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Reggio Emilia, pugni e schiaffi alla presentazione del libro. Lo scrittore: disonorate la Resistenza

Skinhead di sinistra e partigiani, rissa per Pansa

Calci e pugni, lo scrittore: disonorate la Resistenza

 

 

REGGIO EMILIA — È la prima presentazione de «La grande bugia. Le sinistre italiane e il sangue dei vinti», il libro in testa alle classifiche. Giampaolo Pansa ha scelto Reggio Emilia, «città di misteri, terra del triangolo della morte», e ha invitato il cronista del Corriere a intervistarlo. L’autore esordisce rievocando quanto è accaduto un anno fa, in questa stessa sala dell’hotel Astoria, al termine della presentazione del suo penultimo libro, «Sconosciuto 1945». «Si alzò un signore sulla sessantina e disse: "Io non mi sento un cittadino di serie A. Sono solo un cittadino di serie B. Perché da sessant’anni cerco le ossa di mio padre, e non le ho ancora trovate».

In quel momento nella sala entra un giovane dalla testa rasata, scaraventa una copia de «La grande bugia» sul tavolo, si avventa contro Pansa e urla: «Io sono un cittadino di serie A, e lei ha scritto un libro infame per fare soldi sulle spalle della Resistenza! ». Entrano di corsa venti giovani dei centri sociali, alcuni di Reggio, altri venuti da Roma. Lunghi capelli con le treccine, pugni chiusi. Occupano la sala, srotolano striscioni rossi con le scritte «Revisionisti assassini» e «Ora e sempre Resistenza», cantano in coro «Bella Ciao».

 

La sala è strapiena, e ognuno reagisce a modo suo. Un gruppo di xxxxx di destra si scaglia contro i contestatori, tenta di strappare le bandiere rosse, volano spintoni e insulti. Ma pure alcuni ex partigiani si ribellano: «Siamo comunisti da cinquant’anni ma siamo qui per ascoltare Pansa, se non lo fate parlare siete peggio dei fascisti!». Altre botte, altri insulti. Dalla prima fila, dove siedono tra gli altri il direttore della Mondadori Gian Arturo Ferrari, quello della Sperling Marco Ferrario, Paolo Pisanò, l’avvocato Odoardo Ascari e l’editorialista di Repubblica Edmondo Berselli, alcuni si alzano per stringersi attorno a Pansa, che però rifiuta di abbandonare la sala: «Sono qui per incontrare i miei lettori reggiani e non mi lascerò intimidire da un gruppo di intolleranti».

Il cronista del Corriere tenta di convincere i più disponibili al dialogo a leggere un comunicato e andarsene. «La sala è occupata, sarete voi ad andarvene! ». Altri cori di Bella Ciao, minacce, tafferugli con i fotografi. Vengono distribuiti volantini: «Pansa prezzolato/ con l’infamia c’hai speculato». Dalla sala ritmano: «Libertà! ». I xxxxx dei centri sociali urlano: «Viva i fratelli Cervi! Viva Giorgio Bocca!». Coro di «buuu». Pansa tenta di farli ragionare: «Non state rendendo un servizio alla memoria dei partigiani». Alla fine arrivano tre volanti della polizia e la sala viene sgomberata.

 

Lungo applauso per Pansa, che a tarda sera può cominciare a parlare. «Sono contento di quanto è avvenuto. Perché indica di quale carica d’odio sia intrisa la vita pubblica italiana, e quanti pregiudizi ideologici facciano velo al dibattito libero sulla storia. L’importante è comportarsi come abbiamo fatto noi stasera: restare calmi, non lasciarci intimidire, e rendere ognuno libero di esprimere la sua opinione. Loro, e noi».

Aldo Cazzullo

17 ottobre 2006

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Pansa ha trovato quello che sperava secondo me;prima dice di non agitarsi,si fa paladino della verità storica da cercare con totale imparzialità e poi spara cifre assurde di migliaia di fascisti uccisi dai partigiani.

Giorgio Bocca lo ha detto chiaramente:quale storia avrebbe scritto l italia,se avessero vinto i nazifascisti?

