E fin qui ci siamo. Ho 30 anni, un padre calvo che ebbe i suoi problemi a partire dai 18 anni. Un (fu) nonno materno senza problemi di calvizie, uno paterno con i suddetti. Il dermatologo ha riscontrato un lieve diradamento nella zona immediatamente successiva alle tempie (per intenderci, non l'attaccatura ma subito dietro) e nella zona nel vertex (?) scusate ma essendo nuovo non conosco i termini... Mi ha detto (il dermatologo..) che nel decorso degli anni, il diradamento può peggiorare, e col tempo in pratica m'ha fatto capire che se peggiora, peggiora e cioè non milgiora di certo da sola. Cosi m'ha prescritto, nell'eventualità di voler trattare la cosa, il minoxidil 2% per 7/8 mesi.
ORA, essendo uno statistico, tendo ad avere un approccio strettametne numerico coi fenomeni: non a caso mi ricollego alla citazione di Onda D'urto e cièo sull'aggressività o meno della "malattia". Se il MIO caso, fosse un esempio di alopecia NON aggressiva, ovvero che a differenza di mio padre o di tanti altri giovani, ancora a 30 anni posso avere una discreta chioma riccia (forse il riccio nasconde un po...ma è pur sempre una bella chioma) non è dato stimabile in quanto tempo io possa considerare EVIDENTI gli inestetismi di una simile patologia. E dunque: CONSIDERATI gli innumerevoli posts sugli effetti della cura, effetti indesiderati effetti collaterali ed EFFETTI DERIVANTI DALLA SOSPENSIONE del minoxidil, e un effetto crescente ma tuttavia Lento in quanto non aggressivo, mi trovo con una boccetta di minoxidil nel bagno e il DUBBIO se intraprendere o meno la cura; sto valutando SE, nella naturale pregressione della alopecia, tuttavia dimostratasi sin'ora NON AGGRESSIVA, sia meglio o meno, rischiare i "defluvi" indotti dalla cura e quelli indotti dalla sospensione siano peggio di quelli lenti e inesorabili di una "malattia" non aggressiva... Ho scritto un poema, ma il dubbio è notevole. Grazie per l'attenzione, saluti