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Le contraddizioni del Centro-Sinistra


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In effetti quando sono di fronte a rilievi così critici e dettagliati come

Il mio narcisismo vacilla, (ma quello di chiunque vacillerebbe di fronte a rilievi cosi bene argomentati.) :quadrifoglio:

ma dai su, dici la prima cosa dozzinale che hai sentito ripetere..... sii serio.

Andando al tuo articolo, che citi con orgoglio e questo veramente sì povero di contenuti, :

sostenere che l'articolo di Ichino sia povero di contenuti significa essere in malafede

o capire poco nella fattispecie di mercato e diritto del lavoro.....Ichino è uno studioso brillante e accreditato da tutto l'arco professionale del settore che lo riguarda, scrive e presenzia sui media nazionali da anni, si confronta di continuo e ovunque con Giavazzi, Boeri, Treu e simili e partecipa ad esempio come editorialista alla Voceinfo, sito che ti consiglio di visitare per la ricchezza manco a dirlo di voci e di contenuti.

 

Una flessibilità in entrata volta a garantire nel medio – breve periodo una posizione a tempo indeterminato è ovviamente una cosa buona (se avessi letto attentamente il mio posto avresti colto ciò), e io sono a favore, assolutamente, mentre cosa sbagliata è passare al principio di regolamentare sotto il principio del contratto a tempo determinato tutti i rapporti di lavoro o prevedere solo l’indennità in caso di licenziamento.
vedi..quando ti do del demagogo...chi ha mai detto amenità del genere " mentre cosa sbagliata è passare al principio di regolamentare sotto il principio del contratto a tempo determinato tutti i rapporti di lavoro o prevedere solo l’indennità in caso di licenziamento"??ti costruisci un cardine fittizio per interloquire come meglio credi??
La sinistra è l’unica forza politica che può fare bene in Italia queste riforme perché attinge i suoi voti da un elettorato che non vuole comunque vedere alcune garanzie che sono segno di civiltà venir meno. Allo stesso tempo per governare ha bisogno di parte dei voti di centro, quindi deve trovare dei compromessi.

Viceversa la parte politica avversa vuole sciogliere solo i legacci degli imprenditori  per fare e disfare come vogliono.

vecchio comunista decrepito.....se la parte avversa "vuole sciogliere solo i legacci degli imprenditori per fare e disfare come vogliono" dimmi in quale comma la legge Biagi andrebbe in questa direzione.

 

Il concetto di flessibilità agitato dai liberali mezzi cartuccia italiana che votano o tollerano  Berlusconi è povero. Flessibilità va bene costruita all’interno di una rete di garanzie sociali che permettano alle persone di avere una ottima probabilità di trovare lavoro velocemente se licenziati. Flessibilità va bene se all’interno di una politica complessiva di riforma del lavoro che non tocchi solo i contratti ma che anche favorisca gli investimenti in formazione, in ricerca . E’ il concetto di flexicurity  a cui si arriva per gradi e non toccando subito certe garanzie.  E’ un ruolo nuovo e diverso delle agenzie di collocamento (incredibilmente efficienti nel modello inglese!)  etc etc.
è lo stesso concetto introdotto dai conservatori di sinistra con il pacchetto Treu.Il problema è che tu parli di paesi rispetto a quali noi siamo in ritardo di 20 anni, Danimarca e Inghilterra hanno sindacati collaborativi e poco ideologizzati, se tu avessi letto il lbro di Ichino "A che serve il sindacato (dettagliata analisi sulle realtà sindacali italiane..)" sapresti che ad esempio la Nissan ha aperto uno stabilimento inglese derogando dal contratto nazionale in difetto (riduzione dello stipendio minimo) e legando il proprio sviluppo ad una scommessa concordata con lavoratori e sindacati per la quale a determinati e progressivi traguardi di produttività scattavano aumenti e premi salariali.Attualmente quello stabilimento Nissan è il più produttivo del mondo del settore auto.La stessa Nissan parla di contatti paritetici e preliminari avuti con il sindacato italiano e di risposte assolutamente e diametralmente opposte!!!Capisci che parlare di flexicurity applicando schemi che presuppongono una base strutturale che qua non esiste significa fare analisi scollegate e poco pregnanti....

