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Teoria Sull’impossibilità Di Cure Miracolose


Lobo

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Teoria sull’impossibilità di cure miracolose nell’A.A. ed in altre malattie.

 

Premetto che non voglio essere pessimista e che auguro a tutti di raggiungere il loro traguardo rispetto all’alopecia ancrogenetica.

Inoltre se scriverò molto su cosa avviene dietro un laboratorio è perché mi sono reso conto che molti pensano che i principi attivi dei medicinali vengano fuori grazie all’intuito di una o piuttosto altra persona mentre oggi tutto si basa sul lavoro scupoloso di equipe e grazie alla forza di più persone.

 

 

Vorrei iniziare questa discussione sperando di raggiungere in maniera civile una visione che ci accomuni tutti e ci porti verso i giusti passi da intraprendere verso la risoluzione dei vari problemi dei capelli.

Mi riferisco chiaramente , nella discussione, non a farmaci già conosciuti ma a miscele non testate di essi e a nuovi composti, organici e non, di cui si può disporre sul mercato e che a volte non sono necessariamente “nati” per una determinata cura.

Premetto che sono laureato in biotecnologie, che continuo ad operare da esterno per l’università e che conosco qualcosa di come dovrebbe svolgersi un protocollo sperimentale e proprio su questo baserò la mia esplicazione. Aggiungo che secondo me l'unico modo per effettuare una ricerca seria sull'A.A. sia il primo da me descritto e nessun altro, anche se in molti utilizzano uno degli altri approcci.

Visto che siamo su un forum che riguarda la cura dei capelli proporrò la mia teoria parlando di A.A. ma che chiaramente si può estendere ad ogni malattia.

Inoltre essendo una discussione che potrebbe risultare molto lunga, nel caso siate interessati, spiegherò il perché di alcuni punti che magari non elaborerò a sufficienza.

 

Metodo sperimentale per la ricerca di una cura.

L’idea fondamentale di questa tipologia metodologica, diffusasi dopo il 1935, è quella di modificare delle condizioni e osservare i risultati ottenuti. Il comportamento che viene studiato è definito "variabile dipendente", mentre è detta "variabile indipendente" quella utilizzata per modificarlo.

Dal momento che, in termini di comportamento, gl’individui danno risposte molto diverse gli uni dagli altri, è importante utilizzare almeno 2 gruppi di soggetti, quanto più numerosi possibile: un gruppo ("sperimentale") verrà sottoposto alla modificazione della condizione in esame, mentre l’altro, che non subisce cambiamenti, sarà il "gruppo di controllo".

Per quanto si è detto, il fondamentale principio del metodo sperimentale può essere così formulato: variare la (le) variabile (-i) indipendente (-i) per osservare e valutare le modificazioni della (-e) variabile (-i) dipendente (-i).

Per rendere possibile ciò, occorre altresì poter isolare la variabile indipendente; quando poi il controllo delle variabili parassitarie, che possono influenzare la variabile dipendente, diventa irrealizzabile o eccessivamente costoso, si può ricorrere ai cosiddetti "piani fattoriali" degli esperimenti: questi piani permettono di valutare l’effetto combinato di due o più variabili (chiamate "fattori"), quando sono usate simultaneamente. Inoltre, le situazioni sperimentali predisposte (o prescelte) dal ricercatore si possono ricondurre a 2 tipi fondamentali:

a. di "laboratorio"

prevedono, in genere, il supporto di una strumentazione:

1. per la somministrazione degli stimoli che costituiscono la "variabile indipendente";

2. per la graduazione della loro intensità;

3. per la registrazione il più possibile fedele ed immediata dei dati di risposta.

b. "di campo"

prevedono l’intervento del ricercatore e la somministrazione degli stimoli in un ambiente fisico-culturale preesistente alla decisione di eseguire la sperimentazione; tale ambiente presenta caratteristiche globali tali da non essere modificate definitivamente dalla sperimentazione.

 

Metodo dell’inchiesta.

