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Drammatico rapporto WWF sul cibo: sostanze tossiche ovunque

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

22/09/2006 10.05.00

 

 

 

Ben 119 sostanze tossiche appartenenti a 8 diversi gruppi di composti chimici sono state rinvenute nei 27 campioni di alimenti di largo consumo presi in esame in 7 paesi europei. Il nuovo dossier del WWF "La catena della contaminazione globale: il ruolo dell’alimentazione" rivela che la principale via di esposizione alla maggior parte delle sostanze chimiche, in particolare quelle persistenti e bioaccumulabili (come il DDT e i PCB banditi da decenni), è l’alimentazione.

 

La “catena di contaminazione” è un percorso complesso che i composti chimici compiono intorno al mondo: dai produttori ai prodotti di consumo, alla fauna selvatica fino agli esseri umani. Sono presenti nelle case, nei luoghi di lavoro e anche a tavola.

 

“Neanche la dieta più salutare ci mette al riparo dagli inquinanti chimici tossici", commenta Michele Candotti, Segretario Generale del WWF Italia. "Per questo crediamo che le sostanze chimiche debbano essere sottoposte ad una normativa più efficace. Siamo alla vigilia del voto su REACH, lo strumento dell’Ue per la regolamentazione delle sostanze chimiche, e chiediamo ai parlamentari europei che siano bandite le sostanze più pericolose e applicato il principio di sostituzione, siano fissati requisiti severi per i produttori al fine di garantire trasparenza di informazione su tali sostanze. E’ necessario, inoltre, che il consumatore sappia quali sostanze sono presenti nei prodotti di uso quotidiano”.

 

I 27 campioni di alimenti, provenienti da Gran Bretagna, Polonia, Svezia, Italia, Spagna, Grecia e Finlandia, sono tutti di largo consumo come prodotti caseari (latte, burro e formaggio), carne (salsicce, petti di pollo, salame, bacon), pesce (salmone, tonno, aringhe) e ancora pane, olio d’oliva, miele, succo d’arancia. Nessuno dei prodotti – tutti acquistati in supermercati e di marche comuni - è risultato esente da tracce di sostanze chimiche, al contrario in tutti sono stati rinvenuti, in varia misura e secondo miscele differenti, i 119 composti tossici appartenenti agli 8 gruppi di sostanze presi in esame.

 

Sono stati rintracciati inquinanti vecchi e nuovi, come ftalati nell’olio d’oliva, nei formaggi e nella carne, pesticidi organoclorurati, come il DDT, nel pesce, nel burro e nella carne di renna, muschi artificiali e organostannici nel pesce, ritardanti di fiamma ancora nella carne e nel pesce. In parallelo, grazie alla collaborazione di Silvano Focardi dell’Università di Siena, sono stati effettuati test su campioni di lasagna, acquistati nei supermercati di quattro città italiane e sono stati rintracciati più di 42 Pcb e 13 residui di pesticidi, tra cui il DDT.

 

I livelli di contaminanti rilevati negli alimenti analizzati non sono in grado di causare conseguenze dirette o immediate sulla salute (i consumatori non devono allarmarsi o evitare questi cibi), ma deve essere seriamente valutato l’effetto di un’esposizione cronica – anche a basse dosi – di un cocktail di contaminanti attraverso la dieta, soprattutto nel feto in via di sviluppo, nei neonati e nei bambini.

 

Per sensibilizzare i politici di Bruxelles sulle sostanze chimiche pericolose alla vigilia del voto di REACH il WWF ha prodotto uno spot che sarà trasmesso su Euronews ed è visibile anche on line (guarda il breve video, dal sito del WWF internazionale) dove gli attori sono gli stessi membri del Parlamento Europeo: Guido Sacconi (Italia, PSE) relatore del provvedimento, Péter Olajos (Ungheria, PPE), Chris Davies (UK, ADLE) et Riita Myller (Finlandia, PSE), riuniti in una seduta di outing in cui dichiarano di essere stati contaminati da quei veleni che REACH dovrebbe bandire.

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in europa ci sono già dei regolamenti che impediscono per esempio di utilizzare il DDT da parecchi anni. come il DDT anche altre sostanze. questo in europa,ma non necessariamente in tutto il resto del mondo. gli alimenti si importano, gli animali migrano.

sembra abbiano scoperto l'acqua calda cmq,si sa che gli inquinanti si concentrano man mano cche si sale nella catena alimentare,perchè quelli ritrovati si accumulano nei tessuti degli animali,non vangono metabolizzati o escreti del tutto,quindi dato che "il pesce grosso mangia quello piccolo" nella catena alimentare ci saranno concentrazoini via via più alte di inquinanti,fino ad arrivare all'uomo. questo per i derivati animali. ma è così da tanto di quel tempo! per quanto riguarda i vegetali,mi viene da sorridere quando sento i fanatici del biologico che spendono milioni per comprarsi le prelibatezza non trattate. mi viene da sorridere prima di tutto perchè non è vero che non sono trattate,sono trattate ma meno,altrimenti il raccotlo verrebbe probabilmente perso in gran quantità,e inoltre gli inquinanti come pesticidi e antiparassitari ecc arrivano anche attraverso le piogge,anche attraverso l'aria (magari utilizzati in campi limitrofi) attraverso le falde acquifere :D

soluzione? il WWF dice di ridurre gli inquinanti,ma significherebbe perdere parte del raccolto,inoltre la natura ci pensa da sola a difendersi dai parassiti,producendo da sè tossine,a volte molto tossiche per l'uomo,molto di più di quel residuo di inquinanti chimici che si trova nei prodotti.

si possono trovare nuove formulazioni,ma non saranno mai completamente 'safe' per l'uomo. il DDT è in circolazione perfino nei pesci dell'artico perchè se ne è fatto un uso massiccio in passato,quando ancora non si sapeva quanto neurotossico fosse. ma non sono novità.

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