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finalmente


Vieri

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io le mie prove scientifiche le ho date e concordo co smith che dice che è più facile che abbiano compiuto il gesto sprovveduti terroristi guidati da uno che vive in una grotta, piuttosto che lo stato americanoche poi avrebbe dovuto corrompere migliaia di persone per farle stare zitte. Prove scientifiche + deduzione: basta? Ah no già ci sono persone all' interno di questo sito titolari della verità superiore

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tutti impazziti....i piloti che hanno aperto il sito dove mostrano che la manovra del pentagono era impossibile, che il fatto che i resti del volo schiantato in pennsilvanya non potevano trovarsi cosi distanti dal punto di impatto, i vigili del fuoco che hanno sentito delle esplosioni ripetute nel world trade center....poi io non ho voglia di rispondere alle vostre domandine da 3a elementare che fa solo chi proprio non ha neanche le basi per poter affrontate la discussione! pretendete che vi risponda? sul mio sito ci sono tutte le risposte.

 

tutti pazzi.....tutti...ripeto....i piloti che hanno aperto un sito, le famiglie che si sono unite contro il governo per chiedere la verità, piu del 70 per cento degli americani che la pensa come me, i poliziotti che hanno sentito e visto cosa accadeva nelle torri...contenti voi...almeno dormirete sonni tranquilli pensando di vivere in un mondo migliore di quello che in realtà è. questo è la cosa positiva che vedo in voi.

 

ciao ciao statemi bene

 

IO NON SO COSA SIA ACCADUTO L'11 SETTEMBRE, E' INUTILE CHE MI CHIEDETE QUESTO! PERO' DI CERTO SI SA QUELLO CHE NON E' ACCADUTO.

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tutti pazzi..tutti..

 

TESTIMONIANZE TESTIMONI OCULARI AL PENTAGONO:

 

- "L'aereo, che sembrava poter trasportare dalle otto alle dodici persone, è volato contro il Pentagono come per atterrare su di un'inesistente pista di atterraggio. Era un jet privato color argento col marchio dell'American Airlines, ma decisamente troppo piccolo per essere un Boeing 757."

Steve Patterson, Washington Post, 11 settembre 2001, h. 16:59.

(A lato un modello di aereo che sembrerebbe corrispondere alla descrizione di Patterson.)

 

- "Abbiamo sentito qualcosa che faceva il rumore di un missile, poi abbiamo udito una forte esplosione."

Tom Seiberg, Washington Post, 11 settembre 2001, h. 16:59.

 

- "Era come un missile Cruise con le ali, è volato dritto verso il Pentagono e ci si è schiantato contro."

Mike Walter, CNN, 12 settembre 2001.

 

- "Lo guardai... assomigliava ad un aereo privato, a due motori... veniva da sud volando veramente basso."

Don Wright.

 

- "Fece un sibilo come un "pfffffff"... non era esattamente quello che mi sarei aspettato, considerando che era un aereo distante non più di un campo da football da me."

John O'Keefe, pilota.

 

- "Razionalmente non riuscivo a capacitarmi del fatto che si trattasse di un grande aereo, perchè si vedeva soltanto un piccolo foro nell'edificio. Nessuna coda, né ali. Niente di niente."

Steve DeChiaro.

 

- "Ho sentito un sibilo molto forte e rapido... ero convinto che fosse un missile. E' venuto giù così velocemente che sembrava tutt'altro che un aeroplano."

Lon Rains.

 

- "Il rumore era proprio quello di un missile."

Michael DiPaula.

 

- "La mia mente non riusciva a comprendere l'accaduto. Dov'era finito quell'aereo? Ma non c'era nessun aereo né resti visibili sulla scena."

Christine Peterson, giornalista.

 

- "La velocità, la manovrabilità, il modo in cui ha eseguito la virata... tutti noi nella sala radar, tutti controllori di volo esperti, abbiamo pensato che dovesse per forza trattarsi di un aereo militare. Non è possibile far volare un Boeing 757 in quel modo. (Articolo in proposito per maggiori dettagli tecnici)"

Danielle O'Brien, ABCNews, 24 ottobre 2001 (ora l'articolo originale si trova qui).

 

vi riporto il link dell'ultima dichiarazione perche non ho voglia di aggiungerli tutti:

CLICCA QUI

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scusa come dicevi?...come si sarebbe potuto organizzare un inside job senza che nessuno parlasse???? LEGGI QUI SOTTO ZUCCONE :rolleyes:

 

Eco, col suo articolo intitolato "Dov'è la gola profonda?" introduce "11.9 la Cospirazione Impossibile", il libro curato da Massimo Polidoro che ospita anche un suo contributo, pubblicato dallo stesso editore di "Zero", ma in aperto dissenso con la controinchiesta coordinata da Giulietto Chiesa.

 

In particolare, a sostegno del suo ragionamento, egli introduce "la prova del silenzio", cioè dell'assenza, per i fatti dell'11 settembre, di una "gola profonda" che avrebbe dovuto raccontare come sono andate veramente le cose.

 

A beneficio dei nostri lettori, di seguito, pubblichiamo la risposta di Giulietto Chiesa a Umberto Eco, auspicando che sia l'Espresso sia la Repubblica (che ha ripreso la tesi di Eco con un articolo di Carlo Bonini) vogliano assicurare al nutrito gruppo di scienziati e giornalisti che ha prodotto "Zero", l'indispensabile diritto di replica su una questione così fondamentale per la nostra condizione contemporanea, com'è stato l'11 settembre e le sue conseguenze.

 

Umberto Eco ammette che il suo contributo al volume “La cospirazione impossibile” “non era tanto sull'11 settembre quanto sull'eterna sindrome del complotto”. La postfazione allo stesso volume pare – secondo qualcuno dei curatori dello stesso – sia stata loro imposta dall'editore, poiché loro erano tutti ostili. Comprendo l'irritazione. L'autore del breve saggio era il prof. Odifreddi. Il suo argomentare, molto preciso, avrebbe infatti perfettamente potuto fare parte del volume da me curato con Roberto Vignoli.

 

In sintesi le due firme più autorevoli del volume o parlavano d'altro (l'eterna sindrome del complotto) oppure dicevano cose per molti aspetti molto simili a quelle che abbiamo pubblicato noi. Bell'impresa davvero, si potrebbe dire.

 

Il fatto è, però, che noi non ci siamo curati di questioni “eterne”, ma di una specifica questione, e solo di quella. L'eternità non è il nostro forte anche perché – come qualcuno ha scritto – non ci siamo mai stati.

 

Ma veniamo al dunque dell'argomentazione di Umberto Eco. Lui, come Carlo Bonini su Repubblica, fondano praticamente tutta la loro – si fa per dire – contestazione del libro e del film “Zero” sull'assenza della “gola profonda” e sull'idea che qualcuno delle centinaia di partecipanti avrebbe dovuto, prima o dopo, parlare.

 

Ora il film Zero contiene una successione di testimonianze di persone che hanno visto da vicino l'accaduto, da posizioni di alta competenza tecnica e professionale. Nel volume c'è un'appendice con 65 nominativi che contestano la versione ufficiale dell'11 settembre: tra essi ex capi della Cia, ex membri delle amministrazioni Usa, alti funzionari americani, alti ufficiali dell'esercito etc.

 

Uno di questi testimoni, la signora Barbara Honegger, è stata una “gola profonda” a denominazione di origine controllata perché fece saltare sulle poltrone mezza Washington quando rivelò, nel suo “October Surprise”, l'intero affare Iran-Contras, un bel “complotto” che servì, tra le altre cose, a impedire la rielezione del presidente Jimmy Carter. Nel film la signora Honegger compare nella stessa veste di accusatrice molto bene informata, essendo una voce interna nientemeno che al Pentagono (e avendo raccolto di persona testimonianze, fatti, nomi, a sostegno della sua denuncia). Non è una “gola profonda”? Se non lo è, è solo perché il mainstream non ha dedicato alle sue rivelazioni una sola riga in questi anni. Siamo andati noi a cercarla.

 

E non è l'unica. Quindi la domanda per Umberto Eco è: quante sono le “gole profonde” necessarie perché l'11 settembre esca dall'“Eterna Sindrome” e diventi materia di esame politico e giornalistico?

 

E gli agenti dell'Mi 5 (che dicono che Al Qaeda l'hanno inventata i servizi segreti americani e britannici) non li includiamo tra le “gole profonde”? Come mai? E l'ex console americano a Jeddah (che rivela che era la Cia a premere perché fossero dati i visti d'ingresso negli Usa ai terroristi) in quale categoria lo mettiamo? E gli agenti dell'Fbi, presenti nel film in abbondanza, che hanno denunciato ripetutamente e pubblicamente i responsabili della loro organizzazione per avere bloccato, sviato, impedito le indagini da loro stessi avviate? Non sono “gole profonde” anche loro?

 

Oppure la qualifica di “gola profonda” si addice solo ai complici che hanno partecipato direttamente alle varie fasi?

 

Ma se è di queste “gole profonde” che si va in cerca, sarà molto difficile trovarne, da qui all'eternità. Perché, per fare solo alcuni casi, di gole profonde non ce n'è stata nemmeno mezza nel caso del rapimento di Aldo Moro. Ma nemmeno nel caso della strage di Piazza Fontana, e neppure in quello della stazione di Bologna. Tant'è che, ancora oggi, non sappiamo la verità su nessuno di quei tre eventi. Se infatti, per divenire complotto, un evento deve includere una “gola profonda” che lo svela, allora nessuno di quelli fu un complotto. Anche se le indagini che furono effettuate, senza gole profonde, portarono in tutti e tre i casi a individuare operazioni ben più corpose che un semplice attentato terroristico compiuto da qualche scalmanato fanatico, rosso o nero, e includenti la partecipazione di un numero ben più vasto di partecipanti.

 

Ma si potrebbe aggiungere altro, tanto per uscire dai confini italiani. Risulta a Eco, per esempio, che nell'affare del Golfo del Tonchino (quello che diede avvio alla guerra del Vietnam) ci sia stata un gola profonda? A me non risulta. Ci furono documenti di archivio desecretati dopo decenni, e trovati da qualche storico. Non era un complotto? E come chiamare allora un'operazione che trascina in guerra un paese come l'America e che è basata sulla menzogna? E quanti furono gli ufficiali della marina Usa e dello Stato Maggiore coinvolti nell'inganno, che non parlarono?

 

Insomma: potremmo andare avanti a oltranza. E scopriremmo che non sempre un complotto ha la sua gola profonda. E che la “prova del silenzio” non è semplicemente una prova.

Tanto più che non si può diventare gola profonda se non c'è nessuno disposto a pubblicare quello che riveli e, anzi, se l'intero sistema dell'informazione è pronto a darti addosso, accusandoti di essere amico dei terroristi, traditore della patria, antisemita, negazionista della Shoà, comunista e nazista nello stesso tempo. Forse i ricercatori delusi delle gole profonde dell'11 settembre dovrebbero chiedersi se, con il loro silenzio e la loro ignavia, non abbiano contribuito a impedire alle molte gole profonde che esistevano ed esistono di farci sapere la verità.

 

 

Giulietto Chiesa.

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«Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza, è destinato a naufragare nella risata degli dei» - Albert Einstein

 

Se c'è qualcosa che accomuna tutti i lettori di luogocomune.net e di siti simili al nostro - è certamente la ricerca della verità, intesa non come certezza di una particolare versione dei fatti, ma come capacità di ciascuno di liberare ogni volta la mente dai pregiudizi, prima di affrontare un qualunque argomento che possa restarne influenzato.

 

E il famoso discorso del confronto fra il ragionamento deduttivo e quello induttivo: il primo parte da presupposti fissi e intoccabili, che garantiscono una conclusione altrettanto solida e intoccabile (es.: Gli americani non possono essersi fatti da soli una cosa del genere, per cui deve essere stato per forza il kerosene a far crollare le Torri Gemelle), ma rischiano di trascinare il ragionamento nel disastro più totale, se per caso la premessa risultasse errata (pare infatti, a giudicare dalla storia, che gli americani possano eccome farsi da soli degli scherzi del genere, anzi sembra che il loro sia proprio un vizio ricorrente).

 

Il ragionamento induttivo non parte invece da certezze fisse, ma dall'osservazione dei dati disponibili, e cerca di trarre conclusioni solo quando crede di averne raccolto a sufficienza (es.: Ci sono gli sbuffi laterali, gli edifici cadono molto in fretta, il calore non poteva indebolire le strutture, i testimoni parlano di esplosioni, ecc... Tutto questo mi porta a concludere che sia stata una demolizione controllata). Il premio che lo attende è l'introduzione un concetto nuovo, che prima non esisteva (E stato un autoattentato), lo svantaggio è quello di non avere mai la certezza assoluta della conclusione a cui si è giunti.

 

Talmente importante è la distinzione fra ragionamento deduttivo e induttivo, che si può affermare che tutte le discussioni si possano in qualche modo far risalire a questa diversa impostazione mentale. Fateci caso, sui nostri forum come nei dibattiti televisivi, ...

 

... e distinguerete immediatamente i due diversi modi che ciascuno adotta nell'affrontare le discussioni. E noterete anche che quasi sempre le persone che adottano un metodo per approcciare inizialmente un certo problema - non adottano mai l'altro, e viceversa.

 

Esiste in proposito una tale raccolta di aforismi, che sembra confermare in pieno l'importanza di questa distinzione di fondo:

 

Massimo Mazzucco

«Le storie più errate sono quelle che pensiamo di conoscere meglio, che quindi non sindachiamo e su cui non ci poniamo più interrogativi.»

- Stephen Jay Gould

 

«Solo i piccoli segreti vanno protetti. Per quelli grandi sarà sempre sufficiente l’incredulità della gente.»

- Marshall McLuhan

 

«Gli uomini nascono ignoranti, non stupidi. E’ l’educazione che li rende stupidi.»

- Bertrand Russell

 

«Ci si fa ingannare non da ciò che non si conosce, ma da quello che si crede di conoscere.»

- Jean Jacques Rousseau

 

«Colui che in una discussione fa sfoggio di autorità, non usa la ragione, ma la memoria.»

- Leonardo da Vinci

 

«L'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole.»

- Ezra Pound

 

«C'è un'ignoranza da analfabeti e un'ignoranza da dottori.»

- Michel De Montaigne

 

«Crediamo soltanto a ciò che vediamo. Perciò, da quando c'è la televisione, crediamo a tutto.»

- Hildebrandt Dieter

 

«I computer sono inutili. Ti sanno dare solo risposte.»

- Pablo Picasso

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Il crollo del World Trade Center: perchè la versione ufficiale non può essere vera.Tratto da www.luogocomune.net

 

Questa è la traduzione integrale del testo originale (autorizzato) del Dr. David Ray Griffin intitolato: "The Destruction of the World Trade Center: Why the Official Account Cannot Be True" pubblicato per il www.911truth.org il 29 gennaio 2006.

