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Ryanair a Malpensa....


Brasileiro

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Non so se seguite la vicenda di Alitalia, ma forse saprete che nel nuovo piano industriale c'è l'abbandono dell'hub di Malpensa .

 

Ora ci si è sempre lamentati che Alitalia è in mano ai politici e che per uscire dalle secche dovrebbe cominciare a prendere ed attuare decisioni imprenditoriali autonome.

 

Tutti quelli che masticano un po' del settore sanno che Malpensa è un fallimento totale, che il proposito di diventare un hub concorrenziale ad Amsterdam e Francoforte è fallito miseramente, tanto è vero che l'unica compagnia aere che ha messo gli intercontinentali lì in massa è stata Alitalia, le altre atterrano tutte a Fiumicino.

 

Il piano industriale di Alitalia è ovviamente "pilotato" dall'esigenza di soddisfare dei possibili acquirenti, e di perdere meno soldi possibile, fino al momento della cessione del pacchetto di azioni del Tesoro.

 

Eppure il giorno dopo l'annuncio, Formigoni e Letizia Moratti cosa fanno? si prendono la briga di commentare criticare queste decisioni, e fanno di tutto per bloccarle perchè ovviamente questo significa perdere posti di lavoro a Malpensa e per la SEA che sono partecipate statali, fregandosene del fatto che l'azienda possa fallire.

 

Poco importa che il servizio all'aeroporto di Malpensa sia allucinante, che i bagagli si perdano o ci siano stati episodi di furti dal personale addetto allo scarico, che se devo pagare una multa per un cambio di volo dell'Alitalia di 50 euro la SEA si prenda 30 euro 30 di commissione....

 

 

Prima si parla di mercato ma poi si protesta per tenere - ad arte - una situazione di impiego e di qualità dei servizi cosi bassa in virtù di un mero interesse politico.

 

Formigoni e Moratti che dicono che l'hub è così importante e strategico...perfetto arriva Ryanair con una offerta, un partner di grande peso che ha provato la sua efficienza nel corso degli anni.

 

Vogliono prendere tutte le rotte di Alitalia a parte le Intercontinentali e fare un accordo con SEA. Pensate come si svilupperebbe l'hub con una low cost che prendesse il posto di Alitalia, e parlo delle piccole e medie imprese che sui costi di trasporto stanno molto attente.

 

E che cosa succede? Formigoni e la Moratti tacciono imbarazzati e le trattative con Ryanair bloccate senza un perchè, che non sia quello,solito, di mantenere una situazione clientelare, senza un minimo di riguardo ai cittadini.

 

Insomma se a voi chiedessero di mettervi con un socio che perde 1 milione di euro al giorno, o con uno che ha dimostrato di essere così in gamba cosa scegliereste?

 

Questi sono gli scandali veri, altro che i lavavetri...

Modificato da Brasileiro
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Sarebbe na fxxxta se ryanair prendesse tutte le rotte alitalia, che personalmente se nn fosse per la gente che resta a spasso sarei anche contento che fallisse sta compagnia di idioti.Poi mi ero stufato di andare fino a bergamo ogni volta che dovevo prendere un volo ryanair.

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  • 1 month later...

Non so fino a che punto Malpensa possa essere definito un fallimento totale, sicuramente ha disatteso molte di quelle che erano le aspettative iniziali.

 

Fare la concorrenza a colossi della statura di Amsterdam e Francoforte non è impresa facile, ma credo che questo fosse ben chiaro fin dall'inizio anche ai fautori del progetto di Malpensa al momento del suo varo.

 

Amsterdam e Francoforte hanno alle spalle molti anni di attività in più rispetto al giovane scalo milanese, soprattutto occupano una posizione strategica al centro del continente e ciò li pone in una condizione di privilegio geografico difficile da insidiare, se non addirittura impossibile.

 

Credo che il problema si trovi a monte rispetto a quanto scritto da Brasileiro : Malpensa e l'intera nazione pagano oggi le conseguenze di una lotta fratricida tra Roma e Milano che si trascina da troppi anni e che ha come obiettivo l'affermazione dei rispettivi aeroporti come punti nevralgici di riferimento per il traffico in transito nel nostro paese a discapito dell'unità di intenti.

 

L'Italia è un paese piccolo e la sua compagnia di bandiera non era in grado (tantomeno lo è oggi) di sostenere Fiumicino e Malpensa garantendo ad entrambi lo status di "hub".

