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NON confondete Androgenetica ed Effluvio


Marliani

Messaggi raccomandati

Carissime:

L'alopecia androgenetica "vera" nella donna è molto rara ed è sempre ereditaria!

 

Molto più frequente è il telogen effuvio cronico spesso mal distinguibile (ad un occhio non esperto) da una androgenetica.

 

Si parla di Telogen Effluvium per indicare la forma più frequente di caduta di capelli conseguente ad un “interferenza” o “stress” psichico o fisico.

Può manifestarsi a qualunque età, in ambedue i sessi ma con predilezione per il sesso femminile. Il paziente presenta sempre un notevole incremento della caduta dei capelli con un diradamento di grado variabile. Il telogen effluvium consiste in un aumento transitorio del numero dei capelli che cadono in fase di ricambio “a clava” (con il bulbo o in telogen) dai follicoli del cuoio capelluto che hanno terminato la fase di crescita. Tale processo è la conseguenza di un accelerato passaggio dalla fase di crescita (anagen) alla fase catagen ed infine alla fase telogen (fase di ricambio caduta). La maggior parte dei pazienti è molto ansiosa, temendo, a torto, di diventare calvo. Spesso si recano dal dermatologo con un sacchetto di plastica contenente i capelli caduti. La caduta dei capelli interessa diffusamente tutto il cuoio capelluto, comprese le parti laterali e posteriori della testa. Se la caduta è abbastanza significativa da provocare un diradamento, l'alopecia risulta evidente su tutto il cuoio capelluto.

Le cause del telogen effluvium possono essere suddivise in due gruppi:

- stress fisico: Con il termine di stress fisico si intendono tutti quei fattori che influiscono sulla crescita del follicolo: gravidanza, sospensione o cambiamento di un contraccettivo orale, intervento chirurgico, trauma fisico, dieta severa con calo ponderale, malattie importanti specialmente se con febbre alta ecc, ecc.

- stress psichico: Nel concetto di stress psichico rientrano numerose situazioni quali: incidente, trasloco, matrimonio, problemi affettivi o familiari, esami ecc, ecc.

Il telogen effluvium è la causa più frequente di forte caduta di capelli.

Nella forma acuta l’evento scatenante la caduta la precede di circa 6-16 settimane. Obiettivamente si osserva una caduta diffusa di capelli. Facendo scorrere le dita tra i capelli del paziente, ad ogni passaggio possono cadere moltissimi capelli, i quali sono tutti in fase telogen ed hanno il caratteristico aspetto “a clava”. Spesso si osservano nuovi capelli corti in ricrescita, i quali sono più sottili rispetto ai capelli vecchi e hanno le estremità assottigliate. Spesso l'evento scatenante il telogen effluvium influisce anche sulla crescita delle unghie. La completa ricrescita dei capelli è abitualmente la regola. Il telogen effluvium può persistere fino ad un anno dopo l'evento scatenante.

Nella forma cronica (cioè che dura già da qualche mese) l’evento scatenante può non essere subito chiaro ma è la sua individuazione e risoluzione che risolve il caso clinico. La prima cosa da fare è eseguire una serie completa di accertamenti per identificare la causa del telogen effluvium. È necessario eseguire degli esami ematici per accertare eventuali alterazioni tiroidee, una carenza di ferro o di altri minerali, un'alterazione nella produzione proteica. Emocromo, VES, colesterolo tot, sideremia, magnesiemia, cupremia, zinchemia, ferritina, vit B12, ac folico, proteine totali, fT4, TSH, prolattina.

Il paziente potrà comunque essere rassicurato che il processo fa parte di un normale ciclo di crescita e di caduta dei capelli e che la ricrescita dei capelli, risoltasi la causa che ha provocato la caduta) è la norma nella maggior parte dei casi.

Dal punto di vista sintomatico si ricorre all'applicazione topica di cortisone per qualche mese.