 

Nel libro "La nuova Pearl Harbor: domande scomode sull'Amministrazione Bush e l'11 settembre" (2004) ho riassunto dozzine di fatti e verbali che proiettano ombre sulla versione ufficiale dell'11 settembre. Poi, nel successivo "Rapporto della commissione 9/11: errori ed omissioni" (2005 a), ho parlato del modo in cui questi elementi sono stati esaminati dalla Commissione, cioè distorcendoli o semplicemente omettendoli.

 

Ho poi optato per un discorso generale, esaminando l'argomento in tutte le sue sfaccettature, nei miei precedenti scritti e discorsi sull'11 settembre (Griffin, 2005 b e 2005 e FPRIVATE "TYPE=PICT;ALT=cool.gif" .[1] Questa impostazione, che espone ogni aspetto problematico della versione ufficiale, è la più efficace per metterla in discussione.

 

Tuttavia questo modo di presentare i fatti ha un grosso limite, specialmente in discorsi ed

articoli. Ciò implica che l'esposizione di ogni singola questione debba essere piuttosto concisa, quindi superficiale. Di conseguenza la gente può pensare che un trattamento più approfondito di ogni singolo aspetto potrebbe far sembrare la versione ufficiale plausibile, dopo tutto.

In questo scritto, mi concentro su una sola questione: perché le torri gemelle e l'edificio 7 del World Trade Center siano crollate.

 

 

 

Il vantaggio nell'adottare questo metodo, oltre la possibilità di scendere piuttosto nel dettaglio, è che la distruzione del World Trade Center rappresenta una delle migliori opportunità per comprendere la verità sull'11 settembre.

 

Approfondire questo aspetto ci consentirà anche di esaminare le rivelazioni contenute nelle testimonianze orali dell'11 settembre, che sono state registrate dal Dipartimento dei Pompieri di New York appena dopo l'11 settembre, ma sono state rese pubbliche solo nell'agosto del 2005.

Vorrei iniziare con la questione del perché le torri gemelle siano crollate, e poi fare lo stesso per l'edificio 7.

 

 

1. Il crollo delle torri gemelle

 

Poco dopo l'11 settembre, il presidente Bush ha avvisato la popolazione che non avrebbe tollerato "Oltraggiose teorie della cospirazione riguardanti e gli attacchi dell'11 settembre" (Bush, 2001).[2] Philip Zelikow, che ha presieduto il lavoro della commissione 9/11, allo stesso modo ha messo in guardia contro le "Oltraggiose teorie della cospirazione" (Hansen, 2005). Cosa vogliono dire queste persone utilizzando tale espressione? Non possono voler dire che dobbiamo rigettare tutte le teorie della cospirazione sull'11 settembre, perché anche la versione del governo è una teoria della cospirazione, dove i cospiratori sono tutti membri di Al Qaeda. Loro intendono solo che dovremmo rigettare le teorie oltraggiose.

 

Ma cosa distingue una teoria oltraggiosa da una non oltraggiosa? Questa è una dei temi fondamentali nella filosofia della scienza. Quando vengono confrontati da teorie rivali - ad esempio l'evoluzione neo- darwiniana e l'Intelligent Design - gli scienziati e i filosofi della scienza si chiedono quale teoria sia la migliore e perché. Ciò che contraddistingue una buona teoria è che essa può spiegare in modo coerente, tutti o perlomeno la maggior parte dei fatti rilevanti senza essere contraddetta da nessuno di essi. Una teoria è scadente quando viene contraddetta da alcuni dei fatti rilevanti. Una teoria oltraggiosa potrebbe essere una che venga contraddetta da praticamente tutti fatti rilevanti.

 

Tenendo a mente questa definizione, diamo un'occhiata alla teoria ufficiale riguardo le torri gemelle, che sostiene che esse siano crollate a causa dell'effetto combinato dell'impatto degli aeroplani e dei conseguenti incendi. Il rapporto stilato dalla FEMA sosteneva: "Il danno strutturale ad ogni torre causato dall'impatto, insieme al successivo incendio, ha determinato il crollo di ogni edificio" (FEMA, 2002).[3] Questa teoria fa chiaramente parte di quelle oltraggiose, poiché viene contraddetta da praticamente tutti i fatti principali. Anche se questa conclusione può sembrare estrema, spiegherò perché in realtà non lo è.

 

 

Nessun crollo in precedenza determinato da incendi

La versione ufficiale è resa implausibile da due problemi principali. Il primo è il semplice fatto che il fuoco non ha mai - prima o dopo l'11 settembre - causato il crollo di grattacieli con un'intelaiatura in acciaio. I difensori della versione ufficiale menzionano raramente, se mai lo fanno, questo semplice fatto. In verità, quello che si suppone sia il definitivo rapporto del NIST - il National Institute of Standard and Technology (2005) - sottintende addirittura che i crolli di edifici in acciaio causati dal fuoco siano eventi normali (Hoffman, 2005). [4] Lontano dall'essere normali, comunque, simili crolli non sono mai accaduti, esclusi quelli presunti

dell'11 settembre.

 

Chi difende la versione ufficiale, naturalmente, sostiene che i crolli non sono stati causati unicamente dagli incendi, ma da questi ultimi combinati col danno causato dagli aerei. Le torri, comunque, sono state progettate per sopportare l'impatto di aerei della dimensione circa di un Boeing 767. [5] Hyman Brown, il responsabile progettuale delle torri gemelle, dichiarò: "Le torri

sono state progettate, e con un certo margine, per sopportare praticamente ogni cosa, inclusi uragani,... bombardamenti, e l'impatto di un aereo" (Bollyn, 2001).

 

Ed anche Thomas Eager, un professore di ingegneria dei materiali del MIT che supporta la versione ufficiale, sostiene che l'impatto degli aerei non sarebbe stato significativo, poiché "Non è stato perso un grande numero di colonne dopo l'impatto iniziale e i carichi sono stati redistribuiti alle colonne rimanenti in questa struttura altamente ridondante "(Eager e Musso, 2001, pp. 8-11).

 

Similmente, il rapporto del NIST, trattando di quanto l'impatto degli aerei abbia contribuito al crollo, si focalizza soprattutto sul fatto che gli aerei abbiano rimosso buona parte del rivestimento anti-incendio dall'acciaio. [6]

 

La versione ufficiale del crollo, quindi, si basa essenzialmente sul fuoco, quindi non può essere enfatizzato troppo il fatto che il fuoco non abbia mai causato il crollo di grandi edifici in acciaio - mai, sia prima il 9/11, che dopo il 9/11, o in qualunque parte del mondo l'11 settembre, eccetto che presumibilmente a New York - mai.

 

Si potrebbe sostenere, naturalmente, che c'è una prima volta per tutto, e che un incendio davvero straordinario possa portare ad un crollo. Esaminiamo questa idea. Come dovrebbe essere un incendio straordinario? Date le proprietà dell'acciaio, le fiamme dovrebbero essere molto violente, estese, e durature. Ma gli incendi nelle torri non hanno manifestato nessuna di queste

caratteristiche.

 

C'è chi ha sostenuto, per essere precisi, che le fiamme raggiunsero un'altissima temperatura. Alcuni speciali in televisione hanno affermato che le torri sono crollate poichè le fiamme erano cosi alte da aver fuso l'acciaio. Per esempio, uno speciale della BBC News riportò questa dichiarazione di Hyman Brown: "L'acciaio fonde, e 24.000 galloni di carburante aereo hanno fuso

l'acciaio". Un'altra persona, presentata come ingegnere strutturale, dichiarò: "E' stato il fuoco ad affossare gli edifici. Non c'è niente sulla faccia della terra che possa sopportare quelle temperature con quella quantità di carburante... le colonne si fonderebbero" (Barter, 2001). [7]

 

Queste dichiarazioni, in ogni modo, sono assurde. L'acciaio non fonde finché non raggiunge i 2800° Fahreneit. [8] Inoltre, un incendio alimentato da idrocarburi, come il kerosene – vale a dire il carburante degli aerei - può al massimo arrivare a 1700°F, cioè 1100 gradi al di sotto del punto di fusione dell'acciaio. [9] Possiamo, di conseguenza, mettere da parte la pretesa che le torri siano crollate in seguito alla fusione delle colonne di acciaio. [10]

 

La maggior parte dei sostenitori della versione ufficiale, in realtà, non affermano questa assurdità. Sostengono semplicemente che le fiamme abbiano riscaldato l'acciaio fino al punto in cui avrebbe perso così tanta della sua capacità di resistenza da essersi deformato. [11] Per esempio, Thomas Eager, dicendo che l'acciaio a 1300° perde l'80% della sua resistenza, conclude

che questo debba essere quello che è successo. Ma perché ciò sia plausibile, le fiamme sarebbero dovute essere ancora molto violente.

 

Ma non lo erano. Alcuni hanno parlato, come abbiamo visto, del kerosene. Tuttavia la maggior parte è bruciato molto velocemente nelle enormi palle di fuoco che si sono sprigionate dopo l'impatto degli aerei con gli edifici, ed il resto è esaurito nel giro di dieci minuti [12], dopo di che le fiamme diminuirono. Fotografie delle torri 15 minuti dopo gli impatti mostrano incendi

isolati e molto fumo nero, segno della scarsità di ossigeno. Thomas Eager, a questo proposito, ha detto che le fiamme raggiungevano "Probabilmente solo i 1200° o i 1300° F" (Eager, 2002).

 

Ci sono motivi per credere, per di più, che le fiamme non fossero neanche così intense. Come mostrano le fotografie, le fiamme non hanno rotto le finestre e non si sono nemmeno propagate molto oltre i punti dove sono cominciate (Hufschmid, 2002, p.40). Questa documentazione fotografica è supportata dagli studi scientifici condotti dal NIST, che ha scoperto che delle 16 colonne perimetrali esaminate, "Solamente tre colonne hanno provato che l'acciaio raggiunse temperature superiori ai 250°C [482°F],"e nessuna prova che alcuna colonna del nucleo centrale avesse raggiunto anche solo quelle temperature (2005, p.88).

 

Il NIST (2005) sostiene che "Non ne ha dedotto considerazioni su scala generale, dato che le colonne esaminate rappresentavano solo il 3% delle colonne perimetrali e l'1% delle colonne del nucleo centrale provenienti dai piani interessati dagli incendi ". Che solamente una minuscola frazione delle colonne fosse disponibile è stato dovuto, naturalmente, al fatto che ufficiali governativi hanno venduto e spedito via immediatamente la maggior parte dell'acciaio. In ogni caso, le scoperte del NIST sulla base di questa piccolissima percentuale delle colonne non sono irrilevanti. Esse significano che qualunque speculazione che alcune delle colonne del nucleo centrale abbiano raggiunto temperature molto più alte sarebbe soltanto, per l'appunto, pura

speculazione non corroborata da alcuna dimostrazione empirica.

 

Per di più, anche se gli incendi avessero raggiunto i 1300°F, come Eager suppone, ciò non implica che l'acciaio avesse raggiunto quella stessa temperatura. L'acciaio è un eccellente conduttore di calore. Mettete a contatto un fuoco con l'estremità di una lunga sbarra di acciaio e il calore si diffonderà rapidamente alle altre parti, e ad altri eventuali prezzi di acciaio ad essa

interconnessi. [13]

 

Perché le fiamme avessero potuto portare alcune delle colonne d'acciaio ad una temperatura vicina a quella da esse stesse sprigionata, sarebbero dovute essere molto estese, in relazione alla dimensione degli edifici e alla quantità di acciaio in essi contenuto. Le torri, naturalmente, erano gigantesche e contenevano una enorme quantità di acciaio. Un piccolo e localizzato incendio di 1300° non avrebbe mai potuto portare nessuna delle colonne di acciaio nemmeno vicina a quella temperatura, poiché il calore si sarebbe propagato velocemente per il resto dell'edificio.

 

Alcuni difensori della teoria ufficiale hanno sostenuto che le fiamme erano indubbiamente molto grandi, e avevano trasformato gli edifici in "Giganteschi incendi". Ma tutte le prove contrastano questa affermazione, specialmente se facciamo riferimento alla torre sud, che crollò per prima. Questa torre è stata colpita tra i piani 78 e 84, perciò è in quella regione che sarebbero dovuti

esserci gli incendi maggiori. Brian Clark, un sopravvissuto, ha dichiarato che quando scese fino all'80° piano:" Potevi vedere tra i muri e le fessure alcune fiamme... che li lambivano appena, non stava divampando un grande incendio ma solo qualche fuoco, che produceva un po' di fumo che fuoriusciva dai muri." [14] Allo stesso modo, uno dei capo pompieri che raggiunse il 78° piano

notò solamente "Due focolai isolati." [15]

 

La torre nord, per la precisione, ha avuto degli incendi abbastanza estesi e violenti da far si che molte persone scelsero di lanciarsi verso la morte. Ma come sa perfettamente chiunque possegga un camino od una stufa, anche un fuoco che non danneggia l'acciaio o il ferro può bruciare la carne umana. Inoltre in molti casi può essere stato il fumo, piuttosto che il calore, a spingere le persone a buttarsi.

 

In ogni caso, gli incendi, per indebolire le colonne di acciaio, sarebbero dovuti essere non solo molto estesi e violenti ma anche molto duraturi. [16] Alle persone è stato raccontato che le torri sopportarono incendi di questo tipo, ad esempio la CNN ha sostenuto che "Incendi molto intensi abbiano bruciato per molto tempo". Ma ciò non è accaduto. La torre nord è crollata dopo

un'ora e 42 minuti dall'impatto; la torre sud è crollata dopo soli 56 minuti.

 

Per comprendere quanto sia ridicola la teoria che i brevi incendi nelle torri abbiano potuto portarle al crollo strutturale, possiamo confrontarle con degli altri esempi. Nel 1988, un incendio nel First Interstate Bank Building a Los Angeles è divampato per 3.5 ore ed ha distrutto 5 dei 62 piani dell'edificio, ma non sono stati registrati significativi danni strutturali (FEMA, 1988). Nel 1991, un enorme incendio al Philadelphia's One Meridian Plaza è durato 18 ore ed ha distrutto 8 dei 38 piani dell'edificio, ma, secondo il rapporto della FEMA, anche se "travi e putrelle si piegarono e torsero ... a causa della pesante esposizione al fuoco... , le colonne continuarono a supportare il loro carico senza danni evidenti " (FEMA,1991). A Caracas, nel 2004, un incendio in un edificio di 50 piani è durato 17 ore, devastandone completamente i 20 piani della parte superiore, tuttavia non è crollato (Nieto, 2004). E noi dovremmo credere che un incendio durato 56 minuti abbia portato al crollo della torre sud.

 

A differenza degli incendi nelle torri, inoltre, quelli a Los Angeles, Philadelphia e Caracas sono stati abbastanza violenti da aver distrutto le finestre.