 

Andava fatta una scelta e su quella scelta bisognava poi concentrare tutte le energie, le risorse, le convinzioni e tutte le migliori competenze al fine di centrare un obiettivo a beneficio comune. Una scelta dettata dalla logica, dal buon senso, dalle condizioni del mercato, dalle esigenze dell'imprenditoria e dell'economia quindi, tirate le somme, bisognava optare da subito per Malpensa. Il Nord è la parte attiva del paese e la sua capitale è Milano. Milano inoltre (tornando sempre alla questione del posizionamento geografico) si trova più a Nord di Roma quindi più vicina ai prestigiosi scali europei quali Londra, Amsterdam, Francoforte e Zurigo.

 

Quando ai nostri giorni si parla di traffico aereo si parla sempre più di merci, non soltanto di persone.

Anche sotto questo aspetto la scelta è d'obbligo poichè su Malpensa convergono inevitabilmente buona parte delle importazioni ed esportazioni airfreight nazionali, trainate dalle numerose realtà produttive territoriali a cui essa fa riferimento. Guardacaso sempre su Malpensa é posizionato in buona parte il settore cargo Alitalia il quale produce utili ed è in controtendenza rispetto a quello disastrato del passeggeri.

 

Purtroppo però, come ben sappiamo, spesso nelle faccende di casa nostra prevalgono posizioni legate all'interesse politico ed al clientelismo, le stesse che hanno portato alla situazione fallimentare in cui oggi Alitalia si trova.

 

La vicenda forse potrebbe arrivare ad una soluzione definitiva a breve.

Entro la fine di quest'anno (speriammo bene) dovrebbe concretizzarsi la cessione delle quote di Alitalia attualmente ancora nelle mani del Ministero del Tesoro.

Le pretendenti rimaste in gara sono tre : l'accoppita KLM-Air France, l'AirOne con il sostegno dei capitali forniti da Intesa Sanpaolo e la regina incontrasata di tutte le compagnie aeree del mondo ovvero la Lufthansa.

 

Lo spirito nazionalista suggerirebbe di fare il tifo per AirOne ma almeno stavolta speriamo non vengano commessi i soliti imperdonabili errori, meglio lasciare spazio al pragmatismo, la necessità dice di convolare a nozze con un partner capace di portare in dote un patriomonio consistente.

 

Quindi io incrocio le dita per i tedeschi ed i motivi sono svariati :

 

Lufthansa offrirebbe l'ingresso e l'integrazione nel suo immenso circuito di rotte, un circuito che non ha eguali al mondo.

Lufthansa vanta elevati standard qualitativi, un apparato molto efficente anche a livello amministrativo-logistico e ciò rappresenterebbe una opportunità di sviluppo e miglioramento aziendali non da poco.

 

Lufthansa ha già dichiarato di voler conservare il nome ed il marchio "Alitalia" (come già fatto in passato dopo l'acuqisizione di altre compagnie) garantendo quindi l'dentità nazionale della compagnia di bandiera.

 

Lufthansa ha precisato da subito di voler puntare su Malpensa come hub principale, essendo un soggetto privato bada esclusivamente al profitto fregandosene delle nostre liti condominiali interne.

 

Un ultima considerazione : Moratti e Formigoni difendono lecitamente la propria creatura come del resto avrebbero fatto anche i corrispettivi di Fiumicino nel caso il voltaspalle fosse toccato a loro. Non dimentichiamoci che diversi anni fà la gestione Cimoli si era impegnata in maniera piuttosto solenne( pur senza alcuna firma su contratto) a privilegiare Malpensa e su tale promessa la SEA aveva basato tutti i suoi programmi, investimenti, e prospettive di crescita. Alitalia ora non può dileguarsi in fretta e furia come se nulla fosse.

Modificato da Quarzo
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L'Italia è un paese piccolo e la sua compagnia di bandiera non era in grado (tantomeno lo è oggi) di sostenere Fiumicino e Malpensa garantendo ad entrambi lo status di "hub".

 

Andava fatta una scelta e su quella scelta bisognava poi concentrare tutte le energie, le risorse, le convinzioni e tutte le migliori competenze al fine di centrare un obiettivo a beneficio comune. Una scelta dettata dalla logica, dal buon senso, dalle condizioni del mercato, dalle esigenze dell'imprenditoria e dell'economia quindi, tirate le somme, bisognava optare da subito per Malpensa. Il Nord è la parte attiva del paese e la sua capitale è Milano. Milano inoltre (tornando sempre alla questione del posizionamento geografico) si trova più a Nord di Roma quindi più vicina ai prestigiosi scali europei quali Londra, Amsterdam, Francoforte e Zurigo.

