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Vi Racconto Un Mio Stranissimo Sogno


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Salve a tutti.

Nonostante il fondato rischio di risultare davvero tedioso, mi permetto di narrarvi la trama di un sogno che mi ha lasciato, al risveglio, alquanto... turbato e con una sensazione simile a colui che si desti da un pauroso incubo, nonostante le scene oniriche di cui vi parlerò - in verità - non siano state affatto caratterizzate dalle vicende terribili o truculente tipiche degli incubi.

 

Nel sogno mi trovavo allinterno della cattedrale della città presso la cui università ho studiato. Il tempio, in stile romanico, è parecchio interessante dal punto di vista storico-artistico e, per questo, è stato da me più volte visitato ed apprezzato quando ero studente universitario in quella città.

 

Perdonatemi se, allo scopo di rendere più chiaro il contenuto del mio sogno, sono costretto ad accennare ad alcune vicende architettoniche di questo edificio religioso.

 

Benché pesantemente rimaneggiata in epoca tardobarocca, la chiesa in questione fu riportata alloriginario splendore nel XX secolo, dopo un lunghissimo restauro che ha eliminato quasi tutte le trasformazioni successive allepoca medievale. l restauratori ( è un particolare necessario per comprendere il sogno ), per recuperare lorganicità strutturale dellesterno, decisero di ricostruire parzialmente arcate e logge, spesso però usando materiale originale di risulta. Ladiacente palazzo arcivescovile, invece, fu mantenuto nelle linee tardobarocche, poiché rimaneva davvero poco delloriginaria struttura medievale.

 

La trama del sogno, più agevolmente comprensibile con queste premesse, può essere semplificata in due sequenze oniriche.

 

Nella prima scena onirica mi trovo allinterno della cattedrale e noto con piacevole stupore la presenza di tele e sculture della cui esistenza a quanto parrebbe - non mi sarei accorto nelle precedenti visite. Avvicinandomi, però, mi rendo conto che sono opere già note, semplicemente trasportate dalla vicina pinacoteca, rimanendo di conseguenza deluso.

 

Nella seconda scena onirica, invece, decido di uscire per ammirare il cortile laterale con il palazzo arcivescovile. Con sommo sgomento, però, mi rendo conto che a seguito di ulteriori restauri, per un recupero filologico delle strutture medievali in nome di un eccessivo purismo:

1) le logge e le arcate esterne ricostruite nel restauro novecentesco sono state demolite ( perdendo così anche loriginale materiale di risulta ) lasciando a vista i muri perimetrali nudi e con orrende rabberciature;

2) il palazzo arcivescovile tardobarocco è stato demolito per rendere visibili pochi trascurabili elementi medievali ( basi di colonne smozzicate, etc... )

Essendo rimasto smarrito da tutto ciò, chiedo spiegazioni ad un sacerdote, il quale allarga le braccia con rassegnazione, sostenendo che con gli interventi dei nuovi restauratori, purtroppo, bisogna aver pazienza.

 

A questo punto mi sono svegliato con la tipica sensazione successiva ad un orribile incubo.

Modificato da nemicodelvento
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Mi rendo conto che il thread, più che off topic, parrebbe “extra forum”, forse più adatto ad un’altra community, con differenti interessi e problemi.

Mi sono permesso però di inserire questo racconto onirico in Salusmaster perché ho azzardato una “interpretazione tricologica” del sogno.

 

Il mio defluvio androgenetico, come ho documentato in altre discussioni, procede inesorabile. Le precarie condizioni del mio cuoio capelluto, peraltro, renderebbero temerario - nel mio personale caso - un esperimento di installazione protesica.

Stando così le cose, l’unico ragionevole esito del mio sempre più precario riporto dovrebbe essere la rasatura, che ho sinora cercato di rinviare non perché la ritenga una soluzione in sé insoddisfacente ( anzi... ripeto che molti ragazzi, rasati, mantengono il loro fascino ), ma perché la considero poco adatta alla mia situazione particolare ( se a torto o a ragione, poi, è ben altro discorso ).

Da qualche giorno, in effetti, sto sempre più pensando all’eventualità di una rasatura.

