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Il Piacere È Del Corpo La Gioia Dell'anima


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ciao a tutti,

 

ieri sono stato in visita da una mia zia suora, una persona dall'animo molto profondo, con la quale ho discusso per un paio d'ore rimanendo affascinato dalla sua visione della vita.

 

abbiamo discusso del significato della vita e dell'importanza di avere una visione più ampia che spesso anche se di difficile interpretazione (i misteri della fede), permette all'individuo di affrontare le difficoltà della vita stessa in maniera molto differente rispetto a chi ateo, ha una visione esclusivamente materiale della propria esistenza.

 

si parlava dei kamikaze islamici, persone che si illudono di avere un posto in paradiso con a loro disposizione 7 vergini (una visione molto materiale della vita), che di contro viene barattata con la morte, con la strage dando la morte ad altri, in un disegno che di vita e di fede non ha proprio nulla contrapponendosi in modo radicale al bene prezioso della vita stessa e ai suoi valori.

 

 

vivere una vita basata solo sull'avere e sul godere rimane un po povero. ci pensavo io stesso, affascinato dai beni materiali, come la maggiroanza delle persone che ho conosciuto (parlo di quelli atei che cercano di rincorrere solo il benessere economico), siano nella maggioranza degli infelici perchè anche se raggiungono qualcosa di tangibile economicamente dopo, sono aridi mentalmente, non gli rimane niente se non soddisfare se stessi.

 

la gioia è dell'animo ed è vero. non voglio stare qui a fare l'apostolo! a me piacciono le cose materiali, il mangiare, il sesso, i beni di consumo ma sto sviluppando una visione piu' ampia di me stesso e della mia esistenza.

 

del resto, se si ha la sensibilità di assimilare le emozioni di certe circostanze, guardare un panorama, scrutare la natura nella sua essenza rimanendo affascinati dalla magia della vita, dalle sfumature che la natura offre e che essa è in grado di realizzare, è quasi impossibile credere che sia tutto frutto del 'big bang' e di un'evoluzione avvenuta solo per cause 'materiali' senza una presenza superiore.

 

quando compri qualcosa quando fai qualcosa di dispendioso, quando hai un tenore di vita dopo ti ci adegui cosa ti rimane? sei sempre tu con i tuoi dubbi sulla vita, le tue aspettative nel realizzare qualcos'altro ma se l'animo è arido, vuoto, l'insoddisfazione regna sovrana.

 

ci pensavo parlando delle persone cattive quelli che godono a fare del male quelli che vivono di invidie e antipatie che sono solo frutto della loro infelicità. quando una persona ti attacca a titolo gratuito e cerca di farti del male vuol dire che ha dentro una grande sofferenza perchè una persona serena, in pace con se stessa non ha necessità di attaccare gli altri e scaricare su di loro il male che ha dentro.

 

probabilmente molti identificano nella fede una privazione, una sorta di rinuncia che si basa sul 'peccato' ma chi non ha peccato scagli la prima pietra! credo cioè che occorre avere una visione piu' ampia che non collima espressamente con i veti di una dotrina ecclesiastica troppo ferrea e privante.

 

credo che ogni individuo debba apprezzare i piaceri della vita senza fare del male agli altri, del resto lo stesso Gesù amava mangiare e godere della natura stessa, Gesù era infatti un uomo sulla terra.

 

mia zia mi ha detto una frase alla fine: la vita terrena è una cosa relativa. la vita terrena è un passaggio di qualcosa di immensamente grande e di difficile comprensione che lei stessa, donna di fede che è stata in missione in paesi lontani, non ha del tutto compreso, ma è l'accettare questa immensità che rende certi problemi vissuti in modo insormontabile, meno gravi di quello che sono.

 

non so voi come vi confrontate con questi discorsi e mi piacerebbe saperlo se vi va di discuterne.

 

ciao

Modificato da castano_chiaro
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Ciao Castano.

 

Io non sono credente, sono "agnostico". Sono in continua ricerca, mi interesso del senso della vita, anche se seguo una via più filosofica che religiosa.

Vorrei chiarire un punto. Non tutti gli atei sono materialisti e seguono solo il benessere economico, ci sono atei che sono persone di altissima levatura morale e che, nella vita quotidiana, compiono grandi azione per il bene del prossimo.