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Perché i capelli di una donna siano a posto occorre avere almeno:

 

emoglobina 13

ferritina 30

zinchemia 90

ac folico 3

 

Se questi parametri non sono in "ordine" i capelli non possono che cadere ... comunque ricrescono (telogen effluvio cronico).

 

Il minoxidil, accelerando il ciclo follicolare, Può addirittura aumentare la caduta.

La pillola, di solito, non serve se non per il suoi effetto collaterale di risparmiare ferro ed aumentare l'emoglobina.

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Anche i disturbi di funzionalità tiroidea sono comuni e frequenti nella donna, specie l'ipotiroidismo su clinico da tiroidite inapparente.

Tutte le donne che perdono i capelli dovrebbero controllare:

TSH

fT4

TPO Ab

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Comunemente la caduta di capelli della donna è molto meglio trattabile di quella maschile perchè raramente è una VERA androgenetica ma più spesso è un telogen effluvio cronico.

 

Non sempre è facilissimo individuarne le cause ma, individuate e rimosse, i capelli di solito ricrescono.

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TELOGEN EFFLUVIUM:

TIPOLOGIE E TERAPIA

da Alfredo Rebora

Istituto di Dermatologia - Universita degli Studi, Genova

 

 

II telogen effluvium (TE) è la causa plu frequente dl visita tricologica. Il paziente è fortemente preoccupato dell'intensità e talora della brutalità con le quali ha esordito la malattia e chiede un aiuto che, purtroppo, è molto difficile da fornire. Buona parte delle difficoltà diagnostiche del TE nasce dal fatto che, a fianco del classico TE acuto, viene Ignorata l'e sistenza di un TE cronico.

 

Telogen Effluvium acuto e Telogen Effiuviuni cronico

 

Nella descrizione originale di Kligman (1) e nell'accezione comune, il TE è un'evenienza acuta che segue episodi emozionalmente importanti, malattie febbrili, il parto, malattie croniche debilitanti e la somministrazione di eprina.

L'esperienza clinica, tuttavia, dimostra che esiste un TE subacuto o cronico e che quest'ultimo tende a confondersi e, molto probabilmente, a sovrapporsi all'alopecia androgenica.

Nel TE acuto, il paziente si lamenta di un'improvvisa e violenta caduta di capelli.

La caduta dura due o tre mesi, quindi s'arresta spontaneamente ed è seguita da ricrescita più o meno completa.

Nel TE cronico, Il paziente lamenta per mesi od anni una rilevante caduta di capelli senza variazioni stagionali.

Col tempo si rende visibile un certo diradamento e, In generale, non c'è tendenza alla guarigione spontanea. Può coesistere un dolore alla radice del capelli che i pazienti descrivono come se i capelli fossero “piegati In senso contrario".

La tricodinia può essere l'espressione clinica del processo Infiammatorio peribulbare e può essere utilizzata come Indice dl attività del processo (2).

Nel TE acuto, gli stress emozionali sono molto evidenti e sono rappresentati da Incidenti stradali, Interventi chirurgici, parti difficoltosi, morte di genitori o di figli.

Ulteriori cause possono essere la febbre elevata, le emorragie e donazioni di sangue così come taluni farmaci, specialmente gli eparinoidi o I citostatici

(Tabella 1) (3).

 

 

 

Infine, una parte di telogen effluvium acuti sono in realtà alopecie areate non in chiazze, telogeniche e non disirofiche (4).

Nel TE acuto l'evento stressante dura pochi giorni o addirittura poche ore. Nel TE cronico, al contrario, lo stress emozionale può non essere ricordato, Possono invece essere messi in evidenza problemi psicologici persistenti, come difficoltà In famiglia o sul lavoro, lunghe e drastiche riduzioni di cibo sia elettive che per anoressia nervosa, la somministrazione di farmaci e malattie autolmmuni croniche, quali Il LES e la colite ulcerosa.

Il meccanismo con il quale sì ha la caduta del capelli nel TE non è chiaro, ma sembra probabile che si possa comunque ricondurre ad un arresto delle mitosi nella matrice pilare.

