askanio Inviato: 1 Settembre 2005 Segnala Share Inviato: 1 Settembre 2005 (modificato) La finasteride può causare depressione? La finasteride, originariamente commercializzata come farmaco utile nel trattamento dell’ipertrofia prostatica alla dose di 5 mg/die, è stata in seguito proposta, alla dose di 1 mg/die, come valido strumento per la cura dell’alopecia androgenetica (AGA). Diversi studi hanno individuato nel diidrotestosterone (DHT), metabolita del testosterone, l’elemento chiave nella patogenesi dell’AGA e la finasteride, in quanto inibitore specifico della 5 á -reduttasi di tipo 2, diminuisce la concentrazione di DHT nell’organismo. Trial clinici commentati in diverse rassegne hanno confermato l’efficacia del farmaco nel favorire la crescita dei capelli nell’alopecia lieve-moderata e in soggetti giovani (18-41 anni), senza evidenziarne effetti a lungo termine tali da sconsigliarne l’utilizzo. I possibili effetti avversi noti della finasteride, che ricordiamo essere efficace solo finchè viene assunta, interessano principalmente la sfera sessuale e sono: diminuzione della libido, disfunzioni dell’erezione e disordini dell’eiaculazione. Si tratta di reazioni avverse, transitorie o risolvibili con la sospensione del farmaco, che colpiscono circa l’1,5% dei pazienti trattati. I lavori pubblicati in questi anni portano quindi alla conclusione che il farmaco in questione sia generalmente ben tollerato, relativamente efficace, e non possa portare a serie reazioni avverse che non siano quelle già note dal suo uso per l’ipertrofia prostatica. Ad uscire prepotentemente dal coro è un lavoro italiano (J Dermatol 2002 ; 29:665–9) che mette in relazione, con dati sicuramente d’effetto, l’assunzione di finasteride per il trattamento dell’alopecia con la depressione. I ricercatori del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Milano hanno riportato che 19 pazienti (14 maschi e 5 femmine di età media 28 ± 8 anni) su 23, trattati con finasteride (Propecia®) 1 mg/die per os per il trattamento dell’alopecia androgenetica, hanno sviluppato un disturbo del l’umore (depressione moderata-grave). La depressione, in alcuni casi associata ad un marcato stato d’ansia, si è sviluppata dopo 9-19 settimane di trattamento e si è risolta dopo sospensione del farmaco. In 2 pazienti, che hanno riassunto la finasteride, la depressione si è nuovamente sviluppata entro 2 settimane. Vista la natura degli effetti avversi nella sfera sessuale e l’indicazione per cui il farmaco è stato assunto, è plausibile pensare che la depressione possa essere in qualche modo conseguenza di un disagio psicologico piuttosto che un effetto diretto del farmaco. L’articolo citato si propone di fugare questo ed altri dubbi ponendo l’accento su alcune caratteristiche dello studio. Innanzitutto i disturbi dell’umore si sono presentati anche nei soggetti (13 su 19) che erano soddisfatti dell’effetto del farmaco sulla caduta dei capelli. Inoltre 3 dei 4 pazienti che non hanno sofferto di depressione durante il trattamento hanno affermato di non essere soddisfatti del trattamento. Le disfunzioni sessuali non sono mai state riportate o descritte dai pazienti come fattore scatenante il disagio emotivo, semmai il contrario. Solo 4 dei 15 soggetti maschi che hanno sviluppato depressione hanno avuto problemi di carattere sessuale durante il trattamento con finasteride, quali lieve riduzione della libido o del volume dell’eiaculato; nessuno di questi è sembrato però influire negativamente sulla loro vita sessuale o sull’umore. Inoltre, nessuno dei pazienti faceva uso di farmaci che influiscono sull’umore e nessuno dei pazienti soffriva, precedentemente all’assunzione di finasteride, di depressione o altri problemi psichiatrici. Il lavoro in questione è stato successivamente oggetto di dibattito, in quanto criticato dai ricercatori della West Virginia University School of Pharmacy and Medicine che, nella stessa rivista, hanno esposto le loro perplessità (J Dermatol 2003; 30:837-9). Queste vertono principalmente sulla corretta diagnosi, definizione e grado della depressione e sulla presenza di bias riguardo la conduzione generale dello studio retrospettivo. Nella risposta che è seguita gli autori si sono difesi con fermezza dalle obiezioni sollevate dai colleghi, affermando tra l’altro di non volere