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Superstizione


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Oggi cercando alcune "curiosità" sulla produzione e fornitura dei capelli umani indiani, sono incappato in questo interessante articolo su Repubblica.it

 

http://www.repubblica.it/2003/h/sezioni/esteri/capelli/capelli/capelli.html

 

Viene affrontato il tema del commercio dei capelli, dall'origine (India) e la commercializzazione.

Si dice che il commercio dei capelli permette cose buone come il finanziamento dell'attività dei templi religiosi e la costruzione di scuole e ospedali, però da come si chiude l'articolo c'è da pensare che NESSUN credente e praticante induista si metterebbe mai in testa dei capelli appartenuti ad altre persone che li hanno tagliati per seguire la tradizione religiosa.

Modificato da Haander
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Alcuni tra di noi, pur essendo induisti, non si fanno questi problemi.

 

Poi in fondo non si tratta di capelli predati, razziati o comunque ottenuti con coercizione di alcun tipo ma di capelli acquistati dai venditori ed ancor prima offerti senza scopo di lucro dai donatori che ben sanno il destino che poi avranno.

 

E' una lunga catena che riconosce proprio nella tradizione religiosa la sua origine: se non ci fossero persone che si fanno crescere i capelli fino alla schiena, ben difficilmente ci sarebbe l'abbondanza di capelli che troviamo e che permette alle factories di protesizzare mezzo mondo.

 

Per di più, nel nostro caso, non si tratta di un vezzo di vanità ma di una stringente necessità di recuperare la nostra integrità estetica.

 

Noi non diventiamo più belli modificando il nostro corpo, come chi si fa gonfiare il seno o raddrizzare il naso, semplicemente ci riprendiamo ciò che già era nostro e ritorniamo ad essere esattamente ciò che eravamo.

 

La cosa è moralmente ineccepibile, sia che uno sia credente che non credente.

 

 

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Non metto in discussione la moralità o la legittimità del commercio dei capelli.

Quello che mi fà pensare è l'origine e il significato religioso di questo rituale: liberarsi e purificarsi dalle negatività ("il taglio di capelli che serve a purificare il destino negativo" si legge nell'articolo).

 

Quindi il fatto che "teoricamente" (per chi ci crede ovviamente) insieme ai capelli si possano ricevere anche "le negatività" del donatore/trice dei capelli potrebbe trasmettere a qualcuno una sorte di inquietudine...

Poi ovviamente uno può essere induista e anche fregarsene di questi "dettagli"

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Non metto in discussione la moralità o la legittimità del commercio dei capelli.

Quello che mi fà pensare è l'origine e il significato religioso di questo rituale: liberarsi e purificarsi dalle negatività ("il taglio di capelli che serve a purificare il destino negativo" si legge nell'articolo).

 

Quindi il fatto che "teoricamente" (per chi ci crede ovviamente) insieme ai capelli si possano ricevere anche "le negatività" del donatore/trice dei capelli potrebbe trasmettere a qualcuno una sorte di inquietudine...

Poi ovviamente uno può essere induista e anche fregarsene di questi "dettagli"

 

Ma le negatività sono solubili in acido formico, non lo sai?

 

Casomai se le beccano i cinesini che lavorano sui capelli! :happy-05:

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