SI tratterebbe, quindi, dl un processo patologico del pelo in attività mitotica (anagen) e non dl quello In fase dl silenzio mitotico (telogen).

La frequente storia di stress emozionali e di casi di alapecia areata nella famiglia del paziente o nello stesso paziente propone qualche somiglianza del TE con questa malattia e può suggerire un modello eziopatogenetico valido per tutti i casi di TE. inclusi quelli acutissimi che preludono ad un'alopecia areata totale (4).

In breve. la caduta dci capelli in telogen sarebbe un modello preferenziale di caduta per il follicolo con anagen abbreviato quando è colpito da una noxa capace di arrestarne le mitosi (5, 6).

L'abbreviazione dell'anagen è una condizione caratteristica del soggetto con alopecia androgenica.

I capelli nel cuoio capelluto con alopecia androgenica sono, infatti, in una situazione molto diversa da quella di un cuoio capelluto normale.

La malattia ha ridotto la lunghezza dell'anagen VI e, come conseguenza cruciale, la probabilità di trovare capelli nella fase anagenica ad alto ritmo mitotico, che è il requisito indispensabile per la formazione dell'area, è molto minore.

L'accorciamento dell'anagen. al contrario, rende molto probabile che l'insulto trovi i capelli già avviati sulla strada verso il catagen/telogen.

Come conseguenza Io stesso insulto che è in grado di arrestare le mitosi in una matrice pilare normale, inducendo la caduta del capello come pelo distrofico, accelera la tendenza a "fuggire" in telogen e a cadere come normale pelo in telogen. Naturalmente, una volta raggiunta la fase telogenica, il capello diventa insensibile ad ulteriori insulti e rimane in telogen tanto a lungo quanto ogni capello telogen, cioè 100 giorni.

Questo spiega l'intervallo di 3 mesi tra Io stress e l'inizio della caduta.

 

Dati sperimentali

 

Prove sperimentali di quanto richiamato possono essere ritrovate nella letteratura.

 

Braun Falco, ad esempio, ha verificato che dopo l'irradiazione si ha una cospicua caduta di peli distrofici a cui fa seguito una lunga caduta in telogen

 

(7) (Figura 1).

 

 

 

Quest'ultima è evidentemente dovuta alla quota di peli che, al momento dell'irradiazione. erano nella fase finale del loro anagen ed hanno quindi seguito la strada della "fuga" in telogen piuttosto che quella della distrofia. riservata invece ai peli in una fase anagenica più arretrata del loro ciclo.

 

Nel cuoio capelluto con alopecia androgenica, inoltre, viene a mancare il principale fattore che governa l'individualità dei cicli pilari nell'uomo. Si potrebbe dire che tale cuoio capelluto è "animalizzato", in altre parole che tende a sincronizzare il ciclo nella maggior parte dei capelli. come si verifica in alcuni mammiferi.

Una grande quantità di capelli. quindi, si trova simultaneamente nella stessa fase del ciclo, al contrario di quanto avviene nel cuoio capelluto umano normale. dove ogni follicolo ha il suo proprio ciclo individuale. Il fenomeno della fuga in telogen non è quindi individuale. ma coinvolge una grande quantità di capelli.

 

Sebbene comunissima. l'alopecia androgenica non è, tuttavia. la sola causa conosciuta di "animalizzazione". Possono esservi due altre possibilità: la gravidanza e la "pillola".

 

In gravidanza probabilmente a causa dell'alto tenore estrogenico, una grande quantità di capelli raggiunge simultaneamente le fasi pre-telogeniche proprio intorno all'epoca del parto. Lo stress emotivo di un parto difficoltoso può precipitare un TE in alcune donne. Il fenomeno non è certamente fisiologico, poichè non si verifica in tutte le donne e neppure nella stessa donna in tutte le gravidanze.

 

La "pillola" può dar luogo ad un fenomeno similare se somministrata per un tempo abbastanza lungo: infatti. cadute abbondanti di capelli sono state descritte alla fine di terapie anticoncezionali.

