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La Liquirizia


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Ho letto su tale (rigorosa!)pubblicazione che uno studio dimostrerebbe che la somministrazione orale di liquirizia a maschi in età fertile diminuisce nettamente

la quantità del testosterone presente nell'organismo.Si è sempre detto che una cosa è la quantità del testosterone,altra cosa il percorso "genetico" attraverso il quale questo arriva ai recettori follicolari,ma......magari istruendo una soluzione di liquirizia per uso topico qualcosa si potrebbe ottenere...

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E' preferibile allora fare un estrazione idroalcoolica di radice di liquirizia sminuzzata, forse potrebbe servire per la zona frontale dove ha maggior influenza il testosterone piutttosto che il diidrotestosterone! Si parla sempre di coadiuvanti cosmetici!

 

 

 

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semplice basta che compri in erboristeria 100 gr. di liquirizia sminuzzata, la versi in un barattolo di vetro dove aggiungi due terzi di alcool per liquori e un terzo di acqua e lasci in infusione un mese, poi filtri e la utilizzi come lozione, la radice deve essere ricoperta completamente dall'alcool e acqua, durante l'estrazione e il barattolo lo tappi bene.

In effetti avevo sentito che la liquirizia fa calare il livello di testosterone per uso orale 7 grammi al giorno cala circa del 50%.

Alla stessa stregua dovrebbe fare in lozione per uso locale.

 

 

 

 

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Riporto per doverosa conoscenza un articolo vecchiotto ma significativo dove si fa riferimento anche alla liquirizia. Fonte San Google: >> link <<

 

Naturali ma dannose

Agli italiani piacciono le terapie non convenzionali. Amano l'omeopatia e si disinteressano del fatto che nessuno scienziato al mondo l'avallerebbe. Ricorrono a guru indiani, tibetani, thainlandesi: insomma a chiunque in odore d'oriente somministri lozioni e balsami naturali. Si fidano ciecamente di ogni erbetta dal nome stravagante che promette benefici e illude di non avere effetti collaterali. Le cifre della diffusione delle cosiddette terapie dolci, come dimostrano i grafici di pagina 148, autorizzano a parlare di un innamoramento collettivo. Che ha contagiato anche la sanità pubblica: brulicano le Asl e gli ospedali che forniscono servizi cosiddetti "non convenzionali": agopuntura, shiatzu, omeopatia... La Camera dei deputati ha approvato una regolamentazione del settore erboristico, e ha all'esame una legge che metta ordine nella giungla delle medicine dolci.

Insomma: il peso del favore popolare sta schiacciando le opposizioni di chi vorrebbe avere prove certe dell'efficacia di queste terapie prima di inserirle tra quelle fornite dal servizio pubblico. Eppure i dubbi rimangono. E si aggravano.

 

L'ultimo lo lancia l'autorevole "The Lancet" che pubblica un articolo in cui si dimostra che spesso il mix tra erbe e farmaci ha effetti collaterali pericolosi. Tra gli inquisiti sostanze di uso comune e diffuso come l'aglio, la liquirizia, l'iperico, la salvia, il ginseng, il tamarindo e la valeriana. Che, se assunti in dosaggi sbagliati e insieme ad alcuni farmaci, possono non solo annullare l'effetto del medicinale ma addirittura procurare effetti secondari non trascurabili. Spulciando nei due maggiori

data base americani di studi medici archiviati fra il 1966 e il 1999, Adriane Fugh-Berman, medico al dipartimento di Medicina della George Washington University, ha raccolto molte testimonianze dell'interazione rischiosa per l'organismo fra erbe e medicinali. Le accoppiate a rischio sono molte. Chi associa il Ginkgo biloba con il

warfarin - principio attivo alla base di numerosi farmaci anticoagulanti - va incontro a emorragie, ma devono stare attenti anche coloro che prendono

aspirina, paracetamolo o caffeina. E ancora: l'associazione del rimedio naturale con i diuretici tiazidici può provocare ipertensione. Sempre chi si cura con il warfarin deve evitare di assumere la Salvia miltiorrhiza - famosa per l'efficacia in caso di infàrto acuto del miocardio e per le cardiopatie coronariche, l'Harpagophytum procumhens - antinfiammatorio noto anche come artiglio del diavolo -  l'Angelica sinensis, l'aglio (Allium sativurn) e il ginseng. L'articolo del "Lancet" continua poi con il Panax ginseng che induce manie depressive in pazienti che lo mischiano con antidepressivi; la noce di betel (Areca catechu) che associata a farmaci neurolettici dà luogo a tremori o rigidita'; la liquirizia  (Glycyrrhiza glabra) che insieme all'idrocortisone aumenta la vasocostrizione e a