Tale metodo, largamente utilizzato in psicologia sociale, permette di rilevare dati soprattutto circa opinioni, atteggiamenti, valori, ecc.; esso utilizza le tecniche dell’intervista (standardizzata, semi-standardizzata o non standardizzata) o del questionario per la registrazione del comportamento verbale dei soggetti che formano il gruppo-campione della ricerca.

L’inchiesta non analizza gli effetti procurati da stimolazioni sperimentali sull’individuo, ma mira a ricostruire gli ipotetici processi psicologici e/o sociologici svoltisi prima (e, tutt’al più, attivi ancora nei soggetti al momento) dell’indagine. Essa, insomma, rende possibile la formulazione sia di un corretto disegno sperimentale, sia di un piano di sondaggio con finalità non dimostrative, bensì puramente descrittive.

 

Metodo differenziale (o "comparativo").

Anche nel metodo differenziale si ricorre al disegno sperimentale per programmare la ricerca e si effettua un campionamento il più possibile rigoroso e, compatibilmente coi costi, allargato. Le variabili indipendenti sottoposte al controllo, tuttavia, non sono manipolabili da parte del ricercatore (egli non può "isolarle" o "neutralizzarle" con artifici strumentali e/o concettuali-probabilistici): le loro differenziazioni esistono già nella realtà (e, come reali, sono misurabili con scale di livello), e sono quasi sempre sul tipo del sesso, dell’età, dell’intelligenza, o di un’attitudine più specifica.

Ciò spiega come le ricerche eseguite con tale metodo tendano ad approdare alla definizione delle correlazioni esistenti tra due o più variabili (ad es., età e intelligenza…): i risultati ottenuti sono comunque ripetibili e, quindi, controllabili e perfettibili attraverso ulteriori ricerche: ciò, a sua volta, assicura la possibilità della loro standardizzazione per la popolazione che possiede i requisiti basilari dei soggetti del campione studiato.

 

Metodo dell’osservazione (naturalistica).

Questo metodo, utilizzato soprattutto in etologia, si propone l’osservazione, ovvero la registrazione, del comportamento degli individui nel loro "stato" naturale, sia ambientale sia cognitivo-emozionale, attraverso una interferenza minimale del ricercatore nel comportamento dei soggetti sui quali viene condotta la ricerca.

Si possono così cogliere gli eventi in relazione al comportamento (umano, ma anche animale) studiato e a come lo influenzano; inoltre è possibile osservare i fenomeni come accadono sul momento e il loro sviluppo nel tempo.

Le critiche mosse a tale metodo sono varie: alcuni comportamenti non avvengono frequentemente in natura; se l’oggetto di una ricerca sono delle persone, queste tendono ad alterare (anche incosciamente) la propria spontaneità; l’osservazione dei fenomeni in natura non sottostà alla legge causa-effetto, poiché intervengono vari fattori contemporaneamente; gli osservatori possono caldeggiare una determinata ipotesi, col rischio di pre-giudicare le conclusioni.

Di contro, questo metodo presenta dei vantaggi: rappresenta un’enorme fonte d’informazione sui comportamenti spontanei in ambiente naturale, e fornisce materiale per stimolare altre ipotesi, da confermare successivamente con osservazioni controllate.

 

Conclusione

 

Credo si possa pensare, vista ora la difficoltà operativa ed interpretativa di una ricerca, che la scoperta di un principio degno di nota nella cura della A.A. si possa avere solamente dallo studio di più equipe che lavorino all’unisono e con innumerevoli test e tester (come sapete ci sono tantissimi principi già in studio per la A.A. ma di cui potremo beneficiare solamente tra alcuni anni). Credo inoltre che nell’improbabile ipotesi della scoperta "casuale" di una sostanza prodotta o di un principio esistente già in natura che riesca a rendere reversibile l’alopecia androgenetica in un lasso di tempo ristretto (6-12 mesi- e ce ne sono ma con effetti devastanti per l’equilibrio ormonale) sia oltremodo pericolosa per l’organismo in quanto esso verrebbe sottoposto ad uno stress adattativo incredibile per far fronte alle svariate funzioni fisiologiche attivate o soppresse per “soggiogare” la suddetta alopecia.