 

Alla luce di quanto finora affermato, inoltre, non può più ammettersi, come in realtà da più parti si fa, che esistano farmaci capaci di provocare alopecie distrofiche ed altri capaci di provocarne di telogeniche. La scelta dell'una o dell'altra delle modalità di caduta non dipende dalle caratteristiche farmacologiche del farmaco, ma dalla situazione in cui il farmaco coglie il cuoio capelluto del paziente.

 

Telogen effiuviume alopecia androgenetica

 

Poichè l'associazione del TE con l'alopecia androgenica è nella maggior parte dei casi requisito indispensabile perché si possa sviluppare un TE. distinguere quest'ultimo, specialmente nella sua forma cronica, dall'alopecia androgenica diventa essenziale ai fini del trattamento. Non è compito facile, ma qualche criterio (tabella 2) può aiutare. La diagnosi può esser ulteriormente facilitata da alcuni dati di laboratorio (8).

 

 

 

La terapia

 

Nel TE acuto la terapia è inutile. E’ essenziale rassicurare il paziente. Farmaci a rischio devono essere sospesi, a meno che non siano indispensabili.

 

Nel TE cronico, invece, è opportuna una terapia. Di solito. questi pazienti hanno già affrontato una quantità di trattamenti locali e generali quasi sempre irrazionali e ne sono stati delusi. Non è sufficiente. quindi, rassicurarli.

Per lo più sono utili i corticosteroidi. Inizialmente, deve essere tentata l'applicazione locale mentre la via generale deve essere seguita in caso di fallimento. Il dosaggio non dovrebbe comunque superare 0.25 mg/kg/die di prednisone. Anche l'ACTH a dosi basse (0,5 ml ogni 5 giorni) può servire. Nei casi di TE acutissimo 40 mg/settimana di triameinolone ritardo sono efficaci. Ovviamente, se è In gioco una malattia sistemica quale il lupus eritematoso sistemico, il dosaggio sarà adeguato alla sua gravità. Nei casi nei quali un Raynaud, leucopenia o una fotosensibiltà fanno sospetiare una condizione di pre-lupus, si può tentare un ciclo di clorochina, 500 mg/die. diminuendo il dosaggio appena possibile.

 

Nelle giovani donne è bene far attenzione alla dieta. Ci può essere anoressia nervosa o quadri similari o la dieta è intrapresa per dimagrire, quasi sempre su consiglio di persone non autorizzate. Nel primo caso, difficilissimo da gestire, è opportuno richiedere il parere di uno psichiatra, nel secondo le pazienti san ben contente di dover tornare alla loro dieta abituale.

 

Il minmildil non è efficace nel TE. Deve esser comunque sempre tenuto presente che l'intervallo di tre mesi opera anche nel ritardare l'effetto terapeutico e che, quindi, ogni terapia non può durare meno di tre mesi. Eventuali successi registrati prima del terzo mese devono essere considerati come remissioni spontanee e non devono essere acereditati alla terapia.

 

Venificare l'efficacia della terapia è un altro problema di difficile soluzione. Ciò è dovuto alla difficoltà di conoscere se. al momento della prima visita, la malattia è attiva o no. Può capitare. infatti, di Iniziare una terapia quando ti TE ha già cessato di essere attivo, ma, a causa dell'intervallo di tre mesi, la caduta continua. Sfortunalamente, non ci sono mezzi sicuri per accertare questo punto. La tricodinìa e la conta dei linfociti assoluti possono aiutare. Spiegare il punto al paziente è tutt'altro che facile e richiede tempo e pazienza. La ripetizione mensile del wash-test può essere utile anche al fine di coinvolgere il paziente nella verifica dell'esito della cura.

 

 

Bibliografia

 

1) Kligman A.M: “Patologic dynaimics of human hair loss.” I. Telogen effluvium Arch Dermatol 1961; 83: 175 -198.