 

Un altro importante paragone è rappresentato da una serie di esperimenti fatti in Inghilterra a metà degli anni '90, per determinare quale tipo di danno potesse essere causato ad edifici in acciaio sottoposti ad incendi estremamente violenti, estesi e durati molte ore. La FEMA, nell'esaminare questi esperimenti, osservò: "Nonostante la temperatura dei supporti di acciaio

avesse raggiunto gli 800 -900° C (1500-1700° F) in tre dei test... non si è verificato un crollo in nessuno dei sei esperimenti" (1988, Appendix A).

 

Questi paragoni smascherano l'assurdità della teoria del NIST che le torri siano crollate poiché gli aerei avrebbero danneggiato i rivestimenti antincendio delle colonne d'acciaio. Queste protezioni assicurano la protezione dall'incendio solo per poche ore, quindi l'acciaio negli edifici di Philadelphia e Caracas sarebbe stato esposto direttamente alle fiamme divampanti per almeno 14 ore, ed anche in quel caso l'acciaio non si è piegato. il NIST sostiene, nondimeno, che l'acciaio nella Torre Sud si sia deformato perchè è stato esposto direttamente alle fiamme per 56 minuti. [18]

 

Alcuni difensori della versione ufficiale hanno speculato che ci fosse qualcosa, relativamente alle Torri, che le rendesse vulnerabili in maniera particolare al fuoco. Tuttavia, queste dichiarazioni non sono corroborate da nessuna prova. Inoltre, come Norman Glover ha fatto notare: "Praticamente tutti i grandi edifici sopporteranno un serio incendio nell'arco della loro esistenza. Nessun grande edificio, alto molti piani, è mai crollato a causa del fuoco. Il World Trade Center stesso ne ha sopportato uno nel 1975; tuttavia, l'edificio riscontrò danni minori ed fu riparato e restituito alla piena funzionalità" (Glover, 2002).

 

 

Indizi molteplici di una demolizione controllata

 

C'è una verità capovolta a proposito del fatto che, a parte per i supposti casi dell'11 settembre, il fuoco non abbia mai causato il crollo di grandi edifici in acciaio.

 

Questa verità è che ogni precedente crollo globale sia stato causato dalla procedura nota come "demolizione controllata", in cui esplosivi capaci di tagliare l'acciaio vengono piazzati in punti strategici nell'edificio, e detonati secondo una sequenza ben precisa. Anche sapendo solamente che le torri sono crollate, di conseguenza, sarebbe naturale presumere che lo abbiano fatto a causa di esplosivi.

 

Questa conclusione a priori, inoltre, è supportata da un'analisi empirica della particolare natura dei crolli. Qui arriviamo al secondo maggiore problema della teoria ufficiale, e precisamente, che i crolli hanno avuto almeno undici caratteristiche che si sarebbero potute aspettare se, e solamente se, fossero stati utilizzati esplosivi. Le riassumerò brevemente.

 

Crollo improvviso: In una demolizione controllata, l'inizio del crollo è repentino. Un momento prima l'edificio è perfettamente immobile, poi comincia improvvisamente a crollare. Ma l'acciaio, quando viene scaldato, non cede ne' si piega improvvisamente. Dunque in crolli provocati dal fuoco – se ne avessimo degli esempi – il crollo sarebbe graduale. Le travi e le putrelle inizierebbero a deformarsi; le colonne, se soggette a forti sollecitazioni, comincerebbero a piegarsi. Ma come mostrano i filmati delle torri, [19] non si sono manifestati questi segnali, neanche nei piani immediatamente sopra il danno causato dall'impatto degli aerei. Gli edifici erano completamente immobili fino all'inizio dei crolli.

 

Crollo verticale: La questione principale nella demolizione controllata di un edificio alto, confinante con altri palazzi, è che venga giu' dritto fino a collassare sulla sua stessa base, o perlomeno vicino, cosi da non provocare danni agli altri palazzi. L'arte della scienza delle demolizioni controllate è incentrata soprattutto su questo obiettivo. Come ha spiegato Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc. : "Per demolire [un edificio] come vogliamo, cosi... che non venga danneggiata nessuna altra struttura" la demolizione deve essere "approfonditamente pianificata", usando "gli esplosivi adatti e la giusta sequenza nel detonarli" (Else, 2004). [20] Se le torri, alte 110 piani, fossero cadute di lato, avrebbero causato enormi danni a molti degli edifici degli isolati vicini. Ma le torri sono venute giù in verticale. Di conseguenza, la teoria ufficiale, implicando che il fuoco abbia perfettamente imitato i crolli che altrove sono stati prodotti solo da esplosivi sapientemente piazzati, richiede un miracolo.

 

La velocità vicina alla caduta libera: Gli edifici abbattuti dalle demolizioni controllate collassano in un tempo vicino alla caduta libera. Ciò accade poiché vengono meno i supporti ai piani inferiori, cosi che quando i piani superiori crollano non incontrano alcuna resistenza. Il fatto che i crolli delle Torri abbiano ricalcato questa caratteristica delle demolizioni controllate è stato menzionato indirettamente nel Rapporto della Commissione 9/11, che ha dichiarato che "La torre Sud è venuta giù in 10 secondi" (Kean e Hamilton, 2004, p.305) [22]. Gli autori del rapporto, evidentemente, non hanno pensato che la rapidità del crollo potesse contrastare con la versione ufficiale, conosciuta come "effetto pancake".

 

Secondo questa teoria, i piani sopra quelli che sono stato indeboliti dall'impatto dell'aereo, sono crollati sui piani inferiori, innescando una reazione a catena, e determinando lo schiacciamento di tutti i piani.

 

Ma se questo fosse ciò che è accaduto, i piani inferiori, col loro carico di acciaio e cemento, avrebbero offerto resistenza. I piani superiori non sarebbero potuti crollare attraverso quelli inferiori come se fossero in caduta libera. Comunque, i filmati dei crolli mostrano che le macerie in linea col profilo dell'edificio crollavano alla stessa velocità di quelle all'esterno [23] (Jones, 2006). Come spiega l'architetto e fisico Dave Heller (2005) :

 

I piani non possono essersi schiacciati. Gli edifici sono crollati troppo velocemente. I solai avrebbero dovuto cedere simultaneamente, per arrivare a terra in un tempo cosi ridotto. Ma in che modo? In quello [conosciuto come la demolizione controllata], ogni piano di un edificio viene distrutto appena prima che il piano sopra lo stia per colpire. Dunque, i piani cedono allo stesso tempo, virtualmente in caduta libera. (Garlic and Glass 6)

 

Crollo globale: La versione ufficiale è ancora più vistosamente contraddetta dal fatto che i crolli sono stati totali: queste torri di 110 piani si sono trasformate in ammassi di detriti alti giusto pochi piani. Com'è stato possibile? Il nucleo centrale di ogni torre era costituito da una struttura reticolare con 47 imponenti colonne portanti in acciaio. [24] Secondo l'"effetto pancake", sono venute a mancare le colonne orizzontali di acciaio di supporto alle colonne verticali. Ma se è successo questo, le 47 colonne verticali del nucleo centrale starebbero ancora in piedi. La Commissione 9/11 se ne è uscita con un'ardita soluzione a questo

problema. Ha semplicemente negato l'esistenza delle 47 colonne d'acciaio, dicendo: "Il nucleo centrale degli edifici era un pozzo d'acciaio cavo, che conteneva gli ascensori e le scale" (Kean and Hamilton, 2004, 541 note 1). Voila'! Senza le 47 colonne del nucleo centrale, il problema principale scompare.

 

Il Rapporto del NIST ha provato a spiegare questa che è la questione piu' pesante, sostenendo che quando i piani sono crollati, hanno fatto pressione sulle colonne, portando all'instabilità delle colonne perimetrali. Ciò ha poi aumentato il carico gravitazionale sulle colonne del nucleo centrale, che erano state indebolite in precedenza da fiamme terribilmente alte, che, secondo il NIST, hanno raggiunto i 1832°, e questa combinazione di fattori in qualche modo ha portato al "crollo globale" (NIST, 2005, pp.28, 143).

 

Questa teoria deve affrontare due problemi. Primo, l'affermazione del NIST riguardante la presenza di incendi molto caldi nel nucleo della struttura manca completamente di prove. Come abbiamo già visto, i loro studi non presentano prove riguardo al fatto che le colonne esterne avessero raggiunto temperature anche solo di 482°F (250°C), quindi la loro teoria richiede un'aggiunta puramente speculativa di più di 1350°F.[25] Secondo, anche se questi eventi fossero avvenuti, il NIST non spiega per quale motivo essi avrebbero dovuto provocare un crollo totale. Il rapporto del NIST asserisce che il cedimento strutturale si sia verificato tanto nelle colonne del nucleo interno, quanto in quelle del perimetro esterno, ma questa rimane una pura asserzione. Non c'è alcuna spiegazione plausibile del motivo per cui le colonne, anche se avessero raggiunto tali temperature, dovrebbero essersi spezzate o anche solo deformate tanto da causare un crollo totale ad una velocità quasi pari a quella di caduta libera.[26]

 

Acciaio tagliato: nelle demolizioni controllate di edifici a struttura in acciaio gli esplosivi sono usati per tagliare a pezzi colonne e travi di questo metallo. Un rappresentante della Controlled Demolition, Inc. ha affermato che lo RDX, uno degli esplosivi usati normalmente, taglia l'acciaio "come un rasoio taglia un pomodoro". Oltretutto, l'acciaio non è semplicemente tagliato, ma è tagliato in pezzi sufficientemente corti da poter essere gestiti facilmente. Come la Controlled Demolition, Inc. afferma nella sua pubblicità: "I nostri sistemi DREXSTM segmentano i componenti in acciaio in pezzi di un peso tale da poter essere sollevato dagli strumenti disponibili".[27]

 

Questa peculiarità delle demolizioni controllate sembra essere stata presente in qualche modo anche nei crolli delle Torri Gemelle. Dopo aver studiato varie fotografie della scena del crollo, Jim Hoffman (2004) ha affermato che molto dell'acciaio sembrava "tagliato in pezzi facilmente caricabili dai macchinari usati per ripulire Ground Zero.[28]

 

Polverizzazione del cemento e di altri materiali: un'altra caratteristica delle demolizioni controllate è la produzione di grandi quantità di polvere, dato che gli esplosivi abbastanza potenti da tagliare l'acciaio polverizzano il cemento e la maggior parte degli altri materiali non metallici in piccole particelle. Hoffman (2003) riporta che "quasi tutti i componenti non metallici delle torri sono stati polverizzati in polveri fini." [29] Questa osservazione è stata fatta anche dal Colonnello John O'Dowd della U.S. Army Corps of Engineers. "Al WTC", ha detto su History Channel, "sembrava che tutto si fosse polverizzato" (History Channel, 2002).

 

Questo fatto crea un problema alla teoria ufficiale, secondo la quale l'unica energia presente era quella gravitazionale. Quest'energia sarebbe stata sufficiente a rompere la maggior parte del cemento in pezzi piuttosto piccoli, ma non si sarebbe neanche avvicinata alla quantità necessaria a trasformare il cemento e quasi tutti i componenti non metallici degli edifici in minuscole particelle di polvere.

 

Nuvole di polvere: un'altra caratteristica comune nelle demolizioni controllate è la produzione delle nuvole che si vedono quando le esplosioni gettano le polveri fuori dall'edificio con grande energia. I crolli delle torri, come si può notare confrontando i vari filmati presenti sul web, hanno prodotto nuvole molto simili a quelle prodotte dalle demolizioni controllate di altre strutture, come ad esempio il Seattle's Kingdome. L'unica differenza è che le nuvole prodotte durante il crollo delle torri erano in proporzione molto più grandi. [30]

 

Il problema dell'origine dell'energia necessaria si presenta nuovamente. Hoffman (2003), basandosi sull'espansione della nuvola di polvere della Torre Nord, calcola che l'energia richiesta anche solo da quest'espansione, ignorando quella necessaria a tagliare l'acciaio e polverizzare il cemento ed altri materiali, eccedeva di almeno 10 volte l'energia gravitazionale disponibile.

 

Il resoconto ufficiale, quindi, implica una grave violazione delle leggi della fisica, una violazione che diventa anche più grave se includiamo l'energia necessaria a polverizzare il cemento (senza contare quella richiesta per tagliare l'acciaio).

 

Oltre all'enorme quantità di energia necessaria, un altro problema della teoria ufficiale è che l'energia gravitazionale non basta a spiegare la produzione di queste nuvole di polvere. Questo è evidente soprattutto nei primi secondi dell'evento. Hoffman afferma: "Sono visibili dense nuvole di cemento polverizzato emesse nei primi 2 secondi, quando il moto relativo della cima della torre rispetto alla porzione intatta era solo di pochi piedi al secondo". [31]

 

Jeff King (2003) similmente dichiara: "[una grande quantità di] finissima polvere di cemento è stata emessa dalla cima dell'edificio nei primi istanti del crollo... [quando] le lastre di cemento [si stavano] scontrando una con l'altra a [solo] 20-30 mph".

 

L'importanza della dichiarazione di King può essere apprezzata contrapponendola all'affermazione di Shyam Sunder, investigatore capo del NIST, secondo la quale nonostante le nuvole di polvere prodotte durante i crolli delle Torri Gemelle possano dare l'impressione di una demolizione controllata, "è l'effetto "pancaking" dei piani che dà quest'impressione" (Popular Mechanics, 2005). Il "pancaking", secondo la teoria ufficiale difesa da Sunder, cominciò in corrispondenza del piano sottostante i fori provocati dall'impatto degli aerei di linea. Come fa notare King, questa teoria non può sostenere il fatto che, come rivelato dalle fotografie e dai video, le nuvole di polvere siano state prodotte molto più in alto delle zone di impatto.

 

Getti orizzontali: un'altra caratteristica comune nelle demolizioni controllate è l'espulsione orizzontale di altri materiali, oltre alla polvere, in corrispondenza delle zone dell'edificio nelle quali sono stati attivati gli esplosivi. Nel caso delle Torri Gemelle, le foto e i video mostrano che "pesanti pezzi d'acciaio sono stati lanciati in tutte le direzioni a distanze di 500 piedi, mentre i rivestimenti di alluminio sono stati sparati fino a 700 piedi dalle torri" (Paul e Hoffman, 2004, p.7). Tuttavia l'energia gravitazionale è, ovviamente, verticale, quindi non può neanche cominciare a spiegare questi getti orizzontali.

