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Salusmaster User
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  1. Beh non l'ho messa sul personale, assolutamente, anche perchè non mi occupo di psicoterapia, nonostante i miei studi siano piuttosto affini. Ho solo fatto oggetto di disputa un pensiero che per me è contraddittorio, ed è stimolante confrontarsi. Infatti non vi è cenno di offese o di arroganza nelle mie tesi, anzi: benvengano le critiche!! In tutto questo, vorrei partire da un presupposto: evitatemi di citare i casi estremi per dirmi cosa è reale e cosa non lo sia, perchè faccio uno di quei lavori sopraelencati, per cui di casi estremi, e spesso irripetibili a parole, ne ho visti fin troppi. Purtroppo. Mi preoccupa, tuttavia, che ci sia tanto disinteresse e tanto, forse troppo, dato per scontato in queste pagine, specie per chi soffre di una cosa del genere e per noi stessi che ne soffriamo e ne abbiamo cercato un rimedio nelle newgen, che ha molto a che fare con un determinato contesto socioculturale. Ed è una cosa reale, a quanto pare. Ogni disagio è reale, dal momento in cui si pone e lo si vive. Se un disagio non è reale, non è un disagio. E se non lo è per me reale quel disagio, non vuol dire che per qualcun altro non lo sia: sarebbe arrogante da parte mia dire che, siccome mio padre non ha avuto una certa malattia allora quella malattia non esiste. Allo stesso modo, se non sappiamo il vissuto del soggetto che si vuole porre in giudizio, è arrogante abrogarsi il diritto di stabilire i parametri di realtà, perchè essendo stabiliti da me rimangono miei, e solo miei, e se sono stabiliti da x persone rimangono i parametri di x persone. La prima cosa che insegnano in psicologia infatti è che la normalità è un concetto statistico: partendo da qui iniziamo a dialogare. I traumi psicologici sono di vario genere, alcuni più o meno rilevanti, ma a chi mi risponde che certi problemi non sono tali, e che il cibo in tavola è il vero problema, rispondo automaticamente che a quel punto dovrebbe andare in guerra per capire quali sono i problemi e mi chiedo vivamente perchè non si arruoli e non vada, visto che sente di sapere quali siano i veri problemi. (E questo tralasciando il fatto che poi chi va in guerra, o viva situazioni estreme che sottopongono ad uno stress in grado di compromettere socialmente la personalità di un soggetto, per essere reinserito deve fare un percorso di psicoterapia lunghissimo e piuttosto ostico). Beh a me sembra che sia oggetto di derisione INSENSATA, non insana. Deridere è sempre sano per chi deride, chiaramente. Ma per chi è deriso è traumatico. E' qui che si pone l'insensatezza: fare qualcosa a svantaggio di un altro e a proprio vantaggio, quando magari si potrebbe fare qualcos'altro a vantaggio di tutti. Eppure la derisione, nei media, la trovo ovunque: a iniziare da una famosa pubblicità di latticini nei quali un bambino toglie con la canna da pesca il parrucchino a un signore che dorme, fino ad arrivare all'autocomicità di Bisio. Questo si riflette in modo devastante sul pensiero di massa. La prima volta che sono uscito rasato mi hanno riso dietro tutti quelli che mi conoscevano. I motivi, personalmente, li ritrovo nell'educazione socioculturale: erano anche dei disgraziati, va bene, ma se non fossero stati educati in quel modo non lo avrebbero mai fatto. Che la cosa non accada in questi termini nel mondo adulto è chiaro, ma è altrettanto chiaro che la svalutazione che ci porta alle newgen noi la sentiamo e non possiamo assolutamente difendere tutto ciò che ci porta a questo, è quasi una forma di sindrome di Stoccolma dalla quale personalmente prendo le distanze. Inoltre tu citi l'obiettività, tipica degli obiettivi, come l'oggettività è tipica degli oggetti. Noi siamo soggetti, quindi mi sembra giusto ridimensionare il mondo oggettivo o obiettivo, al limite, al mondo intersoggettivamente valido. Ma noi non siamo portatori di verità assolute. Per questo il piacere del dialogare e del confronto, degli scambi di vedute è qualcosa che porta ad una costante crescita. :) Grazie per la risposta.
