Non so quanto ti possa servire quanto ti scrivo; ma è quello che io ho sperimentato…Il corpo, e conseguentemente la mente, hanno una strana maniera di reagire alla PAURA…in una fase iniziale cercano, in maniera del tutto in accordo col nostro istinto di sopravvivenza, di fuggire. E’un retaggio di quando le nostre paure erano MOLTO più legate ad eventi fisici, di quanto non lo siano ora. Superata la fase inziale..la mente attraversa stadi successivi di dolore, ognuno dei quali accomunato dal fatto che la stessa invierà segnali fortissimi per distoglierti dalla natura della paura stessa. Questo è molto sbagliato.
Il mio consiglio è quello di immergerti nel dolore.
Non ci sono altri modi per uscirne.
I farmaci, gli amici, le donne, gli psicologi non ti aiuteranno. Al buio, sarai sempre solo.
Se veramente vuoi arrivare alla fonte di ciò che ti fa male, qualsiasi cosa sia, ti ci devi immergere completamente…scoprirai, come molti altri prima di te, me compreso, che arrivati al limite estremo del dolore ti si aprono solamente due alternative: soccombere alla paura; e in questo caso non ci sarebbe vergogna, ti assicuro amico mio, perché cadresti a testa alta, lottando….ma: molto piu probabilmente succederebbe che nel momento in cui ogni singola fibra del tuo essere fosse permeata di dolore, il tuo corpo e la tua mente lo travalicherebbe, rilassandosi, incapace di sostenere ancora dolore.
Questo ti darà il premio finale: LA PROSPETTIVA.
Un differente modo di guardare perfino te stesso; che ti farà giudicare quello che tu temi in maniera più obbiettiva.
Ho vissuto quanto ti dico….urlando senza nessun rumore, solamente con la bocca aperta e il rumore del mio dolore che arrivava a coprire persino il battito del mio cuore…fino a che son rimasto stremato a guardarmi trasfigurato, troppo esausto per soffrire ancora, con solamente il silenzio derivante dalla morte della mia anima.
Quello che ne è rimasto sicuramente non è un uomo felice; ma neanche un uomo in ginocchio.
Buona fortuna; amico mio.