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decine e decine di vittime - 3 bombe


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Non sono assolutamente d'accordo con questa semplificazione assurda della vicenda: l'azione militare in Afghanistan è stata praticamente perfetta ed ora il paese, lungi dall'essere tranquillo, ha quella dignità che gli spetta e la situazione sociale sta tornando alla normalità e credimi, vedere persone che possono tranquillamente andare dal parrucchiere (banale ma esplicativo) senza avere la paura di essere impiccate alla traversa di un campo di calcio la vedo una grande conquista umanitaria!!

 

Sulla "desert storm" il fatto di non aver insistito nel destabilizzare il governo iracheno, ma tanto interessava solo ripristinare la situazione petrolifera in Kuwait, gli è tornata indietro come un boomerang!!

 

Perchè non hanno chiesto all'Imam del cxxxx il motivo preciso per cui le vittime di attentati contro la stessa popolazione irachena è di gran lunga superiore alle vittime causato dall'attacco americano? In fondo è una questione di potere e di predonomio pèoltico-religioso di un'etnia sull'altra anche lì.....

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non fraintendere, anch'io sono convintissimo che l'eradicazione dei Talebani in Afghanistan abbia ridato dignità a tantissime persone, soprattutto le donne ridotte prima in schiavitu'. il problema sono le bombe gettate a destra e a manca che hanno fatto milioni di vittime.

 

quell'Imam voleva solo sottolineare come se di morti innocenti possono provocarne gli occidentali perchè non possono provocarli anche loro stessi? infatti se guardi le 3 bombe di ieri in egitto di stranieri ne sono morti solo 3, gli altri 20 sono tutti poveri egiziani.

 

ecco che allora noterai che ad Al Queda interessa mettere tutti contro tutti e perchè? semplice perchè quando un egiziano o un iracheno domanderà perchè ci andiamo di mezzo anche noi? la risposta sarà semplice: perchè collaborate con gli occidentali. (anche gli egiziani collaborano nel turismo con imprese occidentali, di tour operator italiani a sharm ce ne sono piu' di 20).

 

al quaeda ha un'idea 'talebana' dell'islam dove gli occidentali non devono starci e come ha detto stasera Maghdi Allam al Tg-5 anche se le ns truppe e quelle americane lasciassero l'Iraq non cambierebbe niente.

 

oramai la frittata e fatta e la guerra di questo secolo è tra Al Queda e l'Iran col resto del mondo.

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Darko tu,noi,dal punto di vista occidentale dobbiamo immergerci davvero nella disperazione di queste popolazioni prima di giudicare.

Qui due possibilità abbiamo:bombardare tutti i pesei arabi,Egitto compreso,con le bombe atomiche e bruciare il cORANO in modo tale d anon essere piu letto d anessuno!!

Seconda soluzione:tentare il dialogo e la risoluzione innanzitutto della questione palestinese mettendo i n secondo piano gli nteressi economici delle potenze occidentali.

Io non credo che tu opteresti per le distruzioni di massa e per la guerra contro il mndo islamico o no?L europa sentendosi in colpa con gli ebrei ,dopo la second aguerra mondiale ,creò Israele togliendo le terre agli arabi.Non lo dico io oppure i comunisti.Cosa si dovrebe fare?Spostare di nuovo milioni di ebrei?Non penso affatto.Secondo me l unica via è lottare ovviamente il terrorismo ma nello stesso tempo risolvere il problema palestinese. fino a che noi occidentali convinti di una superiorità culturale (tutta d a provare)non la smettiamo di bollare come "bestie sottosviluppate"la maggiornaza degli arabi,ci ritroveremo sempre a piangere vittime inno0centi occidentali.

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[quote=castano_chiaro,25/04/2006, 18:18]

bla...bla....bla...bla....la vittoria non conta nulla conta quanto dureranno e quanti danni faranno, per la prima credo poco, per la seconda aime/ainoi molti. :cry: Quarzo Oggi, 04:13 PM

 

un passo alla volta...un passo alla volta.