Cosi come è vero che la fisologia specifica di ogni individuo varia moltissimo è anche vero che proprio per questo vedo molto difficile trovare una cura definitiva ed esauriente diversificata da individuo ad individuo, e senza effetti collaterali, che possa far invertire il processo di miniaturizzazione del capello.

 

 

lobo

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Le basi su cui si ergono le attuali possibili vie terapeutiche si svolgono metologicamente come tu sapientemente asserisci

ma tornando sul pragmatico, qui non troverai un solo utente del forum che, con quelle metodologie terapeutiche e soprattutto con le cure da esse partorite abbia ottenuto una ricrescita dei capelli o comunque un beneficio apprezzabile

il MEZZO dunque non giustifica il FINE

Anche ottemperando fedelmente alla prassi metodica ordinaria comunque cio' non esclude la possibilita' di un risultato scadente

Il problema e' questo!

a tal proposito ti pongo dunque una domanda:

perche' tutti noi utilizziamo sempre le solite sostanze ,se queste servono a poco o a nulla?e soprattutto perche' escono sul mercato?

forse perche' siamo tutti fragili?

qui i casi sono tre

1) o le case farmaceutiche guadagnano sulla fragilita' collettiva

2)o quegli studi condotti con cosi' minuziosa dovizia certosina necessitano di una ripassatina

3)oppura la pubblicita' nominale elargita e' sproporzionale rispetto alla validita' effettiva

Comunque le vere vittime del sistema siamo tutti noi e non c'e' ................... :okboy: che tenga perche' quella tua fan la puoi trovare in lacrime su altre discussioni a "denunciare" l'inefficacia delle terapie sul suo caso specifico

allora LOBO quale' il tuo concetto di legalita e giustizia cosmica in riguardo al mio discorso?

se puoi e vuoi rispondimi... :fiorellino:

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come dicevo nell'improbabile caso che una persona scopra qualcosa di miracoloso per la calvizie non riuscirà mai a contenere e sviluppare un'ipotesi di probabili effetti collaterali. il tempo in cui una sola persona possa far scalpore in campo medico con un rivoluzionario farmaco è passato...la "pennicillina" per la calvizie la scoprirà una equipe e con miliardi e miliardi di finanziamenti, cosa che una singola persona che lavora da "esterno" non può avere.....ma soprattutto non può avere la conoscenza che può avere una equipe composta da endocrinologi, tricologi,chimici, biologi che uniscono gli sforzi tutti insieme....è vero che la differenza la fa una intuizione, ma l'intuizione deve poi essere elaborata.

se quando ti riferisci alla mia fan intendi lady, ti rispondo che credo sia una persona molto equilibrata e che non ha bisogno di essere la fan di nessuno, tantomeno di me...magari degli u2..eeheh

 

ciao, Lobo.

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hey

io sono fan solo degli U2 ,e di Bono Vox che non porta la protesi :wub:

come dice giustamente lobo,

 

concordo con quanto dice perchè sono cose assolutamente sensate e che hanno criterio scientifico

forse abbiamo le stesse opinioni perchè abbiamo orientamenti di studio molto simili, io biologia con indirizzo biotecnologico e lui biotecnologie

 

le sostanze che dici tu Foll,che mimano l'azione degli ormoni,spesso riescono a farlo perchè hanno una struttura molecolare molto simile,e proprio per questo possono dare effetti collaterali e interferire comunque con l'equilibrio ormonale

 

quella tua fan la puoi trovare in lacrime su altre discussioni a "denunciare" l'inefficacia delle terapie sul suo caso specifico

 

e comunque per la cronaca non ho mai scritto in lacrime perchè una cura o un'altra non hanno funzionato

mi sono semplicemente limitata a dire "questo su di me non ha funzionato" punto

 

le lacrime,quando ho scritto post riguardanti la mia depressione,nascono dalla non accettazione estetica,non dalla scarsa ricettività del mio organismo per alcune cure,

io per quello che ci posso fare?