contraccettivi orali provoca ipertensione. E ancora il tamarindo che incrementa l'assorbimento dell'aspirina e la valeriana che interagisce negativamente con l'alcol. Un capitolo a parte è poi dedicato all'erba di San Giovanni o iperico, il

rimedio naturale contro la depressione più in voga negli ultimi anni. Un altro articolo apparso sempre su "The Lancet" dimostra che L'Hypericum perforatum modifica i meccanismi di comunicazione fra le cellule nervose se mischiato con inibitori della serotonina, e diminuisce gli effetti di numerose molecole tra cui la ciclosporina, un immunodepressore utilizzato in caso di trapianti. Ma non solo: secondo uno studio dei National institutes of Health americani, l'iperico interagisce con l'indinavir, un inibitore della proteasi usato contro l'Aids, e diminuisce la concentrazione sanguigna del medicinale fino a far sviluppare nei pazienti una resistenza e quindi a far fallire la terapia.

Sono ancora poche le prove scientifiche che dimostrano gli effetti reali di queste erbe nelle diverse patologie. Eppure spesso chi assume un prodotto erboristico lo ritiene sicuro e in caso di reazione avversa difficilmente la attribuisce alla sostanza vegetale. Lo dimostra un'indagine condotta in  Inghilterra su 515 utilizzatori di

prodotti erboristici e farmaci da banco. Racconta xxxxx Cuomo, presidente

della Società farmacologica italiana illustrandone i risultati: «Il 26 percento degli intervistati dichiara che si rivolgerebbe al medico in caso di reazione da farmaco, mentre solo lo 0,8 lo farebbe per un prodotto erboristico». In Italia manca un'indagine analoga, ma e' opinione diffusa che le preparazioni erboristiche abbiano un effetto blando sull'organismo, siano naturali e quindi sicure. «Questo è falso», continua Cuomo: «Numerosi prodotti a base di erbe possono produrre reazioni avverse, alcune delle quali molto gravi e in alcuni casi fatali». Per questo gli addetti ai lavori chiedono a gran voce una regolamentazione che tuteli i pazienti dai cocktail killer. E la Camera ha già approvato una "Regolamentazione del settore erboristico", che ora in discussione al Senato. Il testo indica due tipi di piante: quelle con funzioni farmacologiche utilizzate nei prodotti fitoterapici che potranno essere vendute solo in farmacia sotto prescrizione medica, e quelle dei prodotti erboristici vendibili ovunque perché farmaci non sono. Distinguere quali medicine non convenzionali hanno un'efficacia terapeutica e quali sono solo passatempi più o meno divertenti è un compito complesso a cui si sta applicando da qualche anno un'apposita sezione dei National Institutes of Health americani. Nel frattempo. però, in tutto l'Occidente cresce il favore per agopuntura, omeopatia, fitoterapia, chiropratica - solo per citarne alcune - a cui si rivolge in Italia il 22 per cento della popolazione. Per far fronte a questa domanda il servizio

sanitario nazionale si sta attrezzando con circa SO Asl, ospedali e centri

diffusi su tutto il territorio che offrono prestazioni soprattutto di agopuntura e di omeopatia con ticket. Secondo uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" il paziente che si rivolge alle medicine non convenzionali appartiene alla

classe media, ha un'età compresa fra i 25 e i 50 anni e un buon livello di educazione. E abbandona la medicina tradizionale perché non ne e' soddisfatto, ha bisogno di un maggiore contatto personale col medico e vuole esercitare un maggior controllo personale sulla terapia. Insomma, anche l'autorevole rivista medica sembra riconoscere che il favore dei pazienti per le terapie non convenzionali è dovuto al parziale fallimento della medicina tradizionale nella difficile missione di confortare i pazienti e di trattare le mille piccole patologie legate agli stili di vita moderni: stress, patologie articolari, mal di testa ambien-tali... Il rischio allora è quello di avere da un lato la medicina arroccata sui suoi metodi scientifici e sorda alle richieste dei pazienti e dall'altro una giungla di

offerte sgangherate di massaggi, rimedi ed erbette che, come ha dimostrato

"The Lancet" rischiano di essere molto pericolose. Ma, un po' in sordina c'è chi sembra aver realizzato la quadratura del cerchio: i centri di medicina integrata. Dove diverse tradizioni mediche, filosofie della malattia e rimedi terapeutici si sposano per garantire ai pazienti un approccio più personale ed efficace possibile.

Un esempio è quello del Centro italiano di medicina integrata di Roma.