 

2) Rebora A., Guarrera M, Semino M.T.: “Tnchodynia Dermatology 1996;192: 292-293

 

3) Bruinsma W.: “A guide to drug eruptions” 4th ed., The file of Medicines, Dosthuizen (ND), 1987.

 

4) Rebora A.,: “Alopecia areata incognita. A hypothesis. Dermatologica 1987; 174: 214-218.

 

5. Rebora A.: “Il telogen effiuvium. in: Rebora A, le alopecie. Il Geral Rev Dermatol 1992; 29:121 - 7.

 

6) Rebora A.: “Telogen effiuviurn: an etopathogenetc theory” Int J Dermatol 1993; 32: 339 - 40

 

7) Braun Falco O.: “Dynamik des normalen und pothologischen Haarwachstums” Areh Klin Exp Dermatol 1966; 227: 418 - 52

 

8) Guarrera M.: “Il laborotorio tricologico” In: Rebora A: le alopecie. It Gen Rev Dermatol 1992; 29:19 - 33.

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Visitatore Claudia

Caro Dottor Marliani,

è quello che mi ripeto ogni giorno!!!! Bisogna stare tranquilli e aspettare che ricrescano... Un paio di domande.

Ho cominciato a perdere i capelli dopo un evento molto stressante (troppo lungo raccontare). Ho fatto il tricogramma, e il dermatologo non è che mi abbia spiegato molto, ha parlato di un problema ormonale locale. Mi ha prescritto integratori (Pantovigar) e una soluzione di 17-a-estradiolo. Dopo circa 5/6 mesi i capelli sono ricresciuti, ero molto soddisfatta del risultato. Poi, due mesi fa ho avuto un intervento chirurgico abbastanza pesante (varicectomia bilaterale, stripping lungo in entrambe le gambe)con conseguente eparina sottocutanea per 5 giorni. E ho ricominciato a perdere i capelli. Adesso sto di nuovo seguendo la cura che avevo fatto e che aveva funzionato così bene. A volte mi fa male la radice del capello. Secondo Lei è un effluvio o veramente ho l'alopecia androgenetica? Nessuno in famiglia ne ha sofferto. Premetto che gli esami del sangue sono a postissimo anzi la ferritina è alta. Non prendo la pillola, e non ho problemi ormonali. Che ne pensa?

Grazie, vorrei continuare a non stressarmi, ma veramente ho perso un sacco di capelli e farsi forza è difficile!

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  • 2 weeks later...

L'alopecia androgenetica è, appunto, ANDRO = androgenodipendente + GENETICA = dovuta ai geni , alla familiarietà, ereditaria.

Se così non è non hai una andro+genetica (anche se non posso dire di sapere perchè ti cadono i capelli). Comunque l'eparina li fa cadere ( ma non cinque fiale). Lo stress certamente, ma come si fa a pesare lo stress.

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Dott. Marliani,

ma a lei è mai capitato di diagnosticare un'alopecia androgenetica ad una donna? rolleyes.gif

...e se mai ne trovasse una quali terapie le consiglierebbe ?

Cosa ne pensa dell'impianto di capelli artificiali, è davvero così pericoloso e deturpante come dicono ?

grazie

barby eek.gif

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A proposito di questi problemi...

Allora: se trattasi di anemia occorrerà seguire una cura ricostituente di ferro.

 

Nel caso poi non si tratti di vera alopecia androgenetica ma "solo" di una massiccia caduta "stagionale" (primaverile e autunnale), c'è qualche terapia per limitare la perdita di capelli?

Oppure nel caso si tratti di una situazione cronica di disagio psicologico (stress lavorativo o personale, unito magari a parti difficili)c'è qualche terapia o no? Siamo sicuri che con queste cause i capelli poi ricrescano? A me è stato detto che non ricrescono tutti...

Grazie...

 

Monica

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Mi associo alla domanda di Monica.

E anche a quella di Barby.....