  2. Ti ringrazio per darmi modo di spiegare meglio la mia interpretazione della cosa, Zazza, con un'ottima precisazione. Non credo che il lavoro faccia il 70% della persona. Anzi... Se ammettiamo che pubblicamente si vestano "maschere" -e tu questo molto probabilmente puoi insegnarcelo visto il tuo lavoro, e comunque se siamo qui a parlare di sgamabilità è appunto perchè non vogliamo esporci al pubblico senza quella maschera- inibisce questa tesi, a meno che si parli di maschere senza volto: allora il lavoro arriva pure a rivestire e formare anche il 99% della persona, a rischio e pericolo di quella chiaramente. Qui inoltre stiamo parlando di una "sgamabilità", ovvero di qualcosa che espone a pubblica derisione d un pubblico, a meno che quel pubblico non sia dannatamente sensibile all'argomento, cosa che sfido a dimostrare: partendo dagli stessi educatori socioculturali mediatici, la calvizie è oggetto di derisione insensata, e tentare di nasconderla non fa che aumentare il divertimento della massa nei confronti del singolo. Il fatto che sia uno psicoterapeuta magari, invece di renderlo immune da questi problemi, lo sensibilizza esattamente come potrebbe -giustamente- sensibilizzare un pompiere o un poliziotto o un agente immobiliare a prendere delle precauzioni circa quelle che sono le loro specifiche aree di competenza -quindi praticamente in perfetta linea di principio col lavoro che svolge-, e invece gli garantisce di prendere le distanze dal lavoro che fa: immaginate di portarvi a casa tutte le nevrosi e/o le psicosi di tutti i pazienti con i quali si viene a contatto... Vengono i brividi solo a pensarci. Comunque, di fondo, credo che nessuno sia escluso da problemi psicologici, cominciando dagli stessi psicologi che essendo sensibili a questo genere di problemi li rilevano e li pongono come oggetto di studio. Ma fintantochè non se ne fa un oggetto di studio iscrivendoli nella cultura di appartenenza -intendo cultura in senso antropologico-, risulta troppo semplicistico e affrettato il giudizio. Innanzitutto perchè, prendendo spunto dal fatto che non si è psicoterapeuti, non si sa cosa voglia dire esserlo, e di conseguenza è un parlare invano. In secondo luogo perchè, ad esempio, negli U.S.A. uno di noi anche se sgamabile è più "accettato" e meno esposto per via del clima culturale meno rigido sotto il punto di vista dell'aspetto maschile e delle protesi in questione, mentre qui è quello che sappiamo, ed è tutto un altro paio di maniche. Quindi credo non solo legittimo, ma -se proprio vogliamo nascondere la persona privata- appunto per via del fatto che faccia quel lavoro acquisti un senso ancora più profondo, limpido e cristallino sollevare questa specifica problematica. Se mi è sfuggito qualcosa o sembro, di nuovo, aver tergiversato senza toccare il cuore dell'argomento, fatemelo presente. Sarà un piacere chiarire la questione e discuterne con voi. :)
  3. L'argomento credo vada off-topic, ma sinceramente non vedo il nesso. Fondere il personaggio pubblico col personaggio privato, o reincarnare un soggetto col lavoro che svolge, credo sia uno dei pericoli maggiori ai quali siamo esposti nella contemporaneità, e senza ombra di dubbio una contraddizione piuttosto rilevante e intrinseca nel discorso che tenta di rilevare apparentemente la stranezza del fatto che uno psicoterapeuta non dovrebbe portare protesi. Per cui ciò che conta è l'aspetto oggigiorno, perchè chi si ha di fronte è chiaro da due fattori: aspetto fisico e lavoro che svolge. E se uno fa lo psicoterapeuta? Non dovrebbe portare protesi. E se le porta? Non riesce nel proprio lavoro o non ci crede. E questo lo si capisce da cosa? Dal fatto