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A proposito di Terapia


Marliani

Messaggi raccomandati

L'effetto del cortisone sulla alopecia androgenetica non è immunodepressivo ma serve a meglio immagazzinare glicogeno nella guaina epiteliale esterna (la lamina vitrea) durante il catagen del capello ... questo glicogeno sarà essenziale poi in fase anagen 1° perche il nuovo capello possa raggiungere nel follicolo la giusta profondità evitando, per quanto possibile, il fenomeno di miniaturizzazione.

 

Nella androgenetica probabilmente (non posso saperlo con esattezza) il miglior corticosteroide potrebbe essere l'idrocortisonoe emisuccinato 1% - flebocortid - (la nostra surrene produce quotidianamente 25-60 mg di idrocortisone al giorno).

 

Anche i cortisonici non fluorurati derivati dall'idrocortisone (come locoidon, losalen, reticus etc) posso andare bene e sono adatti ad un uso discontinuo. Senza alcun effetto collaterale.

 

Per ottimizzare il catagen il glicogeno non basta...occorre anche l'estrone che è utilizzabile come solfato. Il solfato di estrone (che si può trovare come sostanza galenica o come premarin) è uno steroide ampiamente diffuso e presente in grandi quantità nell'organismo di tutti i mammiferi, maschi e femmina. Appare essere uno steroide inattivo ed è utilizzabile solo da organi muniti di solfatasi (come appunto il capello). Come steroide inattivo non ha effetti collaterali.

 

Minoxidil può essere abbinato ma non è detto che sia sempre utile! Il minoxidil è un mitogeno ed è utile SE le mitosi della matrice sono depresse! Questo è prima da valutare. In un effluvio il minoxidil può aggravare la situazione (che comunque raramente è grave).

 

La finasteride è un antiandrogeno 5 alfa reduttasi inibitore per competizione. Se si decide di prenderlo andrebbe preso per anni o per decenni ... è utile valutere se, quando e fin quando prenderlo ... comunque non è detto che debba essere prescritto subito, in prima istanza ed acriticamente. Anche il dosaggio standard di 1 mg al giorno può essere oggetto di discussione.

 

TENGO COMUNQUE A PRECISARE CHE LE MIE IDEE IN TRICOLOGIA NON SONO NECESSARIAMENTE LE IDEE DELLA SOCIETA' ITALIANA DI TRICOLOGIA (SITri) che a molte anime e io non sono la SITri.

La SITri ha molte anime e molte teste e non è affatto detto (e non è affatto vero) che le idee di tutti coincidano con le mie.

 

Saluti a tutti. icon_smile.gif

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Intanto ben venuto nel forum icon_smile.gif Sono contento che sia intervenuto e spero che vi sara' un bel dibattito con gli altri medici del forum....E spero che il tutto avvenga senza i soliti scambi di accuse o cose del genere, creiamo invece qualcosa di costruttivo da questa discussione....Grazie ancora dell'intervento ..ciauzzzzzzzz icon_wink.gif

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Andrea Mariliani scrive:

A proposito di foto di prima e dopo la cura.

 

 

Nessuna foto del prima e del dopo cura di pazienti sottoposti a terapia per defluvio androgenetico o alopecia androgenetica (non è la solita cosa) può essere significativa (se non, forse, quelle dei chirurghi, se sono onesti).

 

E' troppo facile fare foto apparentemente "significative" del prima e del dopo ... ed anch'io le ho, ma queste non hanno nessu valore probativo.

 

Se io faccio delle foto di un telogen effluvio potro mostrare splendidi risultati di un prima e dopo cura (è una situazione apparentemente grave ma di facile risoluzione).

 

Un ottimo risultato di una cura per androgenetica è solo il suo non progredire !!!

 

Io chiedo spesso ai miei pazienti di fotografarsi di anno in anno perchè possano rendersi conto se la situazione capelli rimane stabile.

 

Nessuna cura, per quanto ben articolata e ben congeniata, potrà ad oggi far ricrescere i capelli ad un calvo (per androgenetica) .

 

Non esistono attualmente cure miracolose in grado di dare rapidamente quei risultati che i pazienti vorrebbero e che, talvolta, si attendonoo.

 

D'altra parte siamo convinti che qualunque defluvio, seguito nel tempo, durante la sua evoluzione, curato adeguatamente e con competenza, possa sempre essere rallentato nel suo decorso naturale, possa spesso essere bloccato e talvolta, un poco, anche invertito, con ricrescita parziale dei capelli perduti.

 

Le foto del prima e del dopo mostrano al soggetto (paziente) che la sua "situazione capelli" è sempre la stessa.

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Benvenuto dottore.

Vorrei maggiori informazioni in merito alla "discutibile" dose di 1mg al dì di finasteride. Ke ne pensa lei di questo farmaco? Lo prescrive tranquillamente?

La ringrazio, vorremmo ascoltare le sue opinioni visto ke qui siamo tutti finasterizzati!

marco

10®

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A PROPOSITO DI IDROCORTISONE TOPICO

 

La terapia topica corticosteroidea in tricologia viene generalmente sconsigliata dalla maggior parte degli autori. I cortisonici fluorurati hanno provocato, con il loro uso ed abuso, danni cutanei come atrofia, acne steroidea, dermatite periorale etc. Riteniamo però che la maggior parte di questi danni siano in realtà da attribuire all'alogeno introdotto nella molecola per esaltarne la potenza ed allungarne l'emivita e che i corticosteroidi debbano essere attentamente rivalutati. Esaminiamo le ragioni per cui riteniamo valido usare corticosteroidi, particolarmente l'idrocortisone (cortisolo) nella terapia locale del defluvio androgenetico.

1) In caso di seborrea l'uso di un blando corticosteroide non alogenato è certamente utile per controllare l'eritema e la desquamazione oltre che per rimuovere il sebo, mettendo così la cute in condizioni di poter ricevere meglio le altre terapie topiche.

2) Il cortisolo (idrocortisone) facilità le attività mediate da cAMP (Iizuka H. - Voorhees J.), probabilmente mediante un blocco della fosfodiesterasi (Zanussi C.), forse anche attivando l'adenilciclasi, e contribuisce così ad attivare il metabolismo energetico del tricocheratinocita.

3) Il cortisolo attiva la neoglicogenesi delle cellule della matrice e della papilla del bulbo pilifero, analogamente a quanto avviene nel fegato. Il glicogeno si accumula nel citoplasma cellulare durante il telogen e viene consumato durante l'anagen (De Villez R.L.). Il cortisolo consente quindi una produzione di glicogeno garante della omeostasi glicidica ed energetica del capello.

4) Il cortisolo si lega debolmente ai recettori degli androgeni, riduce l'attività enzimatica della 5 alfa reduttasi e compete, sia pur blandamente, con il diidrotestosterone per il recettore citosolico.

5) Il cortisolo è probabilmente capace di incrementare i fenomeni di aromatizzazione del follicolo pilifero, analogamente a quanto dimostrato nel tessuto adiposo (Salerno R.).

L'uso topico di cortisonici può quindi risultare vantaggioso dato che si pone a cavallo fra le terapie endocrine e quelle intese a modulare, attraverso il sistema adeniciclasi-cAMP, il metabolismo energetico del bulbo pilifero.

 

I cortisonici risultano particolarmente utili nella terapia degli effluvi nei quali centinaia di capelli entrano, quotidianamente e contemporaneamente, in fase telogen (con caduta acuta e vistosa di centinaia di capelli al giorno, tutti nella stessa fase del ciclo vitale). Localmente, per applicazioni quotidiane, si può usare l'idrocortisone emisuccinato all'1-2% in preparazione galenica idro alcolica 70-80% , oppure l'idrocortisone 17-butirrato all'0,1% in alcol isopropilico 50% (specialità etica), il prednacinolone acetonide 0,05% in glicole propilenico e molte altre preparazioni etiche. Spesso l'effluvio si stabilizza e si arresta rapidamente, nel giro di qualche settimana, e ciò è anche strano se si considera che il telogen è di circa 100 giorni e che i capelli in telogen dovranno comunque cadere. Negli effluvi più "intensi" (molte centinaia e talvolta migliaia di capelli caduti ogni giorno) una fiala intramuscolare di 6-metilprednisolone acetato 40 mg, ripetuta ogni 7 giorni per 3 volte, fornisce spesso risultati spettacolari.

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A PROPOSITO DI ESTROGENI

 

Come il testosterone dereprime il gene della calvizie gli estrogeni lo reprimono.

Benché siano stati identificati nelle urine di donne gravide oltre 30 steroidi ad attività estrogenica, ed almeno 10 siano presenti nelle urine di donne in età fertile al di fuori della gravidanza, nella pratica clinica hanno importanza solo i tre classici estrogeni: estrone (E1), estradiolo (E2), estriolo (E3).

L'estradiolo si trova in equilibrio nel plasma con l'estrone e i due steroidi sono tra loro interconvertibili; l'estrone può convertirsi in estradiolo irreversibilmente. Nella donna in età fertile oltre il 90% degli estrogeni ovarici sono secreti come estradiolo che è anche lo steroide più attivo del gruppo.

A livello del follicolo del capello l'estrone (ma non l'estradiolo) attiva l'adenilciclasi delle cellule della matrice e della papilla.

I follicoli in telogen, fin dall'inizio del catagen, trasformano androstenedione ed estradiolo in estrone, con aumento delle concentrazioni di cAMP, fino a dare il via ad una nuova fase anagen modulando la fornitura di energia necessaria per la sintesi della cheratina ed attivando la produzione di HrGF dei cheratinociti staminali del bulge. Inoltre gli estrogeni circolanti diminuiscono la quota libera e attiva di testosterone nel plasma, favorendo la produzione epatica di Sex Hormone Binding Globulin (SHBG).

I follicoli in anagen producono invece diidrotestosterone da testosterone, con inibizione della adenilciclasi e calo dei livelli di cAMP fino al telogen.

Un primo tentativo terapeutico del defluvio in telogen androgenetico, riservato sesso femminile, potrà quindi basarsi sull'uso di estrogeni per via generale. L'etinilestradiolo viene somministrato di norma dal 5° al 21° giorno del ciclo a dosaggi variabili da O,01 a O,1 mg pro die. Gli estrogeni coniugati vengono somministrati a dosi variabili da 0,625 a 2,50 mg pro die. Notiamo che questi dosaggi (specie se si considera che l'effetto biologico dell'etinilestradiolo è almeno 10 volte superiore a quello dell'estradiolo naturale) sono piuttosto alti se paragonati alla quantità fisiologica degli estrogeni secreta giornalmente dall'ovaio che varia, a seconda dei diversi momenti del ciclo, da 0,15 mg a 0,5 mg die (estradiolo: 0,08-0,25; estrone: 0,11-0,24). Questi dosaggi soprafisiologici possono dar luogo ad effetti secondari: metrorragie, melasma del viso, candidosi vaginale, disturbi vascolari etc. La terapia con estrogeni nella donna fertile verrà quindi, più convenientemente, consigliata in associazione con progestativi con netta riduzione degli effetti secondari.

La terapia topica con estrogeni, da tempo proscritta, meriterebbe una riconsiderazione e una revisione.

Gli estrogeni sono dotati di un buon assorbimento transcutaneo, valutabile nel 10-14%, ed il loro uso topico ha in passato dimostrato un effetto sistemico evidente. Pur con questa limitazione il loro utilizzo nel defluvio androgenetico perimenopausale della donna, tenuto conto delle controindicazioni generali all'uso di estrogeni, appare razionale e scevro da effetti indesiderati. Per uso topico lo steroide più attivo, in senso tricologico, sembra essere il debole estrone a concentrazioni intorno allo 0,02%. L'applicazione topica a tale concentrazione comporta un totale di 0,2 mg di ormone per ml di soluzione; con un assorbimento del 10% (teorico) si potrà valutare la dose assorbita intorno a 0,02 mg e considerando la potenza dell'estrone per via generale (pari a circa 1/20 di quella dell'estradiolo), si vede come questo assorbimento (pari come attività ad una dose di 0,001 mg di estradiolo) potrà essere accettato come sicuro.

L'estrogeno ideale in senso tricologico potrebbe essere identificato nell'estrone solfato; questo è certamente utilizzabile dal follicolo pilifero corredato di solfatasi ed in grado di trasformarlo in estrone ma è completamente inattivo se assorbito come tale dal circolo sistemico. Perché privo effetti sistemici l'uso topico di estrone solfato è da possibile anche nel maschio.

La attuale difficile reperibilità sul mercato dell'estrone solfato ci fa utilizzare gli estrogeni coniugati equini, composti da estrone solfato per l'48%, da equilina solfato per il 26%, da 17 alfa diidroequilina solfato per il 15% e poi da piccole quantità di 17 alfa estradiolo, equilenina, e 17 alfa diidroequilenina, tutti sotto forma di sali sodici e loro esteri solforici. Si sappia che l'emivita plasmatica dell'equilina è molto lunga, tanto che dopo somministrazione parenterale se ne possono reperire in circolo quantità apprezzabili anche dopo tre mesi.

