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Il Mostro Di Firenze


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Secondo me sono stati Pacciani, Vanni e Lotti.

Non scordiamoci che Lotti confessò alla polizia di aver fatto il palo in tutti i duplici omicidi e di aver partecipato in un caso alla mattanza.

 

I tre agivano su ordine di mandanti (che non sono stati individuati) fornendo in cambio soldi al Pacciani (come risulta dai ricchi bonifici effettuati sul conto di Pacciani subito dopo la commissione degli omicidi).

 

Inoltre nella casa di Pacciani venne trovato un proiettile identico a quelli usati per gli omicidi, un block notes e un porta saponetta che appartenevano alla coppia dei tedeschi.

 

E' stato inoltre accertato che poco prima dell'inizio del processo in cassazione (ultimo e definitivo) Pacciani fu assassinato prescrivendogli delle medicine anti asmatiche mortali e assolutamente sconsigliate per chi come lui aveva problemi cardiaci.

 

Pacciani, Vanni e Lotti sono morti. Con loro anche la possibilità di risalire ai mandanti.

 

Inoltre la brutalità, la violenza, la perversione di Pacciani risulta già dall'omicidio che commise sotto gli occhi della sua moglie quando uccise il presunto amante della moglie: poi la violentò obbligandola a fare sesso accanto al corpo esamine della vittima.

Inoltre violentò più volte le figlie e dava a queste da mangiare cibo per cani.

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la giustizia doveva fare il suo corso a suo tempo oramai tutti gli imputati sono trapassati...questa è la giustizia italiana che ci mette secoli per fare un processo e alla fine tutti ne escono puliti

per me dovrebbero carcerare i giudici che se la son presa con comodo anche di fronte all evidenza e alle prove schiaccianti

w la democrazia!

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Il Mostro di Firenze non era di Firenze e francamente sarebbe ora di poterlo dire, anche se i poteri occulti non vogliono...

Ha massacrato un sacco di persone (non solo i giovani in auto ma anche ragazze sole, prostitute e persino prede occasionali).

In quanto al Lotti, stendiamo un velo pietoso: non ha detto una sola cosa credibile in più a quello che tutti sanno essere avvenuto.

Pacciani era un bandito furbo ma stupido, incapace di pianificare una strategia difensiva degna di tale nome. Fu condannato in primo grado perché chi lo difendeva non volle rinunciare alla ribalta mediatica dei suoi show.

Il blocco-note ed il portasapone sono stati confutati pienamente nel processo d'appello. Il proiettile lo ha confutato il maresciallo dei CC nella cui giurisdizione avvenne la perquisizione dell'aprile 1992, affermando che la cartuccia non c'era per terra ma poi prodigiosamente apparve...

Per tagliare la testa al toro non è mai stato dimostrato che quella cartuccia fosse stata incamerata nella pistola del Mostro.

Vanni era un altro fessacchiotto di provincia, succube del Pacciani.

Un trio del genere, sempre in mezzo ai fumi dell'alcool, si sarebbe tradito nel giro di un paio di anni.

 

Il Mostro invece era uno ed uno solo, agiva in proprio ed era ossessionato da una ragazza che gli era stata negata in gioventù dalla propria famiglia, per motivi di classi sociali diverse. Fu così, inseguendo lei, che arrivò a Firenze da un'altra città del Centro Italia.

Da lì cominciarono gli omicidi, con scadenze che coincidono con eventi precisi nella vita del soggetto, fino all'escalation del 1981, terminata nel 1985 quando lo stesso, ormai in cortocircuito e traditosi, scomparve o fu fatto scomparire.

 

Era stato scoperto dalle indagini di un giovane ispettore di Polizia della sua città che, alla fine, aveva fatto quadrare il cerchio. Ma alle stesse conclusioni, per vie diverse, erano arrivati anche i Carabinieri del capoluogo toscano. Tempo sprecato perché, per gli uni e per gli altri, arrivò da Roma lo stop alle indagini, giustificato dalla morte del sospettato. Morte, vera o falsa, sopraggiunta quando al soggetto fu comunicato che era stato scoperto e che gli inquirenti stavano per giungere sopra di lui.

