alopecia 1966 Inviato: 14 Luglio 2002 Segnala Share Inviato: 14 Luglio 2002 sto perdendo i capelli e vorrei sapere cosa ne pensa sull autotrapianto dei capelli non vivo piu piango ogni giorno sto distruggiendo la vita a chi mi sta vicino l, ultima speranza era il trapianto ma vorrei sapere se veramente funziona perche ho avuto notizie scoraggianti in proposito ed eventuale idirizzo valido abito in provincia di brescia . chiedov veramente aiuto non ho piu voglia di viverenull Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
jined Inviato: 14 Luglio 2002 Segnala Share Inviato: 14 Luglio 2002 Caro o Cara ? (come ti chiamiamo) Prima che chinque in questo forum possa darti un qualsiasi aiuto dovresti dare delle informazioni in piu' sul tuo problema, tra le quali: 1) Eta 2) Anno inizio problema 3) Tipo di diradamento 4) Cure/trattamenti topici o sistemici effettuati o in corso 5) Diagnosi emessa in passato 6) Risultati ottenuti/non ottenuti 7) Qualsiasi altro tipo di informazione che possa aiutare chi ha piu' esperienza di te ad aiutarti Salutoni, Kim Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Marliani Inviato: 12 Agosto 2002 Segnala Share Inviato: 12 Agosto 2002 La terapia tricologica chirurgica in una donna va attentamente valutata. Ti lascio delle note stiriche e pratiche sulla chirurgia. Nella pratica quotidiana l’utilizzo della terapia chirurgica è riservato a malattie non curabili altrimenti o a quelle che non hanno precedentemente risposto alla terapia medica. Nel caso dei capelli abbiamo ritenuto opportuno fornire una descrizione abbastanza dettagliata delle metodiche chirurgiche disponibili per ridurre le aspettative di quanti credono, una volta calvi, che sia possibile risolvere il problema con l’utilizzo del “bisturi”. La terapia chirurgica può essere utilizzata anche in casi di alopecia diversi da quella androgenetica (ad esempio un’area di cuoio capelluto divenuta alopecica in seguito ad un’ustione). Detonsurazione (riduzione del cuoio capelluto - scalp reduction). E’ la tecnica più semplice e consiste nell’asportare chirurgicamente una “losanga” di area alopecica e suturare poi i lembi. Prima dell’intervento occorre valutare empiricamente con i polpastrelli delle dita l’elasticità del cuoio capelluto (scala valori da 1 a 10) per evitare di trovarsi poi, una volta eseguito l’intervento, nell’impossibilità di ricucire la breccia operatoria. L’intervento viene effettuato in anestesia locale o generale e, se necessario, può essere ripetuto una o due volte (sempre con qualche mese di intervallo). Possono residuare edema e/o cefalea che normalmente scompaiono in qualche giorno. Recentemente, al posto del classico bendaggio (24 ore), è stato in qualche caso utilizzato un film plastico protettivo spruzzato direttamente sul cuoio capelluto. Il lavaggio della testa è in genere consentito dopo 3-4 giorni. Una variante tecnica prevede l’uso di “espansori cutanei”. Si tratta, in pratica, di “sacchetti” di materiale inerte che, alcuni mesi prima dell’intervento, vengono introdotti nel tessuto sottocutaneo in vicinanza dell’area da “detonsurare” e, mediante una siringa, progressivamente riempiti, attraverso una valvola, con soluzione fisiologica in modo da espandere la cute circostante (provvista di capelli!). In questo modo, al momento dell’intervento, sarà disponibile una maggiore quantità di tessuto. Il rovecio della medaglia è dato dal disagio di portare questi palloncini in attesa dell’intervento. Trapianto ad isole (tecnica di Orentreich - innesti a zolle - trapianto di punch grafts). E’ il conosciuto intervento di “trapianto” nel quale, in anestesia locale, dalle aree in cui sono ancora presenti capelli (regione occipitale) vengono prelevate delle zolle di cuoio capelluto mediante un bisturi circolare (punch) di 4 mm. Le zolle vengono poi sistemate in appositi “pozzetti” scavati, nella zona calva, mediante un bisturi