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Attenzione: Non Comprare + Niente Dall'estero


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Il mio ultimo ordine da http://www.minoxidil.com/ è stato bloccato presso la dogana di Milano Malpensa. Il pacco conteneva 7 confezioni di Spiro e 11 di Minoxidil; anche pagando le spese di sdoganamento e riconsegna è impossibile farsi recapitare il pacco. Secondo le ultime leggi sull'importazione è possibile ordinare, e quindi sdoganare pagando, solo due pezzi per ogni prodotto richiesto. Insomma se avessi preso 2 di Spiro e 2 di Mino, ora pagando lo avrei a casa. Stanno boicottando gli acquisti dall'estero, vogliono scoraggiare la gente, obbligandola a continui acquisti che ovviamente, seguendo i tempi di spedizione e di sdoganamento, risulteranno nel tempo sempre più nulli. Vogliono constringerci a spendere i soldi in Italia.

Ora mi chiedo, cosa accadrà quando dovrò comprare la mia solita fornitura annuale di propecia?

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Ma perchè non fare acquisti in Europa senza problemi di dogana? Sicuramente nei paesi dell'Est Europa che sono entrati da poco nell'euro i prezzi saranno più bassi che da noi. Invito a segnalare eventuali siti europei dove poter comprare minoxidil o altro a basso costo! Io per adesso non ne ho trovati ( a parte inglesi...ma costano come da noi).

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Siccome io viaggio ogni anno all'Argentina mi porto il minox 5% da là...

Costa 100 ml = € 7,60

 

In Italia 60 ml = € 40 = LADRI!!!!!

 

Ho mia sorella in Spagna anche là costa molto di meno

 

60 ml = € 12

120 ml = € 20

 

--------------------

 

Ma perchè sono così ladri in Italia??????

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Siccome io viaggio ogni anno all'Argentina mi porto il minox 5% da là...

Costa 100 ml = € 7,60

 

In Italia 60 ml = € 40 = LADRI!!!!!

 

Ho mia sorella in Spagna anche là costa molto di meno

 

60 ml = € 12

120 ml = € 20

 

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Ma perchè sono così ladri in Italia??????

 

Per curiosità; a qualcuno è mai capitato di andare in Cina (R.P.) e comprare minox o fina?

Purtroppo i dizionari non ne hanno la traduzione, cercare di farmi capire è un po' difficile e pericoloso e farmelo mandare dall'Italia è scomodo :(

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Io ho comprato due bottiglie di minox 2% su shopinprivate.com. Il pacco è stato spedito con International Air Mail il 28 novembre...sto ancora aspettando. Secondo voi è normale o devo preoccuparmi? Speriamo bene......

a differenza del5% è un prodotto di libera vendita in italia percui ti applicheranno al limite i dazi doganali ,se di provenienza extracee,ma ti arriva.

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Mi chiedo perché la gente non legga mai bene i messaggi. Le leggi cambiano rapidamente ora...

Al max è possibile ordinare due pezzi a prodotto per un massimo di due differenti prodotti... quindi un pacco, ammettiamo, con dentro due shampoo e due confezioni di mino, perciò un max di quattro pezzi a pacco...

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Io vi consiglio:

 

Prendete un volo della Vueling in bassa stagione, può costare andata-ritorno € 60 Milano-Barcelona.

Arrivate al mattino, fate tutta la spesa di minox e finas e tornate al pomeriggio.

 

Ad esempio

 

In Spagna minox marca Vinas 120 ml = € 19 x 6 (x 1 anno) = € 114

 

in Italia minox Rogaine 60 ml = € 45 x 12 (x 1 anno) = € 540

 

fate dei numeri..... e non ci sono problemi doganali......

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Mi chiedo perché la gente non legga mai bene i messaggi. Le leggi cambiano rapidamente ora...