La gioia è dell'anima, hai ragione. Ma non è necessario credere in qualche divinità per essere felici.

Se esiste un qualcosa di soprannaturale, essa è sicuramente superiore a tutte le religioni e le concezioni che si possono creare sulla terra.

Sai, sopratutto nella civilità occidentale, la visione del mondo è concentrata sulla lotta tra il bene ed il male.

La mia esperienza di vita mi ha fatto comprendere una cosa: non c'è un male da combattere, c'è un male da affrontare, pochè solo attraverso il male posso capire, ed apprezzare il bene.

La vita è fatta di possibilità (come affermava il buon Kierkegaard), e solo ora mi accingo alla presa di coscenza di quanto ogni nostro gesto, anche il più insignificante all'apparenza, possa essere veramente importante. Mi accorgo di quanto la scelta di andare o non andare in un determinato luogo, di stare o non stare con determinate persone, porti ad esiti assai differenti sia per la mia persona, sia anche per gli altri!!! Persino il non voler affrontare una determinata situazione può essere male. A volte non aiutare qualcuno, quando lo possiamo fare, può essere male, perchè, anche se ciò potrebbe sembrare paradossale, non intervenire potrebbe essere deleterio nei confronti di un'altra persona. Potremmo salvarla da ben peggiori conseguenze. Ovviamente ognuno deve sentirsi pronto nel compiere determinate azioni.

Io vedo il male come opportunità di miglioramento di me stesso, e i miei errori verso gli altri (e verso me stesso) e quelli degli altri nei miei confronti, non sono altro che il pane per il mio miglioramento interiore. Sapete, mi pongo spesso una domanda. Che cosa avrei imparato dalla vita se fosse sempre andato tutto bene??

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pontiac

  anche io sono ateo convinto ma questo non vuol dire che le persone non credenti siano materiali anzi..io ho semrpe cercato di aiutare il prossimo senza pero' mai avere nulla in cambio..

 

ecco, questo rispecchia appieno la 'povertà d'animo' dell'ateo convinto (senza offesa ligicamente). mi spiego meglio: la tua asserzione di avere sempre cercato di aiutare il prossimo senza avere nulla in cambio ne è la prova. la gioia dell'animo non è ricevere direttamente qualcosa in cambio. la gioia se aiuti qualcuno che ha bisogno è nel ricevere il suo sorriso, nel sentirti bene per averlo aiutato da li scaturisce la gioia dell'animo non dall'avere qualcosa in cambio.

 

finchè sarai di questa opinione basata sullo scambio 'do e devo ricevere' allora rimarrai sempre deluso. il prossimo non si aiuta per avere cose in cambio.

 

Atreyu

La gioia è dell'anima, hai ragione. Ma non è necessario credere in qualche divinità per essere felici

 

qui non si tratta di credere per essere felici. questo è il limite degli atei o se preferisci agnostici che è il modo di un ateo di elevarsi un tantino piu' su.

 

la gioia è data dal fatto di credere in quella dimensione cosi ampia e infinita della fede cristiana per gli esempi che Gesù ha dato all'umanità e per ciò che essa rappresenta in termini di bontà.

 

Non tutti gli atei sono materialisti e seguono solo il benessere economico, ci sono atei che sono persone di altissima levatura morale e che, nella vita quotidiana, compiono grandi azione per il bene del prossimo

 

nessuno lo mette in dubbio il punto è la visione 'limitata' che costoro hanno della propria esistenza. non credere in una figura superiore, in un aldilà, in una vita terrena che è solo un passaggio, una tappa dell'esistenza infinita dell'anima è molto limitativo perchè ti porta a incentrare tutto su questa vita inclusi i propri fallimenti, se riesci a guardare 'oltre' tutto è relativo.

 

La mia esperienza di vita mi ha fatto comprendere una cosa: non c'è un male da combattere, c'è un male da affrontare, pochè solo attraverso il male posso capire, ed apprezzare il bene.

