Vai al contenuto

Pubblicare sui moralmente intoccabili.


curvadong

Messaggi raccomandati

Articolo di Anselmi che spiega bene alcune cose:

 

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...e=&sezione=

 

Notizie, politica e veleni

 

GIULIO ANSELMI

 

Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha accusato La Stampa, in un’intervista al Tg1, di averlo calunniato, attribuendogli un conto corrente chiamato Quercia.

 

Ma dobbiamo correggerlo: noi abbiamo pubblicato un rapporto, fatto dalla più grande agenzia investigativa americana, la Kroll, attualmente in mano alla procura della Repubblica di Milano, che chiama in causa l’uomo politico, asserendo che su un suo conto sarebbe stato movimentato denaro.

 

L’articolo chiariva: le accuse «non trovano altri riscontri, pezze d’appoggio, documenti per dimostrare un’affermazione tanto pesante quanto palesemente, almeno in quei rapporti confidenziali, non dimostrata».

 

Non si tratta di ipocrisia, ma di fatti. Potremmo far ricorso, in chiave difensiva, agli argomenti esposti dal ministro Di Pietro, nell’intervista che pubblichiamo all’interno, secondo cui, rendendo noti i documenti Kroll (che in gran parte non sono rintracciabili su Internet) abbiamo disinnescato un ricatto ai Ds.

 

Ma noi non ci siamo mossi nell’interesse di qualcuno, né contro qualcuno: non per aiutare i Ds e neppure per complottare ai loro danni, magari per ordine di «poteri occulti». Abbiamo agito nella convinzione che quando un giornalista trova una notizia deve pubblicarla, beninteso contestualizzandola e fornendone le chiavi di lettura, lasciandone la valutazione ai lettori e, eventualmente, alla magistratura.

 

Lo abbiamo fatto anche in questo caso. Ma, a prescindere dalla vicenda che ci vede co-protagonisti col Vicepresidente-ministro e con tutto il rispetto e la comprensione umana per le reazioni di chi si ritenga ingiustamente aggredito,

 

consentiteci di dire che il ricchissimo vocabolario - complotto, trame, spazzatura, torbidi, ombre, miasmi - col quale molti esponenti politici cercano di seppellire critiche, informazioni, valutazioni che siano caratterizzate da un elemento di scomodità è una scelta terminologica che esprime un sostanziale ricatto: chi critica i politici delegittima la democrazia; pertanto è antidemocratico; e poiché la democrazia è un bene, merita di essere squalificato ed emarginato senza nemmeno valutare il contenuto dei suoi argomenti.

Saremo sepolti dalla fatwa destinata agli antipolitici per quest’affermazione (anche se noi siamo ben certi di non meritare l’accusa): ma

 

il rapporto tra informazione e potere rischia di diventare peggiore di quanto non fosse al culmine della crisi che portò al crollo della Prima Repubblica. Allora lo scenario era diviso tra forze declinanti, socialisti e democristiani, destinate a scomparire, gli emergenti leghisti e i comunisti piazzati sul confine, nel ruolo di guardiani del diritto di accesso alla Seconda Repubblica. Oggi gran parte della classe politica fa quadrato, unita dalla determinazione a difendersi in quanto casta, ostinatamente ostile di fronte alle richieste di cambiamento, blindata contro gli inviti alla trasparenza.

 

Siamo francamente convinti che un’informazione che pubblica le notizie sia più utile, per la tutela della democrazia, di un sistema mediatico col silenziatore, sovrastato - accade ormai da tempo in questo finale di Seconda Repubblica - da un turbinio di voci incontrollabili e da vicende, come il caso Visco, che si chiudono tra interrogativi irrisolti.

 

La necessità di trasparenza induce a una riflessione aggiuntiva sulla vicenda delle 73 intercettazioni Antonveneta, che riguardano le telefonate di sei parlamentari che il gip milanese Clementina Forleo intende rendere pubbliche a partire da lunedì. Già molti deputati sono insorti dicendosi allarmati.