 

Anelli di demolizione: ancora un'altra caratteristica delle demolizioni controllate indotte da esplosioni sono gli anelli di demolizione, ossia una serie di piccole esplosioni che corrono rapidamente attorno all'edificio. Anche questa peculiarità si è manifestata nel crollo delle torri. [32]

 

Rumori prodotti dalle esplosioni: l'uso degli esplosivi per provocare crolli ovviamente produce rumori. Come tutte le caratteristiche precedenti, a parte l'acciaio tagliato, anche questa è stata notata da testimoni. Infatti, come vedremo più avanti, ci sono molte testimonianze dell'esistenza di tali esplosioni prima e durante il crollo delle torri.

 

Acciaio fuso: l'undicesima caratteristica che sarebbe lecito aspettarsi solo se degli esplosivi fossero stati utilizzati per tagliare le colonne d'acciaio sarebbe l'acciaio fuso; la sua presenza sul sito del crollo del WTC è stata riportata da molti testimoni, incluse le due figure principali implicate nella procedura di asportazione delle macerie, Peter Tully, presidente della Tully Construction, e Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition, Inc.

 

Tully ha detto di aver visto pozze di "acciaio letteralmente fuso" al sito del crollo. Loizeaux ha affermato che molte settimane dopo l'11 settembre, quando si stavano rimuovendo le macerie, sono stati trovati "hot spots di acciaio fuso in corrispondenza del fondo dei vani degli ascensori delle torri principali fino al settimo piano interrato" (entrambe le affermazioni sono riportate in Bollyn, 2004). [33]

 

Inoltre Leslie Robertson, ingegnere strutturale capo per le Torri Gemelle, ha affermato: "21 giorni dopo l'attacco, gli incendi stavano ancora bruciando e l'acciaio fuso scorreva ancora" (Williams, 2001). La giornalista del Knight-Ridder Jennifer Lin, citando Joe "Toolie" O'Toole, un vigile del fuoco del Bronx che ha lavorato per molti mesi prestando soccorso e rimuovendo le macerie, ha scritto: "Gli incendi sotterranei hanno imperversato per mesi. O'Toole ricorda di aver visto, in febbraio, una gru sollevare verticalmente una trave d'acciaio dalle profondità delle catacombe di Ground Zero. 'Gocciolava acciaio fuso' ha detto" (Lin, 2002). Greg Fuchek, vice presidente del settore vendite della LinksPoint, Inc., che ha fornito parte delle attrezzature informatiche usate per identificare i resti umani ritrovati, ha descritto le condizioni lavorative come "infernali", in parte perchè per sei mesi la temperatura del suolo variava tra 600 e più di 1500 gradi Fahrenheit. Fuchek ha aggiunto che "a volte, quando un

lavoratore estraeva una trave d'acciaio dalle macerie, dall'estremità gocciolava acciaio fuso." [34]

 

Questa testimonianza è molto importante, dato che sarebbe difficile immaginare che cosa, oltre agli esplosivi ad alto potenziale, avrebbe potuto causare lo scioglimento dell'acciaio.

 

L'importanza della natura dei crolli, come è stata delineata da queste 11 caratteristiche, è dimostrata dal fatto che i tentativi di difendere la teoria ufficiale tipicamente ne ignorano la maggior parte. Per esempio un articolo su "Popular Mechanics" (2005), tentando di smontare quelli che definisce alcuni dei miti più diffusi sull'11 settembre creati dai "teorici cospirazionisti", ignora completamente la rapidità, la verticalità e il carattere improvviso e totale dei crolli, evitando anche di menzionare le testimonianze riguardanti l'acciaio fuso, gli anelli di demolizione e i suoni delle esplosioni. [35]

 

 

2. Testimonianze riguardanti le esplosioni e relativi fenomeni nei resoconti orali sull'11

settembre

La maggior parte di queste 11 caratteristiche – tutte tranne il taglio delle colonne centrali e l'acciaio fuso nelle fondamenta – sono tali che, se verificatesi prima o durante i crolli delle torri, possono essere state osservate dalle persone presenti nell'area. Infatti sono state raccolte testimonianze riguardanti questi fenomeni fin da subito dopo l'11 settembre da giornalisti, [36] pompieri, [37] ufficiali di polizia, [38] persone che hanno lavorato nelle torri, [39] e un importante esperto di esplosivi, Van Romero, [40] che ha affermato il giorno stesso, dopo aver visto i video, che i crolli non solo ricordavano quelli prodotti da implosioni controllate, ma dovevano essere stati causati da "alcuni congegni esplosivi all'interno degli edifici" perché erano "troppo metodici" per essere risultati casuali degli impatti degli aerei (Uyttebrouck, 2001). [41] Alcune di queste testimonianze erano di grande rilevanza, anche se poche e sparse. Nessun sostanzioso gruppo di testimonianze è stato reso prontamente accessibile.

 

Tuttavia questa situazione è cambiata in modo drastico. Poco dopo l'11 settembre il New York Fire Department ha registrato oltre 500 resoconti orali nei quali i vigili del fuoco e i tecnici per le emergenze mediche hanno riportato le esperienze vissute quel giorno. [Gli Emergency Medical Services sono diventati una divisione interna al Fire Department (Dwyer, 2005a).] L'amministrazione del sindaco Bloomberg rifiutò però di renderle pubbliche. Tuttavia il New York Times, insieme a molti famigliari delle vittime dell'11 settembre, fece causa e, dopo un lungo processo, la Corte d'Appello di New York ordinò alla città di rilasciare questi resoconti orali, cosa che fece nell'agosto 2005 [42] (Dwyer, 2005b). Il Times li ha poi resi pubblicamente disponibili (NYT, 2005). [43]

 

Questi resoconti orali contengono moltissime testimonianze che raccontano di esplosioni e relativi fenomeni tipici delle demolizioni controllate. Riporto di seguito qualche esempio.

 

 

Esplosioni

 

Molte persone hanno raccontato di esser state testimoni di un'esplosione di poco antecedente il crollo di una delle torri. John Sudnik, comandante dei vigili del fuoco, ha affermato: "abbiamo sentito... qualcosa che dal rumore sembrava un'esplosione molto rumorosa, quindi ho guardato verso l'alto e ho visto la torre due che cominciava a crollare" (NYT, Sudnick, p.4).

 

Molte persone hanno raccontato di esplosioni multiple. Il paramedico Kevin Darnowski ha detto: "Ho sentito tre esplosioni, poi... la torre due ha iniziato a venir giù" (NYT, Darnowski, p.8).

 

Il vigile del fuoco Thomas Turilli ha detto: "sembrava quasi il rumore di bombe che esplodevano, tipo boom, boom, boom, circa sette o otto" (NYT, Turilli, p.4).

 

Craig Carlsen ha affermato che lui e altri vigili del fuoco sentirono "esplosioni provenienti da... la torre sud. ... Ci sono state circa dieci esplosioni. ... Abbiamo quindi capito che l'edificio aveva iniziato a crollare" (NYT, Carlsen, pp.5-6).

 

Il vigile del fuoco Joseph Meola ha detto: "sembrava che l'edificio stesse esplodendo su tutti e quattro i lati. Abbiamo proprio sentito gli scoppi" (NYT, Meola, p.5).

 

Anche il paramedico Daniel Rivera ha menzionato gli "scoppi". Quando gli è stato chiesto come avesse saputo che la torre sud stava crollando, ha detto:

 

"Era un rumore del diavolo. All'inizio ho pensato che fosse – avete mai visto le demolizioni controllate, dove piazzano delle cariche su certi piani e poi sentite "Pop, pop, pop, pop, pop"? ... Pensavo fosse quello." (NYT, Rivera, p.9)

 

 

Inizio del crollo al di sotto della zona d'impatto e degli incendi

 

Secondo il resoconto ufficiale, l'effetto "pancaking" è iniziato quando i piani sovrastanti il buco causato dall'aereo sono caduti sui piani sottostanti. Alcuni testimoni hanno invece riportato che il crollo della torre sud è iniziato più in basso.

 

Timothy Burke ha detto che "l'edificio è scoppiato, più in basso dell'incendio... Ho pensato 'o mio dio, c'è un congegno secondario' per il modo in cui l'edificio è esploso. Ho pensato che fosse un'esplosione" (NYT, Burke, pp. 8-9).

 

Il vigile del fuoco Edward Cachia ha affermato: "Ha ceduto ad un piano più basso, non in corrispondenza del piano dove ha l'aereo ha colpito... All'inizio abbiamo pensato che ci fosse qualcosa tipo una detonazione interna, perché c'è stata una successione, boom, boom, boom, boom, poi la torre è venuta giù" (NYT, Cachia, p.5).

 

L'importanza di queste osservazioni è rafforzata dal fatto che gli autori del rapporto del NIST, dopo averne rilasciato una bozza al pubblico, sentirono il bisogno di aggiungere la seguente frase al Sommario Esecutivo:

 

"Il NIST non ha trovato alcuna prova che possa corroborare ipotesi alternative che sostengano che le torri del WTC siano state fatte crollare tramite demolizione controllata usando esplosivi piazzati prima dell'11 settembre 2001. ... Al contrario, foto e video da molte angolazioni mostrano chiaramente che il crollo è iniziato ai piani degli incendi e degli impatti e che è progredito dai piani iniziali verso il basso".

 

 

Lampi e anelli di demolizione

 

Alcuni dei testimoni hanno parlato di lampi e di altri fenomeni riconducibili ad anelli di demolizione. L'Assistente Commissario Stephen Gregory ha affermato: "Pensavo... prima... che la n°2 crollasse, di aver visto dei lampi nella parte inferiore ... Ho... visto come un flash, flash, flash ... in corrispondenza dei livelli bassi dell'edificio. Sapete, come quando demoliscono un edificio." (NYT, Gregory, pp. 14-16).

 

Il Capitano Karin Deshore ha detto: "Circa nella zona centrale... c'è stato questo lampo rosso e arancione. Inizialmente era solo uno. Poi questo lampo ha iniziato a scoppiare lungo tutto il perimetro dell'edificio, che ha cominciato ad esplodere... Ad ogni scoppio era associato un lampo, prima arancione e poi rosso, che usciva dall'edificio e ne percorreva il bordo in entrambi i sensi, per quanto potevo vedere. Questi scoppi e le esplosioni diventavano sempre più grandi e si muovevano sia verso l'alto che verso il basso, poi tutto intorno all'edificio" (NYT, Deshore, p.15).

 

Il vigile del fuoco Richard Banaciski ha affermato: "C'è stata un'esplosione. Sembrava come alla televisione, [quando] fanno saltare gli edifici. Sembrava che si muovesse tutto intorno come una cintura, tutte quelle esplosioni" (NYT, Banaciski, pp. 3-4).

 

Il vice commissario Thomas Fitzpatrick ha dichiarato: "Sembrava ci fossero dei lampi intorno ad certo livello dell'edificio... La mia prima reazione fu di paragonarla a quelle implosioni che si vedono in TV" (NYT, Fitzpatrick, pp. 13-14).

 

DICHIARAZIONE UFFICIALE CONFERMA LE ESPLOSIONI NELLE TORRITratto da Rinf Alternative News.

 

Una testimonianza che è una "pistola fumante" contro la versione ufficiale: esplosioni spiegabili solo con una demolizione controllata sono state riferite da un ufficiale dei vigili del fuoco in una dichiarazione ufficiale.

Il testimone e il suo grado sono: Capitano Karin Deshore del quarantaseiesimo battaglione dei vigili del fuoco.

Il Capitano Karin Deshore ha dichiarato:

 

«Da qualche parte verso la metà del World Trade Center vi erano questi lampi arancioni e rossi che uscivano fuori.

Inizialmente c'è stato solo un lampo, poi questo lampo ha iniziato a venire fuori scoppiettando tutto attorno all'edificio e l'edificio ha iniziato ad esplodere.

Il rumore era scoppiettante, e con ogni scoppio vi era all'inizio un lampo prima arancione e poi rosso che usciva dall'edificio e, per quanto potevo vedere, andava poi tutto attorno all'edificio su entrambi i lati.

Questi rumori scoppiettanti e le esplosioni diventavano più grosse, andavano verso l'alto e verso il basso e poi tutto attorno all'edificio. Entrai e dissi a tutti che c'era stata un'esplosione avvenuta lassù nell'altro edificio, e dissi: "Penso avremo un'altra grande esplosione. Non so se qui saremo al sicuro".»

 

In quel momento stava venendo demolito il secondo edificio (la Torre Nord

TESTIMONIANZE TESTIMONI OCULARI AL PENTAGONO:

 

- "L'aereo, che sembrava poter trasportare dalle otto alle dodici persone, è volato contro il Pentagono come per atterrare su di un'inesistente pista di atterraggio. Era un jet privato color argento col marchio dell'American Airlines, ma decisamente troppo piccolo per essere un Boeing 757."

Steve Patterson, Washington Post, 11 settembre 2001, h. 16:59.

(A lato un modello di aereo che sembrerebbe corrispondere alla descrizione di Patterson.)

 

- "Abbiamo sentito qualcosa che faceva il rumore di un missile, poi abbiamo udito una forte esplosione."

Tom Seiberg, Washington Post, 11 settembre 2001, h. 16:59.

 

- "Era come un missile Cruise con le ali, è volato dritto verso il Pentagono e ci si è schiantato contro."

Mike Walter, CNN, 12 settembre 2001.

 

- "Lo guardai... assomigliava ad un aereo privato, a due motori... veniva da sud volando veramente basso."

Don Wright.

 

- "Fece un sibilo come un "pfffffff"... non era esattamente quello che mi sarei aspettato, considerando che era un aereo distante non più di un campo da football da me."

John O'Keefe, pilota.

 

- "Razionalmente non riuscivo a capacitarmi del fatto che si trattasse di un grande aereo, perchè si vedeva soltanto un piccolo foro nell'edificio. Nessuna coda, né ali. Niente di niente."

Steve DeChiaro.

 

- "Ho sentito un sibilo molto forte e rapido... ero convinto che fosse un missile. E' venuto giù così velocemente che sembrava tutt'altro che un aeroplano."

Lon Rains.

 

- "Il rumore era proprio quello di un missile."

Michael DiPaula.

 

- "La mia mente non riusciva a comprendere l'accaduto. Dov'era finito quell'aereo? Ma non c'era nessun aereo né resti visibili sulla scena."

Christine Peterson, giornalista.

 

- "La velocità, la manovrabilità, il modo in cui ha eseguito la virata... tutti noi nella sala radar, tutti controllori di volo esperti, abbiamo pensato che dovesse per forza trattarsi di un aereo militare. Non è possibile far volare un Boeing 757 in quel modo. (Articolo in proposito per maggiori dettagli tecnici)"

Danielle O'Brien, ABCNews, 24 ottobre 2001 (ora l'articolo originale si trova qui).

 

Eco, col suo articolo intitolato "Dov'è la gola profonda?" introduce "11.9 la Cospirazione Impossibile", il libro curato da Massimo Polidoro che ospita anche un suo contributo, pubblicato dallo stesso editore di "Zero", ma in aperto dissenso con la controinchiesta coordinata da Giulietto Chiesa.