 

Quarzo innanzitutto, per casualità avendo due generazioni della mia famiglia in Alitalia, (non io che fortunatamente sono andato per altri lidi) posso dire qualche cosetta anche sapendo le cose dall'interno. Innanzitutto dire che l'Alitalia è la compagnia di un paese piccolo e quindi è una compagnia piccola non è esatto. O meglio, attualmente l'Alitalia lo è, ma per colpa sua...poi dire che Amsterdam e Francoforte siano degli hub quasi irragiungibili...pensa solo che KLM è una compagnia che si è sviluppata senza avere traffico nazionale (che è sempre stato il cash cow di Alitalia) ed è riuscita a mettere su un business proprio facendo l'hub. Ora capisci che l'Alitalia con il mercaro domestico può portare all'interno del suo paese (molto più grande dell'Olanda!) la gente dove vuole,. potenzialmente in Europa e giocarsela alla pari (vinca il migliore) con Air France e Lufthansa anche all'interno di un alleanza. Poi se i vantaggi competivi in un mercato cosi dinamico come quello dei voli, fossero irraggiungibili non ti spiegheresti i casi di Ryan Air, Easyjet, Sky Europe, che si sono incuneati in un vuoto lasciato dalle compagnie aeree di bandiera. A dirlo adesso, è facile, 10 anni fa chi ci avrebbe scommesso? Le opportunità ci sono per chi le sa vedere e cogliere e Alitalia può diventare una miniera d'oro se ben gestita.

 

Il discorso di Malpensa è servito non dalle discussioni dei politici ladri, ma dai fatti: e i fatti spiegano che l'unica compagnia aerea che vede Malpensa come un hub strategico è Ryan Air, altro mercato, altro modello di business . Lufthansa non vede certo Malpensa strategicamente, ma solo all'interno di Alitalia come compagnia regionale, quindi un ramo nemmeno cosi importante del suo business: e si spiega anche con lo scarso interesse che hanno nel comprarla, in pratica o gliela regalano oppure se ne fregano, stessa cosa per Air France.

 

Malpensa non serve proprio nulla, perchè è un aeroporto scadente con strutture fatiscenti (e io che giro per aeroporti ho argomenti per dirlo). Non riescono nemmeno a dare un carrellino dopo il controllo passaporti a chi si porta uno o piu bagagli a mano. Queste cose per chi viaggia abitualmente contano. Ma in generale è proprio di gran lunga lontano da standard accettabili.

 

La SEA se operasse in vere condizioni di mercato, sarebbe fatta fuori in un baleno. Ma figurati se altre compagnie non gestite da logiche nepotiste come L'Alitalia permetterebbero alla sea si prendersi 30 euro 30 di Commissione su un cambio di prenotazione (che costa normalmente 50 euro)? Per andare su una videata e cambiare il giorno? perchè a fiumicino mi costa 50 euro e a Malpensa 80?.

 

Il mondo produttivo del Nord Italia è già servito molto bene dal sistema di compagnie low cost (ma non solo!) che volano da Bergamo, Treviso, Venezia, Torino etc etc. I piccoli imprenditori se possono scegliere non si fanno il viaggio fino al confine per andare a prendere un aereo di linea che costa 3 o 4 volte come un volo normale.

 

E per chi vive a Milano se deve viaggiare in Italia Linate e 1000 volte meglio.

 

Malpensa è stato uno sperpero enorme, e la prova è che non c'è nessuna compagnia estera praticamente ( a parte qualche eccezione) che porta i suoi voli intercontinentali a Milano. Solo l'Alitalia, la TAM e qualche altra eccezione.

 

Occorrerebbe vergognarsi all'idea di far transitare dei passaggeri da voli internazionali in un aeroporto del genere.

 

ciao

 

B.

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  • 1 month later...

Un ulteriore dettaglio sul grosso equivoco Malpensa, con buone pace dei leghisti, e dei presidenti, sindaci che vogliono semplicemente foraggiare l'assistenzialismo

 

http://www.corriere.it/economia/07_dicembr...3ba99c667.shtml

 

I VOLI IN PERDITA DEL MANCATO HUB.

 

ROMA - Malpensa dei paradossi. Con più di 20 milioni di passeggeri annui e quasi 250 mila tra atterraggi e decolli, l'aeroporto inaugurato nel 1998 dal premier Romano Prodi, rischia ora la «serie B». E improvvisamente nessuno, al Nord, sembra poterne fare a meno.