 

 

Il punto da dove iniziare non è certo l’articolo 18, ma altre cose più urgenti da fare e che danno i risultati nel medio periodo. Solo quando alcune cose saranno fatte come premessa allora si puo’ parlare di flessibilità non solo come diritto di licenziare, ma come opportunità di tutti di cogliere le migliori occasioni e competitività anche per le imprese di fornirle e costruirle per i dipendenti.

.... continui a parlare vago come al solito " ...quando alcune cose saranno fatte..." e a non considerare i fatti: l'articolo di Ichino dice ad esempio che... Ne è un esempio la situazione in cui si è posta dal 2002 la sinistra italiana col cavalcare e alimentare il movimento popolare contro la modifica marginale della disciplina dei licenziamenti proposta dal centrodestra. Solo due anni prima, l'ex ministro del lavoro Tiziano Treu aveva presentato con 48 altri parlamentari Ds e della Margherita un progetto di legge (n. 6835/2000) assai più incisivo, tendente ad allineare la nostra disciplina generale dei licenziamenti al modello tedesco(quello 'renano' che cita il tuo articolo..); Bruno Trentin, parlamentare europeo Ds, ex segretario generale della Cgil, aveva riconosciuto che si trattava di una prospettiva di riforma ragionevole e che un futuro governo di centrosinistra avrebbe fatto bene a prenderla in considerazione (lavoce.info, 27 maggio 2003).

queste posizioni di intelligenza sindacale e di progressismo sociale e politico sono state espresse in tempi non sospetti da Trentin e Treu, due eminenti personalità di sinistra che nulla hanno a che spartire con Tremonti e Maroni.

 

A seguire un articolo che ti chiarirà le idee su che cosa è la flexicurity. :fiorellino:

interessante, davvero, nel merito ti ho già risposto sopra, adesso lasciamo al suo estensore, tale "Emilio Quinto" tutto il palcoscenico che si merita!!!! :lol: :lol: :okboy:

Modificato da curvadong
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Che un laico (meglio sarebbe definirti laicista) come te posso dare queste scomuniche morali o di credibilità per azioni fatte da un giovane di 24-25 anni vissuto 92, e che poi ha preso le distanze dal Fascismo durante la guerra in Spagna ed altri fatti etc etc che sai, suona bizzarro.

La vita è un percorso, e questo percorso va giudicato interamente e non in segmenti.

Il fatto che abbia sparato non è ovviamente in relazione alla sua credibilità e persuasività per fatti accaduti circa 70 anni dopo e dopo che lui ha detto e fatto quello che ha fatto molto prima che il fascismo cadesse.

Ma prendiamo atto che Dio Perdona e Curvadong no. biggrin.gif

il concetto di coerenza e non quello di moralità o di perdono devi chiamare in causa:chi spara ai "negretti" (conosci il saggio di Montanelli sull'inferiorità della razza negra?!!) a qualunque età (24/25 anni significa avere la lucidità necessaria per scegliere) per seguire gli ideali fascisti, non è credibile come cassandra antiberlusconiana.E' davvero semplice.....nessuno deve essere perdonato o fatto oggetto di patenti di moralità, ma è legittimo che chiunque possaessere messo di fronte alle sue stesse affermazioni o posizioni o gesti.

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Altro splendido articolo di Ichino, proprio in merito a quanto da noi discusso.