 

In particolare, a sostegno del suo ragionamento, egli introduce "la prova del silenzio", cioè dell'assenza, per i fatti dell'11 settembre, di una "gola profonda" che avrebbe dovuto raccontare come sono andate veramente le cose.

 

A beneficio dei nostri lettori, di seguito, pubblichiamo la risposta di Giulietto Chiesa a Umberto Eco, auspicando che sia l'Espresso sia la Repubblica (che ha ripreso la tesi di Eco con un articolo di Carlo Bonini) vogliano assicurare al nutrito gruppo di scienziati e giornalisti che ha prodotto "Zero", l'indispensabile diritto di replica su una questione così fondamentale per la nostra condizione contemporanea, com'è stato l'11 settembre e le sue conseguenze.

 

Umberto Eco ammette che il suo contributo al volume “La cospirazione impossibile” “non era tanto sull'11 settembre quanto sull'eterna sindrome del complotto”. La postfazione allo stesso volume pare – secondo qualcuno dei curatori dello stesso – sia stata loro imposta dall'editore, poiché loro erano tutti ostili. Comprendo l'irritazione. L'autore del breve saggio era il prof. Odifreddi. Il suo argomentare, molto preciso, avrebbe infatti perfettamente potuto fare parte del volume da me curato con Roberto Vignoli.

 

In sintesi le due firme più autorevoli del volume o parlavano d'altro (l'eterna sindrome del complotto) oppure dicevano cose per molti aspetti molto simili a quelle che abbiamo pubblicato noi. Bell'impresa davvero, si potrebbe dire.

 

Il fatto è, però, che noi non ci siamo curati di questioni “eterne”, ma di una specifica questione, e solo di quella. L'eternità non è il nostro forte anche perché – come qualcuno ha scritto – non ci siamo mai stati.

 

Ma veniamo al dunque dell'argomentazione di Umberto Eco. Lui, come Carlo Bonini su Repubblica, fondano praticamente tutta la loro – si fa per dire – contestazione del libro e del film “Zero” sull'assenza della “gola profonda” e sull'idea che qualcuno delle centinaia di partecipanti avrebbe dovuto, prima o dopo, parlare.

 

Ora il film Zero contiene una successione di testimonianze di persone che hanno visto da vicino l'accaduto, da posizioni di alta competenza tecnica e professionale. Nel volume c'è un'appendice con 65 nominativi che contestano la versione ufficiale dell'11 settembre: tra essi ex capi della Cia, ex membri delle amministrazioni Usa, alti funzionari americani, alti ufficiali dell'esercito etc.

 

Uno di questi testimoni, la signora Barbara Honegger, è stata una “gola profonda” a denominazione di origine controllata perché fece saltare sulle poltrone mezza Washington quando rivelò, nel suo “October Surprise”, l'intero affare Iran-Contras, un bel “complotto” che servì, tra le altre cose, a impedire la rielezione del presidente Jimmy Carter. Nel film la signora Honegger compare nella stessa veste di accusatrice molto bene informata, essendo una voce interna nientemeno che al Pentagono (e avendo raccolto di persona testimonianze, fatti, nomi, a sostegno della sua denuncia). Non è una “gola profonda”? Se non lo è, è solo perché il mainstream non ha dedicato alle sue rivelazioni una sola riga in questi anni. Siamo andati noi a cercarla.

 

E non è l'unica. Quindi la domanda per Umberto Eco è: quante sono le “gole profonde” necessarie perché l'11 settembre esca dall'“Eterna Sindrome” e diventi materia di esame politico e giornalistico?

 

E gli agenti dell'Mi 5 (che dicono che Al Qaeda l'hanno inventata i servizi segreti americani e britannici) non li includiamo tra le “gole profonde”? Come mai? E l'ex console americano a Jeddah (che rivela che era la Cia a premere perché fossero dati i visti d'ingresso negli Usa ai terroristi) in quale categoria lo mettiamo? E gli agenti dell'Fbi, presenti nel film in abbondanza, che hanno denunciato ripetutamente e pubblicamente i responsabili della loro organizzazione per avere bloccato, sviato, impedito le indagini da loro stessi avviate? Non sono “gole profonde” anche loro?

 

Oppure la qualifica di “gola profonda” si addice solo ai complici che hanno partecipato direttamente alle varie fasi?

 

Ma se è di queste “gole profonde” che si va in cerca, sarà molto difficile trovarne, da qui all'eternità. Perché, per fare solo alcuni casi, di gole profonde non ce n'è stata nemmeno mezza nel caso del rapimento di Aldo Moro. Ma nemmeno nel caso della strage di Piazza Fontana, e neppure in quello della stazione di Bologna. Tant'è che, ancora oggi, non sappiamo la verità su nessuno di quei tre eventi. Se infatti, per divenire complotto, un evento deve includere una “gola profonda” che lo svela, allora nessuno di quelli fu un complotto. Anche se le indagini che furono effettuate, senza gole profonde, portarono in tutti e tre i casi a individuare operazioni ben più corpose che un semplice attentato terroristico compiuto da qualche scalmanato fanatico, rosso o nero, e includenti la partecipazione di un numero ben più vasto di partecipanti.

 

Ma si potrebbe aggiungere altro, tanto per uscire dai confini italiani. Risulta a Eco, per esempio, che nell'affare del Golfo del Tonchino (quello che diede avvio alla guerra del Vietnam) ci sia stata un gola profonda? A me non risulta. Ci furono documenti di archivio desecretati dopo decenni, e trovati da qualche storico. Non era un complotto? E come chiamare allora un'operazione che trascina in guerra un paese come l'America e che è basata sulla menzogna? E quanti furono gli ufficiali della marina Usa e dello Stato Maggiore coinvolti nell'inganno, che non parlarono?

 

Insomma: potremmo andare avanti a oltranza. E scopriremmo che non sempre un complotto ha la sua gola profonda. E che la “prova del silenzio” non è semplicemente una prova.

Tanto più che non si può diventare gola profonda se non c'è nessuno disposto a pubblicare quello che riveli e, anzi, se l'intero sistema dell'informazione è pronto a darti addosso, accusandoti di essere amico dei terroristi, traditore della patria, antisemita, negazionista della Shoà, comunista e nazista nello stesso tempo. Forse i ricercatori delusi delle gole profonde dell'11 settembre dovrebbero chiedersi se, con il loro silenzio e la loro ignavia, non abbiano contribuito a impedire alle molte gole profonde che esistevano ed esistono di farci sapere la verità.

 

 

Giulietto Chiesa.

 

 

«Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza, è destinato a naufragare nella risata degli dei» - Albert Einstein

 

Se c'è qualcosa che accomuna tutti i lettori di luogocomune.net e di siti simili al nostro - è certamente la ricerca della verità, intesa non come certezza di una particolare versione dei fatti, ma come capacità di ciascuno di liberare ogni volta la mente dai pregiudizi, prima di affrontare un qualunque argomento che possa restarne influenzato.

 

E il famoso discorso del confronto fra il ragionamento deduttivo e quello induttivo: il primo parte da presupposti fissi e intoccabili, che garantiscono una conclusione altrettanto solida e intoccabile (es.: Gli americani non possono essersi fatti da soli una cosa del genere, per cui deve essere stato per forza il kerosene a far crollare le Torri Gemelle), ma rischiano di trascinare il ragionamento nel disastro più totale, se per caso la premessa risultasse errata (pare infatti, a giudicare dalla storia, che gli americani possano eccome farsi da soli degli scherzi del genere, anzi sembra che il loro sia proprio un vizio ricorrente).

 

Il ragionamento induttivo non parte invece da certezze fisse, ma dall'osservazione dei dati disponibili, e cerca di trarre conclusioni solo quando crede di averne raccolto a sufficienza (es.: Ci sono gli sbuffi laterali, gli edifici cadono molto in fretta, il calore non poteva indebolire le strutture, i testimoni parlano di esplosioni, ecc... Tutto questo mi porta a concludere che sia stata una demolizione controllata). Il premio che lo attende è l'introduzione un concetto nuovo, che prima non esisteva (E stato un autoattentato), lo svantaggio è quello di non avere mai la certezza assoluta della conclusione a cui si è giunti.

 

Talmente importante è la distinzione fra ragionamento deduttivo e induttivo, che si può affermare che tutte le discussioni si possano in qualche modo far risalire a questa diversa impostazione mentale. Fateci caso, sui nostri forum come nei dibattiti televisivi, ...

 

... e distinguerete immediatamente i due diversi modi che ciascuno adotta nell'affrontare le discussioni. E noterete anche che quasi sempre le persone che adottano un metodo per approcciare inizialmente un certo problema - non adottano mai l'altro, e viceversa.

 

 

«L'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole.»

- Ezra Pound

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E' il famoso discorso del confronto fra il ragionamento deduttivo e quello induttivo: il primo parte da presupposti fissi e intoccabili, che garantiscono una conclusione altrettanto solida e intoccabile (es.: Gli americani non possono essersi fatti da soli una cosa del genere, per cui deve essere stato per forza il kerosene a far crollare le Torri Gemelle), ma rischiano di trascinare il ragionamento nel disastro più totale, se per caso la premessa risultasse errata (pare infatti, a giudicare dalla storia, che gli americani possano eccome farsi da soli degli scherzi del genere, anzi sembra che il loro sia proprio un vizio ricorrente).

 

Il ragionamento induttivo non parte invece da certezze fisse, ma dall'osservazione dei dati disponibili, e cerca di trarre conclusioni solo quando crede di averne raccolto a sufficienza (es.: Ci sono gli sbuffi laterali, gli edifici cadono molto in fretta, il calore non poteva indebolire le strutture, i testimoni parlano di esplosioni, ecc... Tutto questo mi porta a concludere che sia stata una demolizione controllata).

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LA PROVA CHE SUL PENTAGONO NON SI' SCHIANTATO QUEL VELIVOLO:

 

Controversy Swirling Over September 11 Pentagon Mystery: Industry Experts Can’t Explain Photo Evidence

 

Exclusive to American Free Press

 

By Christopher Bollyn

 

 

 

Since AFP first published a photograph from the 9-11 Pentagon crash site, there has been a great outpouring of interest—and disinfo.

 

 

 

When American Free Press published a hard-to-find photo from the Federal Emergency Management Agency’s (FE MA) archive showing a small turbine disc from the Pentagon crash site, it was hoped that readers could help identify the object (Sept. 15 & 22). Since the photo and article were published there has been an outpouring of interest—and disinformation—about the unidentified jet engine part.

 

The photograph reveals a crucial piece of evidence, which if positively identified could help prove what kind of aircraft hit the Pentagon on Sept. 11, 2001.

 

“Is this the 9-11 smoking gun?” Fintan Dunne, editor of WagKingdom.com asks on a web page dedicated to the FEMA photographs. These photos could be the keys to unlock the cover-up, Dunne wrote on Oct. 7.

 

“Among all the arguments about 9-11: tower fires, WTC 7 collapse, etc., none seems as straightforward as that posed by the jet engine part,” Dunne said. If the Pentagon photos are authentic, he said, then either the turbine is from a Boeing 757, or it is not. The web site appeals to “aero engineers” for help in identifying the disc seen in the FEMA photos.

 

The photograph is one of many taken by Jocelyn Augustino, a FEMA photographer, at the Pentagon crash site on Sept. 13, 2001. In the FEMA on-line photo library, the best photos of the unidentified disc are numbered 4414 and 4415, archived at: www.photolibrary.fema.gov/ photolibrary/advancedsearch.do.

 

Several readers wrote to AFP suggesting that the unidentified disc was a piece from the Auxiliary Power Unit (APU) mounted in the tail section of a Boeing 757. Honeywell makes the GTCP331-200 APU used on the 757 aircraft. No one suggested, however, that the small disc was a piece from one of the main engines of a 757-200.

 

AFP contacted Honeywell’s Aerospace division in Phoenix, Ariz., and sent high-resolution photos for their examination. “There’s no way that’s an APU wheel,” an expert at Honeywell told AFP. The expert, who cannot be named, added: “That turbine disc—there’s no way in the world that came out of an APU.”

 

American Free Press contacted Pratt & Whitney and Rolls Royce, manufacturers of the 757’s turbofan jet engines to try and identify the piece.

 

“If the aircraft that struck the Pentagon was a Boeing 757-200 owned by American Airlines, then it would have to be a Rolls Royce engine,” Mark Sullivan, spokesman for Pratt & Whitney, told AFP.

 

John W. Brown, spokesman for Rolls Royce (Indianapolis), had previously told AFP: “It is not a part from any Rolls Royce engine that I’m familiar with, and certainly not the AE 3007H made here in Indy.” ARTICOLO ORIGINALE QUI

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Quella che però, forse, potrebbe essere una colpa del governo USA è che, a quanto sembra, vi erano indizi di un possibile attentato; ma forse qualcuno ha sottovalutato il pericolo e non ha fatto quanto poteva per evitarlo.

E' solo un'ipotesi, ho letto qualcosa al riguardo ma è passato abbastanza tempo.

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Ma poi non è vero che Al-qaeida è un cagata di organizzazione e Bin-Laden uno scemo che vive nelle grotte. E chissà da quante persone è composta. Poi i voti presi dai terroristi alle scuole di volo hanno un valore relativo. Lì sono compresi l' abilità nell' atterrare, nel decollare (cose evidentemente non servivano) e tanti altri fattori che per pilotare gli aerei dentro le torri neanche servono. Magari sono migliorati e hanno passato centinaia di ore coi simulatori per prendere un aereo in volo e schiantarlo contro edifici che sono comunque molto grandi. Al tempo prendere il controllo di un aereo non era così diffcile, di dirottamente ce ne sono stati centinai fatti da sprovveduti con coltelli o false bombe o cose del genere.

Poi la storia del missile sul pentagono, neanche la commento, era pieno di gente, avranno visto un boeing o un missile. Le testimonianze rimediate a muzzo e riportate qui hanno valore 0 altrimenti avrebbero avuto ben altro risalto in sedi ufficiali no ?

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trattato di psicologia

tema: come negare l'evidenza fino in fondo.

 

 

a sinistra:foto dell'unico motore trovato davanti al pentagono

a destra: foto del motore di un boeing 757-223 che dovrebbe essersi schiantato sul pentagono

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LE CHIACCHERE STANNO A ZERO

 

 

VIDEO IN DIRETTA DI UN GIORNALISTA DELLA CNN ACCORSO SUBITO SUL LUOGO DELL IMPATTO: ECCO COSA HA VISTO

CLICCA QUI

Modificato da Vieri
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Poi la storia del missile sul pentagono, neanche la commento, era pieno di gente, avranno visto un boeing o un missile. Le testimonianze rimediate a muzzo e riportate qui hanno valore 0 altrimenti avrebbero avuto ben altro risalto in sedi ufficiali no ?

