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In memoria di Giorgiana Masi


Brasileiro

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ieri su Radio Radicale c'erano verso l'1 di notte le registrazioni degli interventi parlamentari di Pannella dell'epoca (straordinari), e dei fili diretti. E' bene che chi si perde dietro l'ultima notizia dei quotidiani di oggi non dimentichi quello che successe ieri. Non ho visto NESSUN GIORNALE rievocare l'evento come meriterebe, forse il peso di alcuni vecchi leoni della politica è ancora molto forte.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgiana_Masi

 

 

  Citazione
Giorgiana Masi, (? 1958 - Roma, 12 maggio 1977) fu una studentessa romana del liceo Pasteur uccisa a diciannove anni durante una manifestazione di piazza.

 

Il 12 maggio 1977, terzo anniversario del referendum sul divorzio, i radicali indissero un sit-in in Piazza Navona nonostante fosse in vigore il divieto di manifestazioni pubbliche decretato dopo la morte dell'agente Settimio Passamonti e il ferimento di altre 5 persone, raggiunti da proiettili sparati da manifestanti, durante alcuni scontri di piazza con manifestanti dell'area di autonomia armati di armi da fuoco il 21 aprile.

 

La manifestazione

Poliziotto in borghese armato fotografato durante gli scontri, alla sua destra un agente in divisaAll'iniziativa aderirono i simpatizzanti del movimento degli autonomi per protestare contro la diminuzione degli spazi di espressione politica ed il clima repressivo nei loro confronti. Nelle strade erano presenti centinaia di membri delle forze dell'ordine in assetto da ordine pubblico, coadiuvati da agenti in borghese. Nella giornata scoppiarono diversi incidenti, con lancio di bombe incendiarie, ed esplosione di colpi di arma da fuoco. Nei giorni successivi diverse persone, tra questi Marco Pannella, dichiararono la presenza di agenti in borghese nascosti tra i dimostranti.

 

Nel tardo pomeriggio, all'imbrunire poiché nel 1977 l'ora legale entrava in vigore il 22 maggio, tra le ore 19 e le ore 20, due ragazze e un carabiniere furono raggiunti da proiettili sparati da Ponte Garibaldi e da altre direzioni: Giorgiana Masi, 19 anni, verso le ore 20, fu colpita alla schiena da un proiettile calibro 22 e morì durante il trasporto in ospedale, Elena Ascione, verso le ore 20, rimase ferita a una gamba, il carabiniere Francesco Ruggeri (o Ruggero)[1] rimase ferito alla mano, dopo le ore 19.

 

Per protestare contro la morte di Giorgiana Masi il 14 maggio 1977 si tenne a Milano una manifestazione indetta da organizzazioni extraparlamentari di estrema sinistra, nel corso della quale morì colpito da proiettili Antonio Custrà, agente di polizia venticinquenne, in forza al III reparto celere. Il giorno successivo, per prostestare contro la sua morte, si tenne una manifestazione a Roma.

 

 

Il ritrovamento dell'arma probabile

Alcuni giorni dopo un netturbino trovò una pistola Smith & Wesson calibro 22, presubilmente l'arma del delitto. Una prima perizia balistica ordinata dal Pubblico Ministero dichiarò che l'arma era compatibile con le ferite. Una seconda perizia balistica ordinata dalla parte civile contestò che tale pistola con munizionamento normale potesse causare ferite così gravi, il proiettile avrebbe dovuto essere blindato per causare ferite così gravi.

 

Molti anni dopo una nota della DIGOS attribuì la proprietà della pistola a un terrorista deceduto nel frattempo, e quindi non in grado di fornire elementi utili.

 

Le indagini

L'inchiesta sull'uccisione di Giorgiana Masi e sul ferimento di Elena Ascione e del carabiniere Francesco Ruggeri (o Ruggero) fu chiusa il 9 maggio 1981 dal giudice istruttore Claudio D'Angelo su conforme richiesta del Pubblico Ministero con la dichiarazione di impossibilità di procedere poiché rimasti ignoti i responsabili del reato. Nella sentenza il giudice scrive : «E’ netta sensazione dello scrivente che mistificatori, provocatori e sciacalli (estranei sia alle forze dell’ordine sia alle consolidate tradizione del partito radicale, che della non-violenza ha sempre fatto il proprio nobile emblema), dopo aver provocato i tutori dell’ordine ferendo il sottufficiale Francesco Ruggero, attesero il momento in cui gli stessi decisero di sbaraccare le costituite barricate e disperdere i dimostranti, per affondare i vili e insensati colpi mortali, sparando indiscriminatamente contro i dimostranti e i tutori dell’ordine». ( (IL Messaggero 23.04.98).

 

 

Riapertura delle indagini

La riapertura del caso è stata negli anni sollecitata da più parti.

 

Le indagini furono riaperte nel 1998, affidate al PM Giovanni Salvi, della sede giudiziaria di Roma. (IL Messaggero 23.04.98). Fu ripresa in esame la pista della pistola.

