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Cellule staminali e capelli: ancora nuove scoperte

 

"La Singola Cellula Isolata Della Pelle Del Topo Può Generare una Varietà Di Tessuti Epidermici"

 

I ricercatori all'istituto medico di Howard Hughes all'università di Rockefeller hanno isolato le cellule staminali dalla pelle di un topo ed hanno

dimostrato, per la prima volta, che una cellula staminale specifica può rinnovarsi in laboratorio ed essere utilizzata in innesti per produrre pelle,

capelli e ghiandole sebacee.

Lo studio, pubblicato il 3 Settembre dal giornale Cell, dimostra per la prima volta non soltanto le molteplici proprietà delle cellule staminali, ma fa ben sperare per future possibili applicazioni di queste tecniche per il trattamento delle affezioni dei capelli e della pelle, afferma il ricercatore

a capo dello studio, Elaine Fuchs, Ph.D., professore e capo del laboratorio di biologia e sviluppo delle cellule di mammiferi a Rockefeller e ricercatore al HHMI. Fuchs inoltre è membro del Robert e Harriet Heilbrunn Center per la ricerca sulle cellule staminali a Rockefeller.

 

"Questo è primo lavoro che indica che una singola cellula staminale della pelle può generare sia l'epidermide che i capelli, anche dopo la coltura in laboratorio," afferma Fuchs. "il potenziale di queste cellule staminali è molto emozionante."

In futuro, afferma Fuchs, potrà essere possibile esaminare se le cellule umane della pelle potranno essere spinte a svilupparsi in altre cellule epiteliali, quali la cornea dell'occhio o lo smalto dentario, o persino tipi differenti di tessuti. "Il mio interesse è sempre stato quello di capire la biologia con un occhio verso eventuali applicazioni cliniche. Finora, questo studio ha fornito alcune delle risposte di cui avremo bisogno per rendere possibile tutto ciò."

 

Una possibile applicazione dei risultati è verificare se questi metodi possono essere adattati per isolare le cellule staminali dei capelli umani per i trattamenti futuri contro la calvizie. In questo studio, il gruppo di ricercatori di Fuchs sono riusciti ad isolare le cellule staminali dai topi

normali, innestarle sul dorso di un topo senza peli e generare lo sviluppo di peli folti, e di nuove ghiandole sebacee per i peli e la pelle.

 

Contrariamente ai metodi recenti pubblicati all'inizio di quest'anno dai ricercatori di Fuchs al Rockefeller e dal gruppo di George Cotsarelis

all'università di Pennsylvania, questa nuova metodologia per l'isolamento delle cellule staminali della pelle non richiede la manipolazione

genetica. "Ciò apre la strada per l'applicazione di questo metodo all'isolamento delle cellule umane," spiega Fuchs.

I risultati rappresentano il culmine di anni di lavoro nel laboratorio di Fuchs sulla scienza dello sviluppo della pelle e dei capelli. Questa scoperta ha dato molti segni di garanzia di successo, tra cui la creazione di un topo transgenico con sviluppo di peli molto spessi, l'identificazione dei segnali che sono necessari per lo sviluppo dei peli e l'isolamento e la definizione delle cellule da una regione del follicolo pilifero che i ricercatori

ritengono possa essere la sede delle cellule staminali.

 

Poiché sono così potenti e così poche, le cellule staminali sono usate con parsimonia dal corpo e sono conservate in nicchie protette. Nella pelle, cellule ritenute staminali in quanto si sono divise raramente sono state trovate dai ricercatori in un rigonfiamento molto piccolo a metà del fusto di un capello.

Quest'anno, i ricercatori nel laboratorio di Fuchs hanno segnalato al giornale Science un metodo per etichettare queste cellule "dal ciclo lento" con un indicatore fluorescente e hanno osservato il loro percorso dalla loro sede verso il bulbo pilifero per formare un nuovo pelo o verso la pelle per creare nuova epidermide, fornendo così ulteriore prova all'idea che queste fossero effettivamente cellule staminali.

 

Ma i ricercatori non hanno saputo individuare se i capelli e la pelle risultassero da una cellula matrice -- una cellula staminale "pluripotente" che può trasformarsi in un certo numero di tipi del tessuto -- o da due tipi di cellule staminali "monopotenti" che sono destinate essere un singolo tessuto.

"Ci sono prove sempre più evidenti che esistono delle cellule in grado di rigenerare l'epidermide dopo le ferite e che possono rigenerare i follicoli piliferi nel normale ciclo vitale del capello, ma non era chiaro se questo era dovuto all'azione di una cellula staminale o di cellule differenti," continua Fuchs.

