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Clomifene E Alopecia Androgenetica?


nemicodelvento

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Gentilissimo Dott. Gigli.

 

Mi permetto di chiederLe un parere in merito ad una questione, scusandomi in anticipo qualora si tratti di un quesito privo di attendibilità oppure nel caso non le abbia fornito sufficienti dati per esprimere una valutazione.

 

In altri thread di questo ed altri Forum è stata ventilata la possibilità di un uso combinato di inibitori di 5-alfa-reduttasi con clomifene, secondo dosi da controllare attraverso periodici dosaggi ormonali di testosterone e diidrotestosterone.

Tale eventuale posologia - se ho ben capito - si baserebbe sull'ipotesi secondo la quale le forme più aggressive di alopecia androgenetica insorgerebbero nei soggetti caratterizzati da valori bassi di testosterone non tanto in senso assoluto ( ipogonadismo ), quanto in rapporto al diidrotestosterone.

Sempre stando a quanto ho compreso, l'intenzione sarebbe quella di ricondurre l'organismo ad un quadro ormonale che sarebbe tipico della pubertà.

 

Per le mie limitate conoscenze, le indicazioni del clomifene dovrebbero riguardare precipuamente la cura dell'infertilità nella donna ( tranne, se non erro, nei casi di ovaio policistico ). Il farmaco, pertanto, dovrebbe essere usato per lo più a breve termine, allo scopo di procurare la gravidanza.

Negli uomini, che io sappia, il clomifene potrebbe essere invece usato solo in caso di chiaro ipogonadismo anche se, all'interno di posologie non legali, alcuni culturisti se ne servono di fatto come stimolatore dell'attività testicolare compromessa dalla somministrazione esterna di dopanti a base di androgeni. Può confermarmelo?

La prego ovviamente di scusarmi qualora le mie informazioni risultino inesatte o incomplete.

 

Le terapie per la profilassi dell'alopecia androgenetica, pur potendo essere caratterizzate da cicliche interruzioni, sono di regola a tempo indeterminato.

Indipendentemente dall'eventuale efficacia del farmaco per contrastare l'atrofia dei bulbi capilliferi, mi permetto di rivolgerLe le seguenti domande:

1) esistono e quali sono a Suo avviso gli eventuali rischi di una lunga assunzione ciclica del principio attivo in maschi adulti senza chiaro ipogonadismo, anche se a dosi inferiori rispetto a quelle indicate per la cura dell'infertilità nelle donne?

2) Come ho già detto - sempre stando a quanto mi pare di aver compreso - lo scopo di questa ipotesi di cura sarebbe il ripristino di un assetto endocrino puberale "a tempo indeterminato". Esistono a Suo parere rischi connessi all'induzione farmaceutica di un assetto ormonale che la natura prevede solo nella fase dell'adolescenza?

3) Le dosi di clomifene - sempre stando a ciò che ho compreso - dovrebbero essere determinate sulla base di calcoli del rapporto testosterone/DHT dalle analisi di laboratorio, ma all'interno dei normali valori di riferimento. Alcuni medici, però, ritengono azzardato dedurre calcoli precisi ( soprattutto per il DHT ) sulla base di semplici dati di laboratorio. Qual è il suo parere a riguardo?

 

Confidando in una Sua autorevole opinione, La ringrazio in anticipo.

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