 

Per l'ex presidente della commissione stragi Giovanni Pellegrino, le parole di Cossiga pronunziate sull'accaduto confermerebbero come "quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993". In una intervista a Dimitri Buffa il Senatore Pellegrino dichiara : «L'ipotesi di Pannella è che fossero le forze dell'ordine a cercare lo scontro e i morti per poi giustificare un colpo di mano autoritario. L'indagine della procura della repubblica di Roma si muove sull'ipotesi che fossero stati due autonomi a sparare. Ma il contrasto potrebbe risultare minimo allorché, dopo i necessari approfondimenti, venisse fuori, come io credo, che questi autonomi, lo erano solo tra virgolette, vista la permeabilità di quell'ambiente a certe infiltrazioni. Bisogna però lasciare tempo e spazio all'indagine giudiziaria»

 

 

La commissione d'inchiesta

 

Il deputato verde Paolo Cento ha presentato una proposta di legge per formare una commissione che si occupi di "abbattere il muro di omertà, silenzi e segreti attorno all'assassinio della giovane e per individuare chi ha permesso l'impunità dei responsabili".

 

 

Polemiche

Il ministro dell'interno Francesco Cossiga fu coinvolto in aspre polemiche per l'inadeguata gestione dell'ordine pubblico (vi sono fotografie che mostrano agenti in borghese mimetizzati tra i manifestanti che parrebbero, secondo alcune interpretazioni, sparare ad altezza uomo), e si dichiarò pronto a dimettersi "se avessi avuto le prove che la polizia aveva sparato". Nel 2003 dichiarò, però, "non li ho mai detti alle autorità giudiziarie e non li dirò mai - i dubbi che un magistrato e funzionari di polizia mi insinuarono sulla morte di Giorgiana Masi: se avessi preso per buono ciò che mi avevano detto sarebbe stata una cosa tragica.".

 

La lapide in ricordo di Giorgiana Masi posta su Ponte Garibaldi a RomaLa storia della morte di Giorgiana Masi è stata presa a simbolo di molte lotte giovanili contro presunte ingiustizie della polizia e della politica, ed è ancor oggi oggetto di forte polemica.

 

In un'intervista al (Corriere della Sera del 25 gennaio 2007, pag. 25, [1]) l'ex Ministro dell'Interno dichiara che cinque persone sono a conoscenza del'assassino e che il nome fu rivelato o dalla Fgci o da Cl.

 

 

 

Pannella commentò recentemente

 

 

  Citazione
Marco Pannella ha voluto ricordare che il 12 maggio 1977, "alle 16 c'era qualcuno che dal Viminale invitava a sparare e alcuni esponenti delle forze dell'ordine dicevano 'hanno già ammazzato due dei nostri', cosa non vera. Cossiga é troppo intelligente per non sapere che dicendo in pubblico 'ho saputo', 'mi é stato inoculato un dubbio', conferma quello che noi avevamo documentato. Tutto era molto chiaro, e lui sa che a questo punto l'autorità giudiziaria, se in Italia esistesse una autorità degna di questo nome, procederebbe. La verità é che quel giorno si tentò la strage per arrivare alla sospensione della legalità costituzionale". Per l'ex presidente della commissione stragi, Giovanni Pellegrino, le parole di Cossiga confermano che "quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993". Una commissione d'inchiesta per la verità sulla fine di Giorgiana Masi l'ha chiesta il deputato verde Paolo Cento che ha presentato una proposta di legge "per abbattere il muro di omertà, silenzi e segreti attorno all'assassinio della giovane e per individuare chi ha permesso l'impunità dei responsabili".
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  Citazione
Una commissione d'inchiesta per la verità sulla fine di Giorgiana Masi l'ha chiesta il deputato verde Paolo Cento che ha presentato una proposta di legge "per abbattere il muro di omertà, silenzi e segreti attorno all'assassinio della giovane e per individuare chi ha permesso l'impunità dei responsabili".

 

Se si potesse abattare IL MURO DI OMERTA' potremmo risolvere il 99% dei misteri italiani. fa rabbia ma non sarà mai così. c'è gente in questo paese che detiene segreti terribili e se li porterà dentro per tutta la vita e per un solo motivo, perchè non hanno coscienza e quando gli viene fuori li ammazzano.

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Ho voluto citare la storia di Giorgiana perchè esiste una testimonianza di Marco Pannella (uomo di onestà intellettuale indiscutibile e pacifico e democratico) che era lì quel giorno e che diede una descrizione precisa del fatto che NESSUNO fece nulla per provocare gli scontri.

 

Secondo lui fu tutta una cosa organizzata dalle forze dell'ordine, ovviamente dietro ordini superiori.

 

http://oknotizie.alice.it/go.php?us=21001ab94e240ade

 

 

un articolo eccezionale.

 

  Citazione
Ci sono dei giorni nei quali scrivere questa rubrica è veramente difficile. Sembra che quasi tutto sia stato già detto e che di quel che resta non valga la pena parlarne. Il futuro appare caratterizzato da troppe incognite e l’insulsa allitterazione delle ore del presente non merita soverchia attenzione.

