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Vicenda Terry Schiavo


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voi cosa ne pensate?

mi riferisco a quella donna americana ridotta da 15 anni ad uno stato vegetativo dopo aver avuto un attacco cardiaco se non erro

ora il marito ha voluto staccare le macchine che la tengono in vita,ma i suoi genitori si sono opposti a questo gesto,dicendo che si tratta di omicidio e sperando ancora che lei si riprenda

pare che le macchine vengano riattaccate,e che verrà varata una nuova legge in merito

gli stati uniti sono divisi in 2 fazioni

voi che mi dite?

personalmente mi trovo in completo accordo con il marito,vivere così non è dignitoso,non è vita... :(

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La vicenda è abnorme ma la questione è complessa:noi vediamo una persona che non lo è più,e se ci riferiamo al suo caso per come ci viene presentato dai media e che probabilmente è,certo l'opinione non può che essere quella di Lady.Se invece se ne vuol dedurre una legge generale e sempre valida vi faccio la seguente domanda:cosa fareste una volta che vostro figlio si dovesse(mi tocco i c o g l i o n i) trovare in un coma diciamo meno 'distruttivo' ma allo stesso modo statisticamente inequivocabile come destino ?Lo lascereste morire il giorno stesso,consapevoli del numero apprezzabile anche se certo sempre basso di risvegli avvenuti a mesi e anni di distanza?

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Secondo me la cosa migliore sarebbe (quando si arriva alla maggiore eta') poter rilasciare una propria volonta' affinche' nel caso di un incidente del genere (in cui ovviamente non ci sia nessuna speranza di recuperare almeno la capacita' di comunicare) tu possa autorizzare a "staccare la spina".

Ovviamente la volonta' scritta sarebbe rinnovabile (qualora si cambiasse idea).

Cosi' almeno tutti altri (parenti, medici etc) potrebbero prendere la decisione (qualunque essa sia) un po' + a cuor leggero.

Fosse per me mi ammazzerei anche se fossi costretto a stare "solamente" su una sedia a rotelle... non credo che riuscirei ad avere la forza di andare avanti.

 

Bye

Modificato da Franz_k
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su una sedia a rotelle mi pare esagerato però dai.....

 

Beh Mel stiamo qui dentro che ci facciamo le pippe mentali per 4 capelli... figurati se fossimo costretti su una sedia a rotelle...

...il 99% di chi frequenta questo forum in una situazione del genere tenterebbe il suicidio -_- e il restante 1% non lo farebbe solamente perche' non troverebbe il coraggio

Modificato da Franz_k
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vero inverti le percentuali..

cmq sono anche io del parere che bisognerebbe,una volta raggiunta la maggiore età, lasciare una dichiarazione scritta sulla proprie volontà in casi come questo

io posso capire il dolore dei genitori,ma ormai sono 15 anni,e non 15 mesi, che questa povera donna è lì in stato vegetativo,la nutrono attraverso l'ombelico,,,come un feto..io non vorrei mai vivere così!

capisco i tentativi e le speranze,ma dopo tutti questi anni si tratta di accanimento e basta,i genitori dovrebbero accettare il fatto che lei ormai non esiste più da molto,e poi dovrebbero anche capire che dato che il tutore legale è il marito non è il caso di portare la cosa in tribunale...Terri schiavo vive in un ospizio..attaccata ai tubi...mi sembra poco rispettoso nei suoi confronti battersi a suon di avvocati per decidere chi può scegliere per lei,oltretutto pensando che lei quando era in vita diciamo così aveva espresso un preciso parere sulla cosa,ovvero quello di non voler mai vivere in una maniera del genere...

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La discussione etica è in realtà assai complessa: il problema è che noi valutiamo la sofferenza umana sull'unica base di come noi "normali" la percepiamo. Mi spiego: noi diciamo "se dovesse capitare a me farei staccare la spina" ma la frase non ha senso perchè nel momento in cui ci dovesse capitare non saremmo nello stadio cognitivo che ci ha permesso di formulare questa intenzione.

Molto diverso è il caso di malati terminali di gravi malattie che combattono con il dolore fisico una guerra insostenibile ma sono coscienti del loro stato e possono decidere del loro destino.

Io davvero non so quale decisione avrei preso o potrei prendere nel caso mi trovassi ad affrontare una tale situazione in nome e per conto di un mio congiunto. Tuttavia comprendo anche le ragioni di chi, apparentemente contro ogni logica "normale", sostiene l'impossibilità di poter disporre la fine di una vita seppure in nome di un principio condivisibile.

