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IN ITALIA PIU' MORTI SUL LAVORO CHE OMICIDI


faranio

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In Italia (fonte CENSIS) nel 2006 in Italia ci sono stati 663 omicidi, con una diminuzione del 36% in 11 anni. Molti meno omicidi dei 879 casi in Francia (erano 1.336 nel 1995 e 1.051 nel 2000), 727 in Germania (erano 1.373 nel 1995 e 960 nel 2000), 901 casi nel Regno Unito (erano 909 nel 1995 e 1.002 nel 2000). In Italia ci sono meno omicidi che negli altri grandi Paesi europei insomma.

Invece i morti sul lavoro sono stati 918 in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005). Se si contano i morti lungo il tragitto casa-lavoro in Italia si sale a 1170 casi.

Insomma... i dati statistici ci dicono esattamente il contrario di quello che la nostra classe politica, complici giornalisti mercenari, vogliono farci credere: che siamo un paese in emergenza sicurezza, un paese assediato in cui l'insicurezza è aumentata epsonenzialmente negli ultimi anni. Tanto che hanno messo qualche militare per strada per aumentare la percezione dell'insicurezza e del rischio. Ovviamente dei problemi reali e delle priorità non si parla mai...

 

 

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_...44f02aabc.shtml

Modificato da faranio
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Il numero di omicidi non e' l'unico indice di percezione della sicurezza. Bisogna vedere se tutti i crimini violenti sono in diminuzione. E poi dire che non si parla mai dei morti sul lavoro e' assurdo, sono sulle prime dei giornali di continuo. Diliberto aveva addirittura ceduto il proprio posto in lista ad uno degli scampati dell ThyssenKrupp.

 

In secondo luogo l'Italia affronta da poche decine d'anni i flussi migratori e quindi 1) bisogna vedere quanto l'immigrazione conta in questi crimini violenti 2) la percezione della popolazione deve assestarsi e abituarsi agli stranieri.

 

Curioso come in tutti i paesi occidentali gli omicidi hanno avuto un picco a meta' anni '90 per poi calare radicalmente e abbastanza inspiegabilmente. New York sembrava per esplodere nel 95 e poi d'un tratto, quando tutti si preparavano al peggio, i crimini violenti, omicidi compresi, sono calati. I media davano il merito all'effetto Giuliani a NY ma se gli stessi tipi di crimini calavano anche in Europa, allora doveva esserci un'altra causa.

 

Mai letto Freakonomics? L'autore sostiene che e' frutto dell'introduzione dell'aborto a meta' anni '70

Modificato da Gurg
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Il numero di omicidi non e' l'unico indice di percezione della sicurezza. Bisogna vedere se tutti i crimini violenti sono in diminuzione. E poi dire che non si parla mai dei morti sul lavoro e' assurdo, sono sulle prime dei giornali di continuo. Diliberto aveva addirittura ceduto il proprio posto in lista ad uno degli scampati dell ThyssenKrupp.

 

In secondo luogo l'Italia affronta da poche decine d'anni i flussi migratori e quindi 1) bisogna vedere quanto l'immigrazione conta in questi crimini violenti 2) la percezione della popolazione deve assestarsi e abituarsi agli stranieri.

 

Curioso come in tutti i paesi occidentali gli omicidi hanno avuto un picco a meta' anni '90 per poi calare radicalmente e abbastanza inspiegabilmente. New York sembrava per esplodere nel 95 e poi d'un tratto, quando tutti si preparavano al peggio, i crimini violenti, omicidi compresi, sono calati. I media davano il merito all'effetto Giuliani a NY ma se gli stessi tipi di crimini calavano anche in Europa, allora doveva esserci un'altra causa.

 

Mai letto Freakonomics? L'autore sostiene che e' frutto dell'introduzione dell'aborto a meta' anni '70

 

Non sarà l'unico indice ma certamente è il più significativo. Dei morti sul lavoro se ne parla sporadicamente, quando ci sono casi eclatanti, e comunque io mi rifericvo soprattutto ad iniziative concrete per contrastare il fenomeno: NESSUNA.

Non vedo poi cosa c'entrino i flussi migratori con il dato che ho postato... che vuoi dire, che l'imgrazione ha portato a duna diminuzione dei crimini violenti, omicidi comporesi? Perchè di questo stiamo parlando.. di una diminuzione, non di un aumento. Sul legame aborto calo di omicidi mi sembra una minchiata...nel caso della LIDL invochi capziosamente le prove e poi mi posti una teoria fanfaluchina come questa, senza capo né coda?