che faccia quel lavoro, per cui dovrebbe essere immune a queste cose. E questo proviene da una ricezione "apparente" di cosa sia quel lavoro. Quindi torniamo punto e a capo: da cosa si evince che uno psicoterapista non dovrebbe portare una protesi? Dal fatto che apparentemente quel lavoro dovrebbe garantirgli da condizionamenti e traumi, cosa alla quale uno è esposto invece dalla nascita, e soprattutto è apparenza, si parla senza sapere cosa ci sia nel profondo di chi si giudica. Credo che non sia un discorso a confutazione, ma vada a oliare gli ingranaggi degli stessi motivi per cui noi tutti portiamo protesi e ci sbattiamo per evitare di farci "sgamare". Un terapeuta può avere anch'egli dei traumi riguardanti l'aspetto fisico, delle insicurezze, o semplicemente voglia sentirsi meglio guardandosi allo specchio, riconoscendo la propria immagine. Lo stesso vale per un pompiere: gli può prendere fuoco casa, come a qualsiasi altro, e ad un poliziotto possono svaligiare casa come può succedere a chi non fa il poliziotto. Queste non sono assolutamente delle contraddizioni, ma apparenti infondatezze. Andando nel profondo, magari si capisce bene che uno psicoterapeuta è un essere umano come qualsiasi altro, e che se qualcuno andasse da lui perchè sta malissimo circa la perdita dei capelli, sospetto che la risposta sia "fa qualcosa per star meglio, utilizza le risorse che hai per giungere ad una qualità di vita che ti permetta di essere sereno". Ed io sarei pienamente d'accordo.
  4. Hai ragione, eri tu ad aver preventivato quel costo. Chiedo scusa a Medusa. Hai ragione anche per quanto la lunghezza: io li porto che mi cadono appena sopra gli occhi e, non volendo peccare di superbia, non ancora me la sento di ordinare una "indietro dritti". Concordo anche sulla protesi di scorta: NE HO una di scorta ben riposta. Ora ne ho tre, compresa quella che porto, perchè devo cambiarla assolutamente. Circa il famoso effetto, credo vada ancora bene: mio fratello, uno dei pochi a conoscenza della cosa, che mi vede ogni due mesi per motivi di lavoro, dice che non si vede nulla. Quella poveretta la fiducia se la deve guadagnare (ma apprezzo la notevole citazione, che tra l'altro mi ricorda la bella canzone di una volta). ;) Ho mancato di ringraziarti perchè abbiamo, in comune, la lunghezza delle protesi: seguendo il tuo consiglio metto sempre un dito sul vertice posteriore della protesi ed uno sulla nuca, nel punto in cui dovrei iniziare ad innestarla. La mia fortuna è avere capelli di media lunghezza, perchè spesso manco alcune aree nonostante il tuo consiglio sull'utilizzo di miracolo -grazie anche per questo- quando la si va ad applicare. Non ti dico le maledizioni quando poi vado a controllare meglio con uno specchio da dietro. Si tratta di uno o due millimetri, ma la cosa fa comunque rabbia. Grazie per le risposte. :)
  5. Scrivo questa mini-recensione, del tutto personale, su come mi sono trovato con le protesi. Ho installato la mia prima protesi a Gennaio. La porto ancora, e nonostante sia un pochino usurata, almeno apparentemente sembra reggere fino a fine mese. Ho voluto scrivere a distanza di qualche tempo per evitare di avere un eccesso di gioia, e vedere razionalmente tutti i pro e i contro delle protesi dal mio personalissimo punto di vista. Quindi la cosa non posso estenderla in alcun modo ad altri soggetti che potrebbero darmi più o meno torto. Inoltre, è poco tempo che sono in questo mondo, devo ritenermi ancora piuttosto ignorante sull'argomento: per cui vi chiedo di correggermi nel caso dica delle fesserie, cosa peraltro molto probabile. Innanzitutto, l'impatto visivo. Le protesi garantiscono un ottimo effetto