Ed è allora, quando l’età inizia ad essere quella giusta, che il passato appare più degno di riflessione, non fosse altro perchè lo si conosce meglio di ogni altra cosa. Inoltre l’azione del tempo ha sedimentato le passioni e questo rende l’analisi più limpida anche se, spesso, più triste.

Stamattina mi sovviene che il 12 maggio di 30 anni fa moriva Giorgiana Masi.

Probabilmente il nome di questa ragazza, la cui breve vita si è sovrapposta alla mia negli anni migliori, non dirà nulla a molti dei xxxxx che si trovano a leggere queste parole. Eppure se riuscite ad andare oltre il fatto che la foto è in bianco e nero, se ignorate l’espressione corrucciata che in quegli anni si supponeva dover avere, quando si facevano le foto per i documenti, se provate ad immaginarla con i capelli acconciati in maniera più sbarazzina, se riuscite a perdervi nella bellezza serena e composta dei suoi occhi dolcissimi di bambina, capirete che i suoi diciannove anni non sono molto diversi dai vostri e che la fredda ed inconsapevole determinazione di una distratta mano omicida hanno sottratto a questa ragazza la gioia di vivere una giovinezza come la vostra, magari con vestiti un po’ strani e musica diversa, ma con le stesse emozioni e le stesse aspettative.

Giorgiana Masi aveva 19 anni nel 1977 e questa è una miscela che la storia ha dimostrato esplosiva.

Quelli erano anni nei quali il concetto che la democrazia non è delega ma partecipazione, veniva interpretato in maniera letterale e, spesso, molto determinata. Quelli erano anni nei quali chi prendeva opinabili decisioni sul futuro della gente era conscio di doversi misurare anche con la severa espressione di Giorgiana e non solo con l’occhio di una telecamera e con il grafico di un sondaggio.

In quei giorni di follia, speranza e cieca fiducia nel futuro si consumarono vite giovanissime e furono decisi molti destini. Con il fazzoletto rosso al collo e la MS accesa tra le labbra, con tanti xxxxx e ragazze come Giorgiana si consumò l’ultimo atto veramente rivoluzionario di un paese che di lì a qualche anno avrebbe consegnato le sue aspirazioni nelle mani di pochi uomini in cambio di una torpido benessere senza aspirazioni.

Oggi, quando anche il nostro presidente comunista dice che dobbiamo accontentarci, sembra che la stessa pallottola che ha ucciso Giorgiana abbia freddato l’orgoglio di un’intera generazione.

Da quel 12 maggio del 1977 ho accumulato molta esperienza. Ho capito che, inevitabilmente, a ognuno viene dato ciò che merita e quindi, se questo è il destino del mio paese, che esso si compia il prima possibile.

Mi spiace sinceramente per Giorgiana. Se non fosse stato per pochi grammi di piombo, avrebbe avuto il tempo di capirlo anche lei e forse oggi avrebbe la gioia di vedere i suoi bellissimi occhi ridipinti sul viso di una bambina. Non è stato. Non sarà. Sia quel che deve essere.

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Questa foto divenne famosa dopo la morte di Giorgiana Masi

 

1315.jpg

 

da precisare che questo assassinio avvenne dopo la morte del poliziotto Settimio Passamonti, alcuni quindi ipotizzano che più che di strategia della tensione si sia trattata di una situazione sfuggita di mano.

 

io ho vari ricordi di quegli anni alcuni piu vividi altri di meno ma da italiano sento di vivere in un paese che a mio avviso ha vissuto una sorta di vita parallela anzi di governo parallelo e la cosa che fa piu rabbia è che siamo tutti coscienti che quelle centinaia di colpevoli, autori di stragi o singoli assassini la faranno sempre franca. molti sono tra noi qualcuno magari lo conosciamo o lo incrociamo per strada come una persona normale.

 

io personalmente se ammazzo una mosca mi viene il rimorso e tutte le volte che leggo questi articoli, leggo di queste vite spezzate mi pongo sempre lo stesso interrogativo: come fa certa gente a compiere certi gesti ma soprattutto come fanno dopo a vivere una vita intera con la coscienza e le mani sporche di sangue.

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  smith ha scritto:
Certo che non può. Ma l'ha fatto. A quel punto si hanno due opzioni:

 

1) Manifestare rischiando di creare tensione.

2) Non manifestare evitando di creare tensione.

 

Se fai una scelta ti devi assumere la responsabilità della tua decisione.

 

 

Un governo si assume la responsabilità di decretare la sospensione di una libertà costituzionalmente garantita e si assume la responsabilità di uccidere persone innocenti.

 

Questa è la scelta.

 

Ed è questa scelta (llegale) che crea la tensione.

 

 

 

  castano_chiaro ha scritto:
xxxxx la situazione di carlo giuliani la vedete simile oppure no?

Assolutamente no, ma comunque anche lì, sono cose terribili che non dovrebbero mai succedere.

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