 

di certo non mi imbottisco di roba che posso evitare

 

grazie e tanti saluti

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una teoria è composta da dei "sapendo che" (ovvero le varie metodologie di ricerca nel nostro caso) e dai "non sarà allora che" (ovvero la mia conclusione).

 

una tesi sperimentale invece si basa su dei "ho testato questo" e porta a "credo si possa dire che".

 

hehe adesso mi puoi spiegare il perchè della " :wub: "... è...ehm..imbarazzante...

 

lobo :ok2:

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foll

dal momento in cui scopri di avere problemi,beh parlo per me, una cura può anche funzionare bene che non sarai mai soddisfatto al 100% e comunque il complesso te lo tieni a vita.perchè è il tuo punto debole,non c'è niente da fare!

io non mi sono disperata perchè non funziona nulla forse perchè in tanti anni non sono peggiorata un granchè

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hai ragione scusa...avevo letto superficialmente e non avevo notato che mi sottoponevi una domanda...rimedio subito:

 

1)sicuramente lo fanno in alcuni casi.

2)oddio...pensare di dover rivedere tutti i processi scientifici mi sembra azzardato.

3)se veramente ci fosse una cura sicura e funzionante non rimarrebbe nell'ombra e i detentori della stessa non avrebbero più pace, vuoi per i pazienti, vuoi per i cecchini serbi delle case farmaceutiche desiderosi di tale principio, vuoi per quelli pagati invece per fermare tale cura per paura di una caduta delle vendite.

 

dai follollo..non mi far ripetere...ne abbiamo parlato alla noia di quante persone dicono dicono e poi il tutto si riduce ad un bicchier d'acqua...ho aperto apposta questa discussione per spiegare l'impossibilità di una cura definitiva per la A.A.

 

lobo

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giustissimo però ora te la faccio io una domanda...e non voglio tu mi risponda perchè è inutile continuare ad imbrattare il forum delle stesse cose.

tu presupponi che quindi si siano "scavalcati degli schemi"...buona ipotesi scientifica per scoprire qualcosa (ma come ho detto solo diversi anni fa)..

ciò significa:

a) una cura vecchia (ovvero con principi già presenti) pompata all'estremo =dannosa

B) una cura nuova (ovvero principi non prima esistenti) derivata da una nuova molecola = impossibile!!! per sintetizzare una molecola atta ad equilibrare funzione testosterone-dht occorre un laboratorio da milioni di euro e senza statue dei bronzi di Riace.

c) una cura esistente in natura ma non ancora scoperta= occorrerebbe aver fatto (e non mi sembra) dei sondaggi su campo (esempio molto televisivo tribu indigena amazzonia ecc ecc) in popolazioni completamente distaccate dalla nostra realtà. senza poi contare che una volta individuato tale campione si dovrebbe isolare il principio agente su di essa.

ergo...ho ripetutoi quello che avevo detto in maniera più elaborata sopra!

 

vi prego...basta! :wacko:

lobo

 

p.s. ti prego...vai a vedere sul suo sito..apri gli occhi....a me non sembra un sitoi di un pioniere....dove stanno gli studi? io vedo solo foto! posso credere per FEDE in Dio..ma sarebbe un paragone troppo forte anche per lui.

p.p.s. è facile riempire uno studio, non lo paragono a nessuno ma anche xxxxx aveva lo studio pieno.

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molecole che agiscono emulando farmaci noti o interferendo sul dht sono gia' conosciute e sperimentate da altri dottori in studi paralleli solo che probabilmente non hanno avuto una divulgazione per l'applicazione nella cura della calvizie,il caffe'latte siamo tutti in grado di farlo pero' c'e' chi sa' farlo meglio.

A)una cura pompata agli estremi da' effetti collaterali!

B)chi ti dice che la calvizie possa essere curata solo attraverso la funzione- dht e se ci fosse un canale alternativo?

c)e se fosse una sostanza gia' nota?

lobo cominciamo ad impegnare il nostro cervello e non limitiamoci a basare le nostre supposizioni sui monumentali ragionamenti di prassi. :okboy:

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