 

UNA SFIDA SBAGLIATA

di PIETRO ICHINO

 

 

L’ala sinistra dell’opposizione ha ottenuto quello che voleva, passare al contrattacco. Non più soltanto barricate difensive contro le iniziative del centrodestra: Rifondazione, Verdi e sinistra ds sono riusciti a porre all’ordine del giorno la propria proposta referendaria, tendente ad allargare proprio quell’area di applicazione del regime di stabilità dei posti di lavoro che le iniziative legislative del governo tendevano a ridurre. Ma il referendum aveva e ha anche un altro obbiettivo, meno esplicito: consolidare l’egemonia che durante lo scorso anno la stessa ala sinistra ha imposto a tutta l’opposizione su questo tema politico divenuto cruciale.

Ora, infatti, i Ds (tutti, Cofferati compreso) e la Margherita sono posti di fronte alla scomodissima alternativa tra la linea della continuità rispetto alle barricate del 2002 in difesa dell’articolo 18 e quella di un difficilissimo «distinguo» tra diritti dei lavoratori delle grandi e delle piccole imprese.

Se l’articolo 18 dello Statuto del 1970 ponesse davvero un diritto di libertà e dignità della persona fondamentale e intangibile, logica vorrebbe che ne godessero tutti i lavoratori senza eccezione.

Ma questo significherebbe eliminare proprio quella zona di grande flessibilità del nostro sistema, che ha consentito fino a oggi di conservare nelle imprese medio-grandi un regime di stabilità tra i più rigidi del mondo. Significherebbe anche irritare gran parte dell'elettorato di centro, nonché recidere i legami tradizionali fra la sinistra e il mondo della piccola impresa. Se invece Ds e Margherita ritengono giusto continuare a negare l'applicazione dell'articolo 18 alla metà della forza-lavoro che ne è rimasta esclusa per tre decenni, essi devono riconoscere di avere sbagliato nella scelta degli argomenti opposti per tutto lo scorso anno all'iniziativa del governo: devono ammettere che non si tratta di un diritto fondamentale e intangibile e che le vie dell'equità nel mondo del lavoro passano attraverso una sua riforma.

Questo problema si era posto già alla fine degli anni '80, quando la sinistra massimalista aveva promosso un referendum in tutto simile a quello di oggi. Allora il partito comunista se la cavò concordando con il governo una legge (n. 108 del 1990) che assicurava ai lavoratori licenziati dalle piccole imprese soltanto un risarcimento. Oggi una soluzione analoga non sarebbe certamente praticabile, perché il referendum è rivolto proprio contro il regime istituito da quella riforma. Né varrebbe a evitare il referendum la «Carta dei diritti dei lavoratori» elaborata lo scorso anno da Giuliano Amato e Tiziano Treu in risposta alle iniziative del governo: essa, infatti, lascia sostanzialmente intatto il sistema differenziato delle protezioni dei lavoratori subordinati, limitandosi a estenderne alcune parti ai collaboratori continuativi e ai lavoratori autonomi.

Il solo modo in cui il centrosinistra può uscire dall' impasse è probabilmente quello di riprendere una proposta che dalle sue stesse file venne avanzata nella passata legislatura (anche con le firme di alcuni parlamentari diessini), modellata sulla legge tedesca: cambiare l'articolo 18 lasciando al giudice di decidere discrezionalmente secondo buon senso se disporre la reintegrazione del lavoratore in azienda o assicurargli un risarcimento; ed estendere questo regime, come in Germania, a tutte le aziende con più di quattro dipendenti. La legge tedesca fissa per il risarcimento un limite massimo di 18 mensilità di retribuzione; da noi potrebbe essere fissato un limite massimo più elevato per le imprese maggiori, gradualmente più ridotto per le minori.

Se il centrosinistra avesse il coraggio di compiere questo passo, rivalutando la propria ispirazione riformatrice della scorsa legislatura, sarebbe assai difficile per il centrodestra opporvi un rifiuto. E si eviterebbe al Paese una consultazione referendaria dalla quale, nel migliore dei casi, uscirebbe consolidato un regime di iniqua disparità tra i lavoratori, che non piace più a nessuno. Neppure a sinistra.