Cosa si fa quando i capelli continuano a cadere??????? eek.gif ricrescono???? ormai comincio a dubitarne.... confused.gif

Monica non posso mandarti un mess privato, se ti fa piacere scrivimi, così confrontiamo le nostre esperienze

Ciao..speriamo Marliani risponda

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per Barby:

si che mi capita di vedere VERE androgenetiche nelle donne, sono comunque rare e quasi sempre mescolate con un effluvio. Queste si curano più o meno come le androgenetiche nel maschio.

Il più delle volte quelle che sono considerate "androgenetiche" della donna sono dovute a carenza estrogenica e si curano con somministrazione di estrogeni ... non vi sono cure standard ed, ogni caso è diverso.

 

Per Monica, Giuly, Okkiverdi:

nel telogen effluvio, risolte le cause, i capelli ricrescono SEMPRE.

 

Il telogen effluvio da eparina è frequente ... si può dire che l'eparina fa SEMPRE cadere i capelli ma pio riscescono.

 

Nel telogen effluvio cronico, se questo dura da MOLTI anni è vero che non tutti i capelli ricrescono.

Comunque si ha sempre un buon rinfoltimento, l'arrestarsi della perdita ed un netto miglioramento della qualità dei capelli che ci sono.

 

La prima cosa da fare è sempre ricercare le cauuse e, se possibile, risolverle.

 

Il minoxidil non serve!

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  • 3 weeks later...

per Nio:

i valori ideali di nutrienti, vitamine ed oligoelementi serici e/o plasmatici sono (sia per gli uomini che per le donne) più ristretti in tricologia di quanto lo sono in medicina generale (riporto di seguito alcuni esempi significativi) e ricordo come uno stato carenziale possa far precipitare irreparabilmente anche un defluvio androgenetico.

 

 

Valori normali in Medicina e Valori normali in Tricologia

albumina: 3,5-5 gr/dl > 4,5 gr/dl

calcemia: 8,5-10 mg 9-10 mg/dl

ferritina: 12-200 ng/ml >30 ng/ml

sideremia: 40-160 mcg/dl >60 mcg/dl

folati: 1,8-12 ng/ml >3 ng/ml

magnesio: 1,3-2,1 mEq/l >1,8 mEq/l

proteine tot: 6-8 g/dl >6,5 g/dl

rame: 70-160 microg/dl 80-120 microg/dl

vit. A: 30-65 microg/dl 40-65 microg/dl

Vit. B6: 3,6-18 ng/ml >5 ng/ml

vit. B12: 220-940 pg/ml >300 pg /ml

vit. C: 0,6-2,0 mg/dl >8 mg/dl

vit. D: 1,5-3,5 ng/ml 2-3 ng/ml

zinco: 70-150 microg/dl >80 microg/dl

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per Barby:

L’impianto di capelli artificiali nel cuoio capelluto è una procedura para chirurgica utilizzata per mascherare una calvizie. Tale metodica si diffuse rapidamente dall’America e dal Giappone verso l’Europa approdando in Italia all’inizio degli anni 80.

I “capelli artificiali”, nella loro concezione originale (secondo Yamada), sono di poliestere colorati con pigmenti inorganici che danno loro un aspetto naturale. Fino a pochi anni fa arrivavano direttamente dal Giappone in contenitori sterili, oggi vengono prodotti un pò ovunque. La loro lunghezza originale era di 16 cm. Ad una estremità presentano una specie di cappio. Mediante un apposito strumento questi capelli vengono afferrati da un ago sottile e “sparati”, anche senza necessità di anestesia, nel cuoio capelluto ad una profondità di 8-15 mm, cioè sempre sopra la “galea capitis” (fascia connettivale semi-rigida che si estende sopra e a protezione del cranio). Il “cappio”, in basso al capello, funziona da sistema di ancoraggio quando intorno ad esso si forma tessuto cicatriziale.