I "bravi xxxxx di Salò"non aiutavano le vecchiette ad attraversare la strada ma fucilarono partigiani,mandarono in esilio antifascisti ,fecero catturare gli ebrei per farli bruciare nei campi di sterminio.

Si trattava di guerra civile e pur essendo un periodo drammatico della nostra storia ,fu un processo indispensabile per uscire dal disastro fascista.

Questo non è revisionismo storico secondo me ma solo trovata pubblicitaria a favore della vendita del suo libro ed a favore dei politici della destra ;lo scontro ideologico fa comodo !I nostri poitici non sanno andare oltre ,non hanno i mezzi intellettuali per farlo e non hanno strumenti tecnici per risollevare la nostra economia.

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premetto che non ho letto il libro di Pansa ma da quello che dici intuisco che tratta anche di crimini commessi dai partigiani. Il fatto che i fascisti potessero essere piu' crudeli o giustizieri non ridimensiona la cosa. La questione non e' chi ne abbia fatte di piu' ma il fatto che NON SE NE POSSA PARLARE.

 

Quell che tu riporti di Bocca invece è proprio l’ammissione di dovere dare una prospettiva politica moderna alla storia, “che storia avrebbero scritto se avessere vinto i nazifascisti” a me suona come “questa storia l;abbiamo scritta noi”… con "noi" che non significa necessariamente comunisti ma comunque "non-nazifascisti" e quindi, sempre in questa prospettiva, inclini a scrivere la storia secondo questa prospettiva.

 

Discutere di eventuali crimini commessi dai partigiani (in una guerra civile mi sembra ovvio che siano crimini da una parte e dall'altra) non significa ridimensionare le colpe del fascismo ma avere una prospettiva storica che non si pieghi alle esigenze della politica di oggi.

Modificato da Gurg
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e per piacere nessuno mi tiri fuori che la storia la scrivono sempre e solo i vincitori, lo so benissimo, quello di cui parlo e' il cercare di non dare una prospettiva utilitarista alla storia, la disonesta' intellettuale volta a servire l'ideologia di oggi

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ma infatti sono d accordo con te!!Il problema è che Pansa non è uno storico ,tantomeno uno scrittore di romanzi.La revisiione va fatta in maniera scientifica,non si possono sparare cifre di morti fascisti senza averne l esatta documentazione.Pansa sembra accostare addirittura i partigiani alle brigate rosse degli anni di piombo,inammissibile per la storia della nostra repubblica.QUELLO CHE MI PIACE sottolineare invece è che la polemica fascista-comunista fa comodo innanzitutto a Pansa,che vende piu libri.Ai comunisti ,per rin co gli onire i frikkettoni e prendere piu voti,fa comodo alla destra che in questo modo rievoca la figura dle comunista mangia bambini,del comnista che offusca la verità ecc...distogliendo l italiano medio piccolo dalle vere problmatiche del paese.

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premetto che non ho letto il libro di Pansa ma da quello che dici intuisco che tratta anche di crimini commessi dai partigiani. Il fatto che i fascisti potessero essere piu' crudeli o giustizieri non ridimensiona la cosa. La questione non e' chi ne abbia fatte di piu' ma il fatto che NON SE NE POSSA PARLARE.

 

Quell che tu riporti di Bocca invece è proprio l’ammissione di dovere dare una prospettiva politica moderna alla storia, “che storia avrebbero scritto se avessere vinto i nazifascisti” a me suona come “questa storia l;abbiamo scritta noi”… con "noi" che non significa necessariamente comunisti ma comunque "non-nazifascisti" e quindi, sempre in questa prospettiva, inclini a scrivere la storia secondo questa prospettiva.

 

Discutere di eventuali crimini commessi dai partigiani (in una guerra civile mi sembra ovvio che siano crimini da una parte e dall'altra) non significa ridimensionare le colpe del fascismo ma avere una prospettiva storica che non si pieghi alle esigenze della politica di oggi.

 

bellissimo ed estremamente 'sintetico' intervento Gurg, anche se lo dico essendo in questo caso della tua parte.