Tanto per cominciare tu e la coalizione per la quale hai votato siete stati SCONFITTI....a casa !!...smammare !!! :P

 

 

 

e tu che ne sai hai sentito bin laden stamattina al telefono?? :lol: :lol: al quaeda sappiamo tutti che ha giurato vendetta all'italia e a berlusconi amico di bush, è questione di tempo anche con prodi al governo.

appunto, sei comunista :lol: :lol: :lol:

 

Tutta la faccenda ruota attorno alla questione Iraq.

I terrorosti islamici hanno giurato vendetta agli USA ed a tutti i paesi che hanno partecipato all'occupazione dell'Iraq, considerato territorio sacro ed inviolabile.

 

La vendetta contro la Spagna è stata perpetrata con le bombe di Madrid, la vendetta contro l'Italia con la strage di Nassirya.

 

Al-Qaida ha ripetuto più volte che smetterà di perseguitare i paesi alleati degli USA nella questione irachena nel momento stesso in cui questi ritireranno le loro truppe considerate "truppe di invasione".

 

La Spagna lo ha fatto subito dopo l'elezione di Zapatero, l'Italia lo farà non appena si insedierà il governo Prodi.

 

La conclusione logica quindi è che l'Italia almeno per il momento non rappresenta più un obiettivo sensibile per il terrorismo di matrice islamica, poichè il nuovo governo in procinto di insediarsi ha posto tra i suoi obiettivi principali il rimpatrio dei nostri militari sul suolo iracheno.

 

Ovviamente....solo una persona superficiale e poco informata sugli equilibri politici mondiali (come Castanochiaro) poteva pensare STUPIDAMENTE di mettere in relazione l'attentato dell'altroieri in Egitto con un tentativo intimidatorio nei confronti dell'Italia.

 

Tuttavia non mi stupisco ...in tutti questi mesi di forum Castanochiaro ci ha abituato ad IDIOZIE ben più ridicole.

Modificato da Quarzo
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Quarzo, con tutta franchezza il tuo tono saccente è veramente irritante e quando si va sul personale dimostrate veramente una pochezza allucinante. Come fa il grandissimo Billo (uno dei pochi con cui è piacevole litigare :D ), limitatevi a ribattere una tesi senza, per forza di cose, offendere gratuitamente!!

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L europa sentendosi in colpa con gli ebrei ,dopo la second aguerra mondiale ,creò Israele togliendo le terre agli arabi.Non lo dico io oppure i comunisti.Cosa si dovrebe fare?Spostare di nuovo milioni di ebrei?Non penso affatto.

 

 

Queste sono, perdona la franchezza, le bugie che ripete il Presidente Iraniano.

 

Israele nasce come stato da una decisione delle Nazioni Unite, e con il consenso degli stati arabi che volevano uno stato con due governi.

 

L’idea del ritorno alla terra d’origine risale ad un movimento iniziato verso la fine del XIX secolo, il sionismo.

 

Il diritto del popolo ebraico di vivere su quella terra non può essere messo fuori discussione, perché questo diritto è stato garantito non solo dai paesi occidentali ma anche dai paesi arabi al momento della creazione dello stato.

 

Su Israele e gli ebrei si dicono un sacco di fesserie (compreso la famosa storia delle lobby ebraiche padrone dei mercati finanziari), stiamo attenti a non aggiungerne altre.

 

Una delle poche cose buone che hanno fatto Berlusconi e Fini è stata quella di dare un vero ed aperto appoggio ad Israele.

 

In questo sono stati e sono molto, molto meglio di tanta sinistra che si dipinge tale, ma che su certi argomenti ha delle posizioni simil naziste (vedi sostegno dei no global a organizzazioni tipo Hamas).