 

 

 

Durante ogni seduta possono essere impiantate anche senza anestesia alcune centinaia di questi capelli, di solito fino a 500. Il tessuto cicatriziale che si forma intorno al cappio fissa l’estremità del capello che rimane ancorato al sottocutaneo con una certa stabilità. Tra capello impiantato e cute avviene inoltre un processo di epitelizzazione, o meglio di marsupializzazione, che finisce per formare una specie di pseudofollicolo, sola barriera che dovrebbe impedire a germi di invadere il derma. Il capello artificiale, nonostante l’ancoraggio, va comunque incontro, come ogni corpo estraneo, ad un processo di superficializzazione che finisce con la sua espulsione; una perdita di tali capelli artificiali considerata media e normale oscilla fra il 10 e il 30% all’anno. Occorrono pertanto interventi periodici di rinfoltimento che compensino le perdite. Della tecnica originale di Yamada sono state proposte numerose varianti ma tutte senza reali vantaggi: differiscono fra di loro per il tipo di materiale con cui il capello è realizzato, per il metodo di colorazione più o meno superficiale della fibra, per il tipo di cappio che dovrebbe fermarlo alla galea, per la forma dell’ago infissore ma sopratutto per la provenienza del kit chirurgico. Una delle tecniche più originali prevede l’impianto di capelli a “V”, che vengono inseriti con uno strumento ad ago retrattile, dotato di 2 punte, che aggancia il capello in corrispondenza del vertice della V e lo rilascia ad una profondità di 8 mm. Dato che così ad ogni impianto corrispondono 2 capelli e che il metodo di inserimento è velocissimo, si arriva fino a 800 capelli all’ora. Il risultato estetico immediato, specie nei casi di aree alopeciche limitate con assenza di tessuto cicatriziale e se la quantità di capelli inseriti non è troppo grande (2000-5000 capelli), è abbastanza buono ed anche la tolleranza del materiale artificiale da parte della cute è anch’essa, all’inizio, apparentemente buona. I risultati sono poi nel tempo, come vedremo, molto inferiori alle aspettative.

Per un buon esito di questa tecnica occorre che venga rispettato un preciso protocollo le cui regole fondamentali sono:

implantologo deve essere qualificato, specialista in dermatologia con esperienza di dermochirurgia,

la fibra del capello artificiale deve essere un polimero medical-grade, già registrato nella farmacopea europea ed impiegato come filo da sutura. I pigmenti utilizzati nella fibra devono essere di origine naturale ed inglobati nel polimero ancora allo stato liquido perché non possa avenirne migrazione nel derma,

il sistema di ancoraggio deve essere a nodo reversibile per consentire, se necessario, l’estrazione della fibra con danni cicatriziali minimi,

le fasi di attuazione dell’intervento di impianto debbono essere collegate fra loro in maniera organica e programata per ottenere il meglio che il metodo può offrire,

dopo il momento operatorio il paziente non sarà abbandonato ma verrà seguito adeguatamente nel tempo e da personale medico dermatologico adeguatamente preparato,

l’informazione del paziente sul pre e sul post operatorio deve essere corretta! L’informazione deve essere anche chiara e precisa su quanto il metodo di impianto può dare e su quali sono i sui difetti connaturati ed i suoi limiti e costi.

 

L’inconveniente più evidente di questo metodo consiste nel fatto che viene espulso fino al 30% dei capelli impiantati ogni anno e poiché è previsto un periodico intervento di rinfoltimento che compensi le perdite, i costi si fanno assai elevati e il soggetto diventa “dipendente” dal “centro tricologico”. Inoltre ogni capello che viene espulso lascia una piccola zona di alopecia cicatriziale che piano piano finisce per trasformare l’alopecia androgenetica, in una alopecia cicatriziale.

Sono poi anche drammaticamente frequenti fenomeni di reazioni da corpo estraneo con formazione di tipici granulomi infiammatori e caratteristica è anche l’infezione della cute causata da basse cariche di batteri, spesso anche antibiotico resistenti.