Al max è possibile ordinare due pezzi a prodotto per un massimo di due differenti prodotti... quindi un pacco, ammettiamo, con dentro due shampoo e due confezioni di mino, perciò un max di quattro pezzi a pacco...

forse tu non sai che se un prodotto è soggetto a limitazione(MINOXDIL5%)o vietato in Italia è cmq vietato importarlo e alla dogana sn costretti a distruggerlo e potrebbero anche agire legalmente.

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Ancora nessuna notizia del pacco.... spedito il 28 novembre con International Air Mail.

 

Order Status: Shipped.

Tracking: FEDEX Shipment

Order Date: 11/28/2006

 

Cos'è esattamente il Fedex shipment? Ho qualche possibilità di sapere che fine ha fatto il mio pacco? Non c'è contraddizione tra il tipo di spedizione (Air mail) e il tracking, visto che il primo non dovrebbe prevedere la tracciabilità del pacco e il secondo sì? Grazie :cry: :cry: :cry:

Modificato da faranio
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Secondo me comprare il minoxidil al 2% all'estero è come ordinare il pane via internet dall' america. Il minox al 2% la mia farmacia me lo fa galenico senza ricetta a 10 euro.

 

Hai ragione...però molti ritengono che sia meglio comparlo industriale il minox...in quanto alcuni farmacisti non si comportano proprio in modo limpido...insomma...se ti fidi del tuo farmacista fai bene a comprarlo galenico....io non ho un farmacista di fiducia...dovrei andare a naso..inoltre un mio amico lo comprava galenico a 16 euro senza ottenere risultati..... comunque dagli USA non lo compro più, visto che sto ancora aspettando....al massimo dalla Germania....ho trovato un Regaine Frauen (quindi per donna...presumo al 2%) 3 x 60 ml a 30 euro spese di spedizione incluse.... per adesso sto ancora aspettando il pacco dagli USA....ciao

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non sarebbe meglio fare una lista delle farmacie oneste, affidabili e raccomandabili quelle in cui gli utenti sono rimasti soddisfatti (anche perchè la loro lozione ha funzionato) e poter ordinare i galenici lì....in fondo le framacie più grandi spediscono tutto in contrassegno (basta inviare la ricetta per fax p per posta prioritaria) e quindi senza nessun problemi di dogane e con un bel risparmio

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Questo articolo ci dice che dal 2003 la vendita on line di farmaci senza obbligo di ricetta è lecito in tutta Europa. Quindi la normativa italiana in materia devierebbe da quello che è un indirizzo ormai adottato in tutta Europa. Questo spiega la confusione che c'è sull'argomento. Ora sarebbe bello se qualche esperto in giurisprudenza rispondesse a questa domanda: in questa materia è possibile che la normativa nazionale scavalchi quella europea? Se la risposta fosse negativa, allora sarebbe ILLEGALE bloccare i pacchi alla dogana, anche quando contengono farmaci SOP!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

di Roberto Manno* - 20.01.05

 

Con la sentenza resa in data 11 dicembre 2003 nella causa C-322/01 (Deutscher Apothekerverband eV contro 0800 DocMorris NV e Jacques Waterval) , i giudici comunitari hanno ridisegnato l'intero quadro comunitario della vendita a distanza dei medicinali.La sentenza, inoltre, riconosce giuridicamente l'importanza delle ICT nella prestazione di servizi sanitari, alla base delle diverse applicazioni di e-health e di telemedicina.

 

I fatti

 

La farmacia olandese DocMorris, dal 8 giugno 2000, vende via internet a cittadini tedeschi, con o senza prescrizione medica, medicinali la cui autorizzazione al commercio proviene non sempre dalle autorità tedesche, ma anche (spesso) da altri Stati membri.

L'associazione dei farmacisti tedeschi (rappresentante di ben 19.000 titolari di farmacie) ha quindi convenuto la farmacia DocMorris dinanzi al tribunale di Francoforte sul Meno, contestando sia l'offerta di medicinali via internet che la loro consegna internazionale per corrispondenza, sulla base dei divieti nazionali tedeschi che vietano la vendita a distanza di medicinali disponibili esclusivamente nelle farmacie. In particolare, si eccepivano i divieti previsti dalle leggi sui medicinali ad uso umano (AMG) e sulla pubblicità nelle professioni sanitarie (HWG). Secondo l'associazione, tali divieti sarebbero compatibili con gli art. 28 e 30 del Trattato, vertendo in materia di protezione della vita e della salute dei cittadini, interessi giuridici superiori alle libertà fondamentali del mercato interno.