 

CERTO, IN UN MONDO IDEALE...INFATTI ABBIAMO VISTO CHE RISALTO HANNO AVUTO LE TESTIMONIANZE DI POMPIERI E CIVILI ( FILMATI VIDEO) CHE HANNO DICHIARATO DI ESSERE STATI COLTI IN PIENO DALLO SPOSTAMENTO D'ARIA PROVOCATO DA ESPLOSIONI RIPETUTE AI PRIMI PIANI DELLE TORRI.

 

UN CONSIGLIO DA AMICO.... PRIMA DI DISCORRERE DOCUMENTATEVI ...COSI SI RISCHIANO BRUTTE FIGURE

Modificato da Vieri
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Ma quello sara' un pezzo interno del motore o un generatore o un pezzo della turbina

 

 

Vieri ma non puoi dire agli altri di documentarsi prima di discorrere che fanno brutte figure che qui le brutte figure le fai tu.

 

Questo e' un pezzo di carrello

 

 

da: http://www.abovetopsecret.com/pages/911_pe...e_evidence.html

ma anche da molti altri siti, si può invece notare che i resti del Boeing ci sono e sono massicci, sicuramente non trasportabili sul luogo mentre bruciava tutto senza che nessuno se ne accorgesse. Anche sul prato davanti al Pentagono ci sono decine se non centinaia di pezzi d'alluminio e non l'unico pezzo che mostrano i fautori di queste bufale per dire che glielo hanno messo.

Come sia stato possibile spargerli senza che nessuno se ne accorgesse proprio mentre tutti guardavano al Pentagono nessuno lo spiega.

 

I pezzi che vedrete nelle foto corrispondono a quelli montati sui Boeing (anche se alcuni basandosi su una TELEFONATA fatta al produttore del motore. dicono che non sono del Boeing), del Boeing caduto al Pentagono sono state recuperate anche le scatole nere (dai pompieri)

 

La narrazione che vuole che questi pezzi non esistono si apre dicendo "Secondo la versione ufficiale il Boeing si è vaporizzato", affermazione che non è da nessuna parte nel rapporto ufficiale e che serve a predisporre malamente verso il rapporto, poichè è ovvio che un Boeing non si può vaporizzare.

 

NESSUNO dei siti cd. "complottisti" mostra mai queste foto di sua iniziativa, quando vengono linkate a qualche discussione vengono ignorate o rifiutate mostrando dichiarazioni di "esperti" presi a caso tra quanti sono disponibili ad affermare quello che l'evidenza delle immagini rende evidente.

 

Al sito indicato trovate anche i link ai raffronti tra i pezzi rinvenuti e quelli montati sul Boeing, in particolare i cerchioni presentano una scanalatura che è presente solo sugli aerei civili.

 

Ognuno di questi pezzi è molto pesante e non può essere stato trasportato in loco a mano.

 

Troppo facile dire che i pezzi "non esistono" omettendo la presentazione di queste foto (che non sono una novità, assendo andate in rete poco dopo l'attentato).

 

Questa disonestà è la miglior prova della malafede sulla quale si basa la costruzione di questo colossale inganno, un trucchetto da poco, che però inserito in un video riesce ad ingannare un sacco di gente abituata a prendere per buono tutto quello che viene presentato in video senza porsi troppe domande.

 

Allo stesso modo i cd. "complottisti avvalorano un paio di testimonianze che parlano di un "missile" e ignorano completamente un centinaio di testimoni che hanno visto chiaramente l'aereo schiantarsi al Pentagono.

 

Per chi voglia approfondire non resta che l'esplorazione dei link che si dipartono da quello indicato.

That's all folks

 

 

Testimoni al Pentagono: Vin Narayanan

 

Qualifica: all'epoca dei fatti, giornalista del quotidiano USA Today. Attualmente è managing editor di Casino City, guida online alla città di Las Vegas, che riporta la sua foto (qui accanto), il suo numero di telefono e il suo indirizzo di e-mail.

 

Data della testimonianza: (1) 11 settembre 2001; (2) 17 settembre 2001.

 

Luogo da cui ha assistito: una strada adiacente al Pentagono, probabilmente il Washington Boulevard.

Fonti: (1) USA Today dell'11 settembre 2001; (2) USA Today del 17 settembre 2001.

 

 

1. USA Today, 11/9/2001

 

 

"L'aereo esplose dopo l'impatto, la coda si staccò e immediatamente prese fuoco. Nel giro di cinque minuti iniziarono ad arrivare la polizia e i veicoli d'emergenza."

 

"The plane exploded after it hit, the tail came off and it began burning immediately. Within five minutes, police and emergency vehicles began arriving."

 

 

2. USA Today, 17 settembre 2001

 

 

"Alle 9.35 del mattino sono arrivato sulla strada in fianco al Pentagono. Dato che il traffico era fermo, il mio sguardo ha vagato lungo la strada alla ricerca della causa dell'ingorgo. A quel punto ho guardato in alto, alla mia sinistra, e ho visto un jet della American Airlines che volava dritto verso di me. Il jet mi è passato sopra la testa, una decina di metri sopra la mia auto. La coda dell'aereo ha tranciato [o toccato] il cartello sospeso dell'uscita sopra di me, mentre si dirigeva dritto verso il Pentagono. I finestrini erano scuri sul volo American Airlines 77 mentre sfrecciava verso il suo obiettivo, a soltanto una cinquantina di metri di distanza. L'aereo dirottato si è schiantato sul Pentagono a velocità impressionante.

 

 

 

 

 

Testimoni al Pentagono: Penny Elgas

 

 

Qualifica: Dipendente presso la Federal Deposit Insurance Corporation.

 

Luogo da cui ha assistito: La propria auto, su una strada accanto al Pentagono, ferma nel traffico.

 

Data della testimonianza: 2002.

 

Fonte: Dichiarazione Statement from Penny Elgas - Personal Experience At The Pentagon on September 11, 2001, depositata presso il National Museum of American History. Nella foto qui accanto, Elgas (a sinistra) dona un rottame del Volo 77, piovuto nella sua auto, al curatore del museo, William Yeingst. La versione originale della dichiarazione di Penny Elgas è disponibile presso il sito del museo. Nella traduzione, le misure espresse nel sistema anglosassone in originale sono state convertite al sistema metrico decimale per facilitarne la comprensione.

 

 

Avevo un appuntamento presto, l'11 settembre 2001, perciò mi recai al lavoro in auto più tardi del solito. Lavoro alla Federal Deposit Insurance Corporation [un'agenzia governativa che si occupa di garantire i depositi delle banche commerciali da insolvenza, N.d.T.] vicino alla Casa Bianca. Dalla mia casa, a Springfield, in Virginia, mi diressi verso nord sulla I-395 verso Washington e imboccai l'autostrada poco dopo le 9 del mattino per poter prendere la corsia preferenziale [la "HOV express lane", normalmente riservata ai veicoli con più passeggeri].

 

Come al solito, il traffico era molto intenso e dopo aver lasciato la I-95 mi trovai bloccata nel traffico di punta della tarda mattinata, praticamente di fronte al Pentagono. Per gran parte del tragitto mi ero concentrata totalmente sulla radio ed ero ben consapevole degli eventi che si stavano svolgendo a New York. Sebbene i giornalisti della radio fossero cauti, ero già convinta dal primo impatto che non si trattasse solo di uno sfortunato errore di pilotaggio. Tuttavia pensavo che fosse New York ad essere sotto attacco e non avrei potuto immaginarmi cosa sarebbe accaduto davanti a me.

 

Il traffico era bloccato. Sentii un rombo, guardai fuori dal finestrino del lato guida e mi resi conto che stavo guardando il muso di un aereo che arrivava dritto verso di noi da sopra la strada (la Columbia Pike) che corre perpendicolare alla strada sulla quale ni trovavo. L'aereo comparve improvvisamente, molto basso, di lato (e non molto al di sopra) della stazione di rifornimento della CITGO, che non sapevo neppure esistesse. Il mio primo pensiero fu “Mio Dio, questa dev'essere la terza guerra mondiale!”

 

In quell'attimo il mio cervello si inondò di adrenalina e vidi tutto svolgersi al rallentatore. Vidi l'aereo avvicinarsi al rallentatore alla mia auto e poi inclinarsi lievemente di lato in virata davanti a me, verso l'eliporto. Nel nanosecondo in cui l'aereo si trovava proprio sopra le auto davanti alla mia, l'aereo sembrava essere a non più di 25 metri dal suolo e circa 4 o 5 auto davanti a me. Era abbastanza lontano, di fronte a me, da poter vedere l'estremità dell'ala più vicina a me e il ventre dell'altra ala mentre quest'ultima oscillava leggermente verso il suolo. Ricordo di averlo riconosciuto come un aereo della American Airlines, potevo vedere i finestrini e le bande colorate. E ricordo di aver pensato che era proprio come gli aerei in cui avevo volato tante volte, ma a quel punto non mi resi conto che si poteva trattare di un aereo con passeggeri [a bordo].

 

Nel mio stato mentale pieno di adrenalina, ero sopraffatta dal senso della vista. La giornata era cominciata con il bel tempo e il sole, e mi ero diretta al lavoro col tettuccio aperto. Credo di aver avuto anche uno o più finestrini aperti, dal momento che il traffico comunque era immobile. Nell'istante in cui vidi l'aereo, il senso della vista prese totalmente il sopravvento e non udii né sentii più nulla: né il rombo dell'aereo, né la forza del vento, né i rumori dell'impatto.

 

Il velivolo pareva fluttuare come un aereo di carta e lo guardai con orrore mentre oscillava leggermente e scivolava lentamente dentro il Pentagono. Quando la fusoliera colpì il muro, parve semplicemente fondersi nell'edificio. Vidi un anello di fumo circondare la fusoliera mentre impattava contro il muro. Pareva un anello di fumo che circondava la fusoliera nel punto di contatto e pareva spesso qualche metro. Mi resi conto più tardi che erano probabilmente i detriti rimescolati, composti dai rottami dell'aereo e dal cemento. L'anello di fumo che ribolliva iniziò alla sommità della fusoliera e simultaneamente avvolse sia il lato destro che il sinistro della fusoliera fino al ventre, dove le sue volute si incrociarono e risalirono. Poi riprese di nuovo, ma questa volta vidi anche del fuoco, un fuoco luminoso nell'anello di fumo. A quel punto, le ali scomparvero dentro il Pentagono. Poi vidi un'esplosione e guardai la coda dell'aereo infilarsi nell'edificio. Fu a quel punto che chiusi gli occhi per un istante e quando li aprii tutta l'area era invasa da spesso fumo nero

 

 

Comunque leggete questo sito per la cosa del pentagono e' tutto spiegato qui

 

http://undicisettembre.blogspot.com/2006/0...-pentagono.html

Modificato da Starscream
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Perché non ci sono testimoni?

Falso. Ci sono almeno 55 testimoni oculari che hanno visto direttamente l'impatto e 86 che hanno visto l'aereo dirigersi verso il Pentagono.

 

 

OK, i testimoni ci sono, ma come mai alcuni di loro hanno detto di aver visto un missile Cruise?

Falso. Andando a controllare le loro testimonianze originali, salta fuori che hanno paragonato l'aereo a un missile per la velocità con cui si muoveva o per il rumore che faceva. Nessuno di loro dice di aver visto un missile. Viene travisato e tradotto male quello che loro dicono essere il rumore di un missile. E' comunque gente a cui non sono mai passati missili sopra la testa :)

 

 

OK, i testimoni ci sono, ma non potrebbero aver detto di aver visto un aereo perché sono tutti pedine del governo o della CIA? Se così fosse, come avrebbe fatto il governo o la CIA a fare in modo che in tutta l'area circostante il Pentagono, che sta nel centro abitato di Arlington, ci fossero soltanto testimoni compiacenti? Come mai non c'è nemmeno un testimone, neanche il più scalcinato, che dica di aver visto un missile o un caccia

 

 

11 settembre, guida a complotti e metacomplotti

di Paolo Attivissimo

 

I fatti legati all'attentato terroristico al World Trade Center sono territorio di ricerca per migliaia di analisti, più o meno ufficiali. Due i gruppi principali: chi sostiene l'esistenza di una cospirazione e chi cerca di attenersi, seppure in modo critico, alle versioni ufficiali. Un mondo pieno di sfumature e documentazione, per il quale è utile una mappa ragionata

 

.

Complottisti di qua, ufficialisti di là. Troppo facile ridurre tutta la diatriba a due fronti opposti; fin troppo evidente, anche nei media, la tentazione di spettacolarizzare il confronto e ridurlo a scontro di fazioni fine a se stesso, con relative tifoserie, dimenticandosi che quello scontro scaturisce da uno degli atti più scioccanti della storia moderna e dalla morte violenta, in diretta televisiva mondiale, di quasi tremila persone.

 

La realtà è parecchio più complessa, con infinite sfumature, dall'ortodossia più cieca fino alle teorie più alternative. Da qualche parte, e probabilmente non nel proverbiale mezzo, ci dovrebbe stare la verità, che però rischia di perdersi nella confusione. O di andarsene stizzita per il disgusto. Se volete orientarvi in quest'arcipelago di spiegazioni degli eventi di quel terribile giorno, vi serve una cartina. Eccovi, quindi, i punti cardinali del complottismo e dell'ufficialismo, dai quali partire per la vostra esplorazione personale, l'unica che può trasformare la chiacchiera da bar in parere informato.

 

Un'avvertenza innanzi tutto: sono parte in causa. Molti mi considerano un "ufficialista": c'è anche chi mi accusa di essere direttamente al soldo della CIA (dico sul serio) perché indago sulle ipotesi di complotto e le smonto con gli stessi criteri affinati in quattro anni di Servizio Antibufala. Farò comunque il possibile per presentare la situazione in modo obiettivo.

 

 

 

Documentazione ufficiale

 

Cominciamo chiarendo subito uno dei miti: non esiste un "rapporto ufficiale". Ne esistono a dozzine: il più famoso è il Rapporto della Commissione sull'11 settembre, che però suona come un ponderoso sunto da Reader's Digest quando lo si mette a confronto con i rapporti redatti dalle associazioni tecniche e dagli enti specialistici più quotati: quello dell'NTSB, l'ente preposto alla sicurezza dei trasporti, che indaga su tutti gli incidenti aerei; quello della FAA, grosso modo l'equivalente dell'Ente Nazionale Aviazione Civile; il rapporto sull'attentato al Pentagono preparato dall'ASCE, l'associazione statunitense degli ingegneri edili; quello del NIST, ente di normazione statunitense, dedicato al World Trade Center; quello della FEMA, l'autorità federale di gestione delle emergenze, che documenta la dinamica del disastro delle Torri Gemelle.