 

I presidenti dei due rami del Parlamento, Marini e Bertinotti, sono intervenuti chiedendo al tribunale di Milano che le intercettazioni non siano rese pubbliche. Le loro intenzioni sono certo ottime e ne fa fede la personalità della seconda e della terza carica dello Stato. Ma il ruolo pubblico costringe a una limitazione della privacy, mentre certi velari possono apparire sospetti.

 

Già alla fine della Prima Repubblica norme nate con le migliori intenzioni si meritarono l’epiteto di «salvaladri» e acuirono la distanza tra politica e gente comune. Oggi, meno che mai c’è bisogno di alimentare l’antipolitica con segni e gesti che possono dilatare la sfiducia. Una telefonata inopportuna, se nascosta all’opinione pubblica, potrebbe finire col giganteggiare nello scontento. Arrecando molto più danno alle istituzioni di un articolo di giornale. Che noi, senz’alcuna iattanza, continuiamo a ritenere corretto. Ma del quale, da cittadini rispettosi delle leggi, siamo pronti a rispondere.

Modificato da curvadong
Link al commento
Condividi su altri siti

Solidarietà sospetta e preoccupante:

 

 

 

Berlusconi in un comizio a Oristano difende l'avversario politico: "Finirà tutto in nulla"

 

 

 

<B>Il Cavaliere difende D'Alema: "Solo veleni"<br>Il vicepremier: "Chi accusa deve pagare"</B>

 

Masimo D'Alema

ORISTANO - "A Massimo D'Alema faccio tanti

auguri che questa cosa possa finire come immagino debba finire: nel nulla". Così Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia a proposito del dossier pubblicato da La Stampa su un possibile conto estero del ministro degli Esteri che avrebbe a che fare con operazioni nel settore delle telecomunicazioni. "Io - ha aggiunto il Cavaliere - ho una certa esperienza in questo genere di veleni". Berlusconi, dunque, garantista con Massimo D'Alema.

 

La solidarietà al ministro degli Esteri era già arrivata ieri e anche oggi dallo stato maggiore di Forza Italia, da Biondi, Cicchitto. In serata il Cavaliere a conclusione di un comizio elettorale a Oristano. "Noi siamo assolutamente contrari agli attacchi personali, soprattutto contro i protagonisti della politica, ma in generale contro chiunque" ha risposto il leader di Fi dando quasi lezione di legalità e diritto. "Siamo soprattutto ostili - ha proseguito - ai veleni e a tutto ciò che secondo noi può inquinare l'ordinato svolgimento della dialettica politica".

 

Il siluro a D'Alema, per qualcuno, assomiglia all'avviso di garanzia che arrivò a Berlusconi nel 1994 mentre presiedeva il vertice di Napoli. "Io ho una certa esperienza in veleni e quindi credete, come si dice, a chi ha fatto l'esperimento" risponde il Cavaliere che solidarizza con il vicepremier. "Gli faccio tanti auguri che questa cosa possa finire come immagino debba finire: nel nulla".

 

Poco prima della solidarietà di Berlusconi, D'Alema aveva parlato ai microfoni del TG1 cercando di ironizzare sulla faccenda. "La notizia non esiste" ha tagliato corto con un mezzo sorriso. "Un conto con il nome della Quercia... Ora ci sarà un conto Ulivo con il Partito Democratico".

 

Battute a parte, il ministro ha poi insistito: "La notizia non esiste. Già da due anni e mezzo su un sito internet scandalistico brasiliano sono riportate queste voci calunniose e persino ridicole". Ed è andato all'attacco: "Quello che colpisce - ribadisce - è che un giornale serio come La Stampa utilizzi questa spazzatura, la faccia diventare una notizia e la getti nella vita politica italiana. Colpisce, ferisce e preoccupa. Ora però la questione va chiarita. C'è il conto? Ne rispondo. Ma se non c'è, chi ha usato questa accusa per destabilizzare deve risponderne. Questo si fa in un paese serio". Basta trovare il suggeritore delle campagne stampa che si sono scatenate in questi giorni.

