunciato la volontà di partecipare alla competizione elettorale a capo di un movimento politico da lui fondato (26 gennaio '94), la Procura di Milano aveva già avviato svariati procedimenti per fatti concernenti lui e/o le sue aziende (proc. pen. relativi a: false fatturazioni in Publitalia, tangenti Vigano e Verzellesi, All Iberian, discariche Cerro Maggiore e Pioltello), compiendo tra il 27 febbraio '92 e il 20 luglio '93 ben 25 accessi presso le diverse sedi Fininvest, nonché presso Publitalia, al fine di eseguirvi perquisizioni, accertamenti o per acquisirvi documenti (...). La prosecuzione di indagini già iniziate, e l'avvio di ulteriori indagini collegate, in nessun modo possono connotarsi come "attività giudiziaria originata dalla volontà di sanzionare" il sopravvenuto impegno politico dell'indagato, e a tal fine diretta..."

 

Marco Travaglio, Febbraio 2002

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