 

Questi sono soltanto alcuni dei più massicci: decine di migliaia di pagine redatte da tecnici di settore, alle quali fanno contorno dozzine di altri rapporti apparentemente secondari ma cionondimeno assai rivelatori, come il rapporto sulle soluzioni di puntellamento del Pentagono che si rivela un tour inedito nell'interno della zona devastata dell'edificio, o quello sugli interventi dei pompieri al Pentagono, anch'esso fonte di dati, planimetrie e immagini molto eloquenti della breccia che i complottisti considerano troppo piccola per accogliere un Boeing 757.

 

Oltre all'approccio tecnico c'è anche quello giudiziario: gli atti del processo a Zacarias Moussaoui sono una sorgente infinita di dettagli, documenti, analisi, testimonianze e immagini (molte delle quali sono troppo scioccanti per essere mostrate). Ci sono, infine, anche le registrazioni delle comunicazioni militari, quelle dei pompieri e dei servizi di soccorso a New York, le telefonate dei passeggeri dei voli dirottati (fatte quasi tutte con i telefoni di bordo, non con i cellulari).

 

Il problema di questa documentazione "ufficiale" è la sua stessa mole, che induce una sorta di sindrome di Stendhal da attentato. È praticamente tutta in inglese tecnico, oltretutto, per cui la sua disponibilità in Rete è quasi una beffa: chi non sa l'inglese si deve accontentare di guardare le figure (che comunque offrono parecchi spunti a chi le sa esaminare con cura). E chi lo sa, se non è mosso da estrema dedizione e sostenuto da una memoria di ferro, non ha speranze di leggere e incamerare tutto. È un peccato, perché annidate in questa selva di pagine e di grafici ci sono le risposte a gran parte dei dubbi (molti perfettamente legittimi) sollevati dagli scettici e anche dai semplici curiosi. Come fanno le finestre del Pentagono a essere pressoché intatte? Come è possibile che le torri gemelle siano crollate in modo apparentemente così ordinato? Perché il cratere del volo 93 ha un aspetto così surreale, senza tracce di rottami? Come fanno gli aerei dirottati a scorrazzare per il cielo senza essere intercettati?

 

 

 

Le versioni alternative

 

Le interpretazioni alternative degli eventi dell'11 settembre sono numerosissime e sovente incompatibili fra loro, ma forse proprio per questo sono più accattivanti: offrono il mistero che manca totalmente nel linguaggio burocraticamente arido della cauta e pignola ufficialità e danno lo spunto per dibattiti fra tesi concorrenti (i dirottatori non c'erano o c'erano ma sono vivi, gli aerei erano radiocomandati o erano ologrammi, il World Trade Center era tutto minato o minato soltanto in alcuni punti, e così via) ma tutte accomunate da un assioma: c'è un grande complotto e solo i cittadini possono smascherarlo. Inoltre, a differenza dei rapporti ufficiali, le versioni alternative sono disponibili anche in italiano e spesso sono illustrate da video o addirittura da veri e propri film dalla grafica assai curata e dal ritmo incalzante.

 

La galassia dei siti che offrono ipotesi di complotto è vastissima, e altrettanto grande è la varietà degli approcci. Tralasciando i siti più estremi, riconoscibili dalla seminagione di punti esclamativi e dalle foto sgranate e ingrandite fino a diventare un mosaico di artefatti di compressione, spiccano alcuni nomi che affrontano la questione con rigore compilativo e non si lanciano verso conclusioni affrettate, diventando in alcuni casi preziosi siti di riferimento neutrali: spiccano fra tutti l'immensa cronologia di Cooperative Research e la ricchissima collezione di immagini di Pentagon Research.

 

Una nota di merito va anche a Flight77.info di Scott Bingham, che mette mano al portafogli e avvia la battaglia legale per ottenere la desegretazione dei filmati dell'impatto al Pentagono, riscuotendo già notevoli successi (i video rilasciati finora sono liberi grazie a lui). Ci sono poi siti che sposano chiaramente una specifica tesi ma meritano di essere consultati per la dovizia di filmati e informazioni che propongono: per esempio, WTC7.net, che copre le teorie sul crollo (o demolizione) della "terza torre" del World Trade Center e fa parte del più ampio 911Research, o Scholars for 9/11 Truth, che raduna i nomi degli accademici più in vista che sostengono le ipotesi di complotto, oppure 911review, che fra l'altro si oppone alle teorie sul "Boeing fantasma" al Pentagono e sull'uso di aerei alternativi a quelli di linea per colpire le Torri Gemelle, ritenendole tentativi di screditare il movimento per la ricerca della verità.

 

Quest'ultimo è un concetto che non è ancora stato assimilato dai siti complottisti italiani, che sposano tuttora teorie ormai considerate obsolete dai loro omologhi d'oltreoceano: mentre anche il sito del celebre convegno di Chicago toglie il "Boeing fantasma" del Pentagono dai suoi quaranta punti di contestazione e siti di riferimento come Whatreallyhappened.com dichiarano senza esitazioni che "Boeing fantasma" e "pod" (un oggetto che sarebbe appeso sotto la fusoliera di uno degli aerei lanciati contro il World Trade Center) sono teorie pericolosamente ridicole, Nexus Italia, Luogocomune.net e Megachip.info di Giulietto Chiesa (insieme a una costellazione di siti come 911 subito) continuano a presentarle.

 

Il movimento statunitense per la ricerca della verità sull'11 settembre, infatti, si è evoluto in questi anni, affinandosi ed abbandonando le teorie più estreme, concentrandosi invece su aspetti ben più sostenibili e presentabili, come l'inquinamento dell'aria di New York fatto passare sotto silenzio, l'inadeguatezza della preparazione della difesa USA a un attacco di questo genere, la riluttanza del governo Bush ad affrontare con trasparenza gli eventi dell'11 settembre e la sicurezza dei grattacieli in generale in caso di grandi incendi. Ipotesi come quelle dei Boeing sostituiti da aerei militari o delle demolizioni delle torri sarebbero quindi manovre per screditare la critica seria: un complotto inventato, costruito per ridicolizzare il complotto vero. Un metacomplotto, insomma. Il quadro, insomma, è assai più complesso di quel che può sembrare a prima vista.

 

La vera forza mediatica dei movimenti "complottisti" (termine riduttivo e troppo carico di polemiche, disperatamente bisognoso di un rimpiazzo), tuttavia, sta nei loro film scaricabili da Internet. Al di là dei loro contenuti, titoli come Loose Change, In Plane Site, Confronting the Evidence o l'italiano Inganno globale hanno dimostrato l'efficacia della Rete nel veicolare film scavalcando la distribuzione tradizionale e il pantano dell'attuale sistema di copyright. I produttori di Hollywood faranno bene a imparare in fretta la lezione. Vi sono poi produzioni indipendenti, come 9/11 Press for Truth, che abbandonano completamente le teorie di demolizione e di sparizione degli aerei per concentrarsi sulle falle, reticenze e inadempienze dell'amministrazione Bush, con un collage di spezzoni di notiziari statunitensi che fa veramente riflettere, ma rischia di finire sommerso dal fracasso di chi strilla storie ben più spettacolari.

 

 

 

Siti di debunking

 

La Rete ospita anche un enorme numero di siti dedicati alla smentita delle ipotesi di complotto: il cosiddetto debunking. Si distinguono subito per la loro povertà di mezzi: non hanno né libri né Dvd da vendere e sono il frutto delle fatiche di gruppi di appassionati senza scopo di lucro. Di conseguenza, di film di debunking non se ne parla nemmeno, e questa è una lacuna mediatica che vede il complottismo in netto vantaggio.

 

Uno dei più celebri è 911myths.com, accompagnato dal Journal of Debunking 9/11, da Debunking9/11.com e da QuestionsQuestions.net; Screw Loose Change si dedica alla critica del video Loose Change. Fa eccezione, in questo panorama di siti amatoriali, lo sforzo della rivista Popular Mechanics, che ha prodotto un lungo dossier intitolato 9/11: Debunking The Myths, successivamente ampliato e pubblicato come libro. Anche Snopes.com, il celebre sito antibufala, ha una vari articoli dedicati ai miti dell'11 settembre.

 

In lingua italiana si contano pochi siti che si occupano di questo tema: Crono911.org contiene molti documenti poco noti e una dettagliatissima e documentatissima guida scaricabile (PDF) all'11 settembre; Sulterrorismo ospita una meticolosa indagine sull'impatto al Pentagono; Bisqui ha compilato immagini poco note del crollo delle Torri Gemelle e dei danni alla zona circostante; e mi ci sono messo anch'io, insieme a un gruppo di tecnici di settore, piloti, chimici, periti di tribunali e ingegneri, con il sito compilativo Undicisettembre.info, la critica del film Inganno Globale e il blog di ricerca e aggiornamento Undicisettembre.

 

Ma indubbiamente manca qualcosa che abbia l'impatto visivo e mediatico di un video o di un documentario girato sui luoghi e con i testimoni dell'evento. Le produzioni televisive tradizionali, infatti, come i documentari The Meyssan Conspiracy o Building on Ground Zero, non sono legalmente scaricabili, e questo ne frena la distribuzione rispetto ai documentari liberi realizzati dai complottisti. L'unica, timida eccezione finora è data dalle animazioni digitali di Mike Wilson e dagli streaming parziali delle trasmissioni italiane che si sono occupate dell'argomento (come Matrix, con la quale ho collaborato). Ma c'è ancora molto da fare per riequilibrare i termini del confronto fra teorie di complotto e analisi critica.

 

È facile sentirsi spaesati in questo mare d'informazioni. Di solito ci si pone il problema di scegliere a chi credere: ma la mia esperienza di questi quattro anni di ricerche e indagini sull'11 settembre e sul complottismo in generale (legato anche ad altri eventi, come gli sbarchi sulla Luna) suggerisce che non bisogna credere, ma capire, e l'unica maniera per capire è informarsi e sviluppare il proprio senso critico, tenendo sempre presente quello che io chiamo il Principio di Belzebù: se chi fornisce un'informazione ne può ricavare un tornaconto, l'informazione diventa meno affidabile di quella offerta da chi ne trae danno e quindi va verificata con maggiore scrupolo. Un ateo di ferro che mi dice che ha visto Belzebù è più affidabile di un venditore di Bibbie che proclama la medesima apparizione. È una regola preziosa non soltanto per le teorie di complotto undicisettembrine.

 

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SMENTITA AD ATTIVISSIMO SULL'AEREO DEL PENTAGONO

 

 

 

 

 

Premessa.

 

Le scricchiolanti risposte di Attivissimo ai dubbi di chi critica la versione ufficiale dell'11 settembre 2001, possono essere facilmente smentite da chiunque sia almeno mediamente informato sui numerosissimi punti oscuri della vicenda. Non sono ipotesi di alto livello tecnico, non sono eventualità plausibili e tantomeno probabili, sono per lo più innocui voli di fantasia privi di fondamento (come dimostrerò in queste pagine). Nulla di importante, a ben guardare.

 

Il punto fondamentale della questione, infatti, è che Attivissimo non ha le qualifiche o le competenze per discutere di nessuno dei molteplici aspetti dell'11 settembre 2001. Discutendo con lui mi sono reso conto che non è in grado di riconoscere le differenze tecniche tra crolli parziali e totali di edifici, tra cedimenti simmetrici e asimmetrici, tra detonazioni e deflagrazioni. Non conosce le formule fisiche per calcolare le modalità secondo cui si verifica un crollo spontaneo e uno programmato, non è nemmeno in grado di distinguere le caratteristiche tipiche di una demolizione controllata e quelle tipiche di un cedimento spontaneo. Non sa nulla di procedure militari standard di sicurezza, né delle capacità, dei limiti e delle caratteristiche di Boeing 757 e 767, e di infinite altre questioni cruciali nell'analisi degli attentati dell'11 settembre.

Semplicemente, Attivissimo non possiede le conoscenze necessarie a discutere della questione. Fondamentalmente e senza volerlo offendere, si può tranquillamente affermare che Attivissimo è un completo incompetente in ogni settore di indagine dell'11 settembre 2001 (militare, politico, ingegneristico, fisico, aeronautico, ecc.), e come tale ovviamente le sue opinioni non hanno la benché minima validità. Sono aria fritta, chiacchiere a vanvera prive di qualsiasi fondamento, niente di più.

 

Come leggiamo sul suo stesso sito, Paolo Attivissimo è un traduttore, un giornalista informatico, ed un ex conduttore radiofonico. Quale voce in capitolo possa avere un individuo con una simile formazione, e come si possa permettere di criticare ed infangare professionisti ed esperti di ogni settore che criticano la versione ufficiale (da Steven Jones, a Daniel Ray Griffin, a Morgan Reynolds), resta un mistero. Così come è inspiegabile l'importanza che fin troppa gente dà alle sue personalissime (e discutibilissime) teorie su vari aspetti dell'11 settembre, inventate di sana pianta da Attivissimo stesso e divulgate solo sul suo sito (come il suo dossier sul WTC-7, che contiene teorie e spiegazioni mai sentite altrove). Come piace ripetere spesso al nostro giornalista informatico bufalaro, se voglio un parere valido su un argomento mi rivolgo a chi è qualificato per parlarne, non al primo che arriva e pretende di dire la sua pur non sapendo nemmeno di che parla. Ragionamento più che corretto, che però, a quanto pare, secondo Attivissimo vale per tutti tranne che per lui.

 

Il lavoro di Attivissimo in materia di 11 settembre consiste sostanzialmente nell'infangare la reputazione di ogni esperto che critica la versione ufficiale, attaccandolo sul personale per evitare di dover discutere le sue obiezioni, e nell'inventarsi spiegazioni pro-versione-ufficiale di validità tecnica e scientifica pressochè nulla, e di una superficialità ed incompetenza spesso sconcertanti. E' interessante notare che, a ben guardare, in tutti gli anni in cui Attivissimo si è occupato della questione 11 settembre non è riuscito a dare neanche un singolo contributo degno di nota alla questione. I punti che erano inspiegabili prima sono inspiegabili anche adesso, e in più, con il progredire delle ricerche "alternative", se ne sono scoperti di nuovi. Tutte le sue risposte con il tempo sono state sempre puntualmente smentite da più persone (competenti, al contrario di Attivissimo), e nel corso degli anni la credibilità della versione ufficiale ha proseguito la sua inesorabile e regolare discesa.

 

Il vero problema generato dalle bufale di Attivissimo, è che il 90% della gente non si preoccupa nemmeno di ragionare su quello che legge: gli basta leggere che "hanno smentito l'ipotesi complottista", e automaticamente ci crede e pensa "Lo sapevo che era tutto falso", e non si preoccupa nemmeno di leggere in dettaglio le ipotesi di Attivissimo, tantomeno di ragionarci su o verificarle. Figuriamoci, troppa fatica. Meglio evitare di ragionare e limitarsi a credere a ciò che ci conviene per atto di fede. Ma la cosa peggiore è che passa queste risposte errate anche ai suoi conoscenti con i suoi stessi dubbi, che a loro volta ci credono sulla parola e le passano ad altri, e così via.