estetico, e ne sono rimasto soddisfattissimo. Contrariamente a quanti scrivono di far "sembrare naturale" i capelli con una densità inferiore a cento, un front a densità piuttosto alta non permette di vedere, ad esempio, le microimperfezioni che per quanto riguarda il lace. E il risultato è piuttosto naturale anche in quel caso, perchè di front così -al naturale- ce ne sono in giro. La mia densità è, infatti, 95/100 sul front. Lo stesso effetto estetico è, però, piuttosto compromesso dalla scarsa compatibilità tra il colore della propria cute e il colore del lace. Molto spesso, a me sembra, il colore della cute varia un pò da persona a persona. Ragion per cui avere un lace di colorazione perfettamente azzeccata renderebbe il risultato praticamente perfetto. Non posso lamentarmi in proposito: parrucchieri che hanno lavorato per le protesi lace mi hanno detto che solo se vanno a guardare bene bene capiscono di avere a che fare con una protesi. Tuttavia, alcuni amici miei, che hanno guardato senza sapere della protesi, sembrano aver notato quelli che sembrano essere gli effetti di una qualche "chirurgia". In secondo luogo, il tempo richiesto per la manutenzione. All'inizio erano frequenti anche i mal di stomaco -da ansia- quando dovevo fare manutenzione, che durava un paio d'ore, se non tre. Ora che ho i miei orari e il mio metodo, un'oretta e poco più se non vado di fretta, senza mal di stomaco, e anche con una certa sicurezza, ma non arroganza: ogni volta che metto mano, imparo qualcosa in più. Sperimentare, all'inizio, è d'obbligo: è una sperimentazione continua alla ricerca del proprio metodo. Ognuno ha il proprio metodo: ad esempio, ho scoperto che il domopack è utilissimo per i ritocchi, lo passo sotto il front e viene via molto meglio la colla; ma per quanto riguarda la manutenzione lo specchio rimane imbattibile. Sicuramente sbaglio qualcosa io, ma per ora mi sta più comodo così: anche se pulire lo specchio porta via un certo quantitativo di tempo che col domopack non si pone, il risultato estetico è migliore. In terzo luogo, l'impatto psicologico. Sono andato da Luca, incontrandolo più volte. All'inizio è stato fondamentale, come è stato fondamentale Txxxxxr. Entrambi sono stati molto generosi, sia nei loro consigli che nei loro aiuti. Addirittura Luca l'ho tartassato di telefonate: lo chiamavo svariate volte al giorno per i consigli, ma quello che stava facendo era piuttosto training psicologico, per permettermi di entrare in quell'ottica. All'inizio avevo incubi a non finire sulla protesi: sognavo che si staccasse nei momenti meno opportuni. Mi svegliavo malissimo e l'effetto sulla giornata a venire era devastante. Per cui, mi sembra chiaro che l'effetto psicologico sia una delle cose principali su cui chiarirsi, così come Txxxxxr mi ha detto quando ci siamo visti prima che cominciassi ad utilizzare questo prodotto. Non si può entrare in questo mondo se non si è predisposti ad entrarci con una certa sicurezza e fiducia verso il prodotto. Lo dico da persona che, ancora adesso, non è ancora del tutto sicura del prodotto, ma che comunque lo testa e ne vede gli effetti positivi e la sua efficacia. Non finirò mai di ringraziarli, perchè mi hanno dato una mano fondamentale in tal senso. Sono stati degli ottimi supporti, mi hanno dato consigli e mi hanno aiutato come dei veri e propri amici. Anche di più se vogliamo, visto che nemmeno i miei amici sanno della protesi ma di alcune cure. Credo di dover porre un accento particolare su questo punto: un supporto morale è quasi necessario, o almeno lo è stato nel mio caso, per entrare in questo mondo. Non fa sentire soli, e stimola a continuare. Txxxxxr e Luca sono