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FORFORA


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Forfora: inquilino fastidioso

 

Molte convinzioni al riguardo sono sbagliate. Quali sono le cause, come si cura e quali sono le abitudini da cambiare per liberarcene

È un problema che affligge molte persone, ma i dermatologi ne parlano poco quasi fosse un problema poco scientifico e così a parlarne è rimasta l’industria cosmetica che diffonde periodicamente notizie riguardanti la scoperta di nuovi ed “efficacissimi” rimedi. Superando i luoghi comuni sull’argomento, il professor Marcello Monti, responsabile dell’unità operativa di Dermatologia di Humanitas ci spiega la realtà scientifica del problema.

 

Che cos’è

 

"E’ vero - esordisce il prof. Monti - che la Dermatologia si occupa oggi preminentemente di tumori cutanei e di malattie invalidanti ma è anche vero che i disturbi cosiddetti minori non vanno dimenticati.

È certamente il caso della forfora, di cui si parla tanto sulle riviste patinate o negli spot televisivi, ma che raramente viene trattata in modo competente. La forfora ha il nome scientifico di Pityriasis capitis, ed è costituita da piccole squame cornee di varia grandezza che, staccandosi dal cuoio capelluto, vanno ad impigliarsi tra i capelli o a depositarsi sui vestiti , rendendosi particolarmente visibili. Per questo, un disordine apparentemente innocente spesso crea preoccupazioni di carattere estetico con conseguenze che si ripercuotono anche sulla socialità di chi è afflitto da questo problema.Tutti i tessuti cutanei sono soggetti a desquamazione, ma, al cuoio capelluto, il fenomeno si può accentuare fino a divenire forfora con prurito e arrossamenti. Si tratta di una instabilità delle cellule del capillizio causata da tanti fattori il principale dei quali è senza dubbio lo stress. Oggi la forfora è classificata tra le Dermatiti Seborroiche, dermatiti che fanno parte del quadro più ampio della Psoriasi. Come si vede un disturbo apparentemente banale ha invece implicazioni notevoli. Il dermatologo classifica le forfore in due tipi: quella grassa e quella secca".

 

Quali sono le cause

 

"Le cause di questo problema non si conoscono con esattezza - prosegue il prof. Monti - così come non è nota la causa della Psoriasi a cui la forfora è imparentata. Si riteneva, erroneamente, che essa fosse sostenuta dalla presenza di lieviti (funghi microscopici), per cui il trattamento di questo problema era, e in molti casi è ancora, orientato a eliminare questi agenti infettivi. I dati attualmente in nostro possesso si basano su osservazioni oggettive. Il passaggio dal normale processo di desquamazione alla produzione delle scaglie bianche che definiamo forfora è dovuto ad uno stato di infiammazione del capillizio. L’irritazione determina prurito e il distacco di placche cornee, certe volte anche di grandi dimensioni. Si tratta di un problema che riguarda, in modo più o meno rilevante, ciascuno di noi, ma esistono persone maggiormente predisposte di altre alla produzione di forfora. Essa fa la sua comparsa nel periodo dell’adolescenza perché risponde in qualche modo alla presenza e all’azione degli ormoni sessuali. Il fenomeno è leggermente più rilevante nelle giovani donne. Uno dei fattori di induzione di primo piano è lo stress, che aggrava la predisposizione di partenza e può spiegare il periodico accentuarsi della desquamazione. I bambini non hanno questo problema. In loro si può riscontrare piuttosto la presenza di crosta lattea sul cuoio capelluto, anche dopo il periodo della prima infanzia. Altre manifestazioni, che potrebbero essere interpretate come forfora, sono sicuramente dovute a differenti problemi dermatologici e bisogna quindi affrontarli con appropriati trattamenti che solo il medico sarà in grado di valutare. Non è stata dimostrata correlazione tra la presenza di forfora e il regime alimentazione seguito. Un’altra falsa credenza è che la forfora sia la conseguenza di scarse condizioni igieniche, ma non è così. Trascurare la pulizia comunque crea un’accentuazione del prurito e innesca un circolo vizioso: la persona si gratta e quindi infiamma ulteriormente il cuoio capelluto, andando in tal modo ad alimentare il processo in atto".