 

Corriere della Sera

16 gennaio 2003

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Questo è quello che pensa Treu della "continuità" tra il suo lavoro le la legge Biagi.

 

http://liberazione05.rifondazione.co.uk/No...o05/05M0312.htm

Intervista a Tiziano Treu (Margherita)

 

«Va evitato che la flessibilità diventi precarietà. L'interinale si può usare in casi estremi»

 

Tiziano Treu, senatore della Margherita, è stato ministro del Lavoro del governo Prodi. Il "pacchetto" che ha reso più flessibile il lavoro in Italia porta il suo nome.

 

 

A che punto è il dibattito tra centrosinistra e Rifondazione su flessibilità e precarietà?

Da tempo ci confrontiamo in seminari di approfondimento. Seminari molto utili e con molti punti di avvicinamento. L'intenzione nostra è ovviamente di continuare su questa strada e di contribuire alla costruzione di un programma comune. Sottolineerei che il confronto avviene non solo all'interno dei responsabili di dipartimento ma anche con sindacati e forze sociali.

 

 

Uno dei nodi del futuro programma della coalizione è sicuramente il giudizio sulla legge 30. Riforma o cancellazione?

 

Tutti diamo un giudizio negativo su questa legge. Ed aggiungo che rifiuto una continuità con il pacchetto del '97. Primo, allora si introdussero forme di flessibilità molto regolate, con molti paletti e con un ruolo della contrattazione che limitava l'utilizzo della flessibilità. Faccio l'esempio del lavoro interinale. Erano previsti casi specifici e limitati, che non erano da intendere come un passpartout. Invece la legge 30 ha moltiplicato le forme di flessibilità in modo assolutamente negativo, e quindi i rischi di precarietà. Secondo, questa legge non valorizza la regolazione contrattuale, anzi. Favorisce una applicazione unilaterale da parte dell'impresa. Riconosciamo che in certi casi estremi si può usare l'interinale. Altro è ammettere tipi indiscriminati di flessibilità come la somministrazione.

 

 

Ma con la legge 30 che intendete fare?

 

La logica è sbagliata e quindi va cambiata, in profondità e non dettagli. Ce ne era già abbastanza. Alcune parti come i servizi all'impiego sono in continuità. Non c'è da abolire. La regia, è chiaro, deve restare pubblica.

 

 

Intanto come si contrasta?

 

In diversi casi assistiamo a una linea interessante tenuta dagli enti locali, come l'esempio delle Marche, che stanno tentando una operazione di superamento, con formazione continua e servizi all'impiego e, dall'altro lato, hanno completamente ignorato le nuove forme esasperate di precarietà. Per dare una risposta positiva occorre mettere mano agli ammortizzatori sociali. Una logica assolutamente diversa dalla legge 30, in una parola si può definire "flexsecurity". Non basta dire "è vietata la flessibilità". Va evitato che diventi precarietà.

 

 

Quasi dieci anni di flessibilità e precarietà ci consentono di fare un bilancio...

 

 

E' chiaro che un miglioramento del mercato del lavoro si può ottenere con uno sviluppo vero, servizi alla formazione e un sistema di tutele.Se la gente non è tranquilla nella propria condizione lavorativa non investe nel futuro.

 

 

Secondo lei che tipo di bilancio fanno le imprese?

 

 

Il mondo delle imprese è molto freddo sulla legge 30. E infatti, le uniche parti utilizzate realmente non sono più di due o tre. Del resto, la perdita di competitività viene causata da scarsa innovazione e non per la flessibilità. Di questa ce n'è abbastanza.

 

Adesso vai di nuovo con l'ottovolante dei comunisti, della demagogia etc.etc. sono in prima fila a gustarmi lo spettacolino.