sostenere verità inequivocabili ma sollevare il dubbio su un possibile evento avverso non ancora considerato. Essi concludono, infine, che la supposta relazione tra l’assunzione di finasteride e i disturbi dell’umore meriterebbe un approfondimento attraverso accurati studi. Probabilmente ci vorrà del tempo perché tali studi vengano condotti, nel frattempo tuttavia qualche conferma arriva da case report. Il Canadian Adverse Reaction Newsletter di gennaio riporta, infatti, il caso di un uomo sulla quarantina che non aveva una storia di problemi psichiatrici trattato con finasteride per la caduta dei capelli. Dopo 3 mesi dall’inizio della terapia si sviluppò depressione descritta come moderatamente severa, insensibile al trattamento con diversi antidepressivi. La terapia con finasteride fu mantenuta per 4 anni. In seguito alla sospensione di tale trattamento la depressione si risolse in circa 2 settimane ed il paziente guarì completamente. Ciò che può sorprendere è che tali effetti avversi non sono mai stati riportati nei trial di pazienti trattati a lungo termine con finasteride per l’ipertrofia prostatica benigna. Tuttavia il database dell’OMS riporta dal 1993 ben 691 casi di disturbi di natura psicologica, di cui 71 casi di depressione, esclusi quelli concernenti la sfera sessuale. Senza dubbio, in queste considerazioni, è da tenere presente la complessità nella diagnosi ed analisi di reazioni avverse quali i disturbi dell’umore. Può essere interessante infine evidenziare che l’articolo in oggetto ha avuto molta risonanza anche al di fuori dal mondo accademico, divenendo oggetto di dibattito in forum su internet, il che è plausibile dato l’elevatissimo numero di soggetti colpiti da AGA. Ci auguriamo quindi, riprendendo le riflessioni dei ricercatori dell’università di Milano, che verrà fatta maggiore attenzione al presentarsi di eventi avversi di natura psicologica conseguenti all’utilizzo di finasteride, soprattutto se utilizzata per motivi estetici, quali l’AGA. Modificato 1 Settembre 2005 da askanio Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
jamescharles Inviato: 4 Settembre 2005 Segnala Share Inviato: 4 Settembre 2005 ci mancava solo questa... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
clifford Inviato: 4 Settembre 2005 Segnala Share Inviato: 4 Settembre 2005 L'articolo è molto interessante. Secondo me però, nei pazienti trattati con propecia il disagio psicologico, che può sfociare nella depressione, è presente, in genere, anche prima dell'inizio della terapia ed è scatenato proprio dallo svilupparsi della calvizie. Probabilmente la causa della depressione risiede proprio nel rapporto che detti soggetti hanno con i propri capelli e in altre dinamiche personali che nulla hanno a che vedere con il rapporto in questione. E' anche vero però, e non mi stancherò mai di dirlo, che la finasteride influisce sui livelli ormonali dell'uomo andando ad influire sui livelli complessivi di testosterone e DHT e determinando a lungo termine, perciò, probabilmente qualche squilibrio ormonale che può diventare dannoso. Secondo me, infatti, gli studi sugli effetti della fina sono solo a breve termine. Riguardano, cioè, gli effetti collaterali che si verificano in un periodo di cinque anni. Ancora poco, invece, sappiamo, sugli effetti del farmaco sul lungo termine. Bisognerebbe aspettare studi più precisi al riguardo. Saluti! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
RMS Inviato: 4 Settembre 2005 Segnala Share Inviato: 4 Settembre 2005 Gli studi a lungo termine della finasteride sono le analisi effettuate sugli psudoermafroditi dominicani che hanno carenze congenite dell'enzima alfa-5reduttasi2. Il fatto che esista questo "modello" vivente è già una fortuna, rispetto agli altri farmaci. Più di questo penso che non si possa fare, non è ipotizzabile attendere trials decennali prima dell'immisione di un nuovo farmaco. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
clifford Inviato: 5 Settembre 2005 Segnala Share Inviato: 5 Settembre 2005 non dico che bisogna fare dei trials di dieci anni. Dico però che non si può escludere che il farmaco abbia effetti dannosi sui livelli ormonali nel lungo termine. Tutto qui! Saluti! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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