 

Per questo, mi sto chiedendo se gli “inquietanti” restauri paventati nella seconda parte del sogno non siano una metafora della rasatura, a cui – forse – guardo ancora psicologicamente con una certa... “inquietudine”.

Le logge e le arcate da restauro delle fiancate della cattedrale potrebbero, forse, simboleggiare le lunghe ciocche da riporto che sarebbero “demolite” con la rasatura?

Le misere strutture medievali riemerse alla luce, invece, potrebbero rappresentare metaforicamente il misero vellus che riemergerebbe eliminando le complesse ed elaborate “superfetazioni tricologiche” del mio riporto?

 

Che ne pensate? Vi prego, però... andateci piano con i commenti!

 

P.S. Prima che sia qualcuno a dirmelo mi rendo ben conto che c’è qualcosa di un po’troppo cervellotico in tutto questo. Sarà il caldo?

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Sarà il caldo.Personalmente ho smesso di scrivere in questo periodo rimandando a Settembre i miei interventi.Fra le altre cose l'estate ci riconduce con più faciltà ai beati ricordi di quando i problemi di capelli non esitevano per noi(i bagni di mare fatti in totale spensieratezza,gli amici,le comitive....le cottarelle estive....la totale libertà da terapie antiAGA,da pensieri su protesi,trapianti e quant'altro)

-ken-

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Hai ragione, Ken. Il caldo può giocare brutti scherzi e la stagione estiva induce più facilmente ad un confronto con le condizioni tricologiche dell'anno precedente.

 

Per rimanere alla interpretazione tricologica del mio sogno, ho persino pensato che le " antiestetiche rabberciature" emerse a vista con le demolizoni delle logge possano, fuor di metafora onirica, corrispondere a queste:

 

post-15093-1249406387,5746_thumb.jpg

 

post-15093-1249406408,5419_thumb.jpg

 

Chissà che cosa avrebbe potuto pensare di tutte queste elucubrazioni un certo Sigmund:

 

post-15093-1249406521,0277_thumb.jpg

 

tipico esempio, peraltro, di soggetto con un defluvio androgenetico - tutto sommato - alquanto lento...

 

post-15093-1249406672,7619_thumb.jpg

Modificato da nemicodelvento
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Hahahahha nemicodelvento, come disse una volta Lorenzo Jovanotti a Gigi Marzullo,nel bel mezzo di una raffica di domande (appunto "marzulliane") alle quali non sapeva come rispondere conservando la giusta razionalità...: "Lei è un pazzo"!!! Non volermene caro "amico-nemico" ma tu sei addirittura andato a scovare la scala evolutiva dell'alopecia del buon Freud...hahahaha incredibile.Se mi trovi anche quella di Jung ti propongo per una medaglia!

Colgo più che altro l'occasione per inviarti un amichevole saluto.

-Ken-

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Hahahahha nemicodelvento, come disse una volta Lorenzo Jovanotti a Gigi Marzullo,nel bel mezzo di una raffica di domande (appunto "marzulliane") alle quali non sapeva come rispondere conservando la giusta razionalità...: "Lei è un pazzo"!!! Non volermene caro "amico-nemico" ma tu sei addirittura andato a scovare la scala evolutiva dell'alopecia del buon Freud...hahahaha incredibile.Se mi trovi anche quella di Jung ti propongo per una medaglia!

Colgo più che altro l'occasione per inviarti un amichevole saluto.

-Ken-

 

Ciao, Ken! Credimi, è sempre un piacere leggerti e mi è molto gradito il tuo amichevole saluto.

Hai proprio ragione... non c'è proprio limite alle elucubrazioni che possono sorgere nella mente di un alopecizzato, anche ( o forse... soprattutto ) quando è una mente po' malandata, come nel mio caso.

 

Chissà... riprendendo scherzosamente la mitologia greca, potrebbe darsi che anche Alopecia, la terribile empusa della perdita dei capelli, sia figlia di Penia, la povera "dea della mancanza" sistematicamente evitata da tutti nell'Olimpo... ma che almeno in qualche occasione è riuscita ad avere come suo amante Poros, un demone capace di scovare, ogni tanto, qualche bislacca trovata!

 

P.S. Continuo ad invocare il caldo come attenuante!

Modificato da nemicodelvento
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