 

:60: :D :supersorriso:

Modificato da Brasileiro
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Mi riporti l'intervista di Treu a Liberazione quale contributo tecnico su cui argomentare!!!!!... stai vedendo un film.....un pò come raccontare di chi sia andato a casa di Dracula a proporre una donazione di sangue per giustificare il tasso di vampirismo eventualmente esistente nella società!!!!!!!.......é logico che Treu dica queste cose!!!!!!!!!!

Mica è parte terza????!!!!!!!!E' oppositore politico e antagonista sottotraccia di quel Biagi che è il padre della legge che in certa misura amplia e migliora la sua.Io ti porto un giuslavorista di sinistra, Ichino, un tecnico che se è, è di quella parte cui appartiene lo stesso Treu e che dice in sostanza che seppur in modo non drammatico le garanzie date dalla Biagi rispetto alla Treu sono maggiori per il lavoratore.Tu mi riporti l'intervista al diretto interessato!!!!!!!!!Come se io ti postassi le considerazioni di Biagi a margine della sua proposta di legge!!!!!!!!

lo stesso intervistatore nel tuo quote definisce Treu come colui che ha introdotto in Italia la flessibilità (di questo parlavi quando ti ho scritto qto poi adesso hai quotato )!!!!!!!!!!!!! :fiorellino: :fiorellino: Rilassati e cogita buon Braz......

Modificato da curvadong
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E' oppositore politico e antagonista sottotraccia di quel Biagi che è il padre della legge che in certa misura amplia e migliora la sua

 

Quindi se Treu introduce la flessibilità è ok

se dice che quella flessibilità non ha niente a che vedere con quella della legge Biagi è "un antagonista politico".

Ichino invece va sempre bene perchè dice chei la legge Biagi è una buona idea.

 

Penso che alle prossime olimpiadi potresti prendere l'oro in slalom speciale, tu sei il vero erede di Alberto Tomba, anche se su questi temi inforchi più di un paletto :fiorellino:

Modificato da Brasileiro
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io non la leggerò mai sta discussione... :lol: ma quanto azz scrivete???? siete degli amanuensi... se vi dessere un centesimo per ogni riga sareste ricchi... :lol:

 

Brasi fila a studiare!!!!!! Curva,fila e basta !

 

Io filo ad un matrimonio, tu fila con Curva ch è stanco di aspettare e diventa triste ogni giorno di più... :supersorriso: :supersorriso: :supersorriso:

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io non la leggerò mai sta discussione... :lol: ma quanto azz scrivete???? siete degli amanuensi... se vi dessere un centesimo per ogni riga sareste ricchi... :lol:

 

Brasi fila a studiare!!!!!! Curva,fila e basta !

fila nel senso di "fammi il filo"?ma ...ancora di più???!!!!! :cry: :cry: :cry: :innocente: :innocente:

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Quindi se Treu introduce la flessibilità è ok

se dice che quella flessibilità non  ha niente a che vedere con quella della legge Biagi è "un antagonista politico".

Ichino invece va sempre bene perchè dice chei la legge Biagi è una buona idea.

 

Penso che alle prossime olimpiadi potresti prendere l'oro in slalom speciale, tu sei il vero erede di Alberto Tomba, anche se su questi temi inforchi più di un paletto :fiorellino:

 

spero che almeno tu sia in cattiva fede ......non ho detto che la flessibilità è ok o che non lo è ma solo che Treu l'ha di fatto introdotta.E ho aggiunto che per giudicare una legge non ha senso richiamare considerazioni di chi si trova giocoforza nel ruolo di oppositore politico del padre di quella legge.....divertiti al matrimonio e ricorda che al tuo voglio esserci anch'io......senza ironia 'sottesa'.....

Modificato da curvadong
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spero che almeno tu sia in cattiva fede ......

 

tutti quelli che non sono d'accordo con te (meglio radicalmente in disaccordo) sono in cattiva fede.

 

Tu vorresti passarti per liberale, ma sei un integralista nei fatti.

 

Senza polemica è quello che penso.

 

ps: il post di prima è scherzoso, :fiorellino:

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