Presupposto teorico della terapia è che l'alopecia androgenetica sia dovuta a scarsa impregnazione estrogenica dei follicoli del cuoio capelluto. Per la terapia si usa una soluzione idro alcolica (etanolo 70°) di estrogeni coniugati allo 0,02% applicata sulla parte alta del cuoio una volta al giorno, o a giorni alterni, nella dose di 2 ml (=0,4 mg di principio attivo). I risultati sono apprezzabili in ambedue i sessi (vedi Marliani "la terapia medica della Calvizie comune").

Degno di nota il fatto che mai abbiamo avuto segnalazioni di effetti collaterali dovuti ad azione generale degli estrogeni, questo perché la soluzione impiegata contiene principalmente estrone solfato, steroide biologicamente inattivo e utilizzabile solo da tessuti muniti di solfatasi e quindi in grado di desolfatarlo, come appunto il follicolo pilifero e/o l'intestino (il che ne rende possibile la somministrazione orale).

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A PROPOSITO DI ESTRONE ed ESTRONE-solfato

 

Per estrogeni si intende un gruppo di steroidi in grado di indurre l'estro nei mammiferi femmine. Si tratta di un gruppo di sostanze naturali o sintetiche: fra le prime le più attive sono il 17 beta estradiolo, che è il principale prodotto endocrino dell'ovaio, e l'estrone. Questi composti sono presenti in circolo legati quasi totalmente alle proteine (SHBG) e sono in equilibrio fra di loro; entrambi possono trasformarsi in via definitiva in estriolo, metabolita finale.

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L'estrogeno ideale in senso tricologico potrebbe essere identificato nell'estrone solfato; questo è certamente utilizzabile dal follicolo pilifero corredato di solfatasi ed in grado di trasformarlo in estrone ma è completamente inattivo se assorbito come tale dal circolo sistemico. Perché privo effetti sistemici l'uso topico di estrone solfato è da possibile anche nel maschio.

La attuale difficile reperibilità sul mercato dell'estrone solfato ci fa utilizzare gli estrogeni coniugati equini, composti da estrone solfato per l'48%, da equilina solfato per il 26%, da 17 alfa diidroequilina solfato per il 15% e poi da piccole quantità di 17 alfa estradiolo, equilenina, e 17 alfa diidroequilenina, tutti sotto forma di sali sodici e loro esteri solforici. Si sappia che l'emivita plasmatica dell'equilina è molto lunga, tanto che dopo somministrazione parenterale se ne possono reperire in circolo quantità apprezzabili anche dopo tre mesi.

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Fra gli attivatori della adenilciclasi del capello sicura importanza fisiologica ha l'estrone.

Durante il catagen i follicoli piliferi metabolizzano attivamente l'estradiolo (non attivo sulla adenilciclasi del capello) in estrone, con aumento delle concentrazioni di cAMP dei cheratinociti della zona protuberante fino a dare il via ad una attiva moltiplicazione cellulare e ad una nuova fase anagen. I follicoli in anagen trasformano invece il testosterone in diidrotestosterone, con inibizione della adenilciclasi fino alla fase telogen.

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Quando l'attività della proteina-chinasi ed il conseguente blocco della fosfofruttochinasi è tale da deviare gran parte della glicolisi lungo lo shunt esosomonofosfatico, la grande quantità di NADPH prodotta porta ad un tale incremento della 5 alfa riduzione che il diidrotestosterone supera le capacità di metabolizzazione e si accumula con inibizione dell'adenilciclasi, con freno della produzione di cAMP, con freno della glicolisi e con riduzione della produzione di energia, fino a provocare il telogen del capello. A questo punto il follicolo comincia a metabolizzare attivamente testosterone in androstenedione, androstenedione ed estradiolo in estrone fino a attivare ancora l'adenilciclasi e la produzione di energia per il nuovo anagen.

Così il ciclo vitale del capello periodicamente si chiude e si riapre.

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Durante tutta la vita estrauterina, quando il pelo arriva alla fase catagen, la matrice, comunemente intesa, degenera e la papilla rimane connessa al bulbo solo mediante una colonna vuota di cellule epiteliali; in seguito questa colonna risale fino ad entrare fisicamente in contatto con le cellule germinative della zona protuberante (bulge) e in qualche modo ne attiva la produzione di HrGF. Le cellule staminali del bulge, con un processo molto simile a quello della formazione embriologica del pelo primitivo, migrano di nuovo verso il basso ricolonizzando la zona della matrice e, ripreso contatto con la papilla dermica, che ne inibisce la moltiplicazione e lo sconfinamento nel derma profondo mediante l'azione del TGF beta, poi inizia il nuovo anagen. La produzione di HrGF da parte delle cellule del bulge è verosimilmente attivata dall'estrone abbondantemente prodotto dal metabolismo del follicolo dalla fine dell'anagen. Nel caso del prevalere parziale del calone inibitorio sul fattore di crescita si avrà ad ogni ciclo pilare un capello sempre meno profondo, sempre più sottile, ad anagen sempre più breve: in definitiva, sempre più vellus.

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L'estradiolo benzoato è stato proposto anche come terapia del defluvio androgenetico in soluzione alcolica allo 0,005% per gli uomini, ed allo 0,15% per le donne, ma occorre tenere presente i possibili effetti dovuti al sicuro assorbimento percutaneo dell'ormone. In tal senso molto più fisiologico, probabilmente assai più efficace e certamente più sicuro appare l'uso dell'estrone solfato.

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il diidrotestosterone, ma non il testosterone né l'androstenedione, è in grado di inibire l'adenilciclasi e riduce la disponibilità di cAMP a livello dei follicoli piliferi (Adachi K.);

l'estrone, ma non l'estradiolo, attiva invece l'adenilciclasi aumentando l'cAMP nelle cellule follicolari (Parker F.).

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C'è una stretta relazione fra follicoli in anagen che producono diidrotestosterone da testosterone col calo dei livelli di cAMP fino al telogen e follicoli in telogen che metabolizzano testosterone ad androstenedione (De Villez R.L.), androstenedione (Schweikert H.U.) ed estradiolo in estrone (Parker F.), con l'aumento delle concentrazioni di cAMP, fino al via di un nuovo anagen.

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La conversione intracitoplasmatica del testosterone nel metabolita attivo diidrotestosterone, ad opera dell'enzima 5 alfa reduttasi, nodo centrale del controllo steroideo del ciclo del capello, avviene in presenza del coenzima NADPH2 la cui disponibilità è fattore di controllo e regolazione del metabolismo dell'ormone maschile. Il diidrotestosterone si combina quindi con un recettore citosolico, di natura proteica, a formare un complesso che entra attivamente nel nucleo cellulare, si coniuga successivamente con la cromatina, a livello di un recettore specifico, e tramite la formazione di mRNA, deprime (o induce) la sintesi proteica a livello ribosomiale (Farthing M.J.). In carenza di NADPH2, ma in presenza di NADH2, il testosterone può essere convertito in androstenedione dalla 17 beta idrossisteroido-deidrogenasi (Adachi K.) e poi aromatizzato ad estrone (Schweihert H.U.).

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La quantità fisiologica degli estrogeni secreta giornalmente dall'ovaio varia, a seconda dei diversi momenti del ciclo, da 0,15 mg a 0,5 mg die (estradiolo: 0,08-0,25; estrone: 0,11-0,24).

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Per uso topico lo steroide più attivo, in senso tricologico, sembra essere il debole estrone a concentrazioni intorno allo 0,02%. L'applicazione topica a tale concentrazione comporta un totale di 0,2 mg di ormone per ml di soluzione; con un assorbimento del 10% (teorico) si potrà valutare la dose assorbita intorno a 0,02 mg e considerando la potenza dell'estrone per via generale (pari a circa 1/20 di quella dell'estradiolo), si vede come questo assorbimento (pari come attività ad una dose di 0,001 mg di estradiolo) potrà essere accettato come sicuro.

L'estrogeno ideale in senso tricologico potrebbe essere identificato nell'estrone solfato; questo è certamente utilizzabile dal follicolo pilifero corredato di solfatasi ed in grado di trasformarlo in estrone ma è completamente inattivo se assorbito come tale dal circolo sistemico. Perché privo effetti sistemici l'uso topico di estrone solfato è da possibile anche nel maschio.

La attuale difficile reperibilità sul mercato dell'estrone solfato ci fa utilizzare gli estrogeni coniugati equini, composti da estrone solfato per l'48%, da equilina solfato per il 26%, da 17 alfa diidroequilina solfato per il 15% e poi da piccole quantità di 17 alfa estradiolo, equilenina, e 17 alfa diidroequilenina, tutti sotto forma di sali sodici e loro esteri solforici. Si sappia che l'emivita plasmatica dell'equilina è molto lunga, tanto che dopo somministrazione parenterale se ne possono reperire in circolo quantità apprezzabili anche dopo tre mesi.

Presupposto teorico della terapia è che l'alopecia androgenetica sia dovuta a scarsa impregnazione estrogenica dei follicoli del cuoio capelluto. Per la terapia si usa una soluzione idro-alcolica (etanolo 70°) di estrogeni coniugati allo 0,02% applicata sulla parte alta del cuoio una volta al giorno, o a giorni alterni, nella dose di 2 ml (=0,4 mg di principio attivo). I risultati sono apprezzabili in ambedue i sessi (vedi Marliani "la terapia medica della Calvizie comune").

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Gli estrogeni coniugati vengono somministrati per os a dosi variabili da 0,625 a 2,50 mg pro die.

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diagnosi: defluvio in telogen androgenetico maschile

 

(progesterone 2,5% due, cinque %

(minoxidil base 2% due %

(minoxidil solfato 2% due %

(estrogeni coniugati 0,01% zero, zero-uno %

(glicole propilenico 20 %

(alcol 80° q.b

di tale fai duecento millilitri

con contagocce:

due - tre millilitri a giorni

alterni, per uso topico

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L'estrone (E1), prodotto a partire dall'androstenedione, viene poi convertito in estradiolo (E2) tramite l'enzima 17-OH-steroidodeidrogenasi. Dall'estrone si forma inoltre un altro steroide, l'estrone solfato, tramite l'enzima sulfotranferasi. Si calcola che circa il 40% dell'estrone e dell'estradiolo plasmatico venga trasformato in estrone-solfato. Quest'ultimo steroide è biologicamente inattivo, ha un basso turn-over plasmatico e di conseguenza valori plasmatici (circa 10 e 40 volte maggiori rispettivamente dell'E1 e dell'E2). Esso può essere convertito in E1 tramite un altro enzima, la solfatasi ed in definitiva è substrato per la formazione di estrone ed estradiolo.

 

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L'attività biologica dell'estradiolo è largamente superiore a quella dell'estrone è largamente superiore a quella dell'estrone (quest'ultimo steroide possiede soltanto il 20% circa della potenza biologica dell'estradiolo) - da Giusti e Serio "Endocrinologia" pag 1490

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Il cortisolo naturale ed i cortisonici di sintesi sono capaci di incrementare i fenomeni di aromatizzazione del tessuto adiposo, aumentando la disponibilità degli estrogeni ai tessuti, indipendentemente dai livelli circolanti.

L'estradiolo e l'estrone, a livello dei tessuti bersaglio si trovano in equilibrio tra loro e tale equilibrio è regolato dalla 17-beta-OH-steroidodeidrogenasi. La reazione di ossidazione catalizzata da questo enzima (cioè la trasformazione in estrone) o viceversa la direzione di riduzione (cioè la trasformazione in estradiolo) è variamente modulata da altri steroidi. Nella fase luteinica del ciclo l'attività ossidativa dell'enzima è significativamente aumentata dal progesterone (Il progesterone stimola in vivo ed in vitro la trasformazione di E2 in E1). Alcuni androgeni deboli come DHEA, DHEA-S ed il delta-5-androstenediolo promuovono la trasformazione dell E1 in E1 solfato.

Molti quadri clinici come l'ovaio policistico, l'anovulazione cronica e l'insufficienza luteinica, di qualunque origine, comportano quindi uno stimolo estrogenico più o meno prolungato nel tempo e non antagonizzato dal progesterone Tali condizioni rappresentano un fattore di rischio per il cancro della mammella. - da Giusti e Serio "Endocrinologia" pag 1491 -

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Gli estrogeni non sono necessariamente steroidi. Fra questi i composti derivati dalla molecola dello stilbene ed in particolare il dietilstilbestrolo. Simile strutturalmente è il clorotiansene (TACE) Dalla modifica di questa molecola sono derivate alcune sostanze a bassa attività estrogenica ma dotate di forte impegno dei recettori per gli estrogeni e quindi, in pratica, ad attività antiestrogenica come il clomifene ed il tamoxifene.

Al gruppo degli estrogeni non steroidei appartengono anche alcune sostanze come i fitoestrogeni (luppolina ad esempio) ed i glucosidi cardiaci (digitale).

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POTENZA RELATIVA DI ALCUNI ESTROGENI ! ATTIVITA' ANTIGONADOTROPA

!

estradiolo 100 ! 100

estrone 30 ! 30

estriolo 3 ! 10

etinil-estradiolo 150 ! 300

mestranolo 10 ! 100

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nomi commerciali:

ESTROGENI CONIUGATI = Premarin

PIPERAZINA ESTRONE SOLFATO = Ogen (Non registrato in Italia)

 

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NB: esiste in commercio una specialità medicinale per uso topico di estrogeni coniugati (“Premarin crema dermatologica” ®), con indicazione acne volgare (!), che contiene una concentrazione di esogeni coniugati al 62,5% (!).