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L'America e l'Europa hanno un atteggiamento protezionistico verso Israele, e qui sono in disaccordo con Brasileiro, perchè il capitale israelieno regola il mercato economico e finanziario mondiale, o almeno occidentale.

Pur non volendo giustificare l'aggressività israeliana o viceversa quella palestinese, lo stato d'Israele è visto come un baluardo occidentale all'interno del mondo arabo e i palestinesi, ovviamente spinti dal resto della comunità, non accetteranno mai nessun accordo parziale, nessun compromesso almeno fino a quando Israele esisterà come stato. La politica dei piccoli passi e del dialogo non paga in quella regione e non ci sarà mai una soluzione a meno che non accada una nuova diaspora...ma è fantascienza!!

Billo, quando si parla di lotta al terrorismo intesa diversamente da quella in atto credo si parli di velleità...dal momento che dietro tutto, da una parte e dall'altra, c'è il petrolio, i gasdotti, gli oleodotti di mezzo...terrorismo e lotta al terrorismo in realtà sono uno specchio per le allodole!!

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e i palestinesi, ovviamente spinti dal resto della comunità, non accetteranno mai nessun accordo parziale, nessun compromesso almeno fino a quando Israele esisterà come stato.

 

 

Sul punto delle lobby ebraiche, non discuto perchè non ho tempo ma è una grande falsità e invito chiunque a documentarsi su questo e a non prendere per buone le parole di Darko. Punto chiuso per me.

 

Ci sono stati arabi che hanno regolari e soddisfacenti relazioni diplomatiche con Israele come l'Egitto e la Giordania.

 

Se I Palestinesi non capiscono che devono accettare ciò che non possono cambiare verrano sterminati ad uno ad uno. lo dico con dispiacere, ovviamente, ma se lo stanno creando da soli il loro destino con delle scelte di leadership sbagliate.

 

Spero che lo capiscano anche quando decidono di mandare dei criminali al potere.

 

saluti

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Brasilerio furono le nazioni unite e stati come Egitto,SiriaLibano,attaccarono subito isreaele altro che nascita pacifica dello stato di isreale .Questa fu un operazione dallo stampo del tutto occidentale,non ricordo un pese arabo cha accolse con favore la nascita dello stato di israele.

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Brasileiro, tu non hai mai tempo quando si parla di argomentare una tesi: gli ebrei in America hanno il potere, finaziario ed economico! Non necessariamente come lobby (te piace sta parola) ma nel senso più individualistico dell'accezione. Punto chiuso per me!!

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Billo,

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Israele

 

ti cito wikipedia, senza scomodare altri storici, ricordando a tutti che una recente indagine ha stabilito che l'affidabilità dell'enciclopedia on line è pressochè identifca alla Britannica.

 

 

"Nel 1947 l'Assemblea delle Nazioni Unite, stabilisce la creazione di uno Stato ebraico e di uno Stato arabo in Palestina, con la città di Gerusalemme sotto l'amministrazione diretta dell'ONU. La dichiarazione venne accolta con favore dagli ebrei, mentre gli Stati arabi proposero la creazione di uno Stato unico federato, con due governi. Tra il dicembre del 1947 e la prima metà di maggio del 1948 vi saranno cruente azioni di guerra civile da ambo le parti. Il 14 maggio del 1948 viene dichiarata la nascita dello Stato di Israele."

 

Poi ci fu l'attacco (e presero tante mazzate!).

 

saluti

 

Per Darko: solo preghiere! :)

Modificato da Brasileiro
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L' inesplicabile relazione tra gli USA ed Israele, evidenziata dal totale e cieco supporto degli USA allo stato ebraico, ha portato molti analisti politici del Medioriente a ricercare le cause di tale anomala relazione in maniera che esse incontrino le tesi poltiche che ciascuno porta avanti.

 

In generale, possiamo dividere queste tematiche politiche in due scuole di pensiero: una, che sostiene Israele sia il bastione dell'imperialismo occidentale nella regione, pronto a servirne gli interessi; l'altra, che tende a spiegare questa poco santa alleanza con l'enorme influenza che le lobby sioniste hanno in tutto il mondo occidentale.