 

davvero? io invece dico che il bene che ho ricevuto nella mia vita mi ha fatto aprire il cuore e desiderare di fare del bene. il bene che ho ricevuto mi ha fatto comprendere che nella vita che sembra tanto dominata dal male ci sono in realtà moltissime persone buone spesso nascoste che bisogna saper trovare.

 

Kierkegaard era schiavo del peccato e dei sensi di colpa a causa della sua educazione e le sue idee sulla fede e sull'uomo e alla sua facoltà di decidere della sua esistenza sono quantomai singolari. il fatto che l'uomo sia chiamato a fare delle scelte o se preferisci a sfruttare delle 'possibilità' che si ripercuoteranno sulla sua esistenza non vedo cosa c'entra con l'avere una fede cristiana. ad ogni modo come Kierkegaard puoi vivere la tua religiosità intimamente e in modo assolutamente personale.

 

personalmente non sopporto i filosofi.

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ecco, questo rispecchia appieno la 'povertà d'animo' dell'ateo convinto (senza offesa ligicamente). mi spiego meglio: la tua asserzione di avere sempre cercato di aiutare il prossimo senza avere nulla in cambio ne è la prova. la gioia dell'animo non è ricevere direttamente qualcosa in cambio. la gioia se aiuti qualcuno che ha bisogno è nel ricevere il suo sorriso, nel sentirti bene per averlo aiutato da li scaturisce la gioia dell'animo non dall'avere qualcosa in cambio.

 

finchè sarai di questa opinione basata sullo scambio 'do e devo ricevere' allora rimarrai sempre deluso. il prossimo non si aiuta per avere cose in cambio.

qui non si tratta di credere per essere felici. questo è il limite degli atei o se preferisci agnostici che è il modo di un ateo di elevarsi un tantino piu' su.

 

la gioia è data dal fatto di credere in quella dimensione cosi ampia e infinita della fede cristiana per gli esempi che Gesù ha dato all'umanità e per ciò che essa rappresenta in termini di bontà.

nessuno lo mette in  dubbio il punto è la visione 'limitata' che costoro hanno della propria esistenza. non credere in una figura superiore, in un aldilà, in una vita terrena che è solo un passaggio, una tappa dell'esistenza infinita dell'anima è molto limitativo perchè ti porta a incentrare tutto su questa vita inclusi i propri fallimenti, se riesci a guardare 'oltre' tutto è relativo.

davvero? io invece dico che il bene che ho ricevuto nella mia vita mi ha fatto aprire il cuore e desiderare di fare del bene. il bene che ho ricevuto mi ha fatto comprendere che nella vita che sembra tanto dominata dal male ci sono in realtà moltissime persone buone spesso nascoste che bisogna saper trovare.

 

Kierkegaard era schiavo del peccato e dei sensi di colpa a causa della sua educazione e le sue idee sulla fede e sull'uomo e alla sua facoltà di decidere della  sua esistenza sono quantomai singolari. il fatto che l'uomo sia chiamato a fare delle scelte o se preferisci a sfruttare delle 'possibilità' che si ripercuoteranno sulla sua esistenza non vedo cosa c'entra con l'avere una fede cristiana. ad ogni modo come Kierkegaard puoi vivere  la tua religiosità intimamente e in modo assolutamente personale.

 

personalmente non sopporto i filosofi.

 

Ciao Castano, quanto tu non sopporti i filosofi, tanto io non sopporto i preti!!

 

Sulla concezione del male siamo agli antipodi, io ho imparato molto dal male e dalle sofferenze che la vita mi ha dato finora.

Ho ricevuto menzogna, abbandono ed incomprensione, ma è proprio grazie a ciò che mi è capitato, che ho compreso quanto siano importanti la verità e la capacità di comprendere gli altri.

Il bene è molto importante, nella vita fortunatamente ho ricevuto anche quello, ma se non sperimenti il male, non ti renderai mai conto del valore che ha l'amore, almeno non nella sua forma più completa.

 

La nostre diverse vite ci hanno portato ad avere concezioni dissimili.

La verità starà nel mezzo, sia bene che male sono allo stesso modo importanti per la nostra crescita interiore. Per me tale crescita può (ma non deve...) necessariamente concludersi alla fine di questa esistenza, alla quale potrebbe non seguire nulla.