diventati, per me, dei veri e propri maestri in materia, con i quali posso parlare anche di altre cose magari attinenti in modo molto lontano con la protesi, da amici. E volevo ringraziarli qui pubblicamente, per il tempo passato ad ascoltarmi, per i loro consigli e le loro preziosissime dritte. Ciononostante ancora adesso ho dei dubbi: non sono capelli propri, per cui possono verificarsi situazioni spiacevoli, e una tensione di fondo c'è sempre. Ovviamente sono partito da una condizione psicologica estrema: ero talmente disperato dalla perdita di capelli, una perdita che toglie quasi completamente il riconoscersi allo specchio -almeno nel mio caso-, e la cosa mi ha depresso parecchio. Uno dei miei problemi con alcune situazioni che ho considerato a rischio, ad esempio, è il contatto con l'acqua. Un consiglio, nonostante io sia una new entry, che posso dare qui, a tutti, è di portare, sempre e comunque, una cuffia di silicone per il contatto con l'acqua, anche al mare, e ASSOLUTAMENTE non esporre la protesi a contatto con l'acqua prima di ventiquattro ore dall'ultima manutenzione. Fortunatamente ho intuito da subito, grazie al fatto che non riuscivo a fare bene lo styling appena dopo aver messo la colla, che la colla cede poco dopo averla messa. Anche qualche ora dopo. In questo modo, in piscina posso arrivare a stare tre ore con la cuffia (nonostante l'acqua entri e rimanga all'interno della cuffia), per poi togliermela con nonchalance, e la protesi tiene. Magari portarsi un cappellino da utilizzare immediatamente dopo aver tolto la cuffia, per evitare disagi nell'eventualità che il front si sia staccato, ma fino ad ora non mi si è mai verificato -con Pegaso per il front e Strongtape nel ferro di cavallo. Questo esempio lo cito per un motivo: il constante dover escogitare strategie per evitare di farsi "sgamare" è davvero pesante, ma in qualche modo necessario. Non perdersi d'animo, ed escogitare strategie per ogni evenienza, è ciò che renderà l'esperienza della protesi di gran lunga più confortevole e sicura, anche se l'ansia, a volte, inevitabilmente sale. Dobbiamo essere doppiamente scaltri per evitare determinate situazioni e allo stesso tempo per non dare nell'occhio o insospettire qualcuno. Ovviamente scoccia lquanto il doversi perdere delle esperienze in altri casi tranquillamente fattibili: ho rinunciato ad andare ad un parco acquatico con la mia ragazza (che tra l'altro non sospetta nulla nonostante ci stia insieme da poco dopo aver messo la protesi) e alcuni amici perchè non sono ancora del tutto sicuro di potermi divertire senza dover pensare "quello va bene, ma quello non posso farlo" appunto per la scarsa conoscenza che ho della protesi e del modo in cui posso muovermi tranquillamente, senza dover stare a dare spiegazioni che porterebbero soltanto a ulteriori sospetti che intendo evitare. In definitiva, sono piuttosto contento del prodotto, e lo dico ora, dopo sei mesi abbondanti, quindi senza l'entusiasmo del momento e delle prime volte nelle quali ero gasatissimo per il miglioramento della mia immagine. Per cui mi sembra doveroso affrontare brevemente un altro tema: quello economico. Come detto altrove, da Medusa se non vado errato, bisogna mettere a conto circa un migliaio di euro l'anno. La mia protesi è stata un esperimento, per cui l'ho portata a sei mesi. Ma per essere matematicamente certi di poterci fare quello che si vuole, da come ho intuito, almeno bisogna arrivare a cambiarne una dopo tre/quattro mesi. Vi ringrazio per l'attenzione, le correzioni ed i consigli che potreste darmi per migliorare la mia esperienza in questo campo, e chiedo scusa per eventuali omissioni o mancanze.