 

Recentemente e' venuta fuori una terza scuola di pensiero, la quale sostiene che il sionismo internazionale sia diventato parte integrante dell'imperialismo occidentale.

L'obiettivo, qui, non e' quello di coinvolgere il lettore in un certo tipo di ricerca accademica, ma quello di sottolineare l'appropriato approccio al problema reale. Non si puo' minimizzare l'importanza di cercare la verita' su un problema che, da 55 anni, causa lutti e devastazioni in tutto il mondo arabo, specie in Palestina. Qual e' la verita'?

 

Ognuna delle correnti di pensiero ha ragioni molto logiche che supportano la sua posizione. Coloro che sostengono Israele sia il bastione dell'imperialismo americano ed occidentale spiegano la loro analisi sottolineando il fatto che Israele sia stata artificialmente impiantata nell'area per servire gli interessi economici e strategici dell'occidente, minimizzando le future, possibili influenze russe o cinesi nella regione, e che tale supporto, da parte americana, si conforma al sistema "morale e democratico" praticato negli USA.

Israele manterrebbe il mondo arabo diviso, permettendo all'imperialismo occidentale di controllare la regione secondo la regola del "dividere e conquistare", affermano i sostenitori di questa scuola. Sostengono inoltre che Israele sia un alleato affidabile, ben piu' degli instabili regimi arabi, mentre le continue guerre nell'area consentirebbero alle industrie belliche, negli USA, di operare a pieno ritmo, con profitti da capogiro. La presenza di Israele, poi, aiuterebbe a mantenere ininterrotto il flusso di petrolio verso l'occidente ancora per un lungo futuro.

 

Tale razionalizzazione spiegherebbe facilmente il supporto pubblico americano verso lo stato ebraico.

La credibilita' di queste affermazioni dovrebbe essere spiegata secondo i criteri che si evolvono nella regione dagli ultimi cinquant'anni.

I paesi arabi sono stati divisi dal colonialismo anglo-francese ben prima della creazione di Israele, anzi, oserei dire che proprio questa creazione e' stata un fattore di tentata unita' da parte del mondo arabo. Per quello che concerne l'interesse strategico e petrolifero, si puo' solo obiettare che i confini molto limitati di Israele sono ben poca cosa rispetto ad un mondo arabo che si estende dal Golfo Arabico all'Oceano Atlantico. L'America non puo' supportare Israele a causa della sua pretesa di essere una democrazia, semplicemente perche' Israele non lo e' e non potrebbe mai esserlo a causa del suo carattere ebraico. In realta', il sistema semi-teocratico di Israele contravviene alla Costituzione USA, che non consente alla religione di interferire con il processo di uguale trattamento di fronte alla legge.

 

La moralita' e la legalita' non sono motivazioni da prendere seriamente in considerazione, dal momento che Israele ha infranto ogni codice morale nel suo trattamento degli indigeni di Palestina, mentre, dal punto di vista legale, Israele viola, a tutt'oggi, tutte le regole della legalita' internazionale, incluse decine di risoluzioni ONU riguardanti il conflitto in Medioriente.

 

Riguardo poi il fatto che Israele sia appoggiato perche' ritenuto un alleato affidabile, vi sarebbero decine di esempi da fare, dalla vendita di armi alla Cina, allo spionaggio in grande stile negli USA. Basta sottolineare, invece, che Israele e' l'unico stato sul pianeta che puo' dire agli americani, senza perifrasi, di farsi i loro affari e non interferire negli affari di Israele. Non si puo' dimenticare, a questo proposito, la arrogante lavata di capo fatta dall'allora primo ministro Shamir al presidente Reagan quando questi oso' proporre una pace in Medioriente seguente all'invasione israeliana in Libano, nel 1982. E come dimenticare la figuraccia rimediata da Bush figlio quando, durante l'assedio di Jenin, parlo' agli israeliani dalla TV pubblica, chiedendo loro di ritirarsi "immediatamente, ed intendo dire ORA", dalla Cisgiordania e fu pubblicamente snobbato da Sharon, ed in seguito duramente attaccato da lui?

