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Numero Max Di Interventi Possibili In Media


GanjaMan

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Mi domandavo quanti fossero generalmente gli interventi possibili, e quali i risultati finali ottenibili con sessioni multiple eseguite dai migliori chirurghi al mondo (tipo hasson). Nel senso, se un Hamilton 5 decide di operarsi più volte, riuscirà ad avere una attaccatura decente, una densità accettabile e una discreta copertura sul vertex? oppure dovrà sempre accontentarsi di qualche ciuffo meso strategicamente? smile.gif

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Dipende dalla densità della zona donatrice...considera che con un'ottima densità si può arrivare a 10.000 UF e sicuramente un 5 Hamilton avrà una sufficiente copertura sul Vertex ma stai sicuro che dalla fronte fino al centro, con HASSON o SHAPIRO avrà un'ottima harline e densità!

 

Pipi thumbsup.gif

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Se uno parte da una situazione limite, tipo 5 ham, allora il max potrebbe essere una buona copertura dall'attaccatura fino al vertex, io sinceramente preferirei avere un ottima densità in quel punto e magari il vertx piu sguarnito, piuttosto che essere coperto dappertutto con una scarsa densità.

L'effetto estetico nel primo caso sarebbe molto buono, mentre nel secondo, si correrebbe il rischio di sembrare sempre dei diradati. Vedi la cosa in prospettiva futura...

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Le FU che si possono prelevare dall’area donatrice (cosiddetta “permanent zone”) sono in totale un numero compreso tra le 4.200 e le 8.300, risultante della sottrazione dal numero totale delle presenti (12.500) di quelle da lasciare “in situ” per conservare una buona copertura nucale, considerato il numero di follicoli da cui sono costituite, che varia da persona a persona.

Finchè non vi sarà la hair multiplication, o qualche altro ritrovato che consenta di aumentare il numero delle FU trapiantabili, questo è il patrimonio di FU sul quale ogni candidato al trapianto può contare, indipendentemente dalla tecnica e dal numero di sedute.

La densità di FU che si potrà ottenere è il quoziente tra la superficie da coprire e il numero di FU trapiantate, aumentato del numero delle “indigene”, cioè presenti nell’area ricevente.

Con adeguate tecniche (attenta preparazione dei grafts, buona conservazione delle FU, rispetto delle distanze tra i grafts nelle singole sedute etc.) si possono salvare quasi tutte le FU trapiantate, e con opportuni artifici (es.variazione per zone della densità d’impianto, incisioni “lateral slit” etc.) potenziare l’effetto-volume dei capelli che ricresceranno: ma la densità media ottenibile sarà sempre quella indicata sopra.

Quanto al numero di capelli, esso varia notevolmente in quanto nei candidati al trapianto la media di capelli per FU va da 1,5 a 3, perciò alcuni potranno avere un numero di capelli notevolmente maggiore (fino a 4 volte) rispetto ad altri.

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La "lateral slit" era già conosciuta come "coronal slit" (più precisamente "Coronal Angled Grafting" - CAG, termine anatomicamente più corretto), e da qualche anno utilizzata da alcuni chirurghi per la miglior distribuzione dei capelli che garantirebbe un maggior effetto - copertura.

L'unica documentazione scientifica che la descrive ha avuto lo scopo preliminare di verificare la ricrescita dei capelli trapiantati con tale tecnica, confrontata con quella dell'incisione longitudinale ("sagittal slit", o meglio "Sagittal Angled Grafting" - SAG).

Dopo 6 mesi dall'intervento, eseguito nel 2002 a Orlando durante un workshop della ISHRS, c'era con la CAG una ricrescita di 123 su 200 grafts trapiantati, con la SAG (Sagittal Angled Grafting) la ricrescita era di 160 su 200. Probabilmente la CAG determina maggior sacrificio alla microcircolazione, che è diretta longitudinalmente.

Un successivo lavoro di J. H. Martinick (Perth, Australia) rileva migliori risultati cosmetici della CAG rispetto alla SAG, ma non confronta quantitativamente il tasso di ricrescita con le due tecniche.

L'orientamento dell'incisione appartiene a mio avviso più alla sensibilità "artistica" dell'operatore, i brasiliani non usano nè la "sagittal" nè la "lateral" (o "coronal"), in quanto viene localizzato il "vortice" e le incisioni vengono eseguite secondo lo schema naturale di orientamento della capigliatura che non è nè sagittale nè coronale, ma appunto "a vortice", tenendo sempre conto di non danneggiare più di tanto il circolo superficiale.

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