 

Negli studi scientifici attuali, i ricercatori di Fuchs segnalano un nuovo sistema per isolare queste cellule che evita l'esigenza di manipolazioni

genetiche sui topi e quindi può renderla applicabile in futuro per isolare e studiare le cellule staminali dell'epidermide umana. La diversa strategia è stata sviluppata dai ricercatori dell'Università Rockefeller Cedric Blanpain, M.d., Ph.D. e William Lowry, Ph.D. Entrambi sono primi co-autori degli studi pubblicati su Cell. Lisa Polack esperta in studi su animali e Andrea Geoghegan un allievo laureato, hanno contribuito alla ricerca.

"Abbiamo scoperto che la superficie delle cellule staminali della pelle era diversa dalle altre cellule della pelle, il che ci ha consentito di usare due anticorpi diversi per isolarle dalle altre cellule," afferma Lowry. "Nessuno in precedenza era riuscito a isolare le cellule staminali dal follicolo pilifero in questo modo."

 

In una coltura di elementi nutritivi, le cellule hanno cominciato ad "auto-rinnovarsi," o a moltiplicarsi. I ricercatori si sono resi conto che una volta che queste cellule venivano liberate dalla loro sede, erano libere di dividersi. Un ulteriore esperimento ha condotto all'identificazione di due fattori di crescita, definiti come Bmp6 e FGF18, che sono espressi specificamente nel bulge e prevengono la divisione delle cellule staminali in vitro. "Nella loro sede originaria, questi fattori potrebbero contribuire a mantenere le cellule staminali in uno stato di attesa-- un ambiente che

inibisce lo sviluppo -- ed ecco perché queste cellule sono state definite a ciclo lento," afferma Lowry.

 

Dopo l'espansione di una cellula staminale isolata e clonata vari milioni di volte, i ricercatori hanno innestato le cellule sopra alla parte posteriore di un topo glabro ed hanno dimostrato che le cellule innestate, interamente derivate da una singola cellula staminale, hanno creato nuovi peli, pelle e ghiandole sebacee, che producono il sebo per lubrificare i capelli.

 

Ma i ricercatori non si sono fermati lì. Hanno usato l'espressione gene micromatrice per determinare se i geni prodotti dalle loro cellule staminali fossero prodotti anche da altri tipi conosciuti di cellule staminali - del sangue, embrionali e di neuroni.

"Abbiamo trovato più di 50 geni che sono attivati da tutte le cellule staminali che il nostro gruppo ed altri gruppi hanno analizzato finora," dice

Blanpain. "questi geni probabilmente rappresentano la "staminalità"-cioè la capacità di mantenersi uguali a se stessi o di differenziarsi -- e questo è molto interessante perché suggerisce che diverse cellule staminali del corpo hanno alcune somiglianze."

 

Poiché gli stessi indicatori delle cellule usati nell'esperimento sui topi si crede possano essere trovati in cellule staminali umane del follicolo, Fuchs spera che tecniche simili possano essere usate per isolare le cellule staminali umane della pelle. Se l'esperimento avrà successo, le cellule umane potranno essere moltiplicate in laboratorio e innestate su topi geneticamente modificati per minimizzare il rigetto, per vedere se si svilupperanno nuovi capelli e tessuti epidermici.

 

Parte del centro Robert e Harriet Heilbrunn per la ricerca sulle cellule staminali che è stato fondato nell'agosto del 2004 a Rockefeller, il

laboratorio del Fuchs è uno dei sei che si trovano nella città universitaria di Rockefeller e che conducono ricerche sulle cellule staminali embrionali, le staminali dei neuroni e della pelle derivati dai topi, colture in laboratorio di cellule staminali epidermiche dell'adulto umano e staminali embrionali umane. Per maggiori informazioni informazioni, rivolgersi al:

http://www.rockefeller.edu/pubinfo/080304.php

La ricerca è stata sostenuta, in parte, dall'istituto medico di Howard Hughes e dagli istituti nazionali di salute.

 

 

Riproduzione autorizzata purchè sia citata la fonte: www.salusmaster.com :supersorriso: :bacio: :okboy:

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è tutto molto affascinante, ma rimangono sempre i soliti dubbi sui tempi, sui costi, sulle controindicazioni (vedi, cellule impazzite e pericolo di tumori)...comunque la mia impressione è che la ricerca si stia velocizzando enormemente e che qualcuno abbia capito che questa storia dei capelli è tanto stupida quanto un gran business! adiòs

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Secondo me invece l'avrebbero capito anche i primitivi che si tratta di un business colossale,dato che la calvizie faceva bestemmiare già Sinesio nel '500.Sono d'accordo che la ricerca va avanti veloce,ma é altresi vero e realistico che la parola chiave di tutte queste relazioni scientifiche é: FUTURO.