 

Anche se ammettessimo che Israele sia un obbediente servo degli americani, gli USA sanno molto bene che i regimi possono cambiare e, con essi, la loro attitudine verso quelli che prima erano amici. Basti citare gli esempi di Libia ed Iran, in cui i repentini e rivoluzionari cambiamenti di regime hanno significato una drastica inversione di tendenza verso gli USA, proprio a causa del cieco supporto di questi verso Israele.

 

Il supporto americano ad Israele e' costato ai contribuenti USA piu' di 140 miliardi di dollari negli ultimi cinquant'anni, ed altrettanti miliardi sono ritornati nelle casse americane per merito di rapporti economici con il mondo arabo. Gli USA dovrebbero sapere che i loro interessi nell'area sono piu' che altro subordinati ai governi dei paesi interessare, che un giorno potrebbero anche cambiare, travolti dalla furia repressa e contenuta delle masse arabe. Il supporto ad Israele, dunque, non serve gli interessi nazionali USA. Ma cos'e' dunque che istiga un tale, irreale, anacronistico ed ingiusto supporto? Dare la colpa alla sola lobby ebraica e' riduttivo. Studi piu' profondi sul tema rivelano piu' di una ragione che forzano gli USA a supportare ciecamente Israele:

 

 

 

    *

 

      Il controllo sionista sui media

    *

 

      L'AIPAC (lobby ebraica) e la sua organizzazione piramidale nei cinquanta stati dell'Unione

    *

 

      La lobby Cristiano-Sionista rappresentata dal movimento evangelico.

 

Non vi e' oggi maggior potere di quello ottenuto manipolando la pubblica opinione usando i mezzi di comunicazione di massa, come TV, radio, giornali, cinema, riviste e libri. Nel momento in cui tale potentissimo giocattolo cade tra le mani di gruppi con determinati interessi politici, puoi essere certo che le informazioni che otterrai saranno quelle che soddisfano gli interessi e gli obiettivi di tali gruppi.

 

Negli USA, il 90% dei mezzi di comunicazione di massa sono nelle mani di organizzazioni sioniste. Se questo sembra assurdo, suggerisco al lettore serio di fare ricerche per conto suo.

Prendiamo ad esempio i tre maggiori quotidiani statunitensi, il New York Times, il Washington Post ed il Wall Street Journal. Essi sono rispettivamente posseduti e controllati da Arthur Sulzburger, Eugene Meyers e Peter Kann, tutti e tre sionisti dichiarati. Non solo, ma ognuno dei tre giornali in questione controlla decine di stazioni TV e centinaia di altri piccoli quotidiani.

 

Simili ricerche in TV, industria cinematografica, editoria porteranno alle stesse conclusioni.

 

Il successivo fattore decisivo che rende la politica americana totalmente succube di quella israeliana e' l'efficiente lavoro della lobby sionista, o AIPAC.

L'ex-senatore Fullbright l'ha definita il piu' potente gruppo d'interesse nella storia degli Stati Uniti, che e' riuscito ad allineare circa l'80% del Senato verso il supporto incondizionato di Israele, anche quando tale supporto contravvenga agli interessi USA.

 

L'ex-senatore Paul Findley chiese una nuova intifada in entrambe le Camere di Capitol Hill per liberarle dell'influenza dell'AIPAC. Pat Buchanan defini' il Parlamento americano "territorio occupato".

L'ex senatore Adlai Stevson terzo dichiaro' alla CBS che, a causa dell'AIPAC, il ministro degli esteri israeliano ha piu' influenza negli USA sugli affari mediorientali che in Israele e sicuramente piu' potere del ministro degli esteri USA.