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Lady ... spero questo mio post venga letto senza timor di polemica ma ... cosa è la normalità ? Cosa definiamo essere la "dignità" ?

Sono domande per le quali la risposta che spesso diamo dipende solo ed esclusivamente dalla "normalità" e dignità dei c.d. "sani".

Io non ne faccio una questione di tempo ma di coscienza del proprio stato: abbiamo sufficienti informazioni per dire che il livello cognitivo di Terry Schiavo (l'esempio contingente) fosse zero ? Abbiamo la certezza che Lei avesse perso ogni speranza ? Che non percepisse nemmeno in minima parte la vicinanza dei suoi cari e per questo non ne traesse, seppure in misura infinitesimale, giovamento ? Se la risposta a questa domanda è, oltre che possibile, affermativa allora forse si è fatto a bene a decidere per lo spegnimento delle macchine.

Viceversa chi ha deciso ha anche deciso di interrompere una vita : una vita con la quale noi non riusciamo ad entrare in relazione ma pur sempre una vita.

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ti dico il mio parere

se lei percepisse ma non potesse comunicare,da tutto questo tempo,allora sarebbe giusto interrompere la sua "vita",perchè lei stessa credo si sentirebbe una nullità e priva di ogni dignità umana,se lei non percepisse niente e fosse tenuta in vita dalle macchine e basta allora sarebbe comunque giusto interrompere la sua "vita"

con delle lesioni cerebrali di quella portata se anche tornasse a muoversi per dire o a parlare,non sarebbe in ogni caso la stessa persona di prima,non avrebbe l'uso della ragione,fossi sua parente mi farebbe solo una immensa tristezza,nel ricordo di come era...credimi...non so se tu hai esperienze di questo tipo,non analoghe intendo ma solo simili,io si e se ci penso ho una grande tristezza...

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Finchè c'è vita c'è speranza, per me è da tenere in vita in tutti i modi finchè solo l'impossibilità potrà non farla ancora vivere. Non si sa mai quel che può succedere, il futuro nessuno lo sa e non si può decidere della vita ne la propria ne quella degli altri. Ciao

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secondo me questo è un discorso non valido

non si riprenderà mai, ha delle lesioni cerebrali gravi e le cellule nervose nell'individuo adulto non si rigenerano,e anche se trovassero un modo per rigenerarle non sarebbe cmq la stessa cosa,è proprio la fisiologia e la complessità del sistema nervoso,il modo in cui si differenzia con lo sviluppo in cui si specializza che rende una cosa del genere quasi impossibile,lei è troppo grave

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Lobo direbbe(quando torna confermerà subito!!) "inutile discutere di faccende così delicate tanto ognuno rimane della sua idea e io invece sapete che vi dico ?"(segue faccina con le chiappette esposte o similaria... :D :lol: ).

 

Al di là della speranza la questione è quella toccata da Anlan:è realmente possibile calarsi in quel che resta della mente e della volontà di una persona così ridotta e poter affermare che non ne è rimasto nulla?Perchè sul fatto che d'istinto possa venire da augurarle la fine delle sofferenze non c'è il minimo dubbio.Però capirete che quà entra in gioco il fantomatico concetto di vita(e non solo),quale,come,da quando,fino a quando.

 

certo che se da una parte l'atto di interrompere una vita anche in quelle condizioni può apparire inaccettabile c'è da dire che nella stessa situazione non è così lontana l'idea di vedere nel gesto meccanico della macchina che mantiene in vita una sorta di accanimento terapeutico.

 

Quindi,diciamo per esempio a parità di credo religioso e di patologia,quella persona 100 anni fà sarebbe morta 'prima' e certo senza nessuna polemica.

E' giusto allora che il concetto ontologico di esistenza si sposti e si modifichi sulla base degli apporti che la tecnologia ha potuto offrire e che perciò la discussione oggi verta sul chiamare o meno vita quella che in realtà è permessa nelle sue funzioni basiche(in modo emblematico in casi estremi come questo) solo da una macchina?

 

oppure è proprio la tecnologia a darci la possibilità di prendere contatto con i nostri limiti di coscienza,di spirito e di raziocinio,nella direzione di un progressivo decriptaggio dell'ignoto intorno a noi,anche a prezzo di passaggi di dolore

indicibile e assoluto come questo?