 

Dopo di ciò, tutto ciò che poteva comprometterlo (comprese le presenze sul posto di lavoro) fu sistematicamente cancellato, tanto che il soggetto risulta presente nella lista dei sospettati redatta nel 1984 ma non si sa... più il perché, visto che il fascicolo che lo riguardava è risultato vuoto, anzi pieno unicamente di elementi a discarico, in parte pure non veritieri, come il fatto che non avesse svolto il servizio di leva o che non possedesse armi e non sapesse sparare, cosa confutata dagli stessi familiari che attestano la sua presenza in poligoni di tiro ed il possesso di una calibro 22.

 

Non a caso le indagini di Giuttari, lasciate liberamente e follemente correre verso le fantasie delle sette sataniche, sono state poi brutalmente chiuse quando Giuttari è arrivato a disseppellire quella vecchia inconfessabile storia su cui nessuno può indagare.

E Giuttari, che sembrava inarrestabile, è stato stroncato e zittito, tanto che nessuno sa neppure più dove sia e cosa faccia adesso.

La setta esiste davvero, è potentissima e ramificata fin dentro gli apparati dello Stato, ma non è quella che ordinava gli omicidi bensì quella che, per evitare un travolgente scandalo, ha coperto e continua a coprire le responsabilità dell'assassino.

 

E' rimasto solo un giudice coraggioso ma troppo solo, schiacciato da pressioni titaniche che sono capaci di fargli arrivare attacchi anche dall'altra parte dell'oceano, sfruttando un altro celebre caso di cui si sta occupando.

 

Esistono decine e decine di testimonianze che inchiodano il Mostro di Firenze ma ormai sono solo parole, parole che si perdono nel silenzio.

 

La morte del reo estingue il reato.

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Lotti, quando è diventato supertestimone reo confesso (dopo lunga maturazione) viveva in una baracca assieme a degli extracomunitari, sfamato dalla carità del parroco di San Casciano.

Diventato supertestimone nel febbraio 1996 ha ricevuto vestiti puliti, ha pranzato e cenato al ristorante ed ha avuto un tetto in quanto inserito nel programma di protezione del Ministero dell'Interno. In pratica, nelle sue condizioni, ha vinto alla lotteria. Il divertimento è durato tre anni, fino al 1999.

Lotti è entrato in carcere a fine settembre 2000. E' morto il 30 marzo 2002 nel carcere di Monza.

Ha quindi scontato solo 18 mesi dei 28 anni che avrebbe dovuto. Un po' poco per valutare la sua "resistenza" di fronte alle durezze del carcere, anche se gira la voce, non confermata, di una sua ritrattazione in punto di morte...

 

Lotti era un oligofrenico, un poveraccio "col cervello di un bambino", famoso per avere visto gli UFO atterrare a San Casciano e conosciuto in paese come Canapone, Garibaldi ma soprattutto Katanga per la mole di balle che raccontava per farsi grande e per riscattare il suo essere un emarginato persino dai suoi stessi familiari.

 

Fu incastrato in una storia più grande di lui in un momento in cui c'era l'assoluta necessità di trovare nuove prove contro Pacciani che stava per essere assolto in appello e che sarebbe stato assolto fu chiaro fin dalla realzione introduttiva del Pubblico Ministero che smontava tutto il teorema contro il contadino di Mercatale.

 

Lotti non era un teste nuovo, tanto che Ruggero Perugini, il capo della Squadra Anti Mostro che aveva inquisito Pacciani, lo aveva sentito molte volte per poi scartarlo visto che diceva cose sempre diverse e sempre in contraddizione l'una con l'altra.

 

Però, nel febbraio 1996, Lotti era oro e fu usato come supertestimone oculare assieme alla banda di prostitute e protettori vari con i quali era in amicizia: tutti elementi deboli e facilmente condizionabili in una stanza della Questura.