 

Dietro le contestazioni di un tale assunto da parte di DocMorris, il giudice tedesco ha posto alla Corte di giustizia una serie di questioni pregiudiziali di estrema importanza, che si riassumono nella loro sostanza, rinviando per una loro più rigorosa elencazione al testo della sentenza:

1. I divieti nazionali alla vendita a distanza trasfrontaliera di medicine da vendersi esclusivamente in farmacia, violano i principi della libertà di circolazione delle merci ex art. 28 Trattato?

2. Il divieto nazionale di pubblicità alla vendita a distanza di medicinali vendibili solo in farmacia può essere esteso ai portali internet di una farmacia stabilita in un altro paese dell'Unione europea che, oltre alla presentazione dell'impresa, descriva i differenti medicinali indicandone nome, modalità di consegna, prezzo, offrendo anche la possibilità di acquistarli?

 

La decisione

 

Adeguandosi in larga misura sulle conclusioni dell'Avvocato generale, i giudici della Corte di giustizia hanno stabilito che non esiste alcun motivo legittimo che potrebbe giustificare un divieto assoluto di vendita a distanza di medicinali non soggetti a prescrizione medica. L'invocazione, da parte dell'associazione dei farmacisti tedeschi, dell'interesse a garantire una corretta informazione e una consulenza professionale personalizzata non è stata ritenuta soddisfacente: al contrario, l'acquisto via internet può presentare aspetti di enorme vantaggio per i cittadini europei, che possono procedere all'acquisto da casa e chiedere ogni genere d'informazione al farmacista.

 

Sui rischi collegati ad un cattivo uso del farmaco, la Corte ha ribadito che un tale rischio può essere ridotto sensibilmente grazie alle funzionalità disponibili on line, che dovranno essere utilizzate prima di procedere all'acquisto da parte del consumatore.

Il divieto può trovare una giustificazione solo riguardo ai medicinali per i quali sia prevista la necessaria prescrizione medica. In questo caso, infatti, i rischi legati all'assunzione di tali farmaci esigono un controllo più rigoroso, e in tale ambito il rispetto dei divieti posti dalle leggi nazionali è doveroso, essendo funzionale alla protezione di un interesse giuridico fondamentale quale la vita dei cittadini.

Sulla seconda questione, ricorrendo ancora alla distinzione tra medicinali con o senza prescrizione, prevista dalla normativa comunitaria (direttiva 92/208/CE relativa alla pubblicità dei medicinali integrata nel codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano, direttiva 2001/83/CE), la Corte ha rilevato che anche il divieto di pubblicità è giustificato in relazione ai farmaci sottoposti a prescrizione. Al contrario, l'art. 88 del codice comunitario osta ai divieti nazionali di pubblicità di medicinali non soggetti a prescrizione (ossia gli OTC, e in Italia i farmaci di automedicazione).

 

In sostanza, dunque, la Corte di giustizia nega che il divieto di vendita a distanza per medicinali riservati alla vendita nelle farmacia costituisca una "modalità di vendita" come tale inquadrabile nei parametri stabiliti dalla giurisprudenza "Keck" (sentenze 24 novembre 1993, cause riunite C-267/91 e C-268/91). Sul punto vale la pena di riportare un passaggio della Corte: Infatti, un divieto simile a quello in esame nella causa principale arreca un pregiudizio più significativo alle farmacie situate fuori della Germania che a quelle situate sul territorio tedesco. Se rispetto a queste ultime è difficilmente contestabile che tale divieto le privi di un mezzo supplementare o alternativo per raggiungere il mercato tedesco dei consumatori finali di medicinali, cionondimeno esse conservano la possibilità di vendere i medicinali nelle loro farmacie. Al contrario, Internet costituirebbe un mezzo più importante per le farmacie che non sono stabilite sul territorio tedesco per raggiungere direttamente tale mercato. Un divieto che colpisse in misura maggiore le farmacie stabilite al di fuori del territorio tedesco potrebbe essere tale da ostacolare maggiormente l'accesso al mercato dei prodotti provenienti da altri Stati membri rispetto a quello dei prodotti nazionali.