circolare più piccolo, di 3 mm, in modo che, malgrado la retrazione elastica del tessuto, il frammento occupi lo spazio per intero (in caso contrario gli spazi rimasti liberi verrebbero occupati da sangue e tessuto di riparazione). Di particolare importanza è l’angolo di incidenza del bisturi che, se non corretto (come descritto nella parte dell’anatomia il capello è infatti inclinato rispetto al piano cutaneo e non verticale), porterà al taglio della radice e del bulbo di alcuni capelli e quindi alla loro definitiva perdita. In genere si fanno 3-4 arcate di innesti ad U. Nella prima seduta gli innesti devono essere distanziati di almeno 4 mm in modo da lasciare spazio per il secondo trapianto. Ogni zolla di 4 mm contiene da 17 a 25 capelli. Per riempire eventuali piccoli spazi rimasti liberi si possono usare le minizolle (2-3-4 capelli) e le microzolle (un solo capello !). In ogni seduta operatoria è consigliabile non superare il numero massimo di 100 innesti (solitamente si arriva a 50-60) e quindi il numero totale di capelli sarà di circa 1500. I capelli trapiantati, privi per un breve periodo di qualsiasi sostegno nutritivo, cadono entro il 1° mese. Se l’intervento è stato effettuato correttamente la papilla viene rivascolarizzata e consente alla matrice di riprendere la sua attività: entro i 3 mesi successivi compariranno i nuovi capelli, stabili. Dal momento che i capelli della regione occipitale non sono sensibili ai “meccanismi” della calvizie e che conservano questa caratteristica anche dopo essere stati trapiantati non dovrebbe esserci il rischio di vederli cadere in un periodo successivo. Condizioni preliminari indispensabili per questo intervento sono: a) che la calvizie sia stabilizzata (in caso contrario esiste la possibilità di trapiantare capelli già “condannati” a cadere); b) che, conseguentemente, l’età non sia troppo bassa (almeno 30 anni); c) che i capelli presenti in sede occipitale siano abbastanza folti (non meno del 60% rispetto alla densità originale esistente prima dell’inizio della caduta), di buona qualità (elevata percentuale di anagen e buone condizioni strutturali) e che formino una “banda” alta non meno di 8 cm. Dopo l’intervento viene lasciato un bendaggio per 24 ore. Il lavaggio è in genere consentito dopo 7 giorni. Se necessario, un secondo intervento sarà effettuato dopo 6 settimane, un terzo dopo 3-4 mesi dal secondo e un quarto dopo 3-4 mesi dal terzo. Per evitare di lasciare una serie di cicatrici “a scacchiera” nella zona di prelievo viene modernamente seguita la tecnica di Nordström che prevede di prelevare tutte le zolle da una losanga di cuoio capelluto (della regione occipitale) che sarà poi suturata. In questo modo residua una cicatrice lineare poco visibile che viene coperta con facilità dai capelli rimasti. Per evitare forti emorragie i pozzetti riceventi vengono prelevati utilizzando l’emostato frontale, lungo nastro metallico flessibile fornito di una cavità pneumatica sulla faccia concava, che viene gonfiata, con una pompa manometro, un pò al di sotto della pressione arteriosa massima del paziente. Il prelievo delle zolle nell’area occipitale viene invece effettuato con l’emostato occipitale, riquadro metallico (sulla cui superficie concava è anche qui presente la pompa manometro) fornito di una finestra rettangolare attraverso la quale l’operatore fa il prelievo. La tecnica dà buoni risultati solo se la zona da coprire è relativamente piccola, altrimenti l’aspetto finale sarà di “capelli a bambola”, non pettinabili, radi e assolutamente non “naturali”. L’utilizzo delle mini e delle microzolle ha comunque ridotto al minimo questa fastidiosa evenienza che era invece quasi la consuetudine negli interventi degli anni passati. Il costo di un intervento si aggira sui 5000 Euro. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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