 

Lotti fu una specie di kamikaze. L'avvocato d'ufficio che lo difendeva in prima istanza fu liquidato quando annunciò di voler chiedere la perizia psichiatrica per il suo assistito. La cosa, che avrebbe potuto scagionarlo dimostrando il suo scarso quoziente intellettivo e la sua tendenza ad inventarsi storie fantastiche, avrebbe logicamente demolito la sua attendibilità rendendolo inutilizzabile ai fini processuali e così il nuovo avvocato lo portò tranquillamente avanti verso l'ergastolo come Mostro complice di Mostri. Insolito, direi...

 

Per di più pare gli sia stato fatto credere che Pacciani ma soprattutto Vanni lo avessero accusato di essere il Mostro. Si riporta un presunto grido del Lotti alla comunicazione di questa notizia: "Hanno detto che io sono i'Mostro? No, allora i Mostri sono loro!". C'è a questo proposito, una intercettazione telefonica tra Lotti ed una prostituta sua amica che gli chiede se lui fosse davvero stato il Mostro complice di Vanni e Pacciani. Molto sintomaticamente Lotti riferisce di essere stato "incastrato" e che "ormai l'ha detto" e quindi "non può più dire che non è vero" e quindi "se l'ha detto è vero per forza". Sembrano storie assurde ma si verificano quotidianament: vedi teste Alletto per il caso Marta Russo, vedi Amanda Knox per il caso Meredith Kercher, vedi Olindo Romano per il caso Strage di Erba. Capisco le esigenze investigative basate anche su pressioni psicologiche, ma si dovrebbe comunque evitare, in fase di interrogatorio, di suggerire risposte con la promessa di un esito più favorevole dell'interrogatorio, altrimenti si finisce con l'alterare irrimediabilmente la genuinità di quanto dichiarato.

 

In realtà le supertestimonianze del Lotti fecero acqua da tutte le parti, delineando il quadro di una persona che, pur avendo delle conoscenze di base dei fatti (quali quelle che poteva avere qualunque residente in provincia di Firenze al tempo dei delitti del Mostro) non aggiungeva nulla di nuovo ma soprattutto, quando provava a farlo, diceva castronerie assurde, come quando riferì di una vittima col cervello spappolato dai proiettili che gridava o quando disse che Mario Vanni, alto 1,87, sarebbe entrato nella tenda canadese delle ultime vittime in piedi (!) dopo aver squarciato il telo posteriore (cosa che non corrispondeva a verità). In più riferì che Pacciani avrebbe inseguito la vittima maschile sparando dietro di lui, quando i riscontri balistici affermano senza dubbio che i colpi furono sparati tutti contro la tenda.

 

Da un testimone oculare si pretende di più ed io credo che se fosse stato teste della difesa sarebbe stato arrestato in aula. Così non è stato ed anzi è proprio con le testimonianze del Lotti, pur riconosciute come inattendibili dal Procuratore Generale al processo d'appello contro i Compagni di Merende, che si è avuta la condanna definitiva.

Le sentenze si accettano ed io accetto anche questa, tantopiù che i condannati sono ormai tutti defunti, ma non è vietato valutarle con spirito critico... ;)

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La testimonianza del Lotti nel processo di appello a carico di Pacciani non fu accettata dal Giudice perchè il suo nome, al fine di evitare che qualcuno potesse "invitarlo" a ritrattare, venne sostituito dal PM nella domanda per farlo entrare come testimone nel processo con un nome fasullo.

 

Se lotti avesse testimoniato al processo di appello, di sicuro Pacciani non sarebbe stato assolto.

 

E cmq ci sono troppe prove a carico dei compagni di merende per non credere che non fossero coinvolti.

 

 

Nessuno mi ha ancora spiegato come potesse un contadino povero senza un becco di un quattrino ricevere svariati milioni sul suo conto corrente guarda caso proprio dopo che vennero assassinate alcune delle coppiette...

 

Sono stati loro gli assassini, ma i mandanti?

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