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A PROPOSITO DI Minoxidil (e sostanze correlate)

 

Chimicamente il minoxidil è una 2,4 diamino-6-piperidino-pirimidina-3-ossido con peso molecolare di 209,25. Attualmente è l'unica sostanza registrata come "farmaco anticalvizie".

Si tratta di un vasodilatatore periferico diretto, attivo per via orale, senza interessamento dei recettori beta adrenergici che non vengono bloccati. E'un farmaco ad elevata attività, con emivita media di 4,2 ore, la cui indicazione era, in origine, il trattamento della ipertensione refrattaria alle comuni terapie.

La sua "avventura" come anticalvizie inizia nel 1979, quando Burton e Marhall descrissero una ipertricosi interessante la fronte, i padiglioni auricolari, le tempie, le sopracciglia e gli avambracci di un uomo di 50 anni, iperteso, che assumeva minoxidil al dosaggio di 15 mg/die ed ipotizzarono che una formulazione topica del farmaco potesse stimolare la crescita locale dei capelli nelle forme iniziali di calvizie.

Zappacosta, nel 1980, descrisse un caso di "inversione di defluvio androgenetico" in un paziente in cura con il minoxidil.

Nel 1984, Uno descrive su modello animale, macaca speciosa, l'effetto anticalvizie di una soluzione di minoxidil al 5%.

La stessa casa produttrice del farmaco, dopo un momento di relativo shock, iniziò quindi una serie di accertamenti sull'efficacia del minoxidil come anticalvizie, accertamenti che culminarono poi nel riconoscimento da parte della F.D.A. e nell'immissione sul mercato di una soluzione al 2% in alcol, acqua e glicole propilenico.

L'assorbimento del farmaco per uso topico pare essere molto basso, intorno all'1,4% della dose applicata (con oscillazioni da 0,3 a 4,5 %), vale a dire 0,28 mg/die, attenendosi alla posologia consigliata di 2 ml di soluzione al 2% al giorno e in circa 4 giorni il 95% viene escreto (nella quasi totalità) attraverso le urine.

L'efficacia del minoxidil come anticalvizie è ormai accettata. Il farmaco sembra in grado di fermare e talvolta invertire il progressivo miniaturizzarsi del capello, cioè l'involuzione del pelo terminale a pelo vellus tipica del defluvio androgenetico.

Sotto quest'ottica è chiaro che il farmaco può agire solo dove esiste un centro germinativo, non potrà quindi mai far crescere peli sui polpastrelli o su una zona di alopecia cicatriziale.

La valutazione dei risultati ottenuti con il minoxidil ha sofferto di soggettività e per questo le varie casistiche parlano di risultati positivi dal 10 al 70%. L'effetto terapeutico comincia a manifestarsi dopo una latenza di 4-6 mesi. Il minoxidil combatte il sintomo, ossia la miniaturizzazione progressiva dei capelli ma non agisce minimamente sulle cause genetico-endocrine della calvizie, pertanto la sua efficacia è parziale e sembra perdurare solo finché viene applicato.

Non è completamente definito il meccanismo d'azione che comunque coinvolge certamente le vie di controllo metabolico e non i meccanismi ormonali. In particolare l'azione sarebbe a livello della proteina-chinasi che, a concentrazione normale attiva la glicolìsi (metabolizzazione del glucosio ad acqua e anidride carbonica) che a sua volta attiva il ciclo di Krebs (produzione di energia) con stimolazione finale dei ribosomi alla sintesi proteica (e quindi alla crescita del capello) mentre, a concentrazioni elevate rallenta prima la glicolisi e successivamente le sintesi proteiche in maniera diretta (meccanismi di controregolazione).

Ne deriva che l'AMPc intracitoplasmatico non deve essere troppo (si avrebbe un telogen effluvium) né troppo poco (si avrebbe un defluvium in telogen, cioè con significativa quota percentuale di telogen prematuri come nell'alopecia androgenetica)

Nel 1983 Baden e Kubilus hanno segnalato che culture di cheratinociti umani, trattate con minoxidil, sopravvivono più a lungo dei controlli. Questo suggerisce che il minoxidil rallenti la senescenza di queste cellule analogamente a quanto accade con "fattore di crescita epidermico" (EGF). Se si considera che l'EGF, o un fattore di crescita a lui simile (HrGF ?), è verosimilmente implicato nel mantenimento della fase anagen, si intuisce quale potrebbe essere il meccanismo d'azione del minoxidil.

Si sa inoltre che il minoxidil aumenta a livello di membrana la permeabilità al potassio ed impedisce l'ingresso del calcio che potrebbe frenare la sintesi di cAMP.

In definitiva il minoxidil si colloca come un potente attivatore della proteina chinasi mimando l'azione di un "fattore di crescita" (HrGF ?). Ancora, il minoxidil induce una immediata e potente vasodilatazione del microcircolo della papilla dermica ed anche questo potrebbe favorire il prolungarsi della fase anagen (ma non è certamente questo il motivo fondamentale della sua azione tricologica).

Una volta penetrato nel follicolo pilifero e nel derma il minoxidil viene metabolizzato in solfato di minoxidil, che pare essere il suo metabolita attivo.

L'emivita del farmaco applicato sulla cute è mediamente di 22 ore e ciò giustifica anche la prescrizione di una sola applicazione giornaliera.

Riguardo agli effetti collaterali i casi segnalati di ipertricosi e crescita di peli in sedi diverse dal cuoio capelluto (volto, spalle, orecchi) sono verosimilmente causati da eccessiva applicazione del prodotto, da applicazione in sedi sbagliate o da diffusione con il sudore. Per il resto gli effetti collaterali non si discostano da quelli segnalati con il placebo. Numerosi studi svolti in tutto il mondo hanno confermato che un'accurata preliminare selezione dei soggetti da trattare e l'utilizzo di dosaggi non eccessivi evitano la quasi totalità degli effetti collaterali spesso riferiti. Nella nostra casistica, ad eccezione di qualche eritema locale, non abbiamo osservato altre reazioni. Il minoxidil nelle formulazioni disponibili in commercio è al 2% in soluzione alcoolica 70°. L'impiego di concentrazioni più elevate, fino al 5%, come riferito da alcuni studiosi americani, non ci trova d'accordo in quanto aumenta il rischio di effetti collaterali e, probabilmente, espone il paziente al richio di un telogen effluvium.

In conclusione con il minoxidil abbiamo a disposizione un'ulteriore arma contro la calvizie, attiva sul controllo metabolico del capello. Il minoxidil è un vero farmaco che deve essere quindi prescritto dal medico e la sua utilità è maggiore se i soggetti da trattare vengono preventivamente selezionati evitando inutili rischi a chi presenta altre malattie del cuoio capelluto e inutili spese a chi ormai è affetto da calvizie irreversibile.

 

Alcune sostanze chimicamente correlate col minoxidil, in particolare il solfato di minoxidil, il dicloridrato di minoxidil ed il triaminodil( 2,6 diamino-4-pirrolidino-pirimidina-1-ossido) sono state proposte il terapia.

Il solfato ed il dicloridrato di minoxidil sono, a differenza del minoxidil, solubili in acqua e questo può essere un vantaggio quando sia utile una preparazione di soluzioni ad uso topico con alcol basso (20-30%), poiché il solfato di minoxidil, che del minoxidil è il primo metabolita cutaneo, sembra sia il metabolita attivo, si suppone che il suo effetto possa essere analogo.

Il triaminodil è una sostanza chimicamente molto simile al minoxidil che è stata usata il tricologia cosmetica molto prima che il minoxidil fosse immesso in commercio. Ancora oggi poiché il minoxidil non può essere usato in preparazioni cosmetiche e non può essere venduto senza ricetta medica, l'industria cosmetica propone come alternativa il triaminodil in alcune preparazioni per uso "tricologico" di libera vendita.

Il grave handicap di queste sostanze è la quasi assoluta mancanza di studi controllati sulla loro presunta efficacia clinica.

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A PROPOSITO DI DUBBI E RIFLESSIONI SULLA FINASTERIDE NELLA ALOPECIA

 

 

- Con la finasteride abbiamo arricchito il nostro “armamentario terapeutico tricologico” di un potente farmaco ma quando ci occupiamo di un defluvio androgenetico (il termine “calvizie” indica un altra cosa) ricordiamoci che non stiamo curando (to attend) un malato ma che ci prendiamo cura (to take care of) di una persona sana, per di più giovane.

 

- Sulla finasteride crediamo di sapere tutto ma l’esperienza, anche recente, ci ha insegnato che gli effetti degli steroidi sono sempre molteplici e non tutti facilmente prevedibili a breve distanza.

 

- Con la finasteride dobbiamo obbligatoriamente, pena il fallimento terapeutico, pensare ad una terapia cronica che durerà anni, forse molti anni.

 

- Voglio anche invitarvi a ragionare con la vostra testa ed a non fare mentalmente l’equazione, facile ma riduttiva, “testosterone -> diidrotestosterone -> calvizie” perché l’alopecia androgenetica è qualcosa di molto molto più complesso ed un simile ragionamento ci porterebbe fra qualche anno a concludere (come abbiamo, a torto, fatto con il minoxidil) che la finasteride non serve a niente o quasi.

 

- Quando nel 1974 Imperato-Mc Ginley J. (“Steroid 5 alfa reductase deficiency in man: an inherited form of male pseudohermaphroditism” Science 1974; 186: 1213 - 1215) descrisse il deficit di 5 alfa reduttasi, ci parlò di una piccola comunità isolata della Repubblica Domenicana dove tutti sono imparentati con tutti, in pratica ci descrisse una famiglia senza calvizie, viene anche il dubbio che questi soggetti non avessero alopecia androgenetica semplicemente perché in questa famiglia manca la “genetica” per calvizie.

Da notare che il deficit descritto da Imperato ha penetranza molto variabile da quasi inapparerente, di medio grado in taluni con attivazione della spermatogenesi alla pubertà, clamoroso in altri con ialinosi dei tubuli seminiferi e sterilità definitiva.

Ancora va notato che, secondo Imperato, questi soggetti non conoscono calvizie né ipertrofia prostatica né acne il che è in contrasto con la asserita presenza di 5 alfa reduttasi tipo 1 a livello delle ghiandole sebacee del viso. Del resto Imperato non ci parla di isoenzimi ma solo di deficit di 5 alfa reduttasi tanto che prende questi soggetti come “modello” per stabilire quali siano le azioni periferiche del testosterone e del diidrotestosterone.

 

- Per avere alopecia androgenetica maschile occorre avere l’ereditarietà (la genetica) e l’androgeno responsabile (il DHT) indipendentemente dalla sua quantità! L’ereditarietà per calvizie maschile è determinata da un “mosaico genetico” (ne sapremo forse di più quando sarà più avanti il “Progetto Genoma”), in pratica si comporta come dominante in presenza di DHT e come recessiva in assenza di DHT.

A livello cutaneo, pensate all’acne delle ragazze, è sempre la presenza dell’ormone che fa l’effetto e non la sua quantità.

 

- Abbiamo già detto come parte dei soggetti studiati da Imperato nel 1974 mostrasse ialinosi dei tubuli seminiferi con FSH alto (+? 100%) e sterilità definitiva.

Per l’evoluzione dello spermatocita a spermatozoo (spermatogono -> spermatocita primario -> spermatocita secondario -> spermatite -> spermatozoo) è indispensabile la presenza nell’epididimo di grandi quantità di DHT, tanto che nelle vene spermatiche si ritrova l’80% del DHT prodotto dall’intero organismo. Ora se è certo che la finasteride è un inibitore potente dell’isoenzima 2 della 5 alfa reduttasi è altrettanto certo che i tessuti dell’epididimo sono in assoluto i più ricchi di questo isoenzima (più ricchi della prostata e anche del testicolo).

 

- Gli studi sulla spermatogenesi di soggetti sottoposti a terapia con finasteride non sono ancora sufficientemente dirimenti da lasciarmi del tutto tranquillo; se è vero che un soggetto con 100.000.000 spermatozoi mm3 in terapia con finasteride rimane certamente fertile cosa si può dire di un soggetto fertile ma con 20.000.000 spermatozoi mm3? I pazienti (o dovemmo dire i “clienti” visto che non si tratta di malati) a cui diamo la finasteride hanno l’età che la Natura ha riservato alla riproduzione e parlando di alopecia, come abbiamo già detto dobbiamo pensare ad una terapia cronica che potrà durare anche molti anni.

 

- Un eventuale oligospermia sarà poi sempre reversibile?

 

- Gli studi sugli isoenzimi della 5 alfa reduttasi sono confusi per non dire contraddittori.