Indubbiamente la questione cmq appassiona e credo semplicemente che nuovi contributi debbano poter esssre valutati senza apriorismi e letture preconfezionate.

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bellissimo ed estremamente 'sintetico' intervento Gurg, anche se lo dico essendo in questo caso della tua parte.

Indubbiamente la questione cmq appassiona e credo semplicemente che nuovi contributi debbano poter esssre valutati senza apriorismi e letture preconfezionate.

 

incredibile! la prima volta che siamo d'accordo!

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ma infatti sono d accordo con te!!Il problema è che Pansa non è uno storico ,tantomeno uno scrittore di romanzi.La revisiione va fatta in maniera scientifica,non si possono sparare cifre di morti fascisti senza averne l esatta documentazione.Pansa sembra accostare addirittura i partigiani alle brigate rosse degli anni di piombo,inammissibile per la storia della nostra repubblica.QUELLO CHE MI PIACE sottolineare invece è che la polemica fascista-comunista fa comodo innanzitutto a Pansa,che vende piu libri.Ai comunisti ,per rin co gli onire i frikkettoni e prendere piu voti,fa comodo alla destra che in questo modo rievoca la figura dle comunista mangia bambini,del comnista che offusca la verità ecc...distogliendo l italiano medio piccolo dalle vere problmatiche del paese.

 

Billo.... Pansa parla per testimonianze dirette e/o documentali, facilmente acquisibili agli atti da qualunque pm volesse farlo.La scienza della storia è 'solo' questa.....riportare innanzitutto testimonianze e/o documenti.

Le evidenze che in quegli anni molto di quanto accaduto sia passato in cavalleria sono ormai tante.Non si tratta di cambiare il segno, da positivo a negativo, del valore 'resistenza', semmai definirne nuovi contorni e contenuti più consoni e rispondenti alle realtà emergenti.

 

La domanda che mi farei è perchè questo processo di revisione, di approssimazione alla verità storica (ovunque esso porti o non-porti), si sia reso possibile solo dopo 50 anni.

 

il fenomeno BR nasce in Italia nell'atmosfera politica e sociale data dal protrarsi dell'iconografia della lotta partigiana, che così si tramuta in lotta armata di classe.Pansa dice che in mezzo alle due fasi ce n'è una terza, quella in cui ancora anni dopo la fine della guerra venivano consumate vendette politiche o di ceto da parte di brigate partigiane nei confronti di (spesso presunti) ex fascisti.Soprattutto lo dicono le decine di testimonianze che lui raccoglie in questi anni.La genesi delle Br trova ragione non solo quindi nell'uso strumentale che si è fatto della resistenza, ma anche nella continuazione di quel processo di lotta civile e di classe che la 'resistenza' fu una volta finita la guerra.

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La resistenza è stata strumentalizzata dalle Br durante gli anni di piombo ma resta il fatto che la rsistenza di per sè resta una pagina importante della nostra storia,che va riletta,rivista,davvero in mnaiera imparziale,riconoscendo gli errori e le tragedie commesse anche dai partigiani.quest ultimi si armarono per hobby o perchè spinti dalla disperazione,dal desiderio di liberarci dalla guerra?Da fastidio quantificare le vittime,è disumano farlo,ma in quell epoca,in quel contesto,in che modo si poteva dare una mazzata finale al nazifascismo?Magari con un indultino?

Perchè per cinquant anni nessuno ha aprlato delle vittime del comunismo?Hai centrato il nocciolo della questione!Forse perchè gli storici,gli scrittori,sono dei vigliacchi=?Troppo facile uscire allo scoperto vent anni dopo Gorbaciov,la caduta del muro,dei regimi dell est!Ecco se Pansa avesse scritto un lavoro del genere in n epoca lontana "anni luce"dal revisionismo,meriterebbe a mio parere maggiore attenzione e tantissima stima ma cosi,la sua assomiglia piu ad un astuta operazione di mercato che ad un opera storica vera e propia.Detto ciò non giustifico coloro che tentano di zittire con la violenza e con la forza chi la pensa "diversamente" :fiorellino:

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