"Abbiamo deciso di riunire i migliori rappresentanti delle diverse culture", afferma Giovanni Marotta, medico e direttore del servizio di medicina naturale e omeopatica del Cimi. Dalla medicina generale alla pediatria, dalla ginecologia all'endocrinolo-gia, dall'immunologia alla geriatria, tutti i pazienti che si rivolgono al Cimi ricevono molta più attenzione di quella che troverebbero negli ambulatori tradizionali. «Le nostre visite durano più di un'ora», continua Marotta, «durante la quale cerchiamo di fare un'attenta diagnosi dei sintomi riportati. Ci informiamo

sullo stile di vita del paziente, su come è vissuta la malattia. Una volta chiarito il quadro clinico, cerchiamo di prescrivere terapie non tossiche che non danneggino ulteriormente il sistema immunitario, già debilitato dalla malattia. Ma la vera chiave di volta per il paziente è capire quali siano i meccanismi alla base del suo malessere e inquadrarli all'interno della sua esperienza di vita». Per questo il Cimi propone una serie di prestazioni che vanno dall'omeopatia alla psicoterapia, dallo yoga al QiGong passando per corsi di respirazione o gioco, canto e ritmo per bambini. Il medico allora non è più solo un dispensatore di farmaci o rimedi

miracolosi ma una persona che puo' capire e aiutare a far comprendere.

Sara' poi il paziente a scegliere a quale tipo di medicina si vorra' affidare.

 

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QUESTI COCKTAIL FANNO MALE  (Fonte: The Lancet)

INTERAZIONE TRA FARMACI E PRODOTTI ERBORISTICI

 

Prodotti erboristici / Farmaci / Risultato dell'interazione

Ginkga  + Aspirina    = Emorragia oculare

Ginkga + Paracetamolo, caffeina    = Ematoma subdural

Ginkga + Warfarin      = Emorragia intracerebrale

Ginkga + Diuretici tiazidici = Ipertensione

Liquirizia  +  Corticosteroidi  =  Potenziamento degli effetti  degli

stessi corticosteroidi

Liquirizia + Anticoncezionali =  Ipertensione, edema,      ipapotassiemia

Liquirizia + Spironalattine      =  Antagonismo dell'effetto      diuretico

Aglio (Allium sativum)    + Wartarfin, anticoagulante  = Emorragia

Dong quai (Angelca sinensis)  + Warlarin, anticoagulante    = Emorragia

Danshen (Salvia mitiorriza) + Wartarfin, anticoagulante  = Emorragia

Ginseng (Panax ginseng)  + Wartarfin, anticoagulante  = Emorragia

Ginseng (Panax ginseng)  + Estrogeni, corticosteroidi  = Effetti additivi

Ginseng (Panax ginseng) + Fenelzina = Cefalea, tremore, episodi maniacali

Ginseng (Panax ginseng) + Insulina, antidiabetici orali = Ridotta

biodisponibilita'

Iperico (Hipericum Perforatum)  + Antidepressivi SSRI        = Ridotta

biodisponibilita'

Iperico (Hipericum Perforatum)  + Teofillina, Cicloosparina = Ridotta

biodisponibilita'

Yohimbina (Pausinystalia yohimbe) + Antidepressivi triciclici  =

Ipertensione

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Purtroppo non c'è nessun riferimento alla liquirizia per via topica,che nessuno ovviamente ha mai utilizzato e della quale a noi interesserebbe solo il presunto potenziale di abbattimento del testosterone in circolo,come emerge dallo studio riportato da fox(presunto perchè lo studio parla di liquirizia assunta per bocca).

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In effetti curva ho provato a ricercare esperienze di liquirizia applicata topicamente ... ma non sono riuscito a trovare nulla. Credo tuttavia che la concentrazione necessaria in una eventuale lozione, per produrre gli effetti desiderati, ove ce ne fossero, possa avere tutti gli effetti collaterali di quella assunta per via orale. Del resto se il Minox ha tutti quegli effetti sul cuore....

 

Comunque non sono ne' un chimico ne' un medico. :okboy:

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xxxxx attenzione,non è assolutamente detto che la liquerizia funzioni se usata topicamente,perchè alcune sostanze,anche sostanze tossiche intendo,diventano attive solo dopo essere metabolizzate dal fegato,che produce un metabolita che ha caratteristiche chimiche fisiche diverse ed è attivato

questo è uno dei motivi per cui ad esempio alcuni tossici sono tali solo se assunti per os,ovvero se ingeriti.

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Certo Lady,la domanda ingenua che mi faccio è se nessuno ha mai escluso la possibile efficacia non solo di liquirizia ma di molte altre sostanze,con degli studi seri in double bind,cioè credo che la prassi scientifica sia quella di pubblicare solo gli studi che dimostrano l'efficacia di qualcosa,quando,curiosamente,riterrei utile

per una conoscenza collettiva migliore di molte sostanze che ci circondano,rendere noti anche tutti i risultati negativi,anche se magari nel caso della liqui nessuno avrà

veramente testato l'efficacia topica contro alopecia.

 

Grazie comunque ad Anlan per il postage.

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