 

- Per la prima volta parla di isoenzimi della 5 alfa reduttasi Andersson nel 1990 (Andersson S, Russell DW: “Structural ad biochemical properties of clones and expressed human ad rat steroid 5 alfa reductases” Proc Natl Acad Sci USA 87: 3640 - 3644, 1990) e sostanzialmente ci dice che da una mutazione dell’isoenzima 2 consegue lo pseudoermafroditismo maschile descritto da Imperato. L’isoenzima tipo 1 non è espresso nella pelle fino alla pubertà. Negli adulti calvi e non calvi non ci sono differenze quantitative nella espressione della 5 alfa reduttasi tipo 1. L’isoenzima tipo 2 è espresso transitoriamente nella cute e nel cuoio capelluto dei neonati. L’isoenzima tipo 2 è predominante e dimostrabile nella cute dei genitali maschili, nelle ghiandole sessuali accessorie maschili e nella prostata, come anche nei tessuti dell’adenoma e dell’adenocarcinoma prostatici.

 

- del 1992 è il lavoro di Harris (Harris G., Azzolona B., Baginsky W, et al: “Identification and selective inhibtion of an isozyme of steroid 5alfa-reductase in human scalp” Proc Natl Acad Sci USA 1992; 89: 10787 - 10791) che conferma l’esistenza di almeno due isoenzimi del 5 alfa reduttasi. Entrambi gli isoenzimi furono inizialmente isolati nel tessuto prostatico e chiamati 5 alfa reduttasi tipo 1 e 5 alfa reduttasi tipo 2. ...(omissis)... Nella prostata, la 5 alfa reduttasi tipo 1 è presente solo a bassi livelli a differenza dell'abbondanza di 5 alfa Reduttasi 2, ma nel cuoio capelluto di uomini con alopecia androgenetica, la 5 alfa reduttasi 1 è l'isoenzima predominante.

 

- Così avanti, saltando, al 1994 Russel (Russel D.W., Wilson J.D.: “steroid 5alfa-reductase: Two genes/two enzimes” Annu Rev Biochem 1994; 63: 25 - 61) ci dice che la circolazione di DHT è dosabile anche nei soggetti con delezione o mutazione del gene della 5 alfa reduttasi (lo diceva anche Imperato). La scoperta di due distinti isoenzimi, dipendenti da due distinti geni, della steroido 5 alfa reduttasi ha meglio chiarito le cose. I due isoenzimi della 5 alfa reduttasi sono poi stati clonati e chiamati tipo 1 e 2. Il tipo 1 è prevalente nel cuoio capelluto ed il tipo 2 nei tessuti genitali.

 

- nel 1996 Keinth D., Kaufman “Merk Research Laboratories” (Keinth D., Kaufman - from the Merk Research Laboratories, Rahwey, New Jersy - : “Androgenic metabolism as it affects hair growth in androgenetic alopecia” Dermalologic Clinics 1996; 4: 697 - 711) fanno una review sulla letteratura e così si legge: “ ...(omissis)... Nel 1974, la descrizione di pazienti con una inusuale forma di pseudoermafroditismo maschile incompleto che gettò nuova luce sulla patogenesi della alopecia androgenetica (AGA). (vedi: Imperato-Mc Ginley J., Guerrero L., Gautier T., et al: “Steroid 5 alfa reductase deficiency in man: an inherited form of male pseudohermaphroditism” Science 1974; 186: 1213 - 1215) Gli uomini affetti erano omozigoti per una mutazione del gene della 5 alfa reduttasi, nati con genitali ambigui erano allevati inizialmente come femmine. La evidente virilizzazione alla pubertà mutava la loro identità sessuale da femmine a maschi durante l’adolescenza. Da adulti mostravano normale libido di tipo maschile, integrità della massa muscolo-scheletrica, una prostata piccola che non cresceva con l’età, scarsa peluria del volto e del corpo, e mancanza di perdita di capelli. .. omissis .... La assenza di alopecia androgenetica ed ingrandimento prostatico in questi soggetti maschi... omissis... suggerì che il DHT, piuttosto che il testosterone, fosse implicato nella patogenesi di questi disturbi. La carenza o completa assenza di circolazione di DHT in questi pazienti fu inizialmente spiegata con la mutazione della attività enzimatica di 5 alfa reduttasi in una forma anomala, ma non assente. Successivamente si poté definire che la circolazione di DHT era dosabile anche in soggetti con delezione - mutazione del gene della 5 alfa reduttasi. (vedi: Andersson S, Russell DW: “Structural ad biochemical properties of clones and expressed human ad rat steroid 5 alfa reductases” Proc Natl Acad Sci USA 87: 3640 - 3644 , 1990) Questa scoperta suggerì la possibilità dell’azione di una diversa forma, o isoenzima, di 5 alfa riduttasi umana. ...omissis... I due isoenzimi della 5 alfa reduttasi sono poi stati clonati in successione (vedi: Russel D.W., Wilson J.D.: “steroid 5alfa-reductase: Two genes/two enzimes” Annu Rev Biochem 1994; 63: 25 - 61.), chiamati tipo 1 e tipo 2, ne è stata poi dimostrata la presenza nei diversi tessuti. (vedi: Harris G., Azzolona B., Baginsky W, et al: “Identification and selective inhibtion of an isozyme of steroid 5alfa-reductase in human scalp” Proc Natl Acad Sci USA 1992; 89: 10787 - 10791) (vedi: Gormeley G.J.: “Finasteride: A clinical review” Biomed Pharmacoter 1995; 49: 319 - 324.)

L’isoenzima 1 della 5 alfa reduttasi con pH ottimale intorno a 7.5 è predominante nella cute e nelle ghiandole sebacee e sembra sia normalmente espresso nei soggetti con deficit di 5 alfa reduttasi. L’attività dell’isoenzima 2 della 5 alfa reduttasi è ridotta o assente nei soggetti con deficit di 5 alfa reduttasi. come si era pensato questo è l’isoenzima predominante nei tessuti del tratto genito-urinario, come nella prostata.

Nella cute del cuoio capelluto dei soggetti normali, l’isoenzima tipo 2 è presente per un breve periodo subito dopo la nascita, non è più dimostrabile successivamente per mancanza di attività 5 alfa reduttasica fino alla pubertà, poi (alla pubertà) appare l’attività dell’isoenzima tipo 1 che rimane predominante per tutta la vita. (vedi: Thigpen A., Silver R., Guileyardo J.M., et al: “Tissue distibutionand ontogeny of steroid 5alfa-reductase isozime expression” J Clin Invest 1993; 92: 903 - 910. Non si conosce il significato di questa transitoria, fugace, espressione dell’isoenzima 2 nella cute del cuoio capelluto, né se essa sia più accentuata nei bambini con anamnesi familiare di alopecia androgenetica, ma è possibile che essa abbia un significato di “imprinting” sui follicoli del cuoio capelluto. I fattori che controllano e regolano l’espressione degli isoenzimi della 5 alfa reduttasi non sono conosciuti.

...(omissis)... La marcata riduzione di DHT nella cute del cuoio capelluto dopo trattamento con finasteride, un inibitore della 5 alfa reduttasi tipo 2, è alla prima sorprendete, perché nelle preparazioni di tessuto da cuoio capelluto l’isoenzima predominante è il tipo 1 della 5 alfa reduttasi.

 

- A questo punto un altro dubbio viene spontaneo: è regola generale in endocrinologica che se viene parzialmente inibito un sistema enzimatico gli ormoni a monte del blocco aumentano (Imperato valutò nel campione da lui esaminato un testosterone normale o alto (+? 10-50%), LH alto (+? 400%), FSH alto (+? 100%), Androstenedione alto (+? 10-50%) ed il blocco viene forzato con il risultato che gli ormoni a valle sono normali. Questo non sembra avvenire quando si fa terapia con finasteride perché è documentata una diminuzione tissutale a livello del cuoio capelluto del DHT che risulta subire un decremento intorno al 70%, ma questo sarà davvero, come utile ed auspicato, un decremento intracitoplasmatico nel cheratinocita o non rifletterà piuttosto il concomitante ed almeno inutile decremento del DHT di origine testicolare? tanto che Keinth e Kaufman cmmentano: “...(omissis)... Peraltro il decrescere del DHT nella cute di cuoio capelluto durante terapia con finasteride orale può riflettere in parte il concomitante decremento del DHT circolante.

 

- Dal 1995 in poi via via con gli anni, leggendo i lavori dei varii autori, l’isoenzima 2 è comparso nel cuoio capelluto dell’adulto, si è stabilmente insediato nella papilla e nella matrice del capello, è diventato preponderante e l’isoenzima 1 è andato invece scemando fin quasi a scomparire dal follicolo e per giustificarne la innegabile presenza “quantitativa” si è praticamente confinato nella ghiandola sebacea ma, vi ricordo, i soggetti studiati da Imperato non hanno acne!

 

- Poi sono venuti i trial clinici ma, parafrasando Rebora, (Firenze, 06 marzo 99), le nostre conoscenze sui fenomeni che governano la crescita ed la caduta dei capelli sono largamente inadeguate. ...omissis... “Normalità” è un concetto che, in tricologia, è estremamente vago. ...omissis... Tendiamo a considerare normale ogni soggetto con - tutti i sui capelli - o ci affidiamo agli schemi delle classificazioni di Hamilton e di Ludwig. Ma, se la calvizie comune inizia alla pubertà (e persino questo è solo una domanda, non un fatto indiscutibile) molti casi di “progressione di calvizie” sfuggono ai nostri schemi classificativi e questo può indebolire la correttezza dei nostri trial clinici.. Dobbiamo confessare che ignoriamo che cosa sia e cosa non sia l’avere una “nomale” capigliatura.

 

- Allora quando usiamo la finasteride ricordiamoci che:

 

1) praticamente tutti gli effetti cutanei degli ormoni sessuali sui follicoli pilosebacei hanno la caratteristica di NON essere dipendenti dalla quantità dell’ormone ma dalla sua presenza,

 

2) i 4-azasteroidi non inibiscono, se non minimamente, la 5 alfa reduttasi isoenzima 1,

 

3) il tempo di terapia non può che essere di anni, forse molti anni, che sono poi gli anni che la Natura ha dedicato alla riproduzione,

 

4) Il farmaco si ritrova, sia pur in minima quantità, nell’eiaculato e non sarei del tutto certo che un feto di sesso maschile non possa subire femminilizzazione nel caso che la madre venga esposta allo sperma di un paziente in trattamento.

 

5) l’assenza di danni della finasteride sulla fertilità maschile è aio parere tutta da verificare,

 

6) la finasteride è teratogena negli animali ed il produttore avverte che le donne in stato di gravidanza o che potrebbero esserlo non devono assumere finasteride o maneggiare compresse rotte o sminuzzate.

 

7) ci accingiamo a dare finasteride a giovani maschi SANI per una possibile “cura” di un discutibile dismorfismo.

 

E’ ovvio che, a questo punto, sarà solo la pratica clinica a dare, da qui a qualche anno, una risposta esaustiva a questi miei dubbi.

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Egregio Dr. Marliani,

sono un collega (specializzato in Farmacologia Clinica) e sicuramente avrai letto i miei "contestatissimi" interventi nel forum.

Da parte mia molto brevemente, vorrei chiederti (se posso darti del tu) quali sono gli schemi terapeutici che, in base alla tua esperienza, proponi per la cura della alopecia androgenetica.

In particolare desidererei sapere se lo schema terapeutico proposto nei post precedenti,(derivati del cortisone somministrati per via cutanea, per il momento tralascio gli estrogeni) si riferisce alla cura del "defluvium", quale ne sia la causa, e quindi limitato nel tempo, oppure se riferibile alla terapia dell'alopecia di origine androgenetica.

I miei dubbi circo l'uso di una terapia corticosteroidea topica proposta per l'alopecia androgenetica riguardano proprio la sua durata "a vita" (anche se con cortisonici di bassa potenza quali l'Idrocortisone) e dalla conseguente tossicità a lungo termine sia a livello locale (cute) che a livello sistemico.

Tralascio gli effetti collaterali a livello cutaneo, che sicuramente ben conosci, e passo a quelli a livello sistemico.

E' dimostrato che almeno l'1% (in realtà ne viene assorbito molto di più) del cortisonico somministrato su cute non lesa viene assorbito per via sistemica. Anche se i dosaggi sono bassi e l'attività cortisonico-simile assai modesta, ciò non toglie che nell'Idrocortisone esista una attività farmacologica mineral-corticoide residua che nella terapia a lungo termine mostra sempre i suoi effetti.

All'attività glico-corticoide, nella terapia a lungo termine, si attribuisce invece l'effetto collaterale immuno-depressivo.

La quantità di Cortisolo nell'uomo adulto e in condizioni fisiologiche normali (Ganong e altri) a me risulta di circa 20 mg/die, valori assai più bassi di quelli citati.

Ritieni quindi che nella cura dell'alopecia androgenetica possano essere somministrati "a vita" sulla cute dello scalpo dei preparati a base di cortisonici senza che vi possano essere effetti collaterali sia a livello locale che sistemico?

Hai, in aggiunta, degli studi clinici (meglio se in doppio cieco) che possano documentare quanto sopra nella terapia della alopecia androgenetica?

Nell'attesa di una gradita risposta ti ringrazio per l'attenzione.

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R: CARECA NUNCA MAIS!

 

Caro Amico:

uso cortisonici topici da circa 25 anni e ti assicuro che non ho mai visto effetti collaterali sistemici dovuti al loro uso!

Ho imparato ad usarli dai miei Maestri di Firenze e ti assicuro che neppure loro li hanno mai visti.