In ogni caso le ombre non sono meno importanti della luce.

Modificato da Atreyu
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castano io non mi sono lamentato di nulla ho solo fatto una costatazione di fatto..io non mi sono permesso di critcare i cattolici quando ne avrei parecchie di cose da dire nei vostri confronti..quello povero dentro sei te credimi che si crede superiore a tutti gli altri..

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pontiac

..io non mi sono permesso di critcare i cattolici quando ne avrei parecchie di cose da dire nei vostri confronti..quello povero dentro sei te credimi che si crede superiore a tutti gli altri..

 

ma perchè te la prendi? :D io non ho criticato la tua persona ma la tua frase. se hai 'parecchie cose da dire' dille siamo quà per questo. questa discussione l'ho aperta proprio per la voglia di confronto non per litigare perciò mi farà piacere leggere le tue critiche in tal senso. sai è facile dire 'sono ateo' e finirla li.

 

di solito chi non si spinge oltre o non è del tutto convinto di ciò che dice oppure ha delle idee parecchio generaliste. ad esempio giorni addietro discutevo con un mio amico ateo il quale disse: la chiesa ha troppe colpe alle spalle a cominciare dalla santa inquisizione!

 

ma l'inquisizione è una cosa del medioevo, la chiesa di oggi è notevolmente cambiata! cosa che ad esempio non si può dire del comunismo poichè il comunismo che professa l'uguaglianza alla fine nelle esperienze sia passate che attuali ha sempre dimostrato di essere un fallimento e di sfociare nella dittatura (vedi cina attuale).

 

perciò se vuoi discutere discutiamo, se vuoi trincerarti dietro a frasi fatte va bene.

 

ciao

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se me la sono presa e perchè mi detto che noi atei siamo poveri d'animo e questa è una cosa che non credo che una persona con un minimo di buon senso dovrebbe permettersi di dire..ripeto io non mi sono mai permesso di criticare nessuno, non ho assolutamente idee generalistiche come dici te, anzi le mie idee sono molto ben precise..comunque questo ricorda che è un paese democratico e che ognuno ha le sue idee e come tali vanno rispettate a vicenda, non devi crederti superiore a nessuno..poi per l'amor del cielo io non voglio offendere nessuno e sopprattutto non ho voglia di litigare con nessuno in questo periodo..ciao e se ti fà piacere contattami pure.. :fischietto:

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il mio termine 'povertà d'animo' non voleva essere un'offesa ne un giudizio. per quanto mi riguarda ognuno è libero di interpretare la vita come vuole con o senza fede. con il termine 'povertà' intendevo solo il non possedere una visione dell'oltre della vita. cioè trovo un po limitativo vivere la propria vita come esperienza esclusivamente terrena senza ul dopo.

 

almeno, l'ateismo basa la propria credenza solo sulle cose dimostrabili, sulla scienza e sulla dimostrabilità degli eventi. questo crea sicuramente degli interessanti confronti tra gli uomini atei e gli uomini di fede ma a mio avviso lascia una maggiore visione mentale a questi ultimi.

 

non è giudicare ma fare delle considerazioni perchè io stesso in precedenza sono stato ateo e legato ai valori materiali e scentifici della vita. quindi parlo per esperienza vissuta. solo che ad un certo punto della mia esistenza, stranamente proprio quando me la passavo bene e quando credevo nella dimostrabilità delle cose, sono sprofondato in una grande crisi esistenziale che mi ha fatto riflettere su quanto è piccolo l'uomo rispetto alle proprie difficoltà e su quanto potere ha la fede.

 

non parlo quindi di fede come scappatoia. io stesso nno ho mai accettato la fede per difficoltà come escamotage a una vita difficile da affrontare, tutt'altro.

 

per un esperienza personale che ho vissuto e che non sto qui a raccontare, mi sono reso conto di quanto la fede permette di aprire la propria mente ed aiuti ad avere una visione molto piu ampia e piu' bella della vita e come questa visione permetta di farsi una ragione di cose che in precedenza vivevo con un enorme rabbia e senso di ingiustizia.

 

mi scuso se qualcuno si è sentito oggetto di giudizio. non era questo il mio intento.

 

ciao

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