 

leggo che questa ragazza abbia sorriso ai suoi genitori per tutti questi anni e che,non so in che modo,stia continuando a farlo.Molti di voi non hanno un figlio, e converrete non basti immaginarselo,ma vi chiedo ancora senza voler solleticare pathos a buon mercato, riuscireste a lasciarlo deliberatamente morire sapendo che il giorno seguente vi avrebbe guardato ancora negli occhi e sorriso di nuovo?

Modificato da curvadong
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Casi molto più gravi sono poi stati riversi. Muti che non parlavano, ciechi che non vedevano, persone in coma da 40 anni, persona paralizzate, tutti casi a cui dicevano:"Non si può far nulla". Mai dare niente per scontato. Ciao

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curva io non ho un figlio forse sbaglio ragionamento,ma proprio perchè è tuo figlio e te lo ricordi come era vitale, intelligente non ti mette una grande tristezza che sia ridotto a quel modo da quasi metà della sua vita? non penseresti che non sia giusto continuare a tenerlo sveglio solo per un tuo egoismo,solo perchè tu sai che respira e non vuoi separartene per paura di soffrire di più?? qui nn si sta parlando di una persona che ragiona ma è immobile come poteva essere per esempio christofer reeve,qui si sta parlando di una persona che neanche parla,che ti guarda o sorride senza capire,solo per uno stimolo nervoso...secondo me i suoi genitori peccano di un egoismo immane...privano lei della dignità per nn soffrire eccessivamente loro

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No sto parlando di casi realmente accaduti e non di film, attaccarsi tra i tanti esempi che ho fatto a quello meno grave, cioè quello del cieco è piuttosto banale. Ci sono persone che si sono risvegliate dopo 40 anni di coma, e se queste persone le avessero lasciate morire?

Poi fare sti discorsi da chi sta in piena salute è troppo facile, bisognerebbe essere prima al suo posto poi parlare. Che ne sai te che vuole morire? Che diritto vuoi avere sulla vita di un altro? Anche sulla tua vita hai diritto? È tua? Sì? In che modo l'hai avuta? Te la sei guadagnata?

Mi pare che la vita ti sia stata donata quindi come fa ad essere tua?

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curva io non ho un figlio forse sbaglio ragionamento,ma proprio perchè è tuo figlio e te lo ricordi come era vitale, intelligente non ti mette una grande tristezza che sia ridotto a quel modo da quasi metà della sua vita?

Questa è solo una tua opinione, mi pare proprio che i genitori di Terri abbiano un'opinione totalmente differente dalla tua. Dovresti smettere di pensare che la vita del mondo dovrebbe ruotare intorno ai tuoi parametri, mica penserai di essere il modello di vita dell'essere umano?!

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allora run,io ho un parente stretto affetto da AIDS,purtroppo il virus ha intaccato il suo sistema nervoso,ora lui è regredito moltissimo,è come se fosse un bambino ed ha più di 40 anni,è ricoverato in una clinica,perchè non può stare da solo e mia zia non può stargli dietro tutto il giorno perchè ha problemi di salute. era una persona molto brillante,ha fatto i suoi errori infatti si è preso il virus,ma quando sembrava che tutto fosse tornato apposto si è ammalato,era gentile ed educato,adesso quasi non ti riconosce,è da un po' che non lo vedo,ma allo stato attuale delle cose lui praticamente è come se fosse down, io non credo che quella sia vita,se fosse attaccato ad una macchina staccherei la spina

e ora non dirmi che è diverso perchè si tratta di una malattia terminale,lui potrebbe sopravvivere anni e anni ancora,ma secondo me in queste condizioni non ne vale la pena

 

non credo nella vita ad ogni costo,per niente

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Valentina, figurati se non ti capisco quando dici che in un caso del genere saresti sopraffatta da mille sentimenti e ben peggiori della tristezza proprio al ricordo di ciò che è stato.

 

E' sul passaggio successivo che non sono daccordo:è possibile dire con esattezza che sarebbe la mia posizione egoistica a determinare la permanenza in vita di un figlio in tali condizioni e non invece la mia volontà di non decidere per la sua,o che la sua non esista più?E' il concetto di esistenza che viene tirato in ballo,anche se ti ripeto,non riesco a stilare un comportamento che possa ritenere con coerenza sempre valido in casi come questo.

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