Nei libri certamente sono descritti e per questo credo che esistano (ma è un atto di fede).

Effetti collaterali locali SI li ho visti ma mai provocati da me e sempre da cortisonici alogenati usati per decenni (nella psoriasi ad esempio).

Comunque posso anche sbagliarmi ma ti assicuro che tutti i dermatologi usano con disinvoltura, forse eccessiva, i cortisonici topici.

 

Comunque veniamo alla tricologia.

Già i miei Maestri usavano ECCOME i cortisonici topici nella terapia dei defluvi e degli effluvi "perchè facevano bene" anche se non sapevano spiegarmi perchè.

Quindi in terapia tricologica non li ho introdotti certo io.

 

I cortisonici risultano particolarmente utili nella terapia degli effluvi (il DEFLUVIUM TELOGEN è in realtà l'androgenetica) nei quali centinaia di capelli entrano, quotidianamente e contemporaneamente, in fase telogen (con caduta acuta e vistosa di centinaia di capelli al giorno, tutti nella stessa fase del ciclo vitale). Ma sono moto utili anche nei Defluvi (l'androgenetica).

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Vale anche la pena di ricordare che i termini “effluvio” e “defluvio” sono stati ormai definiti da Kligman (1961) e dalla letteratura internazionale.

 

EFFLUVIO

La caduta di alcune centinaia, talvolta migliaia, di capelli al giorno, tutti nella stessa fase (telogen o anagen) o sottofase, definisce il fenomeno dell’effluvio; si tratta di un evento tanto comune quanto impressionante ma generalmente benigno autolimitato e reversibile. Non c’è mai atrofia dell’annesso pilifero né della cute.

 

DEFLUVIO

Una caduta di capelli in telogen (più frequente) o in anagen (più rara), per lo più di intensità modesta e continua ma generalmente irreversibile, caratterizza il fenomeno del defluvio.

I capelli, se cadono in telogen (defluvio in telogen), presentano le caratteristiche tipiche dell’involuzione verso il pelo vellus.

Se cadono in anagen (defluvio in anagen) è l’annesso pilifero con l’epidermide che va rapidamente verso l’atrofia e la cute prende, istologicamente, l’aspetto tipico della alopecia cicatriziale.

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Localmente, per applicazioni, si può usare l'idrocortisone emisuccinato all'1-2% in preparazione galenica idro alcolica 70-80% , oppure l'idrocortisone 17-butirrato all'0,1% in alcol isopropilico 50% (specialità etica), il prednacinolone acetonide 0,05% in glicole propilenico e molte altre preparazioni etiche.

 

Se si usano anche 10 ml di preparazione di idrocortisone o equivalente (in reltà si usa molto meno) si usa una dose di 10 - 20 mg di idrocortisone ... se si considera anche un assorbimento del 10% si avrà un assorbimento di 1 - 2 mg di idrocortisone ... tutto questo di norma due volte alla settimana ... la surrene produce 20 mg di idrocortisone /die in condizioni basali ... in realtà, sotto stress, anche 200 mg/die ... ma anche cosiderando 20 mg / die aggiungere 1 o 2 mg due volte alla settimana non ne cambia centamente il pool.

 

Nella pratica dermatologica inoltre ti assicuro che effetti collaterali da corticosteroidi di bassa o media potenza e non alogenati NON SE NE VEDONO!

 

NON ho studi clinici in doppio cieco che possano confermare quanto dico (non sarebbe possibile fare un doppio cieco di 15 anni) ma gli studi recenti delle case farmaceutiche che producono steroidi topici (sicuramente di parte) confermano quanto ti dico.

 

Ritengo quindi che nella cura dell'alopecia androgenetica possano essere somministrati "per lunghi periodi" sulla cute dello scalpo dei preparati a base di cortisonici senza che vi possano essere effetti collaterali sia a livello locale che sistemico!

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Prendendo per esempio il mio caso, alopecia androgenetica, trattata da 5 anni con minoxidil ( 2 e 5 %) da Finasteride ( 2 anni ) , antiandrogeni (come spinorolattone) e tretinoina riportando notevole successo;A suo parere l'uso di cortisonici topici potrebbe migliorare ancora la mia situazione? La mia situazione di partenza era un terzo Hamilton con vertex, ora quasi ad uno tranne le tempie........L'uso di questi cortisonici deve essere monitorato spesso da un dermatologo? E' consigliabile una visita prima dell'uso di questo tipo di topico?Grazie molto in anticipo , sono molto interessanti le sue teorie grazie ancora di partecipare al forum icon_wink.gif

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R: QUANTO E OGNI QUANTO

 

Quando decidiamo di impegnarci nella terapia di un defluvio androgenetico sappiamo di impegnarci in una terapia che durerà almeno 10 anni.

 

Io ho pazienti in terapia da 25 anni.

 

Normalmente un paziente va rivisto almeno una volta all'anno per controllare la sua situazione (talvolta anche fotograficamente) ed aggiornare la sua terapia alle conoscenze maturate.

 

NON occorre (a mio parere) rivedere il paziente più spesso (per una androgenetica) perchè il processo è comunque un processo lento e le conoscenze si acquistano purtroppo ancora più lentamente.

 

Diverso è il caso di telogen effluvio, delle alopecia areata, dei defluvi anageni (le alopecie cicatriziali).

 

Comunque l'idrocortisone è solo una delle armi (putroppo modeste) che abbiamo a disposizione per contrastare la calvizie. Anche se, a mio parere, è l'unica arma GENERALIZZABILE a tutti.

 

I risultati sono comunque MODESTI (o almeno molto più modesti di quanto vorrei)...a nessun calvo ricrescono i capelli !!! e nessuno va contro la sua genetica!

 

Quando il paziente ha 33 - 35 anni va qualche volta affidato al Chirurgo Tricologo che RIDISTRIBUISCE i capelli che la terapia medica ha contribuito a salvare.

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Andrea Marliani:

a proposito di finasteride

 

 

La finasteride e' un farmaco che puo' sucuramente servire e gli effetti collaterali sono veramente pochi e superabili.

Comunque la terapia con finasteride deve essere sempre prescritta e seguita da un medico dermatologo esperto in endocrinologia!

Faccio rilevare pero' che la finasteride NON fa ricrescere i capelli come da qualche parte si è voluto dire, ma aiuta solo a conservarli e non va mai vista come unica ed esclusiva cura.

Una compressa di propecia o 1/4 di compressa di proscar o le capsule di finasteride fatte dal farmacista sono esattamente la stessa cosa!

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References of Finasteride

 

- 1974

Imperato-Mc Ginley J., Guerrero L., Gautier T., et al: “Steroid 5 alfa reductase deficiency in man: an inherited form of male pseudohermaphroditism” Science 1974; 186: 1213 - 1215.

 

Riassunto:

il deficit di 5 alfa reduttasi, già precedentemente descritto come sporadico in molte parti del mondo, viene riscontrato con incidenza straordinariamente elevata all’interno di una comunità isolata della Repubblica Domenicana e studiato a fondo da Imperato - Mc Ginley J et Col.

I maschi colpiti nascono con genitali ambigui, un pene dall’aspetto di clitoride, scroto bifido, tasca vaginale a fondo cieco e testicolo inguinali o labiali ma assenza di strutture Mülleriane. Questi alla pubertà subiscono netta virilizzazione con aumento delle masse muscolari, delle proporzioni del pene, discesa dei testicoli, talvolta attivazione della spermatogenesi ed acquisiscono atteggiamento psicosessuale maschile.

La loro crescita della barba è stentata, manca l’acne, la recessione fronto temporale dei capelli è poco marcata, non conoscono calvizie né ipertrofia prostatica.

Gli esami dimostrano: DHT basso (-?8O%), testosterone normale o alto (+? 10-50%), LH alto (+?400%), FSH alto (+?100%), Androstenedione alto (+?10-50%).

 

- 1988

Giusti G., Serio M.: “Endocrinologia” USES, Firenze, 1988: 1194.

 

così si legge:

“Resta indiscutibile che sia > che >la maturazione degli spermatozoi nell’epididimo può essere arrestata dalla somministrazione degli anti-androgeni.

Nell’uomo l’epididimo possiede un’attività 5alfa-riduttasica che sembra superiore a quella del testicolo ed anche le concentrazioni tissutali di DHT sono largamente superiori a quelle testicolari. Anche nell’uomo, gli antiandrogeni capaci di inibire il legame del testosterone, sembrano poter danneggiare la funzione epididimale e ridurre la motilità degli spermatozoi. In casi di deficit totale di 5alfa-riduttasi, i tubuli epididimali sono stati trovati dilatati, atrofici e con una marcata fibrosi interstiziale.”

 

- 1990

Andersson S, Russell DW: “Structural ad biochemical properties of clones and expressed human ad rat steroid 5 alfa reductases” Proc Natl Acad Sci USA 87: 3640 - 3644 ,1990.

 

Per la prima volta si parla di isoenzimi della 5 alfa reduttasi:

 

Riassunto:

La sintesi del diidrotestosterone è catalizzata dalla steroido 5 alfa reduttasi, isoenzimi tipo 1 e 2.

Da una mutazione dell’isoenzima 2 consegue uno pseudoermafroditismo maschile, in questa condizione i genitali esterno sono alla nascita di aspetto femminile.

Due apparentemente sorprendenti aspetti di questa patologia sono la virilizzazione dei genitali esterni dei maschi affetti alla pubertà ed il fatto che questi individui vanno incontro a minore regressione frontoparietale dei capelli.

Si è studiato Il ruolo dei due isoenzimi della 5 alfa reduttasi nei diversi tessuti mediante immunocromatografia su carta.

L’isoenzima tipo 1 non è espresso nella pelle fino alla pubertà.

Negli adulti calvi e non calvi non ci sono differenze quantitative nella espressione della 5 alfa reduttasi tipo 1.

L’isoenzima tipo 2 è espresso transitoriamente nella cute e nel cuoio capelluto dei neonati.

L’isoenzima tipo 2 è predominante e dimostrabile nella cute dei genitali maschili, nelle ghiandole sessuali accessorie maschili e nella prostata, come anche nei tessuti dell’adenoma e dell’adenocarcinoma prostatici.

Questi dati fanno pensare che la 5 alfa reduttasi tipo 1 sia responsabile alla pubertà dell’inizio della virilizzazione nei soggetti tipo 2 deficienti e suggeriscono che l’isoenzima 2 possa essere una fattore di “iniziazione” per lo svilupparsi della calvizie maschile.

La reduttasi del cuoio capelluto (nota: tipo 1) ha un pH ottimale intorno a 7.0. Questo la distingue ed è differente dal pH ottimale di 5.5 osservato per la forma prostatica dell’enzima.

Questi due enzimi differiscono per l’affinità per il testosterone che è 25 volte più forte per la reduttasi del cuoio capelluto (nota: tipo 1).

La più significativa differenza fra i due isoenzimi è la loro affinità per gli inibitori. I 4 azasteroidi (nota: la finasteride) ed il 3 carboxyandrostadiene sono ambedue potenti inibitori della reduttasi prostatica ma solo deboli inibitori della reduttasi del cuoio capelluto.

Queste scoperte suggeriscono l’ipotesi che nel cuoio capelluto e nella prostata possano esistere differenti enzimi della 5 afa reduttasi. La reduttasi del cuoio capelluto può essere identificata nella 5 alfa reduttasi tipo 1, uno dei due enzimi recentemente clonati dalla prostata umana (Andersson S et Col.). Infatti le caratteristiche del clone tipo 1 della 5 alfa reduttasi sono paragonabili a quelle della reduttasi del cuoio capelluto.

 

- 1991

Andersen S, Berman DM, Jenkina EP, Russell DW:

“Deletion of steroid 5alfa reductase 2 gene in male pseudohermafroditsm”

Nature 354 : 159 - 161, 1991.

 

Riassunto:

La presenza di 5 alfa reduttasi (5 alfa R) nella pelle umana indica che la regolazione delle ghiandole sebacee come la produzione di sebo richiedono la conversione locale del testosterone in diidrotestosterone.

L’obiettivo di questo studio era identificare quale isoenzima della 5 alfa reduttasi (tipo 1 o tipo 2) è espresso nelle ghiandole sebacee del volto, cuoio capelluto, e nelle zone cutanee non soggette ad acne; così determinare se l’attività della 5 alfa reduttasi è concentrata nelle ghiandole sebacee; così dire se ci sia una differenza regionale nell’attività di questi isoenzimi; infine provare l’effetto degli inibitori azasteroidi e dell’acido 13 cis retinoico sulla 5 alfa reduttasi di questi tessuti.

Ghiandole sebacee sono state microdissezionate dalla zona del volto, dal cuoio capelluto e da zone non soggette ad acne (braccia, seno addome, gambe) e si è determinata l’attività della 5 alfa reduttasi. Si sono esaminati un totale di 49 campioni provenienti da soggetti senza acne di cui 23 provenienti maschi e 21 da femmine (range di età 16 - 81 anni). Gli aspetti biochimici in tutti i campioni esaminati sono stati quelli dell’isoenzima tipo 1 della 5 alfa reduttasi. Non si è trovata taccia del tipo 2 della 5 alfa reduttasi. Si è confrontato se il livello di attività della 5 alfa reduttasi era significativamente più alto nelle ghiandole sebacee da pelle intera della faccia (p = 0.047), da cuoio capelluto (p = 0.039) e zone non soggette ad acne (p = O.O4). L’attività enzimatica delle ghiandole sebacee della faccia e del cuoio capelluto è risultata significativamente più alta se paragonata a quella dei campioni di zone non soggette ad acne.