 

E' evidente il favor della Corte di giustizia nei confronti dell'internet e in generale delle applicazioni ICT nel settore dei servizi sanitari, a vantaggio dei consumatori europei che potranno liberamente muoversi nel mercato interno.

In seguito alla sentenza il ministro della sanità tedesco Ulla Schmidt ha annunciato l'inevitabile riforma della distribuzione dei medicinali in Germania.

 

La situazione in Italia

 

La sentenza della Corte di giustizia ha dunque immediate ripercussioni in tutti gli Stati membri, tra cui il nostro paese che, in materia di distribuzione e pubblicità dei farmaci, presenta alcune particolarità. Le numerose leggi che regolano la materia, insieme al codice deontologico dei farmacisti, disegnano una situazione piuttosto asfittica se comparata con lo spirito della Sentenza della Corte di Giustizia.Infatti, la vendita a distanza dei medicinali è vietata tout-court.

Ai sensi del Testo unico delle leggi sanitarie del 1943, la vendita di tutti medicinali deve avvenire esclusivamente attraverso le farmacie. L'art. 25 del codice deontologico vieta la cessione di medicinali, con o senza prescrizione, tramite internet o altre reti informatiche.

L'art. 3 DLgs 541/1992 prevede, accanto ai medicinali senza prescrizione, i farmaci di automedicazione (contraddistinti dal bollino "farmaco senza ricetta"): si tratta di una categoria introdotta dal nostro legislatore. Solo per essi è consentita la pubblicità al pubblico nelle forme prescritte, mentre come abbiamo visto il codice comunitario (art. 88) la estende a tutti i medicinali senza prescrizione medica.

 

Applicando i principi interpretativi stabiliti dalla Corte di Giustizia, dunque, in Italia potremmo rilevare un prima incompatibilità derivante dal divieto di vendita a distanza e di pubblicità per i farmaci senza ricetta, e, inoltre, l'incompatibilità costituita dal divieto di pubblicità dei farmaci senza ricetta diversi da quelli di automedicazione.In conclusione, con la sentenza C-322/01 la Corte di Giustizia ha chiarito la portata della direttiva sul commercio elettronico in un settore di importanza fondamentale per i cittadini dell'Unione, definendo le regole di un mercato tutto da scoprire, che potrebbe avere enormi ripercussioni nella distribuzione nazionale ed internazionale dei farmaci

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Non è assolutamente vero.i cosmetici non sono soggetti a limitazione mentre i farmaci si.Ci sono sostanza ad esempio vendibili in alcuni paesi mentre in altri no oppure soggetti a prescrizione medica.Il minoxidil5% non sarebbe di norma importabile ma solitamentew non viene bloccato per il semplice fatto che viene spedito dall' interno della cee per cui non seggetto a perizia-ispezione.Per le provenienze extracee in caso di ispezione il blocca è certo.

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  • 4 weeks later...
  • 2 months later...

LA RISPOSTA AVUTA OGGI DALLE POSTE ITALIANE, PRESSO LA DOGANA DI MILANO MALPENSA:

Spett. Sig. Pxxx il minoxidil non può essere importato come farmaco , perchè presente nelle farmacie italiane.

Lo sdoganiamo sotto forma di lozione per capelli (cosmetico) dopo ispezione Sanitaria e quindi dopo versamento di 6,33 euro.

 

Cordialmente

 

VI RICORDO CHE SI POSSONO IMPORTARE AL MAX DUE PEZZI PER DUE TIPI DI PRODOTTI DIVERSI (in totale 4 pezzi).

E' una situazione complicata... MOLTO...

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