 

D'Alema ha detto anche di essere "amareggiato" ma "confortato da tanti messaggi di solidarietà". Prima di Berlusconi aveva parlato il presidente di An Gianfranco Fini. D'Alema ha molto apprezzato le sue parole perchè "dimostrano che in un momento complicato come questo possano prevalere il buon senso e il rispetto per le istituzioni".

 

(7 giugno 2007)

http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/p...re-d-alema.html

Modificato da curvadong
Link al commento
Condividi su altri siti

Noto che i politici cel'hanno sempre di piu con la stampa (stampa in generale non il giornale) poichè evidentemente hanno la coscienza sporca. dalla loro i giornali spesso violano perà la privacy delle persone screditandoli.

 

morale: la stampa credo ad oggi sia molto più potente dell'informazione televisiva per colpire gli avversari e per influenzare l'opinione pubblica (togliendo di mezzo quelli ipnotizzati dal tg-4 di emilio fede) :lol:

Link al commento
Condividi su altri siti

Conti all’estero, D’Alema nega

“Contro di me indecenti insinuazioni”

 

http://www.tgcom.mediaset.it/politica/arti...olo365119.shtml

 

Archiviato il caso Visco, incalza quello D’Alema. Il governo, insomma, non trova pace e dopo la vittoria al Senato sul viceministro dell’Economia si riscopre alle prese con un'altra patata bollente, resa nota da un articolo pubblicato sulla Stampa lo scorso mercoledì. In sostanza, queste le indiscrezioni, il vicepremier avrebbe presunti fondi segreti in Sud America, movimentati attraverso una società denominata Inepar.

 

Ed è subito caos. Il titolare della Farnesina passa immediatamente al contrattacco, parlando di “risibili e indecenti insinuazioni” contro la sua persona, e minacciando di agire legalmente contro la Stampa: “Difenderò fino in fondo la mia onorabilità”, anche perché per D’Alema si tratta di “spazzatura in circolazione da molto tempo”, messa in giro da “provocatori che sono noti, e le cui gesta sono all’attenzione della magistratura”.

 

Sarà. Ma dal canto suo, la Stampa controreplica, diffondendo una nota per ribadire che “il dossier è al centro di un’inchiesta della magistratura milanese che, evidentemente, non ha ancora deciso di considerarlo spazzatura”. E intanto i Ds fanno quadrato.

 

Un comunicato dell’esecutivo del Botteghino smentisce ogni cosa: “Non sono mai esistiti né esistono conti esteri ascrivibili direttamente o indirettamente ai Ds o ai loro dirigenti nazionali. E’ ormai evidente – continua la nota – che è in atto una campagna di aggressione con l’obiettivo di delegittimare sul piano politico e morale i Ds e i suoi dirigenti e di colpire il processo di costruzione del nuovo Partito Democratico”.

 

Del resto, la spada di Damocle delle i intercettazioni sulla vicenda Unipol, ancora incombe sul capo della Quercia. Dunque, si spiega la dura reazione del partito che si sente assediato e promette di ribellarsi: “Ci rifaremo in sede civile con la Stampa – così sbottano a via Nazionale – e stavolta andremo fino in fondo, niente transazioni”.

 

In difesa di D’Alema, e soprattutto del Partito democratico, visto il sospetto di una vera e proprio campagna di delegittimazione, scende anche la Margherita che protegge “un obiettivo e orizzonte comune che in nessun modo potrà essere appannato da polveroni e campagne medianiche”. Mentre il presidente della Camera Fausto Bertinotti, si dice preoccupato per i “miasmi” che stanno investendo la politica.

Link al commento
Condividi su altri siti

Nefandezze dei politici: siamo tutti d'accordo.

 

Ma è possibile bloccare uno stato per ogni voce, VOCE, che puntualmente viene pubblicata su questa o quella testata?

 

P.S. Moralmente intoccabile? uno che paga di mutuo mensile...quant'è?? 29, 30.000 euri...e fa il rosso...

Modificato da buddha
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso
×
×
  • Crea Nuovo...