La finasteride e l’acido 13 cis retinoico si sono dimostrati deboli antagonisti dell’enzima con un inibizione valutata nel 50% alla concentrazione massima valutata di 500 nM.

Questi dati dimostrano che nella pelle prelevata da pazienti senza acne più vecchi predomina il tipo 1 dell’isoenzima della 5 alfa reduttasi, la sua attività è concentrata nelle ghiandole sebacee ed è significativamente più alta nelle ghiandole del volto e del cuoio capelluto rispetto a quelle delle zone non soggette ad acne e che l’effetto dell’acido 13 cis retinoico sull’acne non è in relazione con la 5 alfa reduttasi. Inoltre suggeriamo che l’inibizione specifica del tipo 1 della 5 alfa reduttasi possa offrire un percorribile approccio per il trattamento dell’iperseborrea come dell’acne.

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- 1991

Jenkins E.P., Hsieh C.L., MilatovicthA., et al: “Characterization and cromosomal mapping of a human steroid 5afa-reductase gene and pseudogene and mapping of the mouse homologue” Genomics 1991; 2: 1102 - 1112.

 

Riassunto:

Il gene per l’isoenzima tipo 1 della 5 alfa reduttasi è localizzato sul braccio corto del cromosoma 5, invece il gene per l’isoenzima tipo 2 è localizzato sul braccio corto del cromosoma 2.

 

 

- 1991

Glenn J. Gormely MD, PhD and Elisabeth Stoner, MD (Merck Sharp e Dohme Research Laboratories): “Ruolo degli inibitori della 5alfa-reduttasi nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna” Problems in Urology 1991; 3: 436 - 440.

 

Riassunto:

La finasteride è un inibitore competitivo dell’enzima 5 alfa reduttasi, attivo per via orale, che blocca la conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT). Poiché il DHT è l’androgeno primariamente coinvolto nella crescita della prostata, l’inibizione selettiva dell’attività 5alfa-reduttasica può rappresentare un mezzo per ridurre le dimensioni della prostata e migliorare la velocità del flusso urinario, senza peraltro interessare le funzioni testosterone - dipendenti come la fertilità, la libido e la forza muscolare. Studi clinici su pazienti con ipertrofia prostatica benigna (IPB) trattati con finasteride per 6 mesi, hanno riportato una riduzione delle dimensioni della prostata del 27%. Queste modificazioni erano accompagnate da un aumento della velocità del flusso massimo di 3,8 cc/sec senza effetti collaterali clinicamente significativi. Quindi, sembra che gli inibitori della 5alfa-reduttasi possano avere un’azione significativa nel trattamento dei pazienti affetti da IPB.”

 

- 1992

Thigpen A.E., Davis D.L., Milatovich A., et al: “Molecular genetics of steroid 5alfa-reductase 2 deficiency” J Clin Invest 1992; 89: 293 - 300.

 

Riassunto:

E’ da una mutazione del isoenzima della 5 alfa reduttasi di tipo 2 che si ha pseudoermafroditismo maschile descritto da Imperato-Mc Ginley J. (1974).

 

- 1992

Harris G., Azzolona B., Baginsky W, et al: “Identification and selective inhibtion of an isozyme of steroid 5alfa-reductase in human scalp” Proc Natl Acad Sci USA 1992; 89: 10787 - 10791

 

Riassunto:

La 5 alfa reduttasi è l'enzima responsabile della conversione del testosterone in DHT. La 5 alfa reduttasi non è presente solo nel tessuto sensibile agli androgeni, ma è una caratteristica onnipresente nei fibroblasti e nei peli. Studi che hanno usato capelli estratti, che sono generalmente privi di papille dermiche e in cui il principale metabolita del testosterone è l'androstenedione, hanno dimostrato una maggiore produzione di DHT nei soggetti colpiti da calvizie. Anche quegli studi che hanno usato biopsie di pelle, che comprendono l'intera unità follicolare, hanno mostrato che l'attività della 5 alfa reduttasi è più alta nel cuoio capelluto affetto da calvizie. Le differenze locali nella crescita di capelli, quindi, potrebbero essere legate alle differenze locali nella 5 alfa reduttasi

La possibilità di varie forme della 5 alfa reduttasi o coenzimi per spiegare queste differenze nell'attività della 5 alfa reduttasi nelle diverse aree del corpo fu proposta da Itami e collaboratori. Questi dimostrarono che la costante Michaelis ed il pH ottimale della 5 alfa reduttasi nelle cellule della papilla dermica della barba erano simili a quelle delle fibre cutanee genitali e che la 5 alfa reduttasi di entrambe era localizzato principalmente nella frazione nucleare grezza delle cellule. La 5 alfa reduttasi nelle cellule delle papille dermiche sull'occipite, d'altra parte, aveva una bassa costante Michaelis; un'ampia attività pH tra 6,5 e 9; ed era più equamente distribuito nelle frazioni nucleari, citosoliche, e microsomiali delle cellule, proprio come quello visto nelle fibre dermiche reticolari.

Harris et al. confermarono almeno due isoenzimi del 5 alfa reduttasi corrispondenti ai precedenti che si distinguono dal pH, Km per testosterone, e sensibilità alle classi di inibitori di 5 alfa reduttasi. Entrambi gli isoenzimi furono inizialmente isolati nel tessuto prostatico e chiamati 5 alfa reduttasi tipo 1 e 5 alfa reduttasi tipo 2.

La 5 alfa reduttasi tipo 1 ha un suo pH ideale pari a 7, paragonato con un pH 5,5 per il 5 alfa-reduttasi 2, ed il Km per testosterone è, per il 5 alfa reduttasi 1, 25 volte quello per la 5 alfa reduttasi 2. Nella prostata, la 5 alfa reduttasi tipo 1 è presente solo a bassi livelli a differenza dell'abbondanza di 5 alfa Reduttasi 2, ma nel cuoio capelluto di uomini con alopecia androgenetica, la 5 alfa reduttasi 1 è l'isoenzima predominante.

 

TABELLA SECONDO HARRIS

Caratteristiche

 

5 alfa reduttasi tipo 1 5 alfa reduttasi tipo 2

pH ideale 7,5 5

Km/testosterone 25 volte 1 volta

prostata bassi livelli abbondante

cuoio capelluto paz. alopecia andr. bassi livelli

sensibilità a finasteride no si

 

Sembrerebbe, quindi, che la 5 alfa reduttasi tipo 1 possa essere necessaria per l'espressione della calvizie maschile. E’ stato determinato, invece, che quegli individui che mostrano il fenotipo di carenza di 5 alfa reduttasi (pseudo ermafroditi?) con la tipica mancanza di calvizie maschile hanno una carenza solo della 5 alfa reduttasi tipo 2. Non è chiaro, quindi, perché questi uomini non sviluppino calvizie: non possono manifestare calvizie a causa di una rarità razziale o genetica di alopecia androgenetica piuttosto che di una carenza di 5 alfa reduttasi. E' necessaria, quindi, un'ulteriore delineazione della differenza degli isoenzimi della 5 alfa reduttasi nel cuoio capelluto affetto da calvizie rispetto a quello non affetto. La 5 alfa reduttasi è un enzima dipendente da NADPH e può, in alcune posizioni, essere regolato da androgeni. Per esempio, la 5 alfa reduttasi della pelle genitale è indipendente da androgeni, mentre l'enzima nella pelle pubica è dipendente da androgeni. Alti livelli di 5 alfa reduttasi si trovano nei genitali esterni alla nascita e per tutta la vita in entrambi i sessi. La pelle pubica, invece, nei bambini in prepubertà di entrambi i sessi mostra bassi livelli di 5 alfa reduttasi, con un forte aumento di 5 alfa reduttasi evidente al momento della pubertà nei maschi se paragonato alle femmine. C'è una reazione locale positiva sulla 5 alfa reduttasi dal momento in cui il DHT aumenta l'attività di 5 alfa reduttasi secondo la dose.

 

- 1993

Thigpen A., Silver R., Guileyardo J.M., et al: “Tissue distibutionand ontogeny of steroid 5alfa-reductase isozime expression” J Clin Invest 1993; 92: 903 - 910.

 

Riassunto:

L’isoenzima 1 della 5 alfa reduttasi con pH ottimale intorno a 7.5 è predominante nella cute e nelle ghiandole sebacee e sembra sia normalmente espresso nei soggetti con deficit di 5 alfa reduttasi. L’attività dell’isoenzima 2 della 5 alfa reduttasi è ridotta o assente nei soggetti con deficit di 5 alfa reduttasi. Come si era già pensato questo è l’isoenzima predominante nei tessuti del tratto genito-urinario, come nella prostata.

Nella cute del cuoio capelluto dei soggetti normali, l’isoenzima tipo 2 è presente per un breve periodo subito dopo la nascita, non è più dimostrabile successivamente per mancanza di attività 5 alfa reduttasica fino alla pubertà, poi (alla pubertà) appare l’attività dell’isoenzima tipo 1 che rimane predominante per tutta la vita.

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- 1994

Rittmaster R.S.: “finasteride” N Engl J Med 1994; 330; 120 - 125.

Riassunto:

Due isoenzimi della 5 alfa reduttasi sono stati identificati nei tessuti umani, questi enzimi hanno il 5O% di omologia nella sequenza aminoacidica.

 

- 1994

Russel D.W., Wilson J.D.: “steroid 5alfa-reductase: Two genes/two enzimes” Annu Rev Biochem 1994; 63: 25 - 61.

 

Riassunto:

La carenza o completa assenza di circolazione di DHT nei pazienti affetti da deficit di 5 alfa riduttasi fu inizialmente spiegata con la mutazione della attività enzimatica di 5 alfa reduttasi in una forma anomala, ma non assente. La circolazione di DHT è dosabile anche in soggetti con delezione o mutazione del gene della 5 alfa reduttasi. La scoperta di due distinti isoenzimi, dipendenti da due distinti geni, della steroido 5 alfa reduttasi ha meglio chiarito le cose. I due isoenzimi della 5 alfa reduttasi sono poi stati clonati e chiamati tipo 1 e 2.

 

- 1995

Gormeley G.J.: “Finasteride: A clinical review” Biomed Pharmacoter 1995; 49: 319 - 324.

 

 

 

- 1995

Warner M. Burch: “Endocrinology” (edizione Italiana, sulla edizione americana del 1994) Pitagora Press, Milano, 1955: 142.

 

così si legge:

“La crescita dei peli nelle aree sensibili agli androgeni viene stimolata dal metabolismo degli androgeni che avviene localmente nel follicolo pilifero.”

 

- 1995

Eicheler W., Dreheret M., Hoffmann R., et al: “Immunoistochemical evidence for differenzial distribution of 5alfa-reductase isoenzymes in human skin” Br J Dermatol 1955; 133: 371 - 376.

 

riassunto:

Viene trovato l’isoenzima tipo 1 nei nuclei cellulari ed in tutti gli strati dell’epidermide, nelle cellule basali e nelle ghiandole sebacee, nei follicoli dei peli (papilla, cellule della matrice, guaina, radice e muscolo erettore) e nelle ghiandole sudoripare eccrine ed apocrine.

 

- 1995

Joanne Waldstreicher: Atti del Congresso della American Academy of Dermatology, New Orleans, 4 - 9 febbraio 1995.

 

La dottoressa Joanne Waldstreicher, dei Laboratori di ricerca della Merch, riporta i risultati degli studi sull’uso della finasteride orale nel trattamento della alopecia androgenetica: “...(omissis)...La finasteride, un inibitore della 5 alfa reduttasi di tipo 2, inibisce la trasformazione del testosterone nel suo metabolita attivo, il diidrotestosterone, a livello dell’organo bersaglio, Si conoscono due tipi di 5 alfa reduttasi la cui distribuzione tissutale è tipica e dipende dall’età. La 5 alfa reduttasi di tipo 2 non è presente a livello del cuoio capelluto normale, ma invece è stata dimostrata nel cuoio capelluto dei pazienti con alopecia androgenetica. Dagli studi preliminari è emerso che il farmaco al dosaggio di 5 mg/die per os è efficace nel trattamento della alopecia androgenetica: come il minoxidil, la finasteride è più efficace nella alopecia androgenetica di recente insorgenza e non grave (Hamilton di grado II e III).

Il farmaco non è invece utile nel trattamento dell’acne in quanto la 5 alfa reduttasi di tipo 2 è assente a livello delle ghiandole sebacee.

La finasteride può essere causa di effetti collaterali legati al suo effetto antiandrogeno ed è assolutamente controindicata nelle donne in età fertile in quanto può provocare malformazioni dei genitali esterni nel feto di sesso maschile.

Anche se la finasteride è molto assorbita per via percutanea, l’applicazione topica del farmaco è assolutamente sconsigliata in quanto la finasteride potrebbe trasmettersi per contatto occasionale e quindi interessare accidentalmente la donna in gravidanza.”