 

 

 

Se tutto questo non bastasse ripetiamo che il prezzo degli interventi è molto alto, i preventivi vengono fatti un tanto a capello, e non è giustificato né dal costo del materiale usato né dai risultati ottenuti né spesso, purtroppo, dalla professionalità di chi effettua questi impianti. In Italia questa tecnica, dichiarata illegale negli USA dalla FDA nel 1983, è ancora praticata da “tricologi”, spesso non meglio qualificati e spesso non medici, per i quali si configura anche il reato di esercizio abusivo della professione.

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  • 1 month later...

Un consiglio per tutte:

lasciate perdere i capelli artificiali e state sempre ben lontane da tutti quei "CENTRI TRICOLOGICI" dove vi dicono che se non firmate subito, appena in tempo, un contratto per trattamenti e cute (del costo sempre di diverse migliaia di euro) sarete calve fra qualche mese.

SONO TRUFFATORI!

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Salve a tutte,

sono una di quelle rare donne geneticamente destinate alla caduta dei capelli.

 

Volevo chiedere al dottore come mai per questa categoria di donne non esistono terapie mirate ma si debba ricorrere a quelle maschili con tutte le conseguenze del caso (mi riferisco alla Finasteride e al fatto che sia sconsigliata per le donne fertili). Quante siamo? Quale speranze??

 

Grazie per l'attenzione

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  • 2 weeks later...

Carissima:

L'alopecia androgenetica "vera" nella donna è, a mio parere, molto rara!

Una componente di "effluvio" è sempre presente ed in un effluvio le terapie "antiandrogene" che si usano per i maschi sono, per lo meno, inefficaci.

La situazione nella donna va valutata caso per caso (e qui si vede chi conosce la tricologia e chi applica terapie standardizzate).

Se ben condotta la terapia in una donna da (quasi) sempre buoni risultati, molto più facilmente che nei maschi.

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  • 2 weeks later...

gentile dott. Marliani

ho letto tutti i post di questa discussione e constato che è molto deciso quando afferma che l'alopecia androgenetica nelle donne è molto rara, se non inesistente, o se questa esiste è sempre accompagnata da TE. anch'io ho sempre cercato di convincermi che la mia situazione fosse quella tipica del TE cronico:abbondantissima caduta, interruzione casuale ed improvvisa del fenomeno per pochi mesi e poi ripresa della situazione precedente anche peggiorata, etc. da 12 anni sono angosciata da questo problema; ritiene possibile che un TE duri tanto? all'inizio i valori ormonali mostravano il testosterone altissimo(il triplo dei valori normali) e la prolattina bassa; altri esami(compresi quelli tiroidei ed ecografia pelvica) tutti in ordine. col passare degli anni e grazie, forse all'assunzione di diane androcur ed aldactone opportunamente combinati, la situazione ormonale sembra si sia stabilizzata ma quella dei capelli mi ha fatto sempre disperare; le mie visite a medici specialisti del settore sono state continue: Piazza dell'IDI, Negosanti del S.Orsola di Bologna per citarne qualcuno tra i più conosciuti ed omettendo la lunga lista di altri dottori( o presunti tali) dai quali sono stata. tutti hanno diagnosticato un'AA nonostante l'assenza di casi analoghi in famiglia sia da parte materna che paterna. l'uso di integratori, di lozioni varie, minox e addirittura di cortisone preso per bocca in quantità anche alte(deltacortene forte da 25 mg)e per tempi prolungati(3 mesi) è stato inutile visto che la situazione non è mai migliorata. come ultima soluzione sono stata dal dott. Campo di roma che inizialmente aveva pensato ad un TE cronico e successivamente, visto l'insuccesso di tutte le cure prescritte, mi ha consigliato una soluzione al minox al 2% con aggiunta di estradiolo e progesterone. pensa che il mio sia ancora un TE cronico oppure debbo pensare ad una vera AA?

scusi per il post così lungo ma in tanti anni e con tanti medicinali non capisco più cosa sia vero e cosa no.

le sarei grata se ricevessi un suo parere.

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