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    tiger, mi sa che siamo più che vicini, purtroppo però non posso contattarti in privato per il fatto di essere nuovo -una misura antispam- da come ho capito in questa discussione http://forum.salusmaster.com/topic/41886-messaggi-privati/ Ragion per cui, non potendo inviarli, non posso neppure ricevere nè leggere alcun messaggio mi sia stato inviato. Se posso, e non c'è problema per il forum, scrivo la mia mail qui di seguito. Perlomeno per comunicare con tiger, visto che avrei bisogno di un aiuto veloce -il solo pensiero di portare per altri mesi il cappello mi fa star male. Chiedo scusa in anticipo per eventuali disguidi, che non ho intenzione di creare. xxxxxxxxx Grazie.
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    Sto vicinissimo a Chieti e Pescara. Ma non mi è un problema arrivare pure fino a L'Aquila. :)
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    Allright, grazie, molto esaustivo!! :) Domani faccio il calco, lo invierei pure in giornata, ma... Dove!? (Ops).
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    Per carità, mea culpa mea culpa, rileggerò il tutto!! Chiedo scusa per le domande, mi metto a leggere!! :tastiera-01:
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    Altra domande: il calco è di qualche ultilità? Perchè a quanto ho notato le protesi comunque hanno delle grandezze standard.
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    Per quanto riguarda il colore? I miei sono castani ma moooolto scuri, però non neri. La pellicola non renderebbe il front "meno naturale"? (Ho letto in altri post di cui non ricordo che c'è questo rischio). Il ferro di cavallo si può avere pure in lace? O consigliate pellicola?
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    Oramai sono convinto per la protesi, ragazzi :) Vorrei tornare a stare senza berretto, quindi mi va bene così ;) Grazie per gli aiuti :)
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    Ragazzi, sono due giorni che sto cercando di caricare le foto, seguendo tutte le istruzione, ma visto che non ci riesco perchè il formato non è accettato da questa community -così dice il messaggio- vi do il link diretto così ci date un'occhiata, che ne pensate? Più che altro, non so se sto facendo qualche casino -formalmente parlando- circa il regolamento, spero solo che non sia così, che quanto stia facendo possa rientrare nelle regole, e che la situazione di urgenza del vostro aiuto coincide con il fatto che il prossimo ordine è vicino. Grazie :) http://imageshack.us/f/213/immagine001jo.jpg/ http://imageshack.us/f/842/immagine002xu.jpg/ http://imageshack.us/f/198/immagine003mg.jpg/ http://imageshack.us/f/850/immagine004am.jpg/ http://imageshack.us/f/834/immagine005ru.jpg/ http://imageshack.us/f/59/immagine006vg.jpg/
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    @zazza, @Pippo83, @giorgio65, @Tinot39, grazie infinite a tutti per i consigli preziosissimi e per la vostra disponibilità, siete davvero delle persone molto buone e davvero comprensive. Sono contento di essere entrato in questo blog, foss'anche per aver letto le vostre preziosissime parole. Beh, che dire, passando a fatti concreti... Ho le foto pronte, fatte, non so se dovrei postarle qui oppure aprire un atro post. Ditemi voi, guidatemi, sicuramente il vostro buon senso potrà farmi da guida in queste faccende formali -che hanno comunque la loro importanza. :) Comunque, tanto per intendere virtualmente qualcosa, una volta fatto l'ordine passa molto tempo dall'arrivo delle prime protesi? @Tinot39 un'informazione, perfavore: mi linki i prodotti di cui parli? Grazie :) (Da blogger assolutamente novizio, nel caso in cui non vi abbia citato, perdonatemi, imparerò ad usare meglio il tutto). ^_^
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    Comunque vi ringrazio dei vostri commenti, davvero, siete davvero delle persone molto buone :)
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