 

- 1996

Keinth D., Kaufman (from the Merk Research Laboratories, Rahwey, New Jersy): “Androgenic metabolism as it affects hair growth in androgenetic alopecia” Dermalologic Clinics 1996; 4: 697 - 711.

 

così si legge:

“...(omissis)...Nel 1974, la descrizione di pazienti con una inusuale forma di pseudoermafroditismo maschile incompleto che gettò nuova luce sulla patogenesi della alopecia androgenetica (AGA).

(vedi: Imperato-Mc Ginley J., Guerrero L., Gautier T., et al: “Steroid 5 alfa reductase deficiency in man: an inherited form of male pseudohermaphroditism” Science 1974; 186: 1213 - 1215)

Gli uomini affetti erano omozigoti per una mutazione del gene della 5 alfa reduttasi, nati con genitali ambigui erano allevati inizialmente come femmine. La evidente virilizzazione alla pubertà mutava la loro identità sessuale da femmine a maschi durante l’adolescenza. Da adulti mostravano normale libido di tipo maschile, integrità della massa muscolo-scheletrica, una prostata piccola che non cresceva con l’età, scarsa peluria del volto e del corpo, e mancanza di perdita di capelli. Le femmine con deficit di 5 alfa reduttasi erano fenotipicamente normali. dal punto di vista biochimico. I livelli di DHT circolanti erano più bassi (ma non assenti) al contrario i livelli di testosterone erano normali o leggermente più alti. La assenza di AGA o ingrandimento prostatico in questi soggetti maschi, che pur presentavano livelli normali o alti di testosterone ma livelli ridotti di DHT, suggerì che il DHT, piuttosto che il testosterone, fosse implicato nella patogenesi di questi disturbi. La carenza o completa assenza di circolazione di DHT in questi pazienti fu inizialmente spiegata con la mutazione della attività enzimatica di 5 alfa reduttasi in una forma anomala, ma non assente. Successivamente si poté definire che la circolazione di DHT era dosabile anche in soggetti con delezione - mutazione del gene della 5 alfa reduttasi.

(vedi: Andersson S, Russell DW: “Structural ad biochemical properties of clones and expressed human ad rat steroid 5 alfa reductases” Proc Natl Acad Sci USA 87: 3640 - 3644 , 1990)

Questa scoperta suggerì la possibilità dell’azione di una diversa forma, o isoenzima, di 5 alfa riduttasi umana. Questo fu poi avallato dalla scoperta di due distinti pH ottimali per la steroido 5 alfa reduttasi, usando a modello cellule della papilla dermica coltivate. Per le cellule dell’occipite del cuoio capelluto il pH ottimale era largo e leggermente alcalino intorno a 7.5, per le cellule della barba poi il pH era stretto e più acido, vicino a 5.

(vedi: Andersen S, Berman DM, Jenkina EP, Russell DW: “Deletion of steroid 5alfa reductase 2 gene in male pseudohermafroditsm” Nature 354 : 159 - 161, 1991).

I sue isoenzimi della 5 alfa reduttasi sono poi stati clonati in successione

(vedi: Russel D.W., Wilson J.D.: “steroid 5alfa-reductase: Two genes/two enzimes” Annu Rev Biochem 1994; 63: 25 - 61.),

chiamati tipo 1 e tipo 2, ne è stata poi dimostrata la presenza nei diversi tessuti.

(vedi: Harris G., Azzolona B., Baginsky W, et al: “Identification and selective inhibtion of an isozyme of steroid 5alfa-reductase in human scalp” Proc Natl Acad Sci USA 1992; 89: 10787 - 10791)

(vedi: Gormeley G.J.: “Finasteride: A clinical review” Biomed Pharmacoter 1995; 49: 319 - 324.)

L’isoenzima 1 della 5 alfa reduttasi con pH ottimale intorno a 7.5 è predominante nella cute e nelle ghiandole sebacee e sembra sia normalmente espresso nei soggetti con deficit di 5 alfa reduttasi. L’attività dell’isoenzima 2 della 5 alfa reduttasi è ridotta o assente nei soggetti con deficit di 5 alfa reduttasi. come si era pensato questo è l’isoenzima predominante nei tessuti del tratto genito-urinario, come nella prostata.

Nella cute del cuoio capelluto dei soggetti normali, l’isoenzima tipo 2 è presente per un breve periodo subito dopo la nascita, non è più dimostrabile successivamente per mancanza di attività 5 alfa reduttasica fino alla pubertà, poi (alla pubertà) appare l’attività dell’isoenzima tipo 1 che rimane predominante per tutta la vita.

(vedi: Thigpen A., Silver R., Guileyardo J.M., et al: “Tissue distibutionand ontogeny of steroid 5alfa-reductase isozime expression” J Clin Invest 1993; 92: 903 - 910.

Non si conosce il significato di questa transitoria, fugace, espressione dell’isoenzima 2 nella cute del cuoio capelluto, né se essa sia più accentuata nei bambini con anamnesi familiare di AGA, ma è possibile che essa abbia un significato di “imprinting” sui follicoli del cuoio capelluto.

I fattori che controllano e regolano l’espressione degli isoenzimi della 5 alfa reduttasi non sono conosciuti.

...(omissis)...

Questi dati indicano quanto segue: (1) gli androgeni non sono necessari per lo sviluppo normale dei capelli, ma sono necessari per la crescita dei peli del corpo; (2) il DHT è necessario per la crescita normale della barba, dei peli del torace e della zona sovrapubica, mentre il testosterone è sufficiente per lo sviluppo dei peli del pube e delle ascelle; e (3) il DHT è necessario perché vi sia la AGA nel maschio.

...(omissis)...

La marcata riduzione di DHT nella cute del cuoio capelluto dopo trattamento con finasteride, un inibitore della 5 alfa reduttasi tipo 2, è alla prima sorprendete, perché nelle preparazioni di tessuto da cuoio capelluto l’isoenzima predominante è il tipo 1 della 5 alfa reduttasi.

...(omissis)...

Peraltro il decrescere del DHT nella cute di cuoio capelluto durante terapia con finasteride orale può riflettere in parte il concomitante decremento del DHT circolante.

 

- 1997

Amichai B., Gruwald M. H., Sobel R.: “5alfa-reductase inhibitors - a new hope in dermatology ?” International J of Dermatology 1997; 36: 182 - 184.

 

così si legge:

“...(omissis)...Due isoenzimi (tipo 1 e tipo 2) della 5 alfa reduttasi sono stati identificati nei tessuti umani, questi enzimi hanno il 5O% di omologia nella sequenza aminoacidica. Il gene per l’isoenzima tipo 1 è localizzato sul braccio corto del cromosoma 5, invece il gene per l’isoenzima tipo 2 è localizzato sul braccio corto del cromosoma 2. Da una mutazione del tipo 2 si ha pseudoermafroditismo maschile (Rittmaster R.S. 1994 - Jenkins 1991 - Thigpen 1992). L’isoenzima tipo 1 è stato trovato nella cute del cuoio capelluto, mentre il tipo 2 è stato trovato nella prostata. Eicheler et al hanno trovato l’isoenzima tipo 1 nei nuclei cellulari ed in tutti gli strati dell’epidermide, nelle cellule basali e nelle ghiandole sebacee, nei follicoli dei peli (papilla, cellule della matrice, guaina, radice e muscolo erettore) e nelle ghiandole sudoripare eccrine ed apocrine. L’isoenzima tipo 2 è localizzato nel citoplasma dei cheratinociti dell’epidermide come nelle guaine delle radici dei follicoli di capelli tagliati. Sono stati pubblicati dati contrastanti sulla distribuzione e sulla espressione dell’isoenzima tipo 1 nella cute del cuoio capelluto. Alcuni studi mostrano incremento di attività della 5 alfa reduttasi nel cuoio capelluto calvo, altri non mostrano differenze nella espressione dell’isoenzima tipo 1 della 5 alfa reduttasi.

Thigpen et al, in un recente lavoro, hanno descritto la sequenza temporale di espressione (“ontologic expression pattern”) dei due isoenzimi. L’enzima di tipo 1 si manifesta fino dalla nascita nel fegato; nel cuoio capelluto e nella pelle sono state dimostrate due fasi di manifestazione. La prima fase comincia alla nascita e si esaurisce intorno ai 2 - 3 anni. La seconda fase comincia ala pubertà e continua per tuta la vita. L’enzima di tipo 2 è stato dimostrato nella prostata a tutte le età, è presente nel sistema riproduttivo del maschio adulto e nella pelle dei genitali del feto. Nella pelle e nella cute del cuoio capelluto l’isoenzima tipo 2 è stato trovato presente dalla nascita fino alla età di 2 - 3 anni.

 

Nello pseudoermafroditismo maschile da deficit congenito di 5 alfa reduttasi vi è mancanza dell’isoenzima di tipo 2. Sebbene l’isoenzima tipo 1 sia la forma dominante nel cuoio capelluto dell’adulto e il tipo 2 sia la forma dominate nella prostata e nei tessuti genitali, nello pseudoermafroditismo avviene la virilizzazione dei genitali esterni alla pubertà, eppure i peli sessuali secondari rimangono radi e questi soggetti difficilmente soffrono di calvizie o di acne. Queste considerazioni avvalorano l’ipotesi che ambedue gli isoenzimi influenzino la pelle ed i genitali.

...(omissis)...

La finasteride è un potente inibitore dell’isoenzima tipo 2, ed un inibitore assai meno potete per l’isoenzima tipo 1.

...(omissis)...

La maggior parte degli studi sulla calvizie maschile è stata condotta sugli animali.

...(omissis)...

In soggetti maschi con ipertrofia prostatica trattati con finasteride non c’è stata riduzione di produzione di sebo, il ché può essere correlato con la possibilità che la 5 alfa reduttasi della ghiandola sebacea sia insensibile al farmaco.

...(omissis)...

 

- 1997

Bayne E.B., Flanagan J., Azzolina B. et al: “Immunolocalization of type 2 5 alfa reductase in human hair follicles” J invest Dermatol 1997; 108: 651 (abstr.)

 

Nello strato più interno della guaina esterna della radice del capello è presente una 5 alfa reduttasi con le caratteristiche della 5 alfa riduttasi tipo 1.

 

- 1997

Hideo Uno: Atti del Congresso del Word Hair Research Congress, Seville, 12 - 14 novembre 1997.

 

Il dr Hideo Uno, University of Wisconsis - Madison, dice: ...(omissis...il macaco è un valido modello di studio della alopecia androgenetica e della sua terapia. Abbiamo trattato macachi preadolescenti con finasteride orale e topica e con RU58841 (un inibitore sperimentale della 5 alfa reduttasi della Roussel Uclaf Lab, Francia) ottenendo la prevenzione la loro calvizie. In macachi adulti calvi la finasteride ha provocato la ricrescita di capelli....(omissis)...

 

- 1997

Julian H Barth: Atti del Congresso del Word Hair Research Congress, Seville, 12 - 14 novembre 1997.

 

Julian H Barth, Consultant Chimical Pathologist at Leeds General Infirmary, UK, dice:...(omissis)...La 5 alfa reduttasi tipo 1 è localizzata nella pelle, reni, surrenali, ed in parti del cervello mentre la 5 alfa reduttasi tipo 2 è localizzata negli organi genitali maschili. Esiste una relazione fra l’apparire, precoce e transitorio, della 5 alfa reduttasi 1 nella pelle dopo la nascita e la sua presenza ancora dopo la pubertà. Le ghiandole sebacee sembrano non necessitare di DHT per il loro sviluppo e per la produzione di sebo.

 

- 1998

David A. Whiting: “Male pattern hair loss: current understanding” Int J of Derm 1998; 37: 561 - 566.

si legge

...(omissis)...

“si conoscono oggi due diversi isoenzimi della 5 alfa reduttasi. Il Tipo 1 si trova prevalentemente nella cute del cuoio capelluto, nelle ghiandole sebacee, nella pelle del torace e della schiena, fegato, ghiandole surrenali, reni, mentre il Tipo 2 è (Bayne E.B. 1997) precipuamente localizzato dentro il follicolo stesso, nello strato più interno della guaina esterna della radice. E’ anche la forma predominante nella prostata e nella barba.”

...(omissis)...

“Appare chiaro che gli enzimi reduttasi, deidrogenasi, e probabilmente aromatasi sono di grande importanza per la crescita dei capelli e questi attraverso il complesso metabolismo degli ormoni sessuali sono implicati nella attività dell’anagen.”

...(omissis)...

“Esistono soggetti pseudormafrotiti per deficit di 5 alfa reduttasi”...(omissis)...“i soggetti affetti non hanno né peli sul corpo né barba, non mostrano recessione della linea temporale dei capelli né calvizie del vertice, hanno nornali capelli sul cuoio capelluto e la loro ghiandola prostatica rimane piccola.”...(omissis)...“questi individui sono carenti del tipo 2 della 5 alfa reduttasi, il che suggerisce che questo isoenzima sia probabilmente coinvolto nella evoluzione della calvizie maschile. Questa ipotesi non è completamente daccordo con l’osservazione che l’isoenzima tipo 1 (che è normale nello pseudoermafroditismo) è la 5 alfa reduttasi predominante nel cuoio capelluto dei maschi normali pot-puberi. Alcuni studi recenti hanno confermato che l’isoenzima tipo 2 della 5 alfa reduttasi è presente dentro ed intorno i follicoli ed ai capelli normali. Il predominare quantitativo della 5 alfa reduttasi tipo 1 nelle analisi di cute di cuoio capelluto normale è probabilmente la conseguenza della sua presenza nelle ghiandole sebacee...(omissis)...