 

 

Ma quanto si viaggia e come si viaggia dall'aeroporto che viene definito «milanese » pur estendendosi nel territorio di Varese? E quanto l'amano davvero i passeggeri meneghini che non hanno mai voluto abbandonare Linate? Secondo l'amministratore delegato di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, la maggior parte delle rotte intercontinentali di Malpensa, 14 su 17, vanno tagliate, tranne New York, Buenos Aires e Tokyo. Tutto un altro piano rispetto a quello di espansione per la Cina e per l'India studiato da Sea, il gestore aeroportuale che fa capo al Comune di Milano.

 

A sentire l'amministratore delegato di Alitalia, Maurizio Prato, il problema è molto semplice: i voli intercontinentali di per se stessi sono in grado, anche se non tutti, di volare senza perdere. Quello che invece produce lo sbilancio sono i cosiddetti voli di federaggio, cioè i voli domestici che raccolgono passeggeri in giro per l'Italia per portarli a Malpensa. Sono questi aerei che a Malpensa arrivano mezzi vuoti e ripartono ancora più vuoti, a generare il buco, perché il costo del volo comprende sia la tratta domestica che quella intercontinentale. Il buco prodotto in un anno da Malpensa è stato quantificato da Alitalia in 200 milioni. Per fare qualche esempio, il Malpensa- Shanghai perde 20 milioni l'anno. Mentre il Malpensa-Delhi e il Malpensa-Mumbai, 15 milioni ciascuno. In tutto, 50 milioni all'anno. Tra i voli di feederaggio più deficitari ci sono quelli da Ancona che nel 2006 hanno visto salire a bordo solo 41 mila passeggeri, mentre duemila in più ne sono partiti da Trieste, appena 61 mila da Pisa e 75 mila da Firenze. Numeri che, per essere compresi, vanno confrontati con quelli della prima tratta domestica di Malpensa per numero di passeggeri, dopo quella per Roma Fiumicino, la Napoli-Malpensa che conta 240 mila passeggeri. L'hub Malpensa dunque non regge, e forse sarebbe più corretto dire che non è mai esistito. E l'accusa che Air France voglia depauperarlo a favore del proprio hub, Charles De Gaulle, suona quantomeno singolare visto che già ora Malpensa serve quell'aeroporto. Di più, la tratta Malpensa- Charles De Gaulle è quella che, sulla scorta dell'accordo siglato nel 2001 tra Alitalia e Air France, conta più passeggeri in assoluto: quasi 800 mila nel 2006. Linate, finita sotto accusa perché sottrarrebbe traffico a Malpensa per portarlo negli altri hub, ne trasporta meno della metà: 386 mila.

 

Dalla stessa Malpensa partono sei voli giornalieri per Zurigo che alimentano l'hub della Swiss e tantissimi sono gli imprenditori che scelgono di volare da Malpensa per Francoforte per poi proseguire con Lufthansa. Merito anche del maggior confort offerto dalla business class, degli orari più flessibili e del maggior numero delle frequenze. A sottrarre traffico a Malpensa c'è dunque Malpensa. E poi ci sono tutti gli scali del Nord che negli ultimi quattro anni sono cresciuti esponenzialmente. A partire da quello di Venezia, che preferisce portare passeggeri altrove, avendo predisposto 70 voli settimanali su Roma, 42 su Parigi, 41 su Monaco, 33 su Francoforte e solo 21 su Malpensa. Da Venezia peraltro partono ormai voli diretti su New York, Philadelphia e di recente su Dubai, tutti con ottimi coefficienti di riempimento, secondo quella politica del «punto a punto» che Malpensa rifiuta con sdegno. Ma se Malpensa non funziona come «snodo» di traffico aereo, quali sono i suoi punti di forza? Funzionano le rotte per il Nord Atlantico: dalla New York alla Miami ma anche quelle dei voli «leisure», come Cancun e Sharm El Sheikh. E poi i collegamenti con Tokyo, che infatti verranno mantenuti, e quelli con Dubai e Tel Aviv. Mentre in Europa sono molto gettonati i collegamenti con Mosca. È su questa base che si dovrà lavorare per ridare un'anima a Malpensa. Uno scalo che era nato per consacrare un'alleanza, quella tra Alitalia e Klm, che poi fallì. C'è da sperare che da questa nuova alleanza, se si dovesse realizzare, venga qualcosa di meglio.

 

Antonella Baccaro

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