 

L'AIPAC non e' un team pro-Israele che lavora solamente a Capitol Hill, ma e' una vera e propria corporazione, forte di 60.000 membri in tutti gli USA. Se qualche rappresentante osa criticare Israele, state pur certi che ricevera' centinaia di chiamate ed un numero simile di fax che gli impongono di seguire una linea piu' filo-israeliana. Cio' viene realizzato attraverso un processo chiamato Azione "allarme" che coinvolge tutta la struttura piramidale. Il codice "allarme" viene usato per allertare simultaneamente ed immediatamente tutti i membri dell'AIPAC in ogni stato. I deputati eletti negli USA sono molto sensibili a questo tipo di pressioni, che sono in grado di distruggere politicamente chiunque.

 

Thomas Moorer, Capo di Stato maggiore USA nel 1973, commento' una volta che, se gli americani scoprissero la devastante influenza dell'AIPAC, probabilmente prenderebbero le armi contro il loro stesso governo.

 

Naturalmente non bisogna trascurare l'influenza dei Cristiano-sionisti, le cui credenze religiose li spingono verso il Likud nello spettro politico israeliano, poiche' essi credono che la creazione di Israele ed il suo sostegno siano l'adempimento dell'Alleanza divina e delle profezie bibliche, sicche' il loro supporto verso lo stato ebraico non e' motivato ne' da considerazioni di interesse nazionale ne' dalla moralita' del comportamento di Israele. Jerry Fallwell, Pat Robertson e Jimmy Swaggert sono solo alcuni di questi fanatici, ma essi hanno il controllo su circa sessanta milioni di americani, che allineano alle posizioni pro-israeliane.

 

A meno che non si intervenga attivamente per limitare l'influenza sionista negli USA, e' pressocche' impossibile che l'americano possa liberarsi da questa formidabile trappola israeliana. Per adesso gli USA non hanno altra scelta se non quella di supportare acriticamente Israele ed i suoi progetti espansionistici. E' auspicabile che i gruppi arabo-americani parlino direttamente ed attivamente con il pubblico USA, per spiegargli cosa sta accadendo alle sue spalle. Oggi, dopo gli attentati dell'11 settembre, questi gruppi stanno gradualmente perdendo ogni peso politico e devono essi stessi difendersi. Hanno, in un solo giorno, perduto la forza che avevano costituito in decenni di vita negli USA. E neanche questo e' un caso.

 

Dichiarare che Israele serve agli interessi americani nella regione e' un travestimento con cui gli i dirigenti USA giustificano il loro supporto verso Israele. Dopotutto, essi pensano per giustificare il loro parziale tradimento verso gli interessi dello stato, se Israele serve agli interessi americani, non e' patriottico supportarla anche se venissero violate moralita' e legalita'?

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L ho letto e dice che molti stati arabi confinanti l attaccarono nel 47 o 48.Non mi sembra che molti accolsero con gioia la nascita del nuovo stato.Quindi cosa ho detto di strano prima?LE autorità britanniche conseganrono la palestina al Sionismo.Dove sta scritto che sia giusto quando prima la palestina era una cmunità dove vivevano in armonia musulmani crsitiani ed ebrei?

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Ma cmq qui si parlava di terrorismo e non possiamo bollare i musulmani come bstie impazzite oppure gli ebrei come faccendieri lobbisti pronti TRAMARE contro tutto e tutti.Le ie discussioni sono belle ma troppo "fantasiose"a quanto pare,ma allora ditemi volgiamo bruciare gli ebrei o bombardare sempre i pasei arabi?

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ps..e citi addirittura il sito di Forza Nuova...quale fonte di informazione????!!!

 

:lol: :lol: :lol:

 

cito forza nuova così come spunti presi da bellaciao.it...e poi mi sembrava fossero solo fotografie o c'era qualche commento scritto politicamente scorretto :60:

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