 

- 1998

Dominique Van Nest, Centre Universitaire de Charleroi, Belgium, presenta “Finasteride 1 mg/day: Results of two year placebo controlled studies” nell’occasione dell’HAIR WORK SHOP organizzato da Merck, Brusselles, 1 maggio 1998.

 

...(omissis)...

33 Centri (33 in USA e 27 non in USA) hanno preso parte ad un trial controllato contro placebo di 1533 uomini (età fra 18 e 41 anni) con alopecia tipo Hamilton III, IV, V.

A 12 mesi dall’inizio nel gruppo trattato c’è stato un incremento medio di densità di 86 capelli (+11% rispetto al basale) ed in decremento di 21 per il placebo (- 2,7 rispetto al basale) una differenze di 107 capelli per inch nella zona circolare del vertice.

...(omissis)...

La finasteride (Propecia) un inibitore della 5 alfa reduttasi tipo 2 ha dimostrato di prevenire l’evoluzione della alopecia androgenetica e di invertire il suo decorso naturale in un periodo do oltre 24 mesi. Il profilo di sicurezza del farmaco per il trattamento della alopecia androgenetica nell’uomo è accettabile. Non ci sono indicazioni per la sua efficacia nella donna ed è controindicato in gravidanza.

 

- 1998

Roberts J., Hordinsky M., Olsen E., et al (Trial funded by Merck Reaserch Laboratories,Rahway, NJ, USA “The effects of finasterideon post-menopausal women with androgenetic alopecia” HAIR WORK SHOP Brusselles, 1 maggio 1998, Atti: 16 - 17.

 

si legge:

...(omissis)...

Il trattamento con Finasteride per os 1 mg al dì per 12 mesi non ha miglioratola perdita di capelli nelle donne in post menopausa. La finasteride potrà essere usata solo per la perdita di capelli maschile.

 

- 1998

Hellis J.A., Stebbing M., Harrab S.B. (Departiment of Physiology, University of Melburne, Parkville, Australia) “Genetic analysis of 5alfa-reductase in androgenetic alopecia” HAIR WORK SHOP Brusselles, 1 maggio 1998, Atti: 18 - 19.

 

si legge:

...(omissis)...

“L’enzima 5alfa-reduttasi tipo 2 è un candidato per l’evoluzione nella alopecia androgenetica. Si conoscono due forme di questo enzima tipo 1 e tipo 2, codificate rispettivamente dai geni SRD5A1 e SRD5A2. L’isoenzima tipo 1 è stato dimostrato nella cute del cuoio capelluto. Il tipo 2 è predominante nella prostata ma è stato provato anche nel cuoio capelluto.

...(omissis)...

 

- 1998

Keith D. Kaufman, MD, Elise A. Olsen, MD, David Whiting, MD, Ronald Savin, MD, Richard DeVillez, MD, Wilma Bergfeld, MD, Vera H. Price, MD, Dominique Van Neste, MD, Janet L. Roberts, MD, Maria Hordinsky, MD, Jerry Shapiro, MD, Bruce Binkowitz, Glenn J. Gomiley, MD, PhD, and the Finasteride Male Pattern Hair Loss Study Group* Rahway New Jersey; Durham, North Carolina; Dallas and San Antonio, Texas; New Haven, Connecticut; Cleveland, Ohio; San Francisco, California; Tournai, Belgium; Portland, Oregon; Minneapolis, Minnesota; Vancouve,; British Columbia, Canada; and Horsham, Pennsylvania

“Finasteride in the treatment of men with androgenetic alopecia”

Journal of American Academy of Dermatology 1998; 39: 578 - 589.

si legge:

...(omissis)...

In due trial di un anno, 1553 uomini (età fra 18 e 41 anni) con calvizie di tipo androgenetico hanno ricevuto finasteride orale alla dose di 1 mg/die o placebo, poi 1215 uomini hanno continuato lo studio per un secondo anno in doppio cieco. L’efficacia del trattamento è stata valutata mediante conta dei capelli...(omissis)...Il trattamento con finasteride ha migliorato la situazione del cuoio capelluto con tutti i mezzi di valutazione ad 1 ed a 2 anni (P

 

- 1998

The Medical Letter (edizione Italiana), Anno XXVII, n° 9, 1 maggio 1998: Finasteride e Minoxidil per l’alopecia”

 

si legge:

“Due nuove formulazioni di farmaci già presenti in commercio sono state recentemente approvate dalla US Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento dell’alopecia androgenica maschile. La finasteride, un inibitore dello steroide 5alfa-reduttasi, precedentemente commercializzata in compresse da 5 mg (Proscar - Merck Sharp & Dohme, e altre) per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna (Medicai Letter, 21:95, 1992, ed italiana), è attualmente approvata in compresse da i mg (Propecia - Merck Sharp & Dohme; in corso di registrazione in Italia) per il trattamento orale di uomini con perdita di capelli di tipo maschile. Il minoxidil...(omissis)...

FINASTERIDE - Meccanismo di azione - La finasteride è un inibitore specifico della 5alfa-reduttasi tipo 2, che catalizza la conversione del testosterone in diidrotestosterone. Il diidrotestosterone si lega ai recettori androgenici presenti nella cute e in altri organi ME Sawaya, Dermatol Clin, 15:37, 1997). I maschi affetti da pseudoermafroditismo con deficit genetico di 5alfa-reduttasi non perdono i capelli (AL Dallob et al, J Clin Endocrinol Metab, 79:703, 1994).

Farmacocinetica - Le concentrazioni seriche di diidrotestosterone diminuiscono del 65% nell’arco di 24 ore dopo somministrazione di i mg di finasteride. Le concentrazioni seriche di testosterone ed estradiolo aumentano del 15% circa, ma rimangono entro i limiti della norma. Le concentrazioni prostatiche di testosterone aumentano di circa sei volte (JD McConnel et al, J Clin Endocrinol Metab, 74:505, 1992). La finasteride è ben assorbita dal tratto gastroenterico, metabolizzata nel fegato ed escreta con le urine e le feci, con un’emivita di 5-6 ore. Piccole quantità (nanogrammi) del farmaco si ritrovano nello sperma.

Efficacia - Non sono stati pubblicati studi cimici riguardanti gli effetti della finasteride la perdita dei capelli. Tre studi multicentrici in doppio cieco condotti su uomini di età compresa tra 18 e 41 anni sono stati presentati come “abstracts”. Combinando i risultati di due degli studi, 1553 uomini con perdita di capelli di tipo maschile di entità da lieve a moderata, prevalentemente nella regione del vertice, hanno assunto finasteride i mg/die o placebo per via orale per un anno. Dopo tre mesi di trattamento gli uomini che avevano assunto la finasteride erano più soddisfatti dell’aspetto della loro capigliatura. Dopo un anno di trattamento, i pazienti che avevano assunto il farmaco avevano, in un cerchio sul cuoio capelluto del diametro di 2,5 cm (5,1 cm-) con una conta di capelli iniziale media di 876, in media 107 capelli in più rispetto ai soggetti che avevano assunto il placebo. Il numero di capelli si è mantenuto per un periodo fino a 24 mesi negli uomini che hanno continuato ad assumere il farmaco (KD Kaufman et al, Australas J Dermatol, 38:20, 1997). Un terzo studio, condotto su 326 uomini con perdita di capelli frontale di entità da lieve a moderata, ha rilevato che, dopo un anno, gli uomini trattati con finasteride avevano una conta di capelli nella regione frontale maggiore in maniera statisticamente significativa[Circa il 50% degli uomini trattati e il 30% di quelli che avevano assunto il placebo ritenevano che l’aspetto della loro capigliatura fosse migliorato (J Waldstreicher et al, Australas J Dermatol, 38:101, 1997). Non è stata segnalata una ricrescita dei capelli in uomini più anziani che assumevano le compresse da 5 mg di finasteride per un’ostruzione prostatica.

Effetti collaterali - Con le compresse di finasteride da 5 mg sono state segnalate in uomini più anziani perdita della libido, perdita dell’erezione, disfunzione eiaculatoria, reazioni da ipersensibilità, ginecomastia e miopatia (Bl Carlin et al, J Urol, 158:547,1997; L Green et al, N Engì J Med, 335:823,1996; J Haan et al, Muscle Nerve, 20:502, 1997). Il farmaco ha determinato inoltre una riduzione del 50% della concentrazione dell’antigene prostatico (PSA). Negli studi cimici condotti con le compresse da 1 mg in uomini di età compresa tra 18 e 41 anni, sono stati segnalati, nel 4% circa dei pazienti, riduzione della libido, disfunzione erettile o ridotto volume eiaculatorio. La finasteride è teratogena negli animali, nelle cui progenie maschili causa anomalie genitourinarie. La concentrazione del farmaco nello sperma di uomini che assumevano 1 mg/die era inferiore rispetto alle concentrazioni associate a effetti teratogeni nelle scimmie. Il produttore avverte che le donne in gravidanza o che potrebbero esserlo non dovrebbero assumere la finasteride o maneggiare compresse rotte o sminuzzate.

Costo - Negli Stati Uniti trenta compresse di Propecia da 1 mg ciascuna costano 46.88 dollari; trenta compresse di Proscar da 5 mg ciascuna costano 63.23 dollari. In Italia trenta compresse di Proscar da 5 mg ciascuna costano 14.400 lire.

 

- 1998

Antonella Tosti, Bianca Maria Pieraccini: “Alopecia Androgenetica” Editrice Delle Rose Bologna, 1998

 

 

 

 

 

 

(vedi anche: Gormeley G.J.: “Finasteride: A clinical review” Biomed Pharmacoter 1995; 49: 319 - 324.)

 

La finasteride è un inibitore 4-azasteroideo dell’enzima 5alfa-reduttasi di tipo 2. La finasteride è priva di effetti androgeni, estrogeni, antiandrogeni e progestinici. Al dosaggio di 5 mg il farmaco è stato utilizzato con successo nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna e dell’irsutismo idiopatico.

Studi cIinici hanno evidenziato che il dosaggio ottimale del farmaco nell’alopecia androgenetica è di 1 mg/die.

L’efficacia della finasteride nel trattamento del l’alopecia androgenetica del maschio è stata provata da studi cIinici versus placebo, che hanno dimostrato che l’assunzione di 1 mg al giorno di finasteride per via orale provoca, dopo un anno, un miglioramento clinico nel 48% dei pazienti trattati. Di questi il 30% ha mostrato un miglioramento lieve ed il 18% un miglioramento moderato o marcato. Un arresto della progressione dell’alopecia androgenetica è stato osservato nel 99%

dei casi. La prosecuzione del trattamento per un ulteriore anno ha portato risultati ancora più evidenti, con un miglioramento clinico

nel 66% dei pazienti. L’efficacia della finasteride è legata alla sua somministrazione e per il mantenimento dei risultati il trattamento deve essere protratto nel tempo.

A differenza del minoxidil, i miglioramenti osservati con la finasteride non sono evidenti solo nella regione del vertice, ma anche nelle regioni temporali. Anche se i primi effetti sono già riscontrabili dopo 6 mesi di terapia, gli studi attualmente disponibili evidenziano che con la prosecuzione del trattamento la percentuale di pazienti che ottiene un miglioramento clinico aumenta sensibilmente ed i risultati osservati dopo 2 anni sono migliori di quelli osservati dopo i anno. La finasteride é un farmaco molto ben tollerato che non provoca generalmente effetti collaterali. Raramente può provocare disturbi a carico della sfera sessuale (diminuzione della libido, diminuzione del volume dell’eiaculato, disturbi dell’erezione). Tutti questi effetti sono tuttavia totalmente reversibili alla sospensione della terapia. Nelle donne in età fertile il trattamento con finasteride deve essere sempre associato ad una adeguata contraccezione in quanto, in caso di gravidanza, la finasteride provoca la mancata virilizzazione del feto di sesso maschile. Per questo motivo il farmaco è attualmente approvato dalla FDA solo per il trattamento dell’alopecia androgenetica maschile. Non vi sono controindicazioni all’uso di finasteride nella donna dopo la menopausa, ma in uno studio clinico versus placebo effettuato su i 36 donne in menopausa il farmaco non è risultato efficace dopo un anno di trattamento.

La finasteride non rappresenta un pericolo per le donne gravide il cui partner fa uso del farmaco in quanto la sua escrezione seminale è assolutamente trascurabile.

La finasteride è considerevolmente assorbita per via transcutanea e la somministrazione topica del farmaco, alla concentrazione dello 0.005% riduce sensibilmente i livelli ematici di diidrotestosterone.

L’uso topico di finasteride è pertanto sconsigliato, tenuto conto il assorbimento percutaneo del farmaco da parte dei familiari del paziente trattato. Inoltre l’unico studio controllato sulla finasteride topica nell’alopecia androgenetica non ha dato risultati positivi.

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