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Stringiamo i denti, futuro non significa certamente tra 20 anni!

Probabilmente, nei prossimi 5, qualcosa di molto concreto già lo avremo; in messico già si applica sugli uomini l' hm, ora non so con quali risultati ma comunque già il fatto che ci sia qualcosa di concreto è più che un incoraggiamento.

Il vero problema secondo me, sarà l'alto costo di queste nuove tecniche.

I dottori dicono che costeranno poco soltanto per mantenere viva l'attenzione e farsi pubblicità.

Comunque qualcosa si muove, e anche velocemente.

 

PS

cominciate a mettere via i soldini :okboy:

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grazie...

se non si è ottimisti per prima cosa si va in depressione :( (e giù capelli a cadere, visto che lo stress è pericoloso quanto il dht), e poi non si risolverà mai il problema, perchè anche quando uscirà una cura definitiva o molto efficace, si avrà il pessimismo di etichettarla come una "sola". Se uno si rassegna o è pessimista come atteggiamento, e non pessimista con lucidità, ha perso la partita in partenza.

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Tutti quelli sofferenti di alopecia androgenetica dovrebbere avere il tuo ottimismo per andare avanti, perchè è risaputo che l'atteggiamento psicologico porta a non deprimersi e a stare lontano da quel circolo vizioso fatto di stress e preoccupazioni che accellerano la caduta e l'avanzamento della calvizie.

Ora tra ottimismo e pessimismo ci deve essere sempre quel pizzico di realtà indispensabile per non crearsi illusioni, tutto qui.

Le staminali sono per adesso una speranza e poco più, gli studi ci sono, ma il male più grande forse è il buisness che c'è dietro.

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infatti io credo che sia molto più realistica una introduzione dell'hair multiplication, visto che se già è possibile testarla sugli umani [facendoli pagare( e pure tanto)]

nell'arco di 5 anni, (per essere proprio PESSIMISTI), qualche buon risultato o vantaggio deve pur portarlo!

Comunque se cerchiamo una risposta nel breve/medio tempo, l'hair multiplication è certamente la soluzione, oppure ciò che andrà a completare il raggio d'azione dei trapianti.

L'hair multiplication per ora non è solo un miraggio nel deserto, ma realtà documentata. Certo ancora da ciò che si legge si capisce che è una tecnica poco sviluppata, o meglio, poco stabilizzata, ma già il fatto che si facciano esperimenti(e da più di un anno) su esseri umani e non su topi, è un grande incoraggiamento.

 

PS

un ringraziamento a quelli che si fanno testare l'hm da bazan, perchè oltre a offrirsi, sborsano anche un casino di soldi che finanzieranno lo stesso bazan...

In un certo senso ci aiutano :okboy: , pagano per migliorare ciò che noi potremmo usare senza rischi e con profitto.

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dal sito ansa di oggi

 

WASHINGTON - Nuove speranze per le vittime di ustioni e ferite con il viso sfigurato dall'incidente: un gruppo di ricercatori e clinici hanno reso noto nel corso di un convegno tenutosi negli Stati Uniti di essere riusciti a realizzare il primo trapianto di faccia a partire dall'utilizzo di un solo lembo di pelle.

 

Il paziente trattato con successo all'ospedale Metropolitan Hiroo di Tokyo e' un uomo di 54 anni che aveva sofferto ustioni al viso, collo, torace, braccia.

 

Gli esperti guidati da Hiroyki Sakurai sono riusciti a 'coltivare', e far 'allungare' un singolo lembo di pelle tratto dalla schiena del paziente. La procedura di ''allargamento'' del lembo e' durata sei mesi, nei quali il tessuto e' cresciuto sino a misurare 27 cm per 28.

 

Il lembo di pelle - dotata delle sue proprie vene e capillari - e' stato trasferito sul viso del malato, al quale era stata rimossa la pelle della faccia precedentemente ustionata.

 

Il lembo di pelle nuova e' risultato cosi' ampio da poter ricostruire anche il naso.

 

Usualmente per questo tipo di interventi la ricostruzione del naso viene fatta a parte. Durante l'intervento le arterie e le vene della pelle trapiantata sono state connesse a quelle del viso e del collo.

 

''Questa e' la prima volta che un trapianto intero di faccia viene effettuato con successo da un singolo lembo di pelle'', ha affermato Sakurai.

 

Il team scientifico ha reso noto l' evento ad un meeting della ''Societa' americana di chirurgia plastica''.

 

 

La tecnica è la stessa della moltiplicazione dei capelli giusto!!!! pelle e capelli è praticamente la stessa cosa

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