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QUESTA STATISTICA RIGUARDA ROMA.. E IN GENERALE IN ITALIA...... I DELITTI IN GENERALE SONO IN CALO.. C'E' STATO UN AUMENTO SOLTANTO DI ALCUNE TIPOLGIE DI DELITTI.... INSOMMA, LE STATISTICHE ALLA MANO DIMOSTRANO CHE IN ITALIA NON ESISTE UN'EMERGENZA SICUREZZA.... MA LA PERCEZIONE DELL'INSICUREZZA AUMENTA, A CAUSA DELLA CAMPAGNA TERRORISTICA MESSA IN ATTO DA GOVERNO E TELEVISIONI (SOPRATTUTTO MEDIASET).. IL TUTTO OVVIAMENTE PER DISTOGLIERE IL PAESE DAI PROBLEMI REALI, E PER INTRODURRE SURRETTIZIAMENTE DELLE NORME LIBERTICIDE... INSOMMA, NEGLI ANNI SETTANTA SI METTEVANO LE BOMBE NELLE PIAZZE... OGGI SI USANO I TELEGIORNALI... LA STRATEGIA SI E' SOLO RIDIMENSIONATA, MA L'OBIETTIVO E' LO STESSO.

 

 

Roma tra le città più sicure. Reati in calo, 20 mila in meno

 

 

Sensibile diminuzione delle denunce di delitti nel secondo semestre del 2007

 

Delitti in netto calo negli ultimi sei mesi del 2007. La capitale si conferma una delle città più sicure d´Italia: il numero di denunce di reati, già praticamente fermo rispetto al 2006, è in netta diminuzione nell´ultima parte dell´anno. I dati forniti dal Viminale confermano che la sicurezza è soprattutto una questione di percezione più che di statistica. Alcuni episodi, particolarmente brutali o shockanti, contribuiscono a creare un clima generale di paura e diffidenza anche se i numeri generali dovrebbero, invece, tranquillizzare.

 

La tendenza generale, nel nostro paese, è quella di un calo dei reati nell´ultimo semestre dell´anno. Di fronte alle 2.805.171 denunce del 2006 nel 2007, da Aosta a Porto Palo, i delitti sono stati 2.864.338 con un aumento di 59.167 reati ma, tra le due metà dell´anno passato, si registra un´inversione di tendenza: un calo di ben 105.822. Uno studio recente del sindacato dei bancari e dell´Abi ha evidenziato come, nei primi tre mesi del 2008, le rapine in banca (uno dei reati più comuni sia a Roma che in altre città d´Italia) siano in ulteriore, notevole diminuzione dopo anni di inarrestabile ascesa.

 

Ma veniamo alle cifre di Roma. Tra il 2006 e il 2007 i reati restano, sostanzialmente, in pareggio: 272.866 denunce contro le 272.953 con un incremento di "soli" 87 delitti. Una tendenza che, stranamente, la capitale condivide con Napoli. La sorpresa viene dai numeri del secondo semestre rispetto al primo: ben 20.277 denunce in meno, dalle 146.615 del periodo gennaio-giugno alle 126.338 dei mesi luglio-dicembre. Quanto alla tipologia dei reati, tra il 2006 e il 2007 aumentano (anche se in modo molto relativo) gli omicidi volontari che passano dai 38 ai 40 (ma con una percentuale molto elevata di delitti "familiari").

 

In crescita, purtroppo, anche le violenze sessuali (da 296 a 320 denunce di stupri di donne o minori) e le rapine che passano da 5.020 a 4.454. Anche in questo caso, però, il secondo semestre dell´anno riserva una sorpresa rispetto al primo con una diminuzione generalizzata dei reati: 4 omicidi, 12 violenze sessuali e 286 rapine in meno. Molto difficile analizzare, invece, i motivi di questa inversione di marcia: alcuni la attribuiscono alla possibilità di espulsione di cittadini comunitari (il decreto Prodi varato all´indomani dell´assassinio di Giovanna Reggiani) altri a una politica più "mirata" della sicurezza.

 

Il confronto con le altre città, ad ogni modo, dovrebbe far tirare ai romani un sospiro di sollievo perché Roma e provincia registrano il calo più sensibile di reati rispetto agli altri capoluoghi italiani. Quella di Milano è la provincia con il più alto numero di delitti: 303.167 denunce nel 2007 contro le 292.600 dell´anno precedente con un aumento di ben 10.567. Nel capoluogo lombardo la diminuzione tra il secondo e il primo trimestre è a quota 18.535.