 

Come si cura

 

]"Occorre innanzitutto dire che non esiste un mezzo che ci permetta di eliminarla completamente - conclude Monti - in quanto, la predisposizione rimane. Ciò che i medici possono fare è intervenire per controllarla . È inevitabile dedicare qualche considerazione a ciò che l’industria cosmetica propone in questo settore. Nonostante le promesse legate alla promozione di molti prodotti, nessuno di essi è in grado di debellare la forfora. In genere si tratta di shampoo specifici o medicati. Nessuno shampoo può avere scopo curativo, essendo formulato per la pulizia dei capelli e dovendolo eliminare pochi minuti dopo l’applicazione. Un errore comune è poi quello di lavarsi la testa con energiche frizioni: questa azione ha l’effetto di irritare ulteriormente il cuoio capelluto. Invece occorre imparare a lavare i capelli evitando di frizionare la testa; questo è già un primo gesto ad azione preventiva contro la forfora. I dermatologi curano la forfora mediante lozioni (forfora secca) o creme (forfora grassa) da applicare sul cuoio capelluto. Le sostanze che costituiscono la base di questi trattamenti sono l’acido salicilico, alcuni composti dello zolfo e l’acido glicolico variamente combinati in lozioni o creme non untuose. Le moderne formulazioni offrono il vantaggio infatti di non ungere, e per ciò, applicate prima di andare a dormire, possono esser lasciate per tutta la notte ed allontanate con un lavaggio la mattina successiva. Le patologie appartenenti al gruppo delle dermatiti seborroiche, tra cui la forfora, vanno incontro, in estate, ad una naturale attenuazione, dovuta all’azione benefica delle radiazioni ultraviolette. In questa stagione, al fine di esporre più direttamente il cuoio capelluto alla luce del sole, può rivelarsi utile tenere i capelli corti".

 

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Personalmente penso che come primo passo è importante verificare nella cura della DS la funzione di un'equilibrata integrazione sistemica di antiossidanti e acidi grassi polinsaturi; se verifichiamo che questo equilibrio comporta significanti benefici, ma da solo non basta per la "risoluzione della situazione clinica", il piano terapeutico per la DS deve unire la cura topica proposta dall'articolo sopra indicato e la cura sistemica (dieta equilibrata e integrazione equilibrata antioossidanti acidi grassi essenziali);

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Ma Silversnow non abbiamo sempre detto che è meglio non usare cheratolitici come l'acido salicilico.

 

Si infatti se la nostra intenzione è quella di verificare se la cura di passi ippolito etc da sola risolve la situazione clinica della DS, mettere insieme anche cortisonici antimicotici cheratolitici, non ci consente di verificare i risultati perchè se ci fossero non sapremmo a chi attribuirli;

 

Ma se verificheremo che la cura passi da sola non risolve la situazione clinica della DS, significa che sicuramente oltre agli scompensi di antiossidanti e acidi grassi polinsaturi ci sono altre cause della DS che devono essere ancora conosciute;

 

Prima ho scritto che l'unione delle 2 cure sarebbe la soluzione migliore perchè si uniscono i benefici sistemici di una con quelli topici dell'altra, sottolineo che questa sarebbe la soluzione migliore solo nel caso verifichiamo che la cura passi da sola non funziona;

 

Mettere insiemse le 2 cure in quel caso è una buona soluzione perchè:

 

-nella cura passi la parte piu importante è solo quella sistemica, quella topica è solo coadiuvante, in altre parole per la cura passi l'equilibrio interno di antiossidanti e EFA si ristabilisce esclusivamente con dieta e integrazione, la parte topica non è così importante;

 

-la cura topica proposta qui sopra a base di sostanze allo zolfo o ittiolo invece mi sembra l'unica cura topica non farmacologica che potremmo seguire per controllare abbastanza bene la DS; tutte le altre cure topiche farmacologiche e non nel tempo portano solo ad effetti collaterali

 

-inoltre sto leggendo un articolo dove in effetti le sostanze cheratolitiche non sarebbero del tutto in contrasto con la cura di passi, quando ho finito di leggerlo vi informo

ciao

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per quanto riguarda gli effetti collaterali dei antimicotici , cheratolici e ,cortisonici sono d'accordo quando si utilizzano sul viso , ma sul cuoio capelluto è un altra storia . Prendendo ad esempio il tanto temuto cortisone ( tra l'altro è una sostanza naturale , lo stesso nostro organismo la produce) ,usata per brevi cicli sulla testa puo' controllare il problema della ds molto bene senza pericolo di atrofia cutanea (assotigliamento della pelle , effetto collaterale n1 nel lungo termine) , infatti la zona del cuoio capelluto è molto spessa , contrariamente invece alla delicata pelle del viso dove sono sconsigliati fortemente i cortisonici .

 

comunque meglio non mischiare le cure , se no ,non si percepisce l'efficacia dell'una e dell'altra , proviamo quella di passi poi si vede dopo 3 mesi .

 

ciao

Modificato da mariolino
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si adesso concentriamoci sulla cura passi, le mie ipotesi sono riferite solo al caso in cui la cura passi non dovesse essere risolutiva;

 

x i cortisonici e gli antimicotici penso cmq che anche in testa non siano una soluzione sostenibile nel lungo periodo, certamente causano meno effetti collaterali rispetto al viso

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