 

In un mondo ideale, privo di gente disposta a credere a qualunque cosa (per quanto assurda) pur di restare aggrappata alle proprie comode certezze, nessuno perderebbe nemmeno un secondo dietro alle stravaganti ed improbabili teorie di un individuo incompetente e superficiale come Attivissimo, che inoltre è già stato smentito e sbugiardato molte volte. In un mondo ideale non ci sarebbe bisogno di questa smentita, ma siccome purtroppo viviamo in un mondo che è tutt'altro che ideale e trabocca di gente che vuole solo essere rassicurata da qualcuno (non importa se incompetente) che va tutto bene, che tutto è come ci hanno raccontato al telegiornale, urge un rimedio, una totale smentita che dimostri definitivamente l'inaffidabilità delle tesi di Attivissimo e la scorrettezza del suo metodo di investigazione e di discussione.

 

Per cui, ecco qui smentite punto per punto tutte le fantasiose risposte di Attivissimo ai dubbi sull'11 settembre, e più precisamente ai dubbi riguardo l'improbabile Boeing 757 che si sarebbe schiantato al Pentagono.

Visto che le sue obiezioni sono tutte le classiche obiezioni di chi vuole smontare i dubbi sull'11 settembre e dimostrare che non c'è nulla di strano (più parecchie altre che ha inventato Attivissimo e che sostiene solo lui), smentendo lui si risponde contemporaneamente anche a tutti gli altri "debunker".

 

 

Cominciamo.

 

Innanzitutto, Attivissimo accusa (come suo solito) il sito asile.org e in generale tutti i "complottisti" di infangare la memoria delle vittime dell'11 settembre (come gli piace atteggiarsi a giustiziere), e di mettere in giro teorie complottiste A SCOPO DI LUCRO. Nel sito infatti viene citato il libro "L'Effroyable Imposture" di Thierry Meyssan, edito in Italia con il titolo di "L'incredibile Menzogna". Da questa citazione, Attivissimo deduce (leggi: "insinua") che il sito asile.org dubiti della versione ufficiale solo ed esclusivamente per pubblicizzare il libro di Meyssan allo scopo di guadagnare dei soldi dalla sua vendita, e lo stesso dicasi anche per tutti gli altri complottisti (me incluso, quindi, come se io su questo sito vendessi qualcosa. Rendiamoci conto).

In realtà questo è un vecchio trucco di Attivissimo, che cerca sempre di convincere i suoi lettori che chi dubita della versione ufficiale dell'11 settembre è fanatico, malato, sacrilego, avido e profittatore. Questo perchè, non essendo in grado di smentire efficacemente ciò che viene detto, deve necessariamente cercare di screditare chi lo dice.

Inutile precisare che è una maniera piuttosto scorretta di discutere.

Ma andiamo avanti.

 

Secondo Attivissimo, non è affatto vero che al Pentagono non ci sono i resti di 100 tonnellate di Boeing 757. Anzi, Attivissimo ci assicura che le foto che mostrano i resti ci sono eccome, ma che i siti cospirazionisti sono così vigliacchi e sleali da aver scelto proprio quelle pochissime foto in cui non si vedono.

Ora vediamo perché ancora una volta Attivissimo lancia accuse false e prive di fondamento.

 

Dice Attivissimo (cito testualmente dal suo sito):

 

Ci sono numerose foto di rottami estremamente simili a quelli di un aereo, e specificamente simili a quelli che ci si può aspettare da un impatto di un Boeing 757-200 con la livrea della American Airlines. Queste foto sono mostrate nelle pagine successive di quest'indagine.

Esistono numerosissimi testimoni oculari che hanno visto inequivocabilmente un aereo di linea schiantarsi contro il Pentagono, che (val la pena ricordarlo) sorge in mezzo alla città ed è quindi ben visibile da un'infinità di civili.

Occupiamoci prima dei "numerosissimi testimoni oculari" che hanno visto questo Boeing 757 schiantarsi sul Pentagono.

Attivissimo diffonde in realtà malainformazione di parte, scorretta e incompleta. Le prime voci (ma non testimonianze oculari, semplici voci) parlavano di un camion-bomba, ma sono state subito smentite. In seguito, tutti i primissimi testimoni oculari hanno parlato di un velivolo molto ma MOLTO più piccolo di un Boeing 757.

Un testimone l'ha descritto come "un piccolo aereo da turismo di quelli da 8-12 posti al massimo", e Attivissimo per smentirne la testimonianza ha commentato: «Come ha fatto a contare i posti? Siamo seri.» Evidentemente Attivissimo l'ha presa in modo un po' troppo letterale, e non ha capito che la testimonianza significava che a prima vista sembrava lungo quanto uno di quei piccoli aerei che ospitano 8-12 persone al massimo. E' quella che viene chiamata "una prima impressione", insomma, e non va presa alla lettera. Non voleva essere una descrizione precisa al millimetro.

 

Visto che Attivissimo non si preoccupa di citare o anche solo di nominare queste testimonianze che non gli fanno comodo, ignorandole completamente in maniera piuttosto sleale e nominando solo quelle che gli danno ragione, ci penso io a riportarle:

 

- "L'aereo, che sembrava poter trasportare dalle otto alle dodici persone, è volato contro il Pentagono come per atterrare su di un'inesistente pista di atterraggio. Era un jet privato color argento col marchio dell'American Airlines, ma decisamente troppo piccolo per essere un Boeing 757."

Steve Patterson, Washington Post, 11 settembre 2001, h. 16:59.

(A lato un modello di aereo che sembrerebbe corrispondere alla descrizione di Patterson.)

 

- "Abbiamo sentito qualcosa che faceva il rumore di un missile, poi abbiamo udito una forte esplosione."

Tom Seiberg, Washington Post, 11 settembre 2001, h. 16:59.

 

- "Era come un missile Cruise con le ali, è volato dritto verso il Pentagono e ci si è schiantato contro."

Mike Walter, CNN, 12 settembre 2001.

 

- "Lo guardai... assomigliava ad un aereo privato, a due motori... veniva da sud volando veramente basso."

Don Wright.

 

- "Fece un sibilo come un "pfffffff"... non era esattamente quello che mi sarei aspettato, considerando che era un aereo distante non più di un campo da football da me."

John O'Keefe, pilota.

 

- "Razionalmente non riuscivo a capacitarmi del fatto che si trattasse di un grande aereo, perchè si vedeva soltanto un piccolo foro nell'edificio. Nessuna coda, né ali. Niente di niente."

Steve DeChiaro.

 

- "Ho sentito un sibilo molto forte e rapido... ero convinto che fosse un missile. E' venuto giù così velocemente che sembrava tutt'altro che un aeroplano."

Lon Rains.

 

- "Il rumore era proprio quello di un missile."

Michael DiPaula.

 

- "La mia mente non riusciva a comprendere l'accaduto. Dov'era finito quell'aereo? Ma non c'era nessun aereo né resti visibili sulla scena."

Christine Peterson, giornalista.

 

- "La velocità, la manovrabilità, il modo in cui ha eseguito la virata... tutti noi nella sala radar, tutti controllori di volo esperti, abbiamo pensato che dovesse per forza trattarsi di un aereo militare. Non è possibile far volare un Boeing 757 in quel modo. (Articolo in proposito per maggiori dettagli tecnici)"

Danielle O'Brien, ABCNews, 24 ottobre 2001 (ora l'articolo originale si trova qui).

 

 

Danielle O'Brien, controllore di volo (maggiori informazioni)

 

(Per leggere tutte le altre testimonianze oculari visitate questo sito.)

 

Dunque, come abbiamo visto, le primissime testimonianze parlavano di un piccolo aereo o addirittura di un missile con le ali (moltissimi testimoni hanno affermato che faceva un forte rumore sibilante, come quello di un missile o di un piccolo aereo, appunto. Molto diverso dal rombo di un aereo commerciale da 100 tonnellate). Questa versione è stata rapidamente smentita dal Pentagono, e dopo le prime ore hanno cominciato a spuntare magicamente molti testimoni oculari che dicono di aver visto senza dubbio un Boeing 757 della American Airlines colpire il Pentagono.

Piccolo problema: gli infallibili testimoni oculari che cita Attivissimo (che a quanto pare non lo sa nemmeno, dato che dopo li contraddice lui stesso dicendo che il prato è in perfette condizioni perché il Boeing non l'ha nemmeno sfiorato, ma è entrato direttamente nel Pentagono), hanno incautamente affermato davanti alle telecamere che "Il Boeing 757 ha colpito il suolo davanti al Pentagono e si è poi schiantato contro l'edificio." (Fonte)

 

Ora, qualcuno di voi in queste foto (ve ne metto molte a varie angolazioni diverse, così Attivissimo non può insinuare che scelgo le angolazioni apposta per nascondervi qualcosa) vede un qualunque segno sul prato antistante il Pentagono dello schianto di un aereo commerciale da 100 tonnellate che viaggiava a 800 Km/h? Anzi, già che ci siete, vedete se riuscite a trovare anche qualche rottame degno di questo nome. Tutte quelle tonnellate di acciaio, vetro, bagagli e altri materiali non evaporano mica. (cliccate sulle foto per vederle a dimensioni naturali)

 

 

 

 

 

GUARDA LE FOTO

CLICCA QUI E SCORRI IN BASSO

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Continuiamo. Attivissimo afferma che ci sono numerosissime testimonianze oculari dello schianto al Pentagono perché quest'ultimo sorge al centro della città e lì intorno pullula di gente ad ogni ora.

 

Ora, io non so che cosa intenda Attivissimo per "centro della città", ma a me sembra che il Pentagono sorga in mezzo al deserto, circondato da campi, parcheggi per i dipendenti e autostrade. Poi vedete voi stessi. Qui sotto vi metto una foto satellitare del Pentagono e della zona intorno ad esso per circa un chilometro e mezzo. Non mi sembra proprio sia al centro della città. I palazzi più vicini, a sinistra, sono lontani mezzo Km, e inoltre sono ad un'angolazione tale che la zona dello schianto da essi non è visibile. Quindi che il Pentagono sia circondato da migliaia di cittadini ogni istante che vedono tutto ciò che accade, è semplicemente falso.

 

 

FOTO DAL SATELLITE (LA VADO A PRENDERE E LA PORTO)

 

 

 

TUTTE LE FOTO (TUTTE!) CHE SECONDO ATTIVISSIMO MOSTRANO LA PROVA DELLO SCHIANTO DI UN BOING: GUARDATE UN PO. GIUDICATE VOI STESSI.

 

CLICCA QUI

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TERRORISMO TENTACOLARE, O SUCCURSALE DELLA CIA?

 

 

Mentre il nome di Osama bin Laden circolava già da qualche tempo, di Al-Queda, la tentacolare organizzazione terroristica da lui fondata, fino al 12 Settembre 2001 nessuno aveva mai sentito parlare.

 

Richard Clarke ha testimoniato che Condolezza Rice, in una riunione d'emergenza sull'undici settembre, "non sapeva nemmeno cosa fosse Al-Queda". Nel 2006 l'ex presidente Clinton ha detto in una intervista alla Fox che ai tempi della Somalia "nessuno sapeva che Al-Queda nemmeno esistesse". Nella stessa intervista Clinton dichiara che nel '99 l' "FBI e la CIA non furono in grado di collegare in alcun modo Al-Queda all'attentato alla COLE", la nave militare americana ancorata nel Golfo dello Yemen.

 

 

Si è poi saputo che "Al-Queda", che infatti significa "la base", fosse il nome del database dato dalla CIA alla lista di guerriglieri arabi che avevano combattuto a fianco di bin Laden per cacciare i russi dall'Afghanistan, in un'operazione apertamente finanziata dalla CIA stessa.

 

La storia ufficiale

 

Quella che segue è la ricostruzione della "storia ufficiale", passataci dal governo americano attraverso i media di maggiore portata mondiale, di questa fantomatiìca, e certamente atipica, "organizzazione terroristica".

 

>>QUI<<

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La domanda del gruppo "architetti ed ingegneri per la verità sull'11 settembre".

Traduzione e commento dell'utente Sertes di www.luogocomune.net.

 

Sul sito www.ae911truth.org, oltre 230 architetti ed ingegneri strutturali professionisti (ognuno elencato con nome, cognome e qualifiche verificate), ed oltre 560 collaboratori (studenti di ingegneria e ricercatori privati) pongono la seguente domanda (la lista completa dei membri del gruppo è consultabile qui):

 

Perchè i tre "crolli" avvenuti al WTC l'11 settembre 2001 presentano tutti PIU' DI DIECI CARATTERISTICHE spiegabili SOLO con demolizioni controllate, e contemporaneamente NON MOSTRANO NESSUN ELEMENTO in comune con i crolli spontanei?

Troverete schiere di debunkers e disinformatori pronti a parlare del falso problema dell'inizio dei crolli, o delle temperature raggiunte dagli incendi e della loro estensione, ma mai nessuno che voglia affrontare seriamente il problema dei crolli veri e propri.

Perchè?

Perchè la versione ufficiale non è in grado di chiarire l'accaduto. Non si possono spiegare con un semplice crollo spontaneo tutti gli elementi raccolti da testimoni oculari, filmati, rilevatori sismici ed esperti del settore che hanno lavorato a ground zero nelle settimane successive all'undici settembre.

 

Ecco gli elementi raccolti sul sito:

CLICCA QUI

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EX PILOTA DI DUE AEREI DELL’11-9 NON CREDE ALLA VERSIONE UFFICIALE

Tratto da PrisonPlanet e da Google Video.

 

L’ ex pilota di caccia dell'aviazione Russ Wittenberg, che ha compiuto più di 100 missioni di combattimento in Vietnam, che è stato ai comandi degli aerei della Pan Am e della United per più di trent'anni e che in passato ha volato proprio su due degli aerei che sarebbero stati dirottati l’11-9 (United Airlines 175 & 93), non crede nella teoria del complotto ufficiale del governo sull'11-9.

 

RUSS WITTENBERG:

«Ho guidato proprio due degli aerei che furono coinvolti nell'11-9... Il volo 175 e il volo 93, il 757 che sarebbe precipitato a Shanksville, mentre il volo 175 avrebbe colpito la torre sud. Io non credo che sia possibile per... un cosiddetto terrorista addestrarsi su di un 172 [un piccolo Cessna, vedi foto qui sotto, n.d.t.], poi salire ai comandi del tipo di quelli di un 757-767 [nella foto qui a sotto, n.d.t.] e condurre verticalmente l'aereo, condurre lateralmente l'aereo, farlo volare a velocità superiori per più di 100 nodi a quelle per cui è stato progettato, fare virate strette e ad alta velocità,... spingendo probabilmente 5,6,7 volte l'accelerazione di gravità... Non le avrei potute fare io, e sono assolutamente sicuro che non le abbiano potute fare loro.»

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