 

A Torino, la variazione tra i due anni è di 2.252 denunce (171.630 reati contro i 169.278 del 2006) e la diminuzione tra i due trimestri è di 15.729 delitti. A Napoli, invece, la tendenza di inverte e i reati scendono nel 2007 rispetto al 2006: da 146.418 denunce si passa a 143,791 con una diminuzione di 2.627 delitti. All´ombra del Vesuvio la tendenza al calo tra i due semestri viene ampiamente rispettata: 8.397 reati in meno. Anche a Bologna e Firenze la statistica indica un aumento tra il 2006 e il 2007 e una diminuzione del secondo semestre rispetto al primo. Tornando ancora alla situazione nazionale, i dati del Viminale, nel raffronto 2006-2007, evidenziano una diminuzione generale degli omicidi (da 630 a 627) e degli stupri che scendono da 4.694 a 4.663 (ma in questo caso il numero di violenze che non vengono denunciate resta ancora molto significativo).

 

Aumentano, in tutta Italia, i furti (da 1.590.697 a 1.622,218), le rapine "a domicilio" (da 2.134 a 2.504) e le estorsioni (da 5.659 a 6.177), tutti reati con un altissimo impatto sociale. Il sostanziale "pareggio" della Capitale sembra già un traguardo importante, anche a prescindere del calo degli ultimi mesi.

 

Massimo Lugli

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Invece di basarti su una frase che ho scritto, 1) o mi chiedi di spiegare meglio 2) o ti vai a leggere l'articolo

e senza fare nessuna delle due opzione la definisci 'fanfaluchina'... Sei senza speranza...

 

Tornando al legame crimini violenti, gli omicidi non sono il piu' significativo. Sono invece stupri, pestaggi, crimini violenti legati alla droga, violazioni del domicilio, queste sono le paure del cittaidno medio secondo cui invoca sicurezza. Il legame con l'immigrazione dipende dal rapporto di immigrati che delinquono e la percezione dilatata che questo fenomeno ha nella popolazione. Quando e' l'immigrato a deliquere va sul giornale e crea una paura nella popolazione che amplifica il pericolo. Quando poi statisticamente gli immigrati delinquono piu' dei cittadini il fenomeno aumenta (non ho dati sotto, e' una proiezione). Piu' immigrati quindi generano un fenomeno di percezione del pericolo maggiorata, soprattutto nei centri piu' piccoli, che ha bisogno di una risposta da parte delle istituzioni. Questa risposta e' piu' controllo di polizia.

 

Esempio, Diliberto cede il suo posto in lista all'operaio scampato al disastro e gli operai di Mirafiori votano lega e trombano il PRC. Colpa dei giornali che creano la percezione di insicurezza o di una errata interpretazione delle priorita' dei cittadini?

 

 

post edit: ho letto il tuo post sopra dopo, non mi sembra che, al contrario di quello che sostiene l'articolista, i crimini siano in diminuzione, anzi...

 

La tendenza generale, nel nostro paese, è quella di un calo dei reati nell´ultimo semestre dell´anno.[/b] Di fronte alle 2.805.171 denunce del 2006 nel 2007, da Aosta a Porto Palo, i delitti sono stati 2.864.338 con un aumento di 59.167 reati ma, tra le due metà dell´anno passato, si registra un´inversione di tendenza: un calo di ben 105.822.

 

In crescita, purtroppo, anche le violenze sessuali (da 296 a 320 denunce di stupri di donne o minori) e le rapine che passano da 5.020 a 4.454. Anche in questo caso, però, il secondo semestre dell´anno riserva una sorpresa rispetto al primo con una diminuzione generalizzata dei reati: 4 omicidi, 12 violenze sessuali e 286 rapine in meno. Molto difficile analizzare, invece, i motivi di questa inversione di marcia: alcuni la attribuiscono alla possibilità di espulsione di cittadini comunitari (il decreto Prodi varato all´indomani dell´assassinio di Giovanna Reggiani) altri a una politica più "mirata" della sicurezza.

 

 

Aumentano, in tutta Italia, i furti (da 1.590.697 a 1.622,218), le rapine "a domicilio" (da 2.134 a 2.504) e le estorsioni (da 5.659 a 6.177), tutti reati con un altissimo impatto sociale. Il sostanziale "pareggio" della Capitale sembra già un traguardo importante, anche a prescindere del calo degli ultimi mesi.

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